Prima dell'inizio

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  1. Redda
     
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    Titolo: Prima dell'inizio
    Autore: Redda
    Genere: Commedia
    Raiting: G
    Avvisi: Twincest not related – OOC – AU – Language – Prequel (A long Summer)
    Riassunto: La scuola era ormai agli sgoccioli, e questo stava a significare una sola cosa: le vacanze estive erano alle porte!

    I Tokio Hotel non mi appartengono, questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e non ci guadagno nulla





    Creative Commons License
    Prima dell'inizio by Redda is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.

    Vietato copiare!




    La scuola era ormai agli sgoccioli, e questo stava a significare due cose: le vacanze estive erano alle porte, e bisognava attaccare il culo alla sedia, cercando di porre rimedio ai nove mesi di totale cazzeggio a livello agonistico, praticato dalla maggior parte degli studenti.

    Il suo cervello si rifiutava di assimilare tutta quella sovrabbondanza di nozioni, da lui ritenute pressoché inutili. A che serviva studiare, ad esempio, la storia? Tanto morivano sempre tutti, gira che ti rigira; e matematica? Sapere il teorema di Pitagora o come si risolve un’equazione non gli avrebbe di certo salvato la vita. Ma se lo bocciavano sua madre lo avrebbe spedito dritto sulla Luna con un biglietto di sola andata stampato a chiare lettere sul sedere; era molto diversa dalle altre madri, questo non lo si poteva negare, ma non per quanto riguardava la scuola, in quello era esattamente identica a tutte le altre.

    Non si era più aspettata di vederlo tornare a casa con una pagella piena di 1, come in passato, ma pretendeva almeno la sufficienza in tutte le materie. Era una specie di premio di consolazione per lei; ma, nonostante mirasse basso, cercare di accontentarla era un’impresa alquanto ardua.

    Non era comunque colpa sua, questo bisognava precisarlo; lui aveva provato a seguire le lezioni, durante quei lunghi e opprimenti mesi, ma poi arrivava Peter a distrarlo, e la sua soglia di attenzione colava a picco, raggiungendo un livello sotto allo zero. Per un lungo periodo aveva anche pensato di avere la ADD, ma poi aveva capito di essere solo enormemente pigro e ugualmente svogliato.

    Poteva farsene una colpa, forse? Chi avrebbe preferito morire di noia, sentendo le gesta eroiche di questo o quello, al cazzeggiare con il proprio migliore amico, giocando a battaglia navale, tris e quant’altro, proprio come due bambini di cinque anni? Uno su un miliardo, probabilmente, e lui non era di certo quella persona.

    Non era sempre stato così, comunque; c’era stato un tempo, più precisamente gli anni in cui aveva frequentato le elementari, in cui era stato un bambino buono e diligente. Studiava e faceva regolarmente i compiti che gli venivano assegnati; gli insegnanti lo adoravano e avevano sempre detto ai suoi compagni di prenderlo come esempio (inutile dire che, per questo fatto, era stato gonfiato come una zampogna tante di quelle volte da perdere il conto). Cercava di prendere sempre ottimi voti non tanto per se stesso, perché la sua aspirazione fosse quella di diventare un secchione asociale, ma per suo padre, in quanto non accettava nessun voto che fosse inferiore al 3.

    Una volta aveva avuto la sfrontatezza di tornare a casa con un 5; mai lo avesse fatto! Non solo gli era stato proibito di vedere i cartoni animati in tv (e già poteva goderseli una sola ora al giorno, poiché era costretto a sorbirsi, non solo una serie infinita di telegiornali, ma anche le notizie sulla borsa), ma suo padre lo aveva obbligato ad ascoltare tre ore di un pappone allucinante sul senso della responsabilità, il valore dello studio, la fortuna di poter frequentare la scuola, e bla bla bla. Ne era venuto fuori più rincoglionito di quanto già non fosse e, fino a quando i suoi non avevano divorziato, aveva studiato anche a tarda notte, tanto da sapere a memoria perfino i singoli indici di ogni testo scolastico, compresi autori, casa editrice e anno di stampa.

    Una volta trasferitosi a Berlino con sua madre, aveva ben capito che lì era meglio non sembrarlo un secchione, perché al primo (ed ultimo!) 1 che aveva preso, era equivalso un lavaggio di capo dentro ai cessi della scuola, da parte dei suoi stessi compagni di classe, e l’epiteto di sfigato per il resto dei secoli.

    La vita nella capitale si era rivelata molto dura, rispetto a quella a cui era abituato prima, e questo era tutto dire, visto che non se l’era passata tanto bene nemmeno prima.

    Essere l’ultimo arrivato comportava un periodo di isolamento da parte dei compagni di classe; periodo in cui venivi scrutato come se fossi un fenomeno da baraccone, con un corno che ti spuntava dalla fronte, e studiato con estrema attenzione, della serie che se ti grattavi per sbaglio il sedere lo sarebbero venuti a sapere tutti. Questo perché, il rivolgere anche solo un misero saluto al “nuovo”, poteva scatenare una vera e propria reazione a catena, e sfociare in un disastro di dimensioni epiche, peggio dell’Apocalisse stessa!

