You can save me from the woman, that i've become.

Dolce tentazione, fottuto piacere.

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    CITAZIONE (cchanel ! @ 31/3/2011, 21:31) 
    . . . .

    s a i , t u t t o.

    SPOILER (click to view)
    E' già arrivata alla fine ? E io come farò ? Mi viene da piangere , davvero.

    Sisi, so tutto, anzi e ti ringrazio, visto che parecchie volte mi hai dato ispirazione ed idee. ♥

    CITAZIONE (ReyTK. @ 3/4/2011, 13:06) 
    Up up! ♥

    Sto scrivendo il capitolo, voglio che esca bene, dato che sarà l'ultimo capitolo voglio metterci tutta me stessa e riuscire a stupirvi. (:
     
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    Ragazze io ho quasi finito di scrivere purtroppo anche l'ultimo capitolo, tra qualche giorno, prevedo di postare, sempre se non mi ci impegno stasera ed io riesca a postare direttamente domani, sarebbe un miracolo se io dovessi farcela!

    Beh.. grazie a tutte! ♥
     
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  3. ~Rey;
     
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    Fai con comodo, cara... qui non fugge nessuno u.u
    SPOILER (click to view)
    Up! ♥
     
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    CITAZIONE (~Rey; @ 9/4/2011, 11:42) 
    Fai con comodo, cara... qui non fugge nessuno u.u
    SPOILER (click to view)
    Up! ♥

    Grazie mille, spero di riuscire a stupirvi pienamente.
     
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  5. ;Tombreath.
     
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    up !
     
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  6. caro483
     
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    stiamo aspettando con ansiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
     
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  7. ~Rey;
     
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    up, up!
     
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  8. ;Tombreath.
     
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    eddai donnaccia -.-"
     
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  9. caro483
     
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    hey guarda che manchi quiiii
     
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    Capitolo 30.
    Finale.




    Vi consiglio di ascoltare questa, durante la lettura del capitolo.

    Alle volte lo stimolo di far qualcosa di trasgressivo e tremendamente folle, tornava a far parte di me, molto spesso ripensavo all'arrivo di Tom nella mia vita, a come me l'aveva cambiata tanto da stravolgermela come solo un uragano sapeva fare, negli ultimi mesi erano successi così tanti casini, ma in mezzo a tutto quel trambusto l'unica cosa positiva che c'era stata per me, era stata proprio lui, incosapevolmente era stato accanto al mio fianco e era riuscito a migliorare la mia vita, tanto da riuscire a farmi tornare la voglia di vivere.

