Un solo passo

ff by _Rocket_ & *Stern!*

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  1. _Rocket_
     
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    Ciao Ragazze!
    siamo cosi contente di trovare gia tre commenti... siete delle grandi!

    QUOTE
    Ovvio Andrea è la migliore del capitolo,è troppo brava, adesso però mi incuriosisce ancora di più la storia.
    Hai capito che belle conoscenze che ha Annika U.U

    Beh, devi solo aspettare! comunque hai ragione, Annika ha delle "belle conoscenze" conoscenze che faremo volentieri anche noi! di sicuro!

    QUOTE
    ahahaha la scena di Bill e Annika mi ha fatto sbellicare ahahaha
    Certo che sono proprio stronzi!
    Penso che ora Andrea -la stimo sta ragazza!- appena vedrà Tom Kaulitz gli spaccherà il fondo schiena u_u

    sicuramente non lo trattera con i guanti bianchi stanne certa!

    QUOTE
    Ahahahah bellissima la scena di Annika e Bill! Anche se lei non aveva tutti i torti...ma Bill si sa com'è! Ma per un profumo da donna...xD
    Anche il secondo capitolo mi piace molto e voi siete davvero bravissime!

    Avete ragione sulla scena, quando *Stern!* me l'ha fatta leggere ho riso per mezz'ora!
    grazie del complimenti, davvero!
    e grazie a tutte voi!
    vi mandiamo un bacio!
     
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  2. lastay
     
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    bè... tom è seriamente uno stronzo! ma ci potrebbero essere stati altri motivi è troppo poco quello che ha detto annika. billasio come si fa ad odiarlo? è adorabile XD STà fuori come un citofono!
    andrea io la amo è ovviamentela mejo!
     
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  3. *Stern!*
     
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    CITAZIONE
    lastay Inviato il: 25/7/2010, 11:51
    bè... tom è seriamente uno stronzo! ma ci potrebbero essere stati altri motivi è troppo poco quello che ha detto annika. billasio come si fa ad odiarlo? è adorabile XD STà fuori come un citofono!
    andrea io la amo è ovviamentela mejo!

    Eh già, Tom è un grandissimo stronzo, idiota, deficiente, mentre Bill in questa ff, almeno per il momento, fa la parte dello stronzetto a cui stanno sulle palle tutte quelle che vanno a letto con Tom!
    Andrea, dipende dai punti di vista, è mooooooolto sfacciata e aggressiva, oltre che acida, cinica e....femminista!

    Grazie di aver commentato lastay, non sappiamo il tuo nome!
    Continua a seguirci e mi raccomando....commenta eh!
     
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  4. saretta_96
     
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    Eccomi ^^ Te lo avevo detto che l'avrei letta xDxD
    Davvero bella *___*
    Posta presto!!!
     
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  5. *Stern!*
     
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    Ti ringraziamo saretta, speriamo che continuerai a seduirci!XD
     
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  6. lastay
     
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    CITAZIONE (*Stern!* @ 25/7/2010, 13:37)
    CITAZIONE
    lastay Inviato il: 25/7/2010, 11:51
    bè... tom è seriamente uno stronzo! ma ci potrebbero essere stati altri motivi è troppo poco quello che ha detto annika. billasio come si fa ad odiarlo? è adorabile XD STà fuori come un citofono!
    andrea io la amo è ovviamentela mejo!

    Eh già, Tom è un grandissimo stronzo, idiota, deficiente, mentre Bill in questa ff, almeno per il momento, fa la parte dello stronzetto a cui stanno sulle palle tutte quelle che vanno a letto con Tom!
    Andrea, dipende dai punti di vista, è mooooooolto sfacciata e aggressiva, oltre che acida, cinica e....femminista!

