Schatz

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  1. tokiettamarty…
     
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    va bene...non vedo l'ora di settimana prossima...
     
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  2. Isy88
     
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    Capitolo 18

    Blair non aveva chiuso occhio dopo quello spuntino notturno: era palese che Tom sapeva qualcosa. Non era poi così difficile fare due più due e forse il discorso valeva anche per il resto della band.
    Si voltò piano verso Georg, che dormiva beatamente.
    Lui di certo non lo dava a vedere: si comportava come se ogni secondo che trascorrevano insieme, dovesse essere l’ultimo e più bello della loro vita. Cosa gli stava facendo? Cosa stava per provocare alla persona che le aveva messo il cuore in mano poche fa? Sentì le lacrime cominciare a scorrere copiosamente lungo il viso: si passò le dita sugli occhi per asciugarle, ma ogni tentativo era vano, quel maledetto dolore sembrava aumentare.
    “Ogni lacrima che versi per me è una pugnalata al cuore piccola” le sussurrò una voce all’orecchio.
    Stingimi e non chiedermi niente, ti prego pensò Blair senza voltarsi. Sentì le forti braccia di lui avvolgerle le spalle esili e tremanti.
    Ce l’aveva sulla punta della lingua: quella confessione cercava in ogni modo di uscire dalle sue labbra, ma lei doveva trattenerla.
    “Qualunque cosa sia liberati, perché starai sempre peggio. Non voglio vedere la ragazza che amo in questo stato, perciò se devi dirmi qualcosa fallo adesso” disse Georg, con un tono un po’ più duro.
    Blair spalancò gli occhi e il suo pianto cessò; lentamente si voltò verso il ragazzo e l’espressione che si era dipinta sul suo viso bastò a spaventarla. Georg la fissava con occhi tristi, pronti a ricevere la più brutta delle notizie. Forse il suo sospetto maggiore era un tradimento con Ali? Se così fosse stato il problema in parte si poteva dire risolto.
    Ma non lo avrebbe mai saputo se non avesse parlato.
    “Tu cosa credi che stia succedendo?” chiese con voce incerta.
    “Prima dimmi il tuo problema, poi vedremo se è lo stesso” con quella frase Georg non le lasciò scelta.
    Blair prese un sospiro profondo, pronta a narrare una storia che avrebbe potuto distruggere tutto.
    “Quando ci siamo conosciuti io non avevo un bel rapporto con i miei fratelli. E fino a poco tempo fa era più o meno la stessa cosa.
    Due settimane dopo la nostra famosa litigata è successa una cosa a scuola: una mai compagna di classe doveva esibirsi, ma alla fine si è tirata indietro e rimaneva un buco da riempire” fece una pausa, notando l’espressione interrogativa di Georg.
    “Da un po’ di tempo scrivevo poesie che potevano diventare dei testi di canzoni, era stato Ali ad incitarmi a sistemarle. I risultati non furono subito buonissimi, ma poi gli zii di Ali tornarono dall’America. Loro sono due produttori e Ali gli ha mostrato il video dell’assemblea.
    Da allora ho iniziato a cantare seriamente. Facevo prove su prove, scrivevo canzoni, fino a farne uscire fuori un disco che è secondo solo a Humanoid.”
    Georg sgranò gli occhi: “Mi stai dicendo che…” mormorò incredulo.
    “Non avevo il coraggio di dirlo ai gemelli. Credevo che mi avrebbero presa in giro fino allo sfinimento. Lo so, loro stessi mi avevano detto che ero brava a cantare, ma pensavo che se l’avessi fatto sul serio sarebbe stato diverso. Tutto quello che lei è, non è altro che il mio lato nascosto mai emerso. Credo tu abbia capito di chi sto parlando”

    Calò il silenzio: Blair fissava il muro bianco di fronte a sé, in attesa di una reazione qualsiasi da parte del bassista.
    Dal canto suo Georg sembrava come pietrificato mentre la fissava, pareva che nemmeno respirasse.
    Rabbia, delusione, stupore erano le emozione che si potevano leggere sul suo viso.
    Non sapeva se era migliore quella notizia o un tradimento da parte sua. Ma sebbene in un contesto diverso Blair aveva fatto la stessa cosa, l’aveva tradito: perché non concedergli fiducia? Credeva davvero che sarebbe stata derisa? Mesi di bugie, di litigi, e per cosa? Se era ciò che le piaceva fare non ci sarebbero stati problemi, sarebbe stato il primo ad incoraggiarla.
    Ancora non riusciva a credere che Blair avesse potuto fargli una cosa del genere, sperava che fosse solo un brutto sogno, dal quale si sarebbe svegliato entro pochi minuti. Ma i minuti passavano e si rendeva conto che era tutto vero.

