A nocturnal secret

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  1. •. Sonija
     
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    Titolo: A nocturnal secret
    Autore: •. Sonija
    Genere: Romantico, Triste, Malinconico
    Raiting: G
    Avvisi: Angst, Fluff, Twincest, Songfic, Violence
    Pairing: BillXTom
    Note: La verità è che sentivo il bisogno di scrivere dopo tanto tempo. Di impugnare nuovamente la mini – stilo regalatami da mia madre. Mi mancava il mondo delle parole, così chiaro, limpido e ieri sera mi sono appollaiata nel giardino e ho iniziato a scrivere sulle note di Resistance, dei Muse. Quello che avrei voluto raccontare, è la difficoltà dell’amore, quello vero ed eterno, quello che non conosce confini, sì, anche quello gemellare purché sia amore. Ma il disprezzo della gente si assomma alla paura di uno dei protagonisti, che oscilla tra varie sensazioni, spaventato da se stesso. Volevo che la one shot apparisse come un miraggio lontano, che chi la leggesse guardasse la scena da un vetro appannato.

    Un grazie speciale va a lime!, la limoncella che mi ha spronata a riprendere in mano la penna ( non so quanto questo possa essere un bene xD), grazie Ann, anche se chattiamo da poco ti voglio davvero bene, davvero ♥
    E grazie per avermi fatto ascoltare Resistance ♥

    Disclaimers: I Tokio Hotel non mi appartengono. Tutto ciò che è scritto è frutto della mia fantasia ed è irreale. Non scrivo né per lucro né per ledere la dignità di alcuno.


    Licenza Creative Commons
    A nocturnal secret by •. Sonija
    is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia License




    Image by
    http://allegator-th.livejournal.com/




    A nocturnal secret

    [Is your secret safe tonight?
    And are we out of sight?
    Or will our world come tumbling down?
    (It could be wrong, could be wrong)
    Let our hearts ignite]
    Muse- Resistance




    Autunno.
    It could be wrong.




    Nella nebbia che baciava la città, vagando tra i mille bus alti e sfavillanti lo vide; per un istante il suo cuore sobbalzò e arrossì violentemente.
    Con un sorriso infantile lo salutò nel freddo crepuscolo di un autunno fin troppo mite e agitò teneramente il capo nascondendo lo sguardo languido d’amore.
    Il rasta si avvicinò e rimase a guardare lentamente le nuvole che coprivano una luna pallida e cupa dopo una leggera e umida pioggerellina. Lentamente il moro gli si avvicinò e sfiorò timidamente le sue labbra intrecciando le diafane dita smaltate di nero all’estremità nelle sue, finché non sentì che il calore di quel gesto gli scioglieva il freddo del cuore e ombre funebri tracciavano il profilo di quella bocca umida. Un liquido caldo offriva il suo tiepido tepore al corpo felino del moro, finché la tragicità del suo gesto gli si parò davanti.
    Portò indietro i capelli agitati dal vento che gli ricoprivano il viso come radici prima di accorgersi che, silenziosamente, il rasta lo staccò delicatamente da sé, abbassando il capo muto a guardare quell’ arcobaleno di foglie illuminate dalla luna.
    - Non piangere mia piccola dolce lucciola scintillante.
    I loro occhi si incontrarono per un tempo infinito e il rasta gli sorrise con una nota di nostalgia negli occhi.
    - Sei di una bellezza disperata.



    Inverno.
    This is outta control.




    Agglomerati di nuvole blu si riunirono nel rigido inverno che si preannunciava.
    Il moro si raggomitolò con una cioccolata calda fumante stretta tra le mani, qualcosa di tiepido entrava e usciva dal suo cuore, un liquido tenero e inebriante che fluiva come sangue fino alle gote, imporporandole di un casto candore.
    I fantasmi di quella sera autunnale del 16 ottobre riemergevano cupi dalle ombre della notte avvolti in scialli e lugubri mantelli ricamati in pizzo.

