You can save me from the woman, that i've become.

Capitolo 2.

Il suono della sveglia annunciava l'inizio di un nuovo giorno, nemmeno quella volta il mio desiderio si era avverato, volevo morire ma non avevo il coraggio di dire basta, forse perchè non lo volevo proprio con tutta me stessa o forse perchè ero una terribile vigliacca che non sapeva apprezzare la vita così com'era..
Sospirai profondamente per qualche secondo, rimasi immobile, ogni mattina lo facevo ci voleva coraggio per affrontare ogni volta un nuovo giorno, dovevo far finta che andasse tutto bene, dovevo sorridere ed essere gentile, nessuno oltre a Jolie sapeva quel segreto che custodivo dentro di me, quasi come se fosse quello più intimo e più nascosto, nessuno dovevo saperlo, io davanti agli occhi di tutti dovevo rimanere per sempre la dolce Chanel.
Mi tolsi il mio caldo piumone di dosso, lo scaraventai contro il freddo muro bianco della mia stanza, il tocco con il pavimento di parquet freddo mi fece rabbrividire, mi avvicinai di più alla finestra, fuori c'era un bellissimo panorama bianco, sapevo ancora apprezzare le piccole cose, era una cosa che mi faceva piacere.
Ancora addormenta andai in bagno e mi lavai la faccia, appoggiai le mani sul lavandino e mi soffermai a guardare bene i lineamenti del mio viso, li osservai in ogni minimo particolare e poi mi soffermai a guardare dentro i miei occhi, nelle mie iridi, se solo le si guardava attentamente chiunque avrebbe capito che in me c'era qualcosa che non andava, non erano degli occhi che esprimevano felicità ma bensì malinconia e tristezza.
- Buongiorno Chan, hai dormito bene stanotte? - Sobbalzai per lo spavento, avevo lasciato la porta del bagno socchiusa e non avevo nemmeno sentito Jolie entrare, ero troppo presa dai miei pensieri.
- Buongiorno, non mi lamento, come mai già in piedi? Non dovresti ronfare a quest'ora? - Pronunciai sulle mie labbra un altro di quei sorrisi falsi, come se me ne importasse qualcosa in quel momento.
- Mi sono ricordata che oggi avevo un impegno importante, quindi sono tornata presto, ma muoio dal sonno. -
La osservai, aveva preso a gesticolare, era bello avere un'amica come lei, in quei due anni c'era sempre stata, non aveva esitato mai a darmi una mano, mi aveva sempre appoggiata in qualsiasi scelta io avessi fatto, anche quando ero così stata debole da tentare il suicidio.
Non le risposi, la conversazione che avevamo iniziato morii lì, senza un perchè, andai in camera mia e aprii il mio armadio pieno di vestiti, ne avevo così tanti ma ogni volta trovavo a tutto quanto un difetto, ero così indecisa sul da farsi, avevo perso anche di vista il concetto e il significato della parola determinazione, non sapevo più prender delle scelte, anche le più semplici e quelle più quotidiane.
- Vuoi che ti aiuti? - Annui con la testa senza pensarci due volte.
- Scusami se sono di poche parole questa mattina. - Il mio comportamento senza volerlo era diventato, scontroso, scostante e freddo, tendevo ad avere il vizio di lasciare tutti fuori dai problemi della mia vita, risolvevo tutto con me stessa.
- Tranquilla. - Mi sorrise buttandomi dei vestiti sul letto, l'abbinamento che aveva fatto non mi dispiaceva per niente, casual ma elegante al punto giusto, uscii dalla stanza facendomi l'occhiolino, per un momento sentii dentro di me il bisogno di tornare ad essere bella come lo ero una volta, era come se fossi una lampadina spenta che alle volte subiva delle scariche elettriche che davano l'impulso per accendersi.
Presi il mio vecchio beauty case, lo aprii e osservai tutti i miei vecchi trucchi, era da una vita che non lo aprivo, avevo paura della mia reazione, dei ricordi che avrebbe suscitato in me, ma invece non sentii nulla, quasi come se tutto fosse morto.
Presi la matita, il mascara e l'eye-liner e accennai un lieve trucco, lasciando da parte la paura, il mio viso era così bianco, così approffittai per dare più colore alle gote con un lieve blush rosa carne, era un trucco poco accentuato, ero truccata il giusto necessario.
Notai il cambiamento d'espressione di Jolie appena mi vide, scoppiai in una risatina sincera, mi bloccai subito, avevo udito la mia risata dopo molto tempo, era una delle cose che mi mancava.
- Sei stupenda lo sai? - Mi disse poggiando le due tazze di latte sul tavolo della cucina.
- Grazie, avevo voglia di cambiare.. - Sorseggiai il bicchiere del mio caffèlatte bollente, era un piacere sentirselo scorrere così caldo nel corpo.
- A che cosa devo questo tuo cambiamento Chan? Ti ho incitato un sacco di volte a farlo e non mi hai dato ascolto.. -
- Te l'ho detto, avevo voglia di cambiare e come mi hai sempre detto tu, non è mai troppo tardi. - Mi sorrise, non negavo che sentivo però nelle vene la paura, non volevo esser guardata con occhi diversi, non volevo che nessuno mettesse gli occhi su di me, mi sarebbe bastato anche il minimo sguardo per farmi tornare indietro e per farmi pensare che tutto fosse sbagliato, forse questo era il modo per riprendere in mano le redini della mia vita e dovevo farcela, per me stessa..
Buttai uno sguardo sull'orologio, segnava le 7.30 dovevamo essere entrambe al lavoro tra trentacinque minuti, io lavoravo come receptionist nella Universal Music, avevo una marcia in più rispetto agli altri miei colleghi, parlavo quattro lingue, mentre Jolie era una delle amministratrici, aveva ottenuto quel posto grazie a suo padre, lavorava in politica, era uno importante.
Il traffico ormai per andare al lavoro era quotidiano, mi ci ero abituata in fretta al fatto di dover passare almeno venti minuti al mattino nell'abitacolo della macchina di Jolie, nessuno delle due parlava mai, lasciavamo come sottofondo che la radio facesse il suo lavoro, ovvero quello di svegliarci e di fare irruzione nelle nostre orecchie.
Quella mattina mi sentivo stranamente nervosa, continuavo a mordicchiare le mie labbra senza pietà, sentivo il gusto del sangue invadermi il palato, la cosa non mi dispiaceva a parer mio, il sangue era buono, mi piaceva.
Buttai la testa sul sedile a peso morto, chiusi gli occhi e cercai per un momento di rilassare i nervi, quella mattina era come tutte le altre, la malinconia aveva invaso il mio corpo, come sempre d'altronde, ma c'era qualcosa che non andava in me, mi sentivo strana.
In un solo attimo dei flash di ricordi mi passarono davanti, vivi come non mai, sempre più chiari in me..

