You'll be Mine

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  1. Black_Sunshine
     
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    Titolo: _You’ll be Mine_
    Autore: Black_Sunshine
    Genere: Het {Generale, Romantica, Triste, Erotica}
    Ratings: NC-17
    Avvisi: Angst, AU, Lemon, Language, OC, OCC, Blood, Violence, Drug-use, Song-fic, NC-17, H/C, Light- Kink, Voyeurism.
    Benner by: ‚hels
    Capitoli: I - II - III - IV - V - VI - VII - VIII - IX - X - XI - XII - XIII - XIV - XV - XVI - XVII - XVIII - XIX - XX - XXI - XXII - XXIII - XXIV - XXV - XXVI - XXVII - EPILOGO

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    Creative Commons Licence
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    Trama
    A volte non si può sapere in che via ti porta l’amore.
    Tom aveva iniziato a capirlo.



    Video schifoso fatto da me... non mi linciate :nghè:


    Original Video - More videos at TinyPic



    Piccolo regalino fatto da walls.Grazie tesoro! :flap:
    SPOILER (click to view)




    I.



    «Sputa il rospo, bastardo!»
    La testa che sbatteva contro il parabrezza dell’auto provocò un rumore sordo, un rumore che fece sorridere il castano.
    La grande mano serrata sulla testa del ragazzo, un ghigno malefico disegnato sul volto.
    Quello gemette e fu musica per le sue orecchie.
    Lo sentiva tremare per la tensione sotto la sua mano, strinse la presa spingendolo ancora di più verso il liscio cofano della Cadillac nera lucente.
    «Io…» cercò di dire il ragazzo sentendo il dolore propagarsi per il corpo.
    Sentì la pressione, che il ragazzo esercitava sulla sua testa, aumentare. Tossicchiò, sputando del sangue sulla carrozzeria lucida.
    «Io… non…» tossì ancora mentre la presa si faceva spasmodica.
    «Hobbit, datti una calmata!» lo ammonì una voce che conosceva bene.
    Il suono di anfibi che battevano sull’asfalto bagnato inondò il silenzio intaccato solo dai gemiti di dolore del ragazzino spiaccicato sul parabrezza dell’auto.
    Chiuse gli occhi sapendo di essere arrivato alla fine.
    Voltò appena la testa per notare la figura togliersi dalla bocca la Malboro ormai arrivata al filtro e buttarla per terra.
    Con un piede, coperto da un grosso anfibio nero, pestò il mozzicone facendo fumare la cicca.
    Percorse silenzioso le sue gambe coperte da un paio di pantaloni di pelle, attillati che si infilavano negli anfibi.
    Una cinta gli circondava i fianchi e lasciava in bella vista un teschio con le ossa incrociate.
    La t-shirt, attillata, rossa con stampe argento e nere, il collare di pelle nera, i capelli corvini cotonati che incorniciavano il viso.
    Duro a crederci, ma quello era uno della Crew, anche uno dei più temibili.
    Lo vide fermarsi al suo fianco, si abbassò sulle gambe portando il viso alla sua altezza, lo piegò appena in modo che i suoi occhioni di ambra pura si fissassero nei suoi.
    «Ti do un consiglio spassionato, piccolo, parla e potrai ancora mostrare questo bel faccino in giro!» disse calmo, sorridendogli appena.
    Un sorriso bellissimo, così dolce da essere il terrore di molti in quella città.
    Si tirò in piedi con un’eleganza tale da farlo sembrare etereo.
    «Georg, raddrizzalo!» ordinò con voce ferma.
    Il ragazzo si sentì tirare su malamente e si sentì bloccare da due braccia forti, immobilizzato e ansate.
    Il ragazzo era ancora più alto e inquietante da quella posizione.
    Teneva le braccia conserte, il pacchetto di sigarette che si intravedeva nella tasca dei pantaloni, le catene che scendevano scomposte sui fianchi e dal collo, le dita piene di anelli e quell’inquietante ditale che copriva il medio destro.
    Tutto in quel ragazzo inquietava.
    Dalla sua bellezza disarmante alla sua perfidia.
    Gli si avvicinò lentamente «Pensavi davvero di farcela sotto il naso, ragazzino?» sorrise appena, serafico «Pensavi davvero che non ci accorgessimo di una serpe che strisciava tra di noi?»
    Alzò una mano e gli tirò un potente schiaffo rovesciato.
    La testa del ragazzino si piegò di lato per il contraccolpo, l’odore di sangue che saliva per le narici.
    Lo sentì scendere dalla guancia, lento, cupo.
    Bagnò le sue labbra.
    «Avanti, parla!» esclamò calmo, alzandogli il viso con una mano, tenendolo stretto per il mento.
    Il ragazzo lo guardò negli occhi.
    Quello sguardo pacifico gli stava decisamente facendo saltare i nervi.
    Gli sputò senza pensarci troppo.
    Guardò la sua saliva colpire il visino docile del ragazzo.
    Fissò la mano posarsi sul suo viso e toglierla rabbiosamente e poi puntare gli occhi, furenti, verso di lui.
    «Che peccato, sai? Con quel faccino avresti avuto davvero un sacco di troie da scopare…» commentò asciutto «Ma la scelta è stata tua… Georg, Hans, spaccategli la faccia!».
    Osservò compiaciuto lo sguardo colmo di paura del traditore.
    Essere il fratello gemello del Boss era una gran cosa.
    Si appoggiò alla macchina del fratello estraendo il pacchetto di Malboro dalla tasca dei pantaloni e ne prese una.
    Con la mano a coppa l’accese e se la portò alle labbra.
    Tirò appena, socchiudendo gli occhi quando la nicotina colpiva piacevolmente la gola.
    Con la coda dell’occhio osservò il massacro che si consumava alle sue spalle e sorrise.
    Quella vita gli piaceva.
    Da quando suo fratello era diventato il capo della banda tutto aveva preso una piega diversa.
    Aveva ottenuto il rispetto di persone che prima lo evitavano, aveva ottenuto il timore, la paura degli altri.
    Si sentiva potente.
    Ma, in fondo, Bill sapeva che lui e suo fratello sarebbero finiti nella malavita amburghese.
    Da quando il padre se ne era andato quando erano nati, a quando la madre aveva iniziato a drogarsi in cucina.
    Un gemito del ragazzo lo fece sorridere.
    Qualche tempo prima avrebbe odiato quella situazione, la violenza estrema per marcare il territorio, ma quando suo fratello lo aveva trascinato in quel mondo aveva iniziato ad esserne affascinato.
    Ed era diventata una droga.
    Le corse in moto, il sesso occasionale, le risse, l’alcool, lo spaccio, il potere.
    Lui ne aveva molto di più, era l’uomo più vicino al Boss.
    L’unico che avesse il permesso di chiamarlo “Tomi” senza ricevere una scarica di botte e insulti irripetibili, l’unico che avesse potere su di lui.
    Afferrò il cellulare e scrisse velocemente.