    Ovviamente lui non aiutava di certo gli altri ragazzi ad accettarlo, perché la sua balbuzia, scatenata dall’imbarazzo o dal nervosismo, era sinonimo di stranezza, ed essere strano non era assolutamente un punto a tuo favore; va aggiunta anche una buona dose di timidezza, perché non era di certo quel tipo di persona che poteva fare il figo in ogni occasione. Ci aveva provato, questo era certo, ma aveva rimediato botte su botte, in particolar modo dallo stesso ragazzo che era poi diventato il suo migliore amico.

    Per questo motivo le prime amicizie non le aveva fatte a scuola ma in strada; questa cosa faceva molto ghetto style, e a lui piaceva da matti. Aveva scoperto di essere una specie di genio coi graffiti, nonostante mantenesse, almeno in quello, un’enorme modestia, ritenendosi comunque uno dei tanti writers, non di certo il migliore; gli era sempre piaciuto disegnare fin da piccolo, ma non pensava che, più in là, si sarebbe rivelata essere una dote molto utile. Ovviamente i ragazzi più grandi non lo avevano calcolato nemmeno per sbaglio; diciamo più che la sua presenza veniva tollerata solo perché era un ragazzino, dunque apparentemente innocuo.

    In quel periodo era arrivata anche la sua profonda trasformazione. I capelli biondo scuro, tenuto quasi a caschetto e orribilmente semi ondulati, erano diventati dei rasta; gli abiti comuni si erano allargati di almeno due taglie, e sul labbro era comparso un piercing. Quel nuovo Tom gli piaceva, ma non era servito a togliergli l’etichetta di sfigato; va beh, alla fine si fa quel che si può alla fine, e ormai aveva imparato a conviverci.

    Con una bomboletta in mano gli si apriva un intero mondo davanti; gli bastava avere una qualsiasi superficie di fronte agli occhi, e in un attimo da timido novellino di città, diventava un’altra persona.

    Gli altri writers della zona avevano cominciato a notare i suoi lavori, e a fargli anche dei sinceri complimenti. Uno di loro, un giorno, gli aveva detto di scegliere il proprio nome; in un primo momento lui era rimasto basito, perché un nome già l’aveva, ma Riek (così si chiamava) gli aveva detto che diventare un writer equivaleva a rinascere a nuova vita, dunque aveva bisogno di un nuovo nome con cui essere “battezzato”. Da lì nacque The King; decisamente poco modesto da parte sua, apparentemente, ma erano state le prime due parole che gli erano venute in mente ricollegate alle sue iniziali, niente di più.

    Da quel momento in poi aveva potuto chiamare quei ragazzi amici. Pian piano anche le cose a scuola avevano cominciato ad evolvere; infatti, dopo l’ennesimo litigio con Peter, e la conseguente punizione da dover scontare insieme, avevano capito di avere molti interessi in comune. Quando gli aveva rivelato di essere TK, visto che lo stesso Peter aveva tirato fuori l’argomento, il ragazzo all’inizio non gli aveva creduto, e a dirla tutta gli aveva anche riso in faccia senza farsi troppi problemi, ma lui gli aveva dimostrato di essere il vero The King, proprio lì di fronte ai suoi occhi, e a Peter non era rimasto altro che restare a bocca aperta, a fissarlo per cinque minuti buoni senza riuscire a spiccicare una parola. Quel giorno non solo aveva acquisito un po’ di rispetto, ma anche un migliore amico (e nessuno aveva più osato ficcargli la testa nel water, il che, già di per sé, era grandioso).

    Era proprio con lui che si trovava in quel momento, seduti fuori, nel cortile della scuola. Si dividevano una sigaretta in due, lamentandosi di quanto facesse schifo quel buco di posto, come sempre.

    «Per fortuna ci sono le ragazze», commentò Tom, facendo un tiro.

    «Amen fratello», replicò Peter, sollevando una mano in alto, forse nel tentativo di imitare uno di quei reverendi di colore che si vedono, di tanto in tanto, in qualche telefilm alla tv.

    «Certo, se fossero un po’ più disponibili, invece di tirarsela tanto». Sbuffò il moro, ciccando per terra. In realtà non se la tiravano, ok magari un pochino, ma si tenevano a distanza da lui perché nessuna voleva essere etichettata come la ragazza dello sfigato. Triste destino il suo.

    «Che vuoi farci T? Preferiscono gli uomini maturi». Peter fece spallucce, rubandogli la sigaretta. «Noi non gli andiamo bene perché siamo degli sbandati che non hanno voglia di far nulla».

    «Tempi magri, amico mio», commentò lui, annuendo appena. «Di questo passo saremo costretti a pagare per fare un po’ di sesso, oppure a farci ingessare il polso».

    «Parla per te, Mr. Segaiolo», lo prese in giro Peter, arricciando le labbra in un sorrisino canzonatorio. «Io le mie scopamiche ce le ho, sei tu quello con i gusti difficili che rispetta le donne e tutte quelle altre boiate che spari sempre».