    Mi fermai in un piccolo bar sulla strada, aperto sino a tardi, erano le dieci e mezza di sera e nonostante avessi sbollito leggermente, avevo ancora voglia di stare da sola per i fatti miei.
    Ordinai una camomilla calda, fissavo lo schermo piatto che vi era nel locale, all'interno c'erano altre due persone oltre a me, un'anziana signora ed un uomo seduto al bancone, che stringeva fra le mani la sua bottiglia di birra come fosse qualcosa di prezioso.
    Di continuo continuavo a guardarmi intorno, mi sentivo quasi osservata, avevo paura, forse anche troppa, buttai uno sguardo fuori dalla vetrata del bar, rabbrividii leggermente nel non vedere nemmeno un'anima sui marciapiedi di entrambi i lati, uscire là fuori, sarebbe stato quasi come entrare nella tana del leone.
    L'unica cameriera di turno quella sera poggiò la mia tazza di camomilla sul tavolo, strinsi fra le mani il cellullare, l'unico strumento che sarebbe riuscito a mettermi in contatto con le persone che a casa mi aspettavano, dato che ormai, ero scomparsa da qualche ora senza dar notizie di me.
    Sorseggiavo quella bevanda calda, assorta nei miei pensieri, pensando anche e sopratutto alle conseguenze che avrebbero avuto le mie azioni, mi perdevo continuamente nel vuoto dinnanzi a me.
    - Signorina, sono le undici, dobbiamo chiudere il locale. - Annui con la testa, affrettandomi in poco tempo a finire tutto.
    Cercavo di sorriderle per nascondere il mio nervosismo che in quel momento era accentuato più che mai, poi poggiai malamente il cucchiaino di metallo nella tazza di porcellana, il suono risuono nel silenzio.
    Dopo aver pagato, strinsi i pugni nelle tasche del mio cappotto, mi guardai ancora una volta intorno prima di uscire fuori e dispermermi tra quella nebbia fitta.
    Camminavo a passo svelto, sentivo il fiato affannoso che si mozzava in gola, dovunque mi girassi in quel momento, mi faceva sentire insicura e probabilmente le visioni del volto di Tom che erano impresse nella mia mente, lui con quel suo viso serio, che continuavano a ripetersi, non miglioravano di certo la situazione.
    Iniziai a correre senza una precisa motivazione, sbattevo gli occhi di continuo, era come se in quel momento stessi vivendo un incubo ad occhi aperti, la mia vita era incodizionatamente condizionata dalla presenza dei ricordi del passato ed ero esausta, stanca di tutto ciò, in quel momento, mi ricordai cosa avevo fatto nei mesi precedenti per provare ad uscire da quella situazione ed avevo solamente trovato una soluzione per riniziare a sentirmi veramente me stessa, e al diavolo il fatto che non avrei dovuto, ne sentivo il fottuto bisogno, sebbene sapessi in quel momento che tutto ciò era sbagliato e che al sol vedermi, le persone che mi volevano bene, sarebbero rabbrividite perchè quella non ero io, ma quando entravo in quel locale e la stanza si faceva scura, dimenticavo il resto, dimenticavo chi ero e mi trasformavo in una persona del tutto diversa, quella Chanel, non esisteva più.
    Camminavo a passo sempre più svelto, ormai avevo in mente solamente quegli attimi di piacere, l'adrenalina nel corpo che pompava viva nelle mie vene e nel mio sangue, quelle emozioni indescrivibili ed arrivare al locale il più fretta possibile era il mio solo ed unico obbiettivo.
    Dopo vari isolati, svoltai finalmente nella via giusta, ma sopratutto quando vidi l'insegna al neon, rosa e blu con il nome del night club, sentii una stretta profonda al cuore e nel mio stomaco iniziai a sentire un vortice, ma non mi lasciai fermare da ciò, decisa entrai dentro, salendo le scale frettolosamente, sino ad arrivare a quel bancone come quando l'avevo fatto per la prima volta.
    - Chanel, sei veramente tu? - Una voce alle mie spalle mi fece voltare, mi tolsi la giacca con sicurezza e la appoggiai al braccio.
    - Si, sono veramente io, e sono consapevole di non essermi fatta viva per settimane, ma sono qui per rimediare, fare una serata e spogliarmi, questa volta completamente e vedrai, che ti stupirò, non lascierò che la timidezza mi condizioni come la prima volta. - Dissi decisa.
    - Ma pensi davvero che ritornare qui sia la scelta giusta? Perchè dovrei accettare? Già una volta mi hai delusa Chanel, e dammi solo un buon motivo per farti tornare su quel palco, chi mi garantisce che non scapperai di nuovo, solo perchè non sei abbastanza donna o per lo meno non sei abbastanza matura e non hai le palle di uscir là fuori e di far vedere a tutti chi sei? - Quelle parole erano come un pugno in pieno stomaco, erano la verità, quando mai avevo dimostrato di aver fegato per qualcosa? Quando?
    Ma ogni momento è un'occasione buona per rimediare e questa volta non sarei risultata un fallimento, avrei potuto iniziare da lì, così come nella mia vita, sebbene i precedenti tentativi fossero sempre andati a monte.
    - Fidati di me, Karoline, fidati della mia parola. - Le stavo chiedendo probabilmente un'enorme sforzo, chi si sarebbe fidato nuovamente di una persona? Dare delle seconde chance, lo sapevo bene che non si poteva, era terribilmente difficile.
    - Va bene, tra venti minuti massimo, ti voglio fuori su quel palco, pronta a sculettare in faccia a quegli uomini, e stanotte si fa sul serio, è sabato, ti spogli Chanel, completamente, sarai la nostra ciliegina sulla torta. - Rabbrividii leggermente solamente a sapere che avrei dovuto mostrare il mio corpo nudo davanti a quegli uomini assetati di sesso, per fortuna che le cicatrici che avevo sul cuore, non si sarebbero potute vedere, ma non per altro, avrebbero potuto trasparire le emozioni nei miei occhi, tristezza e malinconia.
    Mi distolsi dai miei pensieri velocemente, erano già passati cinque minuti ed io ero rimasta nello stesso punto di quando ero arrivata, attraversai il corridoio dietro alla porta rossa, quello che portava ai camerini e mi diressi verso il mio vecchio che era stato messo a disposizione, stranamente ancora aveva sulla porta il mio nome e mi stupii ancor di più, quando entrando dentro di esso, lo vidi perfettamente in ordine, con dei vestiti e delle scarpe, seppur fosse il camerino di un night club, l'ambiente era piacevole, mi tolsi le scarpe e rimasi a piedi nudi sulla moquette calda rossa, abbandonando borsa e cappotto sul divanetto, richiudendo la porta dietro di me.
    Mi avvicinai a quei vestiti, se così potevano chiamarsi, dovevo trovare qualcosa di veramente avvinghiante e trasgressivo per quella sera, qualcosa che avrei potuto anche togliere con facilità durante il balletto.
    Dopo qualche minuto, trovai l'abito adatto e iniziai a spogliarmi, facendo ricadere i miei vestiti per terra, indossando frettolosamente ciò che avevo trovato, mi sedetti davanti allo specchio con le lucette a lato e iniziai ad adoperare i trucchi che vi erano sul mobiletto.
    Calcai l'effetto degli occhi con un nero, che mi dava un effetto davvero pesante, abbondando con il fondotinta, e contornando le mie labbra di un rosso accesso, davvero, così non mi ero mai vista, ero tutta sotto un'altra prospettiva, misi un leggero contorno labbra e sistemai i capelli pettinandoli più volte approffitando della mia capigliatura decisamente un po' mossa di quella giornata, non mi guardavo allo specchio con attenzione, perchè nel momento in cui lo avrei fatto, sapevo che mi sarei pentita e che mi sarei fermata, ma non dovevo, quindi con decisione mi avvicinai alle scarpe, scegliendone un paio con un plateau di almeno cinque centimetri e un tacco dodici, con quel vestito addosso si, davo l'immagine di una persona diversa, ma quella sera era la mia, e non avrei lasciato a nessuno di rovinarmela.

