Segret Night - the daughter of his best friend

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  1. chewie*
     
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    Titolo: Segret Night - the daughter of his best friend
    Autore: chewie*//claudia
    Genere: Commedia - Malinconico - Romantico
    Raiting: PG
    Avvisi: Angst - Deathfic - Fluff - OC - Language - Lime - What if?
    Riassunto: Charlotte è la figlia sedicenne del famoso bassista dei "Tokio Hotel", band amata e ammirata in tutto il mondo. Essendo praticamente cresciuta con gli altri membri della band, li considera la sua famiglia. Ma cosa può accadere, quando ti innamori di quello che hai sempre considerato quasi come uno zio? Cosa succede, quando ti innamori del miglior amico di tuo padre?
    Note: Questa fan fiction è nata da un mia idea e non mi pare che in giro ce ne siano altre così. Ovvero, questa fan fiction parla della figlia adolescente di Georg ed è ambientata più o meno tra sedici anni, appunto. I Tokio Hotel sono ancora una band conosciutissima ed amata; sono solo un po' invecchiati. Non vi preoccupate, continuerò anche l'altra fan fiction che ho postato da poco sul forum xD
    Comunque sia, spero che vi piaccia x)
    Cap: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6





    ஐ Background ஐ



    La ragazza dai lunghi capelli castani, sbattacchiava i piedi sul parquet, facendo un baccano assurdo. I suoi occhi ispezionavano ogni singolo indumento racchiuso nel suo armadio. Sbuffò sonoramente, e portò le mani sui fianchi stretti.
    «E' mai possibile che non abbia niente da mettermi?» borbottò, più a se stessa che all'altra ragazza, la sorella, che stava sdraiata sul letto e leggeva un settimanale di gossip tedesco.
    «Cazzo Charlie, c'hai una marea di roba! Prendine uno a caso e mettitelo. Vorrei arrivare puntuale a scuola, almeno oggi!» esclamò la ragazza dai capelli rossicci, lanciando per terra il giornale.
    «Jane, se non ti tappi la bocca entro tre secondi ti sbatto fuori, chiaro?» chiese retoricamente, non aspettandosi una risposta.
    Infatti la ragazza si zittì all'istante.
    «Fanculo, prendo questi.» continuò la mora. Si sporse verso l'armadio ed afferrò un jeans chiaro e una maglietta blu con scollatura.
    Non si diede nemmeno la noia di andare in bagno per cambiarsi; si infilò tutto velocemente e lanciò il pigiama per aria, che andò a finire in un punto impreciso del pavimento.
    Afferrò la borsa a tracolla e si guardò per l'ultima volta allo specchio: quella mattina aveva passato solo un'ora in bagno a truccarsi e sistemarsi i capelli, e andava fiera del suo lavoro.
    Le due ragazze scesero velocemente le scale ed entrarono velocemente in cucina. Immediatamente, cinque paia d'occhi saettarono verso di loro; un paio, in particolare, si soffermarono su Charlotte.
    «Tesoro, come diamine ti sei vestita?» chiese il padre della ragazza, porgendole una tazza di caffè.
    La ragazza non attese nemmeno che la bevanda scura si raffreddasse; aveva troppa fretta. Infatti, mando giù tutto d'un sorso e si scottò la lingua.
    «Papà, non è ora di rompere i coglioni, per favore. Sono in ritardo e alla prima ora c'è quella strega della Fisher. Lo sai che non ammette i ritardatari» rispose secca la ragazza.
    L'uomo si voltò verso la moglie, che sorrideva sotto i baffi.
    Era un una donna di trentacinque anni, non molto alta ma non per questo poco bella. La donna aveva dei lunghi capelli castani che scendevano con dei leggeri boccoli sulla schiena, proprio come la figlia maggiore.
    «Le ha sentite da te queste parole?» chiese l'uomo sconcertato, spalancando gli occhi.
    «Georg lasciala in pace, anche tu a sedici anni eri uno scaricatore di porto!» s'intromise un uomo, seduto su una sedia attorno al tavolo di casa Listing.
    «Tom, tappati la bocca!» rispose l'uomo.
    «Si Tom, sta zitto e dacci uno strappo a scuola!» s'intromise Jane, facendo gli occhi dolci all'uomo.
    «Non ci penso neanche!» ribattè quest'ultimo, incrociando le braccia al petto. Nonostante avesse la bellezza di trentasei anni, non aveva perso lo spirito bambinesco. Era come Peter Pan, lui.
    «Dai Tom, ti prego! Hai avuto anche tu quella strega quando andavi a scuola, sai com'è fatta!» si aggiunse Charlotte, sorridendo dolcemente all'uomo che si alzò dalla sedia con aria sconfitta.
    «Ok, però questa è l'ultima volta!» rispose, guardando le due ragazze.
    I tre salutarono l'allegra combriccola che si era riunita in cucina ed uscirono di casa, inoltrandosi nell'aria gelida di metà Novembre.
    Ci fu un piccolo battibecco tra le due sorelle, su chi doveva stare davanti e chi dietro. Tom sbuffò e, dopo averle minacciate di lasciarle andare a piedi, le due salirono in macchina senza obbiettare. Charlotte prese posto davanti, mentre Jane si accontentò di stare dietro.
    Per tutto il tragitto verso la scuola, solo Tom e Jane parlavano tra di loro, mentre Charlotte pensava ai fatti suoi, giocando con il cellulare nuovo di zecca che le aveva comprato il giorno il padre.
    Quando la macchina nera luccicante si fermò davanti al cancello della scuola, Jane scese di tutta fretta, dimenticandosi persino di salutare lo zio che le sorrise, nonostante tutto. Osservò la ragazza correre verso le amiche e poi si voltò verso Charlotte, che non ancora non si era mossa di mezzo centimetro.
    «Farai tardi a lezione» mormorò l'uomo, con tono freddo e distaccato.
    D'altronde, come poteva non esserlo? Dopo quello che era successo la settimana prima, il rapporto tra i due era diventato freddo, se non gelido.
    La ragazza posò gli occhi sul viso del moro e sbuffò.
    Uscì dall'auto e sbattè forte la portiera, che fece un tonfo sordo. Non si voltò nemmeno lei a salutare l'uomo, ma camminò verso le sue amiche che l'aspettavano all'entrata della scuola.
    Si era davvero stufata di quel comportamento infantile di Tom e, ben presto, avrebbe fatto qualcosa.

