Inseguendo una libellula in un prato.

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  1. Santana JJ
     
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    Ciao, questa è la mia prima FF.

    Premesse: ovviamente spero vi piaccia e mi scuso in anticipo nel caso trovaste somiglianze con altre FF, ci tengo a precisare che ogni riferimento a nomi e cose qui presenti è puramente casuale, non mi permetterei mai di rubare le vostre storie.
    Detto ciò vi auguro una buona lettura, attendo i vostri commenti!
    :)

    Capitolo 1

    Mandy: Lexi possibile che prima di uscire di casa devi sempre fare pipì due volte di fila? Sei fissata!
    Di solito sono io la ritardataria, ma stavolta sono stranamente in orario rispetto al mio puntuale ritardo di mezzora… Forse perché ho più voglia del solito di evadere, la monotonia ultimamente mi sta uccidendo.
    Mentre la aspetto in camera sua mi do un’ultima sistemata allo specchio, lei arriva correndo e sbattendo le porte e comincia a buttare di tutto nella borsetta, quando è di fretta fa sempre un gran trambusto.
    Lexi: Dove sono le sigarette?? Cazzo non le trovo!
    Mandy: Te le avrà nascoste tua madre…
    Lexi: La ammazzo guarda! La ammazzo!
    Lexi Evans, la mia migliore amica da dieci anni a questa parte.
    Mandy: Ecco schizofrenica, erano sotto il letto. Fai volare le cose per aria… Sai com’è!
    Gliele raccolgo e me le strappa di mano per metterle al sicuro.
    Tre colpi di clacson sotto casa ci avvisano che Brianna è arrivata, controlliamo di avere tutto e scendiamo velocemente. Saliamo in taxi pronte per una serata all’insegna della spensieratezza più assoluta e ci avviamo per le strade di Londra.
    Qui la vita notturna non manca di certo, la città pullula di locali all’ultima moda e grazie ai diversi agganci di zio Frank in campo musicale, ho la fortuna di poter entrare gratis nelle discoteche che frequento più spesso e che guarda caso sono anche tra le più famose del posto.
    Mandy: Allora destinazione?
    Lexi&Bri: Fabric!
    Mandy: Aggiudicato!
    77a Charterhouse Street, arriviamo verso mezzanotte, il tassista ci fa scendere davanti all’ingresso, lo paghiamo e ci avviamo. Essendo il Fabric una delle più belle e grandi discoteche di Londra, c’è sempre molta gente che forma code interminabili e rischia di non poter entrare, ma noi come abitudine sorpassiamo tutti e scaturendo l’invidia comune entriamo subito senza problemi.
    Dietro l’ingresso un po’ anonimo e le fattezze di una vecchia fabbrica, il Fabric conta tre piani interrati e cinque sale con differenti generi musicali.
    SPOILER (click to view)
    Non siamo neanche dentro che mi fanno già male i piedi, odio i tacchi, probabilmente non imparerò mai a camminarci sopra.
    I minuti trascorrono e diventano ore, noi non stiamo mai ferme, alla fine di ogni canzone cambiamo sala e grazie anche all’ alcool ci carichiamo come delle molle, a forza di camminare e ballare ormai ho totalmente perso la sensibilità degli arti inferiori che non mi lamento già più per il dolore.
    Ogni mezzora Lexi va a rifornirsi di cocktail, è già al quinto in due ore che siamo qui e sta per dire addio all’ultimo briciolo di lucidità rimasto in lei.
    Mandy: Lexi che palle! Te l’avevo detto di aspettare a bere, sempre sta fretta! Adesso ti reggi da sola, io non ti aiuto…
    Lexi: No! No! Non sono ubriaca! Dai mi accompagnate al bagno??
    Bri: Ancora?? Ma ci sei stata cinque minuti fa!