    «Vedremo chi riderà per ultimo, quando mi vedrai accanto alla ragazza più bella che tu abbia mai visto sulla faccia della terra», replicò Tom, accigliandosi.

    «Di questo passo, bello mio, farai prima a chiuderti l’uccello in gabbia. Non ti accontenti nemmeno di quel che passa il convento, come puoi anche solo pensare di stare con una figa pazzesca?».

    «Che vorresti insinuare?».

    «Alla festa di Sven, Kora te lo voleva succhiare, e invece tu sei scappato proprio come una mammoletta», gli ricordò Peter, sputando fuori il fumo dalle labbra. «Non si rifiuta del sesso facile, mai! E peccato mortale; vuoi forse finire all’Inferno, mh? C’è un girone apposito per i blasfemi come te».

    «Piantala Pete», borbottò, spingendolo appena. «Quella tipa avrà avuto al massimo quattordici anni; smani dalla voglia di venirmi a trovare in carcere per potermi portare le arance?».

    «A me le arance non le avevi portate però», mugugnò il biondino, parlando come un vero galeotto, mentre in realtà si era fatto solo due giorni dentro. «E comunque non fare tanto il fiscale; le ragazze d’oggi sono molto emancipate, a loro piace il sesso».

    «Non sono un pervertito come te, che si fa le ragazzine», asserì, guardandolo di sbieco. «Cos’è, ormai sei troppo vecchio per correre dietro a quelle della tua età?», sghignazzò poi, arricciando le labbra.

    «Che coglione», lo apostrofò Peter, dandogli un pugno sulla spalla. «Ho solo due anni in più di te, non ho un piede nella fossa».

    «Ammettilo Pete, hai perso tutto il tuo smalto», gli fece presente lui, scrollando le spalle. «Sei passato, amico, morto e decrepito».

    Ovviamente Peter non parve cogliere l’ironia delle sue parole perché, dopo aver gettato la cicca della sigaretta, gli si lanciò praticamente addosso. Si rotolarono come due bambini, sotto gli occhi degli altri studenti; si fermarono solo quando entrambi furono senza fiato.

    «Picchi come una donna», lo prese in giro il biondino, sputando per terra, dato che, durante il rotolamento, gli era finita una gran quantità di polvere dentro la bocca.

    «E tu come mia nonna», replicò Tom con un sorriso.

    «Comunque T, hai già fatto progetti per l’estate? Se non ti bocciano, ovviamente».

    «A dire il vero no», gli confessò, grattandosi il collo. «Volevo fare qualcosa di divertente, passare tre mesi di totale cazzeggio, anche perché la scorsa estate me la sono bruciata lavorando».

    «Oh povero cucciolo», lo canzonò Peter, «hai dovuto sudare, e ti si sono spezzate tutte le tue belle unghiette».

    «Che stronzo! Intanto le bevute gratis dal povero cucciolo le hai scroccate».

    «Logico». Sghignazzò lui. «Chi lavora deve offrire, ecco perché io resterò sempre disoccupato; mi farò mantenere da qualche vecchia tardona piena di soldi».

    «Tu invece? Hai già pensato a cosa fare, oppure ti gratterai la pancia come al suo solito?».

    «In verità ho qualcosa in ballo con mio cugino, ma conoscendolo non faccio molto affidamento sulla sua parola. Dunque penso che resterò a farti compagnia, sei contento?». Gli afferrò la guancia tra le dita, facendogli un buffetto. «E dillo che sei contento».

    «Vaffanculo». Lo allontanò con uno spintone, massaggiandosi poi la guancia indolenzita. «Preferirei non averti tra i piedi per tre mesi, starei da dio».

    «Attento a cosa desideri T, magari poi si avvera».

    Prima che il moro potesse replicare, la campanella suonò la fine della ricreazione, e loro furono costretti a tornare nella loro aula, per seguire altre noiosissime lezioni, ma nel caso di Tom e Peter era più saggio dire per continuare la partita di battaglia navale che avevano lasciato in sospeso.

    Quella sera, Tom, dopo aver passato tutto il pomeriggio a lavorare su un nuovo murales, aiutò sua madre a preparare la cena; o meglio… mentre Simone cucinava, lui sgranocchiava qualche verdura di tanto in tanto. Dopo che tutto fu pronto si misero a tavola e, come sempre, il moro snocciolò quello che aveva fatto a scuola con parecchia noia, mentre cambiò totalmente espressione quando raccontò a sua madre come stava venendo bene il murales.
    Simone ascoltò con attenzione, lasciandosi trasportare dall’entusiasmo travolgente di suo figlio.

    «Tomi mi sembra meraviglioso».

    «Vedrai, sarà il mio miglior lavoro di sempre», le assicurò, gonfiando il petto. «Penso che usufruirò del tempo in più che ho ora, grazie alle vacanze, per terminarlo, prima che qualcuno decida di rovinarlo».

    «Tesoro senti, c’è una cosa di cui volevo parlarti a proposito delle vacanze», gli disse all’improvviso sua madre, prima di mandare giù un sorso d’acqua.

