Quote the pointless pointsman.

OS // Fluff // Twincest // Boy's love

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  1. _TrApNeSt_
     
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    Titolo: « Quote the pointless pointsman »
    Autrice: _TrApNeSt_
    Genere: Commedia/Comico
    Rating: G
    Avvisi: Fluff – Twincest – ipotetico OOC? (credo che rimarremo sempre nel dubbio u_u) - Boy’s love
    Desclaimer: Ma voi lo sapete che io non ho la (s)fortuna di conoscere nessuno dei personaggi qui citati, e che malauguratamente non owno nulla, tranne questa trascurabile shot, che in ogni caso non mi farà guadagnare neanche un centesimo, e anzi mi ha fatto solo perdere tempo? Lo sapete? Allora non ve lo dico.


    E’ il medesimo espediente che si utilizza con i bugiardi patentati.











    « Non ti ho sentito Bill, scusami » aveva riecheggiato qualcosa dal bagno, e quel qualcosa rassomigliava teneramente alla voce di Tom. Teneramente perché, quando Tom parlava con quel tipo di voce da un bagno qualsiasi, allora era pronto a recitare il ruolo di relitto malaticcio – che metteva solo compassione, a dirla tutta – mentre, con tutte le probabilità di quel caso, Tom aveva solo voglia di perdere tempo.

    Da un paio di ore Tom aveva pensato a rispolverare qualcuna delle loro vecchie scuse, che peraltro facevano parte della fitta schiera, già utilizzata ed esaurita, di quelle a cui nessuno crederebbe mai, tranne la loro ormai navigata madre Simone, che da tempo aveva imparato a non farsi fregare più. Se mai ci fosse stato qualcosa di veramente ridicolo a cui non credere, e Bill ne aveva ben donde, sarebbe stato l’improvviso e repentino mal d’auto che Tom aveva accusato di soffrire, e durante l’ultima mezz’ora era talmente aumentato da trascinare il bugiardo gemello fino al bagno.

    Più precisamente, alla tavoletta del water. Non che Tom avesse vomitato qualcosa, comunque.

    « Ma non vedi un’auto da ieri sera Tom, ragiona » aveva scandito Bill pazientemente da dietro la porta, mentre si augurava che qualsiasi disturbo infestasse lo stomaco del fratello, sfogasse del tutto il prima possibile gli ignoti sintomi e lo facesse uscire da quel buco malamente piastrellato.

    Perché dei sintomi, quali essi fossero, Tom non era riuscito a parlare.

    L’unica consolazione che lo avrebbe aiutato a stare meglio, a detta del chitarrista, sarebbe stata rinchiudersi a diretto dialogo con un lavandino o un water, insomma qualsiasi infisso munito di un tubo di scarico, e aspettare che passasse tutto. Ma Bill non aveva sentito nessun altro rumore, lì dentro, che non fossero le scarpe del fratello cheesploravano l’intero perimetro del cubicolo.

    « Hai vomitato, Tomi? » aveva berciato cautamente, ma il fatto che non avrebbe mai risposto, dall’altra parte, era tutta un’altra storia. Costituiva, per così dire, l’anello di congiunzione fra il termine di una grossa bugia e l’avverarsi della stessa, quella che chiunque avrebbe chiamato sfiga per antonomasia.
    Bill non sapeva cosa pensare, ma qualsiasi fosse il problema dentro il bagno, Tom non poteva o non voleva rivelarglielo.
    La risposta giunse inaspettata e, ad ogni modo, piuttosto flebile.

    « Quasi »

    Bill sentì la voce la voce come soffocata, e immediatamente pensò allo sciarpone malesiano che Tom aveva comprato poco prima di salire sull’aereo da Taiwan, e che da quel giorno aveva portato sopra a tutti i vestiti. Le sopracciglia di Bill si erano alzate talmente tanto che avevano rischiato di scomparire oltre l’attaccatura dei capelli, mentre incrociava le braccia e pensava seriamente di dover contribuire alla depurazione interna del fratello – avrebbe volentieri chiamato l’ambulanza, ma non conosceva il numero, effettivamente – in modo che avesse potuto tirarlo fuori da lì.
    Non gli garbava per nulla l’idea che Tom si rinchiudesse in quel bugigattolo di un bagno, e che magari trascorresse, piegato sulle ginocchia e poggiato con le mani sulla sporca tavoletta del water, tutto il tempo che gli ci voleva per decidersi a vomitare.

