Edge of the Heart

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  1. lime !
     
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    Titolo: Edge of the Heart
    Autore: lime !
    Genere: Introspettivo
    Raiting: R
    Avvisi: AU, OC, OOC, Language, Twincest, Lime, Under Age (accenni)
    Pairing: Bill/Tom – Tom/OFC
    Note: Ebbene si, la limona è ancora viva. E pensate, scrive pure! Lo sapete tutte benissimo che non sono brava a scrivere e non dite che non è vero, altrimenti vi cresce il naso u_ù Ma io amo scrivere e in questo caso questa OS è stata il mio porto sicuro per due giorni. EotH è nata mentre la scrivevo, e non sembra nemmeno lontanamente una storia interessante. Ma è uscita così, e va bene lo stesso. E’ una condanna in una città, una condanna voluta e scelta. In ogni caso spero che vi possa portare nel mio, ops loro, mondo.
    Disclaimer: Bill e Tom Kaulitz non mi appartengono, tutto ciò che è scritto qui di seguito è frutto della mia fantasia con la quale non guadagno assolutamente nulla.

    Edge of the Heart


    C'è molto più della carne dietro questa maschera. C'è un'idea, e le idee sono a prova di proiettile
    - V per Vendetta -



    Erano le differenze le prime cose che aveva notato. E che continuava ogni singolo giorno, ora, minuto e secondo a notare. Era il rumore della neve sotto i suoi passi, era il colore del cielo notturno, era la forma delle nuvole…

    La Svezia non era poi così fredda e rigida. Anche quando doveva camminare in venti centimetri di neve solo per poter comprare un fottuto pacchetto di sigarette. Se non fosse stato così dipendete, lo avrebbe mandato a quel paese, il fumo. Perché non valeva la pena di morire congelato per quelle fottute sigarette. O per fare la spesa, perché c’era sempre qualcosa che mancava. Ma lui, la signorina pallida della Germania dell’est, perché così lo chiamavano, le chiappe al vento pungente svedese non le voleva di certo esporre. E puntualmente non lo faceva. Se c’era una cosa che non aveva perso, e loro di cose ne avevano perse fin troppe, era la sua capacità di rompere i coglioni, soprattutto in senso metaforico. Graffiava il vento svedese, non gli dava tregua. Sussurrava. E la fottuta neve gli entrava nel giubbotto. La odiava la neve svedese, più di quella tedesca. Ma lui, Tom, si era detto che ogni posto sarebbe stato meglio di casa. E così aveva trasformato un’idea in realtà. L’avevano trasformata insieme nella loro follia.

    Fjällbacka non era troppo stretta per lui. Per loro. Ottocentododici svedesi e due stranieri. Perché lui era il ragazzo della signorina pallida della Germania dell’est. E si stupivano di quanto la sua pelle fosse dorata, anche se esposta alle intemperie del nord. Era arrivati con un taxi che puzzava di pesce, li tutto puzzava di pesce per ovvietà. Ma si erano adeguati, l’avevano fatto. L’avevano dovuto fare. Lui, lo svedese, l’aveva imparato a furia di discutere con la vicina. Un vecchia donna tozza dai capelli lunghi e grigi racchiusi in una crocchia proprio sulla cima della testa. Rideva dentro di se, Tom, ogni volta che la vedeva, e si chiedeva se lui, avrebbe fatto quella fine. Perché nel fare petulante della donna, Tom aveva rivisto la sua di “donna”. Facevano troppo rumore, diceva. Ma quello che urlava maggiormente dei due non era di certo lui. E allora Tom l’aveva mandata a quel paese, la vecchia, con il suo marcato accento tedesco. Provava un certo gusto nel tornare ad assaporare la musicalità della loro lingua madre con qualcuno che non fosse lui. E quella aveva inteso. Perché la parolacce, per qualche assurdo motivo, in tutte le lingue erano sempre capite e puntualmente ricambiate. E così l’aveva imparata quella lingua, grazie alla vicina tozza. L’aveva imparata ogni volta che lei gli aveva urlato dietro ‘Kukhuvud’. E Tom si era ritrovato a pensare che le vecchiette di Fjällbacka non erano poi così composte come volevano far credere, ma forse lei rappresentava un’eccezione. E non gli dispiaceva, perché lui in quei 0,99 chilometri quadri di terra e mare avrebbe dovuto passarci il resto dei suoi giorni, e di noia non voleva morire.

    No, Fjällbacka non era fredda, rigida e stretta. Era soffocante, opprimente e non era casa. Era solamente questione di abitudine e di oppressione dei ricordi. Non avevano mai vissuto d’equilibrio. E così una sera avevano semplicemente chiuso gli occhi e puntato un dito sulla cartina europea del libro di geografia che in anni di scuola non avevano mai aperto. E avevano scelto, non il caso, ma loro. Si erano scelti una prigione nel gelo svedese. Fjällbacka, piccola e sconosciuta località turistica, a 150 km da Göteborg e 972 da casa.

    *



    Bill Kaulitz era un fragile insieme di ossa in un corpo troppo magro e lungo, o almeno apparentemente. Era una chioma lunga e setosa di sottili lame nere. Gli uomini di Fjällbacka lo chiamavano ninfa. Forse non sapevano che la signorina pallida della Germania dell’est aveva un pene tra le gambe. E che con quel pene faceva godere suo fratello. A Bill, comunque, non interessava, come non gli interessavano molte cose. Come prendersi cura della casa. Era una villetta la loro, completamente diroccata e usurata dal vento e dai tarli, davanti al molo. Aveva fatto fatica Bill a dormire, per i primi mesi. Semplicemente non aveva dormito, e Tom con lui. Perché Bill era un gran rompi palle, e sapeva di esserlo. E così lo aveva tenuto sveglio, Tom, finché non gli erano spuntate occhiaie nere e profonde come le sue. Tom, però, doveva anche lavorare. Ma gliele aveva fatte “pagare” quelle serate insonni, anche se non si poteva dire che a Bill fosse dispiaciuto non usare il lubrificante per una settimana. Aveva urlato troppo. E così la vecchia signora Sjöberg si era presentata con un pacchetto di biscotti e una vagonata di lamentele.

    Bill aveva preso i biscotti e Tom le lamentele.

    In realtà a Fjällbacka non c’era bisogno di grandi spese. Potevi benissimo vivere facendo il pescatore o aiutando con lo scarico di merci, ed era questo che Tom faceva. La prima volta che il vecchio Åström aveva visto quel giovane tanto assurdo davanti al suo peschereccio, si era messo a ridere e poi aveva storto il naso. Perché era un vecchio uomo, ma non stupido, e di ragazzini sulla sua nave non ne voleva. Quando gli aveva detto di essere tedesco, aveva lasciato che le rughe gli ricoprissero il volto, persino in Germania un ragazzo con treccine nere che gli fasciavano la testa non era normale. Ma Åström non era il tipo d’uomo che giudicava. Emerita stronzata, perché lui sapeva che non era facile non giudicare una persone dalle apparenze. Se vedevi uno sconosciuto sputare per strada o rompere una bottiglia contro un palo di certo non lo potevi considerare un santo, ma anche quello era un giudizio. Aveva atteso allora, perché se c’era una cosa a Fjällbacka trascorreva lentamente, quella era il tempo. E aveva scoperto che il giovane Kaulitz lavorava bene e soprattutto non si lamentava. Si era quindi complimentato con se stesso, perché l’orgoglio gli uomini svedesi o tedeschi che fossero dovevano gonfiarlo nel petto. ‘Lavora per me il ragazzo’.
    A Fjällbacka si poteva benissimo vivere di pesca, ma ti spaccava la schiena. Ma Tom quel lavoro l’aveva scelto proprio per quella ragione.