    Grazie di aver commentato lastay, non sappiamo il tuo nome!
    Continua a seguirci e mi raccomando....commenta eh!

    chiamatemi yaya
     
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  7. *Stern!*
     
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    Perfetto Yaya! Allora, grazie ancora eh!;)
     
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  8. Titta Kaulitz
     
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    hahaha...Bill che litiga per un profum hahaha...comunque adoro Andrea per quello che pensa sulle firme anche se non mi vesto come lei xD comunque che stronzo Tom a volte mi dimentico che lui è anche questo puff brava piccola <3
     
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  9. *Stern!*
     
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    Ehi Tittaaa! grazie per aver commentato, siamo contentissime che ti piaccia!
    E comunque si, Annika è una patita delle griffe, mentre Andrea...beh lei se potesse darebbe fuoco a tutte le boutique!

    Baciiii
     
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  10. lastay
     
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  11. *Stern!*
     
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    Accontentiamo Yaya! *coro da stadio*
    Ragazze, vi ringraziamo ancora per i bellissimi commentini e vi lasciamo un nuovo capitolo!
    Commentate in tante!
    Vi abbracciamo,
    _Rocket_ & *Stern!*




    [Andrea]




    Infilo il pennellino nello smalto nero.
    Non so perché ma oggi non sono riuscita a concentrarmi a scuola.
    Avete presente quelle strane sensazioni che ti prendono dalla mattina e ti mettono agitazione senza un perché preciso?
    Beh, oggi quando mi sono alzata mi sono detta “Sarà una giornata di merda” senza sapere realmente il perché.
    Mi passo il pennellino sull’alluce e lascio dietro di esso una scia nera.
    Che poi mi chiedo: che mi metto a fare lo smalto alle unghie dei piedi sapendo che poi mi metto sempre gli anfibi?
    Forse è l’influenza di Annika!
    Eh già!
    Sono passati tre giorni da quell’incontro e quei due visi non mi sono passati di mente.
    Per due motivi: primo, perché cazzo, poche volte mi era capitato di vedere dei ragazzi così belli insieme e così vicini e due per le parole di Annika.
    Come possono arrivare a livelli così alti di stronzaggine?
    Come può un ragazzo portati a letto, farti sentire un’illusa una volta, riportarti a letto una seconda volta e poi infischiarsene di te di nuovo?
    Certo, una passatina a uno dei due nessuno la rifiuterebbe ma farsi usare in quel modo e covare dentro di sé la voglia di ucciderlo sarebbe troppo per me!
    Se avessi la possibilità spaccherei il viso a quel profugo con le trecce nere!
    Mentre sproloquio mentalmente e progetto un piano per uccidere il gemello puttaniere mi accorgo di aver finito con lo smalto.
    Guardo soddisfatta il mio lavoro e sorrido.
    È venerdì e questa sera andrò all’ Acquarius per vedere la band di Alex, il ragazzo fico dell’ultimo anno, che fa una serata lì.
    Oggi ho fatto una testa enorme ad Annika spiegandole che essere invitate da Alex Freintag a vedere il proprio concerto è un evento più unico che raro.
    Miss confetto rosa mi ha risposto che l’uomo dei miei sogni è solo un barbone rasta che ha un conflitto con la doccia ma ho giustificato il tutto con una semplice “Hai il gusto dell’orrido amore”.
    Perché è così: quale essere umano con un’intelligenza potrebbe mettersi delle scarpe completamente ricoperte di cristalli Swarovski?
    Uno schiaffo in faccia a noi poveri e comuni mortali.
    Stando ben attenta a dove sbatto i piedi (causa smalto appena messo) mi avvio verso l’armadio.
    Cosa cazzarola mi metto?
    Mi gratto la testa davanti ai miei pantaloni appesi disordinatamente nel mio piccolo armadio a due ante.
    Maledizione!
    Perché devo fare la classica scena alla Annika questa sera?
    Sono così agitata che se non mi calmo, sono sicura, mi scoppieranno le coronarie.
    Chiudo gli occhi e conto fino a dieci e poi infilo una mano nel mucchio di panni e inizio a spulciare.
    Sorrido quando trovo quello che mi serve.
    Sulla stampella è appeso un pantalone reduce dall’ultimo concerto dei Within Temptation a cui sono stata.
    Neri, attillatissimi e super rovinati.
    Dei lunghi squarci percorrono la coscia e scendono fino sopra la caviglia.
