Let Me Love You

There's a fine line between love and hate

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  1. barby's
     
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    "nuova lettrice" :D ...
    Questa è la terza Het che leggo, quindi è un pò strano per me leggere un racconto corale su tutti i Tokio, ma dopo i primi capitoli non ho piu' avuto difficoltà ad entrare nella storia ed a perdermici dentro. Dall'inizio poi, sei migliorata molto nella forma e questo aiuta. Mi piace come curi certi particolari, come ti soffermi nelle decrizioni ambientali e come lentamente ci stai facendo entrare nel racconto, c'è anche la giusta dose di tensione che ti tiene legata alla storia ... e poi per la prima volta c'è un Gustav "quasi protagonista" cosa che non mi era mai capitato di leggere. Sono molto attratta dal personaggio di Lauren e sto cercando di capire cosa si nasconda nel suo cuore. E' una persona che porta dentro un grande dolore, qualcosa che probabilmente ha a che fare con il padre ed i Tokio, sembra quasi che lei si senta in colpa e che si stia punendo ... solo un'animo sensibile riuscirà a farla aprire, a farla uscire dal suo guscio di dolore ed a restituirle il sorriso e la voglia di vivere ...
    adesso posta presto

    Edited by barby's - 16/12/2010, 20:56
     
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  2. Phantom Rose
     
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    CITAZIONE (barby's @ 16/12/2010, 19:57) 
    "nuova lettrice" :D ...

    Ba! Che onore averti qui! Sono molto contenta che alla fine tu abbia deciso di addentrarti nella lettura di questa storia. Mi hai reso felice!

    CITAZIONE (barby's @ 16/12/2010, 19:57) 
    Questa è la terza Het che leggo, quindi è un pò strano per me leggere un racconto corale su tutti i Tokio, ma dopo i primi capitoli non ho piu' avuto difficoltà ad entrare nella storia ed a perdermici dentro. Dall'inizio poi, sei migliorata molto nella forma e questo aiuta. Mi piace come curi certi particolari, come ti soffermi nelle decrizioni ambientali e come lentamente ci stai facendo entrare nel racconto, c'è anche la giusta dose di tensione che ti tiene legata alla storia ...

    Grazie dei complimenti....sei troppo buona!

    CITAZIONE (barby's @ 16/12/2010, 19:57) 
    e poi per la prima volta c'è un Gustav "quasi protagonista" cosa che non mi era mai capitato di leggere.

    In effetti sì, mi sembrava un modo originale per scrivere la storia e per introdurre i vari personaggi. Comunque se continuerai a leggere ci sarà più spazio per tutti.

    CITAZIONE (barby's @ 16/12/2010, 19:57) 
    "Sono molto attratta dal personaggio di Lauren e sto cercando di capire cosa si nasconda nel suo cuore. E' una persona che porta dentro un grande dolore, qualcosa che probabilmente ha a che fare con il padre ed i Tokio, sembra quasi che lei si senta in colpa e che si stia punendo ... solo un'animo sensibile riuscirà a farla aprire, a farla uscire dal suo guscio di dolore ed a restituirle il sorriso e la voglia di vivere ...

    Ba te l'ho già detto....io e te viaggiamo nella stessa lunghezza d'onda. Non cambierei una sola parola di quello che hai scritto. E hai ragione nel dire che Lauren si sente in colpa e si sta punendo per la morte del padre. Il perchè lo scoprirai a tempo debito. Esattamente come scoprirai cosa c'entrano i Tokio in tutta questa faccenda. Perchè non è finita qui. Io credo che tu riuscirai a capire molto bene Lauren, i suoi pensieri, il suo carattere, il suo animo....il perchè già lo sai.

    CITAZIONE (barby's @ 16/12/2010, 19:57) 
    adesso posta presto

    Cercherò di postare il più presto possibile, te lo prometto .

    Mi hai quasi commossa col tuo commento :nghè:. Tu riesci ad entrarmi nella testa e nel cuore come mai nessun altro. E il bello è che io te lo lascio fare. Perchè ti voglio bene e mi fido di te. Mi farei anche psicanalizzare da te . Stupidaggini a parte....ho una gran voglia di abbracciarti e spero che ciò possa succedere presto. Ti stritolo forte tesoro!
    E ancora grazie di cuore!
     
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  3. Phantom Rose
     
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    Ciao a tutte! Sono riuscita a terminare il nuovo capitolo giusto per Natale, una specie di "regalo" per chi legge e segue la fiction. Spero tanto che il nuovo capitolo vi piaccia. E spero che qualcuno commenti. Grazie a tutte. Buona lettura!

    P.S. Ba te l'avevo promesso....ed eccolo qui. Spero che ti piaccia. E soprattutto grazie.