    *



    Tutto era iniziato con un uomo e una donna e un amore. O almeno era stato ritenuto tale. E quell’amore, che il tempo aveva usurato, lacerato e privato di vita, aveva dato luce a loro, i due reietti della società. Erano uguali, perfetti e sarebbero diventati sbagliati. Era cominciata in un utero, la loro condanna. Non c’era stato un momento in cui avevano capito di essere sbagliati, lo sapevano già. E non provavano nemmeno a giustificarsi. Scopare il proprio fratello, non era normale. Ma loro si abituavano in fretta. Così quando Bill si era ritrovato con l’uccello del gemello nel sedere aveva urlato tanto da graffiarsi la gola.

    Loitsche li aveva visti crescere e sporcarsi. Era stata una culla perfetta, ma anche la loro tomba. Ed era stata Loitsche ad etichettarli come i gemelli che sporcavano di terra le macchine del vicinato, come i gemelli che rompevano i vetri della scuola. Era stata Loitsche, la prima, che li aveva visti come un'unica persona. E la prima a volerli divisi.

    I gemelli Kaulitz ricordavano tutto.

    C’era stato un giorno in cui le lingue erano andate troppo a fondo nei loro palati. E Bill aveva recuperato la ragione. Un solo ed unico momento di lucidità in cui avevano pensato di spegnere il fuoco con il quale si stavano scottando, non si erano resi conto di aver già le lingue, e i palmi delle mani bruciati. Non si erano parlati quel giorno, ne quello a seguire. E Loitsche aveva sospirato di sollievo in quei giorni. Soprattutto quando Tom era andato da Josefine, una compagna di classe, e aveva fatto sesso per la prima volta. Aveva respirato a pieni polmoni, Loitsche. Ma Tom, Josefine, non l’aveva mai sfiorata con le labbra. Era stato veloce, irruento e completamente fuori luogo. Aveva passato tre pomeriggi, Tom, da Josefine quella settimana. E Bill l’aveva visto uscire dalla porta ogni giorno, sapendo e lasciando che si allontanasse.

    Quei giorni Tom l’aveva implorato con lo sguardo. Bill quel grido di aiuto l’aveva udito. Perché gli aveva aperto la pelle e l’aveva fatto sanguinare e piangere di rabbia e di dolore, perché Bill non era tipo che sprecava tempo in lacrime. Bill, però, gli aveva anche voltato le spalle. La paura gli aveva divorato lo stomaco e la lingua oltre alle palle.

    Accadde un giovedì. Il cielo era plumbeo, insignificante. Erano nervosi, arrabbiati e avrebbero voluto vedere l’altro soffrire e implorare il suo nome. Loitsche, quel giorno aveva tremato. Aveva sentito un brivido di paura, la ghigliottina era sulla sua testa oltre alle loro. L’avrebbe persa, Loitsche, la testa. Bill e Tom si erano semplicemente scontrati, letteralmente. Si erano pestati le anime più volontariamente che per sbaglio, quel giovedì. Si erano urlati addosso parole d’odio e poi si erano spaccati il labbro a vicenda. Erano finiti nel letto di Tom, quel giovedì. E avevano lasciato che accadesse. Quel giorno alla fine, si erano visti soffrire e implorare i loro nomi.

    La prima volta non erano durati a lungo, non erano durati e basta. Inesperti e troppo irruenti, si erano ritrovati solamente con molto più dolore di quello che non si erano inflitti. Ed erano venuti nel giro di cinque minuti. Aveva fatto semplicemente schifo. E Bill sogghignava ancora al ricordo, quelli, i ricordi, nemmeno la Svezia li poteva cancellare.

    Venerdì, Josefine aveva chiamato; Bill le aveva attaccato il telefono in faccia.
    Venerdì, Loitsche aveva bendato i suoi occhi. Perché preferiva essere cieca che senza testa, ma quella, per colpa della follia, l’aveva persa da tempo.

    Il rumore delle zip che venivano abbassate freneticamente era ancora lo stesso.
    Nemmeno quello in Svezia era cambiato.

    *



    Tom aveva lasciato che la porta di chiudesse da sola. Aveva tolto le scarpe e lasciato il giubbotto bagnato sul.. beh, dov’era caduto. Aveva salito le scale. Scricchiolava il legno della vecchia villa. Forse era per quello che gliela avevano fatta pagare un nulla, il tetto rischiava di cadergli in testa da un momento all’altro, o almeno così si divertivano a dire. Alla fine se fosse veramente caduto, a loro bastava sperare che li avrebbe schiacciati insieme. Tom sapeva che Bill dormiva, ne approfittava sempre quando il mare era calmo. Ed era assurdo di come il moro riuscisse a dormire durante le bufere di neve tedesche e non nella pace di Fjällbacka.
    Mugolava mentre dormiva e russava spesso, e Tom lo trovava dannatamente divertente. Si sdraiò vicino a lui, e subito Bill gli si fece vicino. Lo sentivano quando l’altro era vicino a loro. Era un gioco di calore e di carne. E forse era questo il problema. Se non fossero stati tanto presi da se stessi, forse se ne sarebbero accorti.

    - Sei freddo - lo sussurrò così, con la voce impastata dal sonno mentre Tom gli sfiorava le palpebre con le labbra. - Dormi -
    Non erano mai stati tipi da molte parole, non per le cose serie per lo meno. Quando si trattava di decidere quale fosse l’ammorbidente adatto per lavare i vestiti allora Bill riusciva a perdersi in lunghi monologhi, perché Tom quell’ammorbidente volontariamente non lo comprava mai giusto. Era una forma di masochismo la sua, perché in quei casi, per Bill, le parole non erano mai troppe ma lui voleva solamente sentire la sua voce. La Svezia non era solo una fredda e ghiacciata prigione, non era il sudore sulla schiena di Tom, era anche i lunghi e impenetrabili silenzi di Bill.
    – Ti sto sognando -

    *



    Tom ricordava la prima crisi di Bill. Era un giorno come gli altri, e forse avrebbe dovuto iniziare a credere che era proprio nei giorni normali che qualche dio gli sputava addosso il suo odio. Era stato un buon lavoretto quello che gli aveva fatto Bill quel giorno. Ancora la sentiva sulla pelle la frenesia. Erano dipendenti, l’uno dell’altro. Drogati e senza via d’uscita. La giostra sulla quale erano saliti non prevedeva soste, non esistevano biglietti di ritorno. E così Tom si era spinto sempre più in basso nella gola di Bill, senza gemere. Perché gli era sembrato normale. Perché gli era sembrato prudente, aveva, avevano imparato ad esserlo. Ci aveva veramente creduto, non urlare sarebbe bastato, lo avevano creduto. Ma anche loro erano solo umani. Era bastata una sottile dimenticanza. Così quando loro madre aveva spalancato la porta del bagno e aveva visto i suoi bambini intenti in quel qualcosa che sempre aveva sospettato e mai aveva voluto credere, aveva strappato Bill da Tom. L’aveva sentito il dolore Tom, e non solo per colpa dei denti di Bill che gli avevano graffiato il pene, ma soprattutto perché lei gli aveva portato via il calore.

