Diventa Beta Editor!

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  1. DiANaReN
     
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    Un complimenti, sei passata batando un pezzo del mio chappy XD
     
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  2. *DIA'S GOTH TH*
     
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    Davvero Complimentoni vivissimi a tutte ed a quest'ultima !! Sarete grandi Beta :) ancor più ognuno possiede la propria unicità nel crearle e per aver stupito e portato alla scelta determinante lo staff !!!!
     
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    Ciò che ti sta rendendo felice,
    rende me più triste.
    사랑해, 바보 ♥

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    Vedendo queste cose mi viene quasi voglia di candidarmi a mia volta ò_ò XD Tanto so che non avrei tempo per betare u.ù Preferisco fare l'autrice x)

    Complimenti alla nuova beta! *---*
     
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  4. *HEILIG*
     
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    CITAZIONE (.Nightmare; @ 27/1/2011, 14:17) 
    Vedendo queste cose mi viene quasi voglia di candidarmi a mia volta ò_ò XD Tanto so che non avrei tempo per betare u.ù Preferisco fare l'autrice x)

    Eh lo so che non hai tempo, sennè fidati Vero, saresti già nel gruppo su mia spontanea e irremovibile decisione ù.ù
     
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  5. february8
     
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    salve a tutti!!!!
    ehm volevo avere alcune informazioni perchè vorrei diventare beta editor.
    1) dove lo vado a ripescare il link di presentazione? (oppure potrei farne un altro?)
    2)se metto due testi di due mie OS che ho postato sempre qui sul forum, va bene lo stesso?

    :huh: grazie in anticipo!
     
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  6. empty‚
     
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    Praticamente:
    1) Prendi il tuo link di presentazione, io l'ho ripescato tra le miriadi delle mie discussioni.
    2) O posti un testo betato da te, oppure posti una OS scritta apposta per la candidatura.

    Ovviamente, devi mettere in codice URL il link di una delle tue OS.
    La cosa che conta è che gli Amministratori debbano vedere come scrivi.
     
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  7. *HEILIG*
     
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    CITAZIONE (february8 @ 27/1/2011, 14:53) 
    salve a tutti!!!!
    ehm volevo avere alcune informazioni perchè vorrei diventare beta editor.
    1) dove lo vado a ripescare il link di presentazione? (oppure potrei farne un altro?)
    2)se metto due testi di due mie OS che ho postato sempre qui sul forum, va bene lo stesso?

    :huh: grazie in anticipo!

    Con questo profilo non ti sei mai presentata quindi devi farlo.

    Fallo e poi se vuoi basta che le linki le FF; oppure e oltrem se vuoi, puoi farmi vedere come sai betare, quindi correggere, e quindi mi metto un testo originale e poi, sotto, la tua versione betata.
     
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  8. february8
     
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    la mia presentazione è sparita allora perché non c'è tra le mie discussioni.
     
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  9. *HEILIG*
     
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    Confermo non c'è, anche io dall'amministrazione non la vedo; probabilmente avevi un altro profilo. Rifalla per piacere :)
     
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  10. february8
     
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    okkkkay
     
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  11. Augenblick.
     
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    Complimenti alla nuova beta! *clap clap clap*
     
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  12. february8
     
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    SPOILER (click to view)
    Era una di quelle calde e afose giornate di inizio giugno e Nives, che odiava il caldo estivo si era rinchiusa in casa per passare un intero pomeriggio avvolta nella frescura delle sue quattro mura.
    Il silenzio era interrotto soltanto dal rumore dell’aria che veniva spostata dal ventilatore e lei era noiosamente appoggiata sulla scrivania davanti al computer tenendosi la testa con il palmo della mano mentre scorreva le pagine di gossip che il web le offriva.
    Non era una di quelle che leggono riviste di moda e di pettegolezzi su personaggi famosi scioccandosi perché Britney Spears si è rasata a zero e ha problemi mentali, ma quel pomeriggio non aveva assolutamente intenzione di mettere piede fuori di casa e alla fine si era ridotta a spulciare dall’inizio alla fine tutto quello che trovava minimamente interessante.
    Tra l’altro non era nemmeno un’amante della tecnologia e si vedeva da come si muoveva goffamente attraverso la rete.
    Preferiva di gran lunga comprare un buon libro e leggerlo in santa pace sul divano invece di piazzarsi per ore ed ore davanti ad una macchina estrapolando da siti web di tutto il mondo futili informazioni.
    In quel momento la sua attenzione era stata catturata da alcuni articoli di giornali che ritraevano qualcuno intento a conversare allegramente con una ragazza bionda in un bar.
    La notizia doveva aver fatto scalpore dal momento che i commenti della giornata erano arrivati a 17000 in poche ore.
    Cliccò sull’icona per accedere alla sezione foto e quando la pagina finì di caricarsi i suoi occhi blu cobalto si sgranarono.
    Il respiro cominciò a farsi via via sempre più veloce e le mani cominciarono a tremare.
    La foto ritraeva due persone, una delle quali Nives conosceva molto bene.
    Cappellino bianco, treccine nere, maglietta extra-large blu sopra ad un’altra maglietta bianca, jeans enormi neri e le solite scarpe bianche.
    La foto risaliva a tre giorni prima.
    Nives sentì gli occhi pizzicarle, soprattutto quando lesse in fondo ad una foto

