Do Your Own Choices

[NC17]- Twincest Not Related - Romantico, Angst, Lemon... e il resto ve lo leggete negli avvisi xDDD

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  1. barby's
     
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  2. *ValeryVampire*
     
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    ehilà!!!
    riemergo dall'oltretomba, scusateee

    comunquemì, sono allegra perchè oggi ho finito il chappolo, sono 7 pagine piene e le posterò domani dopo le 17 (perciò magari lo troverete di sera, dipende se ho il pc libero)...

    il prossimo chappy ancora credo che lo posterò un po' prima perchè so già che scrivere, perciò non credo che vi farò aspettare molto..

    scusate ancora la TROPPAAAA attesaaa...
    a domaniiii!!!
     
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  3. Pink Sniper96
     
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  4. *ValeryVampire*
     
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    eccomi come promesso, ecco il chappolo numero 29...

    il 30 l'ho già cominciato^^


    scusate ancora per la lunghissima attesa ma ora il risultato del capitolo mi gustaV abbastanza^^


    Buon San ValentOne a le pulzelle fidanzateeeee xDDD



    Capitolo Ventinove
    DIVAH



    -Dove mi porti? – domandò Eva con una vocina innocente, quasi come quella di una bambina.
    -Sono quasi le 9.00, vuoi andare da qualche parte o vuoi che ti porto già a casa? Per me è uguale … - rispose Andreas mentre le apriva la portiera della macchina per farla salire.
    -Andiamo a casa, caso mai usciamo oggi pomeriggio. Ok?
    -Perfetto! – commentò il biondo mettendo in moto l’auto e sfrecciando verso casa.
    Andreas la guardò di sbieco mentre l’altra osservava il paesaggio fuori dal finestrino, spense la radio e sospirò mentre lei socchiudeva gli occhi sbadigliando.
    -Hai sonno? – le chiese lui.
    -Un po’. Non ho dormito molto, ero agitata e non ho quasi chiuso occhio stanotte … Ma sì, non importa!
    Il biondo sorriso continuando a guidare con calma verso casa, la osservava di sbieco ogni tanto.
    Era così bella …

