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  1. *Stern!*
     
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    CITAZIONE (»TomKaulitz« @ 28/1/2011, 23:27) 
    L'otto è in fase di scrittura.
    Sono contenta che ti piace e tranquilla non sei in ritardo, anzi ^^
    Cercherò di postare presto e sto continuando a leggere la tua storia. Un po' di pazienza e avrai il tuo commento nella FF *-*

    Mi aspetto un sacco di insulti e 'ingiurie' da parte tua!
    Per l'otto don't worry, aspetterò! :nghè:
     
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  2. »TomKaulitz«
     
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    C'è davvero bisogno che arriverò a tanto nel commento per la tua FF?

    Settimana prossima arriverà..se la beta editor lo beta in tempo xD
     
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  3. DiANaReN
     
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    siiiiiiiiiii
     
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  4. »TomKaulitz«
     
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    Novità: il capitolo sarà diviso in due parti
     
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  5. *Stern!*
     
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    CITAZIONE (»TomKaulitz« @ 29/1/2011, 19:01) 
    C'è davvero bisogno che arriverò a tanto nel commento per la tua FF?


    sisi, devi essere spietata!

    Wow!:)
    Non vedo l'ora che posti allora! :nonèbellissimo?:
     
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  6. »TomKaulitz«
     
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    *o* sarò spietata allora!

    L'ho già mandata alla beta editor...quindi settimana prossima dovrei già postare.
     
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  7. »TomKaulitz«
     
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  8. *Stern!*
     
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    CITAZIONE (»TomKaulitz« @ 30/1/2011, 23:07) 
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  9. »TomKaulitz«
     
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  10. DiANaReN
     
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  11. »TomKaulitz«
     
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  12. »TomKaulitz«
     
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  13. »TomKaulitz«
     
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  14. »TomKaulitz«
     
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    Capitolo 8.1







    -Dio, devo davvero recuperare tutte queste cose?!- sbottò Kay guardando Tom con gli occhi a palla.
    Alla fine era veramente tornata a scuola, la settimana successiva. Nessuno – come previsto- si era aspettato di vederla varcare il cancello della scuola.
    Aveva un po’ di paura, ma si era convinta che poteva farcela. Quello che le era successo non poteva condizionarla per tutta la vita, doveva andare avanti. Freddie si era chiesto, dopo averla vista entrare a scuola, come avesse fatto a non notare che quella mattina la gemella si stava vestendo. Ma non ci diede molta importanza: forse si era premurata di voler far una sorpresa anche a lui.
    -Sì, piccola, ma ti posso aiutare se vuoi. Non è poi così tanta roba.- rispose con un sorriso beffardo sulle labbra. Adorava vedere il tenero broncio che si stendeva sulle sue labbra.
    E desiderava così tanto poterle sfiorare. Sentirle sue e conoscere, finalmente, il loro sapore.
    -La smetti di prendermi in giro?!- domandò, guardandolo male.
    -Oh dai, finalmente possiamo tornare alla solita routine!-
    -Tom… Lo sai che non è così. Non ancora, per lo meno.- mormorò abbassando gli occhi.
    -Kay, per la miseria, sei a scuola! Non c’è possibilità che si ripeta!-
    Clayton tese le orecchie in ascolto in quel preciso momento e un ghigno comparve sulla sua bocca.
    -Cosa non si ripeterà?- domandò, infatti, con un finto – e si notava anche a distanza di chilometri – sorriso.
    -Cose che di certo a te non devono interessar.e- ringhiò il moro.
    -Ragazzi, tornate al vostro posto!- urlò l’insegnante di Economia Aziendale. Si guardò intorno e puntò lo sguardo verso il banco che nelle ultime settimane era rimasto vuoto. Con sua grande sorpresa quel giorno era di nuovo occupato. –Bentornata, Kay!-
    -Grazie mille, professoressa.- esclamò cordialmente con un piccolo sorriso. Tom sorrise a sua volta.
    Era rimasto solo per giorni interi, si annoiava di continuo in classe e il suo gemello era arrivato al punto di prenderlo e sbatterlo al muro pur di vederlo reagire. Riusciva ad essere attivo e allegro solo con la presenza della ragazza accanto a sé.
    Da quando era arrivata la sua attenzione si era spostata immediatamente su di lei. All’inizio si era impuntato di averla per quel motivo – che ora trovava piuttosto inutile e stupido, quando prima era una cosa essenziale per lui-; ora, invece, da lei non voleva assolutamente niente se non che ricambiasse i suoi sentimenti. Seppur lo trosse impossibile, voleva provarci, vedere cosa sarebbe successo. Poteva bastargli il fatto che fosse semplicemente sua amica, anche se non ne era poi così sicuro.
    Gli sembrava comunque un sogno che fosse veramente di nuovo a scuola, al suo fianco. Quando lui e Freddie le avevano chiesto più volte di tornare a scuola, Kay aveva ripetuto un ‘no’ secco così tante volte che si erano arresi.
    -Kaulitz, sei così distratto che se ti investisse un pullman non te ne accorgeresti neanche. Possiamo conoscerne il motivo?- chiese la Schumann con uno sorriso maligno.
    -Scusi prof.- rispose, guardandola negli occhi con aria sicura. –Prometto che starò più attento.-
    -Meglio così Kaulitz, a meno che tu non voglia un bel sei in pagella.-. E ritornò a spiegare la lezione del giorno.
    Kay non aveva neanche alzato lo sguardo quando la professoressa l’aveva rimproverato, perché era concentratissima a recuperare tutto quello che aveva perso. Aveva i lineamenti induriti e le labbra serrate. Era come se stesse guardando male qualcuno quando invece stava solamente copiando gli appunti alla lavagna, fin quando non dovette distogliere lo sguardo dopo aver ricevuto una pallina di carta sulla mano. La vide aggrottare le sopracciglia dispiegando il foglio, notando che c’era scritto qualcosa. Cercò di sbirciare, ma Kay non glielo permise, fulminandolo con gli occhi dicendogli “fatti i cazzi tuoi”.
    La mora rimase colpita dal messaggio scritto sul biglietto. Inizialmente non aveva riconosciuto di chi fosse quella scrittura così aggraziata, ma le bastò guardarsi intorno per accorgersi degli occhi di Clayton puntati addosso. Collegando il biglietto allo sguardo che le lanciava il ragazzo, capì che era stato lui.