    _______________________________________________________

    Note Finali: questo è solo l'anticipazione non è il capitolo; d'altronde è troppo corto per essere un capitolo. Comunque sia, spero che vi piaccia e aspetto dei commentini : D

    Edited by chewie* - 13/7/2010, 14:15
     
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  2. - sonne -
     
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    Ma io adoro le tue fan fiction!♥
    Non vedo l'ora di leggere il capitolo!
     
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  3. chewie*
     
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    CITAZIONE (- sonne - @ 23/4/2010, 19:46)
    Ma io adoro le tue fan fiction!♥
    Non vedo l'ora di leggere il capitolo!

    Tu sei la mia fan numero uno, sono contenta che ti piace pure questa, tesoro **
     
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  4. - sonne -
     
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    CITAZIONE (chewie* @ 23/4/2010, 19:48)
    Tu sei la mia fan numero uno, sono contenta che ti piace pure questa, tesoro **

    Che onore esserlo!*----------*
    :nghè:
     
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  5. chewie*
     
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    CITAZIONE (- sonne - @ 23/4/2010, 19:50)
    CITAZIONE (chewie* @ 23/4/2010, 19:48)
    Tu sei la mia fan numero uno, sono contenta che ti piace pure questa, tesoro **

    Che onore esserlo!*----------*
    :nghè:

    Che onoro averti come lettrice.
     