    E’ solo apparenza, Bill. Tutto non è che lo specchio delle illusioni perdute, chi non vorrebbe la dolce ambrosia dell’amore stillata in fragili gocce sul proprio delicato corpo? Chi non vorrebbe ubriacarsi di ebbrezza, infiammare il cuore su di una pira eterna?
    E’ piacevole il tepore dell’amore, vero? E’ così dolce e stucchevole, genuflesso alla volontà dei sensi in un’arrendevolezza spaventosa. Ma ogni sentimento si nutre della dolcezza di occhi romantici, labbra carnose, sospiri affanati e parole travisate.
    Chi è il pianeta attorno al quale graviti, piccola dolce lucciola scintillante?

    Il nome affiorò alle labbra intorpidite dall’inverno e le socchiuse in una supplica con gli occhi tremanti. Piccole scie luminose sgorgarono dai suoi occhioni e presto il candore di quelle lacrime di un amore sbagliato si raggrumarono in perle scure sulle sue nocche.
    - Tom!
    Pregò che le sue labbra potessero ritirarsi avvizzite verso l’interno dei suoi zigomi; le serrò in una prigione di melanconico silenzio, ma quando la voce tornò le sue labbra color cremisi scandirono ancora il nome in un rantolo d’amore, vomitando passione.
    -Tom!
    Il rasta alzò lo sguardo divertito e pose il libro che stava leggendo sul comò al suo fianco.
    Spalancò la finestra e un brivido gelido assaporò il calore del moro che dischiuse gli occhi alzando il volto pallido e diafano sotto l’afa crescente e cupa.
    Rimasero immobili nel freddo polare a osservare il grande albero che con la sua presenza inquieta raffreddava l’aria che si annodava sotto i loro respiri affannati. Le foglie ormai secche ondeggiarono nelle leggere raffiche di vento che vibravano nel crepuscolo, mentre il giorno si accingeva alla morte.
    Poi il rasta chiuse la finestra e dopo aver lanciato un’occhiata furtiva al gemello tremante ne racchiuse tra le dita il morbido e delicato mento.
    Nella penombra invernale non filtrava che una debole luce cullante accondiscendente quei due esili profili sprofondati nel turbine della più più gelida e rovinosa tempesta della…passione?
    Dolore che ti attanaglia le viscere nella smodata bramosia? Cuore che cola grondante di baci liquidi, attrazione fisica che pulsa in un corpo macilento e putrefatto da un amore sacrilego?
    Il rasta posò le sue labbra sulle lunghe ciglia nere del moro e con un sensuale schiocco si abbuffò delle sue lacrime salate fino a dissetarsene.
    Una leggera foschia abbracciava la terra; sì, quel velo sembrava pioggia sospesa, aleggiava sull’erba e sormontava le chiome degli alberi; sì, si notava come un drappo trasparente dispiegato sul cuore, e, se poi guardavi il cielo, oh! Meraviglia! Il drappo funebre lì non lo raggiungeva; lì, troneggiava l’azzurro di una notte fredda ma serena.
    Mentre ammirava quel velo di sposa stracciato, alzò il capo e dischiuse leggermente le labbra.
    - Faresti una passeggiata con me nella nebbia?
    Il rasta liberò la guancia rosea dalle ciocche corvine e, sfiorando delicatamente il suo naso con la fronte lo picchiò violentemente.
    Il moro si rannicchiò e, silenziosamente, gli zigomi gli si irrigidirono nello sforzo di trattenere le lacrime . Gli occhi si arrossarono fino a gonfiarsi come la luna piena nelle profumate notti estive, finché un nodo alla gola non soffocò un singhiozzo. Si portò tremante la mano alle labbra e lasciò che la notte infinita lo tormentasse.
    - Cosa ho fatto…- Sibilò affranto fissando la bruma scioltasi in una cascata di lacrime opache. Questa volta la cinta raggiunse le labbra vermiglie tingendole del rosso del suo stesso sangue. Queste sbiancarono improvvisamente , e pallide e tremanti si tinsero come la neve che accoglie un cuore frantumato.
    Un bacio caldo premette sulle sue labbra.
    - Se non fosse per quello che la gente potrebbe dire, io, la passeggiata nella nebbia la farei volentieri.
    Bruciava. Il bacio umido faceva ardere di dolore il taglio profondo e le gote gli si infiammarono.
    - Cosa penserebbero tutti?
    Il rasta sogghignò e in quel momento capì che un piccolo fragile organo, posto nella cavità toracica ,
    dietro lo sterno e le cartilagini costali gli apparteneva: un cuore! Oh, possedere due cuori! Quale deliziosa meraviglia! Avrebbe potuto agitarlo, distruggerlo, coccolarlo, cullarlo, amarlo, odiarlo, accarezzarlo! Era una piccola sfera natalizia fragile nelle sue ruvide mani, una di quelle in cui nevica per l’eternità.
    Quanta lussuria c’era in quel cuore? Quanto vibrava?
    Il moro si trascinò stanco tra i tenui colori invernali, mentre il crepitio del fuoco e della pioggia divenuta neve in lontananza cadeva riecheggiando in sibili lontani.
    Appoggiò le guance scarnificate alla finestra e mugolò un leggero motivetto, poi sospirò; un uno sbuffo melanconico ascese alla luna. Cantò una ninna – nanna struggente e continuò la litania sospirando d’amore inesauribile.


