Narcizist

In fase di scrittura.

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  1. Linny;
     
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    Titolo: Narcizist
    Autrice: Linny; (linny_93)
    Rating: NC17
    Genere: Triste, Erotico
    Avviso: Angst, (apparente) OOC, Violence
    Disclaimer: Nessuno dei personaggi di cui si parla all’interno della storia mi appartiene, niente di tutto ciò qui di seguito narrato è realmente accaduto e non lo scrivo a scopo di lucro.
    Riassunto: Quello specchio era come una maledizione. Emanava un'energia negativa, una forza magnetica, che accecava Bill ed uccideva Tom.

    Link Capitoli: | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 |




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    Narcizist by Linny; is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.



    Narcizist.

    Capitolo 1.




    < Bill...? > la voce premurosa di Tom lo chiamò dall'altra parte della porta.
    Ma Bill non voleva svegliarsi. Il sonno è di fondamentale importanza per l'aspetto fisico; rigenera il corpo e lui lo sapeva bene, al contrario di quell'ammasso di mediocri che non sapevano nemmeno dove stesse la classe ma, in fondo, di Bill Kaulitz ce ne è solo uno. La perfezione è una sola e lui era certo che portasse il suo nome.
    < Bill? > la voce del gemello del moro si alzò leggermente pur mantenendo sempre un tono dolce e per nulla pretenzioso.
    Che bello che era il suo nome. Bill sorrise fra sé e sé cominciando ad aprire gli occhi.
    < Bill, dai, apri... Per favore? >
    Oddio, che lagnoso che era suo fratello.
    Non aveva un minimo di spina dorsale. Bastava un suo schiocco di dita che si piegava a terra come un verme.
    Di sicuro non aveva lo stesso carattere di suo fratello Bill.
    Ovvio, Bill era unico ed unicamente perfetto ma questo è già stato chiarito abbastanza, no?
    Si mise lentamente a sedere, cercò di aprire gli occhi completamente e quando fu sicuro di riuscire a vedere bene -non sia mai che finisse contro una qualche mensola e si rovinasse il suo bellissimo viso!- si alzò dal letto.
    Con passo svogliato, si diresse verso la porta ed, una volta dinnanzi, la aprì scoprendo Tom.
    Subito le guance del rastaro assunsero un colorito roseo che qualunque altro essere umano avrebbe facilmente potuto definire adorabile ma per Bill era solamente patetico.
    < Che vuoi? > tagliò corto il moro senza preoccuparsi minimamente di sembrare cortese.
    Quando uno è così perfetto, così divino, non deve preoccuparsi proprio di niente, tanto meno di quell'insulso ammasso informe di sacchi d'immondizia che si ritrovava per fratello.
    Possibile che potesse piacere? Possibile che potessero preferirlo a lui?
    Il moro ne era convinto: la gente puntava su Tom semplicemente perchè era il più raggiungibile dei due. Tutti si rendevano conto di non essere alla sua altezza e quindi si accontentavano di meno per evitare inutili delusioni.
    < B-Bill... Io... > balbettò un pò incerto il biondo per il tono seccato adottato da Bill appena un attimo prima.
    < Allora? Tom, non ho tutto il giorno per te. Ok? Ho altro da fare, tipo prendermi cura della persona più importante, quella che porta tutti sulle proprie spalle: me. Senza di me i Tokio Hotel non sarebbero nemmeno stati scritturati e lo sai bene. >
    Tom si sforzò di non alzare un sopracciglio e di non scoppiargli a ridere in faccia.
    Sì, ammetteva che Bill era stupendo e non era di certo un segreto il fatto che lui avesse un enorme cotta per il bel moretto ma era innegabile il fatto che Bill era tanto bello fuori quanto brutto dentro, o almeno negli ultimi anni.
    Era diventato insopportabile, le uniche cose a cui pensava riguardavano lui e le parole che più usava erano tre: io, ego, me stesso.
    Non riusciva a capire come fosse arrivato a tal punto. Gli sembrava ieri quando ancora Bill piangeva per le critiche negative sulla band o si emozionava leggendo lettere di fans, invece negli ultimi tempi l'unica cosa che riusciva a dire quando leggeva delle lettere erano "Lo so, anch'io mi amo".
    < Tom?! Ma insomma... Possibile che ti imbamboli sempre come un cretino? > la sua armoniosa ed arrogante voce lo riportò alla realtà distogliendolo da quei pensieri per nulla felici.
    < Senti, volevo solo avvisarti che l'intervista per BRAVO è stata anticipata d'un quarto d'ora. Scendi di giù a fare colazione? Ti stiamo già aspettando. >
    < Prima devo mettermi a posto. > ribatté lui come fosse la cosa più ovvia del mondo.
    < Ma sei già a posto, Bill... Gli altri ci stanno aspettando. > insistette il biondo stando ben attento alle parole da usare. Con Bill bisognava sempre essere molto cauti, sensibili e riverenti, se si arrabbiava finiva per torturare tutti per un lasso di tempo considerevole.
    < A posto? > si interruppe per trattenere una risata nel miglior modo teatrale possibile e continuò: < A posto? Tom, ti sembro a posto? Ovvio, per voi anche il mio peggior stato sembra irraggiungibile ma io non voglio essere nel mio peggior stato. Io voglio essere nel migliore, sempre. >
    < Ma dobbiamo solo mangiare qualcosa... >
    < Ah! E con questo vorresti dire che ciò dà il diritto a persone come te > lo indicò con l'indice della mano destra tenendo l'altra sul petto come per mostrarsi superiore < di presentarsi in pubblico in un tale stato? >
    < Cosa intendi dire? > chiese Tom serio lasciando trapelare forse troppa irritazione nelle sue parole. Lo stava forse prendendo per scemo?
