Wake up! It's time to dream.

Angst, Romantico, Fluff.

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  1. PinaKaulitz88
     
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    Titolo: Wake up! It’s time to dream.
    Autore: Pina.
    Rating: G/PG.
    Genere: Angst, Romantico, Fluff.
    Riassunto:
    Alzò lo sguardo e lo puntò in quello di Tom, gli occhi lucidi, finalmente, dall’emozione.
    << Tom…>> un mormorio quasi impercettibile uscì dalle sue labbra semichiuse.
    Il fratello lesse nelle sue iridi ambrate ciò che stava per dirgli e ribatté prima che Bill potesse pronunciarlo.
    << Svegliati amore mio, è tempo di sognare>>
    Disclaimers: Bill e Tom come non mi appartengono ed io non scrivo a scopo di lucro o diffamazione. Non hanno fatto e non fanno ciò che è qui descritto.




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    Wake up! It’s time to dream.




    Anche quella mattina Bill si era alzato dal letto con gli occhi gonfi e un cerchio alla testa, aveva dormito malissimo in quell’enorme suite che gli era stata riservata. La sera prima si era raggomitolato in un angolo del lussuoso letto matrimoniale che troneggiava al centro della stanza e aveva stretto il cuscino forte tra le sua bracci, come se quel rettangolo di gommapiuma inanimata potesse placare il suo bisogno d’amore.

    Era famoso, ricco, ammirato, ma tutto questo non gli bastava, non gli era mai bastato. Si sentiva irrimediabilmente solo e triste, sognava che l’amore lo travolgesse: sognava di trovare la sua anima gemella. Però si era reso presto conto che il suo desiderio era terribilmente difficile da realizzare.
    Viveva immerso in una specie di torpore che non gli permetteva di vivere veramente, sempre in bilico fra finta euforia e una disperazione fin troppo reale. Era come se fosse caduto in un sonno profondo che gli impediva di mettere a fuoco la ragione della sua esistenza.
    Che non gli dava la possibilità di vedere davvero.
    Le sue giornate erano frenetiche: interviste, apparizioni in tv, servizi fotografici, meet&greet, concerti… Ma, quando la notte scendeva col suo scuro mantello, una voragine si apriva al centro del suo petto e iniziava a sanguinare. Dov’era l’anima gemella di cui parlava tanto nei suoi testi?
    La stava cercando disperatamente da quelli che, ormai, erano diventati anni e, ogni giorno che passava in sua assenza, la trasformava sempre di più in una figura evanescente.
    In fondo, non chiedeva molto: soltanto qualcuno da amare e da cui essere amato.

    Affondò i piedi nudi sulla moquette vermiglia e attraversò la distanza che lo separava dal bagno barcollando. Appena lo raggiunse, aprì il rubinetto della vasca con l’intento di farsi un lungo bagno caldo. Stava lì, lo sguardo fisso sull’acqua fumante che saliva di livello. Si immaginò di non essere solo in quella vasca e le lacrime tornarono a fargli compagnia. Con gli occhi offuscati dal pianto, spruzzò una piccola quantità di bagnoschiuma al suo interno, levò la maglietta e i pantaloncini e si immerse nell’acqua profumata di vaniglia.
    Appena il caldo liquido entrò a contatto con la sua pelle, socchiuse gli occhi, insofferente. Non sopportava i pensieri che affollavano la sua mente in quel momento.
    Strinse forte i pugni per poi fendere l’acqua, il dolore non accennava ad affievolirsi.
    Si ritrovò a singhiozzare convulsamente animato dalla sola voglia di dissolversi nel nulla, in quel nulla dal quale si sentiva di provenire e al quale credeva di essere destinato.
    Azionò l’idromassaggio per coprire il rumore causato dal suo pianto disperato, sperando che ciò potesse tagliarlo fuori dal mondo che lo circondava.

    Ma ciò, ovviamente, non poteva rivelarsi possibile poiché c’era qualcuno che pensava in continuazione a lui e non aveva certo intenzione di abbandonarlo a se stesso: questo qualcuno era suo fratello.
    Tom alloggiava nella camera accanto, comunicante con la sua.
    Non era raro che raggiungesse Bill nella sua stanza anche solo per cercare strappargli un sorriso. Era dello stesso intento anche quella mattina: entrò per vedere come stava il gemello e cosa stava facendo, esasperato dal continuo vederlo triste.

