The Manager

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  1. smemorandina
     
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    me nuova lettrice... non mi puoi lasciare così... i 2 capitoli sono bellissimi e sei anche brava a scrivere...posta presto miraccomando perchè me curiosa :) kuss
    Giada
     
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  2. »•Smiley_Reira
     
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    Ed eccomi a commentare anche quest'altra ff...
    Comincia a piacermi... mi hai incuriosito...
    Continua presto!!! <333
     
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  3. s3xg0tt!n@483
     
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    noooooooo ma tu sei pazzaaaaaaaa! Mi vuoi far morire per caso?
    Posti un altra FF e io lo scopro solo adesso, anche se vabbè sei solo all'inizio.
    Tom è estremamente sexy e arrapante.
    Scusate non mi sono riuscita a trattenere...ma quel ragazzo mi far perdere la testa. E in veste di produttore beh...mi lascia immaginare *Q______________

    Mi dispiace se sarai scocciata di vedermi pure qui, sembro una colla.
    Ma non posso farne a meno, è colpa tua se mi attiri come una calamita. v.v

    P.O.S.T.A.!
     
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  4. Black_Sunshine
     
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    Ma no Dasy mi fa piacere!
     
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  5. s3xg0tt!n@483
     
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    *saltella felice*

    quando postiiiiiiiiii?
     
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  6. Black_Sunshine
     
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    quando finisco di scrivere il capitolo... non sono riuscita ancoraa finirlo!
     
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  7. s3xg0tt!n@483
     
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    ok..tranquilla^^
     
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  8. sere96**
     
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    UP!
     
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  9. s3xg0tt!n@483
     
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  10. Black_Sunshine
     
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    ed ecco finalmente il secondo capitolo!
    non strangolatemi e fa anche un tantino schifo ma dovevo metterci l'intermezzo per spiegare!
    baciii!