    Camminavo decisa per quel corridoio, i brividi di adrenalina e anche di paura mi attraversavano senza darmi tregua, senza lasciarmi un solo attimo, più mi avvicinavano alla porta del palco, più sentivo il desiderio di tornare indietro, perchè era sbagliato e non avrei dovuto, perchè quella non ero io, ma più mi avvicinavo e più sentivo dentro di me che quella era la mia occasione per dimostrare a me stessa qualcosa, ovvero che se avrei voluto sarei riuscita a fare qualsiasi cosa, senza dipendere da nessuno se non da me stessa e solo così sarei potuta veramente guarire da ciò che sentivo affliggermi dentro, da ciò che ogni volta, ogni giorno mi intristiva, rovinandomi tutte le mie giornate.
    - Allora, nessun ripensamento? - Mi sorrise Karoline, vedevo in lei uno sguardo di soddisfazione era una donna forte e sopratutto sapeva quello che voleva ed io avrei potuto solamente prender esempio, doveva esser un modello per me quella sera.
    - No, nessuno.. - Pronunciai stringendo un pugno. - Sono pronta. - Deglutii a fatica prima di scomparire dietro la porta del palco e trovarmi dietro alle tendine rosse che di lì a poco si sarebbero aperte lasciandomi affacciare a tutto il locale dove almeno un centinaio di occhi non stavano aspettando il pezzo forte della serata ed io sarei stata la loro prelibatezza.
    Una canzone ritmata iniziò ad invadere musicalmente il locale, strinsi le braccia a me, facendo affondare le mie unghie nella profondità dell'epidermide, basta, l'unica via di uscita da lì, ormai sarebbe stata quella di esibirmi e tutto ciò lo capii quando vidi le tendine aprirsi, il locale offuscarsi e sentire la musica farsi sempre più forte iniziando a rimbombare nei miei timpani.
    Mi iniziai ad incamminare verso il centro del palco, attraversandolo, avvicinandomi al palo che vi era al centro di esso, mi sentivo quasi ipnotizzata, mi sentivo una musa, sarebbe stato esagerato sentirmi una dea greca? Ma no, in quel momento quegli occhi sul mio corpo che non aspettavano nient'altro che vedermi senza vesti, mi sapevano far sentire così e ciò mi faceva stare bene.
    Sentivo il mio corpo non rispondere più di qualsiasi azione gli dessi, ero completamente fuori controllo ma mi piaceva, non mi ero mai sentita così, ed era una sensazione tremendamente bella che solo ballando provavo, arrivai al culmine dell'eccitazione quella sera quando iniziai a sfilarmi di dosso la parte superiore del vestito, lasciando il mio seno nudo, ma ciò non mi faceva provocare vergogna, sentivo solamente uno strano formicolio, qualche minuto più avanti slacciai anche i fiocchi che avevo ai fianchi, così da lasciar ricadere e abbondonare l'indumento inferiore di quel vestito sul pavimento che si illuminava a ritmo di musica, guardavo gli allampati di quegli ammiratori, loro erano come un serpente a sonagli, perfettamente ipnotizzati da quelli dal loro ipnotizzatore, ero la loro eroina in quel momento e di altro di meglio non avrebbero desiderato.
    Mi guardai intorno per un attimo, guardando quei visi, ero sicura che avessero dimenticato anche la loro provenienza, il loro nome, chi erano, la loro dignità e la loro persona, perchè stando in quel posto avevo veramente compreso che una donna è capace di rendere un uomo perfettamente inerme con tutte le sue armi.
    Mi guardavo intorno velocemente, quando in lontananza, riconobbi due occhi che avrei riconosciuto anche probabilmente fra un miliardo di persone, erano seri, il suo viso era scuro, i suoi sembravano neri e dentro di essi vedevo una tempesta, mi fissavano quasi con disprezzo, delusione, schifo, poi sentii il mio cuore perdere dei battiti prima di accellerare il ritmo cardiaco, non capivo che diavolo ci facesse in quel posto o come tanto meno ci fosse arrivato, lui che non avrebbe proprio mai dovuto essere lì, lo temevo ed in quel momento più di qualsiasi altra persona.
    Mi pietrificai e di colpo sentii il mio corpo fermarsi quasi come se il mio sangue si fosse ghiacciato, non riuscivo nemmeno più a muovere un muscolo e deglutivo di continuo, non c'era via di scampo da quel posto, all'improvviso, quando lo vidi avvicinarsi e farsi spazio violentemente fra la gente, scappai via abbandonando la scena, volevo protezione e l'unica persona che in quel momento poteva darmela, mi faceva tremendamente paura, perchè era incazzata e somigliava ad un diavolo, non l'avrei dovuto fare, ma non riuscivo sebbene a pentirmene.