    “il playboy sarà disposto a mettere la testa a posto per questa biondina?”

    Per i due giorni restanti al suo ritorno Nives non accese il computer, né la televisione, né il cellulare ed evitò di passare davanti a ogni giornalaio che trovava sulla sua strada per non sentire commenti su quelle foto o leggere altre cose che le avrebbero fatto solo più male.
    Fece di tutto in quelle 48 ore per evitare di venire in contatto con qualsiasi parola, frase o immagine che potesse ricordarle quella maledetta foto.
    La sera del loro, del suo ritorno aveva fatto scorta di dvd e si era sistemata sul divano pronta per vederne uno.
    Un giallo poco interessante.
    Il solito detective, il solito omicidio, i soliti tre indiziati, il solito colpevole che non ti saresti mai immaginato.
    Ma Nives non prestava attenzione alla tv, si limitava a tenere gli occhi incollati allo schermo che illuminava la sua pelle chiara di una luce soffusa.

    “starò via soltanto due settimane, passeranno in fretta e poi sarò di ritorno”
    Questo era ciò che la sua mente continuava a ricordarle
    “mi mancherai”
    Lo aveva detto lui stesso. L’aveva abbracciata e poi l’aveva visto sparire sulla macchina in direzione dell’aeroporto.
    I giorni a venire si erano tempestati di chiamate e messaggini vari.
    Al mattino, a ora di pranzo, il pomeriggio e la sera prima che uno dei due andasse a dormire.
    Ma da due giorni questo non succedeva più.
    Nives si era rifiutata di sentire la sua voce o leggere un suo messaggio, aveva preferito rimanere nel silenzio.

    Orma il film era giunto alla conclusione, il colpevole stava per essere smascherato e Nives era rimasta esattamente nella posizione iniziale, immobile.
    Uscì dalla trace in cui era caduta quando sentì il campanello della porta suonare allegramente.
    Spense la televisione e si diresse alla porta.
    Quando l’aprì rimase in silenzio a fissarlo apatica.
    -Ni- la chiamò vedendo che non accennava a fare un passo, a sorridere, ad abbracciarlo come faceva di solito quando tornava da un viaggio.
    -ciao Tom- disse assente, distaccata
    -ehm, posso entrare?- chiese imbarazzato come se fosse la prima volta che vedeva quella ragazza.
    Fissò i suoi occhi castani per qualche secondo e poi alzò le spalle mormorando un “entra” poco convinto.
    Nives si spostò dalla porta facendolo passare e con non curanza lo seguì attraverso il salone fino alla cucina.
    Si appoggiò al lavello con le braccia incrociate mentre Tom si accomodò su una delle sedie del lungo tavolo di marmo nero.
    Calò il silenzio nella stanza.
    Un silenzio imbarazzante per Tom che non capiva il comportamento di Nives.
    Un silenzio gelido per Nives che aspettava una sua spiegazione.
    -allora, come stai? –
    Nives alzò i suoi occhi verso di lui senza rispondere e poi li spostò bloccandoli sulla panoramica di Berlino.
    -perché non parli?-
    -non mi va okay?- disse acidamente
    -ma è successo qualcosa? Sei molto strana Ni-

    era successo soltanto che era partito per l’America due settimane prima promettendogli che si sarebbero rivisti al più presto.
    Era successo soltanto che mentre lei era a migliaia di chilometri da lì aspettando il suo ritorno contando i giorni, le ore, i minuti e anche i secondi, lui si stava allegramente divertendo con una biondina in un bar sotto gli occhi di tutto il mondo!
    Era successo soltanto che quando aveva visto quella dannata foto il suo cuore era esploso frantumandosi in tanti piccoli pezzettini irrecuperabili.
    E chiedeva se era successo qualcosa?
    No!
    Non era successo assolutamente niente!


