The love that you give me!!

Tom era il suo respiro di vita, un amore unico e perfetto da cui MAI sarebbe fuggita.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. •Sally«
     
    .

    User deleted


    amoreeee non puoi farmi questo uffa ç_ç
    io voglio leggere l'altro è fantasticoooooooo
    tom che teneroo
    joooo vai da toooooom *-*
     
    Top
    .
  2. •Frey_
     
    .

    User deleted


    Grazie amore <3
     
    Top
    .
  3. °°Träumerin°°
     
    .

    User deleted


    Bravissima!!
    Che belli questi capitoli!!!
    Ok,Gustav è tenerissimo però.......Jo deve stare con tom >.<
    Sono così carini insieme *_*
    Spero posterai presto!!
     
    Top
    .
  4. •Frey_
     
    .

    User deleted


    Capitolo 8°




    Una lunga e straziante notte era ormai passata per il nostro Tom. Si alzò dal letto pensando a ciò che potesse dire nella mattinata alla ragazza.
    -Ti devo parlare..ecco parlare di una ragazza che ho conosciuto in un locale..bè me ne sono innamorato- ci pensò su e poco dopo- ok questa era pessima Tom – disse portandosi una mano sulla fronte.
    Il ragazzo dopo aver esaurito tutte le scuse possibile,che a lui apparvero pessime, prese dal suo comodino il telefono e chiamò Bill.
    -Pronto?- il ragazzo ancora assonnato,cercò di recuperare il cellulare ,disperso tra le lenzuola.
    - Bill sono io.
    - Che vuoi ?- disse stropicciandosi gli occhi.
    -Ho bisogno di te,devi venire qui.
    -Arrivo tra cinque minuti- chiuse la chiamata.
    Scese dal letto con i soliti boxer e la sua canottiera bianca e indossò le sue infradito blu. Quando si trattava di aiutare suo fratello, era sempre disponibile. Prese i primi pantaloni da tuta che trovò nel suo grande armadio e lì indossò.
    Rovistò nella sua grande borsa nera e dopo aver preso la carta magnetica uscì dalla stanza, chiudendola.
    Tom non fece ad indossare la sua maglia larga color blu,che qualcuno bussò alla sua porta. Se la infilò di fretta ed andò ad aprire,era arrivato il fratello.
    Entrò e,con fare delicato, diede una pacca sulla spalla di Tom.
    -Qual è il problema?- si adagiò su una poltrona,la più vicina.
    -Ora ti racconto tutto- disse chiudendo la porta.
    Nel mentre ,in cui Tom stava raccontando al fratello le sue problematiche,Johanna fu svegliata dai raggi del sole mattutino che filtravano dalla finestra socchiusa. Elevò la sua mano per poi stenderla al suo fianco, ma ciò che sentì era un lenzuolo fresco,che le provocò un brivido di freddo percorrente tutta la schiena.
    Aprì gli occhi ed accanto a lei ,soltanto un cuscino e delle lenzuola disfatte. Si alzò dal letto e cercò le sue ciabatte. Era come se camminassero da sole per la stanza; possibile non trovarle vicino al letto? Le trovò, se le infilò ed entrò in bagno ancora con gli occhi semi chiusi. Aprì la porta e udì l’acqua della doccia picchiettare sul fondo,come se stesse piovendo.