    Non li ho messi per un sacco di tempo, forse per non far prendere un infarto ad Annika che mi avrebbe chiesto quale gatto mi avesse graffiato i pantaloni per ridurli in quel modo.
    Io penso siano fighissimi.
    Mi danno l’aria da rocker dannata che mi porto sempre dietro e in più aggiungono un tocco sexy che non guasta mai.
    Sorrido e li butto sul mio lettino ornato da un copriletto recante un disegno di Victoria Frances recante un disegno di una fata dark addormentata con dei fiori viola incastonati nel mare di lava scura dei suoi capelli.
    Ha un viso dolce e diafano, dall’aria tristemente pacifica e dormiente e gli occhi chiusi truccati sapientemente di nero di nero e viola con disegno che copre la guancia.
    Delle macchie di sangue sporcano le labbra e il collo e si soffermano sotto una magnifica farfalla pronta a spiccare il volo posata sulla sua spalla dello stesso colore violaceo di fiori neri suoi capelli.
    Una dama della notte uccisa dalla natura ma che mantiene la sua bellezza nel suo sonno eterno.
    Adoro i disegni di quella donna, sono sempre così significativi e carichi di emozioni se guardati attentamente.
    Sorrido e vi avvicino al cassettone dove sono assiepate le mie t-shirt e top.
    Li ho divisi in reparti: quando si ha poco spazio in qualche modo bisogna pur fare!
    Ho una cassettiera con cinque cassetti, nel primo ho messo i maglioni per l’inverno a portata di mano per quando la mattina ti svegli e non sai dove sbattere la testa, nel secondo le magliette leggere e quelle con le maniche a tre quarti per la primavera e l’autunno, nel terzo le mie adorate cose gotiche, corpetti, camicette, copri spalla e bolerini, nel quarto le magliette provenienti dai vari concerti dagli AC/DC agli UnSun passando per i Metallica, Disturbed, H.I.M.,Epica,Slipknot e così via, cosa ci posso fare, Annika colleziona scarpe ed io le magliette dei gruppi che vado a vedere in concerto e nell’ultimo ho i top.
    Mi piego verso quello e lo apro velocemente.
    Passo in rassegna ogni capo con gli occhi.
    Non mi ero mai accorta di avere così tanti top e che fossero così dannatamente uguali.
    Non so cosa mi stia succedendo questa sera.
    Mi abbasso sulle ginocchia e inizio a cercare.
    Trovo quello che mi serve in fondo alla terza pila di top.
    Intanto Doro mi fa compagnia con la sua Running from the Devil, la sua voce è così graffiante.
    Mi piacere conoscere quella donna come ho avuto il piacere di incontrare Sharon Den Adel al Rock am Ring.
    Sfilo velocemente un top nero tempestato di teschietti fucsia di vernice.
    Me lo aveva regalato Annika per il mio quindicesimo compleanno dicendomi di indossarlo al primo concerto che avrei fatto per portare un po’ di stile a quei caproni.
    Naturalmente aveva detto che le piaceva ma i teschi facevano schifo, ma non capisce niente: il bello sono proprio quelli.
    La scollatura presenta una leggera imbottitura e i lacci si intrecciano dietro la schiena.
    È davvero un bel top, riconosco che almeno in questo Annika abbia avuto un po’ di gusto.
    È pure della Iron First, mi stupisco che si sia ricordata che è una delle marche che preferisco.
    Lo metto sopra il pantalone e poi pesco da sotto il letto il mio classico paio di anfibi con il gambale che arriva a metà polpaccio.
    Mi vesto velocemente e poi mi avvio verso lo specchio.
    Mi ravvivo un po’ i capelli che non ho deciso di piastrare ma di lasciare mossi e mi trucco velocemente e pesantemente.
    Con un gesto sensuale, come se dovessi sedurre la mia stessa immagine, mi passo un leggero lucidalabbra sulle labbra e mando un piccolo bacio alla mia immagine.
    Come tocco finale mi allaccio al collo un girocollo di pelle nera, infilo ai polsi i miei classici braccialetti borchiati e mi cambio i piercing.
    Per i miei buchi alle orecchie (7 su un orecchio, 5 su un altro) rimango sul classico, cerchietti a forma di serpente e drago, piccole pietre nere e rosse e il classico orecchino recante l’effige di una rosa nera regalatami da Annika per rimarcare il fatto che noi due siamo due rose, lei rosa e raffinata
    io nera, oscura e decisamente rara, al naso lascio la circella di metallo e metto su quello sulle labbra una piccola pietra nera e fucsia che brilla alla luce della lampada.
    Mi do un’ultima occhiata allo specchio e sorrido.
    Afferro la borsa e corro fuori dalla stanza annunciando ai miei che esco.