    «Dimmi pure», le rispose Tom, addentrando la forchetta nella sua insalata mista.

    «Vado in Africa per tre mesi», gli comunicò con estrema tranquillità. «Passerai le vacanze da tuo padre».

    Per poco non rischiò di morire a causa di un fagiolino che gli era andato di traverso, bloccandogli la respirazione. Si dovette dare dei colpi alla schiena per mandarlo giù.

    «Cosa?», le domandò, con voce strozzata, mentre gli occhi avevano smesso di lacrimargli.

    «Amore non è un po’ prestino per avere problemi di udito?», gli disse sua madre, inclinando il capo. «Comunque ti ho detto che vado in Africa per tre mesi; i miei amici del centro me l’hanno proposto giusto questa mattina, ed io non ho potuto fare a meno di accettare. Ma ci pensi? Io in Africa! Era da una vita che sognavo di farlo».

    La fissò per un secondo, prima di mettersi a ridere come uno psicopatico.

    «Ah ah ah, dai mamma l’ho capito; è stato molto divertente, e per un momento ci ho quasi creduto. Ok, riceverai l’oscar per la migliore recitazione quest’anno».

    «Tomi, io sono serissima».

    Ammutolì per un attimo e sgranò gli occhi, spalancando poi la bocca.

    «Che cosa?!», strillò, con la voce acutissima. «Sei impazzita per caso?! Tu te ne vai in Africa e pensi di spedirmi come un pacco postale da papà, in quel buco di posto in cui è andato a vivere, e di cui non ricordo nemmeno il nome? Scordatelo!», asserì serio, incrociando le braccia al petto. «Io non ci vado, no signore, per nessuna ragione al mondo».

    «Suvvia Tomi, non è poi una cosa tanto tragica. In fin dei conti non vedi tuoi padre da Natale».

    «E ti pare che io mi sia lamentato?», esclamò, allibito. «Sto meravigliosamente quando non lo sento, e invece tu, tu, tu, tu». Le puntò un dito accusatorio contro. «Tu vuoi mandarmi da lui! Come puoi anche solo pensare che io accetterò?».

    «Ormai l’ho già avvisato».

    «Pure!!», sbraitò, come un pazzo. «Non mi hai chiesto niente, hai fatto tutto alle mie spalle! Te lo sogni, io da qui non smuovo il culo».

    «Tomi», lo rimproverò. «Modera i termini».

    «Scusa mamma», mugugnò, aggrottando le sopracciglia. «Comunque non cambio idea, e se insisti prenderò seri provvedimenti. Da questo preciso istante attuo uno sciopero della fame fino a quando non cambierai idea su questa assurdità megagalattica».

    Simone gli sorrise bonariamente, frugò dentro la sua borsetta e gli afferrò una mano, poggiandovi sopra il biglietto del treno.

    «Partirai tra due giorni, questo è quanto».

    «Sei crudele!», borbottò, gonfiando le guance come un criceto. «Non ti sto assolutamente a cuore, altrimenti avresti evitato una barbaria del genere, spedendomi direttamente in braccio a quel nazista».

    «È tuo padre, Tomi, e mi è sembrato così felice quando gli ho detto che avevi deciso di andare a trovarlo».

    «Deciso? DECISO?! Io avrei deciso?!!». Quello era assolutamente il colmo dei colmi! Adesso suo padre avrebbe pensato che l’idea era venuta a lui perché non vedeva l’ora di vederlo, ma piuttosto avrebbe ingerito un cestino pieno di scorpioni vivi.

    «Non potevo lasciarti qui da solo, prova a capirmi».

    «Ho diciassette anni, sono responsabile. Questo significa non avere fiducia in me», mugugnò, incrociando nuovamente le braccia al petto, ufficialmente offeso.

    Ma Simone non si arrabbiò, infatti si limitò a sorridergli dolcemente. «Sei così carino quando fai l’ometto cresciuto».

    «Non chiamarmi ometto», brontolò, arrossendo furiosamente.
    «Il mio piccolo e dolce Tomi». Simone rise di gusto, vedendo le guance di suo figlio prendere definitivamente fuoco.

    Una volta terminata la cena se ne andò dritto a letto. Non c’era stato verso di far cambiare idea a sua madre, era più cocciuta di un mulo; così mentre lei se ne andava a rincorrere leoni e giraffe, lui era costretto a passare tre lunghissimi, interminabili e orribili mesi a casa di suo padre, subendo chissà quali atroci forme di tortura.

    Ma perché era tanto sfigato?

    Afferrò il cellulare e mandò un messaggio a Peter, sperando che il suo amico avesse a cuore il suo triste destino e lo rapisse, accogliendolo in casa sua come un deportato.

    Mia madre mi spedisce dal nazista per tutta l’estate! Ti rendi conto?!
    Peter lo chiamò un paio di minuti dopo, e si fece raccontare tutto per filo e per segno.


    «Hai provato a dissuaderla?».

    «Sì». Sospirò sconsolato, giocherellando con il proprio lenzuolo. «Ho anche minacciato di non mangiare più, e invece lei mi ha messo il biglietto del treno sopra la mano e mi ha sorriso. Non posso passare l’estate da mio padre, per la miseria! Ma non ce l’ha un cuore?».