    « Qualcuno mi ha maltrattato ieri? » si era lamentato più chiaramente Tom, e ora Bill sentiva provenire dei rumori attutiti, come di qualcuno che si stesse rivestendo in fretta, o di qualcuno che calciava via un tappeto con foga. C’era stato qualcosa, nella voce e nella domanda, che avevano portato la mente di Bill a galoppare, e da immobile contro la porta, si era ritrovato ad indietreggiare di un paio di piedi e a fissarla incerto, proprio come si potrebbe guardare un timer legato ad una fottuta bomba. O qualcosa del genere.

    « Tom, maltrattato? Cosa diavolo pensi? Eravamo noi due e i ragazzi, ieri! Esci da quel bagno »

    Sì, insomma, qualsiasi delirio avesse portato Tom a sentirsi maltrattato, avrebbe anche dovuto far preoccupare Bill, oltre che fargli temere di essere inconsapevolmente andato incontro a qualcosa che aveva minato il già scarso intelletto del fratello, e che invece aveva sortito l’effetto diametralmente opposto, facendogli sciogliere le braccia e portandolo di nuovo a toccare la porta con il naso. Quando non fu in grado di sentire davvero più nulla, decise che avrebbe cacciato da lì dentro Tom, in qualsiasi stato di sofferenza avesse versato.

    « Guarda che sto aprendo la porta » aveva avvertito, abbassando la maniglia, ma la porta che spingeva nel verso contrario, e Tom che faceva capolino dalla soglia, lo precedettero.

    Bill tirò un sospiro di sollievo. Tom doveva essersi sciacquato la faccia, ma a parte la sciarpa malesiana legata intorno alla vita a mò di una stramba tovaglietta, e gli angoli del colletto completamente zuppi, sembrava essersi ripreso.

    « A posto. Ora sto bene »

    Che poi Tom sciorinasse lungo tutto il corridoio del palazzetto i rimedi miracolosi del bicarbonato, trovato sul lavandino, e che lo avevano salvato da chissà quale attacco di cefalea, a Bill poco importava. Aveva fatto la piacevole scoperta che chiunque sul pianeta Terra aveva almeno una volta sperimentato di persona: se si lasciano parlare i pazzi da soli, annuendo di tanto in tanto come se li si stia ascoltando, tutto fila per il verso giusto, e ci si può anche concedere il lusso di non seguire un fico secco di suddette chiacchiere.

    E’ il medesimo espediente che si utilizza con i bugiardi patentati.



    *



    Tom aveva cominciato a stare sui nervi non solo a Bill, ma anche a tutto il resto del gruppo di lavoro che avrebbe dovuto accompagnarli alla prima tappa di quella giornata. Che poi Bill avesse mostrato durante tutto il tempo un moto d’insofferenza nei confronti del fratello e del suo dannatissimo mal d’auto, inferiore solo allo spasmodico bisogno di Tom di riempire di pizzicotti Bill, era del tutto consequenziale.
    Sì, pizzicotti, e in qualsiasi parte del corpo che riuscisse a raggiungere. Di solito funzionava, in modo che Bill si riflettesse nello stato d’animo di Tom e viceversa, ma quel giorno parecchie cose non seguirono il naturale corso dell’esistenza gemellare.
    Se Tom era passivo, impaziente e scalpitante, Bill non assumeva il ruolo da scocciatore, anzi, ne prendeva le distanze. Aveva deciso che per quel giorno non sarebbe stato in grado di sopportare le stranezze di Tom, e, in verità, lo aveva anche spintonato via più volte, con l’unico risultato di farlo rimbalzare nella sua direzione e non poterselo scrollare più di dosso. A detta di Tom, Bill era l’unico che non comprendesse il suo disagio, quando invece avrebbe dovuto aiutarlo senza remore; a detta di Bill, Tom era solo stupido.
    Con un pizzicotto sul gomito e una cattiveria qualunque, la discussione si spegneva per poi tornare alla ribalta.

    Tom aveva dato ai nervi per il semplice fatto che Bill non avesse riuscito a cavargli neanche una parola, tranne che qualche mugugno e un paio di lamenti piagnucolanti. A Bill dava i nervi che il gemello non condividesse con lui i suoi problemi da gemello, e se mai ci fosse stata una qualche nuova diavoleria medica in grado di donare sollievo alla suo incipiente frustrazione, avrebbe fatto in modo di sgemellarsi. Tom sarebbe stato costretto a cercarsi un altro gemello che prestasse attenzione ai suoi mal d’auto.

    Mal d’auto, poi. Bill non ci aveva creduto nemmeno per un secondo. Figuriamoci.