    Di certo l’Acquarius non è uno di quei locali infiocchettati in cui va Annika ma a me piace un sacco.
    È un edificio a un solo piano senza tetto la cui insegna risplende nella notte.
    Della musica rock proviene dal suo interno e alcuni buttafuori sorvegliano le due entrate.
    C’è qualcosa di strano.
    Me ne accorgo subito.
    Non avevo mai visto un gruppo di ragazzine sbracciarsi per entrare in questo posto.
    Non è di certo il posto più bello e frequentato della città.
    Solo tipi alternativi vengono qui, appassionati di musica oppure musicisti in cerca di una blanda notorietà.
    Quelle che vedo supplicare davanti a me sono delle adolescenti comune che giocano a fare le dark, che sculettano ma si atteggiano ad alternative.
    Le classiche bamboccie, ecco!
    Mi avvicino non nascondendo lo stupore e facendomi spazio tra quelle ragazzine (giuro che sento gli ormoni fare a lotta) mi avvicino a Mike, il bodyguard.
    Sono di casa qui all’Acquarius, ormai ho fatto amicizia anche con la sicurezza.
    Spingo una ragazzina e emergo da quella leggera folla.
    -Ma che cazzo succede qui?- sbotto appena arrivo a destinazione e vengo spinta fuori da Mike.
    Lui sospira affranto –Questa sera un coglione ha voluto farci visita-
    -Chi?- domandò alzando un sopracciglio.
    -Un componente di una band per ragazzine, non ricordo nemmeno il suo nome e sinceramente non mi interessa- commenta acido ringhiando contro le ragazzine –È dentro e queste vogliono entrare-
    Faccio spallucce e gli sorrido –Mi fai entrare vero?-
    Lui ride –Lo sai che sei la padrona di casa, no?-
    Sposta la tendina e mi lascia entrare nello spazio angusto di cui è composto l’Acquarius.
    Un piccolo bar a un angolo, tavoli e poi un palco sul fondo dove ogni sera si esibisce una band diversa.
    Io e il mio gruppo di compagne di scuola abbiamo fatto parecchie serate qui, ormai è d’obbligo che una volta a settimana salga su quel palco.
    Qualcuno mi saluta, altri mi danno una pacca sulla spalla.
    Questa è veramente casa mia.
    Qui dentro non dovrò sentirmi un’aliena vestita di nero, una che viene guardata dalla testa ai piedi con disgusto.
    Qui dentro potrei infilarmi un pigiama senza che nessuno mi dica “Cosa ti sei messa addosso?”.
    La mia isola felice in un mare di pregiudizi.
    Sapete, a differenza di Annika che frequenta il Liceo più esclusivo della città, io vado in una semplice scuola d’arte proprio in parte all’imponente scuola di Annika.
    Intorno alla sua scuola c’è un aura maligna che contrasta quella della mia.
    Ma nonostante le occhiatacce che mi becco quando aspetto Annika sotto scuola, io continuo ad andare dalla mia amica, la parte degli stupidi e ipocriti la fanno loro, visto che per fare bella figura davanti alla prossima proprietaria della fortuna degli Stern mi fanno i sorrisini carini, mentre io, in mente mia, spero che prima o poi quelle mascelle si frantumino.
    Mi avvio verso il bar.
    Elliot, il bassista di una band che suona spesso con noi, mi da una pacca sulle spalle salutandomi.
    Mistie, l’addetta alle luci mi chiede se domenica suoneremo e il tragitto per arrivare a quel bancone diventa un’impresa colossale.
    Il sorriso di Mitch, il barista americano, mi appare come un ancora di salvezza.
    Mi spingo verso il bancone per poi piegarmi sulla lastra lucida di cui è rivestito.
    Mitch mi raggiunge lucidando un boccale di birra.
    -Sempre il solito Andrea?- mi domanda con il classico sorriso.
    Sorrido anch’io –Sex on the Beach-
    Almeno in questo io e Annika concordiamo.