    «Evadi!», gli suggerì Peter, esperto com’era nell’arte di svignarsela dalla finestra di camera sua. «Prepara una sacca e ce ne andiamo da qualche parte, tu ed io. Faremo un’estate on the road; che te ne pare?».

    «Sarebbe davvero una figata!», esclamò entusiasta. Lui e Peter in giro… sì, come due poveri barboni senza un soldo in tasca, a vivere di stenti per tre mesi, senza un posto dove dormire. Non sapeva quale vacanza scegliere! «Ma non posso… mia madre si preoccuperebbe troppo, e magari non andrebbe più in Africa. Ci tiene un sacco a questo viaggio… Grazie comunque Pete, sei un amico».

    «Sappi che hai tutto il mio sostegno morale T, posso comprendere il tuo dolore».

    Tom sospirò pesantemente e chiuse la telefonata. Povero lui, ma che male aveva fatto al mondo per essere trattato in quel modo? Quello era un vero e proprio accanimento contro la sua persona!
    Fissò afflitto il soffitto della stanza, socchiudendo gli occhi, convinto del fatto che avrebbe passato tutta la notte a fare incubi tremendi su quella vacanza degli orrori.

    Due giorni dopo sua madre lo aveva accompagnato alla stazione, facendo così sfumare i suoi piani di fuga; all’ultimo momento aveva deciso di fare l’egoista e seguire il consiglio che gli aveva dato Peter, ma Simone era molto più sveglia di lui, ed era rimasta al suo fianco fino a quando non era salito sopra il treno.

    «Fai il bravo Tomi!», gli urlò, ferma sulla banchina. «La mamma ti vuole bene!»

    Tom fece una smorfia e accese il suo portatile, collegandosi ad internet. Per un momento pensò di aspettare che sua madre andasse via e scendere dal treno già in corsa, ma poi capì che era un’idea davvero pessima, e rischiava di rompersi in mille e un pezzo. Entrò su Twitter e scrisse un post, rendendo partecipe il mondo della sua immensa sofferenza.



    Povero lui, era ben consapevole del fatto che aveva davanti tre mesi d’inferno, ma non immaginava che sarebbe stato molto peggio!

    ***



    La scuola era ormai agli sgoccioli, e questo stava a significare una sola cosa: le vacanze estive erano alle porte! A differenza di tutti quegli sfigati che utilizzavano quegli ultimi giorni per studiare come matti nel tentativo di salvare il salvabile, lui poteva rilassarsi tranquillamente, perché era quello con la media più alta in classe.

    Osservò il proprio riflesso nel vetro della finestra, fregandosene altamente di quello che stava succedendo all’interno dell’aula; il professore non lo richiamò all’attenzione, perché uno come lui poteva permettersi di non seguire il ripasso che stava facendo. Era uno dei privilegi di essere il più intelligente in mezzo ad un branco di zoticoni ignoranti.

    Non appena suonò la campanella della ricreazione, Bill si alzò dal proprio posto, e uscì dall’aula, trovando Kristal proprio lì fuori, ferma ad aspettarlo.

    «Che palle, biologia non finiva più», si lamentò la biondina, seguendo il suo amico in cortile. «Non capisco perché continuano a farci sorbire queste inutili lezioni, ormai la scuola è finita. Dovrebbero lasciarci liberi! Se devo memorizzare ancora una sola formula giuro che do di matto».

    Bill fece spallucce e puntò verso il muretto che occupavano sempre. Nessuno osava avvicinarcisi, a parte loro, anche perché non erano nemmeno così stolti da provarci, in quanto conoscevano bene le conseguenze che sarebbero scaturite da quel gesto tanto folle.

    Kristal tirò fuori la lima, e cominciò a passarla pigramente sulle unghie. «Sai già cosa farai quest’estate?», gli domandò, giusto per parlare di qualcosa.

    «È meglio non toccare l’argomento!», esclamò seccato, mentre scrutava il cortile gremito di persone, senza un reale interesse. «Pensa che i miei, ieri sera, mi hanno comunicato che avremo un ospite, e resterà per tutte le vacanze».

    «Qualche vecchio parente?», gli chiese la biondina.

    «Peggio! Il figlio del mio patrigno». Bill fece una smorfia, storcendo il naso. «Di sicuro mi costringeranno a passarci del tempo assieme, come se io non avessi già un mucchio di impegni! L’essere coetanei non ci rende automaticamente amici per la pelle».

    «Magari è un tipo carino», ipotizzò Kristal, facendo spallucce.

    «Non mi importa un fico secco di come sia! Può anche essere il ragazzo più figo di tutta la Germania, io ho già su chi posare gli occhi».

    «Ho capito, non c’è bisogno che tu faccia tanto l’acido».

    «Avresti dovuto sentirli ieri sera, quando me l’hanno detto», le disse, scioccando la lingua. «Devi essere gentile con lui, Bill», scimmiottò sua madre. «Sono sicura che tu e Tom andrete d’accordo e farete subito amicizia. Che palle! Non ho alcuna voglia di fare da babysitter a questo tizio, magari è uno di quei fanatici, nerd o chissà che altro».