    Stasera ti va di venire da me? Rix


    Cosa volevano dire quelle parole? Perché voleva che andasse a casa sua? Per fare cosa? Notò che al suo fianco c’era Tom che cercava di leggere il bigliettino. Lo richiuse velocemente e gli lanciò un’occhiataccia.
    Ritornò a guardare il foglio accartocciato ed afferrò la penna per scarabocchiarci qualcosa.

    Per fare cosa?


    E lo lanciò al mittente senza che l'insegnante se ne accorgesse. Riprese a scrivere i suoi appunti quando ricevette una gomitata da parte di Tom. In quel momento si maledì per aver deciso di ritornare a scuola.
    -Che vuoi?- sussurrò sbuffando.
    -Cosa c’era scritto nel biglietto? Chi te l’ha mandato?- chiese lui a sua volta, più piano possibile. Non ci teneva a ricevere un’altra paternale da parte della Schumann.
    -E a te cosa importa?- ribattè – Mica devo renderti conto di tutto, no?-
    Tom ci rimase davvero male per quelle parole. Aveva fatto di tutto per lei, le era stato accanto per tutto quel periodo difficile e questo era il ringraziamento?! Che stupido che era stato a credere che anche lei potesse provare qualcosa di più.
    -No… No, hai ragione. Scusami.- mormorò abbassando gli occhi e voltandosi verso la finestra. Perché lo stomaco gli si era chiuso? Perché gli occhi avevano preso a bruciare? Cazzo, non poteva piangere. Non per una ragazza, per la miseria. Dov’era finito Tom Kaulitz?
    Kay si ritrovò di nuovo il biglietto tra le mani.

    Così, x passare un po’ di tmp insieme. Ti va?


    Rilesse un paio di volte il foglio. Davvero voleva solopassare un po’ di tempo con lei? Solo per quello?
    Beh.. Mica deve esserci per forza qualcosa dietro!” pensò scuotendo la testa.

    Si, va bene.


    E fu così che il loro piccolo discorso si chiuse.

