Lose you

Angst, Maliconico, Lime, Smut, Light Kink, Bondage.

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  1. PinaKaulitz88
     
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    Titolo: Lose you.
    Autore: Pina.
    Rating: Nc17.
    Avvisi: Lime, Smut, Light Kink, Bondage.
    Genere: Angst, Maliconico.
    Riassunto:
    Ancora mi sembra irreale l’averti avuto e perso, come un incubo da cui ti risvegli in lacrime.
    Come un brutto incubo che, purtroppo, è la realtà in cui ti ritrovi tuo malgrado a vivere.
    Passo i miei giorni nella prigione invisibile che è diventata il mio amore per te, nella speranza vana di viverti ancora.
    Disclaimers: Bill e Tom non mi appartengono ed io non scrivo a scopo di lucro o diffamazione. Non hanno fatto e non fanno ciò che è qui descritto.



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    Lose you.




    Appoggio la fronte contro il vetro freddo.
    Piove anche oggi.
    Il pianto silenzioso del cielo sembra penetrarmi dentro mentre lo sconforto ed il disagio si fanno sempre più acuti. Devo convivere con ciò che mi distrugge, faccia a faccia con la sofferenza in ogni singolo istante.
    Ancora mi sembra irreale l’averti avuto e perso, come un incubo da cui ti risvegli in lacrime.
    Come un brutto incubo che, purtroppo, è la realtà in cui ti ritrovi tuo malgrado a vivere.
    Passo i miei giorni nella prigione invisibile che è diventata il mio amore per te, nella speranza vana di viverti ancora. Nella fervida illusione di sentire che tu provi qualcosa per me.
    Sono cosciente che i tuoi sentimenti per me non si sono mai avvicinati – nemmeno lontanamente – all’amore, so che non avresti mai potuto fare parte della bella favola che avevo costruito nella mia testa, ma non riesco ad accettarlo.
    Non riesco a farlo perché ho sempre vissuto con te, per te e di te. Non c’è mai stato e non ci sarà mai nessun altro; invece, tu hai trovato facile e naturale costruirti una vita di cui non posso fare parte.


    ***




    Anche quel giorno pioveva a dirotto e noi ci trovavamo a correre sotto le gocce d’acqua impazzite, completamente camuffati e inzuppati. Di certo, non era stata un’idea brillante voler fare un giro senza bodyguards al seguito in una giornata come quella ma era stato molto divertente correre per le vie di Parigi come due ragazzi sconosciuti e “normali”.
    Tornammo nel backstage del palazzetto ansanti e gocciolanti e corremmo in camerino per toglierci i vestiti fradici e asciugarci; pensai che quella fosse l’occasione giusta per attirare la tua attenzione sulla mia persona.
    Era da anni che nutrivo dei sentimenti profondi per te, che ti amavo in silenzio non trovando mai l’occasione e, soprattutto, il coraggio di fartelo capire.
    In quel momento, sfoderare le mie armi di seduzione mi sembrò un buon espediente così misi da parte l’imbarazzo che mi imporporava le gote ancora umide e cominciai ad abbassare la zip della felpa che portavo con studiata lentezza.
    Sfilai le braccia dal tessuto bagnato una per volta e lasciai cadere, con grazia, l’indumento dal mio corpo. Liberai il mio torace dalla maglietta leggera, gettandomela alle spalle con un gesto deciso per poi passare a sbottonare la cintura e i jeans.
    I tuoi occhi si concentrarono sulla mia figura con una luce ben diversa ad illuminarli ed io mi bloccai, come pietrificato.
    Il tuo sguardo si posò su di me come una languida carezza e mi fece tremare da capo a piedi.
    Ti avvicinasti a me con dei passi lentie fluidi e ti fermasti ad una ventina di centimetri dal mio corpo seminudo. Il mio cuore, intanto, aumentava i battiti e le mie guance erano in fiamme.