    -Amore posso entrare?- chiese la ragazza ancora ferma allo stipite della porto.
    - Certo entra- il viso del moro sbucò da dietro la tenda- Buon giorno bella addormentata- sorrise.
    -Giorno- si avvicinò sempre più alla doccia per stampargli un bel bacio sulla bocca- Cerca di fare in fretta amore così potremmo fare colazione insieme- uscì dal bagno
    -Faccio in un attimo.
    Johanna aprì il suo armadio che da un paio di settimane condivideva con Gustav, ci volle molto per convincere Agnese a farla stare nella stessa sua stanza ma ottenne ciò che voleva.
    Non c’era molta scelta visto che di pantaloncini corti ne aveva massimo due o tre, prese il primo che trovò sotto mano. Dopo aver preso una canottiera bianca dal suo cassetto se la indossò,poi indossò dei sandali neri. Non fece in tempo ad allacciare l’ultimo cinturino poiché fu fermata dall’arrivo di un sms, in quel caso fu il cellulare di Gustav.
    Lo prese dalla tasca dei suoi jeans che erano proprio davanti a lei,adagiati sulla poltrona. Premette il tasto sblocco.
    Il mittente era una certa Sheila,non sapeva chi fosse,ma soprattutto per quale motivo gli avesse mandato un messaggio. Gustav non aveva mai parlato di lei,di solito parlava delle sue quattro o cinque amiche d’infanzia ,ma tra quelle non c’era il suo nome.
    Pigiò,già infastidita, il tasto al centro,per dare inizio alla lettura. Lo lesse tutto di botta ed,incredula di ciò che ci stesse scritto,scosse il capo.
    -No,non è possibile- disse accennando un sorrisino
    Rimase scioccata da quelle poche righe che riuscì a leggere. Una sola parola attirava la sua attenzione,non ci credeva,era impossibile pensare che le avesse fatto questo. La sua prima volta, il suo primo vero ragazzo. Un rapporto distrutto cosi semplicemente.
    Rilesse di nuovo il messaggio per essere sicura prima di essere invasa dal pianto: “era da un po’ che io e te non facevamo del buon sesso”
    Indietreggiò sbattendo la schiena alla parete, scivolò in basso per mettersi a sedere. Il respiro si fece sempre più irregolare, cominciò a respirare forzatamente, il suo viso venne rigato di lacrime. Quelle lacrime sapevano di odio,di tradimento,di sfiducia,di dolore. Strinse il cellulare il più possibile come se volesse distruggerlo.
    Il biondo intanto fece capolino nella stanza da letto, coperto da un asciugamano con i capelli bagnati.
    -Hai visto? Sono stato velocissimo.
    La ragazza alzò lo sguardo,assunse una faccia amara,anche se con le lacrime agli occhi.
    -Ma cosa hai.?- si avvicinò a lei per poi fermarsi circa due metri prima
    Si alzò aiutandosi con una mano e con l’altra teneva il cellulare.
    -Mi fidavo di te- fissò il pavimento sconcertata- sei solo un coglione- gli urlò e,con fare brusco, scaraventò il telefonino addosso il ragazzo, colpendolo dritto allo stomaco.
    Uscì dalla stanza sbattendo la porta con le lacrime agli occhi. Il ragazzo raccolse il cellulare da terra e lesse l’sms.