    Il ragazzino non ha parlato…
    Non incazzarti, Georg e Hans gli stanno dando il benservito
    Ci vediamo al covo appena il bambino ha smesso di sanguinare
    Bill



    Ripose il telefono nella tasca e lasciò uscire dalle sue labbra una nuvoletta di fumo grigiastro.
    Era potente, si sentiva scorrere nelle vene la supremazia.
    Sankt Georg era il loro quartiere, il loro territorio e andava difeso, anche dai ragazzini spie.
    Tom se ne era accorto subito.
    Erano bastati tre giorni, fargli credere che non sospettassero di lui, mandargli un messaggio con il cellulare della sorella di Matt facendogli credere di essere il capo, attirarlo dietro la stazione e poi pestarlo.
    Era stato così ingenuo da credere che nessuno si sarebbe accorto della catenina che cercava di nascondere sotto le grandi t-shirt.
    Se credeva che fossero tutti degli allocchi avrebbe dovuto cambiare idea.
    Bill chiuse gli occhi.
    A Marcus sarebbe tornato solo un faccino tumefatto e un niente di fatto.
    Povero illuso, non sapeva cosa lo aspettava.

    La Crew di Sankt Georg era una delle più grandi e importarti di Amburgo.
    Era iniziata per caso, nel quartiere più malfamato della città e si era estesa fino a prendere sotto la sua ala i quartieri di Sankt Pauli e quello portoghese di Rive dell’Elba.
    Le discoteche, il giro di droga, le donne, le strade, i pub, i negozi e tutto quello che risiedeva in quei territori era loro.
    Tom era il loro capo.
    Teneva sotto la sua protezione persone che dalla vita avevano ricevuto solo schiaffi in faccia, come era successo a lui e al fratello.
    Erano figli di nessuno, dei bastardi cresciuti con una mamma alcolizzata e eroinomane.
    Avevano vissuto un’infanzia contraddistinta dalla violenza che la madre esercitava su di loro e il degrado sociale ed economico.
    Erano piccoli quando per la prima volta provarono la cocaina, ma non c’era nessuno da dirgli di non farlo.
    Rubavano i soldi dalla borsetta della madre per comprare alcolici ed erba.
    Erano entrati presto nella Crew, o almeno Tom vi era entrato quando aveva poco meno di quindici anni.
    Non aveva mai rinnegato quel pezzo della sua vita, quando non ragionava più sotto gli effetti di spinelli, eroina, LSD, e alcool.
    Quando si era accorto, guardando un video, di cosa stava diventando, da consumatore aveva iniziato a spacciare portando a casa soldi.
    La madre non aveva mai fatto domande.
    E gli anni erano passati veloci, degradanti.
    Mark, il capo della crew, si era trasferito in Baviera e aveva lasciato il comando a Tom.
    Era stato in quel momento che Bill era entrato nella “famiglia”.
    Spiccava tra tutti per il suo look dark e androgino.
    E i due gemelli erano diventati i ragazzi più temuti di Amburgo.
    Cosa che a Bill, picchiato da ragazzino sotto scuola, non dispiaceva affatto.
    L’unico a non temere i due gemelli era il capo della Crew di Reeperbahn, Marcus.
    Era più piccolo dei gemelli, («Un pivellino del ’92») ma sembrava sovrastarli.
    Era grosso, grasso e decisamente imponente.
    Nessuno aveva mai avuto il coraggio di affrontarlo o guardarlo negli occhi, cosa che solo Tom riusciva a fare.
    Si odiavano e di conseguenza le due Crew erano in competizione.
    Ogni colpo era lecito per indebolire le difese del nemico.
    Quello che Tom si era prefissato era il più arduo.
    Un corpo basso, così basso che al solo pensiero vedeva il fratello andare in brodo di giuggiole.