    Non avevano urlato, ne loro ne lei. Non sarebbero servite a nulla, le grida. Anche se forse sarebbe stato più logico, normale. Ma loro non rientravano in quell’aggettivo, ‘normale’ suonava strano alle loro orecchie. Simone gli aveva ordinato di rimettersi i vestiti e di scendere in cucina. In quei cinque minuti di scarto, Tom aveva visto il terrore negli occhi di Bill, erano i suoi occhi che si riflettevano in quelli del gemello. La paura l’avevano sentita entrambi, e la sentivano ancora.

    - Dovete andarvene – era stata chiara e concisa Simone. Lei i suoi figli li amava, non poteva essere altrimenti. Ma non poteva amarli se li sapeva l’uno nel corpo dell’altro. Se sapeva che il pene del suo Tomi era stato succhiato da Billy e se solo osava immaginare quante volte fosse entrato dentro di lui. Aveva trattenuto un conato di vomito. – Quando? – era stato Tom a parlare, perché poco contasse che Bill si credesse forte, si era rinchiuso nel silenzio e aveva iniziato a pensare e cercare una soluzione nell’inferno. Simone era scoppiata a piangere.

    Bill e Tom la amavano ancora la loro Mutti. Talvolta si chiedevano nel silenzio che cosa stesse facendo. Ma l’avevano scelta loro quella vita e quindi avevano chiuso gli occhi e puntato il dito. Avevano scelto un luogo dove vivere il loro peccato, una prigione dalla quale non sarebbero fuggiti. L’avevano giurato silenziosamente prima di mordersi le labbra a sangue. E fu così che un giorno i gemelli Kaulitz erano ancora Loitsche e la sera dopo no. E lei, Loitsche, non aveva ghignato di vittoria. Perché infondo aveva perso la sua battaglia.

    E così avevano lasciato che Fjällbacka diventasse la prigione e il baratro del cuore.

    *



    Bill si sporgeva spesso oltre. Il legno del molo era scuro e bagnato, come sempre. Aveva rischiato di finirci dentro, al mare, più di una volta. Forse avrebbe dovuto gettarsi e basta perché l’unico motivo per cui ogni volta si sedeva sul molo e lasciava che il vento lo pungesse con i suoi aghi sottili era per vedere quando profonda e nera fosse la sua anima. Si rispecchiava spesso e sorrideva falsamente alla sua fortuna. Almeno la sua immagine riflessa Dio non gliela aveva strappata via.
    I cieli svedesi erano più plumbei di quelli tedeschi, ma anche più limpidi. La pioggia più fitta, la neve più fredda. Le montagne più aspre. E lui era più consapevole.

    Tom non lo sapeva, ma lui, Bill, si sedeva sempre sul molo ad aspettare che tornasse dal lavoro. Perché non aveva altro se non lui. Perché rimanere in casa o fuori al freddo non faceva differenza, le mura che lo stavano soffocando le sentiva lo stesso. Ma non sospirava o si pentiva, Bill. Non l’aveva mai fatto e quindi si sedeva e aspettava. Lasciava che le sue lunghe gambe danzassero nell’aria, la voleva toccare l’acqua nera dell’anima, anche solo sfiorarla. Perché lui in tutti quegli anni, anche se c’era affogato dentro, non aveva mai capito cosa si provasse a violarla piano. Lui, loro c’erano semplicemente caduti dentro e il male che si erano fatti lo avevano sentito solamente dopo.

    Simone non era in casa quando se n’erano andati. Ma Bill lo aveva sentito l’eco di un addio nelle orecchie. Mentre percorrevano il viale alberato che si affacciava sulla loro casa, mentre viaggiavano lungo le autostrade tedesche e superavano ancora il limite per una volta e poi fino all’aeroporto. Bill non piangeva, rimaneva in silenzio e le lacrime le faceva tornare indietro a furia di mordersi la lingua. Un paradosso, ma i morsi facevano meno male del resto.

    Era quando vedeva le prime barche rientrare che si voltava verso casa e vi ritornava dentro con tutta la calma necessaria. Perché la sua mente i viaggi li faceva durare più di quanto non li vivesse realmente. I suoi piedi sfioravano ancora l’acqua e la memoria era ancora a Loitsche.

    *



    Erano le differenze la prima cosa che aveva notato. Alla fine erano sottili e quasi invisibili. La neve non era poi così diversa, il rumore della pioggia contro i vetri, le montagne, i colori,… Loro erano cambiati, erano cambiate le loro vite. Ma non riuscivano a pentirsene e per questo quando Tom tornava a casa e trovava Bill sdraiato nel loro letto aveva la forza di dirgli che non c’era nulla di sbagliato. Nel guardare al passato, nell’aspettare il futuro, nel diventare vecchi lontani dalla culla. Nel vivere in una prigione fatta di montagne, mare e neve ai limiti del cuore. E Bill allora mugolava di stringerlo più forte fino alla fine del giorno.










    Note: So cosa state pensando perché è esattamente la stessa cosa che penso pure io ‘Graziealcieloèfinitamachimelohafattofaredileggereunacosadelgenereeamen!’. Giusto qualche spiegazione lampo. In primis, la storia non è betata quindi chiedo venia se avete trovato una serie di strafalcioni indecenti, l’ho scritta con la testa altrove nel giro di pochissime ore, soprattutto notture. Ok, ho finito di giustificarmi, ora potete pure dire che non so l’italiano LOL So che non è poi così consono iniziare una frase con la congiunzione ‘e’ ma io funziono in questo modo, e spero che la cosa non vi abbia dato fastidio. Ma passiamo alla storia: allora Fjällbacka esiste davvero, e se mi conoscete bene saprete sicuramente che da mesi a questa parte ho sviluppato un amore inverosimile per la Svezia, soprattutto per colpa dei grandi giallisti svedesi che mi hanno rubato il cuore. Passando ai personaggi, beh, i miei personaggi sono e saranno sempre l’emblema della contraddizione, del cambiamento di mente, proprio come me. E poi passiamo alla parte dolente, io ho un modo tutto mio di vedere le cose e di interpretarle, spero che la mia idea di 'prigione' rientri nei termini del contest, ma non me la prenderemi mica se non fosse così, alla fine mi basta aver condifiso il lavoro di due giorni con voi. Spero che vi abbia lasciato qualcosa, anche l'amaro in bocca.

