Do Your Own Choices

[NC17]- Twincest Not Related - Romantico, Angst, Lemon... e il resto ve lo leggete negli avvisi xDDD

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  1. *ValeryVampire*
     
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    CITAZIONE (barby's @ 28/12/2010, 16:09) 
    Non mi ero accorta del post :wacko:
    Quel "ti amo" ormai aleggia nell'aria da un pò, ma entrambi sono vittime delle loro paure e fragilità ... si stanno frenando ... Eva sta affrontando un percorso molto delicato per l'affermazione di se stessa, un cambiamento radicale e non ha la concentrazione giusta per capire ciò che sente veramente ... Tom probabilmente sarà a fare il primo passo, lui è ormai pronto ad ascoltare il suo cuore, si capisce dalle mille attenzioni che dedica ad Eva ed al suo corpo ... ma amare spesso non è facile

    avrei dovuto avvisarvi prima che avrei postato!! >.<
    ma ieri non ci ho fatto caso, l'ho finito e ho postato xDDD


    ...Hai colto esattamente le sensazioni di loro due, le emozioni e i sentimenti... già già... nei prossimi ci sarann novità^^

    grazie mille per tuttoooo <3<3<3<3<3 un bacioneeee
     
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  2. Pink Sniper96
     
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    CITAZIONE
    Era quasi tentato ad avvicinarsi a lei ma lui aveva Eva e questo gli bastava e avanzava, anche se spesso il suo comportamento si lasciava parecchio a desiderare.

    povero,lui tutto fedele mentre Eva....
    CITAZIONE
    subito dopo si levarono alcuni urli e fischi da parte dei ragazzi presenti nel locale e non poté fare a meno di sorridere compiaciuto al pensiero che tutto quel ben di Dio apparteneva solamente a lui (o almeno era quello che credeva).

    mi fa sempre più pena,lui l'ama veramente ç__ç
    CITAZIONE
    Voltò il viso e si guardarono negli occhi per un istante ma aveva paura di farsi leggere dentro da lui perciò guardò in basso e si limitò a sorridergli.

    sta crollando sotto il peso dell sue colpe U__U
    CITAZIONE
    -Con me non ti devi vergognare, lo sai…- proferì Tom con un tono autoritario ma allo stesso tempo dolce e protettivo.
    -Ma…
    -Bibi, sei perfetta così come sei. – mormorò afferrandola per i fianchi e portandola tra le sue gambe facendo collidere la sua schiena contro il proprio petto.

    ah le parole dell'amore <3 *w*
    CITAZIONE
    -Ti… ti… ti voglio bene… - mentì. No, lo sapeva che quel “ti amo” era lì sulla punta della sua lingua.
    Lei si voltò appena e gli baciò le labbra sostituendo la risposta con quel gesto, temeva la verità

    lui sa di amarla ma qualcosa lo trattiene,mentre lei non sa ancora cosa prova ......dopo questo commento sconclusionato posso andare XD
     
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  3. *ValeryVampire*
     
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    CITAZIONE (Pink Sniper96 @ 30/12/2010, 14:46) 
    CITAZIONE
    Era quasi tentato ad avvicinarsi a lei ma lui aveva Eva e questo gli bastava e avanzava, anche se spesso il suo comportamento si lasciava parecchio a desiderare.

    povero,lui tutto fedele mentre Eva....
    CITAZIONE
    subito dopo si levarono alcuni urli e fischi da parte dei ragazzi presenti nel locale e non poté fare a meno di sorridere compiaciuto al pensiero che tutto quel ben di Dio apparteneva solamente a lui (o almeno era quello che credeva).

    mi fa sempre più pena,lui l'ama veramente ç__ç
    CITAZIONE
    Voltò il viso e si guardarono negli occhi per un istante ma aveva paura di farsi leggere dentro da lui perciò guardò in basso e si limitò a sorridergli.