    Trovare in noi due una cosa che ci accomuni è quasi un’impresa epica.
    Di questo potete esserne anche certe.
    Mitch si allontana e io rimango sola con i miei pensieri.
    Il mio mondo brilla dentro questo locale, il posto in cui mi sento più tranquilla, ma quella strana agitazione non si è ancora tolta.
    Guardo il palco.
    Alex sta accordando la chitarra e mi sorride.
    Ok, sono ufficialmente morta.
    Con il suo charme dannato, i rasta neri corti e i vestiti da punketonne perso… lui è il mio sogno proibito.
    I suoi occhi verdi come la giada mi squadrano non nascondendo una non so che di malizioso.
    Questa sera, almeno per una volta, farò centro.
    Mi appoggio al bancone assottigliando gli occhi in una pietosa imitazione di Annika e gli sorrido.
    -Ma tu sei l’amica di Annika, quella dark!-
    Ma perché la gente ha un tempismo perfetto?
    Chiudo gli occhi.
    Sono rassegnata a dover vivere all’ombra della mia amica e rimanere sempre e comunque “l’amica dark di Annika Stern”.
    Ormai ci ho fatto l’abitudine a questa cosa.
    Mi giro verso il mio interlocutore sospirando –Si-
    Non deve essere un frequentatore assiduo di questo posto visto e considerato che conosce Annika e non me.
    Quando poso gli occhi su di lui quasi mi viene un colpo.
    Quel viso dai tratti dolci e il nasino alla francese non mi sono nuovi, quello sguardo dalle sfumature maliziose imprigionato in degli occhioni nocciola da cucciolo mi scorrono addosso come era successo tre giorni fa.
    I cornrows neri questa volta scendono sulle spalle, coperti da un capellino bianco da cui fuoriesce, sul retro, una cuffia dello stesso colore, dallo stile palesemente urban.
    La lunga t-shirt bianca con una fantasia complicatissima nera e rossa declama a lettere cubitali il suo costo esorbitante: Dsquared2.
    Non so chi siano ma Annika ha un loro completo nell’armadio e quindi presumo costi un occhio della testa, potrei giurarlo.
    Dei larghi jeans chiari rovinati in più punti coprono le gambe e scendono su delle nike bianche.
    Se non ricordo male Annika l’ha chiamato Tom.
    Beh, trovandomelo così vicino non posso biasimare Annika per esserci cascata un paio di volte.
    Mi tremano le mani mentre quella piccola vocina depravata nella mia testa urla “saltagli addosso, non vuoi scoprire cosa c’è sotto?”.
    Non so perché in questo momento, mentre lo guardo, nella mia testa inizia a rimbombare una di quelle ridicole canzoni che ama Annika.
    Dal nome che il mio cervello ripete in continuazione devo dedurre sia “Alejandro” di Lady GaGa.
    Scuoto la testa.
    -Non passi inosservata- mi fa notare passandosi la punta della lingua sul piercing che impreziosisce le sue labbra.
    -Pensi di abbindolarmi come hai fatto con Annika?- incrocio le braccia e lo guardo con fare di sfida.
    Lui gira gli occhi –Vedo che ti ha raccontato tutta la storiella-
    Annuisco convinta –Perché non avrebbe dovuto, hai paura che poi ti rovini la piazza, eh bastardo?-
    -Calma le parole piccola- dice tranquillo afferrando la bottiglia di birra che poco prima si è portato alle labbra, ripete il gesto e beve un sorso –Non sono un bastardo, ho solo i miei bisogni-
    -Dovresti riuscire a soddisfarli da solo, no?- commento acida.
    -Stai tranquilla, non ho bisogno del “fai da te”, io- mi scocca un’occhiata maliziosa e piena di allusioni.
    Non posso dargli torto visto e considerato che ogni ragazza che si trova dentro questo locale lo sta guardando come se avesse raggi X al posto degli occhi.
    Se con uno sguardo si potesse spogliare una persona, in questo momento Tom si troverebbe completamente nudo.