    In ogni caso sono contenta di me stessa, mi sono sfidata con questa storia, senza perdere il mio modo di vedere le cose e il mio stile. Grazie mille a tutte voi che avete letto.

    Edited by lime ! - 28/2/2011, 22:19
     
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  2. ‚moodyMOON
     
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    Ma nessuno che commenta? é_è
    Dio mio limona.. sai già cosa ne penso e la trovo fantastica.
    Amo come scrivi e... niente "e".
    E non dire che non sei capace (come stai facendo ora su msn) perchè ti strozzo, veramente.
    Io casomai non capace a fare commenti, proprio zero '-' ma è bellissima.
    Mi piace molto anche l'ambientazione.. Svezia wow *_* Ah e mi pare giusto dire che anche il banner è spettacolare *ç*

    P.S. Anche una mia compagna di classe a cui non piacciono i tokio hotel (tanto meno le twc) la trova splendida quindi u.u

    SPOILER (click to view)
    Chiedo venia per il commento idiota '-' ma quello che c'è scritto lo penso davvero v.v
     
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  3. lime !
     
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    CITAZIONE (‚moodyMOON @ 28/2/2011, 16:44) 
    Ma nessuno che commenta? é_è
    Dio mio limona.. sai già cosa ne penso e la trovo fantastica.
    Amo come scrivi e... niente "e".
    E non dire che non sei capace (come stai facendo ora su msn) perchè ti strozzo, veramente.
    Io casomai non capace a fare commenti, proprio zero '-' ma è bellissima.
    Mi piace molto anche l'ambientazione.. Svezia wow *_* Ah e mi pare giusto dire che anche il banner è spettacolare *ç*

    P.S. Anche una mia compagna di classe a cui non piacciono i tokio hotel (tanto meno le twc) la trova splendida quindi u.u

    SPOILER (click to view)
    Chiedo venia per il commento idiota '-' ma quello che c'è scritto lo penso davvero v.v

    Ma tipo tu che te la stampi pure? Ciò sprechi carta ed inchiostro per me? Non va mica bene, eh!
    E sei troppo gentile; quando mi hai detto della tua compagna di classe questa mattina mi è preso tipo un infarto! Cioè io sono la timidezza fatta a persona quando si tratta di far leggere i miei scritti >///< *si vergonga a morte*
    Grazie mille tesoro, davvero ♥

     
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  4. »Lost Soul;
     
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    Penso che questa sia la seconda tua storia che leggo, la prima è stata una slash della quale, purtroppo, non ricordo il nome D:
    Comunque v.v
    Mi ero accorta che avevi postato già ieri sera, avevo letto gli avvisi, fantasticato sul banner... ma alla fine ho dovuto staccare perché mio padre rompeva le palle'-' Ci sono rimasta malissimo D: anche perché non vedevo l'ora di leggerti, mi incuriosisci tu.
    Leggere questa tua storia mi ha permesso di assentarmi dalla realtà dalla prima all'ultima riga e per questo già ti ringrazio. La Svezia non è uno dei miei Paesi preferiti, ma comunque mi attira per i suoi paesaggi, praticamente adoro tutti i posti uggiosi, un po' grigi e poco illuminati dal Sole. Fjällbacka, quindi, è stato un piccolo paradiso personale, per me.
    Ho apprezzato tantissimo anche i tuoi gemelli Kaulitz, erano così irreali, ma allo stesso tempo veri, concreti, quasi percepibili al tatto, come personaggi.
    Ti faccio un gran in bocca al lupo per il contest e mi dispiace di non essere stata in grado di filtrare ciò che mi hai fatto provare, in parole. Ti assicuro, però, che la storia mi è piaciuta - eccome! - e che adoro il tuo modo di scrivere: molto, molto coinvolgente.
     
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  5. »Chemma«
     
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    Inizialmente avevo pensato di commentare solo dopo aver riletto e assimilato tutto di questa storia, ma poi mi sono detta che non avrebbe avuto lo stesso valore - conoscendomi, come minimo avrei inquadrato un po' meglio le cose e messo a fuoco un paio di particolari che al momento mi sfuggono. Ma, davvero, non ce la faccio a tenermi tutto dentro, ora come ora, e se lo facessi non riuscirei a dormire. E quindi eccomi qui (:
    Trovo troppo banale e riduttivissimo dirti che è bella, travolgente, perfetta anche perchè non lo è: questa storia va oltre. Lo dico perchè probabilmente non conosco abbastanza parole per poterla descrivere, ma in fondo penso che non potrei farlo, primo perchè non me ne sento in grado, secondo, perchè hai già detto e dimostrato veramente tutto.
    Il tema della prigione l'ho visto in ogni singola parola che hai scritto, così come la pressione che opprimeva Bill e Tom mi faceva sentire in apnea. Si sentiva proprio dalle parole, dalle frasi incisive e nettamente tagliate dalla punteggiatura, quest'aria claustrofobica, così come mi sembrava di vederlo, il volto impassibile di Bill, una maschera fredda di ripensamenti e contemporaneamente menefreghista.

    CITAZIONE
    Tom non lo sapeva, ma lui, Bill, si sedeva sempre sul molo ad aspettare che tornasse dal lavoro. Perché non aveva altro se non lui. Perché rimanere in casa o fuori al freddo non faceva differenza, le mura che lo stavano soffocando le sentiva lo stesso. Ma non sospirava o si pentiva, Bill. Non l’aveva mai fatto e quindi si sedeva e aspettava. Lasciava che le sue lunghe gambe danzassero nell’aria, la voleva toccare l’acqua nera dell’anima, anche solo sfiorarla. Perché lui in tutti quegli anni, anche se c’era affogato dentro, non aveva mai capito cosa si provasse a violarla piano. Lui, loro c’erano semplicemente caduti dentro e il male che si erano fatti lo avevano sentito solamente dopo.