    Nonostante si sapesse poco di Marcus Roth, una cosa gli era arrivata.
    Una gemella.
    Una gemella che nessuno aveva mai visto.
    Per quel che gli era arrivato, Marcus ne era così geloso da impedirgli di uscire e sapeva che quella della sua crew sapessero come fosse.
    Ma sembravano non voler parlare.
    Poche volte Tom era entrato in scena in quelle faccende da informatore, ma le minacce, i pestaggi e qualsiasi cosa lui provasse, non servivano a niente.
    Bastava perseverare.
    Tom non si sarebbe fermato davanti a niente.
    Lui voleva colpire quel bastardo al cuore, incastrare la cosa che più aveva di prezioso nella sua vita.
    Non gli sarebbe importato di portarsi a letto una versione al femminile di Marcus, di fingere di essere innamorato di un cesso, lui sarebbe riuscito a farla passare nelle sue file e avrebbe avuto Marcus nelle mani.
    Per la sua “famiglia” avrebbe sacrificato qualcosa.

    «Domani al Phoenix dovrai affrontare Skip» sorrise Tom buttandosi sul morbido divano del covo.
    Il biondino, che sedeva scompostamente su una poltrona con una birra in mano, alzò lo sguardo verso il capo «Ancora?» sospirò esasperato «Sarà la quindicesima volta che quel turco ci prova e lo polverizzo ogni cazzo di volta!»
    Tom lo guardò da sotto le lunghe ciglia nere continuando a sorridere «A quei riccastri di Reeperbahn piace vedersi spaccare il culo!»
    «Che sfigati!» sbottò il biondino bevendo un po’ di birra.
    Tom lo guardò sorridendo e imitandolo.
    Matt era una delle sue armi più forti.
    Un ragazzo venuto da Detroit, con i contro coglioni, che sapeva rappare da Dio non si incontrava ovunque.
    In quei tre anni e mezzo nella Crew aveva scalato i vertici diventando uno dei suoi migliori amici e il campione indiscusso delle battaglie.
    «Allora, il ragazzino di Reeperbahn ha parlato o lo stanno prendendo a calci nel culo?» domandò disinteressato.
    Tom scosse la testa «La seconda Bro, certi ragazzini si credono Dio solo perché hanno fumato un cazzo di spinello!»
    Matt concordò silenzioso, tracannando la birra «E la tipa, la gemella del cesso?»
    Tom sospirò «Nada, quel cazzone non ne ha fatto parola, ha detto che preferiva farsi pestare da Georg piuttosto che dirmi come si chiamasse»
    Matt sorrise sul collo della bottiglia «E a cosa servono i ragazzini che vanno alla Margarete?»
    Tom alzò un sopracciglio «Cosa?».
    «Mi hanno detto che si chiama Elise, ma nessuno l’ha mai vista a Reeperbahn, sembra che non vada a scuola»
    «È già un passo!» commentò Tom senza colore «Almeno sappiamo che cercarla nella scuola di quei froci non serve a nulla»
    «Non sappiamo nemmeno cosa cercare Bro» disse sincero Matt «Dovremmo fare incursione nella…»
    «Non lo dire manco per scherzo Bro, non siamo coperti a Reeperbahn, siamo in territorio nemico, se dobbiamo attaccare lo dobbiamo fare almeno nel confine…»
    «Al Phoenix allora, ma Marcus non la fa uscire…»
    Tom sorrise serafico «E Andreas a cosa serve scusa…»
    Matt lo guardò confuso prima di mostrare un sorrisone enorme «La solita tattica del gay per una sera»
    Tom annuì «Quell’ossigenato ha un potere enorme»
    «Cosa che quei rincoglioniti non avranno mai, omofobi di merda…» ridacchiò Matt.
    Il moro sorrise.
    Forse non avrebbe incontrato la sua futura “donna” al Phoenix, ma avrebbe avuto più informazioni.
    Ora la sua preda aveva un nome: Elise.