    Poi era successo che Bill fosse lì sul palco, a blaterare riguardo al suo preziosissimo chissà-cosa, e Tom lo aveva rifatto. Lui e quella sua odiosa bottiglietta d’acqua lo avevano distratto di nuovo, e avrebbero continuato a farlo se solo Tom non avesse trovato, improvvisamente, un nuovo luogo dove concentrare la sua iperattività ovvero lo schermo piatto dietro di loro.
    Bill riuscì a portare a termine il suo discorso per quelli che sembrarono alcuni secondi, ma alla domanda successiva, Tom era già tornato a dondolarsi sul posto con un’incedente impazienza, e prima che Bill potesse anche solo immaginare di lanciargli l’ennesima occhiataccia di cordiale accondiscendenza – che all’esterno aveva davvero tutta l’aria di essere cordiale accondiscendenza, ma che sotto sotto, a livello di gemellare comprensione, significava morte – Tom l’aveva fatto di nuovo, aveva finito ancora per armeggiare con la bottiglietta d’acqua, e successivamente con il proprio pacco.
    Bill non l’aveva guardato, ma solo perché non ne aveva effettivamente bisogno, e chissà che Tom non lo sapesse; anche se Bill non dava impressione di considerarlo, Bill vedeva tutto.

    Era come un Dio onnisciente e terribile.

    Bill pregò che Tom se ne ricordasse seduta stante, e Tom se ne ricordava eccome. Solo che, molto più semplicemente, aveva continuato ad ignorarlo.

    Peccare di blasfemia non aveva mai portato nulla di buono a Tom.


    Lo aveva sperimentato sulla propria testa quando Bill lo aveva colpito con tutta la forza che si era riservato per quel momento, senza tuttavia fargli molto male – il foglio della scaletta con il programma dell’indomani non era da reputarsi una poi così temibile arma – e lo aveva riempito di pizzicotti, tanti quanti Tom gliene aveva inflitti durante le ultime quattro ore e tre quarti.
    Bill non avrebbe dovuto farlo, Tom era.. beh, era estremamente sensibile in quel momento.

    Anche se, a pensarci due volte, era così sensibile già da parecchie ore, anche troppe. Tom non sapeva quando l’effetto sarebbe terminato, e non osava chiederselo.

    « Calma, Bill, calma! Basta, ora ti spiego! »

    Che non avesse nemmeno chiesto il permesso a Bill di andargli molto vicino e spingerlo giù sul ciglio del materasso, e che Bill non avesse minimamente provato a protestare per l’abuso, diedero a Tom l’impressione di stare per parlare di qualcosa di molto serio, e in effetti lo era, e proprio perché l’argomento era uno dei più difficili da affrontare, Tom decise che avrebbe avuto bisogno dell’ausilio di un oggetto che avesse potuto dargli conforto. Indugiò con entrambe le mani sulle spalle di Bill, solo per essere sicuro che non sarebbe schizzato via come una saponetta per picchiarlo di nuovo, e tornò a transtullarsi con la sua bottiglietta dell’acqua.

    « Se devi darmi una spiegazione sensata, Tom Kaulitz, fallo prima che io possa decidere di chiamare la mamma » aveva detto Bill serio e accigliato, dal letto, incrociando le braccia e stringendo il telefonino in una mano, seminascosta sotto il gomito.

    Ai Kaulitz piaceva minacciarsi a vicenda di chiamare la mamma quando qualcosa non andava secondo i piani, era un avvertimento che nelle stupide beghe gemellari funzionava. Non che fosse poi molto efficace, per l’appunto, dal punto di vista della fattibilità, perché se Tom era costretto a parlare con la madre al telefono – che Bill gli passava trionfante – il rasta non doveva far altro che tenere in mano la cornetta e aspettare pazientemente che l’oceano di parole cessasse.

    Molto terrificante.

    Tom fissò Bill dal suo punto di vista, ovvero quello del gemello per una manciata di centimetri più alto, e sembrava che Bill fosse davvero ostile, con le labbra così strette e l’area tra un fianco e l’altro così esigua da sembrare quasi inesistente.

    « Prometti che non sarai duro con me » ebbe l’impressione di lamentarsi pateticamente, mentre si stropicciava l’orlo della maglietta con una mano, e con l’altra tratteneva bene in vista la bottiglietta di plastica sopra i pantaloni, dondolandola un po’.