    Primavera.
    Kill the press for love in peace



    Un raggio di luce, i tenui, timidi colori del tramonto, la luna timorosa dietro le stelle nascoste da una volta di nuvole sbiadite. La primavera esplose in un tripudio di colori. Fiori sinistri sbocciarono, profumi folli e voluttuosi, amanti che nel grigio- azzurro di un giorno qualunque di primavera si leccavano il cuore deliranti e gementi miagolando, spasimando con gli occhi lampeggianti di desiderio.
    Nell’ora in cui i fiori notturni offrono generosi il loro profumo, il fascino vago del rasta si perse in una profusione di carezza notturne.
    Sciupato e stanco, il sentimento che gli avvelenava le labbra riaffiorò sulle gote e nell’ombra il battito cardiaco accelerò impercettibilmente. Il rasta ruotò il capo di 90° teneramente e poggiò una mano sul suo ventre; poi abbassò il capo e vinto dalla stanchezza vi affondò con dolcezza il viso. Il moro abbassò la testa facendo oscillare la chioma, finché il fuoco animò i suoi occhi e sollevandogli il capo premette le labbra in un bacio disperato.
    Il suo cuore vacillò angosciato e un lampo di disperazione attraversò gli occhi da cerbiatto che lo fissavano innamorato .Il moro baciò la sua mano e la leccò inumidendola fino a farla scintillare dello scintillio lunare. Poi abbassò le ciglia e le socchiuse, curve e lunghe, fino a sfiorarsi il volto.
    - Non andartene. Promettimelo. Io voglio bere dal calice del tuo cuore. Senza di te è il vuoto, senza di te è libertà: e io non voglio essere libero.
    Il rasta lo fissò indifferente; no, non gli piacevano affatto le promesse, avevano il sapore dell’eternità.
    E l’eternità era un tempo troppo lungo.


    Estate.
    The night has reached its end.




    Nubi oscure gravavano come lapidi in un cielo stellato. Una brezza leggera si alzò nell’afa di una notte infinita; il mare verdastro lambiva annoiato la spiaggia e la laguna d’amore che era il corpo del moro si riversava traboccante nel lento cigolio delle onde, mentre mulinelli i sabbia e conchiglie di rincorrevano nel crepitio di un miserabile rintocco.