    Edited by Black_Sunshine - 16/5/2011, 15:47
     
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  2. *DIA'S GOTH TH*
     
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    E' la prima volta Alex che leggo una delle tue fan fiction, già quando aprì l'impaginazione fù sconvolgente la grafica è davvero incredibile, ma quel che ci sia di più importante è l'espressività che rendi al contesto !! E' stesa in maniera sorprendente, la trama è incredibilmente innovativa, ti istiga a non cedere nella monotonia, è avvolta da quel profondo ed incantevole alone, intrigante , calcata da una forte inpronte emotiva, dura e dannatamente impressiva, perchè quel che argomenta e cita nei temi è finalmente razionale, e non la solita e incorruttibile storia d'amore, cè altro molto altro un'autenticità di racconto !! Sei veramente eccelsa, contnua sù ciò che di più umanamente creativo ci sia in quel che fai, come lo fai e in ciò che trasmetti quando lo scrivi, in come lo racconti !!!!
     
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  3. Black_Sunshine
     
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    Diaaa che bello! *-* sono contenta che tu abbia letto!
    questa poi e' una FF a cui tengo particolarmente perche' sono stati i miei amici a chiedermi di scriverla!
    ogni personaggi e' ideato dalla loro fantasia, carattere e modo di esprimersi!
    per questo tengo molto che tu la legga!
    grazie del commento!!! =)
     
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  4. *DIA'S GOTH TH*
     
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    CITAZIONE (Black_Sunshine @ 10/10/2010, 17:03)
    Diaaa che bello! *-* sono contenta che tu abbia letto!
    questa poi e' una FF a cui tengo particolarmente perche' sono stati i miei amici a chiedermi di scriverla!
    ogni personaggi e' ideato dalla loro fantasia, carattere e modo di esprimersi!
    per questo tengo molto che tu la legga!
    grazie del commento!!! =)

    Io non sono L'onniscente Onnipotente opinionista e critica !!
    Non devi tenerci io la legga,per me è un onore leggerla perchè tu sai quanto ti ritenga una persona valida e matura, sorprendente nell'esplicare e scrivere (oltre a questo ho una multitudini d'altre ragioni), mi piacerebbe leggerne tante tante tante altre prossimamente !! E' veramente fantastica ed anche se i tuoi amici ti hanno regalato l'ispirazione sei stata tu a metterla in atto ed idearla . Ioooo sonn quàààà add aspettarneeee una dietro l'altra
     
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  5. Black_Sunshine
     
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    No no la trama l'ho fatta io, loro sono solo arrivatio e hanno fatto "LeLe ora tu ci metti in una tua storia vero?" e visto che avevo deciso di scriverla da tempo ho solo detto loro di scegliersi un personaggio.
    tipo Matt, il rapper, parte del suo carattere e' quello del mio migliore amico e piano piano diro' gli altri!
    tu resta con me... *non fa effetto in italiano ma chi importa!*
     
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  6. lady_rock98
     
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    questa fan fiction è stupendaaaaaaa !!!
    però c'è una cosa che non mi va a genio ..
    CITAZIONE
    la madre aveva iniziato a drogarsi in cucina.

    m'hai fatto diventare la povera simone una drogata !!! non no .. questa situazione non va bene !!
    continua così !!
     
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  7. Black_Sunshine
     
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    QUOTE
    m'hai fatto diventare la povera simone una drogata !!! non no .. questa situazione non va bene !!

    Beh, mica potevo mettergli una vita rosa e fiori nel quartiere malfamato di Amburgo...
    tranquilla, non e' cattiva!
    continua a seguire anche tu!
    un baciooo!
     
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  8. Ioly21
     
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    Adoro questa storia continua presto! *__*
     
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  9. Black_Sunshine
     
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    Grazieeee!!!!
     
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  10. lady_rock98
     
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    CITAZIONE
    eh, mica potevo mettergli una vita rosa e fiori nel quartiere malfamato di Amburgo...

    capisco ..
    CITAZIONE
    tranquilla, non e' cattiva!

    nuoooooooo io speravo che alla fine li ammazzasse tutti !! xD
    continuerò a seguirla senz'altro !!
     
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  11. ~GiuLyCR9
     
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    Questa ff mi piaceeee *-*
    Primo scrivi benissimo, secondo la storia mi intriga parecchio e terzo è completamente diversa da tutte le altre :D
    Continua prestooo , voglio sapere come Tom incontra Elise :)
     
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  12. Mars_95
     
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    Ok, qui non ti posso concedere un commento chilometrico (al contrario degli altri) perché, effettivamente, un capitolo è troppo poco per dare un giudizio alquanto dettagliato.
    Trovo "eccitante" il fatto che i nostri crucchi, in questa FF, siano così diversi da come sono nella realtà -anche se alcune cose corrispondono-.
    Non vedo l'ora di vedere come descriverai Elise e come avverrà il primo incontro tra i due (lei e Tom) anche se penso che non lo scopriremo immediatamente.
    Detto questo mi dileguo (a causa di questo schifo di commento) e mi vado a sotterrare allegramente :D
    p.s. I Tokio versione malavitosi mi piacciono un sacco!
     
