Do Your Own Choices

[NC17]- Twincest Not Related - Romantico, Angst, Lemon... e il resto ve lo leggete negli avvisi xDDD

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  1. *ValeryVampire*
     
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    *O*

    O BEH... direi che sei perdonata alla grande per il ritardo (ma anche se non mi facevi così tanti quote ti avrei perdonata <3333)

    bene bene...
    adesso non so che dire xD
    però...
    ho quasi completato anche il 26, quindi la prossima settimana lo avrete qui tutto bello fumante XDDD


    un bacioneeeeeee <333333333333333333
     
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  2. Pink Sniper96
     
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    non posti oggi?
     
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  3. barby's
     
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    CITAZIONE
    ho quasi completato anche il 26, quindi la prossima settimana lo avrete qui tutto bello fumante XDDD

    bene, bene ...
     
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  4. Mary-Joe
     
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    UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUPPPPPPPPPPPP che voglio vedere come finisce !!! >.<
     
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  5. *ValeryVampire*
     
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    o anche tu qua^^ Che belloooooo ^^



    posto intorno alla prossima settimana (cioè questa che viene)... forse mercoledì ....^^


    tanto ne avrete di capitoli ancora...^^
     
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  6. barby's
     
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    CITAZIONE
    posto intorno alla prossima settimana (cioè questa che viene)... forse mercoledì ....^^


    tanto ne avrete di capitoli ancora...^^

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  7. *ValeryVampire*
     
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    ^^
     
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  8. barby's
     
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    ti ricordo che domani è mercoledi
     
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  9. barby's
     
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  10. *ValeryVampire*
     
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    scusateeee oggi non ce la faccio oggi!!!!!! sono tornata tardissimo a casa e ora non ho il tempo per controllare il capitolo T.T
     
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  11. barby's
     
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  12. Pink Sniper96
     
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    up up up up up up up up up up up image image image
     
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  13. Mary-Joe
     
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    uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuupppppp
    pleaseeeeeeeeeeeee>.<
    postaaaaaaaaaaa !!!!!
     
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  14. *ValeryVampire*
     
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    ragazze perdonatemiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! mi sento una merdaaa!!!
    non ho potuto usare il pc perchè ero stanca morta perchè in questi giorni ho degli orari assurdi...!

    sto organizzando il trasloco con i miei, preparare il saggio di hip hop, compiti e robe varie ... sto impazzendoooooooo!



    comunque... questo è il capitolo...



    Capitolo Ventisei
    Boa di piume e ricordi






    -Ciao Tiffany, ti va di uscire oggi pomeriggio? Devo comprare il regalo a Tom e volevo chiederti se ti andava di farmi compagnia…
    -Ciao Eva! Sì, va bene. Non c’è problema… ci becchiamo alle 16 all’inizio del centro? – domandò la rossa mentre mordicchiava il cappuccio della penna.
    -Ok… d’accordo. Allora a dopo, ciao!

    Chiuse la telefonata ed entrò in bagno, si truccò con cura e tirò indietro i capelli davanti fissandoli sulla nuca con un mollettone colorato.
    Entrò nella cabina armadio e scelse i propri vestiti con tranquillità, facendo partire un po’ di musica dal cellulare.
    Indossò un paio di jeans chiari a vita molto bassa da cui spuntava appena l’orlo del perizoma zebrato nero e rosa, una maglietta nera piuttosto scollata che mostrava il suo seno abbastanza pronunciato.
    Si mise addosso un giubbino di pelle nera e lo abbottonò fino al seno per ostentare le proprie grazie al mondo intero e uscì di casa armata di foulard rosa chiaro al collo (rigorosamente dello stesso rosa della biancheria intima), maxi bag borchiata e scarpe tacco 13 che parevano più un’arma di difesa che delle calzature.
    Decise di andarci a piedi, non aveva voglia di guidare e tanto meno di dannarsi a trovare un parcheggio non a pagamento nel bel mezzo del centro.
    Si fermò un istante per frugare nella borsa alla ricerca dell’I-pod regalatole da Andy anni addietro, mise le cuffie nelle orecchie scegliendo la traccia da ascoltare.
    …e anche in quel momento la sua indecisione prese il sopravvento tanto che, combattuta tra lo scegliere “Wonderful Life” degli Hurts oppure “Alejandro” di Lady Gaga, si strappò via le cuffie dalle orecchie e buttò l’I-pod in un angolo remoto della borsa.
    Camminò in silenzio osservando le persone camminare lentamente sui marciapiedi, chi con i figli al seguito, chi con animali e chi con solo la propria ombra. Proprio come lei.