    Bum…Bum….Dicono che il cuore sia un semplice organo che pompa pazientemente il sangue; lento, scarlatto, dolciastro nel suo affluire.
    Ma chi non ha mai provato il lugubre e macilento fascino di un amore profano?
    In quel momento il cuore del moro sobbalzò e si accorse di essere schifosamente sudato.
    Il caldo gli infiammava le ossa, piccole gocce di sudore scendevano lente dalla sua fronte finché una mano fredda e umida accarezzò una delle sue ciocche appiccicose ridacchiando.
    Un venticello gelido increspò le onde di un mare cupo e ingrossato dall’alta marea che danzava un deprimente tango con le onde.
    Il suo cuore gorgogliava in voluttuosi richiami di piacere, e le labbra sporgevano sensualmente verso il nulla alla ricerca di baci da rubare alla notte.
    -Tomi…- Il moro sinuosamente fece oscillare leggermente per un po’ il bacino e appoggiò il naso nell’incavo nel suo collo.
    Tremava. Vibrava. Di quel freddo improvviso o per la mirifica fiamma della passione repressa? Excruciabat. Ardeva di un amore affogato nella sua stessa bramosia.
    Soffriva di illusioni, s’era abbuffato di stelle!
    Se solo la sua testolina romantica non avesse passato tutte le notti insonni a figurarsi le labbra soffici e carnose del gemello alla fioca luce siderale…
    Sì, si era abbuffato di stelle; di stelle e di…amore?
    Spalancò gli occhi cerchiati dalle occhiaie del dubbio e si ritrasse bruscamente.
    -Bill?- Il rasta lo guardò distratto.

    All’orizzonte, in lontananza, luci lontane palpitavano nella notte e le lampade tremavano, fiaccole lontane, sotto i baci soavi del vento. Migliaia di piccole lucciole si riflettevano in quello specchio liquido che cullava il riflesso del moro. Il profilo del rasta si stagliava austero nella luce argentea della luna. Il moro girò il capo delicatamente con uno strano scintillio negli occhi.
    - Prendimi.
    La notte è tenera, reca con sé il calore frantumato delle illusioni, la cenere della passione rinasce dal marciosa di una fenice dal volto avvizzito. Ben presto le labbra rosse del moro dovettero soffrire il tepore dell’ abbandono.

    -Tu non mi ami…- Respirò delicatamente nella sua bocca.
    Il rasta lo guardò con quella punta di pietà e compassione di un amante già stanco e accolse carezzevolmente l’alito del suo dolore modellando le labbra sulle sue. Poi le serrò bagnate.
    -Oh, lo so che non potresti mai amarmi!- Gli occhi gli si inumidirono e. improvvisamente, il volto contratto sussultò in uno spasmo straziante che gli squartò il cuore – Ma solo per una notte, non potresti fingere d’amarmi?
    Il rasta sorrise tenue.
    - Noi siamo il mio segreto.







    Note finali:
    Questa fanfiction è nata di una notte estiva. Il perché delle lucciole? Semplicemente mi sono ritrovata circondata dopo che mio padre aveva annaffiato.
    Alla fine Tom ama davvero Bill? Questo lo lascio alla vostra immaginazione. Tom è spaventato da un sentimento sbagliato, il dubbio del suo amore si esprime in un rapido parossismo che culmina nello schiaffo dato a Bill.
    Persino un’innocente passeggiata ai suoi occhi assumo la visione di un gesto abominevole. Tutto ricordo a Tom che il loro amore è sbagliato, o forse è solo compassione per il fuoco che marchia il cuore del gemello?
    Voi siete libere di sbrigliare la fantasia e lasciare che il sentimento del dubbio stilli in voi; che cresca la consapevolezza di un amore pure e limpido che trascende i legami sanguigni, ma deve nascondersi agli occhi dei passanti del mondo; noi.
    I repentini cambiamenti atmosferici non sono una bizzarria della mia testolina XD Semplicemente sono i catalizzatori del tumulto che agita Bill; l’evoluzione e la consapevolezza di amare quel feto che è cresciuto con lui.