    “Dì qualcosa Georg” lo implorò Blair tra le lacrime.
    “Ho bisogno di stare da solo” mormorò lui in risposta.
    Blair provò a dire qualcos’altro, ma comprese che non era il caso: raccattò la sua borsa e le sue cose sparse per la stanza e si recò in bagno, per poi venirne fuori una mezz’ora dopo.
    Georg era rimasto lì, sdraiato a fissare il soffitto. Lei uscì e scese le scale, trovando Gustav Tom e Bill in cucina intenti a fare colazione.
    “Hey sorellina, ci hai distrutto il bassista o è ancora vivo?” scherzò Tom non appena la vide.
    Blair si fermò di fronte alla porta della cucina: avrebbe avuto il coraggio di ripetere quel discorso un’altra volta? Sarebbe stata in grado di reggere la visione di altri volti delusi? No, non ce la faceva.
    “Devo andare ragazzi, ci vediamo”
    “Blair aspetta, qualunque cosa sia si può sistemare” disse Tom correndole dietro.
    Tom non capiva, ormai il danno era fatto, non c’era nulla da sistemare.
    “Blair cazzo vuoi ascoltarmi?” urlò il ragazzo.
    Fu una fortuna per lei trovare subito le chiavi della macchina: l’aprì immediatamente dopo essere uscita dalla porta e quando la raggiunse stava già per mettere in moto, ma Tom la fermò.
    “Piccola non fare così, non è successo nulla di così grave. Non risolvi nulla scappando” non gli interessava cosa fosse successo, voleva solo che sua sorella rientrasse in casa e si calmasse.
    “Lasciami andare Tom. Non sono pronta per parlarne adesso, voglio solo andare a casa dalla mamma” mormorò lei.
    “Ok, non ne parliamo, però non puoi guidare in questo stato, sei troppo sconvolta”
    “No. Voglio andare dalla mamma” ripeté Blair.
    Mise in moto la macchina e chiuse la portiera con forza. Incurante della pioggia e dell’espressione scioccata di suo fratello, fece retromarcia e partì, diretta verso casa.

    “Tomi, ma che cavolo…” chiese Bill vedendolo rientrare.
    “Non ora Bill!” sentenziò il gemello correndo verso le scale.
    “Georg!” urlò entrando nella stanza.
    Il ragazzo era rimasto immobile da quando Blair se n’era andata, ma a Tom non interessava: se aveva fatto qualcosa a sua sorella ne avrebbe pagato le conseguenze.
    “Ora tu mi spieghi che cazzo ha mai sorella” disse con rabbia.
    Georg lo fissò e dopo diversi secondi si decise a parlare: “Se io ti dicessi che tua sorella e la cantante che hai baciato sono la stessa persona mi prenderesti per pazzo?”
    “Come lo sai?” chiese Tom stupito.
    “Le avevo chiesto perché stava piangendo. Mi aspettavo qualsiasi cosa tranne questa” mormorò afflitto.
    “Non posso crederci… allora è vero” disse Bill, che era arrivato in quel momento assieme a Gustav.
    “Voi lo sapevate?!” chiese quest’ultimo incredulo.
    “No, ma avevo iniziato ad avere dei sospetti… non avrei mai immaginato che…” Tom non riusciva nemmeno a dirlo. Sarebbe stato pronto fino a qualche minuto fa, ma in quel momento sembrava tutto assurdo. Sperava che fosse solo un brutto sogno.
    “Ma abbiamo fatto così schifo come fratelli?” chiese Bill con le lacrime agli occhi.
    Nessuno rispose, sapendo che c’era stato un periodo, effettivamente molto lungo, in cui non erano stati i fratelli migliori del mondo.
    Bill credeva che quei bei momenti passati nell’ultimo anno avrebbero sistemato tutto.
    Tom era consapevole che sarebbe rimasto qualcosa del loro brutto rapporto, ma non così tanto da mentire sulla sua vita.
    “Andiamo ragazzi, non è possibile che sia così! Pensate alla reazione che sarebbe suscitata se Blair si fosse mostrata così com’era: molti avrebbero detto che ce l’aveva fatta solo perché era vostra sorella e ci sarebbero state tante critiche, che Blair non è in grado di reggere. Non ha voluto fare un dispetto a voi” tentò di rassicurarli Gustav.
    “Allora poteva dirlo almeno a noi!” esclamò Bill.
    “Non poteva, quando è iniziato tutto ancora vi sopportavate a malapena. Lascia stare Bill, è andata così e basta. Lasciamo che si calmi, poi la chiameremo per riparlarne” sospirò Georg.

