[Conclusa] E se volessi un bacio?

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    Ciò che ti sta rendendo felice,
    rende me più triste.
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    Passo di qui dopo secoli, per dire che no, non sono morta. Non so cosa potrei fare per farmi perdonare, ma l'epilogo è ancora in attesa di essere finito e io non ci sto con la testa di questi tempi. Quando ho l'occasione di stare al PC mi dedico alle traduzioni, dato che sono Interpreter, e alla grafica nel fine settimana, quando mia sorella mi riporta il mio amato computer con il mio amato Photoshoop. Credo non ci voglia molto a capire che il tempo e i mezzi per scrivere mancano totalmente. Non è questo il problema, comunque, perché in qualche modo trovo sempre il modo per scrivere, sia pure su un pezzetto di carta igienica. Il problema vero e grosso è che sono in crisi da "devo recuperare matematica" e quando sto al computer l'ultimo dei miei pensieri è quello di mettermi di fronte alla pagina bianca di Word per scrivere qualcosa a cui tengo come l'epilogo di questa storia. Non me la sento, so che non verrebbe come vorrei e già tante volte ho bruciato trame buone per questo motivo. Quando mi sentirò di essere pronta per scrivere, lo farò.
    Mi scuso per la milionesima volta, ma non sono un'autrice affidabile e penso l'abbiate capito x')
    Mi dispiace lasciarvi a bocca asciutta proprio sull'epilogo, ma lo posterò appena sarò convinta che sia come debba essere.
    Un bacio ♥
     
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  2. »Lost Soul;
     
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    Rainy♥
    Proprio questa mattina pensavo al fatto che non avevo letto ancora l'epilogo di questa storia e temevo di essermelo perso, quindi appena mi son messa al pc, sono venuta di corsa in questo topic. Si sente davvero la tua mancanza e mi dispiace non poter chiacchierare con te di tanto in tanto. Di natura, non sono una persona molto paziente, ma pur di leggere l'epilogo che tu hai intenzione di scrivere per questa storia, sono disposta ad attendere, perché sono più che sicura che mi farai rimanere con lo stomaco scombussolato e un sorriso ebete stampato sulla faccia.
    Spero di sentirti presto e in bocca al lupo per tutto.
    Ti voglio bene. ♥
     
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  3. °Ric@
     
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    No,non ti perdonerò <_< up <_<
     
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  4. DesyTH
     
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    Verooooo, allora come va?? Tutto apposto con la scuola? Stai scrivendo? xD
    We wait for you u.u <3
     
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    Non ho office in questo momento D: Appena lo installo mi metto a scrivere 'sto dannato epilogo ò_ò Io mi stupisco che ci sia ancora qualcuno ad aspettarlo x'D Non mi scuserò mai abbastanza çAç
     
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  6. DesyTH
     
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    Ok Vero tranquilla!! volevo solo sapere se continuerai cmq! Io ci sono sempreeeee ** tengo tanto a questa fan fiction e quindi prenditi tutto il tempo che ti serve per darne una degna fine u.u
    bacii e buone vacanzeeeee!!
     
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  7. unleashedLIEBE
     
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    Oddio, sono una nuova lettrice, beh meglio tardi che mai!
    Ho scoperto la storia pochi giorni fa e l'ho letta tutta velocemente.
    Non sono brava a commentare, ti dico solo che è una delle più belle che abbia mai letto; la trama è originale e adoro il tuo modo di scrivere, complimenti. Ogni parola che scrivi entra dentro, sei riuscita a farmi emozionare (e non è semplice!). Spero posterai l'epilogo perchè sarebbe la ciliegina della torta a questa fanfiction meravigliosa (:
    Anna
     
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  8. Eleee_
     
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    Nuova lettrice....
    E' davvero qualcosa come dire da ''WAO'' ?
    Dovvrebbero farci un film !
    Complimenti davvero!
    Mi piace come scrivi...la storia ! TUTTOOOO !
     