    Edited by •. Sonija - 31/10/2010, 17:49
     
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  2. lime !
     
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    Dico solo che questo OS è tutto quello che volevo leggere da tanto tempo.
    Le tue mani sono magiche, soniè. Non smetterò mai di dirlo ma tu non devi smettere mai di scrivere.

    CITAZIONE
    Faresti una passeggiata con me nella nebbia?

    sublime, mi fai davvero venir voglia di perdermi in un fiume di parole e nebbia, dolce nebbia ♥

    Sai che la rileggerò.
    Ti voglio bene pure io. ♥
    La limona e i suoi commenti insulsi.
     
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  3. •. Sonija
     
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  4. ( ireheydu )
     
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    io.. cioè.. tu.. questa fan fiction.
    OH MIO DIO. Giuro veramente che ne è valsa la pena di leggerla, e leggerla con il rumore nel vento che ti sfiora l'udito è ancora meglio! Non avevo mai letto niente di tuo, che io ricordi, ma questo mi fa capire quanto tu sia brava a scrivere e a far uscire fuori da questa storia i sentimenti e le emozioni dei personaggi. Personalmente è una one shot veramente FANTASTICA, e non smetterei mai di farti i complimenti, davvero.
    Sei bravissima Sò.
    A quando la prossima os? ç_ç non vedo già l'ora di leggere qualcos'altro di tuo.
    Ancora complimenti! ♥
     
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  5. *HEILIG*
     
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    Ci devo riflettere su questa storia, che ho letto sempre ll'interno della scelta per quelle da consigliare.

    E' scritta bene, bene nel senso di corretta e di originale; è uno stile insolito, abbastanza demodè ma molto emozionale e io amo queste cose.

    E' una di quelle storie che andrebbero sussurate con lunghe pause a qualcuno che ti ascolta ad occhi chiusi; per poter vedere quello che ti fa sentire...è questo, che mi ha lasciato.
    Il ritmo delle stagioni che passano è altrettanto bello, mi piacciono molto le istantanee delle vita: la descrizioni di attimi e poche scene che racchiudono il senso di un tempo anche lunghissimo.

    Mi piace questa cosa di doverci riflettere. Mi piace molto...
     
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  6. Linnet;
     
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    Finalmente ho trovato un po' di buon tempo per commentare anche questa One.Shot! Visto, Sonia? Ce l'ho fatta! *me si congratula e si applaude da sola*
    Beh, che dire? Se mi permetti di essere molto diretta, ti garantisco che questo è un piccolo capolavoro, complimenti! Ho salvato la pagina nelle mie risorse documenti da un po', al che io posso rileggermela in qualsiasi momento di calma e tranquillità, magari con il clima adatto intorno a me, e qui mi riferisco al frinire dei grilli, al vento, all'imbrunirsi del cielo che fanno di tutto ciò una splendida atmosfera; spero che ti faccia piacere! ;)
    E' tutto così utopico, ricco di emozioni, semplicemente sensazionale. Su di me ha avuto questo effetto, non so; è un qualcosa che non mi stancherei mai di rileggere, davvero. L'amore, d'altronde, è proprio così, l'hai descritto perfettamente: io stessa lo ritengo un'enorme forza sovrannaturale, che ha la capacità di colpirti, come un immenso fulmine, un lampo, così trascinandoti in un profondo vortice di emozioni. E' un casto sentimento che per quante belle sensazioni è in grado di procurarti, talvolta riserva anche tante delusioni.
    Le descrizioni che hai fatto, poi, riguardo alle stagioni, al cambiamento del paesaggio e a tutti quei bellissimi colori, beh, quelle sono squisite. Sei davvero disinvolta nella scrittura. Go on like this, good girl! =)))
    Ti ho lasciato anche un mio commento, per lo più annoiandoti sicuramente!, soltanto per dirti che poche One.Shot catturano la mia attenzione; è vero, ne leggo tante, ma non tutte quelle che leggo sono così importanti per me. Beh, questa è una fra quelle poche, cara. E' una di quelle poche che, leggendola, mi recano l'ispirazione.
    Bacio,
    Simo
     