    Immagino ci siano molte altre frasi più adatte e più esplicite per capire chi è davvero Bill, ma quando ho letto questo, avrei voluto sprofondarci io, nel mare; focalizzare completamente la sua figura e parte del suo spaventosamente contorto pensiero è stato come ricevere una secchiata di quella fredda acqua in pieno viso. E' macabra e forse esagerata come cosa, ma è stato un tantino doloroso leggere questo. Il bello è che mi è piaciuto perchè io sentivo una minima parte del loro dolore."Alla fine se fosse veramente caduto, a loro bastava sperare che li avrebbe schiacciati insieme." E con questo hai detto tutto.
    Il paesaggio che hai descritto, poi, avrei detto quasi che ci sei stata davvero in Svezia. E comunque hai avuto l'incredibile capacità di catapultarmici dentro, facendomi sentire la neve fredda sebbene abbia una stufa a due centimetri dalle gambe.
    E comunque, la 'E' all'inizio del rigo fa più figo, soprattutto se mantieni una certa costanza con questo tono 'rigido' - intendo positivamente rigido, tipo solenne - u_u e non ci pensare neanche alla grammatica, tralasciando il fatto che non c'è una e dico una sbavatura, con un carico emotivo di questo genere.... credimi, la grammatica è non è davvero la prima cosa che salta all'occhio.
    Complimenti davvero, Limona, credo sia stata la prima cosa tua che leggo e davvero non avrei saputo immaginarmi qualcosa di più. Andrò a letto con il sorriso per questo, anche se il volto di questo Bill rimarrà per un po' nella mia testolina. Ancora complimenti (:

    Edited by »Chemma« - 1/3/2011, 01:29
     
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    Oh mamma, non me li aspettavo mica questi super commenti!
    Cioè voi siete in grado di farmi sorridere e commuovere solo con le vostre parole ♥

    CITAZIONE (»Lost Soul; @ 28/2/2011, 23:29) 
    Penso che questa sia la seconda tua storia che leggo, la prima è stata una slash della quale, purtroppo, non ricordo il nome D:
    Comunque v.v
    Mi ero accorta che avevi postato già ieri sera, avevo letto gli avvisi, fantasticato sul banner... ma alla fine ho dovuto staccare perché mio padre rompeva le palle'-' Ci sono rimasta malissimo D: anche perché non vedevo l'ora di leggerti, mi incuriosisci tu.
    Leggere questa tua storia mi ha permesso di assentarmi dalla realtà dalla prima all'ultima riga e per questo già ti ringrazio. La Svezia non è uno dei miei Paesi preferiti, ma comunque mi attira per i suoi paesaggi, praticamente adoro tutti i posti uggiosi, un po' grigi e poco illuminati dal Sole. Fjällbacka, quindi, è stato un piccolo paradiso personale, per me.
    Ho apprezzato tantissimo anche i tuoi gemelli Kaulitz, erano così irreali, ma allo stesso tempo veri, concreti, quasi percepibili al tatto, come personaggi.
    Ti faccio un gran in bocca al lupo per il contest e mi dispiace di non essere stata in grado di filtrare ciò che mi hai fatto provare, in parole. Ti assicuro, però, che la storia mi è piaciuta - eccome! - e che adoro il tuo modo di scrivere: molto, molto coinvolgente.

    Solo il semplice fatto di destare in te curiosità mi fa sorridere come un'ebete, e dico sul serio! La Svezia è davvero il luogo che vorrei poter visitare da cima a fondo, come ho detto nelle note, gli autori svedesi, i miei amati giallisti svedesi mi hanno fatta entrare mentalmente in un mondo che ora non posso fare a meno di voler vedere con i miei occhi e spero vivamente di riuscire a farlo, prima o poi.
    Io cerco sempre di rendere qualcosa di vero nei miei personaggi che per definizione sono sempre oltre al reale, ti ringrazio tantissimo quindi per aver trovato quel pizzico di realtà in loro. Sono sempre terrorizzata dal fatto che le mie storie non vengano capite. Vivo in questo terrore e per questo riesco a condividerle solamente con il DB.
    Ti ringrazio tantissimo, davvero. Per ogni singola parola del tuo commento.

    Uh, mi piacerebbe sapere quale altra mia storia hai letto, magari hai pure commentato e non mi ricordo, magari le andrò a spulciare!
    E per quanto riguarda il lupo, crepi (il lupo, eh)!


    CITAZIONE (»Chemma« @ 1/3/2011, 01:08) 
    Inizialmente avevo pensato di commentare solo dopo aver riletto e assimilato tutto di questa storia, ma poi mi sono detta che non avrebbe avuto lo stesso valore - conoscendomi, come minimo avrei inquadrato un po' meglio le cose e messo a fuoco un paio di particolari che al momento mi sfuggono. Ma, davvero, non ce la faccio a tenermi tutto dentro, ora come ora, e se lo facessi non riuscirei a dormire. E quindi eccomi qui (:
    Trovo troppo banale e riduttivissimo dirti che è bella, travolgente, perfetta anche perchè non lo è: questa storia va oltre. Lo dico perchè probabilmente non conosco abbastanza parole per poterla descrivere, ma in fondo penso che non potrei farlo, primo perchè non me ne sento in grado, secondo, perchè hai già detto e dimostrato veramente tutto.
    Il tema della prigione l'ho visto in ogni singola parola che hai scritto, così come la pressione che opprimeva Bill e Tom mi faceva sentire in apnea. Si sentiva proprio dalle parole, dalle frasi incisive e nettamente tagliate dalla punteggiatura, quest'aria claustrofobica, così come mi sembrava di vederlo, il volto impassibile di Bill, una maschera fredda di ripensamenti e contemporaneamente menefreghista.

    CITAZIONE
    Tom non lo sapeva, ma lui, Bill, si sedeva sempre sul molo ad aspettare che tornasse dal lavoro. Perché non aveva altro se non lui. Perché rimanere in casa o fuori al freddo non faceva differenza, le mura che lo stavano soffocando le sentiva lo stesso. Ma non sospirava o si pentiva, Bill. Non l’aveva mai fatto e quindi si sedeva e aspettava. Lasciava che le sue lunghe gambe danzassero nell’aria, la voleva toccare l’acqua nera dell’anima, anche solo sfiorarla. Perché lui in tutti quegli anni, anche se c’era affogato dentro, non aveva mai capito cosa si provasse a violarla piano. Lui, loro c’erano semplicemente caduti dentro e il male che si erano fatti lo avevano sentito solamente dopo.

    Immagino ci siano molte altre frasi più adatte e più esplicite per capire chi è davvero Bill, ma quando ho letto questo, avrei voluto sprofondarci io, nel mare; focalizzare completamente la sua figura e parte del suo spaventosamente contorto pensiero è stato come ricevere una secchiata di quella fredda acqua in pieno viso. E' macabra e forse esagerata come cosa, ma è stato un tantino doloroso leggere questo. Il bello è che mi è piaciuto perchè io sentivo una minima parte del loro dolore."Alla fine se fosse veramente caduto, a loro bastava sperare che li avrebbe schiacciati insieme." E con questo hai detto tutto.
    Il paesaggio che hai descritto, poi, avrei detto quasi che ci sei stata davvero in Svezia. E comunque hai avuto l'incredibile capacità di catapultarmici dentro, facendomi sentire la neve fredda sebbene abbia una stufa a due centimetri dalle gambe.
    E comunque, la 'E' all'inizio del rigo fa più figo, soprattutto se mantieni una certa costanza con questo tono 'rigido' - intendo positivamente rigido, tipo solenne - u_u e non ci pensare neanche alla grammatica, tralasciando il fatto che non c'è una e dico una sbavatura, con un carico emotivo di questo genere.... credimi, la grammatica è non è davvero la prima cosa che salta all'occhio.
    Complimenti davvero, Limona, credo sia stata la prima cosa tua che leggo e davvero non avrei saputo immaginarmi qualcosa di più. Andrò a letto con il sorriso per questo, anche se il volto di questo Bill rimarrà per un po' nella mia testolina. Ancora complimenti (:

    Chemma, ma cosa posso dirti? Grazie? Mi sembra così riduttivo e non esprime affatto tutto ciò che vorrei farti sentire, tutto ciò che tu mi hai fatto sentire con un semplice commento.
    Ci sei dentro, Chemma, ci sei entrata più di me. Hai visto Fjällbacka e Bill e Tom.
    Io non credo mai che le mie storie siano originali dal punto di vista della trama, infatti non lo sono, affatto. Ma cerco sempre di dargli quel qualcosa che le renda speciali per me. Purtroppo non so scrivere di felicità incondizionata senza cadere nel paradossale, infatti dopo averci provato una volta, perchè provare non costa nulla, sono tornata alla mia idea di felicità amara. Perchè Bill non riesce davvero a pentirsi, così come Tom, e probabilmente se avesse avuto la possibilità di tornare indietro nel tempo, avrebbe rifatto ogni singola cosa che ha fatto o non fatto. Ma allo stesso tempo non può fare a meno di guardarsi indietro e riflettere tanto, perchè a Fjällbacka non può, ne vuole fare altro.
    Non si sentono colpevoli, ma si stanno punendo volontariamente. E tu tutto questo l'hai capito, mi riempi il cuore di felicità, Chemma.
    Non so davvero che dirti, perchè ogni tua singola parola mi ha fatto gonfiare il petto e allargare il cuore e il sorriso a tal punto che credo di non potermi meritare tutte queste parole. Davvero.

    Giuro che farò il possibile per commentare la tua 'A Valediction' il più in fretta possibile.
    L'ho letta quando l'hai postata, e ho bisogno di lasciarti un commento dengo di questo nome.

     
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  7. morgana17_69
     
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    huuuu brava complimenti anche a te!.. .molto molto carina anche questa storia!....la cosa che mi ha colpita di più è che la prigione questa volta riguarda "Bill & Tom" da una parte e la loro "mamma/ecchia vita" dall'altra...interessante! si, molto interessante perchè non ci avrei mai pensato...e fin ora gli "imprigionati" erano solo e unicamente Bill & Tom...l'uno nei confronti dell'altro! quest'aspetto della lontananza dalla madre...dalla loro vita quotidiana mi è piaciuta molto!....non so se tu abbia già scritto altre cose, ma mi sembra che tu sia una brava scrittrice che utilizza un buon taliano invece! avresti potuto forse sviluppare un pò di più la parte -che poi è quella focale- della madre che caccia i suoi figli e le varie conseguenze...ma tu stessa hai detto di non aver avuto molto tempo per scrivere...quindi cmq direi che per me hai fatto un buon lavoro...magari in futuro potrai sempre renderla un capolavoro perfetto! mi piace il tuo modo di scrivere a tratti un pò rude, ma mai eccessivo (specialmente nelle parti più "hot") sei chiara e concisa e anche questo, a me personalmente, piace!...inboccallupooo per il contest!
     
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    Davvero bella. Quoto »Chemma« in tutto.
    La lettura l'ho trovata molto scorrevole. Ad ogni frase avevo delle immagini in mente. Come ha detto la Rà, il tuo modo di scrivere è coinvolgente. L'idea di prigione è arrivata, eccome!
    Beh... Complimenti! (:
     
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  9. »Lost Soul;
     
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    CITAZIONE (lime ! @ 1/3/2011, 18:25) 
    Oh mamma, non me li aspettavo mica questi super commenti!
    Cioè voi siete in grado di farmi sorridere e commuovere solo con le vostre parole ♥

    CITAZIONE (»Lost Soul; @ 28/2/2011, 23:29) 
    Penso che questa sia la seconda tua storia che leggo, la prima è stata una slash della quale, purtroppo, non ricordo il nome D:
    Comunque v.v
    Mi ero accorta che avevi postato già ieri sera, avevo letto gli avvisi, fantasticato sul banner... ma alla fine ho dovuto staccare perché mio padre rompeva le palle'-' Ci sono rimasta malissimo D: anche perché non vedevo l'ora di leggerti, mi incuriosisci tu.
    Leggere questa tua storia mi ha permesso di assentarmi dalla realtà dalla prima all'ultima riga e per questo già ti ringrazio. La Svezia non è uno dei miei Paesi preferiti, ma comunque mi attira per i suoi paesaggi, praticamente adoro tutti i posti uggiosi, un po' grigi e poco illuminati dal Sole. Fjällbacka, quindi, è stato un piccolo paradiso personale, per me.
    Ho apprezzato tantissimo anche i tuoi gemelli Kaulitz, erano così irreali, ma allo stesso tempo veri, concreti, quasi percepibili al tatto, come personaggi.
    Ti faccio un gran in bocca al lupo per il contest e mi dispiace di non essere stata in grado di filtrare ciò che mi hai fatto provare, in parole. Ti assicuro, però, che la storia mi è piaciuta - eccome! - e che adoro il tuo modo di scrivere: molto, molto coinvolgente.

    Solo il semplice fatto di destare in te curiosità mi fa sorridere come un'ebete, e dico sul serio! La Svezia è davvero il luogo che vorrei poter visitare da cima a fondo, come ho detto nelle note, gli autori svedesi, i miei amati giallisti svedesi mi hanno fatta entrare mentalmente in un mondo che ora non posso fare a meno di voler vedere con i miei occhi e spero vivamente di riuscire a farlo, prima o poi.
    Io cerco sempre di rendere qualcosa di vero nei miei personaggi che per definizione sono sempre oltre al reale, ti ringrazio tantissimo quindi per aver trovato quel pizzico di realtà in loro. Sono sempre terrorizzata dal fatto che le mie storie non vengano capite. Vivo in questo terrore e per questo riesco a condividerle solamente con il DB.
    Ti ringrazio tantissimo, davvero. Per ogni singola parola del tuo commento.

    Uh, mi piacerebbe sapere quale altra mia storia hai letto, magari hai pure commentato e non mi ricordo, magari le andrò a spulciare!
    E per quanto riguarda il lupo, crepi (il lupo, eh)!

    Sono più che contenta che ciò che volevo dirti col mio commento è arrivato, temevo di essere stata troppo breve e di non aver chiarito il mio punto di vista. Anche io, come te, scrivo e sono perennemente in ansia per il giudizio che gli altri potrebbero darmi '-' Do molta importanza alle critiche, per me sono più importanti dei complimenti, ma ci metto sempre un po' ad assimilare la "lezione" :/
    Comunque ho letto Our Fire *-* Mi è piaciuta tanto çwwç
     
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    CITAZIONE (morgana17_69 @ 2/3/2011, 15:28) 
    huuuu brava complimenti anche a te!.. .molto molto carina anche questa storia!....la cosa che mi ha colpita di più è che la prigione questa volta riguarda "Bill & Tom" da una parte e la loro "mamma/ecchia vita" dall'altra...interessante! si, molto interessante perchè non ci avrei mai pensato...e fin ora gli "imprigionati" erano solo e unicamente Bill & Tom...l'uno nei confronti dell'altro! quest'aspetto della lontananza dalla madre...dalla loro vita quotidiana mi è piaciuta molto!....non so se tu abbia già scritto altre cose, ma mi sembra che tu sia una brava scrittrice che utilizza un buon taliano invece! avresti potuto forse sviluppare un pò di più la parte -che poi è quella focale- della madre che caccia i suoi figli e le varie conseguenze...ma tu stessa hai detto di non aver avuto molto tempo per scrivere...quindi cmq direi che per me hai fatto un buon lavoro...magari in futuro potrai sempre renderla un capolavoro perfetto! mi piace il tuo modo di scrivere a tratti un pò rude, ma mai eccessivo (specialmente nelle parti più "hot") sei chiara e concisa e anche questo, a me personalmente, piace!...inboccallupooo per il contest!