    Il moro ridusse gli occhi a due fessure ed, in quell'istante, il chitarrista capì di aver toccato il tasto sbagliato. Subito si maledì.
    Merda.
    < Cosa intendo dire? Tom, io ci impiego quel cavolo che voglio a prepararmi! Mi vedi? Sono perfetto. Anzi no... Io sono la perfezione e tu vieni qui ad esigere->
    Il fratello lo interruppe: < Non ti ho mica urlato contro! Non ti ho ordinato niente, te l'ho chiesto gentilmente e->
    A sua volta fu interrotto dal primo: < Non importa come lo dici, se una cosa è un'idiozia lo è sia chiesta con cortesia che con maleducazione. >
    < Ma non l'ho fatto! Volevo solo avvisarti per l'intervista! >
    < Non ho tempo da perdere con te, Tom, devo prepararmi. Ci vediamo di giù. Aspettatemi, ingrati. > e con queste parole piene di veleno sbatté la porta in faccia al biondo.
    Tom sentì quella familiare stretta al petto che provava ogni qualvolta Bill lo trattava a tal modo. Quella porta spessa poco più di cinque centimetri sicuramente non faceva alcun male fisico, ma dentro era capace di ucciderti. Bill era sempre capace di ucciderlo, indipendentemente da cosa gli sbatteva in faccia o da cosa gli diceva, l'essere talmente attratto dal fratello già di per sè era in grado di uccidere, di farti bruciare tra quelle fiamme del peccato che tanto sapevano darti e troppo sapevano toglierti.
    Il rasta sbuffò e si incamminò lentamente verso l'ascensore, pensando a come avrebbe dovuto avvertire gli altri che oggi era un giorno no per Bill e di conseguenza per tutti loro.
    Nel frattempo il moro si diresse in bagno e si guardò allo specchio.
    Nel vetro trovò quel viso così familiare, così bello, così fantastico. Così perfetto.
    Si sciacquò il volto con acqua fredda in modo da svegliarsi del tutto, si fece i capelli con tutta la calma possibile e si truccò minuziosamente.
    Si guardò un'ultima volta allo specchio e sorrise, di rimando il vetro gli mostrò un sorriso aperto e dolce. Si avvicinò alla sua immagine riflessa e vi appoggiò delicatamente le labbra. Ebbe un leggero fremito al contatto tra la sua pelle calda e la struttura fredda. Poco dopo si staccò, si salutò mentalmente ed uscì dalla sua camera incamminandosi verso l'ascensore.
    Una volta sceso trovò tutti i suoi compagni di band e David ad aspettarlo, seduti ad un tavolo vuoto.
    Finalmente avevano capito che dovevano aspettarlo! Incredibile, avevano anche loro un briciolo di cervello ed un minimo di gratitudine per tutto quello che faceva per loro ogni giorno della sua vita.
    Si diresse verso il tavolo e si sedette.
    La tensione era palpabile nell’aria.
    Bill interruppe il silenzio un pò acido: < Un "buongiorno" sarebbe anche gradito. >
    < Buongiorno! > si affrettarono a dire i tre componenti della giovane band tedesca.
    Che inetti... Bill non riusciva a capacitarsi di quanto riuscissero a dargli sui nervi facendo anche solo la cosa più minima. Che mediocrità che lo circondava.
    < Bill... Prima di tutto: buongiorno anche a te, sto bene anch'io, grazie per avermelo chiesto ed esserti preoccupato per tutti noi, come sempre del resto. Secondo: sbrigati a mangiare che abbiamo un'intervista per la rivista BRAVO.>
    Il cantante detestava David ed il modo in cui osava tenergli testa davanti agli altri. Si sentiva schernito ed odiava sentirsi così. Per questo aveva iniziato ad avere una specie di relazione con se stesso che pian piano l'aveva condotto a sentirsi sicuro di sè che era esattamente il suo obbiettivo iniziale, ma poi tutto gli era sfuggito di mano e senza rendersene conto era diventato narcisista come ben pochi. Perchè sì, non aveva problemi ad ammetterlo, non era mica stupido lui, che era narcisista era innegabile. Ma, d'altronde, chi non lo sarebbe stato al suo posto? Come già detto, una persona così perfetta si può permettere tutto.
    < Certo, sisì... Buongiorno. Ok, andremo a quest'intervista, va bene? Felice? Ora posso mangiare, sergente, o ha altri ordini da impartirmi? > ribatté arrogante il ragazzo.
    Gli occhi dei tre erano puntati su David adesso che nel frattempo era diventato rosso di rabbia.
    < Bill Kaulitz, abbi più rispetto verso una persona adulta e matura. Mangia velocemente, preparati come tutti gli altri ed andiamo a fare quest'intervista che dovrà essere perfetta. Io vado, mi è passata la fame. > e dettò ciò se ne andò lasciando al tavolo i quattro ragazzi.
    < Certo che sarà perfetta, tutto ciò che faccio io è inevitabilmente perfetto. > sussurrò per auto convincersi Bill e funzionò. Ormai era normale: lui non era sicuro di una cosa, sentiva la sua voce ripetergliela e se ne convinceva. Nel suo mondo c'era posto solo per lui, lui e nessun altro.
    Un pò come in quello di Tom che era ancora allibito per il comportamento di suo fratello. Possibile che ogni giorno riuscisse a diventare sempre più impossibile? Era quasi inumano.
    Poco dopo arrivò una ragazza ed ordinarono da mangiare, fecero colazione e, appena finito, Bill si diresse in camera sua.
    Una volta dentro corse in bagno e prese in mano il suo adorato beatycase.
    Loro non lo capivano. Non riuscivano a vedere la sua perfezione o forse non se ne capacitavano.
    Li avrebbe fatti ricredere.
    Cominciò a ripassarsi la linea sopra gli occhi con l'eyeliner e poi sfumo un pò di ombretto nero mischiandolo con un grigio perlato.
    Mise un altro strato di cipria chiara sul suo viso in modo uniforme premendo sugli zigomi per farli risaltare maggiormente.