    Ehi Gustav grazie per l’altra sera, era da un po’ che io e te non facevamo del buon sesso.
    Non sei cambiato di una virgola da quando ti ho conosciuto, spero ci possano essere altre mille occasioni.
    Ciao caro!

    La tua Sheila !


    Ora capì tutto, ora capì il comportamento insensato,fino a poco tempo fa,della ragazza. Diede un calcio al materasso che gli era accanto, fu un tonfo silenzioso e doloroso.
    Maledì il giorno in cui conobbe quella ragazza,Sheila era una donna potente,ciò che voleva otteneva, ma questa volta al batterista andò molto male. Passò una notte di sesso sfrenato con quella ragazza, che lo usava solo per piaceri sessuali, ma di conseguenza perse la ragazza che amava,Johanna. Non c’era rimedio a ciò che successe. Gustav sapeva che se si fosse scusato con lei,non avrebbe riavuto niente in cambio. La ragazza vedeva lontano da se il tradimento,era un mondo che non le apparteneva,ma questa volta fu lei la vittima.

    Johanna era scossa, persa,distrutta, uscì dalla porta del ragazzo non sapendo ancora dove potesse andare. Si fermò più in là e si mise a sedere su una poltrona che l’accolse in un pianto isterico.
    - Non meritavo questo,non lo meritavo proprio- disse nel pianto-lo odio,lo odio- ripeté dando dei pugni ai cuscini del divanetto,come se il bersaglio fosse stato Gustav.
    Alzò lo sguardo quando sentì la porta di fronte a lei aprirsi. Erano i due fratelli che,dopo aver colloquiato,decisero di scendere nel bar dell’ hotel per gustarsi una colazione assieme. La ragazza cercò di passare inosservata, riposando lo sguardo in basso e asciugando di fretta le lacrime che le rigavano il viso.
    -Caro fratello temo che dovrai pagarmi una colazione ora- disse il vocalist rivolgendosi al fratello che stava chiudendo la porta. Ancora nessuno dei due si erano accorti di lei.
    -Scordatelo Bill- mise nella sua grande tasca la carta e si girò. La vide lì,su quella poltrona che si copriva con un cuscino dalla vergogna.
    -Ehi Jo – si avvicinò a lei ,ma non ebbe risposta- Jo – le toccò una spalla, era sudata.
    La ragazza alzò lo sguardo,due occhi lucidi e rossi incrociarono i suoi – Tom – dopo essersi alzata venne accolta tra le sue braccia.
    -Tesoro cosa hai fatto?- pose una mano sul suo fianco, mentre con l’altra le accarezzava la schiena per tranquillizzarla
    - Lo odio Tom, lo odio- il pianto aumentò quasi facendole mancare il respiro.
    -Torniamocene in stanza- il ragazzo si distaccò e la lasciò nelle mani di Bill, che anche egli l’accolse in un abbraccio.
    -Qualunque cosa sia successa, si rimetterà apposto- un ultima stretta- tranquilla piccola- le pizzicò una guancia.
    - Bill ci sentiamo per dopo- disse prendendo per la mano la ragazza che condusse nella stanza.
    Entrò e la fece accomodare sul divano, in sala. Il moro prese una sedia per poter posizionarsi di fronte. Lei fissava un punto fisso del pavimento.
    -Mi dici cosa è successo ?- le prese le mani sudate e le strinse nelle sue.
    -Si… si tratta…di Gustav – disse tremante
    -Cosa ti ha fatto? Ti ha menata?- chiese premuroso
    -N..non mi ha menata Tom – pose lo sguardo sulla finestra.
    -Allora cosa è accaduto?
    -Ad Amburgo, lui- si riposò un attimo posando lo sguardo per terra- lui è andato con una donna- guardò il ragazzo.
    - Tesoro scusami non potevo saperlo- si alzò seguito dalla mora e l’abbracciò calorosamente-Mi dispiace.
    - Non ci posso credere.
    Pose la testa sul petto di Tom. I battiti del suo cuore si fecero sempre più accelerati, Johanna lo metteva davvero in difficoltà.
    -Tom.
    -Dimmi.
    -Non abbandonarmi, ti prego- lo strinse di più a se come se non lo volesse far andare via.
    -Io non ti lascerò mai. Tesoro qualunque problema avrai ,potrai contare sempre su di me. Ci sarò anche nelle ore tardive se ce ne sarà il bisogno, ci sarò sempre per te- le accarezzò il capo,facendo passare tra le dita i suoi capelli.