    Mi chiusi dentro al camerino, sbattendo la porta, poi cercai frettolosamente, agitatissima e con il cuore che batteva a mille, un capo che mi coprisse e appena lo trovai, lo indossai senza esitare, mi tolsi le scarpe e cercai di tranquillizzarmi, ma era praticamente impossibile, fissavo la porta perchè sapevo che da un momento all'altro, sarebbe potuta scoppiare la terza guerra mondiale e questa volta, si che mi faceva paura.
    Dopo qualche minuto vidi la maniglia della porta abbassarsi e sulla soglia della porta comparve lui, scuro in viso e serio come non mai..
    Indietreggiai di qualche passo, quando vidi che richiuse a chiave la porta alle sue spalle, mi sentivo in trappola ora, non potevo più scappare, strinsi le braccia intorno a me stessa quando sentii il muro dietro di me, lo osservavo senza perderlo di vista nemmeno un momento, non capendo quali fossero le sue reali intenzioni.
    Poi lo vidi avvicinarsi al tavolo dei trucchi, si appoggiò su con entrambi le mani, lasciando ricadere le testa verso il basso, lo sentii sospirare pesantemente, non osavo pronunciare parola, in quel momento non c'erano giustificazioni e qualsiasi cosa sarebbe stata sbagliata da dire..
    - Spiegami perchè diavolo l'hai fatto, dammi una fottuta bastarda ragione che mi faccia fermare la voglia di spaccare tutto, dammi una ragione un fottutissimo motivo per calmarmi.. - Deglutii a fatica, non riuscivo a dire nulla e di lì a poco le lacrime sarebbero scese sul mio viso senza darmi tregua.
    - Volevo.. volevo sentirmi viva.. - Dissi flebimente e con voce rauca, scoppiò in una risata cristallina quanto ironica, lo fissavo, sembrava tranquillo ma dentro di lui vi erano degli istinti omicidi e di questo ne ero sicura.
    Sobbalzai poi, quando lo sentii sbattere un pugno contro il tavolo, mi strinsi maggiormente a me, afferrando il capo di seta che ricopriva il mio corpo..
    - Volevi sentirvi viva facendo la puttana Chanel? Oh, bel modo di riniziare, si, facendo la troia, ma sai qual'è la verità? Che tu sei una fallita, non hai mai provato a riniziare a rifarti una vita, Jolie si è sempre presa cura di te e non si merita una come te al suo fianco, che cazzo ha fatto? Le stai rovinando la vita e mentre lei è a casa a piangere disperata, perchè non ha tue notizie, tu sei qui a fare la puttana, a spogliarti davanti a degli uomini che da te desiderano solo la tua figa, si, che vogliono solo del sesso da te, è questo il tuo modo di provare delle emozioni, di rifarti una vita? Non sai dimostrare un cazzo, e la verità è che mi hai deluso e non sai quanto, perchè in te ci speravo, ti vedevo diversa e invece, invece mi sbagliavo, ma anche il caro Tom prende degli abbagli qualche volta, peccato che si stavolta io non mi sia reso conto abbastanza in tempo, perchè ora è troppo tardi, troppo.. -
    Sentire quelle parole da lui, che lo avevo deluso, era stato il culmine per me, la lama era affondata in profondità e non solo una volta, più volte consecutive senza tregua, perdevo sangue e nessuno stavolta, avrebbe potuto fare qualcosa per me..
    - Ma che cosa ne sai tu di me? Che cosa Tom? Cosa ne sai della mia vita? Solo perchè abbiamo scopato una volta, ti senti in grado adesso di vigilare su di me? Sbaglio o anche tu non eri come tutti gli altri? Mh? Non volevi solo del sesso da me? Oh e adesso fai tanto il santarellino, sono abbastanza grande da assumermi le mie responsabilità e di fare quel cazzo che mi pare, senza che la mammina mi corra dietro, evita di giudicare e di sputare sentenze e sopratutto, non osare più darmi della puttana, perchè sono tutto eccetto quello e con questo ho chiuso, smetto di giustificarmi con chi ha una bassa considerazione di me e sai qual'è il colmo? Che stasera sei tu ad aver deluso me, e questo fa male.. - Una lacrima iniziò a rigarmi il viso, impassibile lui dinnanzi a tutto questo. - Perchè avevo un'alta considerazione di te e sei stato l'unico uomo, l'unico che ho lasciato avvicinare a me dopo quello che mi è successo e purtroppo, Dio ha voluto che io di uno stronzo e di uno che si scopava e forse si scopa ancora almeno tre ragazze a notte, partecipando ad orgie quotidiane, me ne innamorassi, ma questi adesso sono cazzi miei, no?! Perchè tu non vuoi saperne di me e dei miei sentimenti te ne sbatti il cazzo, quindi vattene, lasciami sola, Cristo, sola con me stessa come son sempre stata. - Sbottai e poi lasciai che le lacrime solcarono lente sul mio viso.