    Afferrò il lucidalabbra alla ciliegia e con cura lo mise sulle labbra. Ripassò l'interno occhi con la matita nera e con il mascara fece risaltare le sue ciglia lunghe e chiare come i suoi capelli naturali rendendole nere ed ancora più ricurve.
    Infine prese il pettine e cercò di dare ancora più volume ai suoi capelli con l'aiuto di una costosissima lacca.
    Si guardò allo specchio ed eccitato disse rivolto alla sua stessa immagine riflessa: < Sei bellissimo. No, sono bellissimo. Sì, sono bellissimo! >
    Sentì l'orgoglio e la sicurezza montargli dentro a dismisura.
    Il suo sorriso si allargò ancora di più.
    Prese la giacca di pelle nera con due semplici righe bianche a lato, se la mise ed uscì dalla camera trionfante.
    Come prestabilito, alle 9 e 45 erano tutti nella hall. Tutti tranne Bill, ovvio.
    Un divo deve farsi aspettare. Un divo deve farsi desiderare. Un divo non deve niente a nessuno ma questo è già stato chiarito sufficientemente.
    Con i dieci minuti di ritardo classici di Bill, arrivò il frontman dei Tokio Hotel.
    Senza alcuna fretta si avvicinò ai ragazzi e a David.
    < Ok, ora che ci siamo tutti... > iniziò l'uomo calcando sull'ultima parola e fulminando il moro con lo sguardo < ...possiamo andare. > concluse.
    < Finalmente! > sbuffò Bill che superò gli altri, uscì dall'hotel ed entrò nell'auto metallizzata lasciando tutti basiti.
    Finalmente? Tom era scocciato ed incredulo. Bill aveva davvero seri problemi! Finalmente? Ma se erano stati costretti ad aspettarlo sia per colazione che per l'intervista! Finalmente?!
    Il biondo scosse la testa borbottando qualcosa di incomprensibile e si diresse anch'esso all'automobile seguito dagli altri.
    Per tutto il viaggio Tom cercò di capire i comportamenti che puntualmente teneva suo fratello e cercò anche di capire come nonostante questo suo caratteraccio lui non riusciva a non provare quella sensazione di benessere quando lo vedeva arrivare, le sue mani che sudavano, il suo cuore che impazzava nel petto, quel bruciore al basso ventre e quel bisogno di sfregarsi sul fratello fino ad esplodere ed urlargli quanto fosse importante per lui. Ma, in fondo, Bill era Bill. Non c'era altra spiegazione. Bill era Bill e forse era proprio questo che gli faceva perdere la testa.
    Arrivati scesero dall'auto e seguirono David nell'edificio grigio e, a detta del moro, per nulla da star.
    Quando furono nell'ascensore, Bill si ricordò della sua piccola e personale vendetta giornaliera.
    < Ragazzi... Notate qualcosa di particolare in me oggi? > chiese cercando di essere il più affascinante possibile. Non era gay, sia chiaro, ma un pò di attenzione gli faceva sempre bene ed esigeva che le persone che avevano l'onore di lavorare a stretto contatto con lui si rendessero conto della loro grande fortuna.
    < Ehm... > Georg lo squadrò bene e poi scosse cautamente la testa in un modo che il cantante avrebbe definito come per dire "No, sono uno scemo e non mi rendo conto che tu, Bill Kaulitz, sei più bello di un dio!".
    Sbuffò impercettibilmente e fece scivolare lo sguardo su tutti i presenti.
    < Sei malato? > chiese spontaneo Gustav ricevendo uno sguardo d'avvertimento da parte di Georg e David.
    Bill si girò verso Tom sapendo che da lui avrebbe sicuramente ricevuto una risposta positiva.
    Per Bill non era certo un segreto il fatto che Tom sentisse una forte attrazione fisica, e non solo, nei suoi confronti.
    Probabilmente era stato l'unico a notarlo ma a lui certe cose non sfuggivano. Tom, appena divenuto adolescente, era cambiato con lui. Si agitava in sua presenza e, condividendo bagno e camera da letto a casa, era ben difficile non notare l'anomala rigonfiatura che si creava nei pantaloni di Tom ogni qualvolta, casualmente, si imbatteva in Bill nudo o in boxer e maglietta aderente come era solito girare per casa d'estate.
    < Tom? > lo incitò il moretto battendo le ciglia.
    Bill non potè che ridere sotto i baffi notando il rossore che assunsero le guance del rasta e solo lui potè immaginare il caos che doveva aver scatenato nelle sue mutande.
    < Ehm... Bill... Io... Hai, sì insomma, hai cambiato matita? > azzardò.
    < Cambiato matita? Solo cambiato matita? > sussurrò Bill più a se stesso che agli altri.
    Cioè lui si impegnava per risultare addirittura più bello del solito e loro cosa andavano a pensare? Malattie e tonalità differenti di nero? Ma ce li avevano un paio d'occhi per guardare?!
    L'ascensore si aprì ed uscirono tutti in fila come se non fosse successo nulla e di fatto non era successo nulla ma, mentre gli altri seguivano David parlando tra di loro del più e del meno, il moro era un paio di metri indietro immerso nei propri pensieri.
    Non avevano notato il benché minimo cambiamento. Loro, ogni fottutissimo giorno, lo vedevano e, ogni fottutissimo giorno, non si accorgevano di lui. Voleva solo che gli si portasse un minimo di rispetto. Era forse chiedere troppo?
    Per loro lui era praticamente invisibile.
    Ma Bill non era arrabbiato, non era triste, non era deluso... No, lui era allibito.
    Possibile che loro non riuscissero a comprendere il miracolo a cui ogni giorno assistevano? Possibile che non si rendessero conto della sua inumana perfezione e dell'arrogante modo in cui ogni volta riuscisse a superarla e farla crescere rendendo tutti gli altri ancora più mediocri rispetto a lui?