    << To… Tom>> balbettai emozionato mentre il palmo della tua mano destra mi si posava su una guancia.
    Fremetti.
    << Non mi ero mai reso veramente conto di quanto fossi bello, di quanto la tua pelle fosse luminosa e liscia.>> sussurrasti con voce calda.
    Le tue dita scivolarono giù per il collo e si fermarono sul mio petto, nel tuo sguardo ardeva un fuoco che sapevo mi avrebbe travolto irrimediabilmente. Scendesti ancora, i tuoi polpastrelli in corrispondenza del mio ventre piatto.
    Sospirai piano sentendo il calore invadermi come lava che scorreva impazzita nelle mie vene.
    I nostri visi si avvicinarono e percepii l’accostarsi l’uno all’altro dei nostri corpi. Avvolsi con dolcezza le tue spalle nelle mie esili braccia e mi specchiai nelle tue iridi infuocate, il tuo respiro che si fondeva al mio. Così vicini, la distanza di un soffio tra le nostre bocche.
    << BILL! NATALIE TI ASPETTA PER IL TRUCCO!>> la voce di David ci fece sobbalzare e prendere le distanze.
    << Stasera, nella tua stanza.>> mi sussurrasti, con malizia.
    Col viso in fiamme lasciai il camerino dentro il quale avevi appena dato inizio ad un sogno ambientato in quella che era la mia realtà… A quella che credevo fosse la nostra realtà.


    Il tuo bussare leggero mi fece arrivare il cuore dritto in gola. Istintivamente, mi strinsi le ginocchia al petto, sconquassato dal suo battere furioso.
    Ti vidi entrare, un sorriso malizioso a curvare le tue labbra piene.

    <<ciao, posso?>> mi chiesi, sorridente.
    << Si.>> risposi imbarazzato.
    Ti sedesti accanto a me e mi scostasti una ciocca di capelli che mi ricadeva davanti al viso. Mi voltai per guardarti, il tuo respiro caldo mi inebriò facendomi girare la testa. Dischiusi le labbra, in attesa; speravo che mi baciassi, ardevo dal desiderio.
    Sentii la tua mano dietro la mia nuca e la tua bocca poggiarsi, calda e umida, sulla mia. Mi persi in quel bacio, nel vorticare frenetico delle nostre lingue, nei nostri sospiri affannati.
    Ci rotolammo sul grande letto matrimoniale mentre i vestiti abbandonavano i nostri corpi bramosi di possedersi. Posasti le tue labbra su ogni centimetro della mia pelle, lambendola con sensuale delicatezza. Io ero incantato dal tuo tocco e dal tuo corpo nudo contro il mio, era come una magia: era la nostra magia. Mi perdevo e mi ritrovavo fra le tue braccia, rispondevo ai tuoi baci e accarezzavo il tuo corpo in uno stato di febbrile eccitazione.
    Ti togliesti la bandana che portavi e me la posizionasti davanti agli occhi, bendandomi con gesti delicati. La sorpresa si fece strada in me nell’istante in cui mi abbandonai nelle tue mani, rotolando pancia in giù sul materasso.
    Dopo pochi istanti, un leggero solleticare di piume mi colse piacevolmente impreparato, scatenando la mia ilarità e costringendomi a contorcermi fra le lenzuola. La tua risata cristallina accompagnava la mia mentre continuavi a solleticarmi, lungo la schiena, sui miei glutei sensibili. Il non sapere cosa avresti fatto dopo rendeva il tutto incredibilmente eccitante, la mia totale fiducia in te mi permetteva di assaporare ogni attimo.
    La tua lingua sostituì ben presto le piume facendo ardere il fuoco dentro di me, la mia intimità pulsava incontrollata quando mi portasti, delicatamente, in posizione supina.
    Un gridolino uscì dalla mie labbra quando qualcosa di bagnato e freddo mi scivolo giù per il petto e arrestò la sua corsa fra i miei riccioli biondi. Il ghiaccio che si scioglieva piano contro la mia pelle calda. Gemetti sonoramente per il delizioso contrasto con la mia temperatura.
    Ma, essenzialmente, ciò di cui godevo era il fatto che eri tu a provocarmi tutto quel piacere.
    Il tuo dolce peso posizionato d’improvviso sul mio corpo mi fece sussultare, mentre la tua erezione scivolava fra le mie cosce. L’emozione mi sopraffece: stavi per entrare dentro di me, per fondere la tua anima con la mia. Mentalmente, cercavo i tuoi occhi, avevo bisogno di specchiarmi nelle tue iridi ambrate.
    << Voglio guardarti>> dissi soltanto.
    Mi togliesti la bandana da davanti gli occhi e la visione del tuo corpo nudo incastrato perfettamente col mio fu capace di incendiarmi del tutto. Non ero più padrone delle mie azioni, ma schiavo della passione.
    E di quell’amore quasi ultraterreno che ho sempre provato per te.
    Sentivo il mio cuore battere all’unisono col tuo, il mio corpo fremere in simbiosi col tuo.
    Ti accolsi fra le mie gambe senza remore e senza riserve, conscio che avrei potuto essere solo e soltanto tuo. I tuoi movimenti dentro il mio corpo mi regalarono un’estasi che non avevo mai raggiunto prima. Il piacere più grande, la pace più assoluta.