    Arrivata a casa, Blair non aveva più lacrime da versare. Il tragitto fino a Magdeburg non le era mai sembrato così lungo e non si ricordava nemmeno cosa fosse successo mentre lo percorreva.
    Credeva di essersi fermata perché le lacrime non accennavano a smettere, impedendole di vedere bene la strada. L’aveva fatto sul serio? Si sentiva come se avesse attraversato un tunnel di nebbia e avesse ripreso lucidità non appena aveva visto il cartello stradale.
    Poco dopo si era ritrovata davanti a casa: scese lentamente dall’auto e suonò il campanello, sperando che sua madre corresse ad aprirle.
    “Tesoro, sei qui” disse Simone abbracciando la figlia.
    Da quell’abbraccio Blair capì che non ci sarebbero state critiche o il tanto odiato “te l’avevo detto”. Sarebbe stato come in un rifugio tutto suo, dove avrebbe trovato il conforto che cercava.
    Simone la seguì mentre saliva nella sua stanza, senza dire una parola mentre vedeva il suo tesoro buttarsi sul letto e versare lacrime come mai prima d’ora.
    “La vuoi un po’ di camomilla principessa?” le sussurrò all’orecchio, accarezzandole i capelli.
    “S-sì” riuscì a mormorare Blair tra i singhiozzi.
    Simone tornò qualche minuto dopo, con una tazza fumante di camomilla.
    “Tieni piccola e fai attenzione, è bollente. Ora devila e cerca di dormire un po’, ok?”
    Blair si alzò piano, prendendo la tazza che sua mamma le porgeva. Bevve a piccoli sorsi quel liquido dolce e caldo, che pian piano l’aiutò a rilassarsi e si lasciò cullare da sua madre senza smettere di piangere, finchè non cadde in un sonno profondo.

    “Ehm.. Georg? Ciao sono Ali” disse il biondo al telefono.
    “Ah ciao… cosa c’è?” chiese il bassista scocciato, Ali era davvero l’ultima persona dalla quale avrebbe desiderato ricevere una chiamata in quel momento.
    “Blair è lì? Avremmo bisogno di dirle una cosa, è piuttosto urgente. Al telefono non risponde e quindi ho chiamato te…”
    “È per il lavoro o cose simili?”
    “Come scusa?” chiese Ali, non capendo cosa intendesse dire.
    “Blair mi ha detto tutto”
    “Tutto?” mormorò Ali con una nota di preoccupazione nella voce.
    “Sì… io non ho avuto esattamente una reazione positiva ed è andata a casa da sua mamma” rispose Georg.
    “Cazzo, proprio adesso che … ok lasciamo perdere, vado da lei” Ali chiuse la telefonata, senza nemmeno dare il tempo a Georg di ribattere.




    Hello!! ecco il nuovo capitolo Piccolo avviso, io parto il 31 di luglio per Amburgo :nonèbellissimo?: il che significa che... boh, il capitolo 19 è già delineato per 3/4 e dovrei riuscire a postarlo prima di partire.
    la storia è quasi finita, penso che scriverò altri due capitolo finchè sono via.

    Siccome sono contenta di una mia nuova idea, ve la anticipo: appena finita Schatz mi concentro sull'altra ff, I Hate, di cui ho previsto meno di dieci capitoli, e dalla quale verrà fuori uno spin-off, chi la legge immaginerà su chi è incentrata la storia.

    Attendo commenti e vi ringrazio, anche chi legge e basta :
     
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  3. tokiettamarty…
     
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    bella...però sinceramente pensavo che lo scoprissero in un'altro modo vabè...solo altri 2 capitoli nooooooooo mi mancherà questa ff...
     
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  4. Isy88
     
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    ma sai che subito ci avevo pensato anche io?
    poi però ho pensato a Blair un pò come a me... io mi tengo sempre tutto dentro, poi esplodo, qundi credevo che sarebbe stato bello se avesse rispecchiato come mi sento praticamente tutti i giorni...
     