    -Non è cambiata per niente! – esclamò Eva mentre entrava nell’attico facendo un giro di perlustrazione generale.
    -No, era bella così com’era … e poi, non so … Questa casa sa di te.
    Eva sorrise mentre si affacciava alla finestra che dava sul mare, vedeva le navi attraccare al porto e le macchine viaggiare nella strada sottostante.
    -È così bello qui. - mormorò lei socchiudendo gli occhi e respirando l’aria salmastra.
    -È così bello che tu sia qui. – disse l’altro mentre l’abbracciava da dietro poggiandole il mento sulla spalla e le mani poco più sopra l’ombelico ornato dal piercing.
    Lei prese le sue mani tra le proprie sospirando felice, era contenta di essere lì con lui. In qualche strano modo si sentiva al sicuro, anche se non aveva di certo dimenticato il dolore che le aveva inflitto solo qualche mese prima.
    Socchiuse gli occhi rilassandosi tra quelle braccia robuste e abbandonò la testa sulla sua spalla mentre inspirava il profumo maschile e forte del suo collo. Sciolse l’abbraccio e si voltò verso di lui. Levò la mano sinistra sul suo viso e accarezzò delicatamente la sua guancia mentre si avvicinava titubante alle sue labbra, indecisa sul da farsi. Non lo baciò.
    Si ritrasse lentamente e guardò in basso mentre sentiva le guance imporporarsi di un lieve imbarazzo, tossicchiò e si allontanò da lui informandolo che sarebbe andata a riposare.
    Entrò nella stanza da letto che avevano condiviso l’anno prima e si spogliò riponendo accuratamente i vestiti sulla sedia, rimase con solo i fuseaux indosso e una t-shirt dei Led Zeppelin che si era portata dietro nel borsone.
    Si coricò sul letto sdraiandosi su un fianco dando le spalle all’ampia finestra, poggiò la testa sul cuscino bianco creando un netto contrasto con il nero corvino dei capelli sparsi su esso.
    Allisciò con una mano il tessuto davanti a sé e stette in silenzio ad ascoltare il proprio respiro poi alzò lo sguardo quando vide Andreas entrare nella stanza con passo leggero.
    -Posso? – domandò sulla soglia stendendo le labbra in un timido sorriso.
    -È camera tua, mi sembra scontato! – esclamò battendo una mano sul materasso come ad incitarlo a raggiungerla.
    Il biondo non si fece di certo pregare due volte e così la raggiunse sedendosi sul letto davanti a lei, si guardarono per un lungo istante senza dirsi nulla e lui le scostò una ciocca di capelli da davanti al viso.
    -Ho paura di toccarti … - mormorò guardando le lenzuola bianche per non incontrare i suoi occhi – Ho paura che tu abbia perso fiducia in me.
    -Se l’avessi persa non sarei qui, ora, e tanto meno avrei risposto ai tuoi messaggi e alle tue telefonate. – rispose lei con calma guardando i suoi occhi blu.
    Eva si strinse ancora di più alle lenzuola e continuò a rimirarlo senza dire nulla, vide una lacrima nascere dai suoi occhi, crescere sulla pelle candida della sua guancia e morire silenziosamente sopra la coperta.
    Allungò una mano sul suo viso e lo accarezzò delicatamente mentre Andreas incrociava il suo sguardo. Prese le sue mani e le baciò.
    -Non eri tu quello che mi ha fatto del male, tesoro, tu sei sempre stato e sempre sarai l’unica persona in grado di salvarmi da me stessa. Non sei tu che temo.
    Andreas si fece più vicino e prese il suo mento tra le dita esercitandovi sopra una leggera pressione arrivando a toccare anche il labbro inferiore.
    -Non c’è giorno che passa in cui non penso allo schifo che ho fatto, al dolore che ti ho fatto provare. Sono convinto che avrò la giusta punizione prima o poi. – disse mentre le lacrime prendevano il posto dei sorrisi.
    -C’è ancora tempo per farsi perdonare, Andreas … Per favore, non pensarci più, voglio godermi questo week-end come ai vecchi tempi. Niente preoccupazioni e niente strascichi amorosi, no?
    Andreas annuì e si asciugò le lacrime con un fazzoletto di carta che aveva in tasca, si voltò per guardare il sole fuori dalla finestra e poi per tornare ad ammirare la mora.
    -Diventi più bello ogni giorno che passa, Bill …
    La mora sorrise senza troppo entusiasmo e, prendendo una sua mano fra le proprie portandosela sul petto, disse:
    -Chiamami solamente Eva, ora.
    Andreas sgranò gli occhi per un istante e poi la fissò senza dire nulla, lei prese la sua mano e se la portò vicino alla bocca posando un lieve e delicato bacio sulle nocche screpolate.
    La mora continuò a non parlare limitandosi a guardarlo con curioso interesse e anche con una punta d’imbarazzo, il biondo accennò un piccolo sorriso dolce e si chinò per baciarle la fronte.
    Eva si accucciò e posò la testa sulle cosce di Andreas guardandolo dal basso verso l’alto con un’espressione indecifrabile impressa sul volto femminile, attese una sua carezza e corrucciò un po’ le labbra come per pretendere un bacio.
    -Non c’è nessuna differenza per te? – domandò lei chiudendo gli occhi mentre si abbandonava alle cure del biondo.
    -Non devi nemmeno farmi una domanda così stupida … Eva.
    Lei sorrise e aprì gli occhi allungando una mano verso il suo viso tirandolo a sé per baciarlo intensamente. Richiuse gli occhi e dischiuse le labbra andando subito a cercare la lingua di Andreas che ci giocò senza esitazioni, si portò in avanti sorridendo sulla bocca della mora e l’abbracciò forte.
    -Ti amo … - mormorò lui sdraiandosi sul letto insieme a lei.
    Eva ricambiò l’abbraccio nascondendo il viso nell’incavo del suo collo, facendosi stringere così tanto da non capire quasi dove finisse il proprio corpo e dove cominciasse quello di Andreas.
    -Anche io, Andre…
    Chiuse gli occhi e si addormentò tra le sue braccia facendosi cullare dal suo respiro calmo e toccare dalle sue mani calde e lisce che si erano arpionate ai suoi fianchi con un pizzico di possessività.
    Le stessa mani che le avevano procurato grossi lividi scuri sulla pelle ora la sfioravano come se fosse stata un fragile oggetto di cristallo e quelle labbra morbide che l’avevano morsa fino a farle uscire sangue ora scorrevano delicate sul suo viso come per assaporare ogni singola cellula della sua epidermide.
    Andreas, intanto che la cullava dolcemente, ripensava all’anno prima …