    sta crollando sotto il peso dell sue colpe U__U
    CITAZIONE
    -Con me non ti devi vergognare, lo sai…- proferì Tom con un tono autoritario ma allo stesso tempo dolce e protettivo.
    -Ma…
    -Bibi, sei perfetta così come sei. – mormorò afferrandola per i fianchi e portandola tra le sue gambe facendo collidere la sua schiena contro il proprio petto.

    ah le parole dell'amore <3 *w*
    CITAZIONE
    -Ti… ti… ti voglio bene… - mentì. No, lo sapeva che quel “ti amo” era lì sulla punta della sua lingua.
    Lei si voltò appena e gli baciò le labbra sostituendo la risposta con quel gesto, temeva la verità

    lui sa di amarla ma qualcosa lo trattiene,mentre lei non sa ancora cosa prova ......dopo questo commento sconclusionato posso andare XD

    Ma è bellissimo il tuo commento, mica sconclusionato >.<!!

    hai ragione per ciò che hai detto, è proprio così^^

    un bacione e grazie mille di tutto <3<3<3<3<3<3<3




    per il prossimo non vi farò attendere molto perchè l'ho quasi finito ^^ xDD
     
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  4. Pink Sniper96
     
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    CITAZIONE
    Ma è bellissimo il tuo commento, mica sconclusionato >.<!!

    hai ragione per ciò che hai detto, è proprio così^^

    un bacione e grazie mille di tutto <3<3<3<3<3<3<3

    grazie
    CITAZIONE
    per il prossimo non vi farò attendere molto perchè l'ho quasi finito ^^ xDD

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  5. *ValeryVampire*
     
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    xDDDDDDDDDD
     
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  6. *ValeryVampire*
     
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    ho finito il capitolo 28, domani gli darò l'ultima controllata e correzione e poi sarà qui bello fumante xDDD
     
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  7. barby's
     
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    CITAZIONE (*ValeryVampire* @ 2/1/2011, 18:35) 
    ho finito il capitolo 28, domani gli darò l'ultima controllata e correzione e poi sarà qui bello fumante xDDD

     
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  8. *ValeryVampire*
     
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    xDDDDDDDDD
     
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  9. Pink Sniper96
     
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    CITAZIONE
    ho finito il capitolo 28, domani gli darò l'ultima controllata e correzione e poi sarà qui bello fumante xDDD

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  10. *ValeryVampire*
     
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    fra poco postooooooooo U.U
     
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  11. barby's
     
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  12. *ValeryVampire*
     
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    ecco il chappolooooooooooooooooo^^

    Capitolo Ventotto
    FROM BERLIN TO HAMBURG



    Era passata circa una settimana e mezza dal compleanno di Thomas ed Eva aveva avuto tutto il tempo per preparare nel minimo dettaglio sia il viaggio per Amburgo che le scuse/bugie da raccontare al suo ragazzo.
    Ovviamente non aveva potuto raccontare la verità a Natalie perché non l’avrebbe di certo presa bene, ma non poteva biasimarla.
    In fondo, se in quel periodo fosse stata un po’ meno impulsiva ed egoista non avrebbe esitato due volte a mandare tutti a stendere e rimanere con il suo Tom.
    Ma l’aveva già detto, aveva voglia di sperimentare e capire finalmente cosa fare prima di prendere la decisione definitiva, e poco importava se avrebbe ucciso tutti gli sfortunati che sarebbero incappati in lei.
    Non si era minimamente preoccupata di Tom, la sua mente si era totalmente annebbiata a tal punto di non sopportarlo nemmeno più.
    Si era fatta perdonare al suo compleanno per non destare troppi sospetti, anche se ormai non sapeva più neppure che stava facendo.
    Si sentiva un automa. Senza cuore né cervello. Andava avanti perché il suo cuore pulsava, camminava perché le sue gambe si muovevano e mangiava e beveva solo perché il suo corpo ne aveva bisogno.
    Del resto non gliene fregava più nulla.
    Non si riconosceva più e aveva tremendamente paura di se stessa.