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  5. Isy88
     
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    Ehm, sorry ma a meno che non accada un miracolo non posto prima di partire.
    Ho dovuto lavorare tanto e tra le mille cose non ce l'ho fatta ç__ç
    Il capitolo arriva quando torno, un bacione
     
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  6. Kletizt
     
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    nuova lettrice :)
    è stupendo, spero tu posti presto :)
     
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  7. Isy88
     
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    Oh, grazie mille ^___^
    in teoria entro pochi giorni ce la faccio, devo ricopiare il capitolo e sistemarlo
     
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  8. Isy88
     
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    Capitolo 19

    Un tuono squarciò l’aria. Fu come se avesse provocato uno strappo nel cielo, ponendo fine a quel silenzio che aveva cullato il suo sonno.
    Aprì gli occhi, senza vedere nient’altro che il buio più totale. Cercò a tentoni l’interruttore della lampada sul comodino: non appena la luce si accese sentì una fitta lancinante alla testa, probabilmente causata dalle troppe lacrime versate.
    Con estrema lentezza riuscì ad uscire da quel letto caldo e tanto amato, prese un antidolorifico da una cassetto e pian piano scese le scale.

    Blair Kaulitz non voleva pensare. Voleva avere un tasto per riavvolgere la sua vita fino a un po’ di tempo fa, per impedire che tutto accadesse.
    Non che prima stesse meglio, ma il suo unico problema era il dover litigare con i suoi fratelli. Avrebbe potuto scegliere una strada diversa, per poi andare via e non mantenere i contatti, se non con sua madre e Gordon.
    Forse non sarebbe stata nemmeno la ragazza di Georg: Ali le avrebbe confessato il suo amore e avrebbero vissuto felici e contenti.
    Come le era saltato in mente? Quando mai si era messa in testa di darsi al canto? Lei, con quella sua scelta, era responsabile di tutto. Non avrebbe mai dovuto portare avanti il suo sogno.

    “Blair” mormorò Simone alzando gli occhi alle scale. Era nel salotto, assieme a Gordon, Genny e Ali. Avevano tutti uno sguardo preoccupato e timoroso: non sapevano cosa dire, consapevoli che sarebbe potuta scoppiare nuovamente in lacrime. Dal canto suo, credeva di essersi prosciugata; abbozzò un sorriso, dirigendosi verso la cucina.
    Aprì il frigo, estraendone una grossa fetta di torta al limone e il suo latte alla vaniglia, e si diresse nuovamente in salotto.
    Iniziò a mangiare il suo dolce, fissando il pavimento. Non dovevano guardarla così insistentemente, non aveva ne la forza ne la voglia di dire qualcosa; in ogni caso perché avrebbe dovuto farlo? Non c’era più nulla da dire.
    Gordon accese la televisione, sintonizzata sul canale musicale: neanche a farlo apposta stavano trasmettendo il video di “Princess”.
    Un tempismo veramente perfetto. Era alla prima posizione di una classifica, stabile da quando era uscito. Nonostante tutto, la gratificava tantissimo sapere di aver fatto un buon lavoro. Dall’altra parte si sentiva uno schifo, pensando alle conseguenze che ne erano derivate.

    “Blair, so bene che non è un buon momento, ma dobbiamo parlare di lavoro” esordì Genny al termine del video.
    Blair annuì, continuando a mangiare il dolce.
    “Hai tre mesi per riprenderti, passati questi devi essere in forma perché farai un tour in Germania”.
    “Ok” rispose apatica.
    In realtà era l’ultima risposta che avrebbe dovuto dare. Non se la sentiva di affrontare un tour, non sapeva nemmeno se le sarebbero bastati tre mesi per riprendersi e prepararsi.
    Non voleva salire su un palco e cantare felice, quando la sua felicità era offuscata dai suoi problemi: se fosse partita in tour avrebbe voluto offrire uno show indimenticabile ai suoi fan, uno spettacolo degno di quel nome. Avrebbe voluto ricordare il suo primo tour come l’esperienza più emozionante e incredibile che avesse mai vissuto; e avrebbe voluto vivere ogni singolo istante con tutta la gioia che sentiva.
    Inoltre lei non sapeva un cavolo di tour: i ragazzi ne avevano parlato spesso a casa, ma viverla sulla sua pelle era una faccenda totalmente diversa.
    Si passò una mano tra i capelli, osservando il paesaggio cupo oltre la finestra. Era strano come il tempo sembrasse in sintonia col suo stato d’animo.
    “Blair… ti va di andare a fare un giro?” le chiese Ali riscuotendola dai suoi pensieri.
    “Ali non c’è un bel tempo fuori” gli fece notare lei.
    “Lo so, ma uscire ti farebbe bene. Avrei una gran voglia di fare una corsa sotto la pioggia, ma mia zia mi distrugge si ti faccio ammalare”