    Era la fine di agosto quando entrambi erano partiti insieme fino ad Amburgo all’insaputa di Alexis e avevano solamente quattro giorni per stare insieme ventiquattro ore su ventiquattro.
    Sul viso di Bill vi era solo l’entusiasmo e la gioia che si prova quando si raggiungono i vent’anni, pareva che non vi fossero tracce di malinconie e tristi strascichi amorosi alle spalle.
    Era tutto così spontaneo e vero; accanto a lui, Andreas, si sentiva così giovane e fresco. Non che non lo fosse, ma il matrimonio con Alexis gli faceva pesare troppe responsabilità sulle sue spalle robuste.
    Con Bill, invece, sembrava di volare. Era come se non vi fossero problemi, non c’era una routine, tutto era come una scoperta e lui si sentiva curioso come un bambino; bramava scoprire ogni minimo dettaglio che era quella meravigliosa opera d’arte che era Bill Trumper.
    Era un’esperienza interessante persino fare la spesa insieme a lui … Era così pieno di sfaccettature e dettagli che a volte si domandava se fosse umano. Bill non era solo un uomo, era anche una donna. Dentro di lui c’erano due entità ben distinte ma altrettanto fuse tra loro da aver creato ciò che era.
    Era quello che lo attraeva maggiormente …
    Non aveva mai conosciuto né visto una persona simile prima di lui.
    Persino nei gesti più banali e nelle piccole cose che spesso la gente non nota nemmeno aveva una sua particolarità.
    Bill era quello che quando andava al bar ordinava il latte macchiato anziché il cappuccino perché gli piaceva di più il nome.
    Era quello che al supermercato si comprava gli assorbenti e una volta al mese per tre giorni li indossava come se ne avesse avuto realmente bisogno.
    Era strano ma per lui era la normalità, non ci si annoiava di certo con uno così.
    Era la donna dei suoi sogni e il suo migliore amico nello stesso corpo perfetto.
    La persona che lo guardava negli occhi mentre facevano l’amore e la stessa che subito dopo desiderava fumarsi un po’ d’erba per concludere l’estasi del momento …
    Avrebbe voluto non abbandonarla mai più ma ora aveva la sensazione che non sarebbe durata più come aveva sperato.
    Sentiva che il ti amo che gli aveva sussurrato non era così sincero ma lo metabolizzava come se fosse stato vero.
    Voleva solo proteggerla …