    Non sembra nemmeno disturbato da quelle occhiate tanto insistenti, forse deve esserci abituato.
    Sbuffo, non trovando una risposta abbastanza acida da uccidere quell’autostima che può essere paragonata alla mia.
    -Come ti chiami?- mi domanda dopo aver bevuto un altro sorso e aver notato, ridendo, il mio sguardo tra l’eccitato e l’acido mentre osservo il suo pomo d’Adamo fare su e giù nella sua gola.
    Ragazze mie, se foste al mio posto avreste fatto la stessa cosa, non prendetemi per una ninfomane.
    Anche perché ho visto persino Mitch incantarsi a guardarlo mentre posava il mio Sex on the Beach sul bancone.
    -Non sono cazzi tuoi!- mi affretto a dire, arrossendo mentalmente per i pensieri appena fatti.
    -Come si chiama?- domanda al Mitch con tono dolce.
    -Andrea- risponde lui quasi con un sospiro.
    E mi chiedo da quando in qua a Mitch piacciano i ragazzi, visto che da quando vengo qui l’ho visto provarci con tutte le clienti.
    -Grazie- sorride Tom posando la testa su una mano girandosi verso di me.
    Scocco un’occhiataccia a Mitch che non mi caca nemmeno di striscio, impegnato com’è a osservare Tom.
    Ma questo ragazzo ci prova con qualsiasi cosa respiri, o cosa?
    -Pago io il Sex on the Beach della ragazza, anzi portagliene un altro- annuncia tranquillamente per poi riportare lo sguardo verso di me –Posso chiedere che ci fa una ragazzina come te in un postaccio del genere?-
    Assottiglio gli occhi –Io sono sempre qui, e poi, non chiamarlo postaccio! Tu piuttosto, che ci fai qui?-
    Tom sorride portandosi di nuovo il collo della bottiglia alla bocca.
    Ma lo fa a posta per caso?!?!
    -A volte la Universal mi manda in missione speciale, non ha tempo per venire a vedere tutti i bambocci che cercano gloria- spiega posando la birra.
    -Sei un produttore?- domando scettica guardandolo dalla testa ai piedi.
    Non l’ha l’aria di un ex musicista hip hop fallito che vuole vivere nella gloria altrui, sembra solo uno che gioca a fare l’hippoper.
    Magari è il figlio di qualche produttore.
    -No- infatti –Io sono un semplice musicista-
    La risata mi parte incontrollata.
    Lui? Un musicista?
    -Tu?- lo indico ridendo –Un musicista?-
    Lo vedo sbuffare –Sono il chitarrista dei Tokio Hotel-
    La mia risata si stoppa di colpo.
    Lo guardo interrogativa –Chi?-
    Se fossimo stati in un pessimo fumetto manga lui sarebbe caduto all’indietro, lo vedo dal suo sguardo sbalordito.
    -Scusa la domanda- mi fa –Ma dove hai vissuto negli ultimi mmm… cinque anni? Sotto terra per caso?-
    Lo guardo alzando un sopracciglio –Non vi conosco perché io ascolto solo buona musica, non ragazzini infilati su un palco solo perché hanno un bel faccino-
    -Si da il caso che ho iniziato a suonare la chitarra a sei anni amore mio, ora ne ho ventuno-
    Chiudo la bocca come colpita da uno schiaffo.
    Il suo sguardo slitta su di me –Il batterista della nostra band, come il bassista sono diplomati al conservatorio e mio fratello scrive canzoni da quando aveva poco meno di sette anni-
    Ma chi sono questi?
    Perché se è così tanto tempo che suonano non mi è mai capitato di sentirli?
    Dovrò fare un po’ di ricerche.
    -Mi piace quando lascio senza parole delle ragazzine impertinenti come te- mi rivela sogghignando.
    -Vaffanculo- sbotto.
    -E quando posso rovinare la serata a qualcuno- commenta sotto voce avvicinandosi a me.
    Mi posa un bacio sul collo e voltando la testa noto lo sguardo di Alex su di me.
    Mi guarda scuotendo la testa e si gira.
    La delusione che ho letto nel suo volto mi ha trafitto il cuore.