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    Epilogo



    Scrivere per lasciare qualcosa.
    Per ricordare che comunque,
    qualsiasi cosa accada,
    in qualunque senso la vita decida di girare,
    ci sei tu.
    Ci sei sempre stato,
    e non te ne andrai mai.





    Il ragazzo si svegliò infastidito dalla luce del sole che filtrava dalle tapparelle.
    Possibile che nessuno dei due si ricordasse mai di abbassarle come si deve?
    Sbuffò, girandosi dal lato opposto alle finestre, e con una mano cercò Katherine, per chiederle – come ormai faceva tutte le mattine – di alzarsi e far fronte al problema.
    Ma non trovò nessuno.

    Fece vagare per un po’ il braccio, come se la ragazza potesse essere diventata improvvisamente della grandezza di Kratzer e potesse essersi nascosta da qualche parte tra le coperte, ma non ci fu verso, non trovò nessuno: nel letto era davvero solo.

    Si sforzò di aprire gli occhi, già convinto di essersi svegliato male.
    Odiava che Kathi non fosse accanto a lui quando apriva gli occhi. Odiava non potersi lamentare con lei delle tapparelle e odiava ancora di più non poterla vedere alzarsi mezza addormentata, in biancheria, borbottando quanto fosse pigro e opportunista.

    Si guardò intorno, confermando i suoi sospetti, e riuscì a collegare le sinapsi per domandarsi anche che fine avesse fatto la ragazza.
    In genere, se doveva uscire la mattina, Katherine lo svegliava con un bacio – che Bill si preoccupava sempre di approfondire – e gli diceva di tornare a dormire; ma quel giorno non ricordava affatto che quella routine fosse stata rispettata, e la cosa lo insospettiva alquanto.

    Decise di alzarsi dal letto, senza preoccuparsi minimamente di mettersi qualcosa addosso, eccetto i boxer che già indossava, e uscì dalla stanza, stropicciandosi gli occhi con una mano.

    Di fronte alla porta trovò Scotty e Kratzer.
    Soffiò una risata.
    Scotty se ne stava rannicchiato a ciambella attorno al Bobtail, che dormiva nella stessa posizione, completamente protetto dal corpo dell’altro.
    Altro che odiarsi! Scrotty e Kratzer erano diventati uno la parte mancante dell’altro! Se non fossero stati due specie diverse, Bill avrebbe creduto si stessero preparando per l’accoppiamento, o qualcosa del genere. Ed erano pure dello stesso sesso! – non che la cosa l’avrebbe stupito più di tanto, comunque.
    Dopo i primi giorni di sospetto reciproco, i due animali non si erano più staccati, quasi fossero stati gemelli siamesi.

    - Ehi, voi due -, borbottò con la voce impastata, cercando di richiamare la loro attenzione. – Vi dispiacerebbe fare i piccioncini da un’altra parte? Dovrei passare -.
    Ma i due non si mossero di un millimetro. Scotty si limitò a scuotere le orecchie, infastidito dalla voce del padrone, e a stringersi ancora di più attorno a Krazter.
    - Pazzesco…! – esclamò sconvolto Bill, roteando gli occhi.
    Sapeva comunque che non sarebbe servito a niente rimproverarli ulteriormente: non si sarebbero spostati nemmeno se li avesse presi entrambi per le zampe e trascinati sul pavimento.
    E poi doveva ammettere che quella visione era davvero dolce e forse non aveva voglia di rovinare quel quadro…

    Sospirò sconsolato, sentendo di essere diventato estremamente patetico, ma poi sulle sue labbra si aprì un sorriso, e decise quindi di impegnarsi a scavalcarli, riuscendo quindi ad uscire definitivamente dalla sua stanza.

    Ora l’obbiettivo era trovare Katherine.
    Non la trovò né in camera sua – anche se definirla “sua” era troppo forse, dato che ormai condividevano la stessa camera – né nel bagno, per cui si trovò a scendere le scale per giungere al piano terra.
    Fu proprio scendendole che si rese conto che nell’aria alleggiava un profumino dolce. Qualcosa come… cioccolato?