    Arrivò all’inizio del centro e aspettò di vedere la rossa in lontananza, nel mentre si mise ad osservare la propria immagine riflessa in una vetrina. Si sentiva bella, ma sapeva che c’era qualcosa che stonava lì sotto e quindi ancora non riusciva ad essere felice.
    Una mano calda si appoggiò sulla sua spalla sinistra convincendola a voltarsi, gli occhi grandi e verdi di Tiffany incontrarono i suoi per un interminabile istante.
    Per un momento le sembrò di potersi tuffare dentro e nuotare tra quel verde chiaro come quello di un gatto, senza nemmeno rendersene conto si ritrovò le sue labbra premute contro le proprie.
    Senza pensarci, senza ricordarsi più nulla si abbandonò al bacio, approfondendolo con lentezza, spazzando via ogni pensiero dalla propria mente concentrandosi solo sul respiro.
    -Sempre detto io che quelle più scopabili sono lesbiche… - commentò una voce maschile ad un’altra che sghignazzava divertita mentre passavano accanto a loro due.
    Tiffany sorrise nel bacio, levando una mano verso il suo viso per accarezzarle piano la guancia calda e resa rosea dal blush chiaro.
    Si staccarono ed Eva sorrise mentre le guance si coloravano per il leggero imbarazzo, si tirò indietro una ciocca di capelli ribelle e la salutò con voce bassa.
    Tiffany la prese per un fianco incoraggiandola a camminare accanto a lei tra le vie principali, era poco più bassa di lei nonostante portassero entrambe i tacchi.
    -Allora… come andiamo? – domandò la rossa senza smettere un momento di sorriderle.
    -Insomma, piena di dubbi come al solito. Ancora di più oggi perché non so che cosa comprare a Tom. Tu?
    Tiffany si scostò una ciocca di capelli da davanti agli occhi e la portò dietro l’orecchio, fissò per un momento i propri piedi e poi rispose.
    -Meglio, ora che ci sei tu
    Eva non rispose perché non sapeva veramente che dire, la squadrò e sorrise continuando a camminare abbracciata a lei.
    Si guardò intorno pensando a Tom per un momento, non sapeva ancora che cosa diavolo comprargli per il compleanno; mancava solo una misera settimana!
    Cosa gli sarebbe piaciuto?? Cosa avrebbe desiderato??
    Stava passando in rassegna ogni ricordo recente cercando di cogliere qualche indizio che l’avrebbe aiutata a scegliere un regalo adatto a lui.
    -Ancora niente? – domandò Tiffany ridacchiando.
    La mora inarcò un sopracciglio con aria interrogativa, ma prima che potesse chiedere qualcosa la rossa la precedette.
    -Credo che tu stia pensando a qualcosa da regalare al tuo principe azzurro, no? Hai un’espressione così adorabile quando rifletti… - disse Tiffany accarezzandole il labbro inferiore con un polpastrello.
    Eva sorrise mordicchiandole il dito subito dopo.
    -Sì, stavo cercando di ricordare qualcosa che mi aiutasse a scegliere un regalo…
    -Se vuoi posso darti una mano io. Sono brava quando si tratta di fare regali! Se mi dici un po’ com’è…
    La mora annuì perplessa, voleva fare un regalo che fosse frutto delle sue idee… ma se forse non si sarebbe fatta aiutare, in quel momento poteva anche tornarsene a casa a mani vuote.
    -Faccio prima a farti vedere una sua foto.
    Si fermò per un momento frugando nella borsa in cerca del cellulare touch-screen e poi, una volta trovato, entrò nella Galleria per mostrarle una foto di lei e Tom.
    Sorrise al ricordo di quell’immagine, l’avevano scattata dallo specchio del bagno di casa sua un pomeriggio prima di uscire.
    Tom era vestito con un jeans nero sempre delle solite taglie più grandi, una T-Shirt bianca in tinta con la fascia che portava sulla fronte ed un giubbino lucido bluette.
    Lei, invece, era avvinghiata a lui e portava un pesante abitino nero mentre reggeva il cellulare per scattare la foto.
    -Ah però! – ridacchiò la rossa.
    Eva sorrise amaramente, quel senso di colpa non era mai andato via. Si era semplicemente nascosto in un angolo del suo stomaco ad aspettare una via d’uscita.
    -Beh, che ti credevi? Un secchione brufoloso? – rise per mascherare il proprio disagio.
    Rimise apposto il cellulare e attese una risposta o un cenno da Tiffany, che era rimasta ferma a guardarsi intorno come in cerca d’ispirazione.
    -Trovato! – esclamò con un sorriso sincero impresso sulle labbra – Conosco un negozio in un vicolo che vende abiti Hip-Hop e skateboard…
    -Perfetto! Stavo andando in crisi! – prese la mano della rossa e la incitò a muoversi – Su, non abbiamo tempo da perdere!