    Note Finali. Non posso credere di star spostando Narcizist, questa fanfiction ha più di due anni di vita ed ora sono riuscita a farlo. Non ho molto da dire, solo che niente è come sembra, c'è molto di fondo. E' una storia molto introspettiva e psicologica e dietro il comportamento di Bill c'è una spiegazione più che sensata e già nel secondo capitolo si comincerà ad intravedere la gravità della cosa.
    Non so che altro dire, avrei così tante cose che vorrei scrivere in queste note e non me ne esce nemmeno una quindi credo sia il caso di chiuderla.
    Spero vi piaccia, ci ho messo l'anima nella stesura dei primi capitoli di questa twincest, per ora ne ho pronti circa cinque.
    A voi la parola, grazie per chi è arrivato fin qui a leggere! ^^

    -Linny;https://tokio-hotel.forumcommunity.net/?t=36659625&st=240https://tokio-hotel.forumcommunity.net/?t=36659625&st=330https://tokio-hotel.forumcommunity.net/?t=36659625&st=405#lastpost

    Edited by Linny; - 27/12/2010, 20:19
     
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  2. toki_doki
     
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    CITAZIONE
    Si guardò un'ultima volta allo specchio e sorrise, di rimando il vetro gli mostrò un sorriso aperto e dolce. Si avvicinò alla sua immagine riflessa e vi appoggiò delicatamente le labbra. Ebbe un leggero fremito al contatto tra la sua pelle calda e la struttura fredda. Poco dopo si staccò, si salutò mentalmente ed uscì dalla sua camera incamminandosi verso l'ascensore.

    Oh.Mio.Dio!!!!!
    Mi hai lasciata senza parole, davvero... Non so bene cme commentare!
    Mi piace, mi piace un sacco!
    CITAZIONE
    E' una storia molto introspettiva e psicologica e dietro il comportamento di Bill c'è una spiegazione più che sensata e già nel secondo capitolo si comincerà ad intravedere la gravità della cosa.

    Bene, allora attendo con ansia il secondo chappy =)
    Baci, -Vero-
     
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  3. Linny;
     
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    Grazie mille, Vero, del commento! *-*

    Beh, sì, da quelle righe già si intuisce che non è solo vanitoso, non è un narcisista nel senso comune del termine, ecco.
    Ma come hai giustamente notato tu, dal prossimo capitolo si capisce la gravità in sè.

    Sono felice che ti sia piaciuta, davvero, e grazie ancora, alla prossima! ^^
     
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  4. Gaf.
     
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    Mi piaaaaace! Sisi piace anche a me ;D

    Uhm effettivamente ci dovrà essere per forza un motivo plausibile se Bill si comporta in questo modo, quindi mi resta solo di aspettare il secondo capitolo, te quando posti di solito?

    CITAZIONE
    A voi la parola, grazie per chi è arrivato fin qui a leggere! ^^

    grazie a te che stai scrivendo questa storia :]
     
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  5. Linny;
     
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    Beh, siccome i primi cinque capitoli circa sono già stati stesi, credo che per ora il Lunedì sarà il giorno del postaggio! ^^
    Spero di poter essere sempre puntuale, mi sto portando avanti per poter sopprimere eventuali blocchi di scrittura.

    Grazie anche a te per il commento! *-*
     
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  6. {Newrante;;
     
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    Wow *ww*
    Mi piace!!
    Prima di tutto, scrivi veramente bene e complimenti!
    La storiami attira perchè Bill è diversissimo da come viene descritto di solito: non è il solito Bill di sempre.
    é questo che mi attira, anche se lo odio perchè è veramente insopportabile XD
    E poi anche Tom mi incurioscisce molto come personaggio, perchè anche lui è diverso da come è descritto sempre: di solito è Bill quello che arrossisce e balbetta.
    Mi incuriosisce veramente molto, si vede che la trama è interessante!
    Complimenti di nuovo, e posta presto *w*
     
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  7. toki_doki
     
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    CITAZIONE
    Beh, siccome i primi cinque capitoli circa sono già stati stesi, credo che per ora il Lunedì sarà il giorno del postaggio! ^^

    Uffi oggi è martedì e mi tocca aspettare una settimana x leggere perchè lunedì prossimo sono al concerto (waaaaaaa xD)... Aspetterò comunque =)
    *-6*
     
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  8. Linny;
     
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    CITAZIONE ({Newrante;; @ 6/4/2010, 13:44)
    Wow *ww*
    Mi piace!!
    Prima di tutto, scrivi veramente bene e complimenti!
    La storiami attira perchè Bill è diversissimo da come viene descritto di solito: non è il solito Bill di sempre.
    é questo che mi attira, anche se lo odio perchè è veramente insopportabile XD
    E poi anche Tom mi incurioscisce molto come personaggio, perchè anche lui è diverso da come è descritto sempre: di solito è Bill quello che arrossisce e balbetta.
    Mi incuriosisce veramente molto, si vede che la trama è interessante!
    Complimenti di nuovo, e posta presto *w*

    Sono felice che ti piaccia e ti ringrazio per i complimenti! ^^
    Sì, forse è anche più diverso di quello che si può pensare leggendo solo il primo capitolo, stessa cosa vale per Tom, ma mi diverte descriverli così u.ù

    Comunque prima ho detto che postavo Lunedì ma la mia mente non aveva ricollegato che Lunedì è il 12 e sono a Milano per il concerto dei Tokio Hotel! XD Quindi non so, o posto Martedì o Domenico, nel week-end vedo come sono messa perchè ho ospiti per il live a casa e parto di notte però siccome il secondo capitolo è già pronto forse potrei anche postarlo prima. Non so, ora vedo, vi faccio sapere comunque. ^^
     
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  9. {Newrante;;
     
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    Ok, tranquilla, tanto io sono qui che aspetto u_u
     
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  10. Gaf.
     
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    Ok perfetto! Tanto anch'io sono a Roma quindi non potrei leggere... Aspetterò! Grazie C:
     
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  11. Linny;
     
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    Non so veramente che decidere xD

    Perchè se posto Domenica quelle che vanno a Roma se lo trovano il giorno dopo e quelle che vanno a Milano il giorno prima ma se lo posot Martedì se lo trovano tutte (dico così perchè posto anche da altre parti) e quindi non so, comunque vi ripeto: vi faccio sapere entro fine settimana! u.ù
     
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  12. Linny;
     
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    Narcizist.