    SPOILER (click to view)
    Ti sei alzato, hai detto che ti eri dimenticato una cosa in camera…che scusa idiota.
    Mi hai sorriso, ti ho sorriso anche io e poi ti ho visto sparire su per le scale.
    Come se non sapessi dove fossi andato e a fare cosa.
    Ho interpretato la parte della fidanzatina ingenua senza fiatare, hai visto come sono stata brava?
    Ho fatto finta di non accorgermi di niente…né di quel profumo talmente dolce da farti soffocare di cui erano impregnate le tue magliette, né delle sbavature di rossetto che ti rimanevano sul collo anche se cercavi in tutti i modi di farle sparire…né della fretta con la quale ti alzavi dopo cena per andare a fumare “una sigaretta in terrazza” e nemmeno della tue espressioni estasiate che avevi dopo quest’ultima.
    Da tre mesi a questa parte sono stata una spettatrice silenziosa del tuo misero spettacolino.
    Poi mi sono alzata anche io, ho preso la mia borsa e con calma ho chiesto le chiavi della nostra camera.
    Al 15° piano del palazzo le porte dell’ascensore si sono aperte e ho percorso quei pochi metri che mi separavano dalla 216 con lentezza…e tu, e voi non vi siete sforzati nemmeno di far meno rumore.
    Avrai pensato che l’unica stupida in questa faccenda fossi stata io, ma ti sei sbagliato.
    L’unico stupido sei stato tu.
    Sono entrata in camera, ho preso tutte le mie cose e me ne sono andata.
    Ho salutato tutti, ma stai tranquillo, a tuo fratello non ho detto niente, non si merita di soffrire così…spero solo che un giorno avrai il coraggio di dirglielo.
    Ho salutato tutti tranne te, perché non ne sentivo il bisogno e perché non volevo disturbarti.
    Un taxi mi ha accompagnata all’aeroporto.
    Un biglietto di sola andata per tornarmene a casa.
    Poi, qualcosa è successa.
    Mentre ero in fila per imbarcarmi ho sentito qualcuno chiamare il mio nome.
    Ho sorriso.
    Mi sono girata…e c’eri tu.
    C’eri tu e il tuo sguardo afflitto così falso e poco credibile.
    Sono salita sulla navetta.
    Le porte si sono chiuse, ma tu non hai fatto niente per impedirmi di partire.
    Una leggera vibrazione nella tasca dei jeans.
    Tu.
    “Scusa, ti amo, torna”.
    Altro sorriso.
    No.
    Questa volta non tornerò.
    Non voglio commettere di nuovo lo stesso errore ed illudermi che un giorno, magari, potrai cambiare.
    Ma non pretendo che tu cambi per me, questo no.
    Ho vissuto la mia favola, ma ora è tempo di tornare alla realtà.
    Arrivederci Tom, anzi addio


    se ho dimenticato qualcosa o ho sbagliato fatemi sapere.


    :rolleyes:
     
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  13. >>Sinfonic.
     
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    Grazie a tutte ^-^ Spero proprio di fare un buon lavoro e di non deludere nessuno u.ù Devo ringraziare soprattutto Dianaren (oddio spero che si scriva così! (: )
    perché ho betato un suo capitolo, e devo ammettere che la sua FF è veramente stupenda. E soprattutto, Simo che mi ha aiutato a muovere i primi passi per diventare Beta :D
    Grazie a tutte comunque per gli auguriii :ossì:
     
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  14. ; Lady ;
     