    Aggrottò le sopracciglia, chiedendosi cosa diamine stesse combinando Kathi col cioccolato, e si avvicinò direttamente alla porta della cucina, socchiudendola silenziosamente, per poter spiare.
    Katherine, di fronte ai fornelli, gli dava le spalle, con addosso un grembiule da cucina e un cappello da chef sopra il capo, dove i capelli erano raccolti in una lunga coda di cavallo.

    Entrò con passo leggero e la osservò incuriosito, per poi notare, una volta abbastanza vicino, che la ragazza stava spremendo un cono per dolci, da dove fuoriusciva del cioccolato bianco fuso, cercando di decorare dei cioccolatini scuri – forse di cioccolato fondente? - già pronti in alcuni stampini.
    Sembrava concentratissima, e Bill si chiese come avrebbe reagito se avesse parlato proprio in quel momento. Fu tentato di farlo, ma si trattenne, continuando ad osservare il suo lavoro.
    Sembrava stesse scrivendo qualcosa. Riusciva a leggere un Alles Gute zum Valentinst

    Oh.

    Solo in quel momento si rese conto del perché dei cioccolatini e subito dopo capì anche di essersi rovinato la sorpresa.

    Sorrise scuotendo la testa, e decise di uscire allo scoperto.
    Allungò quindi un braccio e afferrò il primo dei dolcetti, decorato con una “A” e se lo mise direttamente in bocca.
    Katherine sgranò gli occhi e si voltò di scatto, sconvolta, spaventandosi a morte quando vide il ragazzo dietro di sé.
    - Oh Dio! – esclamò, portandosi una mano sul cuore. – Bill! –
    - Buon… ‘Iorno – borbottò lui, con una strana espressione sul viso, mentre masticava.
    Katherine guardò lui e poi i cioccolatini con gli occhi sbarrati, parandosi davanti al suo lavoro e allargando le braccia come per non farglielo vedere.
    - T-ti sei svegliato presto -, balbettò.
    - Non hai chiusho le tapaelle -, cercò di dire. Poi guardò seriamente la ragazza, che si stava maledicendo mentalmente per la sua idiozia. – Kathi -, cominciò.
    - Mhm? – rispose, delusa dall’essere stata scoperta così in fretta.
    Bill deglutì a fatica il cioccolatino. – Lo sai che se dovessimo misurare il tuo amore per me in base al sapore di questo cioccolatino, scopriremmo che in realtà vuoi uccidermi, vero? –
    Katherine lo guardò confusa e sconvolta. – C-cosa? –
    Bill rise. – Ma che ci hai messo in ‘sti cosi, Kathi?! Sono salati! – E prese a ridere più forte.
    - Cosa?! – La ragazza si voltò immediatamente guardare i suoi cioccolatini, poi ne afferrò uno e se lo mise in bocca.
    Non ci volle molto tempo prima che lo sputasse nel cestino della spazzatura.
    - Ommioddio! E’ disgustoso! – esclamò la ragazza, con un sorriso sconvolto sul viso. – Come diamine hai fatto a mandarlo giù?! – domandò al moro, scandalizzata, trattenendo a stento una risata.
    - Perché io a differenza tua ti amo -, rispose prontamente Bill. Poi lanciò uno sguardo ai dolcetti e storse il naso. – Troppo -, aggiunse.
    La ragazza gli lanciò l’asciugamano addosso, guardando tra il divertito e lo sconsolato i suoi cioccolatini incompleti. – Mi hanno tenuta sveglia tutta la notte questi cosi! E non sono nemmeno usciti come volevo! –

    Katherine mise il broncio, afferrando il cestino della spazzatura, con l’intento di buttare via il tutto, ma Bill le afferrò il polso e la fermò. – Ehi, non sono miei questi? –
    La ragazza lo guardò perplessa e lui andò a cercare un contenitore di plastica negli armadietti della cucina, per poi metterceli dentro tutti quanti.
    - Che stai facendo? – domandò Katherine.
    Lui chiuse il coperchio del contenitore poggiando la scatola sul tavolo dietro di loro, poi sorrise e abbracciò la ragazza, avvolgendole le braccia attorno alla vita e poggiando il mento sulla sua spalla.
    Non te li lascerò buttare via un’altra volta -, sussurrò.
    Il cuore di Katherine perse un battito.