    Un’ora e mezza dopo si trovavano ancora tra gli stand di abiti e scaffali di cappellini, felpe, T-shirts, bandane, polsini e tutto il resto dell’armamentario che usa un ragazzo che si veste come un finto rapper di Detroit e che mai avrebbe creduto di trovare in un negozio così microscopico e imboscato.
    Tiffany se ne stava appoggiata in un angolo come a reggere il muro (o il muro a reggere lei, questo non era ben chiaro) che sbuffava a ritmi costanti e martellava il piede in terra come il coniglietto di Bambi.
    Persino il commesso, un bel ragazzo con gli occhi grandi e scuri e la carnagione leggermente olivastra vestito di viola e verde, la stava fissando da mezz’ora. Probabilmente sconcertato dall’indecisione della ragazza.
    -…cosa compro? – piagnucolò mentre teneva tra le mani tre paia di jeans e quattro bandane simili a quelle della Levi’s.
    Il commesso, Viktor, guardò esasperato prima la mora e poi la rossa, che alzò le spalle come a dire “…e che ci vuoi fare?”.
    -Credo che potrei esserti utile… - disse, sfoderando un bellissimo sorriso dolce ad Eva; nonostante gliel’avesse chiesto già sette volte e lei l’aveva volutamente ignorato, ma questa volta avrebbe fatto a modo suo.
    Eva fece spallucce e lo lasciò parlare.
    -Potresti dirmi, intanto, che stile segue di più e cosa indossa di solito. Qui abbiamo vari marchi come vedi…
    Tiffany sospirò e sorrise, sperando che quella fosse la volta buona.
    -Mette sempre le bandane sulla fronte perché ha i cornrows neri, ha parecchie felpe colorate e ogni tanto indossa le camicie a quadri sopra le t-shirt in tinta unita.
    -Perfetto, scelgo qualcosa e poi vedi tu ciò che preferisci. Torno subito!
    Il ragazzo entrò nel magazzino chiudendosi la porta alle spalle, le due ragazze si squadrarono sorridendo e la mora si avvicinò a Tiffany lentamente.
    -Scusa...
    -Per cosa? – domandò la rossa appoggiando i palmi aperti delle mani contro il muro ruvido.
    -Perché sono sempre così indecisa e…noiosa.
    La rossa non disse nulla ma la trascinò verso di sé dalla nuca, appoggiò la fronte contro la sua e si squadrarono intensamente negli occhi.
    Tiffany avvicinò la bocca sulla sua e la baciò, delineando con la lingua i contorni delle sue labbra e socchiudendo appena gli occhi perché voleva continuare a guardarla.
    Si staccarono immediatamente non appena sentirono la maniglia della porta che dava accesso al magazzino abbassarsi con uno scatto.
    -Ho trovato questi! – disse Viktor tenendo tra le mani una pila di jeans, felpe e magliette.
    Eva sorrise ed annuì avvicinandosi al bancone di vetro.
    Il ragazzo accostò le varie magliette ai jeans e finalmente trovò il perfetto abbinamento e il regalo perfetto per il ragazzo della mora.
    Quando pagarono, Viktor tirò un sospiro di sollievo godendosi finalmente un po’ della pace che era improvvisamente scemata da quando le due ragazze avevano messo piede nel negozio.