    Capitolo 15

    Bill si stava annoiando da morire, continuava a fare zapping tra i vari canali ma quella sera alla tv non davano niente che gli interessasse.
    Tom e Georg erano usciti con David. Lui aveva declinato l’invito perché doveva finire di preparare le valigie, ma ormai anche quelle erano pronte. Poteva chiamarli e raggiungerli, ma sicuramente a quell’ora erano già ubriachi e lui non aveva voglia di passare il resto della serata a vedere suo fratello e il bassista fare gli idioti. E a dirla tutta non aveva nemmeno molta voglia di uscire.
    Spense la tv sbuffando sonoramente, si alzò dal divano dirigendosi verso la sua stanza, ma si bloccò davanti alla porta di Gustav e bussò.
    -Entra pure Bill, è aperto-
    Bill aprì appena la porta, facendo capolino nella stanza con la testa.
    -Posso?-
    -Certo- disse Gustav sorridendo.
    Bill entrò nella stanza ed andò a sedersi sul letto, vicino al batterista.
    -Hai finito di preparare le valigie?-
    -Sì- disse Bill annuendo con la testa –Tu cosa stai facendo?-
    -Niente di particolare-
    L’attenzione del vocalist venne catturata da una specie di libretto che Gustav teneva tra le mani.
    -Che cos’hai lì?- chiese incuriosito.
    -Questo? Ma niente, sono solo delle foto-
    -Tue e di Lexie?-
    -Di Lexie, sì-
    -Me le fai vedere?- chiese Bill speranzoso.
    -Non posso, le ho promesso che non le avrei fatte vedere a nessuno-
    -Ti prego- disse il moretto sporgendo appena il labbro inferiore.
    -Bill, non posso, veramente-
    -Ma io mi annoio!-
    -E credi che guardando delle foto la noia sparisca?-
    -Almeno faccio qualcosa per qualche minuto. Dai Gus, non lo dirò a nessuno, promesso-
    -No Bill, mi dispiace-
    Bill sbuffò incrociando le braccia al petto.
    -Se ti annoi tanto possiamo uscire-
    -Non ho voglia di uscire-
    -Allora andiamo a guardare la tv-
    -Non trasmettono niente- rispose il moretto serio.
    -E allora cosa vuoi fare?-
    -Voglio guardare le foto! Dai, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego!- disse Bill unendo le mani come in preghiera ed assumendo un’espressione il più convincente possibile.
    Gustav alzò gli occhi al cielo sospirando.
    -Bill ti ho detto che non posso-
    -Cattivo!- disse il moretto facendo il finto offeso.
    -Se Lexie mi darà il permesso, te le farò vedere, ok?-
    -Me lo prometti?-
    -Sì, te lo prometto-
    -Che bello!- esclamò Bill sorridendo felice e battendo le mani.
    Gustav lo osservava divertito: certe volte sembrava davvero un bambino!
    -Però io mi annoio lo stesso!- disse il moretto imbronciandosi appena.
    -Dimmi tu cosa vuoi fare-
    Bill fece finta di pensarci su –Parliamo-
    -Ok- disse Gustav –Di cosa vuoi parlare?-
    -Mmhh….te lo dico solo se non pensi male-
    -O-Ok- disse il biondino perplesso.
    -Voglio parlare di Lexie- disse il moretto.
    Gustav rimase interdetto per qualche secondo –Beh, è una richiesta un po’ strana però….va bene. Hai qualche domanda in particolare?-
    -Qual’è stata la prima cosa di Lexie che ti ha colpito?-
    -I suoi occhi verde smeraldo. Sono stati la prima cosa che ho notato e mi sono piaciuti subito. Poi conoscendola ho imparato che oltre ad essere sexy, ed oltre ad avere due occhi meravigliosi, è una ragazza estroversa e intelligente-
    -E quando ti sei accorto di essere innamorato di lei?-
    -Quasi subito. Dalla sera in cui l’ho conosciuta non ho fatto altro che pensare a lei. E mi davo dell’idiota per averle dato solo il mio numero e non averle chiesto il suo-
    Bill sorrise divertito –Allora non eri così sicuro di aver fatto colpo su di lei!?-
    -A dire il vero no. Infatti per me è stata una vera sorpresa quando mi ha chiamato per uscire insieme-
    -Ah già, mi hai raccontato del vostro primo appuntamento-
    Gustav sorrise intenerito –Mi ha cambiato la vita. Ora come ora non riuscirei ad immaginarmi senza di lei!-
    Bill sospirò –Che cosa romantica- disse con una leggera punta di invidia.
    -Beh non pensare che tra noi fili sempre tutto liscio, eh. Capita anche a noi di bisticciare qualche volta-
    -Come si dice, l’amore non è bello se non è litigarello. Ma l’importante è che alla fine si aggiusti tutto- disse saggiamente il moretto.
    -Sì, hai ragione. Lexie è una ragazza d’oro. Anche se a volte si comporta come i bambini, soprattutto quando c’è di mezzo Lauren!-
    Bill rimase immobile per qualche attimo: perché diavolo quella ragazza doveva perseguitarlo in quel modo?
    Non faceva in tempo a dimenticarsi di lei che subito qualcuno la nominava.
    -Bill, tutto bene?-
    -Sì sì. Stavo solo pensando….che c’entra Lauren?-
    -Ecco, Lexie è figlia unica. Lei e Lauren sono praticamente cresciute insieme e quindi Lexie la considera come la sorella che non ha mai avuto. E’ parecchio gelosa di lei, guai a chi la tocca o la tratta male-
    -Dici sul serio?- disse il moretto parecchio stupito.
    -Sì, è la pura verità. Anche se….anch’io al suo posto sarei un po’ possessivo e protettivo nei confronti del mio migliore amico. Soprattutto dopo tutto quello che hanno passato insieme. E che continuano a passare.-
    -E c’è un motivo particolare per tutto questo attaccamento?-
    -Beh, diciamo che per dare il giusto significato alla loro amicizia bisogna prima di tutto conoscerle come persone. Il passo successivo è conoscere le loro vite, soprattutto alcuni episodi-
    -Tipo?- chiese ingenuamente il moretto.
    Gustav guardò Bill in modo serio –Sono situazioni un po’ particolari, non credo sia il caso di parlarne-
    -Cosa mai ci sarà di così misterioso!- disse il moretto sbuffando appena.
    -Bill, vuoi un resoconto dettagliato delle loro vite?-
    -Ti risparmio una fatica, di Lauren non me ne frega niente!- disse Bill scaldandosi appena.
    Gustav lo guardò perplesso e alquanto sorpreso dalla sua reazione ma non poteva dargli torto, lei era stata piuttosto fredda nei confronti dei gemelli e di Georg.
    -Senti Bill, come te lo devo dire che Lauren non è affatto la persona che avete conosciuto?-
    -Ti ostini a dirmelo ogni volta- disse il moretto arrabbiandosi –Allora mi spieghi perché si comporta così?-
    -Senti Bill- disse il batterista cercando di calmarlo –Se vuoi che parliamo di Lexie mi va bene. Mi può andare bene anche se vuoi parlare di Lauren, ma di una parte della sua vita non ne voglio proprio parlare-
    Calò un silenzio pesante tra i due.
    -Vuoi sapere come ho conosciuto Lauren?- chiese d’un tratto il biondino.
    Bill fece spallucce, l’espressione del viso imbronciata.
    -Forse ti farà ridere….comunque….è successo qualche giorno dopo aver conosciuto Lexie. Ero andato in centro e mentre uscivo da un negozio l’ho incrociata e mi sono fermato per salutarla e fare due chiacchiere. Mi sono accorto di Lauren solo quando me l’ha presentata-
    Bill sbuffò una risata –Che figura! Eri già così cotto?-
    -Ehm….sì- disse Gustav grattandosi il capo imbarazzato.
    Bill scoppiò a ridere –Avrei tanto voluto vedere la tua faccia in quel momento!-
    -Ho fatto veramente una figuraccia, con tutte e due. Ancora oggi Lexie mi prende in giro dicendomi che ero già follemente innamorato- disse Gustav arrossendo appena.
    Bill rise divertito –Gustav sei un campione….di figuracce!-
    -Grazie, bell’amico che sei!- disse il biondino mentre colpiva la spalla del moro con un leggero pugno.
    -E poi?- chiese il vocalist incuriosito.
    -Beh, quando poi mi sono messo con Lexie ho iniziato a conoscere meglio i suoi amici, compresa Lauren-
    -Sei mai uscito con loro?-
    -Oh sì, diverse volte. Mi sono sempre divertito come un matto. Quindi….se ti dovesse capitare l’occasione, ti consiglio di uscirci-
    -Lo terrò a mente. Però devo ancora conoscere un componente della….come si chiama….ah sì, della crew-
    Sopra la testa di Gustav comparve un enorme punto interrogativo –E chi ti mancherebbe? Li hai conosciuti tutti alla festa di compleanno di Lexie!-
    -No no- disse il moretto scuotendo la testa –Mi manca quella LC di cui avete parlato tu e Lexie-
    Gustav scoppiò a ridere –Ti assicuro che la conosci-
    Bill sospirò e guardò il soffitto –Sei più ottuso di Georg quando ti ci metti!-
    -No, è che ho ragione. LC non è altro che Lauren-
    Bill aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse subito dopo.
    Di nuovo lei. Era una persecuzione.
    -Quindi chi è l’ottuso?- chiese Gustav sorridendo soddisfatto.
    -E non potevate dirlo subito? Chiamarla col suo nome?-
    Gustav scosse la testa, ma perché bisognava spiegargli le cose come coi bambini?
    -Devi sapere che all’interno della crew tutti hanno un soprannome, e nell’ambiente della breakdance sono conosciuti con quello-
    -E che razza di soprannome è LC?- chiese il moretto un po’ stizzito.
    -Non sono altro che le iniziali del suo nome: Lauren Cipriani-
    -Lauren che?-
    -Cipriani. Suo padre era italiano-
    -Ah- disse Bill piuttosto sorpreso.
    -Dai Bill, so che muori dalla curiosità di sapere qualcosa di più su di lei-
    Bill si mise a ridere. O almeno ci stava provando, perché anche uno stupido avrebbe capito quanto era falsa la sua risata.
    -Non me ne frega niente di quella lì, come te lo devo dire?- disse il moretto alzandosi dal letto –E ora scusami, ho da fare-
    -Ma se fino a qualche minuto fa non avevi voglia di fare una mazza e ti annoiavi a morte- lo rimbeccò il batterista.
    -Beh….improvviserò- disse Bill ancor più stizzito uscendo poi dalla stanza con passo sicuro.
    -Boh! Chi lo capisce è bravo- disse tra sé il biondino, riprendendo a sfogliare l’album delle foto.

    Bill percorse tutto il corridoio a passo di carica ed entrò nella sua stanza alla velocità della luce. Una volta richiusa la porta, vi si appoggiò con le spalle e sospirò. Chissà che idea si era fatto Gustav della sua reazione. Che poi….perchè aveva reagito così?
    In realtà moriva dalla voglia di sapere qualcosa di più di quella ragazza ma allo stesso tempo non voleva che nessuno si facesse strane idee sul suo interessamento. E non voleva nemmeno avere a che fare con lei.
    Però già quella sera aveva scoperto qualcosa: era per metà italiana, conosceva il suo cognome e aveva scoperto che la “ballerina” eccezionale di cui parlavano Lexie e Gustav era lei. E da come ne parlava il batterista non doveva essere nemmeno così male come persona. Per quella sera poteva ritenersi soddisfatto.
    Un debole sospiro sfuggì da quelle labbra perfette.
    Staccò le spalle dalla porta e si diresse con passo stanco verso la finestra, soffermandosi ad osservare il paesaggio circostante.
    Nonostante fosse notte inoltrata le luci della città illuminavano il cielo quasi come se fosse giorno.
    In quel momento ebbe un flash che lo riportò indietro al giorno della loro partenza. C’era un’altra cosa che conosceva di lei: aveva vissuto quasi tre anni lì, in quella città. Chissà qual’era il motivo che l’aveva portata a Los Angeles per tutto quel tempo.
    Lavoro? Era un po’ giovane.
    Studio? Era probabile.
    Amore? Poteva essere un altro valido motivo. Se era andata in America per amore significava che era una storia finita, altrimenti non sarebbe tornata in Germania.
    Si sentì sollevato a quel pensiero, ma avvertì una leggerissima fitta allo stomaco quando si ricordò che lei stava con Ryan. Inoltre quei due dovevano volersi proprio bene. E Ryan doveva voler bene anche al futuro suocero, visto il suo coinvolgimento emotivo al funerale dell’uomo.
    Sbuffò arrabbiato con sé stesso.
    Perché non riusciva a distogliere i suoi pensieri da lei?
    Si allontanò dalla finestra avvicinandosi al letto, dove si lasciò cadere a peso morto. Incrociò le braccia, poggiandoci sopra la testa e fissò il soffitto.
    L’indomani sarebbero tornati ad Amburgo e l’avrebbe rivista. Ed era tutta colpa di Tom, era stato lui ad organizzare tutto. Aveva chiamato Ryan chiedendogli ospitalità per sé, per il fratello e per Georg. E il ragazzo aveva accettato.
    Forse, con un po’ di fortuna, sarebbe riuscito a parlarle.
    Al diavolo! A lui non interessava conoscerla meglio, anzi. Più le stava lontano meglio era. Non voleva avere niente a che fare con lei, l’aveva trattato male, l’aveva offeso e deriso. Poteva ricavare le informazioni che gli servivano dalle persone che la circondavano. E poi gliele avrebbe rivoltate contro. Era arrivata l’ora di agire. Decise che da quel momento l’avrebbe ricambiata con la stessa moneta. La sete di vendetta che gli scorreva nelle vene sarebbe stata soddisfatta.