    - Mi devi un cioccolatino per ogni giorno che hai represso i tuoi sentimenti, chiaro? -.
    La mora socchiuse la bocca. - M-ma sono tantissimi! – protestò. – E’ più probabile che venga la fine del mondo prima ch’io abbia finito! -.
    Bill rise. – Allora forse non ti conviene buttare quelli, non credi? Altrimenti dovresti ricominciare da zero -.
    Katherine voleva ribattere, ma si ritrovò solo a sorridere, tra l’irritato e il divertito.
    – Perché riesci sempre ad incastrarmi? –

    Il moro scostò la coda di cavallo di lei, poggiando le labbra sul suo collo per un leggero bacio. Katherine rabbrividì.
    - Buon San Valentino? –
    - Certo Bill, ottimo modo per sviare la domanda -, ribatté alzando gli occhi al cielo.
    Poi sospirò tremula e si voltò per poter guardare il suo una volta migliore amico negli occhi, portando le mani attorno al suo viso.

    Alla fine ce l’aveva fatta. Era suo.
    Tutto completamente suo.

    Katherine gli lasciò un bacio a fior di labbra, sorridendo con una gioia che avrebbe potuto commuovere.




    - Buon San Valentino, Bì -.







    Tratto da una storia vera.










    Note finali: Finalmente, dopo tanto tempo e tanta fatica, siamo giunti alla fine di questa storia.
    Qualcuno si starà davvero chiedendo come ho potuto mollare tutto a gennaio per scrivere un epilogo così corto - rispetto ai miei soliti capitoli - e semplice, dopo ben SEI MESI. Potrei darvi qualche scusa, ma non servirebbe a nulla.
    Non mi sentivo di finire questa storia. Pensavo di non essere all'altezza, pensavo che se avessi finito di scrivere sarebbe finito tutto. Poi aggiungeteci la scuola, la poca voglia di mettersi al PC a scrivere e crisi personali, e forse potrete almeno provare ad odiarmi un po' di meno.
    Ammetto che l'ideale sarebbe rileggere la storia da capo - cosa che per metà ho dovuto rifare anch'io, per rientrare un attimo nell'ottica di questa storia -, ma non obbligo ovviamente nessuno a farlo. Sarebbe controproducente da parte mia, dato che la negligenza viene da me x'D

    Ma veniamo alle vere note, che aspettavo di poter postare da un anno, ormai.

    Ho tante cose da dire, tante promesse da mantenere, ma per rispondere a tutte le domande - sia quelle che mi avete fatto dopo ogni capitolo che quelle che sono rimaste nel silenzio - ho bisogno di fare un Rewind generale.
    Prego, comunque, tutti coloro che hanno letto questa fiction, di leggere anche queste note, per quanto noiose, e per quanto prolisse.

    Avrete sicuramente notato l'ultima frase della fiction.
    Non ho posto la parola 'Fine', e credo che a questa storia non potrò porla mai.
    A dir la verità questa fiction è tratta da due storie vere: la mia, e quella di una persona che ho conosciuto davvero proprio grazie a questa storia, e che ora è una delle persone più importanti della mia vita e a cui devo di più.

    Ma perché ho cominciato a scrivere di me? E cosa c'è di vero e cosa no?
    Quasi tutto ciò che è stato descritto in questa fiction è stato scritto dopo pura esperienza esperienza personale mia, o dell'altra persona. Togliendo la questione 'fratelli' - anche se in maniera indiretta è vero anche questo -, tutto ciò che è stato scritto è successo davvero, tant'è che molte frasi dell'intera fiction sono dialoghi riportati lettera per lettera da discussioni realmente avvenute.