    - Vai a fanculo, Chanel, non hai capito un cazzo, hai semplicemente la mente troppo chiusa e sei troppo occupata a pensare a te stessa per pensare a qualcun'altro e agli altri e forse è proprio per questo che nella vita rimarrai da sola, ma un consiglio, così sbagli ed un giorno te ne renderai conto, ma fallo prima che sia troppo tardi.. - Notai il suo cambiamento di espressione, dentro di me, sentivo una stranissima sensazione, ma tutto ciò che volevo in quel momento era che se ne andasse e mi lasciasse stare senza peggiorare ulteriormente la situazione.
    - Vattene, lasciami sola! - Imprecai all'improvviso lasciandomi cadere per terra, sprofondando in un pianto, sentivo i suoi occhi fissi su di me, ma in quel momento non poteva fare niente per me, nessuno avrebbe potuto aiutarmi, io ero sola e così lo sarei sempre stata. - Ti ho detto di andartene, vattene via.. - Urlai una nuova volta, quasi come se fossi in preda ad una crisi di panico, pochi secondi dopo, abbandonò il camerino, l'ultima cosa che riuscii ad udire fu il tonfo della porta.
    Continuavo a fissare quella porta, ero da sola da cinque minuti ed eppure mi sembrava esser passata un'eternità, nulla in quel momento riusciva ad aiutarmi realmente, vedevo solo il suo volto, severo e cattivo, fissarmi e dirmi tutte quelle cose giuste, si perchè ciò era la verità, e al diavolo tutto quello che pensavo, Tom aveva ragione, nella mia vita sarei rimasta sola e ciò lo avevo capito in quel momento più che mai, perchè avevo perso una persona a me troppo cara.
    Mi rivestii velocemente, dovevo uscire di là al più presto, necessitavo di prender aria, di respirare, la testa mi scoppiava e ero sicura che da un momento all'altro avrei sentito l'istinto di far qualcosa che mi facesse dimenticare, abbandonando quel mondo, ma dovevo resistere, sapevo di potercela fare.
    Strinsi il mio cappotto intorno alla vita e afferrai la borsa, mettendomela a tracolla, una volta fuori da quella stanza, trovai il corridoio completamente vuoto e cercai di uscire il più frettolosamente possibile, non dovevo farmi vedere.
    - Non così in fretta, Chanel. - Sentii la voce di Katerine alle mie spalle, l'avevo delusa quando le avevo chiesto di fidarmi di me, ancora una volta.
    Alzai lo sguardo verso di lei e la fissai negli occhi, cercando di farmi coraggio, asciugai quelle due lacrime che continuavano a scendere dai miei occhi, mi guardò con disprezzo, io rimasi in silenzio, altro non potevo fare.. - Non farti più rivedere qui dentro, la prossima volta per te potrebbe essere fatale, dato che ora mi toccherà rimediare ai tuoi di errori, se vuoi ancora fare qualcosa di diverso, vai in mezzo ad una strada, sopratutto a quest'ora, a fare la puttana, ma non rimettere più piede qua dentro. - Non riuscivo a proferir parola, così dopo qualche seconda, scesi di fretta le scale, lasciandomi alle spalle quel posto e quella donna che mi aveva umiliata per l'ennesima volta.
    L'aria fredda, l'umidità di quella notte, erano le quattro del mattino ed io mi sentivo completamente persa, ero sola, Tom se ne era andato e quel buio così fitto mi faceva paura, la nebbia peggiorava la situazione, volevo solo casa mia, ma in quel momento avevo la mente troppo occupata anche solo per riuscire a ricordarmi il percorso per tornarci.
    Scoppiai in lacrime una nuova, facevo dei piccoli passi avanti ed indietro disorientata, in cerca di qualcosa che non sapevo nemmeno..
    - Sali in macchina, ora. - Sentii quella voce tuonante alle mie spalle, rabbrividii quando mi girai nel vedere quel volto, esitai qualche secondo e mi avvicinai velocemente alla macchina, senza dire nulla, salii dentro e mi rannicchiai su me stessa, cercando di rilassarmi, anche se in quella situazione, con i suoi occhi puntati addosso era veramente difficile.
    - Perchè diavolo sei rimasto? - Chiesi con un filo di voce, non mi rispose, si limitò ad accendere il motore della macchina e a sgommare velocemente, mi aggrappai alle maniglie interne dello sportello dell'auto, ero spaventata, notavo le vene uscire dal suo collo, il suo rossore sulle guance che si intravedeva leggermente. - Rispondimi Tom, cazzo, ho diritto ad una risposta. - Cercai di imporre la mia voce, una nuova volta, ma nulla, era come se non esistessi. - Dove diavolo stiamo andando? - Chiesi ancora, ma l'ennesimo silenzio tuonava imperterrito nell'abitacolo, così mi arresi, chiusi gli occhi e rimasi in zitta, fino alla fine di quel viaggio, la cui destinazione non sapevo.