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    SPOILER (click to view)
    Alla fine della nostra “conversazione”, avevo appreso che amava le moto e videogiochi più di ogni altra cosa al mondo. Abitava mille miglia lontano da casa mia ed era molto simpatico e dolce.
    A scuola tutti volevano sapere la novità. Certo, per me – ma anche per loro – era un po' una novità perchè non ero mai stata più di tanto al centro dell' attenzione per quanto riguardava l' universo “ragazzi”. Non era così male stare al centro della scena.
    « E poi che ti ha detto? » domandò Valentina, sorridendo.
    « Che... » balbettai, un po' imbarazzata.
    « Che gli piacerebbe un sacco uscire di nuovo con lei » si intromise Sofia.
    Ovviamente avrei dovuto aspettarmi una cosa del genere da parte sua. Per una ragione che ancora non riuscivo a spiegarmi, Sofia riusciva sempre a venire a conoscenza di ciò che succedeva tra me e Simone, ma forse era merito del fatto che era la ragazza del suo amico. Ma era chiaro come il sole che tra lei e Simone c' era un certo feeling. Magari era solamente amicizia, o magari semplicemente era la meschinità di Sofia a macchinare tutto quanto. Magari Simone era solamente un pretesto per non perdere il primo posto del podio. Che cosa stupida.
    Mi irritava solamente il pensiero di tutti i congegni che Sofia avrebbe potuto mettere in atto.
    Sentii lo stomaco contorcersi e provai un senso di nausea fastidioso. Cercai di pensare ad altro.
    « Però io ho paura. Magari si stanca di me prima del previsto e se la tela a gambe » dissi, abbassando lo sguardo.
    Nonostante l' autostima che ero riuscita a raccattare dalla sera precedente a qualche ora prima, il lato di me stessa, quello che tutti avrebbero preso a craniate, riemerse con un tonfo da quella lieve membrana sottile di felicità che mi ero costruita.
    « Sarai tu a dartela a gambe, se continui con questi discorsi » mi minacciò Michela.
    Sbuffai, infastidita. Possibile che non riuscissi a godermi la scena nemmeno per cinque minuti? Forse era davvero il mio destino essere sempre seconda o ultima.
    Guardai Sofia, intenta a leggere gli appunti di una qualche materia. Mi domandai quanto tempo avrebbe impiegato a inserirsi nuovamente nella conversazione.
    Uno... Due... Tre... Quattro...
    Al trecentesimo secondo era ancora immersa nei suoi pensieri, così ne approfittai.
    « Però vorrei prima che ci frequentassimo un po', in modo da conoscersi e da capire quali sono le posizioni di ognuno. Io voglio una storia seria, okay? Forse è pretendere troppo, ma non sono proprio il tipo che riesce a stare con una persona così, per gioco. Voglio qualcuno che abbia la forza e il coraggio di apprezzarmi per quella che sono. Che sappia ridere delle mie buffe disgrazie e che riesca a risollevarmi il morale ogni volta che la tristezza mi sovrasta. Voglio qualcuno da amare, al quale donare tutto il mio amore e tutto il mio affetto. E' il mio sogno, la mia piccola crociata, il mio piccolo desiderio. So che molti altri adolescenti della mia età vogliono la stessa cosa, ma per me deve essere speciale, perchè mi sento diversa dal resto del mondo. Io non sono come tutti gli altri. Se mi smonti e mi distruggi, è la fine ».
    Dopo quel lungo monologo, mi sentii vuota, come se avessi rovesciato il secchio strapieno di pensieri, e ora non rimaneva altro che uno spazio vuoto, privo di qualsiasi altra cosa.
    Avrebbero potuto passarmi sopra con un carrarmato e non mi avrebbero sfiorato nemmeno di un millimetro. Avrebbero potuto cospargermi di benzina e darmi fuoco, ma non avrei sentito nulla.
    Avrebbero potuto insultarmi, ma non avrei potuto rispondere. Avevo esaurito le parole.
    « Qualcuno, là fuori, è pronto a esaudire tutti questo desideri, Elena. Devi solo aprire gli occhi e guardarlo, perchè è lì che ti aspetta. E non pensare alle conseguenze. Non c'è niente di male se, per una volta, dimentichi di essere razionale ».
    Annuii, sovrappensiero.
    In fondo aveva ragione. Era proprio ciò che mi ero ripetuta un sacco di volte la sera prima, mentre tentavo di addormentarmi. Dovevo smetterla di frignare e iniziare seriamente a darmi da fare per il presente. Avrei potuto cominciare da lui, da Simone. Mi sentivo abbastanza forte da poter affrontare anche la più disastrata delle scelte.
    Anche perchè non avevo scelta, e quando non hai scelta, l' ultima cosa di cui hai bisogno è proprio un consiglio.
    Perchè l' unica cosa che l' uomo non può fare è la scelta giusta.