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  13. *…AmAmI 4eVeR…*
     
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    Ehy Ciao L'ho Letta Adesso E Mi Piace Davvero Tanto...è Diversa Dalle Solite Fan Fiction...L'idea è Davvero Bella...I Ragazzi Poi In Questa Versione Mi Affascinano...Mi Piace Anche Come Hai Scritto Il Primo Capitolo...Aspetto Con Ansia Di Sapere Come Continua =D
    Baciiii Lussy :)
     
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  14. Black_Sunshine
     
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    Vorrei ringraziare tutte quante per aver letto e commentato questa storia, per me e' molto importante, come gia' ho avuto modo di dire.
    questo capitolo, sinceramente, non mi piace ma e' di passaggio visto che la vera storia iniziera' circa al prossimo capitolo!

    ecco allora, la prima schifezza della FF (purtroppo ce ne saranno molte )



    II.





    Si infilò le cuffiette nelle orecchie.
    Ogni volta che la corriera si avvicinava alla stazione di Sankt Georg per lei iniziava una missione.
    Non voleva che si sapesse chi realmente fosse.
    Il viaggio da Reeperbahn a Sankt Georg durava poco più di quindici minuti, ma quando si affacciava al finestrino, sembrava di trovarsi in un altro mondo.
    Le piccole villette a schiera che contraddistinguevano il suo quartiere sparivano nel degrado più totale.
    Strade infestate da buche, palazzi fatiscenti e colmi di gente, spazzatura buttata agli angoli della strada, edifici bruciati e lasciati a marcire alla portata di tutti.
    Macchine arrugginite e sfregiate abbandonate sui marciapiedi.
    Finchè era in quella corriera si sentiva al sicuro.
    Gli abitanti del quartiere le riservavano sempre un trattamento speciale.
    Il posto riservato, quello al centro vicino alla seconda uscita, e la più completa privacy, lasciandola sola.
    Quello finchè non arrivava a Sankt Georg per prendere la corriera per Sankt Pauli.
    Lì non vigevano più le regole della Crew di suo fratello, ma quelle della Crew di Tom Kaulitz.
    Sospirò pensando a quel nome.
    Suo fratello usava una sua foto con bersaglio per le freccette e lei aveva sempre sbavato, in segreto, su quella foto.
    Per quel motivo, quando aveva origliato una conversazione che suo fratello stava avendo con un ragazzino dal viso tumefatto e aveva scoperto che l’affascinante capo della Crew di Sankt Georg la stava cercando, aveva deciso, con uno stratagemma, di farsi trasferire nel Ginnasio di Sankt Pauli, nel suo territorio.
    Marcus non poteva sapere che lei voleva essere trovata.
    Non amava la Crew del fratello, misogina e omofoba, così legata alla tradizione della Crew hippoppetara e etero.
    Aveva sentito che in quella di Sankt Georg ci fossero dei dark, alcune donne a capo di vari compiti e un gay.
    Insomma, era capitata nelle crew sbagliata, anche se non vi era dentro del tutto.
    Vedere penzolare, ogni mattina, quella dannata collana con un R incisa le dava sui nervi, faceva crescere in lei una rabbia cieca.
    Voleva scovare Tom a fare domande e sorridergli dicendo «Sono io, cosa vuoi fare di me?»
    Scese velocemente da quella corriera e corse verso quella per Sankt Pauli.
    Vi salì velocemente, reggendosi a una delle ringhiere del bus.
    Come sempre era pieno e di sicuro nessuno l’avrebbe fatta sedere.
    Si appoggiò a uno di questi beccandosi un’occhiata torva da delle ragazze.
    Chissà se le ragazze che Tom aveva, avevano un qualsiasi trattamento di favore?
    Chiuse gli occhi cercando di allontanare i continui schiamazzi che i bulletti, quelli che sicuramente erano da poco nella Crew o stavano per entravi, le stava riservando.
    Era sempre così, anche se non sapevano chi realmente lei fosse, la emarginavano, maltrattavano.