    Spalancai velocemente gli occhi quando sentii il motore della macchina fermarsi, l'unica cosa che riuscii a vedere era Tom scendere dalla macchina, sbattere lo sportello e fare il giro dell'auto, avvicinandosi poi al mio dalla mia parte..
    - Scendi. - Stava mantenendo la calma che in quel momento sembrava mancargli. - Ti ho detto di scendere. - Continuò, così mi affrettai e scesi dal veicolo, mi guardavo intorno, ci trovavamo sul retro degli studi della Universal.
    - Te la ricordi quella volta, in cui volevi sentire il vento fra i capelli, volevi sentire l'adrenalina, quelle emozioni pure, mh? Proprio sopra questo palazzo, quando ti ho salvata perchè pensavo che volessi buttarti giù e farla finita? - Mi guardava, mi fissava, osservava qualsiasi mia espressione, gesto, ed io non capivo il perchè di quelle parole più andava avanti. - A volte sai mi chiedo perchè io ti abbia salvata, non ne valeva pena, sai? Tu che dici? -
    - Nessuno ti aveva chiesto di salvarmi la vita, Tom, nessuno, io stavo vivendo e mi stavo facendo i cazzi miei, ma chissà come mai, un egocentrico come te, non è riuscito a farsi i cazzi suoi, cosa te ne è venuto dal salvarmi, mh? Sono un completo sbaglio e ti ho complicato la vita e adesso sei qui con una pazza, o per meglio dire una puttana, perchè così suona meglio, no? Perchè non mi lasci stare? - Alzai il tono di voce, le lacrime sgorgavano, sembravano infinite ed io mi sentivo esausta e senza fare. - Lasciami in pace, nessuno vuole il tuo aiuto. - Aggiunsi con l'ultimo filo di voce, prima di incamminarmi ed uscire fuori di là.
    - Perchè ti ho salvata? Ancora non l'hai capito cazzo? - Mi fermai e mi voltai a fissarlo. - Perchè ti amo, porca puttana, perchè sei stata la prima che nella mia vita sia riuscita a farmi ad innamorare, e seppur tu mi abbia complicato la vita, stravolgendomela completamente, sei lo sbaglio migliore che io abbia potuto compiere. - Mi pietrificai all'istante, davanti a quelle parole, poi avanzai di qualche passo verso di lui e timorosa mi avvicinai alla sua mano, stringendola, poi al suo corpo, che emanava calore e in quel momento più che mai ed infine avvicinai il mio viso al suo, facendo unire ed incatenare le nostre lingue, lasciai scendere le lacrime, perchè io in quel momento avevo bisogno solamente di sentirmi protetta ed amata da chi così mi voleva veramente e seppur mi avesse cambiato la vita, lui era stata il mio fulmine a ciel sereno.