    *

    La mattina seguente la sveglia squillò presto, strappandoli da un sonno profondo.
    Gustav aprì gli occhi e un sorriso illuminò il suo viso: finalmente avrebbe rivisto Lexie.
    Si liberò delle coperte, si mise seduto sul letto poggiando i piedi sul pavimento freddo. Sollevò le braccia verso l’alto stiracchiandosi appena. Dopo aver fatto la doccia, cominciò a vestirsi. Sentì bussare alla porta.
    -Avanti è aperto-
    Tom entrò nella stanza richiudendosi la porta alle spalle e salutando il batterista con un cenno del capo.
    -Ciao Tom. Qual buon vento?-
    -E’ successo qualcosa a Bill ieri sera?-
    -Che io sappia, no. Perché?-
    -E’ parecchio scorbutico stamattina. Più del solito. E’ inavvicinabile!-
    -Avrà dormito male-
    -Naaaa!-
    -Sarà arrabbiato perché non ha potuto poltrire a letto fino alle quattro del pomeriggio- disse il biondino alzando le spalle.
    -Io credo ci sia dell’altro- disse il rasta pensieroso.
    -Ma, scusa….hai provato a chiederlo a lui?-
    -Ci ho provato, ma mi ha mandato al diavolo. Forse è arrabbiato con me- disse sconsolato Tom.
    -Può darsi. Gli hai fatto o detto qualcosa che lui non ha gradito?-
    -No!- esclamò il rasta con la faccia scandalizzata –Questa volta non è colpa mia, te lo posso assicurare!-
    -Tom mi dispiace, non so cosa dirti. Ieri sera stava benissimo. Non ho la minima idea di quale sia la causa che ha cambiato il suo umore-
    -Va bene, grazie lo stesso. Ci vediamo dopo- disse Tom uscendo dalla stanza.
    Gustav, rimasto solo, finì di vestirsi e raggiunse gli altri in cucina.
    L’atmosfera che aleggiava in quella stanza era piuttosto serena, chiaro segno che tutti desideravano tornare a casa. Lo sguardo del batterista si spostò sul volto del vocalist, seduto in un angolo. Indossava un enorme paio di occhiali neri e sorseggiava tranquillamente una tazza di caffè fumante. Gustav fu costretto a dare ragione a Tom: Bill era parecchio arrabbiato e il suo broncio ne era la prova lampante. Chissà cosa gli stava passando per la testa. Per un attimo Gustav ebbe un’illuminazione, forse aveva capito cosa aveva provocato il muso del moretto. Fece spallucce e prese posto vicino a Georg. Decise di non dare peso al malumore del vocalist. Mancavano poche ore e sarebbe stato nuovamente a casa.

    *

    L’aereo atterrò ad Amburgo in perfetto orario.
    Dopo aver recuperato i bagagli i ragazzi salutarono David, che non mancò di dare loro tutte le raccomandazioni del caso. Finita la paternale, salirono in macchina diretti a casa di Ryan.
    L’incubo di Bill si stava materializzando. In quel momento stava facendo degli sforzi enormi per rimanere calmo, ma dentro di sé sentiva l’ansia crescere a mano a mano che l’auto avanzava.
    Una volta giunti di fronte al cancello della villa, Bill si rese conto che ormai non c’era più via di scampo. Doveva riuscire a sopravvivere solo qualche giorno, poi sarebbero tornati a Los Angeles.
    Vide Gustav scendere dalla macchina e suonare il campanello.
    Il grande cancello si aprì e Bill vide l’entrata dell’inferno farsi sempre più vicina. Arrivati di fronte al porticato della facciata anteriore della villa, videro Ryan lì fuori ad aspettarli.
    Dopo un rapido saluto entrarono tutti in casa.
    -Cavolo, è davvero magnifica questa casa!- esclamò Georg guardandosi in giro con aria meravigliata.
    -Ti ringrazio- disse Ryan sorridendo.
    -Se un giorno decidessi di venderla, fammi un fischio- disse Tom.
    -Sarà difficile ma lo terrò a mente- disse Ryan.
    -Tesoro sei arrivato finalmente!-
    Gustav ebbe appena il tempo di voltarsi, prima di vedere Lexie correre giù dalle scale e lanciarglisi addosso.
    -Ciao tesoro. Mi sei mancata-
    -Anche tu- disse la ragazza posandogli un lieve bacio sulle labbra.
    -L’unica pecca di questo soggiorno sono questi due!- esclamò Tom indicando i ragazzi e facendo ridere Georg e Ryan.
    Lexie, dopo essere rimasta attaccata a Gustav per quasi dieci minuti, salutò e abbracciò tutti, notando subito l’espressione contrariata di Bill.
    -Lauren non è ancora tornata?- chiese ad un tratto Ryan rivolto alla ragazza.
    -No, ma penso che sarà qui tra poco- rispose la ragazza sorridendo.
    -Figuriamoci se al nostro arrivo quella si faceva trovare a casa!- disse Bill parlando a sé stesso.
    Lexie e Gustav, che però l’avevano sentito, si girarono a guardarlo.
    -Che cosa volevi, un comitato di benvenuto?- chiese ironico il biondino.
    -No. Mi bastava un po’ di educazione. Le costava tanto aspettare il nostro arrivo?- disse il moretto alquanto offeso.
    L’espressione sul viso di Lexie si fece seria.
    -Con questi presupposti è meglio se le stai alla larga- disse rivolta al moretto mentre lo inceneriva con lo sguardo.
    -Non ti preoccupare. Mi terrò a debita distanza da quella!-
    Lexie gli voltò le spalle, salì le scale ed andò a chiudersi in camera.
    -Sarete stanchi. Venite, vi mostro le vostre camere- disse Ryan al gruppetto, accompagnandoli al piano superiore e mostrando loro le stanze.

    Gustav raggiunse Lexie, che continuava a camminare avanti e indietro per la stanza.
    -Si può sapere che gli prende a quello?- tuonò la ragazza non appena il ragazzo mise piede nella stanza.
    -Non lo so, è da stamattina che è così irascibile!-
    -Gli conviene stare attento a come si comporta con lei. Un passo falso e farò finta che non sia il vocalist dei Tokio Hotel!-
    -Lexie, tesoro, cerca di calmarti-
    -Io sono calma!- disse la ragazza puntando lo sguardo in quello del ragazzo –E so benissimo che lei non è stata uno stinco di santo con loro, ma Bill non può e non deve rovinare tutto proprio adesso!-
    -A cosa ti riferisci?- chiese il biondino andando a sedersi sul letto.
    -Al fatto che sta tornando tutto come prima-
    -Dici sul serio?- chiese il ragazzo meravigliato e un po’ incredulo.
    -Sì, dico sul serio- rispose Lexie andando a sedersi vicino al ragazzo –Ricordi che ti avevo raccontato di quel litigio che avevo avuto con lei quella sera?-
    -Certo che me lo ricordo. Eri disperata!-
    -Beh, dopo quell’episodio le cose tra di noi hanno cominciato a migliorare ed è tornato tutto come prima. E anche il resto della sua vita sta tornando alla normalità-
    -Bene, mi fa piacere- disse il ragazzo sorridendo –Quindi la fase critica è passata?-
    -Al 90% sì. Sai, ogni tanto ha ancora delle giornate in cui è triste, però….-
    -Dalle ancora un po’ di tempo. In fin dei conti sono passati solo pochi mesi. Si deve ancora abituare-
    -Io credo che sia una cosa alla quale non ci si abitua mai- disse Lexie sorridendo tristemente.
    -Già, hai ragione. Ma ha un sacco di persone intorno che le vogliono bene. Ci sei tu e c’è Ryan-
    -Ma questo lei lo sa. Penso che avesse bisogno di tempo per mettere ordine. Anch’io al suo posto mi sarei comportata così, forse anche peggio-
    -Il più è passato. Sono felice di sapere che sta meglio. Anche perché significa che sei più tranquilla anche tu-
    -Sì, è vero- disse la ragazza sorridendo –Vederla di nuovo sorridere mi riempie il cuore di gioia. Ora sei tornato anche tu….adesso posso dire di essere veramente felice-
    Gustav sorrise intenerito alle parole della ragazza.
    -Lo sai che mi fermerò solo per qualche giorno, vero?-
    -Lo so- disse Lexie imbronciandosi appena –Ma piuttosto che stare mesi senza vederti mi accontento di poco-
    Gustav l’abbracciò, stringendola dolcemente. Chiuse gli occhi, inspirando a pieni polmoni il profumo della ragazza. Aveva sentito molto la sua mancanza e ora che era lì con lei, aveva paura di svegliarsi e di accorgersi che era stato un sogno.
    Le accarezzò piano i capelli, facendoli scivolare tra le dita.
    -Non hai idea di quante volte abbia guardato le foto che mi hai dato- disse d’un tratto il biondino.
    -Veramente?- chiese Lexie divertita.
    -Sì. Lo sai che non riesco a dormire senza vedere il tuo viso angelico….così ogni sera, prima di addormentarmi, sfogliavo l’album. E ti sentivo più vicina-
    Lexie gli posò un bacio su una guancia.
    -Io molte volte ho dormito con Lauren- disse la ragazza un po’ imbarazzata –So che non è la stessa cosa guardare te mentre dormi e guardare lei però-
    -Anche perché lei è molto più carina di me- la interruppe il batterista.
    -Scemo, non mi riferivo a quello!- disse la ragazza colpendolo ad un braccio.
    -Stavo scherzando- disse Gustav accarezzandole una guancia.
    -E’ che con lei vicino mi sentivo meno sola-
    -Questa lontananza ha fatto bene a tutti e due-
    -Sembri convinto- disse la ragazza guardandolo con sguardo indagatore.
    -Sì. A te ha permesso di sistemare le cose con Lauren. A me ha fatto capire quanto io ci tenga a te e quanto ti amo-
    Gli occhi di Lexie luccicarono appena, ma non voleva piangere, anche se sarebbero state lacrime di gioia. Le venne spontaneo sorridere.
    Prese il viso di Gustav tra le mani e lo guardò dritto negli occhi.
    -Anch’io ti amo!- gli disse prima di baciarlo con tutto l’amore che aveva nel cuore.