    Portava comunque la “vergogna” di vivere nel quartiere del capo della Crew nemica.
    Chissà cosa le avrebbero fatto se avessero scoperto che era la sorella di Marcus?
    Non voleva pensarci.
    Voleva scoprirsi solo se a vigilare ci fosse quello che dettava legge in quel posto.
    «Ehi Reeperbahn, dov’è la limousine oggi?» urlò un ragazzo alla fine del pullman.
    Sospirò cercando di non farvi caso, un giorno l’avrebbero pagata.
    «Ieri, la festa delle Crew è stata una figata pazzesca, Tom mi ha lasciato la tipa che si era fatto in bagno, una strafica…»
    «Non è vero…» bofonchiò un ragazzino incappucciato con i piedi sulla ringhiera del posto centrale.
    Jan Linke era una degli “Eletti”, come Tom li aveva soprannominati.
    Erano quelle persone che, nella Crew, ricoprivano i ruoli più importanti, quelli che erano a stretto contatto con il Boss in persona.
    Quando capitava di vedere Jan in corriera, cosa rarissima, Elise aveva l’istinto di correre da lui e dirgli chi era, di portarla da Tom.
    Reprimeva quella voglia solo perché avrebbe coinvolto anche gli altri presenti nella corriera.
    E poi era codarda.
    Lo era sempre stata.
    Fissava spesso quel ragazzino incappucciato e taciturno.
    Emanava un certo timore, ghiacciava con i suoi occhioni freddi come la Siberia.
    Voltò appena la testa incontrando gli occhi dei ragazzi.
    Le braccia incrociate al petto, le cuffie calate sul cappuccio tirato fin sopra la testa che copriva il passamontagna nero.
    Gli occhi stralunati e insofferenti.
    Forse, quella volta, quei bulletti di infima classe l’avrebbero pagata.
    «Jan…» balbettò lo stesso ragazzo.
    «Ieri Tom non si è fatto nessuna ragazza… o almeno non in bagno!» si corresse velocemente il ragazzo «Non era nemmeno alla festa, in realtà nessuno di noi era alla festa»
    Elise lo immaginò diventare piccolo piccolo sotto lo sguardo del ragazzo incappucciato.
    «Solo gli sfigati appena entrati vanno ancora al POD, lo sai vero?» continuò atono Jan, trafiggendolo con quelle semplici parole «Cerca di non sparare più cazzate del genere in mai presenza o sarò costretto a contattare il tuo “grande”» disegnò le virgolette sulla parola grande «Amico Tom»
    La mora sorrise mentre quello deglutiva un “si” mortificato e Jan chiudeva gli occhi tornando a sentire la musica.
    A quanto ne sapeva lei (le lunghe giornate a origliare il fratello erano servite a qualcosa) Jan era il più giovane degli “Eletti”, aveva diciassette anni e frequentava la sua stessa scuola in un grado inferiore, anche se decideva di mettervi piede due volte al mese.
    Essere uno degli “Eletti”, in una scuola nel territorio di Tom Kaulitz, risultava decisamente una manna santa.
    In quelle due volte al mese che Jan appariva nella corriera (quando non veniva accompagnato da altri della Crew) poteva assistere a quanto potere avessero i ragazzi vicini a Tom.
    Quando lui metteva piede nella stazione calava il silenzio, nessuno riusciva persino a respirare.
    Saliva prima lui di qualsiasi altra persona, sceglieva il suo posticino e nessuno chiedeva di dividerlo.
    Quando, in casi estremi, arrivava in ritardo, bastava un’occhiata che qualcuno si alzava e lasciava il proprio posto.
    Era una forma di rispetto che resentava la paura di essere pestati a sangue.
    Jan non avrebbe mai subito quel trattamento che invece davano a lei.
    «E smettetela di prendere per il culo una ragazza… è da cacasotto!» borbottò Jan.
    Era una cosa che amava della Crew di Tom, gli Eletti riservavano un certo rispetto per qualsiasi ragazza incontrassero.
    Persino le sue “sorelle” erano rispettate.
    Il silenzio che cadde dopo quelle parole la face sorridere.
    «Grazie…» mormorò, timorosa, in direzione del ragazzo.
    Quello mosse di poco la testa, aveva parlato fin troppo quel giorno.