    Quella fu la notte più bella della mia vita.
    I sentimenti che provavo per te erano così profondi, così totalizzanti, da penetrare in ogni recondito angolo del mio essere. Così forti da farmi credere che sarebbe stato per sempre.
    Da quel giorno, era diventata una piacevole abitudine ritrovarci ogni sera nella mia stanza. Parlavamo, ridevamo, ci amavamo.
    Ed io pensavo davvero che non sarebbe mai finita. Sbagliavo di grosso, ovviamente, ma in quei momenti stupendi non badavo a nulla, così come tu non coglievi il brillare dei miei occhi ogniqualvolta incrociavano i tuoi.

    La fine, purtroppo, arrivò più presto del previsto sotto le sembianze di una giovane donna dai capelli rossi e lo sguardo vispo.
    Ero andato a fare shopping, accompagnato – per la prima volta – da te. Mi sentivo incredibilmente felice anche perché il nostro rapporto sembrava funzionare a gonfie vele.
    Non mi avevi mai detto che mi amavi ma pensavo che fosse questione di tempo, davo per scontato che sarebbe accaduto.
    Mai convinzione fu più falsa di quella.
    Eravamo usciti da poco dall’atelier di Gucci e proseguivamo lungo il marciapiede, la pioggia battente che falsava la visuale del mondo intorno a noi.
    L’urto fu improvviso e abbastanza violento, mi girai verso di te ma eri già fondoschiena a terra con accanto una ragazza capelli rossi che si lamentava di provare dolore alla caviglia.
    Sbottai infastidito da quell’incidente di percorso che, mentalmente, era già stato archiviato come senza importanza. Peccato che, invece, avrebbe rivestito un’importanza tale da rivoluzionare la mia vita e ridurla ad un cumulo di macerie.
    Mi sembrò un atto di dovuta gentilezza portare Sheila – così si chiamava la ragazza - all’ospedale e farti lasciare il suo numero di cellulare per poterti successivamente informare sulle sue condizioni di saluto. Non avrei potuto certo immaginare che telefonate e visite sarebbero diventati sempre più frequenti.
    Che lei ti avrebbe portato via da me.
    Man mano che i giorni passavano, i nostri momenti d’intimità diminuivano, le attenzioni che mi dedicavi si facevano sempre più scarse e la mia gelosia verso quella parte della tua vita che avevo capito mi tenevi nascosta mi consumava dentro.
    Avevi sempre meno tempo per me, il mio sole personale coperto da nuvole nere e minacciose.
    La notte prima della mia irrimediabile fine ti aspettai invano, rigirandomi nel letto per buona parte della notte. Mi mancavi terribilmente e una sgradevole sensazione si impadronì di me.
    La mattina dopo trovai un bigliettino sul cuscino: eri uscito presto e non avevi voluto svegliarmi per dirmelo. Eri andato da Sheila.
    L’ennesima volta.