    E se volessi un bacio? è nata in un periodo abbastanza schifoso della mia vita, dopo aver lottato per uscire da una situazione scomoda, da una prigione ricoperta d'oro, che andava arrugginendosi dall'interno. E' nata per sfogo, è nata per il solo scrivere fine a se stesso. Inizialmente non c'era morale - se ora c'è -, non c'era intenzione di scrivere qualcosa che mi rappresentasse. Solo tanta voglia di urlare che potevo essere e fare ciò che volevo, che potevo sentire ciò che volevo, e nessuno poteva tapparmi le ali. Nessuno. Nemmeno la persona che amavo di più.

    Mi sono accorta di essere finita in un campo minato solo al terzo capitolo di questa storia - e forse qualcuno può notarne il cambio di rotta.
    Volevo che fosse una cosa da nulla, una fluff insignificante tanto per staccare da una situazione reale che mi procurava il disgusto; invece ha cominciato a scriversi da sola, e mi sono ritrovata a riversare rancori, bugie, emozioni in una trama disgraziata che dei risvolti così non avrebbe proprio voluto averne.

    Al contrario di quanto qualcuno potrebbe pensare, però, non è Katherine la persona che mi rappresenta in questa Fiction, bensì entrambi i due personaggi principali. In questa storia ho sdoppiato la mia personalità; l'ho imbottita di altri elementi, quasi superflui, e ho dato ad ognuno di loro il compito di rappresentare qualcosa che a me, purtroppo, è successa tutta assieme.
    Katherine rappresenta l'amore impossibile. Rappresenta una persona consapevole di non poter amare; una persona incastrata, sì, in un ruolo che non ha mai voluto, e che per amor dell'altro si è vista costretta ad assumere. Katherine rappresenta una persona davanti ad un muro. E non un muro fatto di proibizione, ma di amore. Un muro che non può abbattere.
    Di muri nella vita se ne incontrano tanti. Alcuni più bassi, altri più alti; alcuni paiono stupidate colossali, altri sono problemi che il mondo definirebbe 'veri'.
    Sempre muri restano. E non sempre siamo in grado, per qualche motivo, di lasciarli indietro.
    A volte sono questi muri che compongono la nostra personalità.
    Il muro di Katherine era la sessualità di Bill.
    Ho scelto questo tema perché sarebbe stato impossibile riprodurre lo stesso che è capitato a me, ma me ne serviva uno ugualmente frustrante. Perché volevo mostrare al lettore come prima o poi, per quanto lo si possa ignorare, a quel muro si finisca addosso. Chi meglio e chi peggio di altri, chi prima e chi dopo.
    E Katherine rappresenta anche l'amore che non muore, la profondità che può avere un'amicizia. L'amore, sì, che qualche volta bisogna incanalare e a cui bisogna porre una diga, per non farlo dilagare. Lei modella il suo, trasformandolo in un amore lato, più calmo, fatto di sorrisi e di stare insieme: se lo fa bastare.
    Katherine rappresenta l'ennesimo fallimento di fronte ad un sentimento che non si può controllare. Che sfugge, proprio come l'acqua. Basta una piccola crepa nella diga e tutto intorno diventa solo desolazione: quello che si è costruito per tanto tempo viene spazzato via. Anche un'amicizia che dura da sempre.
    Adam e Samantha hanno avuto il compito di creare questa piccola crepa. Chi con le intenzioni migliori, chi con quelle peggiori. Lungo la strada della vita si incontra di tutto, e non tutti sono lì per aiutarti.
    Di persone che volessero aiutarmi davvero ne ho incontrate poche, ma quando ne ho avuto bisogno mi hanno teso una mano, e mi hanno aspettata, quando chi diceva di amarmi non notava nemmeno stessi urlando.