    La stanza era vuota - illuminata solo da pochi raggi di sole che entravano dai buchi delle persiane – e silenziosa, poteva percepire chiaramente il rumore della vasca idromassaggio e non solo quello: un altro suono, purtroppo familiare, rompeva il silenzio.
    Avrebbe riconosciuto quei singhiozzi anche in mezzo al frastuono. Troppe volte Bill aveva pianto per un amore mai avuto, per quell’amore che lui avrebbe potuto dargli da sempre.

    << Bill!>> lo chiamò una, due, tre volte senza ottenere risposta alcuna.

    Solo dopo il quarto tentativo, udì un “vattene” strozzato provenire dal bagno.
    Raggiunse il gemello senza pensarci su due volte. Aprì la porta con decisione e, vedendo lo stato in cui si trovava il suo amato Bill, il suo cuore venne stretto in una morsa.
    Suo fratello era lì, inerme, aggrappato al bordo della vasca come un naufrago ad una zattera. Lacrime scorrevano sul suo viso mischiandosi al trucco colato del giorno precedente, il corpo scosso dai singulti.

    << Ti avevo detto di andare via.>> pigolò il moro con voce rotta.

    << E lasciarti qui a soffrire da solo?>> lo ammonì, l’intonazione della sua voce involontariamente dura.

    Bill si coprì gli occhi con le mani e iniziò a singhiozzare più forte, non aveva mai permesso a suo fratello di assistere a quei suoi momenti di disperazione. Non voleva che lo vedesse così debole ma, purtroppo, Tom era lì e lui non poteva farci niente.
    Il gemello si pentì immediatamente del tono usato e decise che era arrivato il momento di smettere di nascondersi e mostrare a Bill quanto amore aveva da dargli.
    Perché non poteva essere lui la tanto agognata anima gemella che Bill attendeva con tanta trepidazione?
    Non ebbe più alcuna remora o ripensamento per ciò che stava per fare. Lo amava e non poteva più sopportare di vederlo in quelle condizioni, non avrebbe permesso mai più al dolore e allo sconforto di ridurlo in pezzi.
    Si avvicinò alla vasca e spense l’idromassaggio, si spogliò lentamente, le mani percorse da un leggero tremore. Con gesti delicati, entrò nell’acqua: una gamba, poi l’altra.
    Bill non ebbe più la forza di protestare, il volto congelato dalla vergogna che provava per essere stato colto alla sprovvista in uno dei suoi momenti di debolezza.
    Tom si sedette nella vasca, entrando in contatto col corpo tremante del gemello. Quest’ultimo fu scosso da un fremito e cercò di appiattirsi il più possibile contro la ceramica bianca.
    Il fratello stese le gambe e le divaricò quel tanto che bastava per accogliere Bill sul suo grembo e si lasciò scivolare maggiormente nell’acqua calda. Dolcemente, avvolse le spalle magre del gemello e lo attirò a sé.
    Era tempo per Bill di aprire gli occhi e svegliarsi dal lungo sonno che lo teneva prigioniero in un limbo di solitudine e sofferenza.
    Non gli importava di un eventuale rifiuto o rimprovero anche perché il suo sesto senso gli diceva che ciò non sarebbe accaduto. Infatti, Bill si oppose flebilmente e senza troppa convinzione per poi lasciarsi guidare verso il corpo del fratello.
    Tom lo fece posizionare nello spazio formato fra le sue gambe e lo strinse contro di sé, lasciando che i loro corpi nudi si completassero a vicenda. Il moro rabbrividì da capo a piedi ma non si scostò: era tale la dolcezza di quel gesto da andare a smuovere qualcosa dentro di lui, qualcosa che bramava ma che, allo stesso tempo, non si aspettava più di riuscire a provare.
    Le lacrime smisero di scorrere sul suo viso improvvisamente disteso. Sentì il calore entrargli dentro ed invaderlo come mai aveva fatto prima.
    Mugolò e si sciolse sul torace di Tom, allacciandosi ad esso con le sue esili braccia; il viso in corrispondenza del cuore, poteva percepirne il ritmo accelerato.
    Si arrese a quella sensazione di benessere e completezza che lo avvolgeva, non era mai stato così bene in compagnia di qualcuno. Se fosse stato possibile, non si sarebbe più mosso da quella posizione.
    Chiuse gli occhi e si abbandonò sul petto del gemello che gli carezzava piano la schiena, prendendo atto per la prima volta di quanto fosse melodioso il suono del suo respiro.
    Quell’amore che aveva tanto aspettato gli si stava riversando dentro, era talmente totalizzante e stupendo da prosciugare in un attimo il dolore accumulato in tanti anni.
    Bill sentì il battito del suo cuore aumentare di frequenza e un rimescolio che gli faceva contorcere lo stomaco e arrossare le guance diafane. Era sopraffatto dai sentimenti che affioravano dal profondo della sua anima, dal caldo balsamo che era andato a lenire definitivamente il suo dolore.
    Rimase immobile, allacciato al fratello, per quello che gli sembrò un tempo interminabile. Si lasciò cullare dal tocco leggero dell’acqua calda sulla sua pelle liscia e da quel senso di protezione e dolce euforia che gli regalava l’essere stretto tra le braccia di Tom.