    « Tom » soffiò Bill, alzando lo sguardo al cielo e rendendo i suoi occhi sempre più sottili « io sono sempre duro con te »

    Oh, era così ingiusto, cavolo. Così ingiusto che Tom dovesse rimanere lì in piedi davanti a Bill, a torcersi la maglietta che gli piaceva tanto, e non poterlo fare nemmeno bene per trattenere, contemporaneamente, la bottiglietta contro la cerniera dei jeans, fingendo di giocarci quando invece avrebbe solo voluto accartocciarla e abbandonarla da qualche parte.
    La bottiglietta, almeno, poteva sopprimerla. Quanto avrebbe voluto sopprimere le sue pene fisiologiche.

    « Non adesso, Bill. Non posso.. proprio. Oh, non te lo dico. Mi sento così… »

    Balbettando. Tom stava balbettando. E tormentandosi i vestiti più che mai. Bill continuò a fissarlo per quelli che gli parvero secoli, e per secoli Tom aveva costantemente supplicato che Bill potesse leggergli il pensiero e gli risparmiasse una tale umiliazione.

    « Va bene. Chiamo mamma »

    Stavolta Tom era stato più veloce di lui, e non lo aveva solo rimesso a sedere, ma gli aveva anche strappato il palmare dalla presa ferrea che le aguzze dita del fratello esercitavano lì sopra.
    Bill lo inchiodò in quella posizione con un’espressione più severa che mai, e si rialzò di scatto, così velocemente che Tom non avrebbe saputo dire se il suo didietro avesse toccato il letto, ma il suo fu solo un tentativo, dal momento che Bill fu rispedito indietro quasi subito.
    A Tom tremavano leggermente le mani e i suoi riflessi sembrarono acuirsi a dismisura.
    Bill lo guardò incredulo e arrabbiato, e i suoi occhi erano grandi come tazze da tè.

    « Non mi aiuto così. Se vuoi che ti dica cosa succede, non devi farne parola con mamma »

    Bill era rimasto seduto così in bilico che Tom aveva la netta impressione che si sarebbe alzato di nuovo, ma Bill non lo fece.

    « Non devi farne parola con nessuno »

    Mentre Tom riprendeva fiato, le labbra di Bill tornavano lentamente della loro normale consistenza, ma in compenso i suoi pugni nodosi si chiudevano ermeticamente sulle ginocchia. Tom si augurò che Bill non avesse intenzione di usarli impropriamente.

    L’attesa che qualcuno di loro parlasse sembrò infinita, ma Tom decise che non avrebbe trovato il coraggio di ammettere quanto stupido fosse stato, e in fin dei conti, per quanti scarsi pareri avesse ricevuto, poteva anche aver ampliato i propri sintomi a causa di un effetto placebo, e avrebbe anche potuto scoprire di stare benissimo.

    Decise che avrebbe corso il rischio.

    Si fissarono a lungo prima che Tom si decidesse a spostare la bottiglietta da lì, e molto, molto più tempo perché Bill si stancasse di fissarlo e abbassasse lo sguardo alla sua stessa altezza, e l’altezza della sua testa si trovava in perfetto allineamento con il cavallo dei pantaloni di Tom. La distanza ragionevole fra il naso di Bill e la patta di Tom era tale che Tom ebbe una totale visione degli occhi di Bill che si sgranavano, fino a raggiungere proporzioni cosmiche.

    Come più o meno quello che stava guardando, forse.

    Tom si era aspettato che Bill parlasse, o che si allontanasse da lì, o che lo prendesse in giro fino alla morte, ma Bill ed il silenzio insieme no, ecco. Era un connubio che semplicemente non aveva modo di esistere, come due sostanze chimiche che reagiscono e finiscono per esplodere insieme e distruggersi a vicenda, e alla fine non rimane null’altro se non un liquido puzzolente e fumante a ricordarti che hai appena fatto una grande cazzata. Una stupida e grande cazzata.
    Era come se Tom si sentisse in dovere di citare le vuote parole di quell’ignoto deviatore, ed il roseo panorama di poter giustificarsi e vangare il fertilizzante nel proprio giardino lo fece rilassare un poco.

    Bill si era già alzato, e con un piatto « Va bene. Chiamo mamma » aveva lasciato che Tom lo rispingesse seduto, senza opporre resistenza.

    « E’ successo ieri sera, quando tu volevi comprare le batterie per la macchina fotografica » inciampò Tom velocemente, caracollando lungo il vialetto alberato, alla febbrile ricerca del giardino da rivangare – e lo avrebbe trovato, parola sua – ed era già arrivato a parlare del mirabolante momento della sua grande scoperta, quando Bill aveva cominciato a massaggiarsi i lati del naso con gli occhi socchiusi, e Tom non era più sicuro che il fratello lo stesse ascoltando.
    Si zittì, e Bill si mosse più velocemente di prima, solo per colpirlo, come punizione per essere così stupido, probabilmente.