    Capitolo 2.




    Erano di ritorno dalla sede di BRAVO.
    Tom era ancora ammaliato.
    Durante le interviste Bill ritornava ad essere quello di sempre, il Bill che adorava.
    Anche se più che ritornare fingeva di esserlo. Bill non era più quello di prima.
    Ma Tom era sicuro che dentro di lui, in una parte profonda e segreta, si celasse ancora quel Bill.
    Nella interviste non usciva fuori, era troppo nascosto per farlo, ma fingeva di esserlo e questo bastava a scaldargli il cuore e fargli venire una gran voglia di piangere.
    Quanto gli mancava suo fratello.
    Quello vero... Quello che era stato l'unico ad avere abbastanza di lui da poterlo uccidere, da potergli rompere il cuore in petto con anche il minimo gesto.
    Avrebbe dato qualsiasi cosa per poterlo abbracciare almeno una volta e sentirlo ricambiare con sentimento come faceva prima. Ora era già tanto se gli sorrideva; ovviamente quei falsi sorrisi glieli concedeva solo durante gli incontri pubblici.
    Era incredibile come anche qualcosa di così finto potesse farlo sentire così pieno. Pieno di Bill.
    Bill aveva rubato lentamente ogni parte di Tom. Partendo dal corpo era riuscito ad averne il cuore.
    Tom ammetteva che forse era stata anche un pò colpa sua, non aveva preso seriamente in considerazione ciò che stava accadendo.
    Appena tredicenne si era reso conto di provare attrazione fisica per suo fratello. A scuola avevano appena studiato la teoria del complesso di Edipo di Freud, certo Freud parlava solo del desiderio sessuale innato che prova un figlio verso la madre ed una figlia verso il padre ma in fondo erano pur sempre parenti stretti, no? Magari poteva importare qualcosa, certo Freud veniva considerato un po’ un perverso ma era pur sempre un medico, sapeva ciò che diceva.
    E così si era convinto che fosse del tutto normale, che sarebbe passata.
    Tutti inconsciamente provano quell'attrazione verso il genitore del sesso opposto al loro almeno una volta nella vita ma nessuno, per questo, ha mai avuto una relazione con la madre o con il padre che sia, no?
    E così, a sua detta, sarebbe stato anche per lui.
    Solo dopo si era reso effettivamente conto che cercando di allontanare i problemi, mettendoli da parte e sperando di superarli, non si fa altro che farli crescere indisturbati.
    Nemmeno te ne accorgi, poi un giorno ritornano e ti rendi conto che sono divenuti troppo grandi per affrontarli. Sei costretto a realizzare che sono diventati insormontabili e lì capisci di essere completamente nella merda.
    Quando ti rendi conto che quella banale attrazione fisica si è trasformata in amore, quanto ti rendi conto per chi nutri quel sentimento irrazionale, quando ti rendi conto che quella persona è tuo fratello... Allora rischi davvero di andare fuori di testa.
    E così era successo a lui.
    Sbuffò ripensando a ciò che la vita aveva voluto riservargli.
    < Cosa c'è adesso, Tom?! Non sei forse d'accordo con quello che ho appena detto? > disse d'un tratto Bill irritato.
    < Eh? > chiese voltandosi verso di lui e distogliendo lo sguardo dal finestrino dell'auto.
    Non aveva ascoltato proprio niente di quello che stava dicendo a Gustav e Georg.
    < Non mi hai nemmeno prestato attenzione, ammettilo! > lo accusò.
    Il rasta rispose del tutto sincero senza pensare alle conseguenze: < Veramente no. Non ho ascoltato niente. >
    < Come se ci fosse qualcosa di più importante che ascoltarmi! E sentiamo... Perchè non mi stavi seguendo? >
    Tom lo fissò negli occhi, il cuore gli si strinse in petto quasi fino a fargli mancare l'aria.
    Suo fratello era ritornato ad essere narcisista. Il suo Bill era stato ricacciato a forza dentro quel corpicino esile da poco e già gli mancava da morire.
    < Stavo pensando. > rispose con il cuore in gola.
    < E da quando sei in grado di pensare? >
    Tom non rispose, non voleva, non ne valeva la pena.
    Perchè Bill aveva parlato? Perchè doveva rompere quel momento? Si sentiva così vicino al suo vero Bill... Ma il fratello aveva dovuto aprir bocca e farlo ritornare alla realtà di quel presente che odiava con tutto se stesso.
    < Comunque, non ti sono sembrate stupende le risposte che ho dato all'intervista? Quell'uomo pendeva dalle mie labbra! Ho dato delle risposte fantastiche, io sono stato fantastico! Fantastico come sempre. >
    < Sisì... Sei stato incredibile, complimenti. > gli rispose distratto a bassa voce e tornò a fissare il finestrino e le piccole gocce di pioggia che il cielo aveva iniziato a piangere.
    Le lacrime del cielo.
    Sentiva la voce di Bill continuare a parlare a raffica ma la sentiva come ovattata.
    Era come un'interferenza. Lui voleva solo sentire il lieve rumore delle gocce cadere sul finestrino e vederle ramificarsi come piccoli torrenti.
    Ne era affascinato e sapeva anche il perchè.
    Concentrarsi su cose così piccole e silenziose lo distraeva dal resto.
    Lo portava in un posto lontano. Lontano da quel narcisista che suo fratello era diventato.
    E lo portava in un posto fatto di ricordi che teneva custodito nella parte più profonda di sè.
    Ricordare il vero Bill era piacevole anche se, quando ritornava alla realtà, diveniva tremendamente doloroso.
    Ma lui era come una droga. Meno ne prendevi, più ne avevi bisogno. Meno cercavi di pensarci, più lo volevi. Bill era benzina per lui.
    E, inevitabilmente, i ricordi ritornavano a portare quel nostalgico dolore.