    *

    Quando Lauren rientrò quel pomeriggio, trovò Lexie in salotto seduta sul divano, intenta a disegnare.
    -Stai facendo i compiti?-
    -Sì- disse Lexie sorridendo all’amica.
    -Che brava. Poi lo voglio vedere-
    In quel momento il cellulare della ragazza iniziò a squillare. Lauren rispose e si avvicinò alla vetrata appoggiandovisi con una spalla. Intenta com’era a parlare, non si era accorta che Tom e Bill, fermi sulla porta, la stavano guardando insistentemente, quasi volessero studiarla.
    Criniera fluente, nera, corvina, lucente, a incorniciare un volto da cortigiana vergine con tanto di cilicio settecentesco. Zigomi alti. Gli occhi, un’esplosione di azzurro. Labbra voluttuose, sensuali, piene, di quelle che rendono afoso e torrido qualsiasi clima. Gonna attillata D&G crème, cardigan bianco latte. Gambe snelle, ondeggianti su 12 cm di vertiginosi tacchi di Jimmy Choo religiosamente rosso ciliegia.
    Tom si leccò il piercing, sorridendo malizioso. Bill, invece, fece dietrofront, salì le scale e andò a chiudersi in camera.
    Una volta terminata la telefonata, Lauren si avvicinò all’amica.
    -Voglio quelle scarpe! Me le regali?- chiese Lexie speranzosa.
    Lauren sorrise.
    -Se vuoi te ne regalo un paio identiche a queste- disse sedendosi sul divano –Posso vederlo?- chiese indicando l’album da disegno che Lexie teneva in mano.
    Lexie glielo passò e si mise a fissarla.
    -E’ molto bello- disse Lauren dopo aver dato una prima occhiata al modello di vestito disegnato.
    -Sai che sei doppiamente fortunata?-
    -Perché?- chiese Lauren mentre osservava attentamente il modellino.
    -Perché non sono un ragazzo e non sono nemmeno lesbica. Altrimenti ti sarei già saltata addosso!-
    Lauren la guardò con un’espressione alquanto sorpresa.
    -Non fare quella faccia!- disse Lexie –E’ colpa tua se dico certe cose!-
    -Colpa mia? Questa me la devo proprio segnare- disse Lauren, un’espressione incredula sul volto.
    -Sì, colpa tua. Ogni giorno che passa diventi sempre più bella!-
    -Mi spiace intromettermi ma ha ragione Lexie- disse Tom, staccandosi dallo stipite della porta ed entrando in salotto.
    -Da quanto sei lì?- chiese Lexie minacciosa.
    -Abbastanza da aver sentito quello che le hai detto. Ma stai tranquilla, non dirò niente a Gustav- disse il rasta sorridendo furbetto –Beh, non mi saluti?- chiese rivolto a Lauren.
    -Ciao- rispose la mora piuttosto imbarazzata.
    Tom scosse la testa –E lo chiami saluto questo?- le chiese prima di afferrarle le mani e farla alzare in piedi.
    -Io tolgo il disturbo- disse Lexie alzandosi, ma una volta giunta sulla porta si girò a guardare Lauren, quasi volesse spronarla a parlare col ragazzo. Le sorrise, rassicurandola, e salì al piano superiore.
    Lauren si ritrovò da sola con Tom. Non si sentiva per niente a suo agio, avrebbe tanto voluto fuggire a gambe levate. Ma l’aveva promesso a Lexie, quindi….prima si scusava meglio era.
    -Allora?- disse il ragazzo alzando un sopracciglio –Non mi vuoi proprio salutare?-
    -Senti Tom….c’è una cosa di cui prima dovremmo parlare-
    -Sono qui a tua disposizione-
    -Sediamoci, è meglio-
    Tom si mise comodo sul divano. Lauren si sedette ad una certa distanza, cercando di tirare giù il più possibile la gonna. Si spostò i capelli dietro le orecchie.
    -Che mi devi dire di così importante?- chiese Tom sorridendo malizioso.
    La ragazza incrociò per un attimo lo sguardo del rasta, per poi fissarsi le mani.
    -Ti vergogni?-
    -Non mi vergogno….volevo solo chiederti scusa-
    Tom la guardò interrogativo –Mi chiedi scusa?-
    -Sì. Mi sono resa conto di essermi comportata malissimo e mi dispiace-
    -Ho bisogno di tempo per pensarci- rispose Tom.
    -Sì, certo. Prenditi tutto il tempo che ti serve-
    Lauren si alzò dal divano, ma dopo aver mosso pochi passi, si sentì afferrare per un polso.
    Si girò, fissando il viso sorridente del rasta.
    -Scuse accettate-
    -Grazie- rispose lei, sorridendo timidamente. Tom ricambiò il sorriso, si avvicinò a lei e l’abbracciò.
    Lauren si sentì sollevata, il peso che portava sulle spalle cominciava ad affievolirsi. Ora le mancavano Georg e Bill. Se tutto andava bene entro sera avrebbe chiesto scusa a tutti e tre. Ma avvertiva una strana sensazione alla bocca dello stomaco. C’era una certa ansia che scorreva nelle sue vene. Non sapeva il perché, ma qualcosa le diceva che chiedere scusa al vocalist non sarebbe stato così semplice.




    Continua….
     
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  4. barby's
     
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    CITAZIONE
    Ba te l'avevo promesso....ed eccolo qui. Spero che ti piaccia. E soprattutto grazie

    Grazie te lo dico io per tante ragioni ...a volte l'essere riservati nasconde tante qualità, ma è bello scoprirle lentamente e riuscire ad andare oltre quello scudo protettivo che tutti noi indossiamo per difenderci dal dolore



    CITAZIONE
    In realtà moriva dalla voglia di sapere qualcosa di più di quella ragazza ma allo stesso tempo non voleva che nessuno si facesse strane idee sul suo interessamento. E non voleva nemmeno avere a che fare con lei.
    Però già quella sera aveva scoperto qualcosa: era per metà italiana, conosceva il suo cognome e aveva scoperto che la “ballerina” eccezionale di cui parlavano Lexie e Gustav era lei. E da come ne parlava il batterista non doveva essere nemmeno così male come persona.

    Questo incontro "al vertice" è quel che ci vuole per entrare nel vivo della storia, per cominciare a scoprire meglio Lauren.
    Il suo passato nasconde un grande dolore, qualcosa che l'ha segnata per sempre e che le ha fatto indossare la sua corazza, in piu' il dolore ed il senso di colpa per la morte del padre l'ha resa vulnerabile... ora qualcosa sta cambiando, si è riavvicinata a Lexie. In certe situazioni solo la vicinanza di un amico sincero può davvero aiutarti, perchè ti sa stare al fianco senza giudicare, ti sa ascoltare e sa asciugare le lacrime per poi tornare a ridere un pò alla volta, grazie alla sua presenza
    Bill è confuso perchè si sente attratto da Lauren, ma allo stesso tempo ha paura di essere rifiutato, vede qualcosa al di là dello scudo, ma non sa cosa davvero aspettarsi

    La parte finale è dolcissima, finalmente lei comincia ad interagire con gli altri e chiede scusa per il suo atteggiamento precedente però già sa che con Bill sarà diverso, chiedere scusa a Bill implica comunque uno scontro, perchè Bill non si accontenta per via del suo carattere, vorrà andare oltre, capire, scavare in lei e, non sempre, si è pronti a mostrarsi per come si è

    Edited by barby's - 25/12/2010, 11:53
     
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  5. morgana17_69
     
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    ce l'ho fattaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa......finalmente ho letto tutto quello che mi mancava ..e siccome so rinco e non mi faccio mai mancare nulla ho riletto anche una serie di capitoli che avevo già lettooooooooo(hahahahahahahah) però so giustificata: infatti l'hai scritto tu stessa che hai cambiato qualcosa...e in effetti il capitolo della morte del padre mi piace davvero molto di più! si si mi paice sempre di più questa storia...e sono sempre più curiosa di scoprire quello che succederà...purtroppo i capitoli scritti son già finiti e la cosa non mi paice affatto..huffi...voglio subito il seguitoooo....quasi quasi non leggo più nulla fino alla fine...almeno poi potrò leggere tutto d'un fiato ...ilina e simo lo sanno che per me leggere a capitoli è davvero una lenta agonia!...che dire?ribadisco quello che ti ho detto anche le altre volte: è divertente ed accattivante leggere questa storia...i personaggi sono anche molto ironici ..e spesso io riesco a immaginarli così...così tra di loro...con gli altri anche! mi piace moltissimo il personaggio di lauren e non so per quale strano motivo mi ritrovo in molte cose...soprattutto quando lei è triste e sofferente che "caccia" tutti e vuol star sola..la solitudine la rincuora quasi più di ogni altra cosa...almeno in apparenza, perchè in effetti è forse quella che ha più bisogno d'aiuto e di affetto!...questa storia mi fa anche pensare molto...e poi non so perchè, magari sono io la folle, ma lauren e ryan mi fanno pensare tanto a te e tuo fratello, non so ecco mi è venuto un flash e ho pensato sta cosa..boh vabbeh...taccio va che è megliooooo!cmq complimenti perchè è tutto davvero intrigante e misterioso, riesci a incuriosire i tuoi lettori e li porti di capitolo in capitolo- facendo sempre accadere qualcosa -ma lasciandoli di volta in volta con qualcosina in sospeso fino al capitolo successivo: e brava ammaliatrice! ^^
    la cosa che ho visto migliorata, ma che per me puoi ancora dare di più, è nelle scene più hot... potresti renderle ancora meglio, sono certa che tu ne sia capace...perchè ho ancora la sensazione che per te siano un pò un punto dolente sul quale fai velocemente scivolare la penna quasi per "toglierti" d'imbarazzo...e invece NO: osa di piùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùù...non c'è nulla di maleeee!non che così non vadano bene -magari tu le volevi e le hai pensate proprio così-io però continuo ad avere la sensazione che- anche non aggiungendo nulla in "hottagine",non so se mi capisci- potrebbero scorrere un pò meno frettolosamente....in modo tale che il lettore se le possa gustare ancora meglio...^^
    bbbbene, attendo fiduciosa i capitoli successiviiiiiii...mi raccomando non farci aspettare troppooo!*grazie mille erikuzzaaaa, ho passato davevro una bella serata!*
     
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  6. Phantom Rose
     
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    CITAZIONE (barby's @ 24/12/2010, 21:11) 
    Grazie te lo dico io per tante ragioni ...a volte l'essere riservati nasconde tante qualità, ma è bello scoprirle lentamente e riuscire ad andare oltre quello scudo protettivo che tutti noi indossiamo per difenderci dal dolore

    Ba non posso fare altro che quotare tutto e stritolarti forte!