    Capitolo 2
    Mille impegni




    -Tesoro, voglio più espressione su, dai… brava così….-
    Un flash la inondò.
    Sentì qualche decimo della sua vista andare a farsi fottere.
    -Tom…- mugugnò cercando di mantenere il viso nella posizione giusta.
    -Piccola non parlare, sorridi all’obbiettivo- cinguettò il fotografo –Piega di più la testa… fammi il broncio… su, che non è difficile-
    -Tom…-
    Il manager alzò gli occhi al cielo ignorandola e tracannandosi il suo decimo caffè della mattinata.
    L’istinto di uscire da quel dannato set e ucciderlo le fece formicolare le mani.
    Piegò la testa di un lato facendosi inondare da un altro scatto.
    -Tom…-
    -Che cazzo vuoi?- sbottò finalmente lui.
    -Mi fa male la mascella- si lamentò mentre il fotografo le ordinava di girare il corpo a quarantacinque gradi e di mantenere il viso con quell’espressione trasognante.
    Tom roteò gli occhi –Dovresti essere abituata a queste cose- le rimproverò alzando una mano –Jörge, vai a prenderti qualcosa da bere, facciamole prendere una pausa-
    Gli fu grata.
    Almeno per una volta, quello schiavista aveva avuto pietà di lei.
    Erano rare le volte in cui mister “il tempo è denaro” aveva pietà della sua povera vita da adolescente.
    Quando si era piegata a firmare il contratto discografico, sotto gli occhi luccicanti di Bill, non aveva minimamente pensato che la cosa sarebbe diventata tanto pesante.
    O almeno, che non riuscisse a sopportare più il suo manager.
    Erano passati due anni, due dischi in vetta alla classifica, tre tour e mille apparizioni tv eppure Tom, quel gran pezzo d’idiota, non era mai stato gentile con lei.
    Fin da quando si era chiusa in sala di registrazione la settimana dopo il suo incontro aveva sempre preteso da lei cose inaccettabili, ritmi serrati e comportamento impeccabile.
    Come se una misera sedicenne come lei avesse anche solo pensato di “mettere la testa a posto”.
    Tom, a primo impatto, le era sembrato un ragazzo che aveva affrettato troppo le tappe della sua vita, quel ghigno perennemente sulle labbra le aveva dato un’impressione strana.
    Tom era vuoto, lo sentiva dal modo in cui le organizzava la vita.
    Tom era un’ipocrita, lo aveva capito quando, stufa del suo fare da bigotto borghese inibito, aveva fatto ricerche più approfondite su di lui.
    Tom era un donnaiolo e aveva testato su di lei quel suo particolare, tanto che Simone, la sua Road Manager aveva imposto al suo Manager il divieto assoluto di portare nel tourbus donne.
    Tom era uno a cui l’alcool piaceva molto, aveva scaricato da You Tube un’intervista dove era completamente ubriaco e sparava cavolate.
    Tom era la persona più libertina che avesse mai incontrato.
    Eppure…
    Eppure le impediva qualsiasi divertimento che implicasse alcool e ragazzi.
    Spesso si era trovata ad essere trascinata via per le orecchie dagli after party perché aveva azzardato a chiedere a Bill di prenderle una birra o si era permessa di scendere in pista a ballare con le sue amiche o qualche membro dello staff.
    Insomma, aveva iniziato ad odiare Tom.
    Sospirò alzando la testa e chiudendo gli occhi.
    Il suo sogno, con quell’essere, stava diventando un incubo.
    Si voltò a guardarlo mentre afferrava il cellulare e iniziava a parlare un fitto tedesco con qualcuno.
    E odiava anche quello.
    Avere il team di produzione tedesco e non capire una mazza di quello che si dicevano.
    Avrebbe voluto imparare, ma con Tom a mala pena riusciva a respirare.
    Scese dal podio che stavano usando come set e si avviò verso il backstage.
    -Voglio un caffè, forte, o strangolo quell’essere con le trecce more- esclamò arrivando al suo camerino e si lasciò cadere sulla sua sedia davanti allo specchio.
    -Subito, amaro Emy?- le domandò Andrè sorridendole.
    Andrè, il suo assistente personale, era davvero un bel ragazzo.
    Quante volte Emily aveva pensato di provarci?
    Mille? Un milione?
    Il suo fascino Europeo aveva conquistato molte delle ragazze dello Staff.
    Ma…
    Per sfortuna di Emily, a vegliare su di lei c’era Tom, e chiunque nel suo Staff aveva paura di lui.
    Emily annuì sorridendole –Non so come farei senza di te!-
    -Lo scoprirai presto se il testone non si muove, tra cinque minuti voglio che ti stampi sulla faccia una sorrisino o annullo l’after party agli VMA’s-
    Emily sgranò gli occhi mentre Andrè si girava e correva verso il bar del palazzo.
    Tom era apparso alle sue spalle.
    Lo vedeva riflesso allo specchio.
    Le braccia incrociate sopra la lunga giacca di pelle posata sull’altrettanto enorme t-shirt nera.
    Gli enormi jeans rattoppati strappati coprivano un paio di Nike nere di vernice con i lacci gialli.
    Sembrava tutt’altro che un Manager, ma, per sua grande sfortuna, lo era.
    -Non oseresti- sibilò lei girandosi verso di lui.
    -Vuoi mettermi alla prova ragazzina?- le domandò inclinando la testa.
    Emily ringhiò.
    No, Tom manteneva sempre le sue promesse.
    Lo vide sorridere soddisfatto, e quel sorriso la mandò letteralmente in bestia.
    -Elina, vai a chiamare Sabine, vedo delle occhiaie che nelle foto non dovrebbero assolutamente essere viste-
    La sua assistente annuì e usci dal camerino.
    -Ti odio lo sai?- gli disse lei sospirando.
    -Sei ripetitiva lo sai?- sbuffò Tom –non mi può fregar di meno se mi odi e ami quel rincoglionito di mio fratello, sono io il tuo manager, su questo non si discute-
    -Anche tu sei parecchio ripetitivo!- Emily saltò giù dalla sedia e andò verso di lui –Sarà al vecchiaia-
    Afferrò il caffè che Andrè le porgeva sorridendo angelica.
    -Ho solo ventotto anni, mica cento!- rispose l’uomo, indignato.
    -Appunto, sei vecchio!-