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  7. »Chemma«
     
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    Non ho davvero mai letto niente del genere in vita mia, anzi, non credevo nemmeno che qualcuno potesse scrivere così. Una delle cose che ho pensato dai primi righi è che hai una sensibilità unica, Sonia, perdonami ma dovevo dirlo ♥ complimentissimi. *-*
     
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  8. •. Sonija
     
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    Scusate il mio ritardo nel rispondere; ogni sera mi ripromettevo di farlo ma succedeva sempre qualcosa che fiaccava la mia forza di volontà; non so davvero come ringraziarvi, avete scritto delle cose stupende e non posso che gioire sapendo di aver suscitato in voi tali sensazioni; mi avete ridato una fiducia che credevo persa ♥

    CITAZIONE
    La limona e i suoi commenti insulsi.

    Non v'è nulla di patetico dei tuoi commenti; anzi, racchiudono una tenerezza inestimabile nella loro semplicità .

    CITAZIONE
    e a far uscire fuori da questa storia i sentimenti e le emozioni dei personaggi. Personalmente è una one shot veramente FANTASTICA, e non smetterei mai di farti i complimenti, davvero.

    Ire, mio Dio grazie ç_ç
    Sì, so che è una parola abusata ma non so davvero ce dire; non hai idea di quanto possa farmi piacere l'idea che l'afflato sentimentale abbia impregnato il tuo animo ♥

    CITAZIONE
    E' una di quelle storie che andrebbero sussurate con lunghe pause a qualcuno che ti ascolta ad occhi chiusi; per poter vedere quello che ti fa sentire...è questo, che mi ha lasciato.

    Grazie mille Simo *-* Per motivi a me ancora sconosciuti nonostante abbia letto le tue OS non sono mai riuscita a commentarle , ma ti apprezzo molto, davvero, e mi piace il tuo stile. Mi fa piacere d'esser riuscita a trasmetterti i sensazioni così intense e sfuggevoli ♥

    CITAZIONE
    Ti ho lasciato anche un mio commento, per lo più annoiandoti sicuramente!, soltanto per dirti che poche One.Shot catturano la mia attenzione; è vero, ne leggo tante, ma non tutte quelle che leggo sono così importanti per me. Beh, questa è una fra quelle poche, cara. E' una di quelle poche che, leggendola, mi recano l'ispirazione.
    Bacio,

    Qui sono scoppiata a piangere. Non ho davvero parole, non so come meglio esprimerti quanto queste parole abbiamo fatto strabordare il mio cuore di una gioia sincera che non sentivo da tanto tempo. Sono felicissima che tu l'abbia tra i miei preferiti; anzi, per me è davvero un onore.

    CITAZIONE
    Una delle cose che ho pensato dai primi righi è che hai una sensibilità unica, Sonia, perdonami ma dovevo dirlo ♥

    Marty, grazie, grazie mille in eterno ç___ç

    Ecco, alla fine il mio commento non corrisponde all'idea che aveva preso forma della mia mente prima di scrivere .___. E il tutto si è risolto in mille " grazie" che potrebbero sembrare frasi di circostanza o ridurre la portata della mia gioia.
    Ma io, sono davvero fiera e felice di ciò che mi avete detto, e non dimenticherò mai, mai le parole qui tracciate. Le parole n fondo per me sono eterne, e vi giuro che queste sono marchi incandescenti ma piacevoli nel cuore ♥
     
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7 replies since 15/7/2010, 22:44   590 views
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