    ****



    -Dannato Bastardo- impreco spalancando con un calcio, quasi, la porta della camera di Annika.
    Non c’è un ciao, un “Oh Annika come stai” quando entro nella sontuosa villa degli Stern.
    Lei si gira e mi guarda –Che c’è Andrea?-
    -Cosa cazzo ti sei messa addosso, me lo spieghi?- le domando appena mi accorgo dello scempio che ha addosso.
    Sorvolando la giacca bianca chiusa su un toppino color oro e la mini gonna che più che gonna è un pezzo di stoffa di 500€, la cosa che mi sconcerta di più sono le sue scarpe.
    Un trionfo di brillantini in un paio di sandali tacco 15 che solo a guardarli mi vengono le vertigini, con un fiocco d’oro al centro.
    Pacchiano, totalmente pacchiano.
    -Perché? Che c’è di male?!- domanda lei innocentemente alzandosi e sovrastandomi di circa venticinque centimetri.
    -Ma ti sei vista allo specchio?- alzo un sopracciglio ma vedendo il suo sguardo totalmente indifferente sbuffo –Oh, ma che parlo a fare!-
    Sorpasso il suo altarino di scarpe (l’ho detto che è fissata) con il cima un paio di Prada lilla con il tacco (nemmeno a dirlo 15) tempestato di diamanti e piccole pietre circolari di ametista che lei ha acquistato al modico prezzo di 5300€ a Parigi l’anno scorso, ed erano anche in saldo del 50% … un affarone! (il tono sarcastico lo si legge tra le righe vero?).
    Mi butto sul letto enorme della mia amica e mi lascio sprofondare dal copriletto fucsia e bianco.
    Risulto decisamente ridicola in questo momento, sotterrata da centimetri e centimetri di rosa Barbie, ma cosa posso farci?
    Annika incrocia le braccia e mi si avvicina alzando entrambe le sopracciglia –Mi vuoi dire che cosa ti è successo?-
    -Ieri sono andata all’Acquarius con l’intento unico di farmi Alex, lo sai no?- inizio.
    -Andrea!- mi riprende la bionda sedendosi al mio fianco –Ma come parli?-
    -Parlo sempre così, lo dovresti sapere, sono quindici anni che ci conosciamo!- le faccio notare –Ma non farmi perdere in chiacchiere!-
    Lei ride, mentre mi vede gesticolare furiosamente.
    -Mi ero messa persino quel top con i teschi fucsia che mi hai regalato tu- le dico sospirando –A proposito, è davvero bello, non ti ho ancora ringraziata!-
    -Prego, però ora continua!- mi esorta sorridendo divertita.
    -Stavamo flirtando con gli occhi quando mi sento dire la classica frase “Ma sei l’amica d’Annika”?-
    Ride della mia espressione.
    Peccato che sto per rovinarle quel bellissimo sorriso.
    Non sa ancora chi mi aveva posto quella domanda.
    -Era Tom- annuncio criptica.
    La vedo irrigidirsi di colpo e sgranare gli occhi –Quel Tom?-
    -Si, lui- le dico, e la guardo alzando un sopracciglio –Scusa la domanda, ma chi sono i Tokio Hotel?-
    Gli occhi di Annika schizzano fuori dalle orbite –Tu non conosci una band?-
    Mi gratto l’orecchio –Scappa qualcosa anche a me, può capitare!-
    -I Tokio Hotel sono il fenomeno del momento Andy, sono cinque anni che nessuno riesce a surclassarli- mi spiega.
    Sbatto gli occhi –Mai sentiti nominare- scuoto la testa –Comunque, la nostra conversazione è durata circa dieci minuti e sono stata più acida del solito, era riuscito persino a far incantare Mitch-
    -Tipico di Tom, flirta con qualsiasi cosa pur di ottenere ciò che vuole- mormora lei con voce piatta, senza colore.
    -E per di più ha infranto ogni speranza che avevo con Alex, baciandomi il collo davanti a lui- urlo in preda a una crisi isterica –Ma ti rendi conto?-