    ***



    -Cos’ha Tom?- chiese Bill preoccupato ai suoi amici, quando suonò la campanella che segnava l'inizio dell'intervallo. Appena la professoressa si avviò fuori dalla classe, Tom uscì dopo di lei senza rendere conto a nessuno. Bill durante la lezione aveva visto che suo fratello non era felice come quando aveva visto Kay varcare la soglia della scuola, ma gli era sembrato sciocco dovergli mandare un messaggio al cellulare per chiedergli cos’avesse quando poteva farlo benissimo durante la pausa. Peccato che Tom fosse sparito immediatamente alla fine dell’ora, come se si aspettasse che Bill sarebbe corso da lui per fargli sputare fuori tutto ciò che aveva da dire. E alla fine le opzioni erano due: chiedere spiegazioni a Kay o parlarne poi con lui quando sarebbero arrivati a casa. Ma dato che conosceva Tom come le sue tasche, l’avrebbe visto chiudersi in camera ancor prima di aprire bocca e non ci sarebbe stata più l’occasione di potergli parlare.
    -Non lo so, forse è andato a fumarsi una sigaretta.- rispose Freddie, anche se pure lui si era accorto che qualcosa nell’amico non andava. Jeremy uscì fuori dalla classe senza dire niente. Bill, però, aveva già capito tutto.
    Sarebbe andato a parlare con Tom. Jeremy era un tipo abbastanza silenzioso, era uno dei pochi che poteva veramente capirlo a tal punto da farlo parlare senza alcun problema. Suo fratello non era geloso del loro rapporto o del fatto che Tom con l'amicosi aprisse più facilmente che con lui. Anzi, lo capiva. L’amico gli apriva gli occhi, ma non abbastanza da potergli far capire pienamente cosa era giusto che facesse, mentre Bill quando capiva la situazione era come se gli gettasse dell’acqua ghiacciata addosso, facendogli capire cose a cui nessuno sarebbe mai arrivato, e aveva sempre così maledettamente ragione che non c’era bisogno di pensare per il da farsi. Lo faceva e basta. E Tom aveva sempre avuto il timore di conoscere la vera risposta a tutte le sue domande. Era un codardo e lo sapeva bene.
    -Forse se l’è presa per qualcosa che c’entra Kay. È raro vederlo così incazzato.- intervenne Gustav lanciando un’occhiata eloquente alla ragazza in discussione. Lei lo guardò in modo indecifrabile. Cosa voleva dire con questo? Che avesse fatto qualcosa di sbagliato senza accorgersene?
    -Cosa avrei fatto io per averlo fatto alterare in quel modo?- domandò innervosendosi. Non sopportava l’idea che qualcuno l’accusasse senza un valido motivo.
    -Dovresti dircelo tu questo.- rispose Freddie, facendo strabuzzare gli occhi alla ragazza. Pensava che almeno lui fosse stato dalla sua parte!
    -Si sarà incazzato perché ho lanciato un biglietto a Kay durante la lezione della Schumann.- spiegò Clayton prendendo le sue difese. – E si sarà innervosito perché Kay non gli ha detto cosa conteneva il biglietto, probabilmente.- sentenziò con un piccolo ghigno stampato sulla faccia.
    -E come hai fatto a capire tutto questo?- domandò Bill, ormai incuriosito.
    -L’ho guardato mentre aspettavo che Kay rispondesse. All’inizio il suo sguardo era pieno d'ira, ma appena lei gli ha detto qualcosa è cambiato ed è diventato triste. E ora sarà furioso perché è la prima volta che sta davvero male per qualcosa.- spiegò sotto lo sguardo allibito di tutti.
    Bill si chiese come non avesse fatto ad accorgersene prima.
    -Gli ho solo detto che non dovevo rendergli conto di tutto quello che faccio!- replicò seccata. –Neanche gli avessi detto chissà cosa!-
    -Dipende da come gliel’hai detto…- cominciò Bill, capendo finalmente il malessere di suo fratello. –Se sei stata brusca, ci sarà rimasto sicuramente male.-
    -Si, in effetti non sono stata molto gentile, ma non potevo sapere che lo avrei ferito..- ammise mortificata.
    -Tom ci tiene a te e sicuramente il tono di voce che hai usato l’ha spiazzato.– continuò Bill con un piccolo, ma debole sorriso sulle labbra.
    Non voleva che il suo gemello ci restasse così male.