    Quella mattina si era preparata scrupolosamente indossando dei fuseaux spessi, una camicia a quadri rossa e nera che le faceva da abitino e che aveva stretto in vita con una cintura di pelle, un paio di stivali lunghi sino al ginocchio e con la suola piatta.
    Il trucco e i capelli erano impeccabili, era perfetta in ogni dettaglio.
    Prese il proprio borsone e uscì dal suo monolocale chiudendo la porta e attivando l’antifurto, aveva nascosto le chiavi in una zona remota della borsa e si era avviata verso la propria auto.

    Circa mezz’ora dopo si ritrovò a dover forzatamente parcheggiare la BMW nel parcheggio a pagamento (molto salato) della stazione, non aveva altra scelta se non voleva stare mezz’ora a girare intorno ai palazzi circostanti.
    Dopodiché recuperò i bagagli e lasciò le chiavi dell’auto alla reception dei sotterranei come gli era stato chiesto e di fretta e furia salì le scale fino all’interno della stazione.
    Si girò un po’ intorno tanto per ammazzare il tempo e cercò una tabaccheria per comprare sia le sue sigarette preferite che un giornale che avrebbe letto durante il viaggio per evitare di annoiarsi come solo lei era in grado di fare.
    Scambiò qualche chiacchiera con il commesso – che pareva parecchio attratto da lei – e poi, accorgendosi che si era fatto tardi, uscì spedita dal locale in cerca del binario giusto.
    Il treno che l’avrebbe portata ad Amburgo nel giro di un’ora e mezza era già lì sul binario, si affrettò a timbrare il biglietto e salì finalmente sul vagone su cui vi era il suo posto prenotato.
    Andò in cerca del suo posto e, quando finalmente lo trovò, posò il bagaglio sotto il sedile e vi si sedette su comodamente appoggiando la propria borsa sulle esili ginocchia.
    Si guardò un po’ attorno in cerca di qualcosa d’interessante ma non trovò nulla, non finché un ragazzo poco più piccolo di lei fece il suo ingresso nel vagone portandosi dietro niente più che uno zaino consumato della Eastpack.
    …e che guarda caso aveva prenotato il posto proprio di fronte al suo e perciò sarebbe stato quasi impossibile fare finta di nulla.
    Era bello, forse anche di più, e sapeva di esserlo. Si vedeva dal modo in cui sorrideva, in cui si muoveva e dal modo in cui si spostava i ciuffi corvini da davanti agli occhi azzurro mare.
    Avrà avuto poco più di diciassette anni ma si vedeva che sapeva il fatto suo; era vestito con dei semplici jeans bianchi strappati ed aderenti e una t-shirt del medesimo colore spezzata solo dal nero di un gilet di jeans lasciato sbottonato.
    Si sedette di fronte a lei e assunse una postura maschile ma non per questo sgraziata o troppo scomposta, guardò Eva di sottecchi e sorrise compiaciuto quando lei arrossì lievemente distogliendo controvoglia lo sguardo dai suoi occhi.
    -Vuoi che metta anche il tuo bagaglio in alto? – chiese più per attaccar bottone che non perché aveva notato il borsone sotto il sedile.
    -No, grazie non ce n’è bisogno – rispose garbatamente cercando di non perdersi in quegli occhi blu ammaliatori.
    -Ok…come…? – non completò la frase ma lasciò intendere che desiderava conoscere il suo nome.
    -Eva. Chiamami Eva, tu? – decise di restare al gioco, tanto per ammazzare il tempo durante quelle due ore.
    -Mi chiamo Erich. Dove vai di preciso? – chiese con quel tono sbarazzino ma composto allo stesso tempo.
    -Vado ad Amburgo a trovare degli amici, tu invece?
    -Poco più su, per andare a trovare mia madre… Frequento una scuola lontana e la posso vedere poche volte al mese… - ammise però senza perdersi d’animo.
    -Speriamo sia un viaggio breve – mormorò Eva poco dopo che il treno lasciò definitivamente la stazione di Berlino per muoversi ad una discreta velocità sulle rotaie usurate.
    -Perché? È così bello viaggiare in treno… con la persona giusta… - mormorò Erich guardando fuori dal finestrino stranamente pulito il cielo azzurro e freddo di quella giornata di fine aprile.