    -Ti ringrazio- si calmò e il suo respiro tornò regolare.
    Era strano come lui potesse farla star bene, insomma se non fosse per lui Johanna sarebbe stata ancora in una stanza d’albergo, magari distesa su un letto,su un divano o una poltrona a piangere e a darsi colpe.
    Grazie a lui ,invece,seppe riprendersi velocemente, era stato comprensivo, le aveva fatto capire che per lei ci sarebbe stato sempre, poteva contare su di lui e questa era la cosa che più la tranquillizzava e toccava.
    Chi è di noi che non avrebbe piacere di avere un amico che,dopo aver litigato con il proprio ragazzo, ti consoli e ti dimostri tutto l’amore del mondo? La risposta? Io penso nessuna di noi, rifletteteci un attimo ragazze. Noi saremmo davvero perse se non avessimo nessuno al nostro fianco,senza nessuno che ti dia dei consigli,che ti stia vicino nel momento del bisogno , ma soprattutto che sappia asciugare le amare lacrime.
    Ecco, Johanna aveva davvero bisogno di lui in quel momento, aveva bisogno di una figura che la potesse far distrarre da tutti i suoi pensieri.
    Per quanto riguarda Tom invece, siamo sicure che non l’ avrebbe mai abbandonata soprattutto ora che aveva stramaledettamente bisogno di lui.
    - Senti tesoro, immagino che tu non voglia vederlo perciò oggi si mangia in terrazza. Ti và?- le prese il viso nelle sue grandi mani
    -Si Tom sarebbe meglio fare così per oggi- gli sorrise
    .Perfetto- le baciò la fronte.
    Il chitarrista andò a prendere il cellulare sul comodino,digitò il numero della hall e ordinò due primi.
    Intanto la ragazza si recò in terrazza,quella di Tom era davvero spaziosa, dal tronde aveva preso una suite.
    Si mise a sedere su una sedia, si guardava intorno come se si sentisse osservata, era spaesata. Forse aveva solo timore che Gustav l’avrebbe vista lì e avrebbe pensato che già si fosse dimenticata tutto e si sarebbe consolata con Tom.
    Mandò a puttane tutto, era lui che aveva sbagliato, lei le aveva dato troppa fiducia, ovunque fosse andato si sarebbe sempre fidata di lui, ma ora non più. L’aveva tradita nel profondo dell’anima. Sentiva dei colpi al cuore.
    Perché lo aveva fatto? Non l’amava abbastanza? Forse non lo soddisfaceva sessualmente?
    Delle volte si fanno cose senza ragionare, si fanno solo perché siamo presi dalla ragione e il cuore non ci dà più impulsi che ci faccino riflettere su ciò che sta per accadere. Ci rendiamo conto solo dopo che è accaduto,che ormai il danno è fatto. Pensiamo che fosse stato meglio stare più attenti, pensiamo di essere stati stupidi e ci promettiamo che quello sarebbe stato il nostro primo e ultimo sbaglio.
    Gustav se lo promise, decise che non avrebbe detto niente alla ragazza per non farla soffrire, ma la pugnalata al cuore arrivò lo stesso. Scoprì il tradimento attraverso un messaggio, strano non è vero? Cerchiamo di pianificare tutto , di lasciare nascosto alla persona che si ama il nostro passato, i nostri sbagli,ma nel momento in cui la nostra strategia sembra quasi riuscita, ecco che cominciano ad insorgere problemi.
    Arrivò Tom con il carrello delle ordinazioni.
    -Ehi
    Bastò un tocco sulla spalla che Johanna tornò alla realtà.
    Si voltò accennando un sorriso-Cosa mi hai portato? – cercò di fare l’interessata.
    -Pasta con funghi- disse aprendo il grande coperchio,a posta per tenere caldo il pranzo- Mhh che buon odore- prese con la grande forchetta e servì la ragazza.
    Ne assaggiò un po’ – E’ davvero buonissima.
    -Allora sarà meglio che cominci a mangiare anche io sennò finirai tutto- le si mise a sedere di fronte cominciando anche egli a gustare la pietanza così buona.
    -Idiota- scosse il capo arrotolando gli spaghetti nella sua forchetta.
    -Ridicola- fece una pernacchia dandole un calcio da sotto il tavolo.