    -Guarda che belli quei jeans! – esclamò Eva davanti alla vetrina di un negozio firmato mentre attraversavano le vie del centro mano nella mano.
    -Dai, entriamo e provali – la incitò Andreas per accontentarla nonostante fosse “leggermente” stanco dopo una maratona di shopping di almeno quattro ore.
    -Sicuro? – chiese lei facendo gli occhioni dolci (che risolvevano sempre tutto, o quasi).
    -Ok, ma a patto che questo è l’ultimo! – rispose sorridendo.
    -Promesso!
    Varcarono la soglia della boutique ed Eva chiese subito alla commessa di mostrarle la sua taglia per poterli provare.
    Era una ragazza molto carina ma pareva una di quelle riccone con la puzza sotto il naso e armate di una spietata e finta gentilezza. Portava dei lunghi capelli scuri e un tailleur di Armani gessato che l’avvolgeva t notalmente, il tutto completato con un foulard di Louis Vuitton al collo.
    -Tenga, i camerini sono di là. Se ha bisogno mi chiami pure!
    Eva agguantò i jeans come fossero un tesoro di inestimabile valore e si portò dietro Andreas (che sembrava un ammasso informe di buste provenienti da qualsiasi tipo di boutique o negozio).
    Tirò la tenda del camerino e si tolse gli stivali e i fuseaux appoggiandoli alla sedia, prese i jeans nel verso giusto e li indossò lentamente con una sorta di batticuore in corso.
    Una volta chiuso anche l’ultimo bottone si guardò allo specchio più affranta che mai …
    -Come vanno i jeans, signorina? – domandò la voce irritante della commessa fuori dal camerino.
    -Mi si vede il pacco! – esclamò quasi furiosa guardandosi allo specchio.
    -Come prego? – chiese perplessa la ragazza.
    -Ho detto che mi si è … incastrato il tacco! – rise istericamente Eva sbottonandosi i jeans con noncuranza e li appoggiò ad un attaccapanni.
    Sentì il rumore degli anelli della tenda spostarsi sopra il tubo in metallo e poi un braccio invadente infilarsi nel camerino.
    -È occupato! – sbottò la mora coprendosi istintivamente tra le gambe.
    -Amore, sono io … - rise Andreas infilando anche la testa nello spogliatoio. – Provati questo, per favore. – disse porgendole un abitino bianco.
    -Ma Andy!! È brutto! – sbottò mentre lo squadrava.
    -Dai, provalo per fare contento Andiuccio tuo! – sbatté le palpebre più volte mentre imbronciava le labbra in un’espressione irresistibile.
    -E va bene! Ma non farmi più il labbruccio e tanto meno quella faccia! – disse richiudendo la tenda e levandosi anche la t-shirt.
    Sbottonò il vestito e lo indossò lentamente guardandosi allo specchio.
    Una volta abbottonato e sistemato si osservò di nuovo, sta volta sotto una luce diversa.
    Il vestito le cadeva perfetto sul suo corpo: disegnava i fianchi con una sensualissima curva,stringeva la vita rialzandole anche il seno piccolo e sodo, metteva in mostra le lunghe e magre gambe e il sedere così messo in evidenza sembrava volesse dire “guardami”.
    Il gessato nero e sottile del vestito rendeva meno bianco l’abito e in più la fascetta di raso nero metteva ancora più in risalto i piccoli seni tondi, ma la cosa più importante era che il suo Segreto era ben nascosto e insospettabile tra le sue gambe.
    -Allora, come ti sta? – domandò Andreas aprendo leggermente la tenda.
    Eva si voltò portandosi indietro una ciocca di capelli scuri e sorrise sghemba poggiando una mano sul fianco come fanno le top model durante la sfilata.
    -Tu che ne dici? - domandò.
    -Sei … una favola! – disse a mezza voce intanto che i suoi occhi vagavano su ogni sua parte del corpo.
    Eva si voltò tornando a guardarsi allo specchio sistemandosi i capelli e il seno, poteva vedere Andreas dietro di lei fissarle indecentemente il culo.
    -Solo che mi sembra tanto per “grandi occasioni”. Insomma, io non è che faccio poi molto lì a Berlino.
    -P-r-e-n-d-i-l-o! – scandì Andreas come se fosse stato ipnotizzato – Ti porto fuori a cena stasera, in un ristorante di lusso. Fine della storia. Ah, e il vestito torna a casa con noi!
    Eva rise e richiuse la tenda per cambiarsi e poi uscire di lì con l’ultima borsa in mano e il pensiero dell’imminente serata ben piazzato in testa.