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  6. ~ RadioHysteria
     
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    Che idea originale! Mi piace molto e sembra essere davvero interessante!
    Non vedo l'ora di sapere come continua :)
     
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  7. chewie*
     
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    CITAZIONE (~ RadioHysteria @ 23/4/2010, 19:57)
    Che idea originale! Mi piace molto e sembra essere davvero interessante!
    Non vedo l'ora di sapere come continua :)

    Uh, Grazie **
     
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  8. Isy88
     
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    Mi interessa molto, continua! ^^
     
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  9. chewie*
     
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    CITAZIONE (Isy88 @ 23/4/2010, 20:08)
    Mi interessa molto, continua! ^^

    Per oggi posto il primo vero capitolo perchè l'ho già scritto, poi vedrò per gli altri (:
    Comunque, grazie mille, davvero **
     
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  10. *…AmAmI 4eVeR…*
     
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    Mi Piace Come Anticipazione...
    Continua Presto ^^
     
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  11. chewie*
     
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    One ஐ Need To Speak




    «Perchè quella faccia?» chiese una giovane ragazza dai capelli biondi, verso Charlotte che giocava malinconicamente con il suo diario, fissando il vuoto.
    «Amy, non è il momento» rispose serenamente la ragazza, continuando a fare ciò che stava facendo. Amanda scosse la testa; odiava vedere Charlotte in quello stato quasi catatonico.
    «Charlie, renditi conto che sembri un vegetale! Mi dici cosa diamine ti prende, in questo periodo?» l'apostrofò l'amica, scuotendo leggermente il capo.
    Charlotte sembrò rifletterci qualche istante. Era vero ciò che diceva Amanda: da una settimana era strana. Parlava poco, mangiava poco e dormiva poco - e quest'ultimo particolare lo si poteva notare dalle scure occhiaie che le contornavano gli occhi color cioccolato, anche se copriva il tutto con uno strato abbondante di correttore.
    Ma, alla fine, non era colpa sua se aveva troppi pensieri per la testa.
    Da una settimana era tutto cambiato, e lei sapeva bene anche il perchè, di quel cambiamento.
    Amanda, intanto, batteva le unghie sul banco, nervosamente, osservando Charlotte che non sembrava degnarla di particolare attenzione.
    «Charlie, mi vuoi rispondere, per l'amor del cielo?» domandò esasperata la ragazza, abbassando il tono di voce per evitare che il professore le sentisse.
    Charlotte si voltò verso la sua migliore amica e la fissò attentamente: d'altronde, di lei si poteva fidare.
    «Ok ti racconto tutto, però tu prometti di non giudicarmi?» chiese timidamente, mentre si torturava le mani, sfregandole nervosamente contro il jeans chiaro.
    Amanda fece una leggera risatina e sorrise alla ragazza.
    «Non ti ho mai giudicata, nonostante ci conosciamo da ben dieci anni. Perciò, sai bene che a me puoi dire tutto» disse, prendendo le mani della moretta tra le sue e continuando a sorridere.
    Charlotte abbozzò un sorriso e sospirò.
    «Io e Tom ci siamo baciati» disse, tutto d'un fiato.
    Amanda restò immobile per qualche secondo e a Charlotte sembrò d'impazzire.
    «Stai scherzando, vero?» chiese nervosamente Amanda, aggrottando le sopracciglia. Quando vide l'amica abbassare lo sguardo verso il pavimento capì che era tutto vero. Certo, sapeva bene che da un anno all'incirca, Charlotte aveva cominciato a provare una strana attrazione fisica verso Tom, ma non si sarebbe mai immaginata che sarebbe arrivata al punto di baciarlo.
    ... O forse era stato lui a baciarla?
    «Quand'è successo?» chiese pacatamente la bionda, cercando di non dar sfogo al nervoso che la stava assalendo. D'altronde, la sua miglior amica aveva baciato un uomo molto più grande di lei, nonchè miglior amico del padre. Ah, non l'avrebbe mai capito, lei!
    «La settimana scorsa... Ed è per questo che sono così: non riesco più a dormire la notte. Non so più cosa fare! Lui è sempre freddo con me, nonostante l'iniziativa del bacio sia partita da entrambi, non solo da me! Ti giuro, non ci capisco più niente! Senza contare che se lo scopre mio padre spezza le gambe a me e stacca le palle a Tom!» disse, tutto d'un fiato. Non riusciva a respirare, mentre raccontava tutto ciò che era successo.
    «Ma avete parlato, dopo che è successo?» continuò Amanda, comprensiva.
    «No. Non ho il coraggio d'arrivare a quell'argomento» confessò, alzando lo sguardò verso la bionda che alzò un sopracciglio.
    «Devi parlarci, e devi farlo IMMEDIATAMENTE!» ordinò Amanda, severa.
    Charlotte annuì.
    Senza farsi scoprire dal professore che continuava a spiegare qualcosa a lei ignoto di matematica, afferrò il cellulare e scrisse un messaggio.
    Amanda aveva ragione. Lei e Tom avrebbero affrontato un bel discorso quello stesso giorno.