    CITAZIONE
    Questo incontro "al vertice" è quel che ci vuole per entrare nel vivo della storia, per cominciare a scoprire meglio Lauren.
    Il suo passato nasconde un grande dolore, qualcosa che l'ha segnata per sempre e che le ha fatto indossare la sua corazza, in piu' il dolore ed il senso di colpa per la morte del padre l'ha resa vulnerabile... ora qualcosa sta cambiando, si è riavvicinata a Lexie. In certe situazioni solo la vicinanza di un amico sincero può davvero aiutarti, perchè ti sa stare al fianco senza giudicare, ti sa ascoltare e sa asciugare le lacrime per poi tornare a ridere un pò alla volta, grazie alla sua presenza

    E anche qui ci hai beccato alla grande. Lo sai benissimo cosa penso io dell'amicizia, credo che ne abbiamo discusso abbastanza . Quindi mi viene spontaneo scrivere di un sentimento che io reputo bellissimo e molto importante per una persona. Ma sappi che sono pienamente d'accordo con quello che hai scritto, la penso esattamente come te.

    CITAZIONE
    Bill è confuso perchè si sente attratto da Lauren, ma allo stesso tempo ha paura di essere rifiutato, vede qualcosa al di là dello scudo, ma non sa cosa davvero aspettarsi

    Tu a volte mi fai veramente paura! Hai la capacità di vedere avanti, di capire i comportamenti dei personaggi prima ancora che li scriva io. Forse dipende dal fatto che cominci a conoscermi troppo bene . Te l'ho già detto. Io e te viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda. Ormai riesci ad entrarmi nella testa e a capirmi come se ci conoscessimo da anni. E comunque, anche qui, hai ragione. Ma solo in parte. Vedrai vedrai.

    CITAZIONE
    La parte finale è dolcissima, finalmente lei comincia ad interagire con gli altri e chiede scusa per il suo atteggiamento precedente però già sa che con Bill sarà diverso, chiedere scusa a Bill implica comunque uno scontro, perchè Bill non si accontenta per via del suo carattere, vorrà andare oltre, capire, scavare in lei e, non sempre, si è pronti a mostrarsi per come si è

    Sei sicura che in un momento di pazzia non ti abbia raccontato tutta la storia? O ti ho anticipato qualcosa?
    Tu non sei umana! Sei un'aliena, con la sfera di cristallo in mano!
    Stupidaggini a parte....sono contenta che la parte finale ti sia piaciuta, veramente. Lauren sta tornando in sè e quindi comincia ad uscire dal guscio che si era creata, anche se molto molto lentamente. E con Bill....non ci sarà vita facile.
    Comunque, ti ringrazio di cuore del commento, mi fa piacere sapere che ci sei. In tutti i sensi. Grazie tesorino
     
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  7. Phantom Rose
     
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    CITAZIONE (morgana17_69 @ 18/1/2011, 01:02) 
    ce l'ho fattaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa......finalmente ho letto tutto quello che mi mancava ..e siccome so rinco e non mi faccio mai mancare nulla ho riletto anche una serie di capitoli che avevo già lettooooooooo

    Sil! Sei unica! Mi fai sempre morire dalle risate! In senso buono, eh.

    CITAZIONE
    però so giustificata: infatti l'hai scritto tu stessa che hai cambiato qualcosa...e in effetti il capitolo della morte del padre mi piace davvero molto di più! si si mi paice sempre di più questa storia...e sono sempre più curiosa di scoprire quello che succederà...purtroppo i capitoli scritti son già finiti e la cosa non mi paice affatto..huffi...voglio subito il seguitoooo....quasi quasi non leggo più nulla fino alla fine...almeno poi potrò leggere tutto d'un fiato

    Grazie dei complimenti. Sono felice che i cambiamenti ti siano piaciuti. Mi spiace tenerti sulle spine, io cerco di scrivere il più velocemente possibile ma non sempre ho tempo. Quindi se dovessi decidere di leggerla tutta una volta finita....non mi arrabbierei affatto. Ti prometto che cercherò di fare del mio meglio

    CITAZIONE
    mi piace moltissimo il personaggio di lauren e non so per quale strano motivo mi ritrovo in molte cose...soprattutto quando lei è triste e sofferente che "caccia" tutti e vuol star sola..la solitudine la rincuora quasi più di ogni altra cosa...almeno in apparenza, perchè in effetti è forse quella che ha più bisogno d'aiuto e di affetto!...

    Lauren. Io credo che chiunque abbia sofferto veramente nella vita possa immedesimarsi in lei. Capire cosa sente, cosa prova, qual'è il suo stato animo. Capirla senza etichettarla per come si è comportata finora. Ci sono ancora molti "misteri" su di lei da scoprire. Per il resto....quoto tutto quello che hai scritto.

    CITAZIONE
    questa storia mi fa anche pensare molto...e poi non so perchè, magari sono io la folle, ma lauren e ryan mi fanno pensare tanto a te e tuo fratello, non so ecco mi è venuto un flash e ho pensato sta cosa..boh vabbeh...taccio va che è megliooooo!

    Diciamo di sì. Anche se mio fratello è più piccolo di me come età, mentre nella storia Ryan è più grande di Lauren. Però una certa somiglianza c'è e ci sarà.

    CITAZIONE
    cmq complimenti perchè è tutto davvero intrigante e misterioso, riesci a incuriosire i tuoi lettori e li porti di capitolo in capitolo- facendo sempre accadere qualcosa -ma lasciandoli di volta in volta con qualcosina in sospeso fino al capitolo successivo: e brava ammaliatrice! ^^

    Grazie tesoro! Si asciuga una lacrimuccia di gioia!
    Il fatto è che cerco di tenere vivo l'interesse per la storia. E faccio accadere una cosa alla volta anche per non creare confusione.

    CITAZIONE
    la cosa che ho visto migliorata, ma che per me puoi ancora dare di più, è nelle scene più hot... potresti renderle ancora meglio, sono certa che tu ne sia capace...perchè ho ancora la sensazione che per te siano un pò un punto dolente sul quale fai velocemente scivolare la penna quasi per "toglierti" d'imbarazzo...e invece NO: osa di piùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùù...non c'è nulla di maleeee!non che così non vadano bene -magari tu le volevi e le hai pensate proprio così-io però continuo ad avere la sensazione che- anche non aggiungendo nulla in "hottagine",non so se mi capisci- potrebbero scorrere un pò meno frettolosamente....in modo tale che il lettore se le possa gustare ancora meglio...^^

    Te l'ho già detto e te lo ripeto. Terrò a mente i tuoi consigli e vedrò di accontentarti .
    Anzi, quasi quasi la prossima scena hot che scriverò te la mando in anteprima così fai la recensione!

    CITAZIONE
    bbbbene, attendo fiduciosa i capitoli successiviiiiiii...mi raccomando non farci aspettare troppooo!*grazie mille erikuzzaaaa, ho passato davevro una bella serata!*

    Cercherò di non farti aspettare troppo. Il prossimo capitolo è quasi finito.
    Grazie te lo dico, per un sacco di motivi. Per aver letto e commentato. Per essere la persona meravigliosa che sei. Per i bei momenti passati insieme. Insomma....grazie per tutto!
    Ti abbraccio forte!
     
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  8. Phantom Rose
     
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    Nuovo capitolo, finalmente. Vi auguro una buona lettura.

    Premessa, per chi segue la storia dall'inizio. Ho apportato una piccola modifica. Ashley non ha più il volto della componente delle Pussycat Dolls. Ora ha il volto di Kristin Cavallari (che potete vedere sotto spoiler)


    Capitolo 16

    Tom si trovava davanti allo specchio.
    Fece qualche passo indietro ed annuì con la testa: era perfetto.
    Si riavvicinò allo specchio, girando leggermente la testa di lato, prima da una parte e poi dall’altra. Si passò una mano sul capo e sorrise soddisfatto della sua nuova acconciatura. Aveva abbandonato i suoi adorati rasta, si era fatto tingere i capelli di nero, li aveva fatti accorciare leggermente e li aveva acconciati in elaborati cornrows.
    -Sono stupendi- si disse guardando un’ultima volta il suo riflesso e puntando per un attimo lo sguardo sui fori che si era fatto fare ai lobi delle orecchie.
    Uscì dalla stanza e si diresse verso quella del gemello, che non vedeva da quel pomeriggio.