    ***



    Kay si stava rimettendo il trucco a posto, quando qualcuno aveva bussato alla porta del bagno pretendendo che questo venisse liberato all’istante. Lei aveva sbuffato e girato la chiave nella toppa per far capire al fratello che la porta era aperta. Sì, perché la persona che stava rompendo era proprio il suo amatissimo gemello.
    -Ne hai ancora per molto?- domandò questi scocciato. –Anche perché... Sai, ho bisogno urgentemente di liberarmi con una pisciata.-
    Kay ridacchiò e inarcò un sopracciglio. –Falla, no?-
    -Ah, divertente. Secondo te mi metto a fare la pipì davanti a te? Mica abbiamo cinque anni, non ci laviamo più insieme!- ribatté Freddie scettico.
    -Tanto ho visto il tuo coso un milione di volte, non mi scandalizzo se lo vedo un’altra volta.-
    Gli occhi del moro si fecero a palla. –Ok, mi arrendo. Vedi solo di muoverti!-. E se ne uscì di corsa dal bagno scatenando l’ilarità della gemella. Freddie cadeva nell’imbarazzo più totale ogni qualvolta che la sorella gli diceva di fare qualcosa di intimo nello stesso posto e nello stesso momento in cui c’era lei, e visto che aveva un impegno e doveva rendersi impeccabile non poteva permettere al gemello, per una semplice scappatina al bagno, di farle perdere altro tempo.
    Quando fu finalmente pronta salutò il fratello e la madre e uscì di casa per andare da Clayton. Era sempre allerta, chiunque si fosse avvicinato superando i cento metri, avrebbe ricevuto un calcio nelle palle così potente che lo avrebbe segnato a vita. Durante tutto il tragitto non aveva riscontrato nessun segno di pericolo, così, tranquillamente, giunse a casa del ragazzo che l’aspettava con una certa impazienza.
    -Oh, sei arrivata!- salutò Clayton aprendo la porta principale e invitandola ad entrare.
    -Sì, scusami per il ritardo.- mormorò la ragazza entrando timidamente nella casa.

    ***



    -Bill, io esco! Dillo tu alla mamma che torno a casa più tardi!- urlò Tom dal piano di sotto mentre si infilava la felpa di Kani comprata pochi giorni prima. Non era sicuro che il gemello avesse recepito il messaggio, ma era più che sicuro che sarebbe stato capacissimo di rifilare una scusa alla povera Simone per l’assenza del gemello nella casa. Anche se il gemello non aveva risposto, lui era uscito comunque.
    Tom aveva deciso di andare a farsi una passeggiata per schiarirsi le idee. La sua testa stava andando nel pallone più totale e lui doveva mettere in ordine tutto quanto per non impazzire. E capire, esattamente, cosa gli stesse succedendo.
    Estrasse il pacchetto di Marlboro che aveva trovato, con sua enorme sorpresa, all’interno della tasca della felpona e se ne accese una facendo un bel tiro profondo per assaporare quel gusto amarognolo scendere giù per la gola.
    Mentre camminava, una ragazza gli piombò davanti spaventandolo. Stephany, la sua “ex”, era lì davanti a lui e continuava a guardarlo con un sorriso languido sulle labbra.
    -Che vuoi, Steph?- domandò inarcando un sopracciglio.
    Era chiedere troppo voler rimanere da solo per circa due, massimo tre ore? Si, forse sì.
    -Beh… Non parliamo da un po’ e ho cominciato a sentire la tua mancanza. Ti va se ci… Rifacciamo?-.
    Gli si avvicinò ancora di più, appoggiando l’indice sul suo petto e cominciando a tracciare dei segni invisibili. Il suo sguardo eloquente diceva tutto, ovvero: scopami.
    -Veramente ho da fare.-. Beh, da una parte era vero.
    -Ah, sì? E cosa? Andare a trovare la povera piccola Kay?- chiese ironicamente la ragazza, riducendo gli occhi a due fessure per la rabbia.
    Quella stronza gli stava rubando l’uomo e neanche se ne rendeva conto.
    -Di quello che faccio non ti deve importare, Stephany.- ringhiò sommessamente Tom, scansandola.
    -Tu sei ancora mio e non permetterò che quella sgualdrinella ti porti via da me.-. Detto questo, girò i tacchi andandosene.





























    Note dell'autrice: Ciao ragazze! Finalmente sto riprendendo a postare regolarmente, o almeno posso dire che questa volta non sono in ritardo *O*
    Il capitolo sarà diviso in due parti, quindi dovrete aspettare settimana prossima per leggere il prossimo. Spero che vi sia piaciuto, siate sincere con i commenti v.v
    Un bacio!
     
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  15. Humanoid_Tomi Lover
     
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    due parti eh?tu vuoi farmi morire d'ansia
    duuuuunque:
    -Kay deve stare attenta a quello che fa...non mi fido di Clayton, e se non si rende conto che quel poveretto di Tom si sta dannando l'anima per lei farà una brutta fine da mano mia....e poi considerando che si è rifatta viva la ex di Tom..non so come potrebbe finire....
    -Clayton mi sta sempre di più sulle balle che sparisca una buona volta non lo sopporto più....

    posta prestoooooo *ti ama*

     
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218 replies since 18/11/2010, 19:36   2852 views
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