    -Ma dove hai intenzione di andare? – domandò Eva mentre si versava un bicchiere di latte di soia nel bicchiere di vetro.
    Andreas alzò lo sguardo su di lei e rispose sorridendo:
    -In un ristorante di lusso in centro, no? Non era quello che desideravi qualche anno fa?! Ricordo ancora quando mi dicesti che avresti voluto cenare in un posto lussuoso e farti ammirare da tutti come una diva … Stasera soddisferai il tuo ego e il tuo desiderio!
    Eva si voltò appoggiandosi al ripiano della cucina con le braccia conserte, posò il bicchiere vuoto nel lavandino e si portò indietro i capelli con una mano.
    -Ricordi proprio tutto, eh! – si avvicinò ad Andreas stampandogli un rumoroso bacio sulla guancia – Allora, lascio tutto nelle tue mani io però vado a farmi splendida per te perciò non osare mettere nemmeno l’alluce in bagno. Chiaro? – disse con voce bassa.
    -Ricevuto!
    La mora raccattò tutto quello che poté e si chiuse a chiave in bagno mentre sentiva Andreas parlare al telefono, aprì il rubinetto della vasca puntando il miscelatore sull’acqua bollente e aspettò che si riempisse.
    Nel frattempo si spogliò davanti allo specchio e raccolse i capelli – ormai lunghi una spanna sopra il sedere – in una crocchia scomposta, preparò l’accappatoio e si sedette sul bordo freddo immergendo una mano nell’acqua per controllarne la temperatura.
    Decise di immergercisi, l’acqua le sfiorava la vita stretta e le riscaldava il corpo nudo come un abbraccio bagnato; chiuse gli occhi e si rilassò poggiando la nuca sul bordo per non bagnare i capelli corvini.
    La voce di Andreas raggiunse ovattata le sue orecchie, sapeva che era lì dietro il legno massiccio della porta scorrevole.
    -Ho prenotato per le 21.00, l’ora in cui c’è più gente. Così potranno guardarti tutti …
    -Ok, tesoro, grazie! – disse a voce alta continuando a tenere gli occhi chiusi.
    Fece scivolare le mani sul proprio corpo per accarezzarsi, strinse i propri seni – che erano leggermente cresciuti regalandole quasi una seconda piena - e si sfiorò l’inguine caldo facendo finta di non avere ciò che in realtà possedeva.
    Rabbrividì per un istante quando le proprie dita affusolate vennero a contatto con la sua apertura e poi si decise a riaprire gli occhi, afferrò una spugna e la coprì di bagnoschiuma alla mandorla per poi sfregare la sua pelle già liscia.
    Sentiva il profumo forte provenire dalla sua pelle e dopo qualche minuto stappò la vasca e si sciacquò con il doccino levandosi di dosso tutta la schiuma.
    Si alzò e si mise in piedi su un tappeto azzurro chiaro sgocciolando tutta l’acqua che aveva addosso e poi indossò l’accappatoio violetto che le aveva comprato nuovo Andreas qualche giorno prima, si sedette sull’asse del water armata di spazzola e si pettinò i capelli con cura.
    Ripeté il gesto per qualche tempo finché non si sentì asciutta, subito dopo si alzò e rimase nuda davanti allo specchio spalmandosi la crema idratante per il corpo sulle gambe, sul seno e sui fianchi.
    Spruzzò un po’ del suo profumo preferito – Chanel N° 5, pare ovvio – sul collo, sui polsi e nell’incavo tra i due seni e indossò la biancheria intima nera composta da un perizoma nero di pizzo e un reggiseno coordinato senza spalline.
    Continuò a squadrarsi di fronte all’ampio specchio e prese i trucchi dal borsone : stese un leggero ombretto color carne sulla palpebra, tracciò una linea sottile di eyeliner nero terminando con una leggera punta verso l’esterno, colorò le ciglia con un mascara volumizzante e disegnò le labbra con una matita rosso mattone della stessa tonalità del rossetto che aveva scelto. Sugli zigomi e sulla pelle coperta da un leggero strato di fondotinta spennellò un po’ di cipria e di phard; a make-up completato si dedicò ai capelli: cotonò alcune ciocche formando il “drago” e poi arricciò leggermente i capelli rimasti sciolti con il ferro rovente.
    Era passata più di un’ora e si erano quasi fatte le 20.15, così si diede l’ultima spruzzata di profumo e indossò finalmente il tubino bianco gessato ed un copri spalle di raso nero che aveva quasi la stessa fantasia tono su tono delle decollété di 12 centimetri.
    Si osservò per l’ultima volta e poi uscì finalmente dal bagno.
    Andreas se ne stava davanti all’armadio in boxer scegliendo l’abbinamento giusto per quella serata, si voltò sgranando gli occhi quando la vide fare il suo ingresso in camera da letto.
    -Sono o non sono una DIVAH? – domandò con un sorriso abbagliante.
    -Sei … sei una meraviglia! – esclamò con la bocca spalancata.
    -Grazie! Ma tu? Che ti metti? Non mi far sfigurare!
    Il biondo la trascinò per un braccio e la portò accanto a sé davanti all’armadio stracolmo di vestiti di ogni genere.
    -Sbizzarrisciti. – disse senza nessuna particolare nota nella voce profonda mentre si sedeva sul bordo del letto appoggiando i gomiti alle ginocchia.
    Eva stette una manciata di minuti ad osservare gli abiti appesi e poi, continuando a stare in silenzio, scelse un jeans molto stretto che pareva un pantalone classico, una t-shirt bianca con delle sfumature grigie e una giacca scura non troppo formale.
    Così, a scelta terminata, Eva si guardò allo specchio mentre Andreas si vestiva con calma, dopodiché si tirò indietro i capelli biondi spettinandoli. La mora lo avvicinò e guardò le loro figure riflesse: alti, pallidi, vestiti perfetti … praticamente il meglio.
    -Possiamo andare? – domandò lui prendendola per mano.
    La mora non rispose, uscì dalla camera indossando il trench nero e prese la sua borsa Gucci attendendo Andreas per uscire dall’attico.