    Bill se ne stava chiuso in quella che momentaneamente era diventata la sua stanza da diverse ore. Si stava preparando perché quella sera sarebbero usciti tutti insieme.
    Aveva appena finito di truccarsi ed ora stava svogliatamente scegliendo cosa indossare. Non aveva affatto voglia di uscire, avrebbe di gran lunga preferito restarsene chiuso in quelle quattro mura.
    Si sfilò la terza maglietta indossata nel giro degli ultimi due minuti e sbuffò sonoramente. In quel momento qualcuno bussò alla porta.
    -Che palle!- mormorò tra sé alzando gli occhi al soffitto.
    Sentì bussare nuovamente, più forte di prima.
    -E’ aperto!- urlò in direzione della porta.
    La porta si aprì e un Tom sorridente entrò nella stanza.
    -Ma non sei ancora pronto?- chiese rivolto al gemello –Tra mezz’ora usciamo-
    -Appunto. Tra mezz’ora!- rispose acido il moretto.
    -Bill, ma che hai?-
    -Niente- si affrettò a tagliar corto il moro.
    -Non dire niente. E’ da quando siamo partiti che sei particolarmente incazzato-
    -Sono solo stanco. E non mi va di uscire stasera-
    -Che piaga che sei!-
    -A te non capita mai di non aver voglia di fare qualcosa?- chiese Bill un po’ stizzito.
    -Ma qui si parla di uscire a divertirsi- disse Tom sorridendo.
    -Mi sembri particolarmente euforico. E’ successo qualcosa?-
    -Diciamo di sì-
    -E sarebbe?- chiese Bill inarcando un sopracciglio.
    -Beh, Lauren mi ha chiesto scusa-
    Bill, a quelle parole, rimase immobile per qualche secondo. Dopo essersi ripreso dallo stupore iniziale tornò a prestare attenzione alle magliette poggiate sul letto.
    -E il bello è che ha fatto lo stesso con Georg- continuò Tom.
    -E perché l’avrebbe fatto?- chiese Bill mentre osservava una maglia nera da vicino.
    -Si è scusata per il modo in cui si è comportata e per come ci ha trattato. Si sarà resa conto di essere stata stronza nei nostri confronti senza averne motivo-
    -Interessante- disse il moretto atono.
    -A te non ha detto niente?-
    -No- rispose secco il vocalist.
    -Beh, vedrai che verrà anche da te- disse Tom sorridendo e dandogli una pacca sulla spalla –Ora vado, così ti sbrighi a vestirti, piaga che non sei altro!-
    Tom uscì dalla stanza lasciando Bill solo. Il moretto sospirò, sedendosi sul letto. Ripensò alle ultime parole di Tom. Lui non voleva le scuse di quella ragazza. Non voleva nemmeno che gli si avvicinasse. Avrebbe fatto tutto il possibile per evitarla e per non rimanere solo con lei.
    Qualsiasi cosa.
    Tom scese le scale con fare baldanzoso, quando sentì il campanello suonare.
    -Vado io!- urlò nella speranza che qualcuno lo sentisse.
    Saltò gli ultimi due gradini ed aprì la porta.
    Si ritrovò davanti una ragazza alta quanto lui o forse anche di più. Aveva i capelli neri dalle spalle, raccolti in due bassi codini. Due occhi verdi, quasi trasparenti, incorniciati di nero. Le labbra sottili color lampone. E un abbigliamento parecchio strano visto che indossava un lungo cappotto di pelle nera e al collo portava un collarino borchiato di pelle nera.
    -Ciao Tom- lo salutò lei sorridendo.
    -Ehm….ciao- disse il moro mentre si spostava per far entrare la ragazza.
    In quel momento i suoi neuroni stavano facendo uno sforzo sovrumano nel tentativo di ricordare dove aveva già visto quella ragazza.
    -Arrivo subito, scusami- disse Tom, correndo poi verso la cucina.
    Appena entrato nella stanza si avvicinò a Lauren, cercando di sembrare il più naturale possibile.
    -C’è una ragazza con un mantello da vampiro e un collare per cane- disse.
    Lauren lo guardò un attimo perplessa.
    -Ah, è arrivata Abigail!- disse, dirigendosi verso l’entrata.
    Tom decise di seguirla.
    -Abby, sei arrivata!- disse Lauren abbracciando l’amica.
    -Sì, alla fine sono riuscita a venire-
    -Hai deciso di fermarti qui stanotte?- disse Lauren indicando la borsa che si portava appresso la ragazza.
    -Se ti è rimasto un po’ di posto….sì-
    -Tranquilla, il mio letto è abbastanza grande per tutte e due-
    Tom se ne stava in disparte, alquanto spaesato.
    -Ti ricordi di lei?- chiese Lauren al ragazzo.
    -Credo di no- disse Abby rispondendo per lui.
    Le guance di Tom si colorarono appena di rosso.
    -C’era anche lei al compleanno di Lexie-
    Tom ci pensò su un paio di secondi, poi s’illuminò.
    -Ora mi ricordo!- esclamò alzando un braccio ed indicando la ragazza con la mano –Fai anche tu parte della crew!-
    Abby sorrise –Sì esatto. Sono proprio io-
    -Scusami se prima non ti avevo riconosciuta è che-
    -Non sono il tuo tipo!- disse Abby mettendosi a ridere –Eppure sono parecchio strana, le persone dovrebbero ricordarsi di me-
    -Tu non sei strana, sei unica, è diverso- disse Lauren.
    -Amore quanto ti voglio bene quando dici così!- disse Abby circondando il collo della ragazza con le braccia e stampandole un bacio su una guancia.
    -Sì, ok, anch’io ti voglio bene. Adesso basta però, mi stai staccando il collo!- disse Lauren contrariata.
    Tom rise divertito.
    -Comunque mi piace il tuo nuovo look- disse Abby indicando i capelli del ragazzo.
    -Grazie- rispose lui sorridendo ed accarezzandosi la testa.
    -Andiamo a sederci in salotto finchè aspettiamo gli altri- disse Lauren.
    -Chi dobbiamo aspettare?- chiese Abby.
    -Patrick ha detto che viene qui- disse Lauren –E poi Gustav e Lexie non sono ancora scesi-
    -Chissà cosa staranno combinando quei due- disse Tom sorridendo malizioso.
    -Speriamo niente, altrimenti ci conviene lasciarli a casa!- esclamò Abby seria.
    Lauren guardò sbigottita prima Tom e poi l’amica e si trattenne dallo scoppiare a ridere: quei due la pensavano allo stesso modo. E avevano quasi lo stesso modo di fare. Si diresse poi verso il salotto seguita dalla ragazza.
    Tom le osservò allontanarsi e sorrise intenerito.
    Lui non era tipo da scene sdolcinate, ma quello che aveva visto poco prima gli aveva scaldato il cuore.
    E gli aveva fatto capire una cosa.
    Lauren non era affatto la persona gelida e scontrosa conosciuta alla festa di Lexie.
    Era una persona migliore.
    Una persona che aveva un cuore.
    Una persona che era in grado di affezionarsi a qualcuno e volergli bene.
    Una persona in grado di provare dei sentimenti.
    E lui era intenzionato a scoprire il meglio di quella ragazza.

    *


    Il 369 era il locale preferito da tutti gli amanti dell’hip-hop e della breakdance della città. Lì si potevano trovare le migliori crew in circolazione, che non mancavano di sfidarsi a suon di passi e capriole. Era anche il locale preferito dalla crew di Lexie, quasi una sorta di seconda casa. Avevano cominciato a frequentarlo quando era stato aperto e ormai si erano fatti un nome lì dentro. D’altronde erano una delle migliori crew di tutta Amburgo.
    I gestori del locale li adoravano talmente tanto che al piano superiore, nell’area VIP, tenevano sempre riservato un tavolino con annessi divanetti solo per loro.
    Quella sera c’erano proprio tutti.
    Bill arrivò tra gli ultimi, insieme a Ryan. Dopo aver salutato i presenti, prese posto vicino a Tom.
    Ryan si sedette tra Bill e Lexie.
    -Dov’è Lauren?- chiese alla ragazza cercando di sovrastare la musica.
    -E’ giù al bar con Abby e Patrick-
    Dopo qualche minuto Lauren, Abby e Patrick ritornarono dal gruppo.
    Ryan chiamò la sorella e lei si avvicinò, inginocchiandosi di fronte al ragazzo. Lui si avvicinò mormorandole qualcosa all’orecchio.
    Bill l’aveva osservata dal momento in cui era comparsa. Era vestita completamente di nero. Portava un paio di jeans strench, con tre stracciature con sfilacciatura bianca, strettissimi su tutta la gamba, che finivano dentro un paio di anfibi. Una maglia a maniche corte. In testa un cappello alla Ne-Yo, con motivo scozzese diagonale nero e grigio, in tela e con tesa corta alzata per far cadere perfettamente i capelli con riga in mezzo sul davanti.
    Ciglia lunghe e foltissime, eyeliner e ombretto grigio a contornare gli occhi e un gloss sulle labbra carnose.
    In quel momento Bill desiderò vivamente che la ragazza prendesse fuoco o che si aprisse una voragine sotto ai suoi piedi e la inghiottisse.
    Sospirò sollevato quando la vide alzarsi e prendere posto vicino ai suoi amici, lontano da lui.
    Dopo mezz’ora arrivò Glenn, accompagnato dalla sorella Ashley.
    -Ciao a tutti, scusate il ritardo- disse il ragazzo.
    -Ciao- disse Ashley con aria civettuola, lanciando strani sguardi in direzione di Bill e Tom.
    -Che diavolo ci fa qui quella?- chiese Abby a Lauren, stringendole un braccio così forte da conficcarle le unghie nella carne.
    -Abby mi fai male!- protestò la ragazza.
    -Ehi amico, ti sei portato la zavorra dietro? Non potevi lasciarla a casa?- chiese Patrick rivolto a Glenn.
    -Ha insistito per venire. E siccome non avevo voglia di litigare l’ho portata- disse Glenn facendo spallucce.
    Patrick scosse la testa contrariato. Si girarono tutti a guardare Ashley, che nel frattempo aveva preso posto tra i gemelli. Indossava un abito di pailletes cortissimo, che aveva sollevato appena per sedersi e parlava coi gemelli guardando Bill in modo malizioso.
    -E’ proprio maleducata!- sbottò Patrick.
    -Io la uccido!- disse Abby.
    -Tu non uccidi nessuno, stasera. Fai finta che non ci sia- disse Lauren cercando di calmare l’amica.
    Abby si girò verso Lauren, guardandola in malo modo –Stai scherzando, vero?-
    -Non rovinarti la serata per lei-
    -La serata è già rovinata. Me ne vado!- disse Abby mentre si alzava dal divanetto e si avviava verso la scala che portava al piano inferiore.
    -Dai Abby, torna qui!- le disse Lauren nel tentativo di farla rinsavire.
    Abby fece finta di non sentirla.
    Lauren si girò a guardare Patrick e scosse la testa.
    -Non scorre buon sangue tra loro, vero?- chiese il ragazzo.
    -No. Non scorre proprio niente tra loro- disse la ragazza con una punta di rammarico.
    Lexie, che aveva osservato la scena dal suo posto, si alzò andando a sedersi vicino a Lauren.
    -Che cos’ha Abby?- chiese.
    -Lo sai, sempre la solita storia- disse Lauren mentre guardava la cugina accarezzare una guancia al vocalist.
    -Vedo che non perde tempo- disse Lexie guardando la bionda stretta a Bill.
    -Io vado a cercare Abby- disse Lauren.
    Bill la guardò alzarsi dal divanetto e allontanarsi. Sorrise tra sé. Forse se ne stava andando. Si girò a guardare Ashley e le sorrise. Forse era lei il motivo per cui Lauren se n’era andata. Se era veramente così….si sarebbe tenuto vicino quella ragazza fino al ritorno a Los Angeles.