    Anche Blair avrebbe voluto correre sotto la pioggia: era come se urlando e correndo i suoi pensieri scivolassero via con il vento. Durava poco, ma era già qualcosa.
    In poco tempo si era fatta una doccia bollente e si era cambiata, poi Ali l’aveva portata al centro commerciale, dove Margareth e Lukas li stavano aspettando.
    Era da tempo che non passavano una giornata insieme, a causa dell’università e dei vari impegni. La loro ultima uscita per centri commerciali risaliva all’ultimo anno di scuola, quando avevano preso il treno fino ad Amburgo.
    Il loro unico problema era non farsi beccare dai genitori, anche se poi loro stessi avevano sempre confessato.
    “Ecco il bello di una doppia identità, puoi fare tutto lo shopping che vuoi senza problemi!” esclamò Margareth, felice di rivedere l’amica in un contesto che non fosse università o lavoro.
    “Sì, ma abbassa la voce” le raccomandò Ali; sapeva che Blair stava pensando di mollare e quella giornata voleva dedicarla a risollevarle il morale e le convinzioni. Aveva fatto di tutto per arrivare a quel punto e non poteva permetterle di fermarsi.

    “Georg, hai fatto le valigie?” s’informò Bill.
    Il ragazzo annuì serio; Bill si avvicinò al suo letto e notò che stava sfogliando un album di foto nel quale compariva anche sua sorella.
    “Lei ha voluto che stampassi ogni nostra foto. Diceva che se il computer si fosse rotto sarebbero potute sparire; inoltre voleva vederle sempre, senza dover accendere il pc” spiegò con amarezza.
    “Sei ancora arrabbiato con lei?” chiese il moro titubante.
    “Non lo so… lei ha avuto i suoi buoni motivi per tenermelo nascosto, ma sono il suo ragazzo. Crede che costruiremo una storia seria se già da prima che ci mettessimo insieme mi mentiva?”
    “Georg… tu sai che non difendo mia sorella, ma dopo quello che ha detto Gustav non posso darle completamente torto. L’unica cosa che ti posso dire è che fa degli errori, come chiunque altro. Io l’ho già perdonata, perché sono in parte responsabile di questo casino.
    Non dimenticare che mia sorella ti vuole bene e sono certo che le è costato molto mentirti”
    Bill sperò che le sue parole avessero fatto centro.
    Non avrebbe sopportato di essere la causa della fine della loro storia, perché se Blair era arrivata a quel punto, lui e Tom erano i responsabili.

    “Sei tanto incazzato con lei?” chiese il moro nuovamente, notando che il bassista non rispondeva.
    “Direi di sì… ma non è niente in confronto al desiderio di riaverla qui tra le mie braccia in questo istante” disse Georg dopo qualche secondo.
    Il cantante tirò un sospiro di sollievo: ora, non gli restava che tornare dalla sua sorellina e rimettere a posto le cose.

    Blair non avrebbe mai smesso di ringraziare i suoi amici per la bellissima giornata: era sempre stata convinta che lo shopping fosse una terapia fantastica per lei e in quel momento ne stava avendo la conferma.
    Circondati da pacchetti di vari negozi, i quattro sedevano al tavolo di una pizzeria al taglio, rifocillandosi dalle fatiche appena compiute. Blair si sentiva così affamata che aveva preso due pezzi di pizza e stava valutando anche la terza scelta, perché in quel momento si sentiva leggera, come se stesse fluttuando nello spazio.
    “Blair, non guardarla neanche quella pizza, ho ricevuto ordini precisi dai miei zii, ci va di mezzo la mia vita” le disse Ali, prendendole il mento fra le dita e voltandole la testa.
    “Io ho ancora fame! E in ogni caso avrei tre mesi per smaltire i chili di troppo” disse alzandosi.
    “Quindi il tour lo farai?” chiese Ali inarcando un sopracciglio: aveva capito subito che Blair era titubante all’idea, ma preferiva aspettare che fosse lei a dirlo.