    << Tomi, sei tornato finalmente!>> mi avvicinai a te e, con dolcezza, cominciai a massaggiarti le spalle contratte.
    Ti irrigidisti a quel contatto e, dentro di me, sentii qualcosa frantumarsi.
    << Cos’hai? Sei strano da qualche giorno a questa parte>> ti chiesi fronteggiandoti.
    << Bill, senti… Io… Noi… Siamo fratelli, non può andare avanti.>> eri impacciato ma convinto di quelle tue devastanti parole.
    << E da quanto ti importa di questo? Da quando hai conosciuto quella stupida ragazza?>> sbottai, ferito nel profondo e in collera col destino.
    << Non parlare di lei in quel modo!>> replicasti, scuro in volto.
    << La ami?>> ti chiesi, affranto.
    Il tuo silenzio mi ferì più di qualsiasi risposta.

    Bastarono quelle poche frasi imbarazzate a sgretolare senza pietà la mia esistenza.
    Aveva vinto lei.
    Io non ero riuscito a farmi amare in ventuno lunghi anni di simbiotica convivenza, lei invece ti aveva rubato il cuore nel giro di qualche settimana.
    Le conferenza stampa per annunciare il tuo fidanzamento con Sheila, il matrimonio e tutto il resto, mi hanno trasformato in un automa che compie i gesti quotidiani senza testa, né cuore.
    Sempre condannato a starti accanto, a recitare ogni volta la parte del fratello e del cognato felice, del testimone di nozze e – ben presto – anche quello dello zio. A dispensare sorrisi e belle parole quando, nelle interviste, mi chiedevano di te e lei.
    Destinato ad annegare nella mia stessa sporca falsità fino alla fine dei miei giorni.


    ***




    Il medico esce dalla sala parto, ansante e con un ampio sorriso sul volto stanco.
    << E’ una femminuccia, signor Kaulitz.>> mi comunica sorridente mentre io continuo a sprofondare in un’amarezza senza fine.
    Il dolore mi sta prosciugando l’anima fino all’ultima goccia.
    Dopo una quindicina di minuti, mi permettono di entrare nella stanza dove hanno portato Sheila e lo sguardo di Tom è una lama che trapassa il mio povero cuore già ridotto in frantumi.
    Così pieno d’amore per lei, così indifferente verso la mia sofferenza interiore.
    In questo felice quadretto familiare per me non c’è posto. Io sono soltanto il fratello di Tom, lo zio della piccola creatura a cui stanno dedicando i loro sorrisi più dolci.
    Niente di più.
    Ho solo il tuo affetto fraterno e questo dovrò farmelo bastare, per tutta la vita.
    Le lacrime mi pizzicano gli occhi e ho bisogno di fare appello a tutta la mia forza di volontà per ricacciarle mentre mi avvicino alla bimba. E’ così piccola, così dolce.
    I suoi occhioni nocciola mi scrutano curiosi per qualche istante, sono identici ai tuoi.
    Una morsa d’acciaio mi stringe lo stomaco mentre mi complimento con te e Sheila, mentre cerco di condividere quella gioia che non sarò mai capace di fare mia.
    Con una scusa qualsiasi lascio la stanza, incapace di restarvi un attimo di più.
    Devastato, mi avvio verso l’uscita senza avvisare mia madre e Gordon ed esco sotto la pioggia battente lasciandomi avvolgere dal suo bagnato abbraccio.
    Alzo gli occhi al cielo per poi iniziare a correre, la vista appannata dalle lacrime e lo scrosciare dell’acqua che mi rimbomba nelle orecchie.
    Sembra di essere tornati indietro a quel giorno, con te che accanto che ridevi mentre io arrancavo non riuscendo a raggiungerti.
    A quel giorno in cui, in camerino, è iniziato tutto.
    A quel giorno che non rivivrò mai più.