    < Tomi... E se non piaceremo? Se ci toglieranno il nostro sogno? >
    < Non succederà, Bill... Nessuno potrà privarci del nostro sogno. Non permetterò a nessuno di renderti triste, mai più, te lo prometto. >
    < Tomi, io ho paura. Non può esistere tanta felicità per me. >
    Una piccola lacrima solcò il viso di quel ragazzino dai capelli neri e sbarazzini.
    Il fratello gliela portò via con una carezza e poi, sorridendo dolcemente, gli rispose: < Hai ragione. Per te, Bill, non basterebbe tutta la felicità del mondo. Tu meriti di più. >
    Il moretto sorrise al gemello e si abbracciarono sussurrandosi parole cariche di affetto.
    < Ti voglio tanto bene, Tomi. >
    < Anch'io. Non lo dimenticare mai, ti prego. >


    Bill non lo chiamava più Tomi.
    Perchè non lo chiamava più Tomi?
    Quando aveva smesso di dirgli che gli voleva bene? Bill glielo diceva sempre, suo fratello glielo diceva sempre. Si era davvero dimenticato il bene che si volevano?
    E gli abbracci? Dove erano finiti quegli abbracci che gli davano abbastanza da vivere?
    Forse era diventato così geloso di se stesso da non poterglieli più offrire? O forse era lui che non era più abbastanza da meritarseli?
    Quel Bill così tremendamente insicuro, stupendamente dolce, meravigliosamente vero.
    Dov'era finito quel Bill? Dov'era finito quel Bill che l'aveva fatto innamorare?
    Tom non amava Bill, non ancora, ma ne era innamorato, questo sì.
    Certo non ci sarebbe voluto molto per fargli amare suo fratello completamente. Sarebbe bastato davvero poco.
    Ma in sè sperava ardentemente di non ricevere mai quella spinta. Perchè una volta ricevuta, una volta innamoratosi realmente del fratello, sarebbe morto per davvero.
    Ogni attimo in presenza di quel mostro che aveva ucciso il suo piccolo Bill lo avvicinava ad una morta interiore, e se l'avesse amato in modo così completo sarebbe stata definitivamente la sua fine.
    Solo a pensarci sentiva lo stomaco arrovellarsi ed il cuore diventare dolente, ogni battito pareva una pugnalata che provocava fitte di angoscia.
    Angoscia allo stato puro.
    Ma dentro Bill, davvero, doveva ancora esserci quel ragazzo incredibile che era in origine!
    Non poteva aver dimenticato quei momenti, quegli abbracci, quelle parole... Quel sentimento.
    No, non poteva.
    Tom non se li sarebbe potuti scordare in alcun modo. Nessuno se li sarebbe mai potuti scordare e tantomeno Bill. O almeno così sperava il rasta.
    Lui non pretendeva di essere amato da suo fratello come faceva lui ma almeno essere amato come si ama il proprio gemello o perlomeno come si ama un caro amico.
    Voleva solo sentirsi ancora parte della vita della persona che amava.
    Era così strano desiderare ciò? Era davvero così pretenzioso chiederlo?
    E se anche lo fosse stato, perchè non averlo?
    Bill era molto pretenzioso ma riceveva sempre ciò che voleva e per almeno una volta poteva accadere lo stesso anche per lui, no?
    Sarebbe stato giusto. Se lo meritava, in qualche modo.

    < Merda! >
    < Che c'è, Tomi? Tutto bene? > chiese preoccupato il moretto facendo sbucare la testa dalla porta della camera.
    < Ho perso il polsino bianco che ho preso ieri in quel negozio. Volevo indossarlo per suonare alla festa della scuola! >
    < Aspetta, torno subito! > disse Bill uscendo di corsa dalla stanza del biondo.
    Ritornò poco dopo con in mano qualcosa e lo porse al fratello sorridendo raggiante: < Ecco, Tomi! Ti regalo il mio. >
    < Ma no, Bill. Anche tu lo volevi mettere. L'abbiamo preso insieme. E' colpa mia se l'ho perso, tienilo. > il rasta cercò di restituirlo al fratello ma Bill non ne volle sapere.
    < Io voglio che ce l'abbia tu. Sapere che indossi qualcosa di mio mi riempie il cuore. Se lo indossi non ti potrai mai dimenticare di me! >
    < Io non potrei comunque dimenticarmi di te. > borbottò Tom indossando il polsino nero del gemello mentre sulle sue gote si andava a creare un tenero rossore.
    < Lo so. Nemmeno io, Tomi. > sorrise di nuovo Bill.