    “Non ci sono errori – solo le esperienze e le vostre reazioni a loro.”
    Tom Krause.

    “L’esperienza è il nome ognuno dà ai propri errori”.
    Oscar Wilde.




    E sono giunta anche alla fine di questa storia, quasi non mi sembra vero, perchè nonostante tutto, mi ci ero davvero affezionata, è stata una storia avvincente che ho scritto con piacere, sopratutto perchè voi ragazze, mi avete dato la voglia di andare avanti e ci siete sempre state, sebbene alle volte, vi abbia fatto aspettare più di un mese per un capitolo e di questo, posso farmene solamente una colpa, perchè sono un po' in senso buono, scema, non avrei dovuto..
    Ma comunque sia, vi ringrazio di cuore, a tutte, dalla prima all'ultima, perchè siete sempre state affettuose e gentili, davvero, per me aver scritto questa storia che è stata la più seguita tra le mie altre, mi ha reso fiera, sebbene ce ne voglia per farmi sentire così..
    Semplicemente, un grande grazie di cuore a tutte, ciao ragazze! : )


    PS: Perdonatemi eventuali errori di grammatica, ma ho il maledetto vizio di non controllare dopo che scrivo, scusatemi ancora, ciao. ( :

     
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  11. walls.
     
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    No va bè io sto morendo.
     
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  12.  
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    CITAZIONE (walls. @ 21/5/2011, 14:16) 
    No va bè io sto morendo.

    : D
     
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  13. herzschlag.
     
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    ciaaaaao.
     
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