    Con Bill ho rappresentato invece l'auto-convinzione. La forza di volontà di una persona ferita, o di una persona che ne ama un'altra, che va oltre, molto oltre a quello che si può credere. Che infetta e che distrugge con talmente tanta lentezza, da non essere riconoscibile.
    Bill credeva davvero di essere omosessuale, voleva esserlo. Perché essere omosessuale era più comodo; perché anche a lui amare Katherine non era permesso. Non quando si sentiva di trascinarla all'inferno.
    Essere omosessuale è stata anche una scelta imposta; un bisogno e un rifugio, da qualcosa di troppo grande, che fa troppa paura.
    Ma anche l'auto-convinzione non basta per sempre.
    Il tempo deteriora tutto.
    Bill rappresenta la fragilità di una persona troppo forte, di una persona che non è mai riuscita ad essere egoista fino in fondo, anche quando decide di fare l'amore con Katherine e lo vuole fare a tutti i costi. Bill è una persona che crede di essere fragile ma con ponderazione affronta tutto, anche i suoi desideri forse deviati, forse solo non ignorabili.
    Bill è piccolo ma è grande, Bill ama e impara che contro l'amore non basta nemmeno la volontà; nemmeno quando ne hai tanta da vendere, nemmeno quando tutto sembra andare esattamente come vorresti.
    Il destino prima o poi rigira la frittata. Sta a te riuscire a restare in piedi.

    A tutto questo si aggiunge la storia di fondo.
    Cosa volevo rappresentare con Simone? E con gli altri tre genitori?
    Non tutti hanno la fortuna di nascere nella famiglia che vorrebbero. La famiglia felice delle pubblicità del Mulino Bianco non è prerogativa di tutti, e forse, come persona che una famiglia così non ce l'ha, credo che sia anche meglio non averla.
    Come persona io ne ho sentite di tutti i colori. Di gente che sta assieme per i soldi, per scappare da un paese scomodo, che abbandona un figlio e si costruisce bellamente una nuova famiglia, come se non ne avesse un'altra a cui far capo. E ho sentito e provato di persone che lottano in una famiglia, per poterla chiamarla tale.
    Famiglia non è sempre papà, mamma e figli. Famiglia solo le braccia che sai che ti raccoglieranno sempre, dove ti senti al caldo e al sicuro.
    Simone e Bill sono una famiglia. Gordon e Simone lo sono. Bill e Kathi.
    Chi per legami di sangue e chi no, chi per un brutto tiro del destino e chi per una manna dal cielo. Ma sono famiglia, e questo tanto basta. Per quanto disastrata, per quanto agognata e sofferta.
    Io conosco il cinismo del mondo, io lo vivo e lo sento, ogni giorno e ogni secondo, ovunque nel mio spazio, ma soffro anche del mio personale romanticismo coatto. Romanticismo che mi spinge a credere che non tutto quello che apparentemente fa schifo faccia schifo sul serio; quello che mi spinge a trovare la luce nel buio più pesto. Quindi credo che sia proprio dalla famiglia più disastrata a nascere il fiore più puro, delle volte. Quello che stona, completamente, ma ribalta il destino, cambia le carte in tavola, e guarda con ammirazione anche la merda introno a sé, riuscendo a trovarci il suo concime, la situazione ideale per ricavane la forza.
    La famiglia è quella che ti appioppano alla nascita. Tu sei altro. Tu hai un altro paio di occhi, e puoi usarli per vedere di un colore diverso.

    Ma qual'è la seconda vita di cui ho parlato, in questa storia?
    Ho avuto la fortuna di incontrare una persona importante scrivendo queste righe, che non smetterò mai di ringraziare per avermi ispirato scene critiche, per avermi concesso il mezzo per arrivare dove volevo giungere.
    Lei, che queste cose le ha vissute tanto quanto me, sulla pelle, e a cui ho voluto regalare un finale diverso, un finale come l'avrebbe voluto lei, probabilmente, ma della quale non si lamenta.
    Ringrazio mille volte questa persona per essermi stata accanto, per avermi insegnato che per quanto la vita possa fare schifo e sia difficile c'è sempre qualche cosa che ti ricorda che vale la pena viverla; la ringrazio di avermi mostrato cos'è la vera forza d'animo, e cosa vuol dire riuscire a raccogliere frutti anche da un esistenza che ti ha donato un terreno marcio per coltivarli.
    Ringrazio lei e lui che sono stati i miei modelli, che mi hanno prestato la loro storia per spiegarne un'altra.
    Ringrazio un'amica e una gemella lontana, a cui devo molto più di quanto queste poche righe potranno mai dare.