    Kristal rise, beccandosi un’occhiataccia da parte del moro. «Non essere subito pessimista», gli consigliò lei, «magari è uno a posto per davvero. Non puoi dirlo senza conoscerlo».

    «Beh effettivamente non lo conosco», convenne, tamburellando le dita contro il mento. «Si fa sentire un paio di volte all’anno, ma ci parla sempre e solo Jörg, dunque non saprei nemmeno che tipo di voce abbia».

    «Se è sexy mi prenoto subito». Sogghignò la biondina, tenendo fra i denti la punta della lingua.

    «Se avesse una vagina non lo degneresti di uno sguardo», replicò lui, maligno. In fin dei conti non stava dicendo alcuna bugia; era risaputo che Kristal fosse una ragazza decisamente facile, e lei non sembrava affatto nasconderlo, anzi ne faceva un vanto personale.

    «Se avesse una vagina nemmeno tu lo degneresti di uno sguardo».

    «Per me non fa alcuna differenza», minimizzò Bill, scrollando le spalle. «Alla fine gli darò giusto un briciolo di attenzione, per far contenti i miei, altrimenti mi romperebbero le palle. Ma se credono che io lo porti in giro insieme a me se lo scordano completamente. Dio, ma ti immagini?».

    «Scandaloso», commentò la biondina, con ironia.

    «Esattamente!», convenne lui, annuendo appena. «E poi quando sto con Dimitri non ce lo voglio tra i piedi; non mi eccita il sesso di fronte ad un pubblico». Osservò Kristal mentre inarcava un sopracciglio. «Ok, ok… mi eccita! Ma non se si tratta di un mio pseudo parente, anch’io ho un limite oltre al quale non mi spingo».

    «La cosa mi risulta piuttosto difficile da credere», commentò la ragazza, ridacchiando divertita.

    «Ha parlato la Vergine Maria!», commentò Bill, dandole una leggera spinta. «Tu non sei di certo più pudica di me, mia cara. Chi è che ha provato ad infilarmi una mano dentro ai pantaloni?».

    «Ero ubriaca!», esclamò Kristal, arrossendo per l’imbarazzo.

    «Certo». Sogghignò Bill, stirando le labbra in un sorrisino. «Lo eri anche quando mi hai proposto di scopare? Ma in fin dei conti non ti biasimo», le disse, scrollando le spalle. «Qui tutti vorrebbero farlo, maschi e femmine, comprese».

    «Scendi dal piedistallo, Narciso», gli disse la biondina, dandogli una leggera gomitata. «Dobbiamo rientrare».

    «Spero che questa giornata finisca presto», commentò, seguendo la sua amica verso l’ingresso. «Dimitri mi ha promesso che questa sera mi avrebbe scopato così tanto da non riuscire a farmi sedere per almeno una settimana».

    «Come siete romantici!», esclamò Kristal, roteando gli occhi verso il cielo.

    Due giorni dopo arrivò il fatidico momento, che sopraggiunse decisamente in modo inaspettato, visto che Jörg non immaginava di ritrovarsi suo figlio in giardino, schiacciato dal loro cane, proprio quel pomeriggio.

    Lui si era completamente scordato dell’arrivo del fratellastro, e se ne stava beatamente in camera sua ad ascoltare la musica, con gli auricolari piantati dentro le orecchie.

    Mosse la testa seguendo il ritmo della musica di Nena, e canticchiando parole sconnesse di tanto in tanto, mentre sfogliava una delle sue riviste di moda. Aveva applicato dei post it ad alcune pagine, in modo da poter ritrovare i modelli che gli erano piaciuti di più, per provare poi a ricrearli sul suo blocco da disegno, che nessuno, escluso lui, aveva mai visto.

    Con il volume al massimo non si accorse che sua madre lo stava chiamando da circa cinque minuti, fino a quando non gli toccò una gamba, facendolo spaventare.

    «Che vuoi?», le domandò, sfilandosi gli auricolari dalle orecchie. Diamine, sentiva i battiti del cuore anche sulla punta delle dita. Ci era mancato poco che gli venisse un infarto.

    «Tesoro è arrivato, non vuoi scendere a salutarlo?».

    «È già qui?», chiese in tono lagnoso, roteando gli occhi. «Ok, ok… se proprio devo».

    «Sii gentile con lui», si raccomandò sua madre, mentre cercava di fargli una carezza, ma Bill le scansò via la mano, alzandosi dal proprio letto.

    «Una cosa rapida, ho ben altro da fare e non ho voglia di sprecare del tempo in modo tanto inutile», borbottò, seguendola fuori dalla stanza. Scesero insieme le scale, ma lui rimase ad alcuni gradini di distanza.

    «Eccoci qui!», esclamò allegramente Doris, mentre si accomodava accanto a suo marito.