    *



    Tom era sdraiato sul divano del salotto di casa sua, con sopra il suo adorato gatto dal pelo bianco che continuava a fargli le fuse. Sorrise e spostò lo sguardo verso la televisione: era mattina ma non sapeva assolutamente cosa fare.
    Bill, Gustav e Georg avevano proposto di andare a comprare degli strumenti nuovi, ma lui si era rifiutato: si sentiva colpevole verso Georg e non avrebbe retto neanche un minuto in sua presenza.
    Sentì la tasca posteriore dei suoi pantaloni - perennemente di tre taglie più grandi di lui - vibrare e ne estrasse il cellulare, dando l'Ok al nuovo messaggio ricevuto.

    Mi vieni a prendere all'uscita? Solo me, non Jane. Dobbiamo parlare.

    Diceva il messaggio. Non ci fu nemmeno bisogno di guardare il mittente, sapeva già che era lei.
    Immediatamente, le immagini tornarono alla mente: si ritrovò a pensare nuovamente alla settimana precedente quando, dopo aver bevuto alcolici sostanzialmente quanto un lama, si era ritrovato a baciare quella ragazza. Non si era reso conto di cosa fosse realmente accaduto, fin quando non aveva osservato il viso di Charlotte, evidentemente sorpreso.
    Come diavolo era potuto accadere? Certo, provava una certa attrazione fisica verso la ragazza ma, diamine, aveva vent'anni in meno di lui e, come se la cosa non bastasse, era la figlia del suo migliore amico.
    Tornato alla realtà, digitò velocemente la risposta.

    Sì, passo a prenderti io. Non farmi aspettare come l'altra volta, sennò me ne vado! Ah, se tuo padre ti chiede qualcosa, non ti azzardare a dirgli che sei con me; inventa qualcosa. Ti porto in un posto.

    Non lo rilesse nemmeno e lo inviò, poggiando il cellulare sulla gamba e portandosi le mani sulla fronte.
    Era davvero uno stupido!