    Lauren ritornò con Abby dopo quasi un’ora.
    Abby si girò a guardare Ashley, che nel frattempo si era avvinghiata ancora di più a Bill, e la incenerì con lo sguardo. Come la odiava!
    -Tuo cugino è consapevole del fatto che odio anche lui?- chiese Abby a Lauren.
    -Non so che dirti- disse Lauren facendo spallucce.
    -Viene qui portandosi dietro quella baldracca di sua sorella….e tu che fai? Lo difendi pure? Da che parte stai?-
    Lauren sospirò.
    -Non dirmi che non sa che quella troia si è portata a letto il mio ragazzo!- continuò Abby.
    -Lo sa, fidati. Tutta Amburgo conosce la reputazione di Ashley- disse Lauren.
    -Ma siete sicure di essere cugine?- chiese Patrick a Lauren.
    -Purtroppo sì- disse la ragazza tristemente.
    -Non pensiamoci più, dai. Godiamoci la serata- disse Patrick rivolto alle due ragazze.

    Bill non ne poteva più di quella oca che gli si era appiccicata addosso come una sanguisuga. Era chiaro che le interessava una cosa sola: fare sesso con una persona famosa. La tipica ragazza che avrebbe fatto perdere la testa a suo fratello. Solo che Tom non se la filava proprio, anzi. Ad un certo punto si era alzato ed era andato a sedersi vicino a Lauren, con la quale stava parlando già da un bel po’. Bill spostò lo sguardo verso i due ragazzi e la sua espressione si fece seria. Qualcosa non andava. I ruoli si erano misteriosamente invertiti. Tom era quello che doveva trovarsi tra le braccia di Ashley, in fin dei conti era lui il playboy del gruppo. E lui doveva essere lì, a parlare con Lauren. E non viceversa come, invece, stava accadendo. Sentì riaffiorare l’odio nei confronti della ragazza. Si era scusata con tutti, meno che con lui. In fondo lui si era sempre comportato bene nei suoi confronti, si era offerto di aiutarla e lei non lo considerava nemmeno.
    Decise che era arrivato il momento di concedersi una sigaretta.
    Si alzò dal divanetto, infilò il giubbetto di pelle nera, si diresse verso la terrazza ed uscì.
    Lauren aveva seguito ogni suo movimento con lo sguardo. Quello era il momento giusto per parlargli. Si fece coraggio e dopo essersi congedata da Tom, raggiunse il ragazzo.
    Si richiuse piano la porta alle spalle, avvicinandosi al moro con passo incerto, fermandosi a circa mezzo metro da lui.
    -Bill. Ciao. Ehm….posso parlarti un momento?- chiese con voce malferma la ragazza.
    -Che cosa vuoi?-
    -So di non averne diritto….so che è stata solo colpa mia….tu hai ogni ragione per odiarmi….ma come ogni essere umano ho commesso e commetterò degli errori. Chiederti scusa ora, è banale, lo so….ma se sono qui è perché ho capito di aver sbagliato-
    Bill si girò lentamente verso di lei, guardandola dritto negli occhi.
    -Non conosco altro modo per chiederti scusa. Perdonami-
    Bill gettò la sigaretta a terra, avvicinandosi a Lauren fino a ritrovarsi faccia a faccia con lei. Incrociò le braccia al petto e la guardò con un’espressione severa dall’alto del suo metro e novanta.
    -Credi che sia sufficiente venire qui e farmi un paio di moine? Credi che con qualche parola si aggiusti tutto? Non so che farmene delle tue scuse!- disse gelido il ragazzo.
    Lauren si sentì sprofondare. Sapeva che non sarebbe stato facile chiedergli scusa, ma non si aspettava una reazione simile. Si schiarì appena la voce.
    -Se non sono sufficienti le mie scuse, dimmi tu cosa devo fare-
    -Andartene al diavolo!- rispose secco il moretto.
    Lauren continuava a fissarlo incredula.
    -Togliti dai piedi! Non me ne frega un cazzo delle tue scuse! Non me ne frega un cazzo di te! Capito?- disse il moretto piuttosto arrabbiato.
    Lauren sentì gli occhi pizzicare. Avrebbe voluto dirgli cosa pensava di lui in quel momento, ma le parole le si erano bloccate in gola. Deglutì a fatica ed abbassò lo sguardo.
    -Ecco, brava. Questa è l’unica cosa che devi fare. Fare finta che non esisto. E se vuoi un consiglio stammi lontana- disse il moretto prima di superarla urtandole volontariamente una spalla con la propria e dirigersi verso la porta per rientrare nel locale.
    Lauren rimase sola.
    Si dava mentalmente della stupida per aver creduto che anche Bill avrebbe accettato le sue scuse. Aveva sprecato tempo e fiato inutilmente.
    Si sentiva uno schifo. Un fallimento.
    Bill era riuscito ad umiliarla. E a ferirla.
    Si portò una mano sulla spalla dolorante e chiuse gli occhi, ricacciando indietro le lacrime. Voleva la guerra? L’avrebbe avuta. Era una gara, un combattimento tra leoni? Perfetto. Era giunto il momento di sollevare il mento, tirare indietro le spalle, camminare con orgoglio e festeggiare le ferite. Stava partecipando ad un combattimento tra leoni, e se non aveva vinto non significava che non sapesse ruggire. Gli avrebbe mostrato di che pasta era fatta. E lo avrebbe fatto pentire amaramente di non aver accettato le sue scuse quando ne aveva avuta l’occasione.

    Quando Lauren rientrò nel locale, l’espressione del suo viso era cupa e malinconica.
    Lexie se ne accorse subito.
    E anche Bill, che sentì una morsa stringergli la bocca dello stomaco.
    -Dove vai?- chiese Lexie a Lauren vedendola indossare il giubbotto.
    -Me ne torno a casa- rispose gelida la ragazza.
    -Evviva! Si va a casa!- esclamò Abby balzando in piedi e recuperando il suo cappotto.
    -Perché te ne vai?- chiese Lexie preoccupata.
    -Lexie, lascia stare, per favore. Non cominciare con le tue domande- disse Lauren arrabbiata. Si sistemò il collo del giubbotto e il suo sguardo incrociò quello di Bill, che la stava fissando, con Ashley perennemente attaccata a lui. Lauren spostò subito lo sguardo, scuotendo la testa in segno di rassegnazione.
    Lexie la guardò allontanarsi con Abby e sentì l’ansia assalirla. Non era possibile. Qualcuno aveva distrutto il suo “lavoro”, Lauren stava tornando sulle difensive, si stava di nuovo chiudendo nel suo mondo di sofferenza.