    SPOILER (click to view)
    Sfiorò le corde di quella chitarra lentamente, chiudendo definitivamente le porte con il mondo esterno. Si sentiva in pace con sé stessa, come se finalmente avesse trovato il suo paradiso, il suo posto nell' universo, dove non c' erano strani amori o drammi devastanti. C' erano soltanto lei e la sua piccola amica, la sua chitarra, quella stessa chitarra che un tempo era appartenuta a suo padre, e che ora aveva generosamente deciso di riportare in vita.
    Non sapeva se sua madre le avrebbe dato il permesso di usarla anche in futuro, visto che la teneva gelosamente nascosta nella custodia in fondo all' armadio, come se fosse un tesoro inestimabile che nessuno doveva portarle via, ma era decisa a provarci.
    La melodia invase tutta la stanza, e il dolce suono di quei semplici accordi la calmò, rilassando tutti i suoi muscoli e i nervi forse troppo tesi per una ragazzina di quindici anni.
    Chiuse gli occhi, concentrandosi. Aveva già sentito quella melodia, e le sue dita continuarono a muoversi tra le corde della chitarra come se fossero esperte e avessero alle spalle anni e anni di esercizio. Sperò con tutta sé stessa che né suo zio, né sua madre, facesse irruzione nella stanza, risvegliandola dal bellissimo sogno che stava vivendo.
    Ma nemmeno un uragano o un terremoto avrebbe potuto svegliarla. E se fosse scoppiato un incendio, certamente sarebbe stata l' ultima ad accorgersene. Avrebbe potuto morire sopra quella chitarra, ma ne sarebbe stata felice, perchè nell' altro mondo, quello a cui aspirava nella sua seconda vita, non sarebbe stata sola.
    Era convinta di aver già scontato l' inferno più grande, ovvero aver vissuto tutta la vita senza suo padre, e ormai non restava che il paradiso.
    Aprì lentamente gli occhi e guardò fuori dalla finestra. Piccoli e soffici fiocchi di neve scendevano copiosi dal cielo grigio e terso di nuvole, attecchendo al suolo fino a formare un lieve strato bianco.
    Era giunto un altro inverno, e secondo le previsioni meteorologiche, quello sarebbe stato il più freddo e il più lungo mai esistito in Germania. Sospirò, sperando che il calore proveniente dal suo amore verso la musica e verso suo padre potesse bastare a ripararla da tutto il resto. Sua madre, qualche anno prima, le aveva detto: “ Non devi essere arrabbiata con tuo padre, Karin. Lui è stato un uomo fantastico, ed è proprio per il suo essere sempre così meraviglioso e gentile con tutti che adesso è in cielo, a occuparsi di tutte le anime buone che, come lui, non hanno la possibilità di stare accanto ai loro cari. Karin, ogni volta che sentirai la sua mancanza, non dovrai fare altro che metterti una mano sul cuore e chiudere gli occhi. Lui sarà sempre con te, è dentro di te, e non se ne andrà mai ”. Come poteva sentire la mancanza di qualcuno che non aveva mai neppure conosciuto? Lei stessa aveva trovato la risposta. Ricordò di averci riflettuto parecchio su quella domanda, e alla fine era arrivata alla conclusione che sentiva la sua mancanza perchè una parte di lui scorreva nelle sue vene. Lui viveva attraverso i ricordi che sua madre e suo zio avevano cercato di trasmetterle, proprio perchè avesse nella sua mente un' immagine di suo padre da conservare per sempre. E il non poter toccare, sentire con le sue mani che quelle non erano semplici fantasie o ricordi riciclati di altre persone, la devastava. Ma era consapevole che ognuno aveva un proprio destino, e lei aveva il suo. Come tutti. Non aveva mai creduto di essere come tutti i suoi coetanei. Dentro di lei scorreva quella passione e quell' amore verso l' arte ma, specialmente, verso la musica, che la rimbalzava in un mondo totalmente diverso, facendola sentire un' estranea.
    Posò la chitarra sul letto e si allungò verso il comodino per prendere il quaderno che aveva trovato dentro la custodia insieme alla chitarra. Erano canzoni, frasi scritte a caso, senza una logica precisa. Con le lacrime agli occhi lo sfogliò, violando forse la privacy di suo padre. Ma era sicura che
    l' avrebbe perdonata. Aveva bisogno di capire come era stato in passato, e sapeva che il modo migliore per scoprirlo era frugare tra i suoi stessi ricordi, pensieri, parole.
    Trovò una pagina quasi interamente bianca, ma all' apice c' erano tre righe, con parole scritte velocemente e con una scrittura un po' tremolante, quasi indecisa.