    Circa mezz’ora dopo, intorno alle 21.10, Andreas ed Eva fecero il loro trionfale ingresso nel ristorante francese di ultra lusso destando per un momento l’attenzione di quasi tutti i commensali.
    Parevano due star di Hollywood con quel portamento e con il loro charme, un cameriere si avvicinò al biondo domandandogli con quale nome avessero prenotato mentre la mora se ne stava ferma come un manichino dietro di lui stringendo le dita intorno al manico della borsetta.
    Vennero poi scortati dal cameriere stesso verso un tavolo per due non troppo appartato, entrambi camminarono lenti e il ragazzo prese le giacche dei due per portarle al guardaroba.
    Si sedettero l’uno di fronte all’altro nel tavolo quadrato, le lunghe tovaglie color panna toccavano quasi il pavimento e al centro vi era un basso centrotavola fatto di rose rosse e candele, le luci di tutto il locale erano soffuse e donavano un’atmosfera quasi sensuale.
    -Ti piace qui? - domandò Andreas sorridendo sghembo mentre si appoggiava allo schienale della sedia.
    -Tu cosa credi? – ribatté allungando una mano sulla sua punzecchiandola con le unghie.
    -Che lo scoprirò stasera, non è così?
    Eva sorrise maliziosa, sostituendo la risposta con quel gesto; il colore del rossetto metteva ancora di più in risalto i denti bianchi e perfetti, quella sera sembrava una dea e il solo pensiero che tutti gli occhi erano puntati su di lei quasi lo eccitava. Il fatto che lui poteva vantare di averla – quasi – tutta per sé era una sensazione stranamente appagante, sentiva l’orgoglio aumentare secondo dopo secondo.
    Eva si levò anche il copri spalle, mettendo in mostra la sua schiena perfettamente pallida e sinuosa, le scapole fuoriuscivano ad ogni movimento mettendo in rilievo la sua magrezza non troppo eccessiva.
    Non sapeva più nemmeno lui cosa guardare per primo, se la sua bocca carnosa che avrebbe desiderato avere su di sé anche in quell’istante oppure se osservare il suo seno tondo strizzato nell’abito candido. La sua pelle pallida aveva assunto un colorito quasi dorato alla luce delle candele e i suoi occhi sembravano più ambrati del solito, i capelli neri appoggiati sulle spalle le donavano un’aria quasi sofisticata.
    Era come un prodotto pregiato in un certo stupido senso, era un diamante raffinato che aspettava solo di essere abbinato nel modo più giusto per creare il gioiello più meraviglioso.
    Più la guardava e più delirava …
    -La smetti di fissarmi?! Mi metti in imbarazzo! – disse Eva a bassa voce sfiorando con la punta della scarpa la caviglia del biondo.
    -Scusami, è che sei bellissima stasera. – rispose Andreas con calma mentre vedeva in lontananza il cameriere raggiungerli.
    Il ragazzo si accostò al tavolo con un piccolo block notes giallino tra le mani e una penna biro consumata, sorrideva svogliatamente perché probabilmente era stanco e non vedeva l’ora di finire la serata.
    -Allora avete deciso? – domandò in modo cordiale guardando i due per un momento.
    Eva annuì elencando, con il menù tra le dita, i piatti da lei graditi seguita subito dopo da Andreas; il ragazzo, così, torno indietro e portò cinque minuti dopo la bottiglia di vino rosso francese che avevano ordinato e lo versò in due calici di cristallo.
    -A cosa brindiamo? – domandò Eva portandosi il calice vicino alle labbra.
    -A me, a te, al fatto che tu sia qui nonostante tutto e che ti amo … - disse sorridendo – E dimmi che sono tenero e che mi merito un bacio! – rise.
    Eva si sporse fino a lui facendo attenzione a non urtare piatti, candele, bicchieri e fiori e lo guardò negli occhi azzurri carezzandogli una guancia.
    -Amore come sei tenero! Ti meriteresti un bel bacio su quelle bellissime labbra sensuali. – mormorò appoggiando le proprie su quelle di Andreas ed unendole in un dolce bacio.