    -Lo sai che sei veramente bella? – disse Erich con tono seducente allungando una mano verso il viso di Eva, accarezzandole la guancia con leggerezza.
    -Gra- grazie! – esclamò sorpresa dandosi mentalmente della deficiente per essersi imbarazzata per una cosa simile.
    Doveva esserci abituata no? Piaceva a tutti, era risaputo…eppure, perché dentro di sé si sentiva così fuori posto, si stupiva tutte le volte.
    -Quanti anni hai? – chiese lui continuando ad accarezzarle la pelle morbida e profumata come quella di una pesca.
    -Quasi 21 – rispose con un sospiro mentre si sentiva quasi ipnotizzata ed impotente davanti a quegli occhi zaffiro.
    -Peccato – commentò Erich con tono amareggiato ma altrettanto studiato a tavolino – Io ne ho solo 17… e non sarebbe una cosa legale… - sussurrò all’orecchio di Eva per poi scendere con lentezza esasperante a baciarle il collo.
    -Però è così affascinante infrangere le regole una volta tanto. – continuò il giovane mentre le sue dita affusolate cominciarono a sbottonare uno per uno i bottoni della camicia di lei.
    Eva non poté fare altro se non stare lì ad osservarlo estasiata a godersi quelle soffici carezze sul suo corpo, chiuse gli occhi ascoltando la voce calda di Erich e li riaprì quando si accorse che tra le loro bocche si era azzerata ogni distanza.
    La lingua calda e bagnata del moro scivolò abilmente tra le labbra della mora giocando con il suo piercing metallico, una sua mano si posò sul suo ginocchio e si fece strada quasi sino all’inguine.
    Eva gemette nella sua bocca e poi aprì gli occhi staccandosi momentaneamente da lui.
    -Forse… - esalò leccandosi le labbra che sapevano di lui – dovremmo andare da un’altra parte. – sentenziò facendosi piccola piccola tra le sue braccia mentre sentiva gli occhi dei presenti puntati su di sé.
    -Mi piace il modo in cui ragioni! – esclamò divertito alzandosi in piedi e prendendo Eva per mano portandola verso il bagno più vicino.
    La prese per la vita baciandola con foga e sbattendola quasi contro la parete mentre chiudeva la porta a chiave, si guardò intorno osservando la pulizia del posticino e soddisfatto le si avvicinò lentamente.
    Le morse le labbra umide e gonfie e aprì definitivamente la camicetta a quadri mostrando il suo ventre piatto e il reggiseno nero trasparente.
    Eva artigliò la sua schiena baciandole il collo e ansimando pesantemente quando la mano di lui percorse lentamente la sua schiena soffermandosi poi a stringere i glutei.
    Si strinse di più a lei facendo scontrare la propria erezione contro il suo bacino e chiuse gli occhi mentre lei aveva cominciano a tracciare segni violacei lungo il suo collo.
    Lui si staccò da lei abbassandosi leggermente e lambendo la sua pelle fino al seno, soffermandosi a mordicchiarle e succhiarle i capezzoli turgidi coperti dall’inutile tulle dell’indumento.
    Eva serrò gli occhi aderendo completamente alla parete e ascoltando il rumore incalzante delle ruote sulle rotaie, sentiva la sua lingua scendere giù sino allo sterno, alla linea centrale degli addominali appena evidenti fino a tirare e giocare con il piercing all’ombelico.
    -Dio, sei una favola – commentò compiendo una lenta salita sino al suo viso, baciando ogni centimetro di cute sino alla bocca carnosa.
    La mora appoggiò mani sul bacino di lui e giocherellò con la cintura prima di sfilarla e far cadere i pantaloni sino alle ginocchia, sorrise maliziosa mentre afferrò il membro eretto del ragazzo ancora coperto dalla stoffa dei boxer.
    -Credo che tu non abbia bisogno di scaldarti – sfiatò lei contro il suo collo prima di tirare un morso sul petto.
    Erich rise e la sollevò per le cosce andandola ad appoggiare contro il lavandino freddo, le fece scivolare giù i leggings e le divaricò le gambe ma in quel momento si spensero improvvisamente le luci e un urlo provenne dal vagone.