    Tom si toccò istintivamente il polso e sentì la stoffa vecchia e leggermente rovinata sotto i suoi polpastrelli.
    Abbassò lo sguardo sul suo avambraccio e con gli occhi trovò quel polsino nero. Lo accarezzò un paio di volte lentamente.
    Chissà se sapeva ancora di suo fratello.
    Chissà se Bill si ricordava ancora di averglielo regalato.
    In ogni suo ricordo felice c'era Bill.
    Lui era parte integrante della sua felicità, ormai nella sua mente quello stato d’animo portava il sorriso di suo fratello.
    Chissà per Bill che immagine aveva la felicità... Forse per lui non esisteva nemmeno più.
    Il suo fratellino prima sorrideva sempre. Perchè ora non lo faceva più? Cos'era successo?
    Possibile che quel mostro che porta il nome di narcisismo fosse riuscito a portagli via suo fratello?
    Come aveva potuto portargli via il suo Bill?!
    Sentì gli occhi pizzicare leggermente.
    Li ignorò.
    < Siamo arrivati! > la voce di David che avvisava l'arrivo all'hotel lo distolse da quegli amari pensieri.
    Aspettò che tutti scendessero dall'auto e poi scese anche lui per ultimo.
    Si avviò verso l'ascensore insieme agli altri mentre David si era fermato a parlare con Saki nella hall.
    Una volta dentro l'ascensore Georg chiese agli altri: < Ora abbiamo tutto il resto della giornata libera, no? >
    < Sì. Io me la godrò in qualche modo perchè non so davvero quando potrà ricapitare una cosa simile. > intervenne Gustav.
    < Già... Magari stasera andiamo in qualche locale. Che ne dici, Tom? > ammiccò il bassista.
    < Magari. Non lo so, non mi sento molto bene. >
    < Stai sempre a lamentarti, Tom! Ed io cosa dovrei dire?! > sbottò Bill interrompendo il discorso dei tre amici.
    Tom? Perchè lo chiamava Tom?
    Prima lo chiamava sempre Tomi. Tomi, cazzo, Tomi!
    Il biondo non sapeva che fare.
    Aveva voglia di prenderlo a schiaffi urlandogli contro che per lui il suo nome non era Tom, era Tomi.
    Aveva voglia di inginocchiarsi a terra e supplicarlo di restituirgli il suo fratellino.
    Ma, purtroppo, nessuna di queste cose glielo avrebbe ridato indietro. Ed in ogni caso non avrebbe fatto niente di tutto ciò.
    Tom, immerso nei suoi pensieri, si scordò di rispondere al fratello. In fondo, cosa contava rispondergli oramai? Quello che diceva non contava niente di niente per lui.
    Le porte dell'ascensore si aprirono.
    Gustav e Georg si diressero ognuno nella rispettive camere dopo aver salutato i due gemelli e Bill, senza preavviso alcuno, chiese a Tom: < Cosa fai ora? >
    Il rasta non ci credeva. Si stava forse interessando a lui? Oppure si era sognato tutto?
    No, quello non sembrava proprio un sogno.
    Sentì la felicità montargli dentro. Non poteva crederci.
    Era così contento per una cosa tanto banale!
    E' proprio vero che l'amore gioca brutti scherzi.
    < Allora? > insistette il cantante.
    Tom cercò di riprendersi e gli rispose: < Non saprei. Credo che mi distenderò, non mi sento molto bene. >
    Gli sorrise sperando con tutto se stesso di ricevere un altro sorriso, quantomeno di cortesia, da parte del gemello. Un sorriso che, ovviamente, non arrivò.
    < Bene. Che noia. Io vado in camera a sistemarmi. Devo fare un pò di ordine nel mio armadio. >
    < Ah... > il sorriso gli morì sulle labbra. < Allora, vado. > biascicò Tom in risposta.
    Si trascinò fino alla sua stanza, aprì la porta con la tessera magnetica e vi scomparse dentro.
    Bill si diresse fino alla sua camera ed una volta dentro andò in bagno.
    Si fissò allo specchio incantato.
    La sua immagine era tremendamente eccitante. Quegli occhi scuri, quel naso perfetto, quelle labbra provocanti, tutto il suo viso lo stregava ed il suo corpo non era certo da meno, era semplicemente la cosa che più desiderava al mondo, il protagonista dei suoi sogni erotici.
    < Mi voglio. > sussurrò con lo sguardo puntato nei suoi stessi occhi riflessi.
    Sentì l'eccitazione crescergli nei pantaloni.
    Portò le mani dietro al collo, si graffiò dolcemente con le lunghe unghie laccate di nero ed arrivò alle sue collane, giocò con le catene sospirando di piacere e seguendo ogni suo movimento attraverso lo specchio davanti a lui, arrivò al petto e si stuzzicò al di sopra della maglietta leggera, scese fino ad arrivare all’ombelico che solleticò con malizia, infine giunse ai suoi jeans stretti che rendevano la sua figura ancora più desiderabile ai suoi occhi.
    Velocemente slacciò la cintura e calò i jeans, posò il palmo della mano sopra al tessuto dei boxer e premette con delicatezza, ansimò piano mordendosi il labbro inferiore, con un dito andò a stuzzicare la punta della sua erezione oramai ben visibile e si guardò ancora nello specchio.
    < Dio, Bill… > ansimò con le lacrime agli occhi dal desiderio. Mosse le mani freneticamente e fece calare i boxer lungo le sue gambe magre.
    Portò una mano alla base della sua erezione e l’afferro con una mossa agile, tremò da capo a piedi per il desiderio. Socchiuse gli occhi e cominciò ad accarezzarsi lungo tutta la sua eccitazione.
    Tracciò dei piccoli cerchi con le unghie mentre dei piacevoli brividi gli percorrevano la schiena.
    Strinse forte la mano intorno alla sua erezione e trattenne il respiro. Con il pollice si toccò la punta ed altri brividi scossero il suo corpo per intero.
    Continuando a fissare lo specchio cominciò a muovere la mano su tutta la sua lunghezza con un ritmo costante e deciso.
    Riaprì gli occhi e si fissò nello specchio, si avvicinò ed appoggiò le labbra alla struttura fredda, pompò più velocemente e spalancò la bocca in preda all’eccitazione, leccò il vetro ansimando forte: < Bill… >
    Il vetro si appannò sotto il suo fiato bollente mentre sentiva il calore accumularsi nel suo basso ventre e la voglia di esplodere aumentare ad ogni tocco.
    Voleva solo aversi.
    < Oh, Bill… Più forte. > si supplicò con voce rotta.
    Le sue spinte aumentarono di velocità e forza quasi fino a farsi del male da solo mentre continuava a leccare e baciare lo specchio con avidità.
    Portò le dita dell’altra mano alla bocca e le risucchiò al suo interno assaggiandole voglioso del suo stesso sapore.
    Il ritmo era costante ed in breve sentì il bisogno di venire così forte da farlo impazzire.
    Non vedeva altro in quel momento.
    Si staccò dal vetro dopo aver lasciato un ultimo bacio a stampo e gemette ancora più forte.
    Continuò ad accarezzarsi mentre con la mano ancora umida della sua saliva sfiorava la punta della sua erezione che cominciava a bagnarsi della sua essenza.
    Mosse la mano ancora più veloce fino a vedere le stelle.
    Chissà se una di quelle l'avrebbe portato ad aversi.
    Venire era diventata un'esigenza. Doveva farlo.
    Stava per morire dal desiderio.
    Aumentò ancora di più il ritmo delle carezze, sentì lo stomaco rivoltarsi ed i muscoli dell'addome stringersi, i testicoli gli si contrassero.
    Strizzò gli occhi ed urlando il proprio nome venne violentemente nella sua mano e sulle piastrelle del pavimento del bagno.
    Si appoggiò al lavandino cercando di non cadere, le gambe sembravano non reggergli più.
    Arrancava alla ricerca d'aria.
    Si guardò allo specchio con le lacrime agli occhi.
    Vide il riflesso del suo viso ancora stordito dall'orgasmo. Gli occhi lucidi, le labbra bagnate, le guance arrossate ed i capelli attaccati alla fronte imperlata di sudore.
    Un singhiozzo spezzò l’aria calda ed avvelenata dalla perversione, una lacrima dolorosa solcò il suo viso. < Bill… > gemette di dolore.
    Non riusciva a respirare; era arrivato al tanto bramato orgasmo, aveva fatto sesso con la persona che più amava ma non si sentiva meglio, non si sentiva felice né realizzato. Non capiva cosa ci fosse che non andava, cosa poteva mancare.
    Perché non riusciva ad aversi?
    Incrociò con lo sguardo i suoi stessi occhi riflessi e dentro vi vide incompletezza.
    In quel momento, fissando quello specchio, realizzò. Come un fulmine a ciel sereno qualcosa gli tuonò nella mente provocandogli scariche elettriche che lo attraversarono per intero.
    Quel modo di aversi non bastava più, non era abbastanza.
    Aveva bisogno di trovare un modo più efficace per possedersi, per amarsi completamente.
    E mentre fissava il suo bellissimo volto riflesso nello specchio una strana e malsana idea si faceva spazio nella sua mente e si appropriava pian piano dei suoi pensieri.
    I suoi occhi si accesero di una luce nuova ed un senso di freschezza lo pervase. Si sentiva come rinato mentre quell’idea malata diveniva sempre più chiara, più limpida, proprio come il cielo dopo una tempesta fatta di tuoni.
    Forse un modo c'era.
    Tom.
    Sì, poteva funzionare.