    Tom gli aveva bloccato il polso a mezz’aria e aveva borbottato, quasi risentito.

    « Non ti muovere, dammi retta » sillabò con attenzione, e molto serio.

    « Cos’è, Tom, una bestia? »

    L’espressione e il tono di voce di Bill erano schizzati alle stelle più in fretta di quanto avrebbe potuto fare uno shuttle dopo un lancio spaziale, e Tom sapeva che quando Bill scartava da un estremo all’altro, allora il fratello non sapeva che pesci pigliare. Si preparò al momento in cui Bill avesse raggiunto l’infinito e oltre.

    « Potrebbe trasformarsi in una fottuta bestia se non togli quelle zampacce da lì »

    Tom schiaffeggiò via la mano di Bill, che la ritrasse parecchio impressionato. Ma non lo era abbastanza per rimanersene zitto.

    « Dimmi da quando tu avresti bisogno di certe schifezze, Tom, perché non ricordo nulla di questo tuo problema »

    Bill sapeva quanto Tom sghignazzasse in faccia ad aiuti di quel tipo, e lo sapeva probabilmente meglio di chiunque altro, ma la verità – tutt’altro che nuova – era che Tom era un animale poligamo dalla nascita. Era semplicemente la sua natura.

    « Bill » gemette Tom con una smorfia, come se quelle parole gli costassero uno sforzo terribile « lo sai »

    « No, non lo so, Tom, spiegamelo »

    Spietato. Bill era spietato.

    Tom si augurò che esaurisse presto le scorte di cinismo. Bill non poteva averne accumulate poi molte, da quella mattina. Era stato troppo impegnato a farsi sballottolare da una parte all’altra di Taiwan per poterci pensare.

    Fiducioso. Tom era troppo fiducioso.

    « Oh, andiamo Bill! Avevi promesso che non saresti stato duro con me! »

    « Tecnicamente non ho promesso un bel niente. E praticamente non sono io a non essere duro con te »

    L’indignazione di Tom – pari solo alla vergogna dalla quale cercava di ripararsi, nascondendo ben bene l’orgoglio fra le gambe – passò la palla al ghigno lungimirante di Bill, che illuminò a giorno le nuove guance color pomodoro del gemello. Tom esibì per qualche momento il suo furioso cambio di colore, e poi tornò a tormentarsi vivacemente l’orlo della maglietta.

    « Gustav è stato più comprensivo di te »

    Bill sgranò gli occhi e Tom ebbe la fulminea preoccupazione che uno dei due bulbi oculari di Bill Kaulitz potesse saltare via dall’orbita e schizzare sul pavimento.

    « L’hai detto a Gustav e non a me? » Lo aveva chiesto così lentamente che Tom non aveva nemmeno pensato alla remota possibilità che alla domanda retorica del fratello non ci fosse risposta. Cioè una risposta che avrebbe impedito a Bill di arrabbiarsi oltre.

    « S.. sì? »

    E quella non era da reputarsi una domanda. Era una risposta azzardata, forse. Un’ipotetica perifrasi della sua fisica impossibilità a reggere un esame del genere.
    Stavolta fu il turno delle sopracciglia di Tom di alzarsi in modo oltraggioso, quasi a disegnare un arco perfetto ai limiti fisici ed umani della fronte. Tom sapeva quanto Bill tenesse fede al tacito patto gemellare nel caso in cui uno dei due stipulanti avesse un qualsiasi segreto da dover divulgare, e l’unica persona con cui Tom avesse mai potuto immaginare di parlare, era proprio Bill. Ma Bill odiava quando Tom sgattaiolava via dalla loro dimensione per una ragazza stupida e vuota, solo perché qualcuno dovesse pensare che davvero Tom gradisse una compagnia del genere, ma Bill odiava in misura maggiore il Tom che a tutti i costi aveva l’effettivo bisogno di accertarsi che qualcuno sapesse tangibilmente che a lui piacevano anche le ragazze. Anzi, solo le ragazze.

    « Scemo di un gemello »

    Era lo stesso motivo per cui Bill non chiedeva spiegazioni se Tom spariva per una particolare mezz’ora, e allo scoccare del trentesimo minuto, decideva di non rivolgergli più la parola per quelli che – avrebbe giurato – sarebbero stati infiniti anni.
    Se poi Tom tornava il minuto successivo al voto, la determinazione di Bill si frantumava più in fretta di quanto ci avrebbe messo il gemello a redimersi. Faceva parte del gioco.