    Mandy: È tutta la sera che fa avanti e indietro… Ha bevuto troppo e la sua vescica protesta.
    Bri: La prossima volta veniamo poi con il pannolone eh Evans...
    La accompagniamo per l’ennesima volta, mentre entra si mette a delirare convinta della presenza di elefanti rosa che svolazzano per il soffitto del bagno, è devastante l’effetto che le fa l’alcool. La aspettiamo fuori.
    Io ho ancora il secondo drink in mano e sono sicura che se non mi sbrigo a berlo, quando uscirà dal bagno la pisciona me lo finirà lei. Mentre prendo un sorso, Lexi è già fuori e sente il richiamo di Lady Gaga sulla pista da ballo.
    Lexi: C’è la Gaga Briiiiiiiiiiiiiiii!
    Si esalta più che mai e ci tira correndo giù per le scale. Non faccio in tempo ad alzare la testa dal bicchiere che mi strattona per un braccio e senza guardare minimamente dove va, ci fa sbattere contro tutti quelli che intralciano il suo cammino.
    A forza di strattoni, prima ancora di scendere le scale, finisco addosso ad un tizio seduto al bancone del bar, mi scivola la pochette di mano e cade ai suoi piedi aprendosi.
    Io: Oddio scusami! Non volevo! Cazzo la borsa… Mi puoi tenere un attimo il drink?
    Dalla fretta non lo guardo neanche in faccia, l’unica cosa che noto è la sua mano che afferra il mio bicchiere, lunghe dita affusolate, unghie curate e smalto nero.
    Ma è un uomo?
    Mi fiondo sulla pochette e comincio a raccogliere tutto ciò che si è disperso, faccio in fretta, chissà dove sono andate a finire le altre. Riemergo dal pavimento e mi riprendo il drink ringraziandolo con un sorriso.
    Sì, è un uomo.
    Sarà un ragazzo sulla ventina, dall’aspetto molto androgino e con un’ enorme cresta nera in testa, se avesse avuto i capelli lunghi quasi sicuramente l’avrei scambiato per una donna. Truccato e con lo smalto… Insolito, ma ci sta.
    Non che non abbia mai visto ragazzi truccati, Londra brulica di ragazzetti emo, punk o metal nel pieno delle loro crisi adolescenziali, ma non ho mai incontrato nessuno di così particolare, probabilmente non sarà neanche inglese, qui ci vengono tanti di quei turisti…
    Ricambia il sorriso facendomene uno molto dolce che crea un forte contrasto con quel suo look così aggressivo, mi fa uno strano effetto, ma non so spiegarmi il perché.
    Sta per aprire bocca quando io mi volto di scatto e scappo via, venendo inghiottita completamente dalla folla urlante.
    Non so perché l’ho fatto, forse per la fretta di ritrovare le altre o forse molto più semplicemente volevo scappare da lui.
    Non ho molta voglia di intrattenermi con gente stasera, specialmente se si tratta di uomini, visto che ultimamente con loro sto utilizzando il metodo Va de retro Satana. Lui però a primo impatto sembrava diverso…
    Qualcuno mi salta in spalla facendomi perdere l’equilibrio ed anche il filo logico dei miei pensieri. Bestemmio.
    Lexi: Preso paura eh? Eh? Eh?
    Mandy: Lexi bada bene che ti spezzo le gambine! Scendi!
    Lexi: Ma era uno scherzo daiiiiiii!
    Mandy: Adesso basta con questo bicchiere, dammi qua che lo butto via. Per stasera hai finito i tuoi bonus.
    Lexi: Uffaaaaaa!
    Bri: Non ce la menare Evans! Non ce la menare! Volevi ballare la Gaga? Eccola adesso siamo qui e la canzone è quasi finita, balla sù!
    Le prendo il bicchiere e glielo faccio sparire, dopo qualche inutile protesta, sentendosi ignorata da entrambe, si accorge dell’inconfondibile richiamo di Lady Gaga e si riprende all’istante.