    Oh mamma, quanti complimenti in un commento solo!
    Beh, per prima cosa ti ringrazio un sacco per aver letto, fa sempre piacere ricevere un commento positivo o negativo che sia!
    Sono contenta che tu abbia trovato la mia idea di "prigione" interessante, sinceramente credevo che nessuno sarebbe riuscita a coglierla! >///<
    In realtà ho scritto un sacco di OS e Drabble, molte però non le pubblico sul DB perchè non sono inerenti con i TH, comunque sia credo di essere migliorata realmente nella scrittura solo di recente, non dico di brillare in questo campo ma rispetto agli inizi credo di aver trovato il giusto modo di esprimermi.
    Concordo assolutamente sulla parte della madre, in realtà tendo fin troppo facilmente a lasciare sospesi aspetti in quasi tutte le cose che scrivo proprio perchè a volte sento di non avere abbastanza da dire su quell'argomento, lascio il tutto a discrezione del lettore. Sono il tipo di persona che ama fantasticare su ogni cosa!
    Ti ringrazio soprattutto per avermi detto di non aver trovato rudi o eccessive le scene hot, avevo davvero paura che potessero dare fastidio e normalmente non mi sognerei nemmeno di parlare in quel modo, ma quando scrivo i personaggi prendono il sopravvento su di me. Avevo davvero paura di risultare volgare, e tu mi hai tolto quest'ansia, graziegraziegrazie!!
    "magari in futuro potrai sempre renderla un capolavoro perfetto!" -- oh mamma, mi uccidi con queste parole ç_ç
    In realtà sto rielaborando già una mia vecchia OS per renderla una short fic, la cosa mi sta portando via del tempo. Spero di riuscire nell'impresa!
    Ed ovviamente crepi il lupo!


    CITAZIONE (N u l l @ 2/3/2011, 17:46) 
    Davvero bella. Quoto »Chemma« in tutto.
    La lettura l'ho trovata molto scorrevole. Ad ogni frase avevo delle immagini in mente. Come ha detto la Rà, il tuo modo di scrivere è coinvolgente. L'idea di prigione è arrivata, eccome!
    Beh... Complimenti! (:

    Oh mamma, ma come posso esprimere tutta la mia gratitudine?
    Cioè ripetere grazie e grazie ancora mi sembra così banale oramai. Ho svuotato di senso la parola a furia di usarla!
    Sono veramente felice che l'idea e la storia sia arrivata pure a te, non immagini nemmeno quanto! ♥


    CITAZIONE (»Lost Soul; @ 2/3/2011, 21:03) 
    CITAZIONE (lime ! @ 1/3/2011, 18:25) 
    Oh mamma, non me li aspettavo mica questi super commenti!
    Cioè voi siete in grado di farmi sorridere e commuovere solo con le vostre parole ♥

    CITAZIONE (»Lost Soul; @ 28/2/2011, 23:29) 
    Penso che questa sia la seconda tua storia che leggo, la prima è stata una slash della quale, purtroppo, non ricordo il nome D:
    Comunque v.v
    Mi ero accorta che avevi postato già ieri sera, avevo letto gli avvisi, fantasticato sul banner... ma alla fine ho dovuto staccare perché mio padre rompeva le palle'-' Ci sono rimasta malissimo D: anche perché non vedevo l'ora di leggerti, mi incuriosisci tu.
    Leggere questa tua storia mi ha permesso di assentarmi dalla realtà dalla prima all'ultima riga e per questo già ti ringrazio. La Svezia non è uno dei miei Paesi preferiti, ma comunque mi attira per i suoi paesaggi, praticamente adoro tutti i posti uggiosi, un po' grigi e poco illuminati dal Sole. Fjällbacka, quindi, è stato un piccolo paradiso personale, per me.
    Ho apprezzato tantissimo anche i tuoi gemelli Kaulitz, erano così irreali, ma allo stesso tempo veri, concreti, quasi percepibili al tatto, come personaggi.
    Ti faccio un gran in bocca al lupo per il contest e mi dispiace di non essere stata in grado di filtrare ciò che mi hai fatto provare, in parole. Ti assicuro, però, che la storia mi è piaciuta - eccome! - e che adoro il tuo modo di scrivere: molto, molto coinvolgente.

    Solo il semplice fatto di destare in te curiosità mi fa sorridere come un'ebete, e dico sul serio! La Svezia è davvero il luogo che vorrei poter visitare da cima a fondo, come ho detto nelle note, gli autori svedesi, i miei amati giallisti svedesi mi hanno fatta entrare mentalmente in un mondo che ora non posso fare a meno di voler vedere con i miei occhi e spero vivamente di riuscire a farlo, prima o poi.
    Io cerco sempre di rendere qualcosa di vero nei miei personaggi che per definizione sono sempre oltre al reale, ti ringrazio tantissimo quindi per aver trovato quel pizzico di realtà in loro. Sono sempre terrorizzata dal fatto che le mie storie non vengano capite. Vivo in questo terrore e per questo riesco a condividerle solamente con il DB.
    Ti ringrazio tantissimo, davvero. Per ogni singola parola del tuo commento.

    Uh, mi piacerebbe sapere quale altra mia storia hai letto, magari hai pure commentato e non mi ricordo, magari le andrò a spulciare!
    E per quanto riguarda il lupo, crepi (il lupo, eh)!

    Sono più che contenta che ciò che volevo dirti col mio commento è arrivato, temevo di essere stata troppo breve e di non aver chiarito il mio punto di vista. Anche io, come te, scrivo e sono perennemente in ansia per il giudizio che gli altri potrebbero darmi '-' Do molta importanza alle critiche, per me sono più importanti dei complimenti, ma ci metto sempre un po' ad assimilare la "lezione" :/
    Comunque ho letto Our Fire *-* Mi è piaciuta tanto çwwç

    Io sono una persona veramente autocritica. Soprattutto verso le cose che scrivo, di poche rimango veramente contenta a lungo e spesso capita che di quelle di cui sono contenta sono quelle che meno funzionano. Se io provassi a rileggare una mia vecchia storia, finirei col detestarla quasi quanto amarla. Per questo ed altro come ho già scritto in qualche commento sopra ho deciso di riprenderle in mano e rivisitalre. Soprattutto per migliorarle in stile, sono un po' cambiata dai tempi di Our Fire, che seriamente non so come tu abbia potuto apprezzarla. L'avevo scritta in un momento di completa crisi mistica, ridevo come una pazza mentre la scrivevo. Ma comunque grazie mille, sei troppo gentile, davvero!
     