    *



    Charlotte si infilò nuovamente il cellulare in tasca e sospirò. Prima che Amanda potesse chiederle qualsiasi cosa, la campanella che segnava l'intervallo si fece sentire. Il professore di matematica sbuffò ma fece cenno agli alunni che potevano uscire.
    Le due ragazze uscirono dall'aula e si immischiarono alla folla di studenti che si dirigeva nel cortile posteriore della scuola.
    Quando furono fuori, presero posto sotto la solita quercia; stranamente il tempo si era sistemato ed il Sole faceva capolineo proprio sopra le loro teste, anche se l'effetto non era lo stesso dato che le foglie dell'albero le tenevano in parte coperte.
    Poco dopo vennero raggiunte da altre due ragazze, che si sedettero vicino a loro.
    «Buongiorno!» esclamarono le due, all'unisono.
    La prima delle due, Vanessa, aveva i capelli a caschetto e neri, che contornavano un viso smilzo e dalla carnagione pallida. Gli occhi celesti rendevano il tutto davvero spettacolare e facevano sembrare la ragazza una bambola di porcellana.
    La seconda, invece, era meno smilza ma non per questo meno bella: Miriam aveva i capelli di media lunghezza e rossi come il fuoco. Il viso era delicato, con il tipico nasino alla francesina e degli occhi scurissimi, quasi neri.
    «Buongiorno» rispose ironicamente Amanda.
    Vanessa e Miriam frequentavano anche loro la seconda classe ma erano in sezione diversa rispetto ad Amanda e Charlotte.
    «Ehi, Charlotte, perchè quell'aria di merda?» chiese Vanessa, alzando un sopracciglio; se fosse rimasta immobile sarebbe davvero potuta passare come una bambola di porcellana. Ma le sue maniere a dir poco rudi e poco adatte ad una ragazza facevano poi credere tutto il contrario.
    «Oh no, niente» rispose la ragazza che continuava ad osservare lo schermo del suo cellulare.
    «Dato che non ho voglia di spaccarmi le palle ascoltando i vostri problemi amorosi, venite stasera a casa mia e dormite da me, così possiamo dar via al mare di pianto, ok?» propose Vanessa, con la sua solita delicatezza.
    Charlotte sorrise leggermente ed annuì: cambiare aria per un giorno non le avrebbe affatto male. Anzi, cambiare aria dopo il discorso che avrebbero affrontato lei e Tom poco dopo, le avrebbe fatto sicuramente bene.
    Le ultime quattr'ore di lezioni passarono in un batter d'occhio, nonostante Charlotte avesse la mente che navigava in tutt'altra direzione. Ripensava a quella sera e al fatto che, poco dopo, avrebbe dovuto affrontare il ragazzo faccia a faccia.
    Una scossa la travolse, quando suonò la campanella dell'ultima ora.
    Una baraonda di studenti - che sembravano un branco di cavalli imbizzarriti - correva a urlava per il corridoio e Charlotte si vide bene dal tenersi stretta alla sua amica.
    Quando raggiunsero l'uscita della scuola, ispezionò con lo sguardo il parcheggio, fino a scorgere la macchina nera e luccicante di Tom.
    Charlotte si voltò verso Amanda che la osservava con le mani sui fianchi, a mo' di madre arrabbiata.
    «E' arrivato» disse nervosamente la moretta, cercando di non farsi prendere dal panico.
    «Cazzo Charlie, lo conosci da quando sei nata! Probabilmente ti ha pure cambiato i pannolini e ti vergogni adesso? Ma per favore! Adesso tu vai, ci parli, e alle otto ti voglio a casa mia, così andiamo a spassarcela con Vanessa e Miriam. Chiaro?» rispose la biondina, terminando con un gran sorriso che Charlotte non potè far a meno di ricambiare.
    «Limpido!» rispose euforica, stampando un piccolo bacio sulla guancia dell'amica e dirigendosi verso la macchina nera del ragazzo.
    Respirò profondamente.
    Dai Charlie, fatti coraggio. Non è mica la fine del mondo!
    Pensò, mentre fece un grosso respiro.
    Aprì la portiera ed entrò dentro il caldo e familiare abitacolo dell'auto, mentre questa prendeva vita con un rombo leggero.
    «Dove andiamo?» chiese la ragazza, notando che il moro teneva lo sguardo fisso sulla strada.
    «In un posto» rispose vago, lasciando tutto alla fervida immaginazione della ragazza.
    Charlotte prese a torturarsi le mani; c'era silenzio, troppo silenzio. Lei odiava il silenzio, sopratutto in quel momento. Voleva parlare; ma non sapeva cosa dire. Voleva guardarlo in viso; ma aveva paura che lui la fulminasse con lo sguardo. Non avrebbe digerito uno sguardo del genere da parte del moro.
    Optò per tenere la testa bassa e continuò a giocare con il ciondolo della sua collana; stranamente era proprio quella che lui stesso le aveva regalato un anno prima per Natale.
    La lasciò cadere nuovamente sul suo collo, mentre l'auto si fermava davanti alla casa dei Tokio Hotel, nonchè il loro studio di registrazione.
    Che diamine ci facevano lì?
    «Su, avanti, scendi» disse freddamente il moro, aprendole la portiera. Non si era nemmeno resa conto che lui era già sceso dall'auto. Tom, per suo conto, non aspettò che lei scendesse dall'auto; la precedette per il vialetto di ghiaia che conduceva proprio davanti al portone della casa.
    Aprì la porta e fece sì - almeno quella volta - che la ragazza lo precedette.
    Si chiuse la porta alle spalle e lanciò il giubotto sul divano, mentre prendeva posto sulla poltrona blu del salotto. Battè i piedi per terra, come per voler attirare l'attenzione della ragazza che ormai era troppo presa a fissarsi la punta delle scarpe.
    Alzò lo sguardo verso di lui e, senza aspettare l'invito scritto, si sedette sulla poltrona adiacente, accavallando le gambe - cosa che faceva sempre quando era particolarmente nervosa.
    «Allora, di cosa dobbiamo parlare?» esordì calmo il ragazzo.
    Charlotte strabuzzò gli occhi: stava scherzando, vero?
    «Mi stai prendendo per il culo?» chiese la ragazza, alzando un sopracciglio e poggiando il cellulare sulle sue gambe.
    «Hai detto che dovevamo parlare. Bene, siamo quì e siamo soli. Su, avanti, parla che non ho tutta la giornata a tua disposizione» rispose freddamente, lanciandole occhiatacce a dir poco gelide.
    «Ma ti vedi come sei? Cioè, sei allucinante! Sai bene di cosa dobbiamo parlare, cazzo! Lo so che tu non vuoi affrontare questo discorso, ma io sì e ci terrei che la finissi di fare il freddo e il distaccato solo per uno stupido bacio!» sputò la ragazza, senza rendersi conto che aveva riassunto tutto il discorso di almeno mezz'ora che si era preparata mentalmente, in sole due frasi.
    Tom cercò di non scomporsi tanto, nonostante dentro di se, il suo orgoglio ululava distrutto. Come ci riusciva?