    Bill fece finalmente il suo ingresso in cucina, e spostò lo sguardo sul suo fratellastro, seduto a tavola. Dio, era vestito proprio come un vero sfigato! Se avesse saputo che gli sarebbe toccato vivere sotto lo stesso tetto di quello pseudo Sean Paul si sarebbe rifiutato categoricamente, sbarrando porte e finestre.

    Rimase in silenzio, mentre sentiva lo sguardo del moro ripercorrere ogni centimetro del suo corpo ai raggi x, quasi gli stesse facendo una radiografia. Hai capito il fratellastro… Chissà che filmini stava partorendo in quel momento dentro la sua testa, e ovviamente lui non perse l’occasione per giocare un po’, sfoderando un sorrisino malizioso, mentre, con molta probabilità, il nuovo arrivato lo stava spogliando mentalmente.

    «Tesoro lui è Tom. Ricordi? Te ne abbiamo parlato; resterà qui con noi per tutta la durata delle vacanze».

    «È un vero piacere», gli disse quello, sorridendogli a sua volta.

    «Piacere, io sono Bill».

    Lo fissò palesemente divertito, mentre la sua espressione cambiava drasticamente; da giovane e rampante playboy, mutò in uno a cui era appena passato un terribile fantasma proprio di fronte al naso.

    Vederlo poi crollare a terra, come un sacco di patate, fu assolutamente esilarante! Chissà, magari quell’estate si sarebbe rivelata più divertente del previsto.

    Ed era solo l’inizio…



    Note finali: E salve a tutte! Mannaggia volevo postarla ieri, come una sorta di regalino per l'anno nuovo, ma essendo pigra me ne sono completamente dimenticata XD anche perché stavo lavorando ad altro.
    Se siete arrivate fino a qui complimenti! L'avrete capito da sole che è una stronzata XD ma va beh, mi andava di fare una sorta di "com'erano prima", poi durante la cena di Natale dovevo pur fare qualcosa, piuttosto che ascoltare i miei zii che tentavano di accasarmi col cameriere minorenne. Beh spero che almeno un pochino vi sia piaciuta (: Un bacio! (Comunque non temete, sto lavorando anche al sequel!)

    Edited by Redda - 16/6/2012, 14:27
     
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    rende me più triste.
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    Stai lavorando al SEQUEL?!
    Cioè io finisco di leggere questo Spin Off e leggo una notizia simile e vuoi che commenti quello che ho letto?! D:
    Oddio, Reddì ç_ç Mi è mancata questa storia, sai?
    Beh, su questa Shot non ho molto da dire, se non che migliori sempre di più a scrivere! E che adoro lo scambio di battute tra Bill e Kristal XD
    Mi mancava Bill così D: Non pensavo l'avrei mai detto, ma è vero ò_ò Sono impazzita X'D

    CITAZIONE
    Vederlo poi crollare a terra, come un sacco di patate, fu assolutamente esilarante!

    Giuro che ho riso come quando l'ho letta la prima volta dal punto di vista di Tom XDDDDD

     
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  3. Pink Sniper96
     
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    scrivi divinamente *w*...spin off davvero carino e scorrevole nella lettura.Questo mini riassunto dei giorni prima del loro incontro è esilarante,certo che Bill e Dimitri proprio una coppia dolce e romantica
    CITAZIONE
    «Dimitri mi ha promesso che questa sera mi avrebbe scopato così tanto da non riuscire a farmi sedere per almeno una settimana».

    .___. ... ma per fortuna che arriva Tom che poi gli sconvolgerà la vita <3. Aspetto con ansia il sequel image
     
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  4. Redda
     
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    Sì, sto lavorando al sequel di ALS, ma per ora ho giusto i primi due capitoli in bozza, perché purtroppo non ho molto tempo per starci dietro >.< XD un pò del Bill stronzo dovevo rimettercelo per forza, l'ho ammorbidito parecchio, e mi mancava da morire quel suo brutto carattere XD Grazie (:

    XDD ah beh si, quei due erano proprio l'esempio di romanticismo per eccellenza. Fortuna che poi è arrivato Tom a salvare la situazione! Grazie (:
     
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  5. camcambe
     
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    ero contenta quando ho letto che era uno spin off della mia ff preferita, ero contentissima quando ho finito di leggerlo, ora che ho letto del sequel sto saltellando come una bimba di 5 anni per casa!! sisisisisi! non potevi darmi notizia migliore!
    *si prostra ai suoi piedi reverente*
     
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  6. Redda
     
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    XDDD è in occasioni come queste che mi sento molto babbo natale XD no scherzi a parte, ti ringrazio (:
     
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  7. ;Feelyouinadream.
     
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    Grande, grande, grande!
    Dio, Kristal mi ha fatto morire ahahah
    Divina, complimenti, è uno sballo ritornare alle origini.

    ...e in effetti.. ALS mi manca tanto ç_ç
     
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  8. Redda
     
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    Grazie mille per il commento (:
     
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  9. ;KeepLookingHoney_
     
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    Yeah!!
    I liked it!
    Cazzo l'ultima notizia mi ha resa felice *O*
    Il tanto atteso sequel *OOOOOOO*
    Non vedo l'ora **


    Ok questo commento è decisamentei ndecente ma non riesco a fare di meglio, momentaneamente XD
    Perciò alla prossima, sperando che sia presto **
    Kuss!
     