    La rossa non rispose e si avvicinò al banco per prendere un’altra fetta di pizza.
    Quando tornò a sedersi, emise un sospiro:
    “Ammetto di aver pensato di mollare tutto, ma non lo farò: so bene che era una decisione dettata dal momento, perciò me ne sarei pentita. Oggi pomeriggio mi sono divertita tantissimo. Forse la mia storia sarà compromessa, forse i miei fratelli ricominceranno ad odiarmi, ma non posso buttarmi giù per questo: ho già vissuto senza loro al mio fianco e anche se sarà doloroso riuscirò ad andare avanti.
    E siete stati voi a farmelo capire, perché mi avete vista a terra ma mi avete aiutata a rialzarmi. Siete davvero i migliori amici che io possa desiderare”
    Margareth si alzò e abbracciò forte l’amica.
    “Lo sapevo che ti era rimasto un po’ di sale in zucca. Vedrai, si sistemerà tutto, me lo sento!”
    “Lo spero ragazzi… però è ora di tornare, devo fare una cosa importante”

    Blair passò un’infinità di tempo di fronte a quella pagina bianca: aveva cominciato a scrivere, poi aveva cancellato, si era messa a giocare e aveva riprovato a scrivere più e più volte, ma all’una di notte quella pagina era di nuovo immacolata.
    Non era un discorso facile e di certo non poteva farlo tramite mail o messaggio; ma aveva una paura tremenda di risentire quella voce. Ciò che le incuteva più timore era il tono con il quale avrebbe potuto risponderle. O forse non avrebbe risposto affatto.
    Se non altro la mail aveva una possibilità in più.
    Bevve un altro sorso del suo the, ormai diventato freddo, e posò per l’ennesima volta le dita sulla tastiera.



    Caro Georg,
    lo so che sei arrabbiato, ma spero che leggerai ugualmente questa mail.
    Ci sono tante cose che vorrei dirti, ma non so da dove iniziare, e a dirla tutta questo non mi sembra il metodo più adatto.
    Ma se ti telefonassi mi risponderesti? E io avrei il coraggio di parlarti sentendo il tuo tono giustamente arrabbiato?
    Magari appena potremo ne riparleremo, ma intanto ho qualcosa da dirti.
    Io non posso neanche lontanamente immaginare quanto tu ce l’abbia con me in questo momento; so solo che mi dispiace tantissimo.
    Non volevo arrivare a questo punto Georg. Avrei dovuto dirti tutto subito, perché meritavi di saperlo.
    Perché tu non mi hai mai derisa per la mia cotta, sei sempre stato fantastico e adorabile con me. Mi hai sempre dimostrato fiducia in ogni singolo istante, mi ahi praticamente messo il cuore in mano dicendomi che mi ami e ti giuro che mi pento tantissimo di quello che ho fatto.
    Georg, io ho solo una giustificazione per il mio comportamento, ed è la paura, di essere presa in giro e non accettata. Spero solo che tu possa dimenticare questo episodio, o che almeno mi perdoni.
    Se non vorrai farlo accetterò la tua decisione e ti ringrazio per ogni emozione che mi hai fatto provare.
    Io inizierò il mio tour tra qualche mese e mi farebbe piacere se ci fossi, almeno ad un concerto.
    Ciao Georg, spero di rivederti e di ricevere una tua risposta.

    Con amore,
    tua Blair



    ehm sì, dovevo postare poco dopo le ferie... sorry XD
    il capitolo era quasi a posto, ma non mi convinceva... ho cercato tutto sto tempo di scrivere qualcosa di meglio, ma alla fine non ho cambiato tanto.
    spero che vi sia piaciuto, e grazie a tutte, anche se leggete e basta.
    kuss, Isy
     
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  9. tokiettamarty…
     
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    povera blair e povero george stanno soffrendo tutti e due ma presto si risolverà tutto...continua prestooooooooooooooooo....
     
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  10. Isy88
     
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    grazie stella
     
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  11. tokiettamarty…
     
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    quando postiiii????
     
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  12. Isy88
     
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    non lo so stella, ma il prima possibile... è un periodo un pò super-mega pieno XD
     
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  13. tokiettamarty…
     
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    posti???
     
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  14. Isy88
     
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    eh magari.... lo sto scrivendo comunque, tranquilla XD mi dispiace farti penare così tanto
     
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163 replies since 26/4/2009, 20:37   1949 views
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