    *

    L’indomani mattina Lexie si svegliò abbastanza presto. Si voltò verso sinistra e sorrise ritrovandosi davanti il viso addormentato di Gustav. Si sporse appena baciandogli la punta del naso, facendo attenzione a non svegliarlo. Decise di scendere a preparargli la colazione e portargliela a letto.
    Si alzò ed uscì dalla stanza senza far rumore.
    Una volta giunta in cucina, al piano inferiore, fu costretta a fermarsi appena varcata la soglia. Lauren ed Abby erano sedute a tavola, una di fronte all’altra, con un’espressione alquanto funerea sul volto.
    Abby continuava a fissare la tazza davanti a sé ormai vuota, mentre Lauren sorseggiava il suo caffè fumante con lo sguardo puntato sul muro.
    Lexie si rese conto immediatamente che qualcosa non andava.
    Si avvicinò alle ragazze, sedendosi a capotavola.
    -Buongiorno- disse dolcemente.
    -Giorno- biascicò Lauren, mentre Abby la salutava con un cenno della mano.
    -Che cosa sono quei musi lunghi?- chiese Lexie.
    Abby e Lauren la guardarono per un attimo, senza parlare.
    -Vi devo torturare per farvi parlare?-
    Lauren posò la tazza sul tavolo, massaggiandosi poi le tempie.
    -Avete litigato?-
    -No- rispose Abby.
    -E allora cosa c’è?- chiese Lexie che cominciava a perdere la pazienza –E’ successo qualcosa ieri sera, al 369?-
    Le due ragazze si guardarono di sfuggita.
    -Non è successo niente- disse Lauren –Abbiamo dormito male-
    Lexie continuava a fissarle, non credeva ad una sola parola.
    Doveva esserci sotto qualcosa.
    In quel momento Gustav entrò nella stanza, seguito da un Bill piuttosto assonnato.
    Quando Lauren lo vide, si alzò velocemente dalla sedia ed uscì, passando accanto ai ragazzi ma senza degnarli di uno sguardo.
    Gustav si avvicinò a Lexie, sedendosi accanto a lei.
    -Che cos’ha Lauren, sta male? Aveva una faccia strana- disse il biondino.
    -Vorrei tanto saperlo- disse Lexie sospirando.
    Nel frattempo Bill aveva preso posto proprio sulla sedia che Lauren aveva occupato fino a qualche secondo prima.
    Alzò la testa incrociando lo sguardo di Abby.
    La ragazza aveva le braccia incrociate al petto e lo stava letteralmente fulminando con lo sguardo.
    Bill cominciò a sentirsi a disagio e a sudare freddo. Quella ragazza aveva uno sguardo che incuteva timore.
    Abby aprì bocca per dire qualcosa, ma la richiuse subito dopo scuotendo la testa.
    -Lasciamo perdere- disse mentre si alzava dalla sedia, recuperava la tazza di caffè di Lauren ed usciva dalla stanza.
    Lexie, che aveva notato lo sguardo assassino di Abby nei confronti del ragazzo, cominciò a vederci chiaro. Sicuramente era successo qualcosa la sera precedente. E Bill ne era a conoscenza. Ora si trattava solo di scoprire cosa. Doveva riuscire a far parlare uno dei tre.

    Una volta salita al piano superiore, Abby raggiunse Lauren nella sua stanza.
    -Ti ho portato il tuo caffè, almeno lo finisci- disse la ragazza porgendo la tazza a Lauren.
    -Grazie Abby-
    -Hai intenzione di stare chiusa in camera fino a quando non se ne sarà andato?-
    -Non sarebbe male come soluzione-
    -Vuoi essere prigioniera nella tua stessa casa?- chiese Abby sbalordita.
    -No. Solamente non voglio litigare con quell’idiota. La prossima volta potrei non essere così diplomatica-
    Abby sorrise.
    -Il nemico può essere sconfitto in tre modi: le armi, le parole e l’indifferenza. Io opto per quest’ultima- disse Lauren convinta delle sue parole.
    Abby fece per rispondere ma qualcuno bussò alla porta.
    Le due ragazze rimasero in silenzio.
    -Lauren, sono Lexie-
    Lauren sospirò –E’ aperto-
    Lexie entrò nella stanza.
    -Allora, mi volete dire cosa succede?- disse incrociando le braccia al petto e fissando le due ragazze.
    -Non c’è niente- si affrettò a dire Lauren, continuando a sorseggiare il suo caffè –Abbiamo solo dormito male, te l’ho detto-
    -Ci sarà un motivo se avete dormito male- provò a buttar lì Lexie.
    -A me ha rovinato la serata quell’antipatica di sua cugina- disse Abby –Dopo il casino che ha fatto si presenta lì come se niente fosse. E’ colpa sua se non ho più un ragazzo. Che rabbia!-
    -Tanto non era quello giusto per te, non era affidabile. Ed era un donnaiolo. Credimi, è stato meglio che sia finita così- disse Lauren.
    -Lo so che era il peggior ragazzo sulla faccia della terra….ma quello che non tollero è che mi abbia umiliata così!-
    -Ti passerà. Ci vorrà del tempo, ma passerà. E comunque è lui che ce ne rimette- disse Lauren sorridendo ad Abby.
    -Grazie- rispose la ragazza sorridendo a sua volta.
    -Ok. Tu eri nervosa ed arrabbiata e ti capisco. Tu, invece, perché non hai dormito?- chiese Lexie a Lauren.
    -Ma niente. Forse non avevo sonno. O forse sentivo lei che si rigirava nel letto. Non ha importanza- disse Lauren alzando le spalle.
    -Lauren- disse Abby.
    -Che c’è?-
    -Perché non glielo dici?-
    -Cosa dovrebbe dirmi?- chiese Lexie spostando lo sguardo da Lauren a Abby.
    -Che il tuo amico è uno stronzo!- sbottò Abby.
    -Abby!- la richiamò Lauren.
    -Di chi stai parlando?- chiese Lexie.
    -Di Bill- disse Abby –Ieri sera Lauren gli ha parlato e lui l’ha trattata male. E lei era talmente arrabbiata e nervosa che non ha chiuso occhio-
    Lexie guardò Lauren, che si stava grattando la fronte imbarazzata.
    -E perché Bill si sarebbe comportato così?- chiese Lexie.
    -Probabilmente era nervoso perché nessuno glielo aveva dato!- disse Abby arrabbiata.
    A quelle parole Lauren rischiò di soffocarsi col caffè, poi ridacchiò divertita.
    Lexie le guardò seria e un po’ rattristata.
    Lauren notò subito lo sguardo dell’amica.
    -Abby, puoi lasciarci un attimo da sole?-
    -Ok, vado a farmi la doccia- disse la ragazza alzandosi dal letto sbuffando e avvicinandosi a Lexie.
    -Credo che tu sappia già che ti racconterà una versione alleggerita dei fatti. Quindi….se fossi in te….scambierei due paroline con quella checca isterica-
    Lexie guardò Abby entrare in bagno, poi raggiunse Lauren che nel frattempo si era seduta sul letto.
    -Allora, mi vuoi dire com’è andata?-
    -Non c’è molto da dire. Gli ho chiesto scusa e lui semplicemente non le ha accettate, tutto qui- disse Lauren abbassando lo sguardo e stringendosi nelle spalle.
    Lexie la guardò: non riusciva a capire se la cosa la rattristasse o la rendesse felice.
    -E ora, cosa hai intenzione di fare?-
    -Assolutamente niente- disse Lauren –La mia parte l’ho fatta, è andata così, amen. Non è che non ci dormirò la notte, anzi-
    -E come ti comporterai con lui?- chiese Lexie che cominciava a preoccuparsi.
    -Semplice. Lo eviterò il più possibile. Farò finta che non esista. Deve solo ricordarsi che è a casa mia. E deve ritenersi fortunato che non lo sbatto fuori-
    -Lauren, ti prego, non-
    -Tu stanne fuori. Non ho intenzione di compromettere la nostra amicizia per colpa di quel cretino, ok?-
    -Sì, però-
    -Lexie basta- disse Lauren arrabbiata –Io le mie scuse gliele ho fatte, se lui non è abbastanza maturo da metterci una pietra sopra, sono problemi suoi!-
    Lexie rimase parecchio rammaricata dalle parole di Lauren. Scosse la testa. Quei due non sarebbero mai andati d’accordo. Poteva, in parte, capire l’astio di Lauren nei confronti del ragazzo. Ma lui? Perché Bill la detestava a quel modo? Solo perché lo aveva trattato male quando lo aveva conosciuto? A Lexie sembrava molto improbabile. E poi Lauren gli aveva chiesto scusa. Erano come due calamite dalla stessa polarità, che si respingevano. Il loro era odio allo stato puro. Nessuno poteva fare niente per migliorare la situazione. Si rischiava solo di peggiorare le cose. C’era una sola certezza. In quel momento l’odio, il rancore, l’amarezza e il disprezzo avanzavano impetuosamente, soffocando tutto ciò che di buono esisteva ancora. Quei due si erano dichiarati guerra.




    Continua….






     
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  9. barby's
     
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    Apparentemente si sono dichiarati guerra, ma l'odio è l'altra faccia dell'amore quindi probabilmente c'è qualcosa, anzi molto, che deve ancora salire in superficie ed uscire allo scoperto ... Bill è stato istintivo, ha ragionato di pancia, ma c'è dell'altro dietro al suo comportamento ... Tom, sarà per via della nuova pettinatura, non sembra piu' se stesso, è attratto da Lauren come persona e non per la sua fisicità, come accadeva spesso in passato, ma la vuole conoscere e scoprire chi è veramente, è incuriosito dalla persona ... la storia si fa sempre piu' intrigante, ci hai dato dei piccoli tasselli da mettere insieme, per comporre il tuo puzzle mentale, ma sono lontana dal vederlo completato, servono aggiornamenti ravvicinati ...
     
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  10. morgana17_69
     
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    huffi non valeeeeee: perchè fai questi capitoli sempre così cortiiii??troppo cortii per i miei gusti!^^....si si continua a piacermi molto...ma vorrei di piùùùù..molto di piùùù..sono troppo curiosa....insomma non c'è verso di sapere di più???...di sicuro Bill è stracotto di Lauren, per forza! E quindi la tratta "male" perchè non vuole ammetterlo nemmeno con sè stesso!...*come gingolooo* mi piace da matti sta cosa ^^ speriamo che anche 'sta notte mi tornerà l'ispirazione e sognerò il seguito....^^
     
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39 replies since 26/7/2009, 17:10   1799 views
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