    Lei annuisce con la testa bassa.
    -Oh, ma se mi capita tra le mani gliene do tante, ma talmente tante, che persino sua madre non lo riconoscerà, gli spacco a uno a uno quei denti bianchissimi e gli spacco quel naso all’insù del cazzo che si ritrova- inizio a imprecare alzandomi dal letto e iniziando a percorrere a grandi falcate l’immensa camera della mia amica, gesticolando come una matta –Quel figlio di puttana testa di cazzo, la deve pagare, ha mandato in frantumi l’unica opportunità che avevo con Alex e soprattutto deve ancora pagarla perché si crede tanto forte da poter andare a letto DUE volte- calco la parola due –Con la mia migliore amica e spezzarle il cuore DUE volte-
    -Prendi fiato o soffochi- mi dice divertita Annika.
    -Ma la pagherà, oh si che la pagherà, gli farò sputare sangue a quel bastardo, lo manderò dritto dal creatore…-
    -Andy…-
    -Gli spezzerò le gambe e le braccia e lo costringerò a strisciare sul pavimento per doversi muovere…-
    -Andre…-
    -Userò la sua testa come pallone da calcio tanto è abbastanza gonfia che rimbalza…-
    -Andrea…-
    -E poi lo seppellirò ancora vivo sotto tre metri di letame, così tornerà a essere quello che è sempre stato: una merda! Brutto bastardo pallone…-
    -ANDREAAAAA!-
    Mi fermo al centro della stanza facendo ricadere le braccia lungo i fianchi e guardandola.
    La vedo alzarsi delicatamente dal letto e avvicinarsi a me.
    Mi posa una mano sulla spalle e sorridendo mi dice –Lascia perdere, Tom è una partita persa anche per una come te, dammi ascolto-
    Ma lei sa che le parole sono inutili.
    Quando sfidi Andrea Linke, non ne esci vivo, e Tom, come cazzo si chiama ancora non me lo ricordo, non sarebbe stato l’eccezione alla regola.


    SPOILER (click to view)
    Capitolo scritto da _Rocket_






     
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  12. Titta Kaulitz
     
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    bellissimooo capitolo, Tom è un emerito stronzo ma un bellissimo stronzo!!!
     
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  13. _Rocket_
     
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    QUOTE
    Tom è un emerito stronzo ma un bellissimo stronzo!!!

    concordo in pieno Titta!
    grazie del commento!
     
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  14. Titta Kaulitz
     
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    pregoooooooo <3
     
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  15. s3xg0tt!n@483
     
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    Andrea si è fatta una marea di seghe mentali, mentre fissava -chissà con quale espressione- il pomo d'Adamo di Tom e penso che l'ex-rasta abbia goduto a vedere gli occhi della ragazza puntati su di sè.
    E lo sclero-Time a casa di Annika mi ha fatto morire di risate.


    Complimenti tesori miei. Avete scritto magnificamente.
    Vi faccio i complimenti ad entrambe in ogni capitolo perché anche se un capitolo lo posta una e un altro l'altra non mi sembra il caso di fare un commento riferito ad una di voi due, dato che è una FF fatta insieme.
    Vi voglio bene. Postate presto!<3<3
     
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578 replies since 23/7/2010, 15:56   8966 views
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