    ****



    C’erano quei giorni in cui, Elise, avrebbe dato la propria anima per restare appiccicata alla maglietta di qualche bamboccio della Crew, fargli credere di esserne innamorata per godere di un po’ di protezione.
    Sospirò infilando la mano nella cartella e estraendo il suo borsellino.
    Lo svuotò sulla mano di uno dei soliti bulletti, pregando Dio che quella tortura finisse al più presto.
    Il rombo di una moto risuonò per il grande cortile.
    Con una sgommata spettacolare, una Kawasaki Ninja, completamente, nera si fermò a pochi metri da dove si trovava lei.
    Vi erano due persone.
    Il guidatore indossava un paio di jeans slavati chiari con degli strappi sulle ginocchia, una giacca di pelle nera con le maniche tirate fino ai gomiti mostravano i guantini senza dita di pelle e borchie. Gli stivali di pelle da biker ben serrati sui pedali della grande moto.
    Il casco integrale nero decantava il nome del possessore.
    Bill.
    La persona più vicina al Boss, il gemello del capo.
    Elise si sentì tremare.
    Su quel Bill giravano storie tremende.
    Era una dark, un incantatore, un perfido demone dal viso d’angelo.
    Dietro di lui, con le fine braccia allacciate al suo petto magro, vi era una ragazza.
    La leggera canotta bianca svolazzava mostrando un pantaloncino nero di raso che scopriva le lunghe gambe affusolate.
    Degli anfibi neri coprivano i piedi e sembravano abbassarla di poco.
    Il casco, completamente nero, copriva il suo visino, ma lasciava uscire un po’ dei suoi lunghi capelli biondi.
    Non ci voleva un genio per sapere che era Arual Kaulitz, la cugina dei gemelli.
    Entrata di fatto nella Crew, era diventata una delle motocicliste più veloci delle scuderie di Tom.
    Con il suo inconfondibile stile da bella e dannata, aveva conquistato il cuore di molti, ma sembrava fredda come il ghiaccio a quelle avance spudorate.
    Bill bloccò la moto puntando i piedi atterra.
    La spense mentre Arual faceva una salto scendendo dal veicolo.
    Si tolse il casco, facendo sventolare i lunghi capelli biondi mossi.
    Bill la imitò, togliendosi il casco e facendo scendere i lunghi capelli neri liscissimi e curatissimi.
    Li sventolò appena, con grazia.
    «Quello conosce davvero il capo…» si fece scappare Elise fissandolo.
    Come non poteva conoscerlo? Era stato concepito con lui.
    I bulletti lo guardarono per un attimo sorridendo divertiti «Il Mini Boss è venuto a trovare gli amici?»
    «Ti avevo detto che quando siamo a scuola non voglio le sgommate da pazzo che fai, non voglio fratturarmi una femore circa venti volte come te!» sbottò Arual mettendosi il casco sotto un braccio.
    «Andiamo!» ridacchiò Bill «Lo so che ti piace, lo sento da come stringi che vorresti andare più forte»
    «Non cominciare con queste frasi che ci trovo sempre un cazzo di doppio senso, ok?» lo interruppe lei «Già il fatto che li stai facendo mi manda nel pallone!»
    «Sei tale e quale a Tom…» sospirò sconfitto Bill, mettendosi ritto sul sellino «Perché ho solo perenti depravati?»
    «Kaulitz 2!»
    Jan uscì alle loro spalle sventolando una mano.
    Il moro si illuminò di colpo mentre il ragazzo incappucciato si avvicinava a lui.
    «Linke» esclamò Bill allungando un pugno e battendolo contro quello del ragazzo.
    Elise li fissava sorridere.
    Di certo lei, continuando ad arrossire solo al pensiero che la stessero cercando, non avrebbe mai potuto sorridere a uno di loro, anche se lo sperava con tutto il cuore.
    «Gli altri impiastri?» domandò Arual guardandosi intorno.
    Come una freccia una Lamborghini Revolver si accostò alla moto, nera come la notte.
    Elise fissava ammirata le due macchine che seguivano la Lamborghini.
    Una Lamborghini Murcielago gialla canarino e una BMW ACS6 super truccata dalla carrozzeria marrone e oro sembrano farle da scorta.
    Quel giorno, pensò la mora, gli “Eletti” avevano deciso di uscire in grande stile.
    Si fermarono a pochi centimetri dalla moto.
    «Alla faccia del non dare nell’occhio!» ironizzò Bill con un sopracciglio alzato «Tanto che c’eravamo potevamo portarci dietro la Cadillac di Tom e guidare a ritmo di In The Club di 50 Cent!»
    Jan lo guardò cercando di trattenere una risata «Disse quello con la super moto»
    Gli sportelli della Lamborghini nera si alzarono verso l’alto e una ragazza dai lunghi capelli neri e la pelle diafana, coperta solo da una vestitino stile felpa grigia che mostrava le gambe fine e perfette.
    Raja.
    Afferrò la cartella dall’interno della macchina e velocemente, nelle sue ballerine nere, si avvicinò all’amica.
    Le scoccò due baci sulla guancia salutando Bill e Jan con un semplice cenno della mano.
    «…io ancora mi chiedo come faccio a stare con te…» esordì una voce dalla Lamborghini.
    Un paio di gambe, coperte da una tuta larga grigia stavano uscendo dal lussuoso abitacolo.
    Austin.
    Uscì mostrando il fisico allenato e le spalle larghe evidenziate dalla canotta bianca e dalla felpa grigia che resentava il suo sedere.
    Una collana abbracciava il suo collo robusto.