    Non ho paura dei brutti sogni, se tu sei con me.
    Non ho paura della morte, perchè non mi coglierà impreparato.
    Non importa come andrà finire, il tuo pensiero mi riporterà in vita.

    Lo richiuse immediatamente, sentendosi trafiggere il petto da una serie di schegge infuocate. Erano rivolte a sua madre, non aveva dubbi. Ora sapeva che lui l' aveva amata sul serio.
    Quando girò pagina, rimase senza fiato. C' era una lettera, che suo padre aveva indirizzato a lei.
    Dopo aver mandato giù il groppo che sentiva in gola, iniziò a leggere.

    “Mia piccola Karin,
    non ho idea di quanti anni avrai quando aprirai questo quaderno e inizierai a leggere queste righe, perciò utilizzerò l' appellativo “piccola”. Per me rimarrai sempre la mia piccola Karin che da dentro il pancione di sua madre scalciava felice.
    Sai, a volte il destino gioca brutti scherzi e ti fa perdere il senso di parecchie cose, ma io sono consapevole di tutto quello che sta succedendo, e spero tanto che un giorno qualcuno affronterà le sue paure e troverà il coraggio di raccontarti tutta la storia.
    Potrei incolpare Dio o chiunque altro per tutto questo, ma non lo farò. Non ho intenzione di darti lezioni brillanti di vita, perchè nemmeno io sono il tipo che segue i consigli altrui, e se le mie teorie non mi ingannano, sarai molto più simile a me di quanto credono gli altri.
    Però una cosa te la voglio dire, mi sembra giusto.
    Piccola mia, la vita non è mai semplice, giusta o perfetta, la vita che scegli te la crei tu, e tu, soltanto tu ne sei responsabile.
    Perciò, se un giorno ti capiterà di desiderare la morte più di qualsiasi altra cosa perchè la vita ce
    l' ha con te, alza gli occhi al cielo e sorridi.
    Fallo sempre, perchè il sorriso è la cosa più importante di un essere umano.
    Ricordati di sognare. I sogni sono indistruttibili e ti proteggono dal mondo, ricordandoti che sognare è vivere.
    Ricordati che la sincerità è la parte migliore di ognuno, e che la verità, anche se crudele a volte, è migliore di cento bugie.
    Ricordati del bene che gli altri hanno voluto a te, perchè un giorno saranno loro ad averne bisogno, e tu dovrai esserci, perchè loro c' erano.
    Ricordati che la musica è la migliore amica dell' uomo, perchè non giudica, non condanna, ma assolve.
    Ricordati di guardare sempre al di là di ciò che il cervello ti suggerisce, perchè è nell' anima che si nascondono i segreti più intimi e più sinceri.
    Ricordati di non dubitare mai dell' amore che tua madre prova per te. Sei la cosa più bella che ha.
    E, se non è troppo, ricordati anche di me. Mi troverai dentro la tua musica, ogni volta che ti sentirai triste o sola.
    Ti voglio bene, piccola mia.

    Il tuo papà.”

    Lasciò scorrere le lacrime sul suo viso, permettendo loro di annebbiarle la vista. Strinse il quaderno più forte a sé, come se cercasse di tatuare quelle parole sul suo cuore.
    Riprese in mano la chitarra e tornò alla melodia che aveva iniziato a suonare.
    Chiuse gli occhi e, anche se per pochi secondi, ebbe davvero l' impressione di avere accanto suo padre.

     
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    CITAZIONE (*HEILIG* @ 27/1/2011, 14:49) 
    CITAZIONE (.Nightmare; @ 27/1/2011, 14:17) 
    Vedendo queste cose mi viene quasi voglia di candidarmi a mia volta ò_ò XD Tanto so che non avrei tempo per betare u.ù Preferisco fare l'autrice x)

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    Non dirmi queste cose, Simo, che ci rimango di cacca :minchia!mammavoglioillatte:
    X'D

     
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