    Ma forse è ora di arrivare al punto pratico dalla stesura di questa storia, eh?
    Per esempio alle citazioni prima di ogni capitolo. Cosa sono? Perché sono lì? Chi le ha scritte?
    Quelle sono frammenti di vita, frammenti di pensieri e sentimenti messi sulla carta per non dimenticare. Quelle frasi arrivano direttamente da un diario, dal mio. Io stessa le ho scritte, molto, molto prima di decidere di raccontarmi attraverso questa fiction.
    Non servono a niente, in fondo, se non ha lasciare dubbi davvero enormi a chi mi legge, ma chi mi vuole bene conosce tutte le risposte. Sa, e basta.
    Non mi ci soffermo più di tanto, perché non è un privilegio che concedo a tutti, ma volevo solo dire che, delle volte, anche solo dopo sedici anni di vita, puoi aver provato un sacco di cose. Magari tutte insieme. E puoi aver sofferto come un cane per anni, senza essertene mai reso conto.

    Poi abbiamo i famosi spazi bianchi. Cosa sono?
    Nulla più che le pause che prendiamo tra un respiro e l'altro, nulla più che un respiro trattenuto, o un battito perso. Tutto qui.
    E' la testa che lavora, o il cuore che si ferma.

    E, infine, come ultima cosa, vorrei ringraziare tutti voi che mi avete letto, che avete amato questa storia e avete condiviso con me ogni momento e ogni supposizione.
    Ho posto finale felice, ma non è la fine di niente. Però sì, è un Happy Ending, come è successo a me, anche se anche per me non è finita.
    Uno sprazzo di felicità, sì, per quanto poco possa durare.
    Per ora dura. E per Kathi e Bill finisce così, anche se per me che scrivo e che vivo non sarà lo stesso. Ci saranno altri personaggi a raccontare qualcos'altro, forse. Loro posso lasciarli uno nelle braccia dell'altro. Hanno la loro famiglia. Sono famiglia. E questo basta.

    Grazie infinite a tutti coloro che mi hanno seguita ed aspettata.
     
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  10. DesyTH
     
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    Come al solito riesci a lasciarmi senza parole.
    Questa storia l'ho amata fin dall'inizio, ho amato ogni singola parola, anche quelle che facevano male.
    E' stata una storia così intensa, drammatica, forte, ma incredibilmente dolce.
    Ingredienti che mi hanno coinvolta completamente e mi hanno fatto provare almeno in modo leggero, i sentimenti di Kathi.
    Ed è stato emozionante e struggente.
    E ancora di più, il dolore di Bill.
    L'epilogo è stato davvero bello.
    Corto, ma perfetto. Non c'era bisogno d'altro.
    Bill e Kathi vivranno per sempre, con il loro amore. Amore con la A maiuscola.

    CITAZIONE
    Bill è piccolo ma è grande, Bill ama e impara che contro l'amore non basta nemmeno la volontà; nemmeno quando ne hai tanta da vendere, nemmeno quando tutto sembra andare esattamente come vorresti.

    *______*
    CITAZIONE
    Famiglia non è sempre papà, mamma e figli. Famiglia solo le braccia che sai che ti raccoglieranno sempre, dove ti senti al caldo e al sicuro.
    Simone e Bill sono una famiglia. Gordon e Simone lo sono. Bill e Kathi.
    Chi per legami di sangue e chi no, chi per un brutto tiro del destino e chi per una manna dal cielo. Ma sono famiglia, e questo tanto basta. Per quanto disastrata, per quanto agognata e sofferta.
    Io conosco il cinismo del mondo, io lo vivo e lo sento, ogni giorno e ogni secondo, ovunque nel mio spazio, ma soffro anche del mio personale romanticismo coatto. Romanticismo che mi spinge a credere che non tutto quello che apparentemente fa schifo faccia schifo sul serio; quello che mi spinge a trovare la luce nel buio più pesto. Quindi credo che sia proprio dalla famiglia più disastrata a nascere il fiore più puro, delle volte. Quello che stona, completamente, ma ribalta il destino, cambia le carte in tavola, e guarda con ammirazione anche la merda introno a sé, riuscendo a trovarci il suo concime, la situazione ideale per ricavane la forza.
    La famiglia è quella che ti appioppano alla nascita. Tu sei altro. Tu hai un altro paio di occhi, e puoi usarli per vedere di un colore diverso.

    hai davvero ragione.