    « Sei solo uno scemo di un gemello »

    Bill non era già più arrabbiato, e Tom aveva già ricominciato a parlare, inciampando nelle stesse parole che per la fretta non riusciva a pronunciare fluidamente.

    Bill si rilassò un poco e lasciò cadere di nuovo le spalle nella loro abituale posizione, e la sua testa si era già abbassata in segno di resa, e stava – di nuovo – solo fingendo di ascoltare le chiacchiere bisognose di attenzione che Tom gli riversava addosso, in piedi di fronte a lui e in una posizione talmente scomoda che era impossibile non donargli un briciolo d’attenzione.

    E’ il medesimo espediente che si utilizza con i bugiardi patentati.








    Note: La verità è che ormai non si sa più a chi diavolo credere. Che Tom sia uno scemo/bugiardo patentato, non è una novità, e la costante che Bill sia sempre così buono con lui, anche quando ne combina di grosse, spingerebbe chiunque a stendere un velo pietoso in faccia al suo sfigatissimo esperimento che riguarda l’ingerimento di effervescenti pillole blu. Ma giuro che non ho resistito! Tom che ciondola pucciosamente sul palco mentre ad un certo punto, qualcosa di molto grosso lì in basso, decide di catturare lo sguardo di qualunque essere umano, e se hai le cuffiette, le fan lì presenti urlano dentro le tue orecchie come nessun’altra fan sa fare, allora devi per forza costruirci un plot sopra, sudarci non poco, e riderci ancora peggio.
    Quanto al titolo, cercavo da tempo una divertente allitterazione che potesse rendere ancora più ridicolo il progetto: “quote” sta per “citazione”, in quanto a Tom viene in mente la divertente idea di incolpare qualcuno che non sia se stesso, “pointless” significa, in generale, “inutile” o più specificatamente “vano” discorso di parole vuote, e “pointsman” è da tradurre letteralmente con “deviatore” e mi riferisco all’omino che vende a Tom il farmaco. Anche se il deviatore “pointsman” non è da intendersi propriamente con il fuorviatore responsabile della shot.
    Il resto è tutto da interpretare, o da leggere in chiave altamente leggera (ma anche no!) .
    Alla prossima!
     
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  2. sara_green96
     
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    bella mi è piaciuta!!!!
     
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  3. _TrApNeSt_
     
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    Danke ^.^ Felice che ti sia piaciuta!
     
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    E secondo te la scrittura non è cosa per te... mah è perfetta questa storia, e anche un po' divertente..
    E il pezzo in cui Bill minaccia Tom di chiamare la mamma è solo fantastico e anche un po infantile xD
    Poi povero Tom, io al posto suo sarei morto di vergogna X°°°°°°°°°°°°°°°D
    E poi... e poi... beh avevo tante cose in mente da metterci nel commento, sul seri volevo commentare pezzo per pezzo perché tutto di questa shot è perfetto, ma scema come sono non ricordo più ciò che volevo scrivere XD
    Devo solo dirti che ti dovresti dedicare alla scrittura sul serio, sei brava, davvero Trap, e te lo dico di cuore
     
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  5. _TrApNeSt_
     
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    Tatuzza, io lo so che tu scherzi e quindi ci ho riso di cuore u_u Purtroppo, andando ad un liceo classico, mi capitano quei momenti in cui per puro sfogo devo scrivere per forza, e ho tante di quelle cose in cantiere che.. vabbè lasciamo stare X°D sono destinate a rimanere chiuse nel cassetto. Sono contenta che la shot ti sia piaciuta! Non è il mio forte svenarmi sul fluff, soprattutto quando si ha a che fare con il buz! Chi mi ha letta in precedenza sa che ormai mi ritrovo troppo a mio agio con il porn, e sì, lo so che sono una cosa vergognosa u_____u
    Infantile, hai detto bene! Bill e Tom sono così infantili e pucciosi da far schifo, augh!
     
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    Io sono seria, più seria di così si muore ù.ù
    Comunque lo so che non è il tuo forte, ho letto tutte le tue storie (di nascosto ovvio, perché non so mai cosa metterci nel commento, le parole non sono il mio forte ù.ù) e adoro le tue storie, un po' porno... ma questa mi ha colpita sul serio è diversa, e credo che per questo mi piace in maniera assurda...
    Comunque se hai delle cose in cantine dovresti finirle, per la gioia delle poverette come me che rimangono sempre colpita, in modo esageratamente positivo, che vogliono continuare leggere qualcosa di tuo...
     