    Aprì gli occhi trovandosi al buio, illuminata solo dalla luce del cellulare di Erich puntata su di sé.
    -Ben svegliata! – esclamò il ragazzo – Hai aperto gli occhi nel momento più divertente! Si sono fulminate momentaneamente le lampadine e una signora ha avuto una crisi perché ha paura del buio e perciò ha cominciato ad urlare come una pazza.
    -Mi…mi sono addormentata? – chiese mentre si controllava gli indumenti che portava addosso e che erano perfettamente abbottonati.
    -Oh si! Hai chiuso gli occhi mezz’ora fa, appena il treno è partito. Mi dispiaceva disturbarti solo per avere un po’ di attenzioni. – sorrise dolcemente – Oh, hanno riparato le luci, che meraviglia! – disse riponendo finalmente il cellulare nella tasca dei jeans.
    -Dove siamo? – chiese ancora frastornata e turbata.
    -Manca ancora un’ora ad Amburgo, tranquilla! In quel caso ti avrei svegliata.
    Guardò il paesaggio fuori dal vetro trovando i soliti campi coltivati che parevano solo un’enorme macchia verde confusa, prese la sua bottiglietta d’acqua dalla borsa e ne bevve un lungo sorso come per svegliarsi.
    -Tu fumi? – chiese ad Erich estraendo il pacchetto di Marlboro dalla borsa.
    -Ogni tanto …
    -Allora seguimi che mi fai compagnia. – disse quasi come un dolce ordine.
    Si allontanarono dai loro posti e raggiunsero il bagno del loro vagone.
    -Ma non si può fumare qui! – disse lui.
    -È così affascinante infrangere le regole una volta tanto. – sussurrò proprio come l’Erich del suo sogno mentre chiudeva a chiave la porta del bagno e abbassava un po’ il finestrino per far uscire il fumo.
    Si appoggiò al lavandino, lo stesso lavandino su cui Erich l’aveva appoggiata nel sogno, e si accese la sigaretta rilassandosi mentre aspirava il fumo.
    Erich davanti a lei aveva già acceso la sua sigaretta, lei lo osservò incuriosita: così com’era sembrava un modello o uno di quei ragazzi nelle foto che usano le ragazzine per fare i link di Facebook.
    Era appoggiato alla parete – la stessa parete su cui lui ce l’aveva sbattuta contro prima di assaggiare ogni centimetro nudo della sua pelle – con una gamba piegata, i capelli neri gli coprivano di poco lo sguardo rendendolo misterioso.
    Ash Stymest!
    Sì, assomigliava vagamente ad Ash Stymest con un fisico più atletico e il viso più mascolino.
    Continuarono ad osservarsi senza dire nulla, finendo le sigarette per poi buttarle nel water e uscirono di lì senza dirsi nulla.
    Eva ci aveva quasi sperato che lui facesse qualcosa, in fondo ce lo aveva portato apposta nel bagno con la scusa della sigaretta… ma forse era meglio così.
    Due pesanti corna in meno sulla testa di Thomas Kaulitz…

    Una volta tornati ai loro posti Erich si mise le cuffiette dell’I-pod nelle orecchie, isolandosi da tutti quanti lì intorno mentre Eva continuava a guardare fuori dal finestrino assorta nei suoi pensieri.
    Osservava i campi e gli alberi vicini alla ferrovia, conosceva a memoria quel paesaggio perché aveva fatto quella strada così tante volte.
    Quando era piccolo, sua nonna Caroline lo portava spesso ad Amburgo perché ci viveva una sua sorella, erano momenti così particolari quelli…
    Quando i genitori di Bill erano morti sua nonna aveva poco più di 50 anni ed era una signora energica e dolce che non si era lasciata andare quando aveva visto sua figlia morire a soli 25 anni.
    Così l’aveva cresciuto nel migliore dei modi rispettando ogni sua scelta o decisione man mano che si faceva più grande.
    Ricordava nitidamente il giorno in cui disse a sua nonna che avrebbe voluto essere una femmina…