    ****



    -Oh non so decidereeeeee!- si lagnò guardando due dei vestiti che una commessa, troppo sorridente, le metteva davanti.
    Sbuffò non sapendo quale dei due prendere per i Video Music Awards.
    Non erano certo i primi, ma quella sera avrebbe fatto tre esibizioni.
    Rose sospirò mentre si alzava dal divanetto –Non è poi così difficile, te ne serve uno per il tappeto rosso, uno per le premiazioni, quello per l’esibizione con il rapper, quello per l’esibizione con i Tokio Hotel…-
    Emily sbuffò –Non mi va di cantare accompagnata da Tom-
    -Canterai con Bill, non lamentarti- le disse dolcemente la ragazza mora.
    -Ma non è nemmeno una canzone che abbiamo scritto insieme, è una rivisitazione di una canzone del 2010 con Karli-
    -Ma lei non l’ha mai cantata con loro, tecnicamente è la prima volta per loro-
    Emily roteò gli occhi –Va bene-
    Rose ridacchiò –E poi te ne serve uno per la tua esibizione solista-
    -E finalmente- sospirò –Ma quelli che avevo deciso?-
    -In realtà, il signor Kaulitz ha mandato un’altra ordinazione…- sorrise la commessa.
    Le due alzarono lo sguardo verso la ragazza che sorrideva raggiante.
    Avere Emily Smith nel suo negozio era una di quelle cose di cui vantarsi.
    Il giorno prima Tom aveva chiamato e le aveva chiesto se cortesemente potevano tenere il negozio chiuso per tutto il pomeriggio in modo che Emily potesse decidere tranquillamente i vestiti da usare per uno degli eventi più in vista del panorama musicale mondiale.
    Per la ragazza non vi era stato nessun tentennamento.
    Aveva accettato senza batter ciglio.
    -Quale Kaulitz? Ce ne sono due- chiese Emily tremante.
    Non si fidava dei gusti di Tom.
    -Bill, Bill Kaulitz, ha chiamato questa mattina e ha ordinato di farle provare degli abiti che aveva trovato sul nostro catalogo internet-
    Emily la guardò sorridendo ironica –E perché non me l’ha detto prima invece di farmi scoppiare la testa?-
    La commessa ridacchiò –Mi era passato di mente, se vuole seguirmi!-
    Emily si alzò dal divanetto zebrato e seguì la ragazza.
    Quando quella aprì lo stend con i suoi vestiti quasi si sentì male –Rose?-
    -Si?-
    -Io amo, ufficialmente, Bill Kaulitz-





     
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  11. sere96**
     
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    avverto nell' aria un profumino di amore... posta presto!!!
     
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  12. s3xg0tt!n@483
     
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    Se Tom non le permette di divertirsi con i ragazzi, mi sembra che invece di fare la parte del manager, faccia la parte del ragazzo geloso -.-
    E dato che lui era libertino perchè cavolaccio deve essere così antipaticoooooooooooooo

    Amore spero per te, che si comporta così solo se c'è un motivo valido, perchè non ha minimamente senso che faccia l'antipatico in questo modo solo perché lui è il suo manager e decide -.-
     
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  13. Mars_95
     
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    Ed eccomi qui.
    Come ti avevo annunciato nell'altro post (non so se l'hai letto), mi ritrovo qui a commentare.
    Trovo che questa storia abbia un potenziale straordinario per due motivi principali: per primo, mette in risalto i Tokio Hotel in panni "inediti" in cui nemmeno li avrei mai immaginati e cioè a lavorare "dietro le quinte" e, secondo, perché la trama è davvero originale -infatti non ne avevo mai letta una del genere- (e ti assicuro che di FF ne ho lette parecchie!).
    Il personaggio di Emily è a dir poco meraviglioso e il tuo modo di scrivere è davvero fluido e molto comprensibile, ma non per questo troppo semplice o colloquiale, insomma trovo che tu abbia trovato l'equilibrio giusto per una Fan Fiction di questo tipo.
    Mi sono un po' "stranita" nel vedere che subito hai cominciato a descrivere i fatti dopo due anni.
    Non fraintendere le mie parole, per dirla in modo più semplice, è che mi aspettavo che raccontassi -almeno nei primi capitoli- la lavorazione al suo primo album, ma penso che, per come l'hai impostata, mi incuriosirò ancora di più (dato che di solito capisco subito i finali delle FF quindi diventa un po' "noioso" leggerle) quindi credo che anche questo, tutto sommato, sia un punto a tuo favore.
    Non posso dirti altro -a causa fel fatto che i capitoli che hai postato sono pochi- tranne che aspetto con ansia il continuo!
    Ora vado a commentare le altre v.v
     
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  14. sere96**
     
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  15. I'm crazy of you!!
     
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    bellissimo capitolo..... che caro Bill! e Tom che geloso!
    comunque bello bello...
    LaLlY
     
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32 replies since 24/8/2010, 16:02   590 views
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