    Circa una bottiglia di vino rosso e mezzo dopo, che equivalse a circa cinquanta minuti dopo, le guance di Eva avevano assunto un adorabile colorito rossastro e i suoi occhi si erano leggermente assottigliati.
    -Tu sei ubriaca! – rise Andreas nel pieno delle sue facoltà mentali nonostante gli svariati bicchieri di vino che si era scolato insieme a lei, ma si sapeva che la mora reggeva poco l’alcol.
    -Non è vero! – ribatté Eva con una credibilità pari allo zero assoluto e una voce alquanto strascicata e roca intanto che, sotto al tavolo, si sfilava le alte decollété rimanendo a piedi nudi.
    -Non riesci nemmeno a guardarmi negli occhi mentre parlo! – esclamò il biondo poco prima di sentire la punta del piede di Eva sfiorargli l’inguine con insistenza.
    -Ma riesco sicuramente a farti eccitare lo stesso, tesoro … - disse a bassa voce con uno sguardo quasi felino – In questo momento, se potessi, m’inginocchierei in terra e te lo prenderei in bocca.
    Aprì le labbra passandovi la punta della lingua sopra e posò la punta del piede dietro ai suoi testicoli tornando su a premere sull’interno coscia.
    Dalle labbra rosee di Andreas sfuggì un gemito e spostò il piede della mora che, senza perdere tempo, lo appoggiò di nuovo sul suo sesso.
    -Per favore smettila o qui finisco male. – sussurrò come fosse stata una preghiera.
    Eva rispose con un sorriso di scherno, si stava divertendo e non le andava proprio di fermarsi proprio all’inizio del gioco.
    Fece più pressione con la pianta del piede tra le sue gambe e lo mosse leggermente su e giù con dei movimenti circolari e lenti.
    Andreas stava tentando in tutti i modi di scansarsi il piede di dosso ma non vi fu ragione di farla smettere, più lui s’infastidiva e più lei continuava a provocarlo.
    -Smettila dai! – sbottò.
    -Tu non vuoi che io smetta, non è cosi? – ribatté lei con il tono di voce molto roco e basso.
    -No, voglio che la smetti e basta …
    -Non è vero! – rise lei. – Se dici che non è vero giuro che la smetto.
    -E va bene – borbottò – non voglio che smetti.
    Eva rise ancora e levò il piede dal suo inguine e lo rimise nelle scarpa senza poi dire una parola. Continuava a fissarlo con un’espressione furba e brilla allo stesso tempo, osservò tutti i suoi movimenti e i più piccoli gesti finché – esasperato – non le chiese.
    -Cosa c’è?
    -Guardavo, non posso? Sei così bello stasera che mi verrebbe voglia di incatenarmi a te.
    Andreas la guardò divertito e ascoltò qualche frase senza senso che usciva leggiadra e roca dalle sue labbra rosse e ben disegnate.
    -Sei quasi più educata quando sei ubriaca, a volte parli come uno scaricatore di porto!
    -Solo quando facciamo sesso violento – protestò mentre beveva l’ultimo sorso di vino bianco.
    -No, in qui momenti sei ancora peggio ah ah ah!
    -Non provocarmi o continuo il giochetto di prima – lo ricattò – e stavolta, giuro, non mi fermerei nemmeno se ti venissi nei boxer.
    Il biondo alzò un sopracciglio come in segno di finto stupore e si avvicinò a lei per sussurrarle qualcosa all’orecchio.
    -Ricordati che potrei fare la stessa cosa anche io e non ti farei nemmeno venire ma ti farei uscire dal ristorante con il palo dritto sotto la gonna. Tu che ne pensi?
    Eva sgranò gli occhi e si sciolse in un’adorabile sorrisino zuccheroso, gli cinguettò qualcosa per farlo intenerire e continuò a giocare con le punte dei suoi boccoli.
    -Amore, che dici se andiamo a casa? – domandò lei pigolante attendendo una risposta.
    Così, quando il biondo si fece strada tra i tavoli pieni di ricconi per andare a pagare il conto salato, Eva attendeva sull’uscio con una posa statica da far invidia ad un manichino.
    Ricambiava gli sguardi che gli venivano lanciati con superiorità e superbia, si sentiva quasi come un oggetto intoccabile e raro.
    Forse era una delle poche volte il cui si sentiva realmente in pace con se stessa nonostante avesse qualcos’altro fra le cosce lunghe e snelle.
    Stringeva tra le dita la borsetta e prese a braccetto Andreas quando la raggiunse per scortarla fino alla macchina.
    -Ti sei divertita? – le domandò lui stringendole possessivamente i fianchi stretti e sensuali.
    Eva si guardò in giro, si fermò per un istante piazzandosi di fronte a lui ed incrociò le braccia dietro al suo collo candido.
    -Credo che lo scoprirai più tardi se mi sono divertita o no …
    E detto ciò chiuse gli occhi e incontrò le labbra umide di Andreas come una ragazzetta innamorata per la prima volta …