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  7. _TrApNeSt_
     
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    Per le mie storie intendi Warum, We shout e 1000 Meere? Non ti nomino nemmeno la mia prima twincest perchè è una vergogna e mi sa che la cancellerò dalla faccia della terra x°°°°°D
    Beh, diciamo che sono in fase di sperimentazione e non escludo nulla. Sto provando un po' di tutto ma mi ci vuole tempo per stendere bene la scrittura, mi stanco facilmente XD che sfaticata che sono XD comunque sono onorata di avere una lettrice "segreta" come te *-*
     
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    Si (io amo warum, e ho ancora la speranza che ci siano nuovi capitoli... lo stesso vale per 1000 ,eere ù.ù) ma mi sa che ne ho lette di pi, tempo fa è possibile?
    Mi ricordo di una storia carinissima (mai finita tra l'altro) twincest che ho trovato tipo nelle ultime pagine della sezione fanfictions,, cominciava con Un e c'era anche di mezzo love, ma con la memoria che mi ritrovo non mi ricordo il nome >.<
    E ho letta anche una pwp, di cui come sempre non ricordo il nome, ma ricordo che è stata la prima pwp (e da ignorante che sono non sapevo cosa volesse dire, quindi sono rimasta sorpresa, stranamente e piacevolmente sorpresa)

    Ma sai quante lettrici segrete ne avrai? milioni secondo me...
    Comunque su, sperimenta che voglio leggere altre tue opere...

    Comunque ti odio si perché tu sai graficare e scrive e non è giusto, non è giusto una concentrazione di tanta bravura in una sola persona :minchia!mammavoglioillatte: :minchia!mammavoglioillatte: :minchia!mammavoglioillatte: :minchia!mammavoglioillatte:
     
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  9. _TrApNeSt_
     
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    Warum è la creatura a cui tengo di più, insieme a 1000 Meere. Entrambe le fictions sono state scritte in compagnia di due delle persone più magiche che chiunque potrebbe conoscere, la mia Manu e la mia Redda. Intimamente spero che anche Warum possa essere continuata, ma riguardo a quello non ho intenzione di rimanere ferma; anche se nè io nè Manu troviamo la forza e l'sipirazione per darle una trama, nonostante ce l'avessimo già davanti, vedrò di donarle un piccolo omaggio che spero possa far piacere alle vecchie lettrici.

    Per 1000 Meere è l'unica het che io abbia mai scritto e fa parte di una fase della mia crescita che ormai quasi non mi appartiene più. E' vecchia di già due anni e poco più, ma rimarrà per sempre nel mio cuore *-* anche perchè poi ho avuto modo di conoscere personalmente (anche se sempre via pc ç_ç) la protagonista, ovvero la ragazza che su internet avevamo scelto come personaggio principale, e questo è stato un evento davvero magico.

    Tu ti riferisci ad An Untitled Love, che è proprio la twincest che odio di più al mondo XD è troooppo vecchia e andrebbe corretta ogni due parole, senza contare che è rimasta in sospeso anche quella ç_ç l'ultimo capitolo era in fase di scrittura, ma ovviamente ho lasciato in sospeso anche quella!

    E con We Shout ho cominciato a darmi al porno, sì u.ù Dopo di quella è arrivata Warum, e non mi sono fermata più x°D

    Comunque sia sono onorata che tu abbia dato uno sguardo a tutti i miei scritti, spero che durante questa estate abbia la forza di volontà per portare a termine almeno un paio dei miei progetti in corso! <3

    (e comunque non è vero che so graficare e scrivere benissimo: semplicemente me la cavicchio, c'è sempre di meglio in giro, Tati!)
     
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    Io credo che 1000 meere rimarrà nel cuore di chiunque l'abbia letta, perché ha un non-so-che che la fa davvero speciale.

    Beh per warum spero sul serio che tu faccia qualcosa per questa storia, perché sarebbe davvero una sorpresa per noi, tue lettrici ^^

    Ma perché la odi? E' carinissima, a me è piaciuta (anche se all'inizio pensavo fosse etero, per la sezione in cui l'ho trovata XD)

    Ma su, il porno rullaH, e credimi non avrei mai pensato di dirlo un giorno XD

    Quindi, c'è una possibilità di leggere qualche altra tua opera quest'estate?????


    Beh alla fine, la grafica e la scrittura sono soggettive, io personalmente adoro le tue opere sia grafiche che "letterarie" e anche se ci sarà qualcun'altra migliore, tu puoi comunque sempre imparare cose nuove, e per me rimarrai una delle grafiche e autrici preferite!
     