    Note Finali. Bene. Allora, volevo postare o Domenica o Martedì ma siccome poi magari le ragazze di Roma partivano domani ho deciso di fare così, il prossimo giorno di postaggio però è quello prefissato dal primo capitolo, alias Lunedì.
    Ad ogni modo credo che con questo capitolo possiate passare meglio questi 10 giorni d'attesa! XD
    Non ho molto da dire a riguardo, direi che parla già abbastanza da sè questo capitolo.

    Ringrazio tobi_kaulitz, per me Tobai (e solo per me u_ù), per questi bellissimi banner che mi ha regalato a sorpresa -mi ha fatto prendere un colpo-, li metto sotto spoiler! ^^ Grazie, carissima, sono tutti stupendi! <3

    SPOILER (click to view)






    A voi la parola! ^^ Ah, e che si aprino le danze perchè da ora inizia veramente Narcizist.
     
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  13. Gaf.
     
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    OH.MIO.DIO. O.O questo capitolo e'.... Non so proprio come descriverlo so solo che la storia si fa veramente interessante e questi dieci giorni mi sa che li passero' sperando in un postaggio(?) anticipato(cosa che credo non avverrà) comunque si, mi piace da impazzireeee!!


    Se ho capito bene...già mi dispiace per Tom! Non può solo usarlooo T______T

    Grazie di aver postato perché probabilmente da Roma non avrei potuto leggere! :D
     
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  14. toki_doki
     
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    Sarà l'orario, sarà che sono scazzata oggi o sarà perchè sono semplicemente io ma.... non ho capito nulla! xD Non riesco a capire...
    Ci emme qu
    CITAZIONE
    Solo dopo si era reso effettivamente conto che cercando di allontanare i problemi, mettendoli da parte e sperando di superarli, non si fa altro che farli crescere indisturbati.
    Nemmeno te ne accorgi, poi un giorno ritornano e ti rendi conto che sono divenuti troppo grandi per affrontarli. Sei costretto a realizzare che sono diventati insormontabili e lì capisci di essere completamente nella merda.

    Parole Sante!!!
    Domani pomeriggio me lo rileggo meglio poi ti faccio sapere se il mio cervello ha elaborato qualcosa d più! Ho 10 giorni di tempo per cercare di intuire qualcosa.... direi che mi bastano =) Vado a nanna!

    Bellissimo comunque, come sempre!
     
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  15. {Newrante;;
     
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    Per prima cosa, mi scuso per il ritardo con cui sto commentando, ma prima non ho avuto modo di leggere ç.ç

    Ok, sono ancora incantanta dal capitolo, lo giuro!
    é scritto veramente bene, l'ho letto tutto di un fiato tanto è piacevole e scorrevole.
    Io, però non ce la faccia a vedere Tom in questo stato.
    Quando c'è la parte in cui ricorda i momenti passati con Bill mi venivano le lacrime agli occhi. é così...Non sò nemmeno come definirlo.
    Da una parte lo trovo dolcissimo, perchè è attaccatissimo al fratello, ma dall'altra mi fa una pena pazzesca, perchè mi è successa una cosa non proprio simile una volta, ma tutto questo me lo fa ricordare, ed era come se lo capissi.
    Sei stata veramente bravissima a descrivere tutte le emozioni che prova, e sono riuscita a percepirle benissimo.
    Per quanto riguarda Bill: no comment.
    Quando ho letto le ultime righe del racconto mi veniva di nuovo da piangere.
    Non sò perchè, ma ho il presentimento che Tom soffrirà ancora di più...
    L'ho già detto nell'altro commento, però lo ridico: il personaggio di Bill mi attira moltissimo. Per me è strano pensare a Bill in questo modo, ed è una cosa che adoro.
    Complimneti, hai scritto veramente un capitolo stupendo, e l'ho amato!
    Aspetto con ansia il prossimo capitolo ^^
    Baci <3
     
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487 replies since 5/4/2010, 21:49   7231 views
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