    “My telephone, m-m-my telephone
    ‘Cause I’m out in the club
    And I’m sippin’ that bubb’
    And you’re not gonna reach my telephone”

    Comincia a saltellare come una tarantolata seguendo il ritmo della musica e anche se io e Bri l’avevamo appena ammonita, veniamo travolte dalla canzone e dalla sua euforia e ci mettiamo a ballare insieme a lei.


    Qualcuno le stava osservando da qualche minuto, qualcuno che non si era mosso dal bancone del bar per tutta la sera.
    Passa un dito sul bordo del suo bicchiere mentre continua a seguire con lo sguardo i movimenti di quella ragazza così particolare… Quella ragazza che poco prima era stata così schiva con lui, quasi come se l’avesse voluto evitare... Ma perché?
    Fa per sgranchirsi le gambe quando sente qualcosa sotto il suo stivale, si china e raccoglie un I phone. Sa già chi l’ha perso ancora prima di accertarsene, ancora prima di vedere una sua foto sul display. Un secondo sorriso si posa sulle sue labbra in quella serata che fino ad ora era stata così piatta e noiosa. Torna con gli occhi su di lei, giù in pista da ballo.
    Non potrà evitare il dialogo con lui una seconda volta.
     
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  2. Santana JJ
     
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    Capitolo 2

    Mi rigiro l’I phone tra le mani.
    Gustav: Bill…? Bill!
    Bill: Sì… Sì… Dicevamo?
    Gustav: Non hai ascoltato una mezza parola di quel che ho detto, vero? Quell’ i phone da dove sbuca?
    Bill: E’… Della ragazza…
    Gustav: Che ti è venuta addosso prima. Sì, immaginavo. E quell’espressione? È veramente bastato così poco?
    Bill: Cosa? Quale espressione?
    Gustav: Senti Bill ti conosco… Ti sei ammutolito, non mi ascolti e non connetti più. È veramente bastato un solo sorriso di una ragazza frenetica e schiva per farti partire di testa come un bambino alle prese con la sua prima cotta…?
    Non faccio in tempo a controbattere che mi arriva una manata sul coppino. Bestemmio.
    Bill: Mai sei stronzo??
    Tom: Hey, hey, hey! Dai Bill andiamo a ballare! Non vorrai restare qui a mummificare spero!
    Bill: Ma non c’è dubbio, io stasera non mi schiodo di qui. Il signorino Casanova è in sciopero per caso?
    Tom: Macché! La notte è ancora giovane, c’è tempo per le mie conquiste… Dai pigrone! Voglio ballare con il mio fratellinoooooo!
    Me lo scrollo di dosso e gli do le spalle.
    Ma perché non se la va a cercare adesso qualcuna da tediare? Ha sempre delle donne tra le mani. Perché stasera deve stare ad assillare me?
    Gustav: Georg dove l’hai lasciato?
    Tom: Ah, è andato in bagno… Non sta tanto bene.
    Mentre parlano ne approfitto per nascondere il telefono dalle grinfie di mio fratello, ma come al solito Gustav ha la lingua lunga.
    Gustav: Beh, c’è una news dell’ultimo minuto!
    Tom: Spara!
    Gustav: Bill si è preso una cottarella!
    Bill: Non è vero!
    Seconda manata sul coppino. Seconda bestemmia.
    Tom: Facciamo i latin lover in quel di Londra eh! Tutto il fratello!
    Gustav: Ma quale latin lover, l’ha fatta scappare via.
    Tom: Ma scusa, non ti ha riconosciuto?
    Bill: No, non credo e non l’ho fatta scappare io! Non ho neanche fatto in tempo ad aprir bocca che se n’è andata via e comunque smettetela di fare le pettegole voi due.
    Tom: Aiaiaiaiai… Non male, malissimo. Allora in tutti questi anni non hai ancora imparato nemmeno guardando il maestro qui presente come si fa a conquistare una donna!
    Bill: Ma infatti tu non hai mai conquistato nessuna donna Tom. Tu le rimorchi e basta.
    Gustav intanto se la ride a vederci battibeccare, si stava annoiando così tanto che non vedeva l’ora di mettere un po’ di zizzania in giro. Traditore.
    Tom: Bill, Bill, Bill… Piccolo ed ingenuo Bill… Come faresti senza di me? Ma non temere! Ora il maestro ti mostrerà l’arte della seduzione! Dov’è la donzella in fuga?
    Gustav: E’ in pista, non puoi sbagliare, è l’unica ragazza in rosso.
    Ora mi annoto un promemoria per stanotte: ricordarsi di soffocare Gustav nel sonno.
    Tom: Non vedo niente di rosso, c’è troppa gente…
    Ormai è inutile che io continui a fare il disinteressato, mi conoscono troppo bene...
    È vero, quella ragazza mi interessa, non lo so il perché, ma il solo pensiero che sia scappata senza neanche farmi parlare mi fa impazzire. Insomma, sono un cantante e sono famoso... Cazzo, sono Bill Kaulitz! E’ possibile che lei non mi abbia riconosciuto o addirittura non sappia nemmeno chi sono?
    Ma il problema principale è un altro adesso, Tom si sta per mettere in mezzo e questo complicherà le cose.
    Lancio un occhiata veloce alla sala, la trovo subito e rassegnato dal fatto che tanto mio fratello ottiene sempre tutto quello che vuole dalle donne, gliela indico.
    Tom: Ottimo! Ora visto che tu mi hai cacciato malamente, andrò a chiedere un ballo a lei, da me non c’è pericolo che scappi. La incanterò con il mio fascino da irresistibile seduttore, dopodiché te la riporterò qui in men che non si dica! Staserà sarò il tuo Cupido!
    Bill: Oddio, no Cupido no! Io pensavo che ci avresti voluto provare tu! Così ci faccio solo la figura dello scemo!
    Ma Tom è già andato e non mi sente più, sta scendendo le scale a tempo di musica ed è sempre più vicino a lei.
    Che umiliazione…
    Mi giro e blocco sul nascere l’ennesima risatina insulsa di Gustav fulminandolo con lo sguardo. Tre parole mi escono automaticamente dalla bocca.
    Bill: IO TI UCCIDO.
     
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1 replies since 7/2/2011, 20:02   46 views
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