Quella sera era stata la peggiore di tutte, mi aveva rovinato la vita in modo radicale, me l'aveva segnata, Jolie era rimasta di fronte a me per qualche secondo senza parlare, aspettava che lo facessi io per prima, ma poi d'improvviso la sua voce fece irruzione nella stanza, era preoccupante, le parole le uscivano a fatica, le morivano in gola, l'avevo vista piangere davanti ai miei occhi, a nessuno mai aveva permesso di vederla in quello stato, la cosa mi fece ancora di più paura, morivo dall'ansia, poi quelle parole mi fecero morire letteralmente "mamma... mia madre, è mmm orta..." la prima cosa che feci fu quella di andarle incontro e abbracciarla, ma mi scostò violentemente, la sua reazione fu così violenta da farmi finire per terra, ci misi un po' prima di rialzarmi, ancora non riuscivo a capacitarmi del perchè si fosse comportata così, poi sotto i miei occhi la osservai fuggire via di casa, completamente spaesata e non in sè, decisi che dovevo andare a cercarla, quella era la cosa giusta da fare, non presi nemmeno il cappotto e la borsa, portai con me solo il mazzo di chiavi e il cellulare, non poteva essersi allontanata di molto..
Erano le due e mezza di notte passate, Amburgo era illuminata soltanto dalle insegne delle luci dei negozi e dai lampioni che c'erano sui marciapiedi, faceva freddo e le strade erano completamente vuote, battevo i denti e avevo le mani gelate, ma cercavo di non darci molta importanza, continuavo a guardarmi intorno in cerca di Jolie, ma di lei non c'era traccia, quando mi girai notai dietro di me notai che non ero più sola, dietro di me vi era un uomo ubriaco, mi urlava qualcosa, credo che fossero dei complimenti, in quel momento avevo paura, accellerai il passo, rabbrividi quando sentii la bottiglia di birra nelle mani dell'uomo cadere per terra, iniziai a correre senza nemmeno guardare la direzione della strada che prendevo, pensavo solo a correre e a scappare, svoltai varie volte in qualche via, cercavo una discoteca, un bar, qualsiasi negozio aperto per potermici rifugiare, ma era tutto chiuso, mi tranquilizzai quando vidi che dietro di me non c'era più nessuno, l'avevo seminato, ma non mi sentivo ancora completamente al sicuro, mi appoggiai ad una macchina e ripresi fiato, ero sicura di non aver corso mai così tanto in tutta la mia vita, decisi di non darmi per vinta e nonostante la paura e la tarda ora dovevo continuare a cercare Jolie, per il suo bene, non l'avrei mai lasciata sola, anche perchè come avevo rischiato io, rischiava esattamente anche lei.
- Ti ho trovata! - Le mani pesanti dell'uomo ora erano sulle mie fragili braccia, ripetevo a me stessa che quella non era la realtà, era solamente un fottuto bastardo sogno, tra qualche secondo mi sarei risvegliata nel mio letto in preda al panico, ma così non era, dovevo agire, cercai di liberarmi da quella presa, ma io ero senza forze, in preda al panico e fin troppo magra per potermi riuscire a liberare..
Ero stordita, mi trovavo sul sedile posteriore di una macchina, dopo qualche secondo la sentii fermarsi, l'uomo scese e aprii lo sportello dove il mio corpo senza forze era adagiato..
Sentii la mia guancia avvampare dal calore, mi aveva appena tirato uno schiaffo, in poco tempo mi ritrovai nuda, vedevo sfocato, ma una scena mi rimase bene in mente, quella di quando vidi quell'uomo abbassarsi i pantaloni e i boxer per far i comodi suoi, lo sentii entrare in me poco dopo, spingeva violentemente, le lacrime del dolore rigavano il mio viso, lui continuava senza fermarsi, quasi come fosse un'animale imbazzarrito sulla sua preda, affogò il viso nel mio seno, lo sentii leccarmi il collo, la pancia e quando ebbe finito buttò i vestiti per terra assieme al mio corpo ormai non più vivo sul ciglio della strada, io in quel momento ero morta, la mia anima non esisteva più.