    Austin era una dei ragazzi più belli che Elise avesse mai visto.
    Con quel fascino dannato e serio che faceva impazzire ogni ragazza lo incontrasse nella sua strada.
    Raja lo guardò incrociando le braccia «Ti ho solo chiesto di portarmi al centro commerciale, mica di buttarti da un ponte!»
    Elise notò lo sguardo d’intensa che si scambiarono Arual e Bill.
    «Quando si tratta di andare a fare shopping con Raja sarebbe meglio buttarsi da un ponte» ridacchiò un ragazzo dalla Lamborghini gialla.
    Teneva un braccio sullo sportello e si sporgeva mostrando il viso squadrato da uomo e il capello blu messo di traverso, in pieno stile hip hop.
    Tyler.
    Raja alzò il dito medio sventolando di fronte al ragazza «Sei davvero simpatico Tyler, non lo vedi, sto morendo dalle risate!» lo guardò male «AH!»
    «Ty, non prendere in giro Raja perché poi a sopportarla ci stiamo solo io, Nina e Natalia» commentò Arual intrecciando le braccia e beccandosi uno sguardo assassino da parte della mora.
    Una risata cristallina risuonò nell’aria accompagnata da uno sportello che sbatteva.
    Con i classici pantaloni beggy da hippopper e la pancia ben in vista, Nina sventolò i suoi lunghi capelli castani.
    Scoccò un bacio sulle labbra a Tyler avvicinandosi alle amiche «O Bill!»
    Il moro ridacchiò da sopra la moto sistemandosi meglio.
    «Hai detto In The Club Kaulitz?» esclamò una voce della BMW «Adam attacca!»
    «No, Matt, anche qui no!» sbottò Bill sbattendosi una mano sulla faccia.
    Dal BMW fece capolino la testolina bionda di un ragazzo dal viso pallidissimo.
    La grande felpa grigia e nera che cedeva sui fianchi e sugli immensi pantaloni neri calati sulle nike bianche.
    Matt Sterne era presente all’appello.
    «Esistono gli sportelli Sterne!» esclamò, con un ringhio, una voce all’interno della macchina notando l’amico sporgersi fin troppo dal finestrino.
    «Ho detto di mettere In The Club, cazzo, adoro quando Kaulitz Dark si incazza, fa fottutamente ridere» sorrise quello.
    Bill alzò un dito medio sventolandolo davanti al ragazzo che rise di gusto.
    «Si, ok, quando Bill si incazza fa schiattare dalle risate, ma questo non toglie il fatto che stai distruggendo la macchina al quel povero cristo di Jasper che, tra l’altro, ti farà un culo talmente grosso che lo useranno come traforo del Monte Bianco ok?» rispose una voce afferrandolo per la maglietta e cercando di tirarlo dentro.
    Quello si girò verso l’interno guardandolo freddo «Adam, porca puttana, se non togli la tua cazzo di mano dalla mia felpa, giuro, useranno il tuo culo per il Traforo del Monte Bianco, qualunque cosa sia!»
    Adam Logan, non poteva sbagliarsi.
    Elise fissò una più che scocciata Natalia uscire dall’auto, bofonchiando un “animali” tra i denti.
    La felpa rosa acetata con le strisce laterali neri coprivano il corpo da capogiro.
    Natalia era una delle ragazze più belle ed eleganti che Elise avesse mai visto.
    La vide mandare un bacino al guidatore che si sporse mostrando il suo bel visino nero e i suoi occhioni densi come il petrolio.
    Anche Adam era di una bellezza da mozzare il fiato.
    Parte degli “Eletti” erano da mozzare il fato.
    Elise li osservò nella loro tranquillità, mentre ridevano, si prendevano in giro, si mandavano all’inferno.
    Quella era una vera famiglia.
    Come non poteva non invidiarli?
    «Matt, ma sei tu?» esclamò una ragazza alle sue spalle «Sono tre settimane che non ti sei fatto sentire!» la vide sventolare una mano in direzione del biondo, sculettando nella sua mini gonna di jeans chiara.
    Vide il biondo sbiancare mentre Bill si esibiva in una risata esagerata e decisamente divertita.
    «Ehi Jenny…» balbettò il ragazzo «Cazzo, Adam, parti!» urlò infilandosi dentro.
    Adam, che intanto stava posando un bacio sulle labbra di Natalia, venne preso alla provvista.
    «Ho detto di partire, maledizione!» tuonò Matt dall’interno.
    Elise rise divertita da quella scenetta e, mentre gli eletti se ne andavano lasciando le ragazze alla scuola, si chiese come fosse essere in cima al mondo.


    se ci sono degli errori ragazze perdonatemi, ma non ho avuto tempo di rileggere!
     
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  15. •Kibi•ErOiNe•Kaulitz•
     
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    Porcaputtana! Questi capitoli sono da infarto!
    Ma esistono davvero ragazzi come li hai descritti tu? Sembrano angeli/diavoli scesi in terra, e Tom che fa il Boss della crew beh...amore mio mi farà diventare pazza e sbaverò su di lui proprio come fa Elise. Elise fa bene a voler essere trovata, chi non lo vorrebbe se un ragazzo come Tom, la cerca?

    Dio, questa storia diventerà una droga come tutte le altre tue FF *-*
    E così bella che nemmeno il terrore che vige in questa storia mi spaventa. *-*

    Posta presto donnaH mia.
    Ti Amo da morire <3
     
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525 replies since 10/10/2010, 15:27   22091 views
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