    “ Erano proprio sul treno che li avrebbe portati ad Amburgo per stare con la sorella della nonna durante le vacanze di Natale e Bill era più che felice di stare con la zia.
    Bill aveva da poco compiuto 14 anni e perciò aveva iniziato il liceo linguistico più vicino a casa e aveva salutato quei pochi amici che aveva per andare finalmente in vacanza.
    Quella mattina faceva così freddo che quasi quasi avrebbero preferito passare il Natale sotto il piumone ma con un bel po’ di buona volontà si erano svegliati e si erano preparati per il viaggio.
    Mentre Caroline stava in cucina a preparare una buona colazione, Bill si era rifugiato in bagno per vestirsi, pettinarsi i lunghi capelli neri e mettere quel leggero strato di matita intorno agli occhi, tutte cose che sua nonna gli aveva permesso.
    Non appena ebbero finito di mangiare si coprirono con pesanti cappotti, sciarpe e guanti soffici ed erano usciti di casa raggiungendo la stazione in macchina.
    Si erano portati dietro il bagaglio leggero che conteneva più regali e dolcetti che non abbigliamento perché tanto sapeva che la zia, essendo sarta, li avrebbe ricoperti di vestiti.
    Avevano aspettato il treno all’interno di un bar dentro la stazione per stare un po’ al caldo e poi erano finalmente saliti in carrozza riponendo i bagagli nello scompartimento vuoto.
    -Sei contento di partire? – chiese Caroline regalando un sorriso dolce al nipote.
    Bill aveva alzato lo sguardo dal suo giornale e aveva sorriso annuendo.
    -Allora credo che ti toccherà fare di nuovo da modello per la zia, dice che sei perfetto come manichino per gli abiti femminili!
    -Ahaha! Ma io sono contento! Mi piace mettere quegli abiti…
    Caroline stette zitta e non rispose aspettando che il nipote continuasse la frase, le pareva che il suo sguardo si fosse fatto più cupo.
    -Sai nonna, a volte vorrei essere una ragazza. Le femmine non mi piacciono e non le sopporto e i maschi mi trattano male. Se fossi una femmina mi tratterebbero normalmente e poi il mio corpo non ha nulla di maschile! – si lamentò mentre guardava fuori dal finestrino.
    -Avrai tempo di fare le tue scelte, tesoro. Goditi questi anni che quando sarai poco più grande sarà peggio.”


    Quella era stata la bocca della verità. Era come se avesse predetto il suo futuro con quelle parole, ciò che aveva sofferto a quell’età non era nulla a confronto a ciò che soffriva ora.
    Aveva avuto paura a confessarle quelle poche cose ma sua nonna era stata un angelo in quel momento e non si era più espressa a riguardo.
    Al suo quindicesimo compleanno, però, le aveva fatto confezionare un vestitino nero da sera di velluto, tutto drappeggiato fino ai fianchi e con una gonna di tulle per dare volume che le copriva la coscia.
    Fu il regalo più bello che aveva mai ricevuto e quasi lo consumò per tutte le volte che lo aveva usato, capì di essere una donna quando lo indossò la prima volta fuori da quella casa…


    “Quell’estate sua nonna aveva raccimolato dei soldi per portarlo finalmente in vacanza, una vera vacanza.
    Sua zia aveva deciso di fare compagnia alla sorella e quindi erano partiti per una settimana in Grecia, alloggiando in un albergo a cinque stelle in cui sarebbero state servite e riverite.
    Bill aveva quasi 18 anni e la voglia di essere una donna cresceva ed aumentava sempre di più nella sua testa e nel suo cuore ma purtroppo non aveva mai potuto assecondare le sue voglie.
    E nel momento in cui sua zia e sua nonna si misero a preparare i bagagli capì che quella era un’occasione da non perdere.
    -Questo è il momento giusto per te per capire se è ciò che veramente sei – disse sua nonna mentre riponeva in valigia solo abiti femminili per il nipote.
    E ovviamente non aveva potuto essere più felice.
    Così, la prima sera di vacanza, le due donne lo avevano preparato alla perfezione : i capelli ricci lunghi a metà schiena, gli occhi truccati e il suo vestitino nero preferito abbianato a dei sandali non molto alti.
    E quella notte capì, anche dagli sguardi della gente che non si accorgeva che lui era un ragazzo, che quella era la sua vera strada…”