    Note ...

    e bene sì, sono riuscita a postare !!!
    spero che il capitolo vi sia piaciuto perchè non mi è stato molto semplice scriverlo, avevo poca ispirazione...
    diciamo che boh, volevo sottolineare un po' tipo le differenze economiche anche tra Andreas - Tom... tutte cose che il cornuto non può permettersi etc...
    XD
    e poi, boh, vedrete il prossimo...


    Eva vi confondee??


    un bacione one one a tutteeeeeeeeeeeee :ècosìbellochemitraumatizzo:
     
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  5. barby's
     
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    sono decisamente confusa, non capisco quel"ti amo", non capisco tutto questo feeling, probabilmente Eva è legata ad Andreas perchè la fa sentire una principessa, ma c'è qualcosa che mi sfugge ... aspetto il prossimo per capire qualcosa in piu'
     
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  6. *ValeryVampire*
     
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    CITAZIONE (barby's @ 14/2/2011, 19:36) 
    sono decisamente confusa, non capisco quel"ti amo", non capisco tutto questo feeling, probabilmente Eva è legata ad Andreas perchè la fa sentire una principessa, ma c'è qualcosa che mi sfugge ... aspetto il prossimo per capire qualcosa in piu'

    Vi ho messo nei casini...

    però magari più avanti si capirà qualcosa in più^^ xDDDD


    grazieeeee milleee ^^ <3<3<3<3
     
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  7. Pink Sniper96
     
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    Concordo con Barby's , sembra quasi che sia più a disaggio Andreas che Eva e poi mi è sembrato che Eva si stesse solo divertendo con lui e che Andreas se ne fosse accorto...Diciamo che la differenza di monete si nota ma spero non sia questo ad influenzare le scelte di Eva .Aspetto il prossimo capitolo image
     
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  8. *ValeryVampire*
     
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    CITAZIONE (Pink Sniper96 @ 15/2/2011, 13:39) 
    Concordo con Barby's , sembra quasi che sia più a disaggio Andreas che Eva e poi mi è sembrato che Eva si stesse solo divertendo con lui e che Andreas se ne fosse accorto...Diciamo che la differenza di monete si nota ma spero non sia questo ad influenzare le scelte di Eva (IMG:http://i26.tinypic.com/15wyr60.jpg) .Aspetto il prossimo capitolo image

    metterò alcune riflessioni nei prissimi capitoli che chiariranno sicuramente qualcosa^^

    spero che non mi abbandonereteeeeeeeeeeee ci sarà un lieto fineeeee prima o poi XDDD
     
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  9. barby's
     
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  10. *ValeryVampire*
     
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    grassieeeee^^
     
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  11. Pink Sniper96
     
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    up up up image
     
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  12. *ValeryVampire*
     
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    ragazzuoleee mieeeee ^^

    buone notizie, il capitolo 30 è quasi completatooo!!
     
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  13. barby's
     
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    CITAZIONE (*ValeryVampire* @ 24/2/2011, 21:19) 
    ragazzuoleee mieeeee ^^

    buone notizie, il capitolo 30 è quasi completatooo!!

    :ossì:
     
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  14. *ValeryVampire*
     
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    =)
     
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  15. *ValeryVampire*
     
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    waaaaaaaaaaaaaaaaaa ho finito il capitolo 30!!!!!

    sono 12 pagineee xDD
    domani lo posto nééé =))
     
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1342 replies since 26/5/2010, 18:18   13992 views
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