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  11. Gillian Kami
     
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    Profondamente, totalmente, completamente, assolutamente (sono lanciata, potrei continuare con questi nenia di -mente meglio di Cetto La Qualunque di Antonio Albanese), incredibilmente estasiata. La parola estasi per me lettrice pignola e schizzinosa associata ad una storia vale molto e non la dono a tutti.
    Ma il dono, più correttamente (oh! ancora un -mente), me lo hai fatto tu creando questa delizia letteraria. Io sono molto selettiva e gli scritti che apprezzo, quando li apprezzo con tutta me stessa come in questo caso, solitamente li commento con totale sincerità e oggettività.
    Questa storia breve è stata di una dolcezza struggente nella sua devastante tristezza e malinconia. Io lo letteralmente divorata e anche se non apprezzo gli scritti corti, la sua misura in questo caso era perfettamente giustificata. Nel senso che a me piacciono le cose lunghe, ma nella sua brevità non ci ha rimesso niente. Anzi, è stato un bene.
    Io adoro l'ambientazione da te scelta (anche se la Svezia non lo mai considerata) e la straordinaria evocazione che sei riuscita a creare. Io ero lì, in quel posto dimenticato da Dio Thor, immersa nel bianco accecante della neve, tra il freddo vento feroce che graffiava. Galleggiavo dolcemente nel silenzio di quei luoghi e soprattutto ascoltavo rapita le voci di Bill e Tom.
    Straordinaria coesione tra l'interiorità e il tormento dei due protagonisti e il mondo di questa isolata Fjällbacka (che, per curiosità, come si pronuncia? xD). Io lo letteralmente adorata alla fine. Letteralmente andata in brodo di giuggiole.
    Letteralmente folgorata.
    Letteralmente ( un altro -mente) innamorata.
    Oh, sì! Grazie. Indiscutibilmente ti sei rapita il mio cuore di lettrice. Non è da poco, considerando che stiamo parlando di me.
    Sono schifosamente estasiata (ultimo -mente).
    Bacio!
     
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    CITAZIONE (Gillian Kami @ 3/3/2011, 01:15) 
    Profondamente, totalmente, completamente, assolutamente (sono lanciata, potrei continuare con questi nenia di -mente meglio di Cetto La Qualunque di Antonio Albanese), incredibilmente estasiata. La parola estasi per me lettrice pignola e schizzinosa associata ad una storia vale molto e non la dono a tutti.
    Ma il dono, più correttamente (oh! ancora un -mente), me lo hai fatto tu creando questa delizia letteraria. Io sono molto selettiva e gli scritti che apprezzo, quando li apprezzo con tutta me stessa come in questo caso, solitamente li commento con totale sincerità e oggettività.
    Questa storia breve è stata di una dolcezza struggente nella sua devastante tristezza e malinconia. Io lo letteralmente divorata e anche se non apprezzo gli scritti corti, la sua misura in questo caso era perfettamente giustificata. Nel senso che a me piacciono le cose lunghe, ma nella sua brevità non ci ha rimesso niente. Anzi, è stato un bene.
    Io adoro l'ambientazione da te scelta (anche se la Svezia non lo mai considerata) e la straordinaria evocazione che sei riuscita a creare. Io ero lì, in quel posto dimenticato da Dio Thor, immersa nel bianco accecante della neve, tra il freddo vento feroce che graffiava. Galleggiavo dolcemente nel silenzio di quei luoghi e soprattutto ascoltavo rapita le voci di Bill e Tom.
    Straordinaria coesione tra l'interiorità e il tormento dei due protagonisti e il mondo di questa isolata Fjällbacka (che, per curiosità, come si pronuncia? xD). Io lo letteralmente adorata alla fine. Letteralmente andata in brodo di giuggiole.
    Letteralmente folgorata.
    Letteralmente ( un altro -mente) innamorata.
    Oh, sì! Grazie. Indiscutibilmente ti sei rapita il mio cuore di lettrice. Non è da poco, considerando che stiamo parlando di me.
    Sono schifosamente estasiata (ultimo -mente).
    Bacio!

    Ho letto il tuo commento questa mattina perchè ho la fortuna di avere un telefono che in meno di due secondi è collegato alla linea di casa e mi permette di aggiornarmi il più in fretta possibile. Ho letto il tuo commento questa mattina e mi sono presa del tempo per decidere come risponderti. Come iniziare, per prima cosa. Beh, per merito tuo ho avuto un sorriso stampato in faccia per tutta la mattinata, e più ci pensavo e più mi veniva da sorridere.
    In realtà sono anch'io una lettrice pignola e schizzinosa in materia di molti argomenti, basti pensare che da un anno a questa parte riesco a nutrirmi quasi esclusivamente di libri gialli (ovviamente ambientati in Svezia, sono diventati come una droga per me). Per questo sento che le mie parole non basteranno per dirti quanto sono grata di tutti i complimenti che mi hai fatto, non credo di meritarmeli nemmeno in realtà.
    Purtroppo quasi tutte le mie storie sono corte, perchè in realtà spesso sento che non mi servono troppe parole per esprimere quello che voglio far arrivare a chi legge, ma pure a me stessa. In realtà ogni mio singolo personaggio, di qualsiasi storia, si esprime per me in ogni singola riga. Io li sento sempre i miei "bimbi" ma costantemente ho il terrore che non arrivino agli altri.
    Passando all'ambientazione, beh, la Svezia non è un paese poì così "calcolato" ma in me ha davvero suscitato un moto di interesse tale che non vedo l'ora di poterla visitare da cima a fondo, o almeno la piccola Fjällbacka, di cui, sinceramente, ti dirò non ho idea di come si pronunci, io l'ho semplicemente scoperta leggendo i libri di Camilla Läckberg e lo sempre pronunciata come si leggeva, non penso che ci siano differenze! Idem per l'aspetto fisico di Fjällbacka, non avendola mai visitata, le ho dato le sembianze che ha nella mia testa, ma ho notato che l'avete apprezzata lo stesso, questo mi fa davvero stringere il cuore di gioia.
    Addirittura il tuo cuore? Volete proprio vedermi piangere, voi.
    Grazie mille, con tutto il mio di cuore. ♥
     
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  13. *HEILIG*
     
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    Chiudo la discussione, perchè si è deciso di spostare anche questo sul sito.

    Quando la posti dovresti metterla nella categoria "Contest di scrittura" che poi verrà chiusa quando ci saranno tutte.

    Se le lettrici volessero essere così carine da ripostarti pari pari i commenti tu con l'ozione rispondi potresti ripostare anche le risposte e mantenere quasi tutto come lo hai qui.

    ^-^
     
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12 replies since 27/2/2011, 23:42   150 views
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