    -Sei così immersa nei tuoi pensieri che quasi non ti sei accorta che fra 15 minuti saremo ad Amburgo – pronunciò Erich mentre guardava l’ora sul telefono.
    Eva si ridestò dai suoi pensieri e si affrettò a prepararsi mentre lo ringraziava.
    Si alzò infilandosi la giacchetta di pelle e avvolse una sciarpa intorno al suo collo, prese il suo bagaglio e mise la borsa di pelle su una spalla mentre afferrava il cellulare con la mano libera.
    -Erich, grazie per la compagnia scusa se non ho parlato molto ma… beh, buon viaggio allora!
    Così, ricevendo un sorriso come risposta, uscì dal vagone e attese vicino alle porte che il treno si fermasse alla sua destinazione.
    Prese il cellulare mandando un messaggio a Tom e uno ad Andreas, avvisandoli del suo arrivo ad Amburgo e subito dopo lo spense riponendolo in un angolo remoto della borsa.

    Il treno si fermò, le porte si aprirono e lei scese mettendo piede sul binario e allontanandosi lentamente dal treno fino a raggiungere l’interno della stazione.
    Vide una chioma bionda in lontananza che riconobbe subito come Andreas, non appena incrociarono i loro sguardi lei gli corse incontro buttando poi il borsone in terra e saltandogli in braccio.
    -Amore mio… - sfiatò il biondo baciandole le labbra con dolcezza – Mi sei mancato così tanto…



    Note: Ok non mi uccidete...
    xDDD

    come avrete capito...
    è stato un sogno, perciò Erich ed Eva non hanno fatto niente e di conseguenza tom si trova (per ora) con un solo paio di cornette tra i CORNrows (mai pettinatura fu più azzeccata)...

    bene bene bene.... i flashback spero che vi siano piaciuti, non sono niente di che ma mi piace scrivere un po' del suo passato...^^
    per il resto... boh, spero che vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato, a me piace questo capitoloooooo^^ XDDDDDDD

    un bacio a tutteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!
     
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  13. Pink Sniper96
     
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    scusa ora sto a casa di una mia amica,appena torno se posso mettermi al pc leggo e commento
     
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  14. *ValeryVampire*
     
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    CITAZIONE (Pink Sniper96 @ 3/1/2011, 17:25) 
    scusa ora sto a casa di una mia amica,appena torno se posso mettermi al pc leggo e commento

    Ok tesoroo^^ xDDD aspetto tranquillamenteee^^
     
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  15. barby's
     
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    CITAZIONE
    Ma l’aveva già detto, aveva voglia di sperimentare e capire finalmente cosa fare prima di prendere la decisione definitiva, e poco importava se avrebbe ucciso tutti gli sfortunati che sarebbero incappati in lei.

    I cambiamenti fanno paura e spaventano, figurarsi questa situazione
    E' normale per Bill essere egoista, pensare ai propri bisogni in una situazione del genere, sa che ha Tom, sa che prova qualcosa per lui, ma non sa se è la persona giusta, se è lui il suo uomo e per capire deve mettersi alla prova ...anche il suo inconscio esprime perfettamente questo suo voler provare, immaginandosi una situazione tutt'altro che casta con un perfetto sconosciuto figo incontrato sul treno ... e poi il ricordo del passato mi ha stretto il cuore, lui con i suoi dubbi e con il suo travaglio interiore...
    Bello il capitolo anche se ora muoio dalla curiosità per sapere cosa accadrà ...
     
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1342 replies since 26/5/2010, 18:18   13992 views
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