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  10. Redda
     
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    Cercherò di fare il possibile, grazie (:
     
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  11. DiANaReN
     
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    Calme tutte
    ferme ferme ferme ferme!!
    Red scrive e Io non vengo informata???
    sacrilegiooooo
    naturalmente sto scherzando!!
    ma meno male che me ne sono accorta!!!!
    Leggo ora!! poi ricommento XD
    ciauuuu XD

    lavorando al sequel??
    *muore*
     
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  12. N a n y ;
     
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    Oddio **
    Finisco di leggere questo Spin-Off e mi trovo scritto che stai lavorando al sequel, ma io collasso!

    Comunque davvero carino questo Spin-Off!
    Meno male che poi arriva Tom a sconvolgere la vita di Bill ahahah
     
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  13. ~ Nene •
     
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    Mi stava sfuggendo, ce ne rendiamo conto? Quante e quali pene mi sarei poi dovuta autoinfliggere per riparare ad un simile danno? O___O
    Ho voglia di fare un commento a citazioni, quindi verrà fuori qualcosa di osceno, lungo e privo di senso, ma è "il bello della diretta" no?! (;

    Partiamo col dire che le due immagini del banner ci stanno a pennelo. Bill provocatore da una parte e Tom abbattuto dall'altra, ottima scelta (:
    Detto questo diamo il via al delirio!

    CITAZIONE
    ma poi arrivava Peter a distrarlo, e la sua soglia di attenzione colava a picco, raggiungendo un livello sotto allo zero

    Peter ç__ç Iniziamo già bene ç____ç Quanto avrei voluto un compagno di classe così ç__ç quasi quasi me ne cerco uno uguale all'uni e gli domando se vuole essere il mio Peter *-*

    CITAZIONE
    Da lì nacque The King

    Primo momento "occhi lucidi" arrivato! Ho avuto il flash di quando disegnerà poi i suoi occhi e olè, non ho capito più nulla.

    CITAZIONE
    «Per fortuna ci sono le ragazze», commentò Tom, facendo un tiro.

    Ahahahahaah, no davvero ahahahahahahah Quante cose ancora non sai caro Tom <3

    CITAZIONE
    «Vedremo chi riderà per ultimo, quando mi vedrai accanto alla ragazza più bella che tu abbia mai visto sulla faccia della terra»

    Be' non ci è andato poi così lontano. Al più bella che tu abbia mai visto sulla faccia della terra ci siamo, peccato vada al maschile. Ma alla fin fine son sottigliezze xD

    CITAZIONE
    «In verità ho qualcosa in ballo con mio cugino, ma conoscendolo non faccio molto affidamento sulla sua parola. Dunque penso che resterò a farti compagnia, sei contento?». Gli afferrò la guancia tra le dita, facendogli un buffetto. «E dillo che sei contento».

    No ditemi, non è amore? Tanto tanto amore? *_______*

    CITAZIONE
    lui era costretto a passare tre lunghissimi, interminabili ed orribili mesi a casa di suo padre, subendo chissà quali atroci forme di tortura.

    Le conosciamo bene quelle atroci forme di tortura

    CITAZIONE
    «Ok, ok… mi eccita! Ma non se si tratta di un mio pseudo parente, anche io ho un limite oltre al quale non mi spingo».

    Ahahahahaahah questa è davvero carina. Ma proprio tanto ahahahahah

    CITAZIONE
    Dimitri

    Il MALEEEEEEEEEEE. Mi è bastato leggere il nome due volte che sono comparsi i primi tic nervosi ò___ò

    CITAZIONE
    Ed era solo l’inizio…

    Ed ecco il secondo momento "occhi lucidi" che si sta trasformando in "cascate del Niagara fai da te". Mi è passata davanti tutta l'estate, il saluto, il natale e tante altre immagini presenti solo nella mia fantasia.
    Quanto mi sono mancati e quando mi mancheranno. Tomibelculetto continua ad avere il suo posticino speciale nel cuore ♥

    Sto commento è venuto peggio di quanto ci si potesse aspettare eh? Ammettiamolo =_____=
     
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  14. Redda
     
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    D: ma se dico che non avevo visto i commenti e rispondo otto mesi dopo? DDDDD: chiedo non venia, venissima! Comunque grazie a tutte, veramente (: e comunque sì sto lavorando al sequel xD spero di riuscire a postarlo il prima possibile. Grazie ancora!
     
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  15. Vale Ti Key
     
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    Ho fatto tardi a commentare???? O_O ma chi se ne frega xD Io sta FF l'ho sognata la notte, mi facevo i film in testa di come si sarebbe comportato Dimitri con Bill....oppure se Tom avrebbe fatto qualcosa per allontanarlo da quella gente ç___ç insomma...sapere che stai lavorando al sequel mi accende un fiamma dentro di emozioni...è così bella questa storia...che a volte ancora mi ci fermo su a pensarla *-* continua appena puoi...!
     
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15 replies since 2/1/2011, 18:23   482 views
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