    The end.






    Note dell’autrice:
    Ed eccomi qua con una nuova OS ^^
    La mia mente si è lasciata trasportare ed è nata questa storia malinconica e piena di amore e sofferenza.
    Un dramma vissuto con lucida consapevolezza, un Bill che ripercorre i momenti salienti della sua “storia” con Tom… Che non potrà mai smettere di amarlo.
    Spero vivamente che l’abbiate trovata gradevole e vi ringrazio per aver letto!

    Un bacione e felice anno nuovo <3
     
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  2. *ValeryVampire*
     
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    cacchio è stupendaaaaaaaa *_____*

    oddio tristissima ma veramente bella, mi sembrava di sentire dentro di me le sensazioni di Bill e mi sono quasi messa a piangere alla fine...
    poi è scritta benissimo come al solito...
    complimenti!!!!

    avevo già letto Dark Love ma non l'ho mai commentata perchè, essendo moooooooolto debole di stomaco, non l'ho potuta apprezzare a 360° ma anche quella è stata stupenda...
    cioè ho colto ora l'occasione di dirtelo >.<

    comunque, bravissima^^

    un bacio, valery
     
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  3. PinaKaulitz88
     
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    Ciao Valery *_*
    Che piacere leggere il tuo commento! Ti ringrazio veramente tanto.

    Sapere che ti sei immedesimata in Bill mi rende fiera della mia OS perchè vuole dire che sono riuscita nel mio intento: coinvolgere e trasmettere emozioni ^^

    Non sapevo avessi letto anche Dark Love *saltella felice per la stanza* sono contentissima!!!

    Grazie ancora :wub:
    Un bacione!
     
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  4. *ValeryVampire*
     
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    leggo terdi... che testaccia che hoooo!!

    comunque pregoooo^^ l'ho apprezzata molto
     
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  5. PinaKaulitz88
     
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    :D :wub:
     
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  6. *HEILIG*
     
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    Oggi te ne ho commentata un'altra, più recente di questa, credo, e te lo ripeto: sei proprio brava.
    Da aggiunstare qualcosina nei tempi, tendi sempre ad accellerare un po', ma non è niente di che.
    Hai talento, perchè hai la capacità di comunicare le emozioni e i sentimenti e tendi alla riflessione...
    Brava, proprio brava sì.
     
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  7. PinaKaulitz88
     
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    CITAZIONE (*HEILIG* @ 23/2/2011, 12:45) 
    Oggi te ne ho commentata un'altra, più recente di questa, credo, e te lo ripeto: sei proprio brava.
    Da aggiunstare qualcosina nei tempi, tendi sempre ad accellerare un po', ma non è niente di che.
    Hai talento, perchè hai la capacità di comunicare le emozioni e i sentimenti e tendi alla riflessione...
    Brava, proprio brava sì.

    Ho letto e risposto al commento all'altra OS ^^

    Grazie per tutti i tuoi complimenti, sarò ripetitiva, ma non posso fare altro che ringraziarti per le tue bellissime parole!

    Come ho detto nell'altro topic ad Augenblick, la tendenza ad accelerare è una mia scelta stilistica nello scrivere le OS ma nelle prossime ho intenzione di imparare a rallentare un pò

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  8. Humanoid_Tomi Lover
     
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    awwwww è bellissima ma è anche triste...ç___ç
    Tom questo non lo dovevi fare...Sheila bah....Bill è molto meglio :asd:
    chissà come si chiama la bambina, solo a sapere che ha gli occhi di Tom mi viene una tenerezza immensa però =)
    Bravaaaaaaaaaaa!!!!!
     
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  9. PinaKaulitz88
     
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    Eh già, è veramente triste vedere come Tom abbia "scartato" Bill dalla sua vita :( ma ogni tanto una OS triste ci sta.
    Grazie dei complimenti!

    *abbraccia*
     
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8 replies since 30/12/2010, 01:29   247 views
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