    Grazie a te, Vero.
    Questa storia ha un posto speciale nel mio cuore ♥

    Spero di leggerti ancora :)
     
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  11. unleashedLIEBE
     
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    Come ho già scritto ho scoperto questa fanfiction quest'estate, ormai avevo smesso di sperare in un aggiornamento!
    Vedere l'epilogo mi ha davvero resa contenta!
    Ho riletto la storia dall'inizio, così da non perdere nulla.
    Certo, la fine è molto più corta rispetto agli altri capitolo, ma ugualmente intensa.
    Ho amato questa storia, di più! Ne ho lette tante ma questa è in assoluto una delle mie preferite!
    Intanto scrivi molto bene, mi hai fatta emozionare, davvero.
    Ho amato Kathi e Bill, l'evolversi dei loro sentimenti e la scoperta dell'amore.
    E' una storia "completa", triste, dolce, drammatica. Fantastica.
    Leggevo come sospesa, lasciandomi travolgere da ogni parola.
    Anche le note finali meritano.
    Insomma, qua merita tutto!
    Non sono brava con le recensioni, ma meriti questi complimenti ed altro.
    Grazie per questa bellissima fanfiction. ♥
    Un bacio.
     
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  12.  
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    Georg fan
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    Eccomi qui.
    Mi ero un po' persa fra i capitoli, e ho preferito rileggerla dall'inizio.

    CITAZIONE (unleashedLIEBE @ 17/8/2011, 16:55) 
    E' una storia "completa", triste, dolce, drammatica. Fantastica.

    Come non quotare?
    Ho amato ogni capitolo, ogni frase, l'intera storia.
    Sai, è stata la mia prima fan fiction che non tratta il tema twincest, e devo dire che l'ho apprezzata tanto.
    È stata ricca. Piena di emozioni. Le loro. Che ho avvertito anche io. Ho tifato per Katherine dall'inizio alla fine, anche quando la situazione era diventata insostenibile. Ma infine ce l'ha fatta. Ce l'hanno fatta. Io non avrei proprio saputo come mandare avanti la situazione, dopo tutti gli imprevisti.
    Tutto si è svolto alla meglio, infine.
    Non potevi scrivere un finale migliore.
    Pienamente soddisfatta!
    Grazie per questa FF, e scusa per il commento misero.
    (:
     
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  13. °°Träumerin°°
     
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    Con ben quattro mesi di ritardo sono qui a commentare quella che è diventata una delle mie fan fiction preferite... sono imperdonabile!
    Non so neanche se ti ricordi più di me, ma io credo sia giusto lasciarti un commento finale per ringraziarti delle emozioni che ho provato leggendola.
    Ho supportato fin dall'inizio Kathi. Una ragazza così dolce che mi ha trasmesso tenerezza e speranza, e che alla fine è riuscita ad amare liberamente il suo Bill.
    Che cosa dire di questo epilogo? E' tutto così tenero! Pure Scrotty e Kratzer lo sono, e la scena dei cioccolatini è geniale.
    CITAZIONE
    – Non te li lascerò buttare via un’altra volta -, sussurrò.
    Il cuore di Katherine perse un battito.

    Frase bellissima,perfetta come tutto di questa fan fiction di cui ho amato e amo tutt'ora ogni singola virgola ♥

    Questo che ho appena scritto è davvero un commento misero misero, ma non potevo leggere e far finta di niente senza lasciare scritto qualcosa.
    Per finire ti ringrazio per le risate, le lacrime e le scene piene di suspance.
    Baci ♥
     
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792 replies since 30/6/2010, 18:22   22805 views
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