    _________________________________________________

    Note finali: il finale del capitolo non mi piace, ma ho dovuto scrivere l'ultima parte velocemente perchè devo finire di studiare -.-* Comunque sia, non ho riletto perciò ci saranno sicuramente una marea di errori: domani li controllo, non vi preoccupate. xD
    Spero comunque che, come primo capitolo, vi piaccia.

    Edited by chewie* - 13/7/2010, 14:14
     
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  12. ~ RadioHysteria
     
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    *-* Minchia quant'è bella! Mi piace un sacco ed errori non ne ho visti, scrivi davvero bene! Complimenti!
    Queste storie un po' perverse mi fanno impazzire !
    Complimenti ancora !
     
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  13. - sonne -
     
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    Oddio mio,la devi continuare assolutamente!♥
    Bravissima,il capitolo mi è piaciuto tanto!
    (:
     
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  14. chewie*
     
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    CITAZIONE (~ RadioHysteria @ 23/4/2010, 23:10)
    *-* Minchia quant'è bella! Mi piace un sacco ed errori non ne ho visti, scrivi davvero bene! Complimenti!
    Queste storie un po' perverse mi fanno impazzire !
    Complimenti ancora !

    Di perversione in sé ce n'è poca; ma il fatto che lei abbia vent'anni in meno e che sia la figlia di Georg, quella perversione in più ce la mette xD
    Comunque sia, un paio di errori c'erano, più che altro qualche vocale sbagliata, fortunatamente l'ho corretto xD
    Comunque sia, grazie mille, davvero **
    Sono contenta che ti piaccia (:


    CITAZIONE (- sonne - @ 24/4/2010, 08:54)
    Oddio mio,la devi continuare assolutamente!♥
    Bravissima,il capitolo mi è piaciuto tanto!
    (:

    Grazie tesoro *-*
    Comunque sia vedrò di accontentarti; dato che la fan fiction mi prende in una maniere assurda, se riesco posto stasera, massimo domani mattina.
    (:
    Sempre che ci saranno altri commenti xD Sennò posto solo per voi due ù.ù
     
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  15. - sonne -
     
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    CITAZIONE (chewie* @ 24/4/2010, 14:02)
    Grazie tesoro *-*
    Comunque sia vedrò di accontentarti; dato che la fan fiction mi prende in una maniere assurda, se riesco posto stasera, massimo domani mattina.
    (:
    Sempre che ci saranno altri commenti xD Sennò posto solo per voi due ù.ù



    Io aspetto!u.u
     
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