    **
    Nel frattempo Gustav era comodo nella sua poltrona che fumava una delle sigarette che gli lasciava Bill alla fine di un pacchetto. Non era abituato a farlo ,ma nei momenti di stress e di tensione cercava sempre di alleviare ogni cosa fumando.
    Fissava imperterrito,ormai da ore, la veduta di Monaco dalla finestra spalancata. Riusciva solo a pensare a come fosse strana la vita,come ti potesse privare di tutto ciò che, fino a poco tempo prima, amavi. Johanna lo aveva davvero cambiato, ora, era sorridente,giocoso,allegro. Potevano sostenersi a vicenda e darsi forza. Un giorno però arrivò lei,Sheila, si intromise di nuovo nella vita del ragazzo. Era l’opposto di Johanna. Amava sfruttare le persone,odiava l’amore, i sentimenti e tutto ciò che fa parte di una relazione stabile. Lei amava il sesso,il sesso violento, era la padrona di una vita sregolata comprendente droga, fumo e alcol.
    -Sono stato davvero un coglione- queste erano le uniche parole che sapeva ripetere. Le uniche parole che riusciva a pensare,non avrebbe voluto che tutto quell’impiccio accadesse, lui non voleva, era stato sempre fedele alle sue ragazze.
    Lui non le avrebbe tradite neanche con il pensiero.-non doveva succede proprio ora- si portò una mano dietro il collo e lo tirò indietro per stiracchiarsi.
    Un certo bussare alla porta, lo fece alzare di scatto, sai come è, la speranza è l’ultima a morire. Magari era Johanna che si era resa conto che senza di lui non ce l’avrebbe fatta ad andare avanti.
    Corse alla porta ansioso di sapere chi ci fosse dietro, l’aprì velocemente quasi facendola sbattere alla parete. I suoi occhi si chiusero per un poco e poi si riaprirono, non era lei.
    -Ciao- alzò la mano facendola subito ricadere, gli occhi stanchi,fissavano il pavimento.
    -Che succede?- disse Bill entrando
    -Niente- pronunciò quella parola malinconicamente ,piena di mille significati e si diresse nella stanza per poi fare ricadere il suo corpo sul letto.
    Bill si mise a sedere sulla poltrona e continuava a fissare quel ragazzo, sorpreso dal suo comportamento.
    Vedeva quel corpo,lì,su quel letto che sembrava morto,il viso inespressivo,l’unica cosa che il vocalist recepiva era il fatto che Gustav non stava bene,non lo aveva mai visto così. Così si sentì di intervenire anche se la miglior cosa in questi casi è lasciare le persone sole,ma lui aveva capito ciò che stesse pensando e per chi stesse così.
    -E’ per Johanna,vero?
    Il ragazzo non rispose,si limitò a girarsi nella parte opposta.
    - Dai Gustav, parliamone
    -Cosa vuoi che ti dica?Sono stato un coglione,ho sbagliato e lei ormai se ne è andata.
    -Ma cosa le avrai fatto di tanto grave per ridurla in quel modo?
    -Bill l’ho tradita – si alzò e raggiunse l’amico, gli si sedette accanto.
    - Gustav questo non se lo meritava proprio, cazzo dovevi guardare in che condizioni era prima. Lei ti ha dato tutto il suo cuore, non ho mai visto o per lo meno mai conosciuto una ragazza della sua età che avesse dei veri sentimenti, aveva preso la situazione sul serio e tu cosa fai? La tradisci? Per quale motivo lo hai fatto?- disse incuriosito con un pizzico di acidità, gesticolando con le mani per esprimersi meglio.
    -Io non la volevo tradire, era l’ultima cosa che volevo,ma ci sono cascato! Cosa devo farci Bill? Non posso tornare più indietro- rispose e diede un pugno alla poltrona. Fu un pugno pieno di amarezza, di vuoto, di pentimento.
    -Prova a parlarci Gustav, è l’unica soluzione. Purtroppo questa volta l’hai fatta davvero grossa quindi se non ti dovesse perdonare, devi rassegnarti e dovrai scordarla.
    -Ci proverò, ma sono sicuro che non andrà bene. Grazie comunque- incrociò i suoi occhi e fece un sorriso, per poi tornare a guardare il pavimento.
    - Vedrai che passerà tutto- gli diede una pacca di conforto sulla spalla.
    Due forti colpi si sentirono alla porta, facendo alzare Bill dallo spavento,essendo sovrappensiero.
    Si precipitò alla porta e l’aprì senza chiedere chi fosse.
    -Ah sei tu
    -Dove eravate finiti? E’ da un ora che vi cerco- disse Georg entrando nella stanza.
    -Dov’è quel pezzo di un batterista? – chiese scherzando, entrando nella camera-Dai Gu datti una mossa che ho fame- disse scocciato.
    Bill prese il colletto della maglia Georg facendolo girare.
    -Cazzo fai imbecille?
    Il vocalist non rispose, seppe mettere solo il dito sul naso,facendo intendere di starsi zitto.
    - Ti farò portare il pranzo in camera- disse il moro uscendo dalla stanza con il bassista.
    - Si, grazie- accennò un sorriso.
    Non aveva la forza di parlare, non aveva la forza di fare niente. Voleva solo meditare su cosa fosse accaduto, su come potesse rimediare, come potesse farsi perdonare da Johanna, le possibilità erano poche ma lui voleva provarci.
    Come si dice? La speranza è l’ultima a morire, no?
     
    Top
    .
48 replies since 2/7/2010, 11:05   1186 views
  Share  
.