    Sognava quel sentimento da quando aveva quindici anni… E, finalmente, lo stava provando davvero.
    Stava finalmente amando qualcuno.
    Ed era sicuro che quel qualcuno lo ricambiava incondizionatamente.
    Una consapevolezza lo colpì in pieno, mozzandogli piacevolmente il fiato: quel qualcuno che stava amando era Tom. Era proprio il suo gemello la persona che si era tanto affannato a cercare, per cui aveva versato fiumi di lacrime amare.
    Un’irrefrenabile voglia di sorridere si impossessò di lui.
    La sua anima gemella era sempre stata al suo fianco, fin dall’utero materno, e lo stava accompagnando in ogni suo giorno. In realtà, non era mai stato solo come falsamente credeva: in ogni istante della sua vita, aveva avuto Tom accanto ed era stato amato da lui in ogni momento.
    Constatò che era stato veramente stupido a non rendersene conto prima, così annebbiato dall’angoscia da non riconoscere l’evidenza, così profondamente addormentato da non riuscire ad alzare le palpebre e vedere il mondo.
    Loro due insieme erano perfetti e sapeva che lo sarebbero stati sempre perché il fratello non l’avrebbe abbandonato a se stesso neanche per un istante; si sarebbero resi felici a vicenda grazie al profondo amore che li aveva sempre legati.

    Alzò lo sguardo e lo puntò in quello di Tom, gli occhi lucidi, finalmente, dall’emozione.

    << Tom…>> un mormorio quasi impercettibile uscì dalle sue labbra semichiuse.

    Il fratello lesse nelle sue iridi ambrate ciò che stava per dirgli e ribatté prima che Bill potesse pronunciarlo.

    << Svegliati amore mio, è tempo di sognare.>>


    The end.






    Note dell’autrice:
    Questa OS nasce da un’ispirazione improvvisa, avuta leggendo una scritta su di un muro. La scritta, ovviamente, era “Wake up! It’s time to dream” e sono rimasta folgorata da tutto ciò che mi ha richiamato alla mente.
    Era incredibilmente emozionante, dolce, pieno d’amore… Spero che tutto questo traspaia dal mio scritto. Ho adorato mettere nero su bianco questa OS nata quasi dal nulla.
    Vi ringrazio per averla letta!

    Baci baci <3
     
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  2. ;Feelyouinadream.
     
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    Oh, ma è stupenda!
    Molto profonda la descrizione della sofferenza di Bill, e altrettanto profonda quella dell'amore represso di Tom. Mi ha reso felice sapere che si sono accorti l'uno dell'altro.
    La frase finale poi.. ♥
    Complimenti, davvero bella.
     
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  3. PinaKaulitz88
     
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    Grazie mille *O*
    Sono felicissima che tu l'abbia trovata così bella!
    Ho cercato di rendere il tutto molto reale ma, allo stesso tempo, impalbabile e quasi etereo.

    Un bacio grande <3
     
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  4. Humanoid_Tomi Lover
     
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    Fantastica, meravigliosa, bella....andrei avanti ma data l'ora non ho molta ispirazione :asd:
    Tom è semplicemente dolcissimo *-*
    Sempre più brava vai così!!!!!

    Edited by nölovæ- - 28/11/2011, 17:50
     
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  5. PinaKaulitz88
     
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    Quanti complimentiiiii image image image image image

    Grazie mille! <3 <3 <3 <3
     
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4 replies since 21/10/2010, 18:24   336 views
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