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  11. _TrApNeSt_
     
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    Beh che altro dire se non grazie? *-* E' sempre bello sapere che qualcuno apprezza ciò che scrivi, e poi tu sei sempre gentilissima tatuzza ç_ç *asciuga lacrima*
    Beh sì, non appena mi libero della scuola, vedo di mettermi all'opera. Vediamo cosa ne esce fuori! Grazie ancora!
     
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  12. *HEILIG*
     
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    apro con una premessa su An Untitled Love: non è vero che la odi Ale, lei è la tua bambina,, è AUL tua figlia e la tua creatura, QUELLA è la tua storia perchè quello è il tuo inizio. La odi solo di riflesso, perchè odi non averle dedicato il tempo che avrebbe meritato e perchè da molte persone non è stata capita. La odi solo perchè è GRANDE da sola, e tu non hai più avuto la forza di mettertici faccia a faccia con quella tua storia.
    Per quanto mi riguarda, quella rimane la TUA storia, la TUA twc....dovresti riprenderla, rivederla alla prospettiva che hai ora se vuoi ( ma anche no) e finirla. E' la stessa cosa per me e Piume..............................

    Detto questo: l'idea della shot mi è piaciuta molto e anche come è stata sviluppata, con te mi aspettavo probabilmente più azione e più contatto tra loro, ma lo sai che non è a questo che guardo alla fine. E' scritta benissimo, è scritta in quel modo che ormai hai adottato e che è tuo, di sciorinare concetti più che immagini, dscrizione con ricerca di termini tutti tuoi, che devo dire la verità, non mi fa sempre impazzire, perchè io sono diversa e lo sai, ma che però caratterizza quello che scrivi. Una volta ingranata la prospettiva, riesco a farmi condurre dove vuoi.

    E' una OS per niente facile, come il resto di quello che scrivi. Questo è il suo e tuo migliore aspetto, la rende superiore a tante cose, anche all'origine dell'idea e a quello che ha combinato Tom; rendere diverse le cose scrivendone, è un talento ;)

    Scrivi, dannazione.....................s c r i v i ! ! ! ! ç_ç
     
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  13. •. Sonija
     
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    Ma ciccia sei un G E N I O! *_____________*
    Tolto il fatto che tu scriva benissimo, è davvero originale; magari ho travisato alcune cose, ma il bello di una lettura piacevole secondo me è anche questo; fare tua una parte della storia e trastullarti la mente stuzzicando la fantasia.
    SPOILER (click to view)
    Piuttosto che finire il disegno avrei dovuto leggerla subito *ç*

     
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  14. _TrApNeSt_
     
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    Intanto sto gongolando.
    E poi, Simo, non è che la odio. Più che altro, ecco, fa parte di una fase piuttosto immatura della mia vita, e si può praticamente dire che nemmeno li conoscevo, i TH. Non ci si può permettere di fare la loro conoscenza, e poi scriverci una twincest all'istante. Solo questo, ecco. Non so se la rivedrò, ma comunque NON puoi mettere a confronto AUL e Piume, tesò. Non farlo XD

    Riguardo alla shot: gongolo proprio perchè so che ti è piaciuta, e so che eri una delle poche persone capace di leggerla. E gongolo il doppio, perchè non essendo nel mio stile il fluff e il decisamente assente contatto fra i due, posso dire che questo esperimento sia quasi pienamente riuscito. Quasi, perchè so che avrei sicuramente potuto allungarla e renderla poco più articolata. Ma in fin dei conti l'ho quasi scritta solo per sperimentarla su gente che so l'avrebbero letta, come te.
    Del modo in cui l'ho scritta, beh, non lo so se è una buona cosa o meno. Dipende se il concetto, piuttosto che l'immagine, arriva a chi la legge. Ma in fondo ho sempre seguito anche il consiglio di Reds, e sto scrivendo per me e solo per me, senza guardare i commenti o i commentatori. Stavolta l'ho fatto, ma solo perchè ci sei tu, e che sia tu a commentare positivamente me, qualcosa di buono deve pur voler dire, no? *-*

    Per il contatto fra i due: è un esperimento anche quello, ci sto ampiamente lavorando su. E mi piaaace.


    Grazie anche a te Soniè *-* dimmi senza problemi quello che hai travisato, così te lo spiego XD
     
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  15. Augenblick.
     
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    Io dovevo leggere cazzen!
    Entro stas lo faccio :*
     
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21 replies since 28/5/2010, 20:30   593 views
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