    Eva sorrise trionfante tenendo tra le mani la borsa che conteneva gli abiti, già iniziava a pregustarsi l’espressione felice di Tom e il suo corpo avvolto in quel troppo tessuto colorato.
    Tiffany camminava accanto a lei tenendole la mano senza stringerla troppo, carezzandone ogni tanto il palmo facendolo quasi passare per un gesto casuale.
    C’era parecchia gente in giro a fare acquisti, perlopiù gruppi di ragazzine e rispettivi principi azzurri in motorino, non avrebbero mai dato nell’occhio; neppure quando la rossa le si avvicinò per stamparle un languido bacio sul collo.
    -Hai qualche appuntamento stasera oppure sei a casa da sola?
    -No, non ho niente da fare. Tom lavora fino alle tre di notte oggi e quindi mi tocca stare da sola, perché? – domandò Eva incuriosita inarcando un sopracciglio.
    -Mi domandavo se ti andrebbe di mangiare qualcosa fuori per cena, ti riaccompagnerei io a casa se non hai la macchina.
    -Ok, perfetto. Ma andiamo al Cinese, è una vita che non ci vado perché non piace mai a nessuno! – piagnucolò.
    La rossa rise e poi si fece trascinare in un negozio altrettanto isolato dalla mora, che pareva scalpitare come un cavallo alla vista della vetrina.
    Appena furono dentro vennero risucchiate da un turbinio di piume e pailletes, tacchi vertiginosi e parrucche assurde, tutto rigorosamente di colori accecanti per un occhio nudo.
    La mora sorrise nel vuote girandosi attorno come immersa in un sogno mentre Tiffany sentiva già i conati di vomito tormentargli lo stomaco.
    -Sembra un incubo gay… - commentò.
    -È il negozio più meraviglioso che esista! Ma che trans sei? – alzò la voce di qualche ottava e rimirò il suo riflesso in uno dei grandi specchi attaccati alla parete – Diamine, questo è il sogno di ogni LGBT esistente sulla terra!
    Eva salutò il commesso decisamente gay che stava animatamente chiacchierando con una ragazza che pareva uscita da un film anni Cinquanta.
    -Vai a rifarti gli occhi, piccola! – la incitò il ragazzo con un sorrisetto divertito.
    Tiffany la seguì a ruota cercando di non ingoiare le piume azzurro puffo di un boa di struzzo che penzolava dal soffitto, Eva si addentrò in un corridoio secondario dove erano riposti abiti un po’ meno colorati…
    -Aaaaaaaaah che meravigliaaa! – esclamò la mora in estasi spirituale (e forse anche fisica) mentre si gettava a capofitto tra gli indumenti di pelle.
    -Beh…questo reparto è decisamente migliore. – commentò Tiffany mentre si immaginava già la mora strizzata in uno di quei completini.
    Eva si rigirò ancora tra i capi e poi finalmente esclamò “Trovato!” con voce così squillante da aver fatto sobbalzare anche il commesso dall’altra parte del muro.
    Prese in mano un reggiseno di pelle e un boa nero di piume e li sventolò orgogliosa della scelta, chiudendosi poi subito dopo nel camerino e uscendone fuori meno di cinque minuti più tardi.
    -Come mi sta? – domandò mentre tirava sul lato sinistro la tenda pesante del camerino, si accostò allo specchio e si scrutò con il solito occhio critico.
    -Bene, ma…quando…?
    La mora se ne stava impalata davanti allo specchio sistemandosi il reggiseno di pelle nera che sembrava disegnato addosso, il ventre piatto e il piercing che penzolava dall’ombelico ad ogni suo movimento…era stupenda.
    Eva sorrise ravvivandosi i capelli neri e le fornì la giusta risposta mentre rientrava in camerino per rimettersi i propri abiti.
    -Ecco, ho organizzato una sorpresa a Tom per la settimana prossima, la sera del suo compleanno. Mi sono messa d’accordo con il suo datore di lavoro e mi ha permesso di piombare senza preavviso nel pub e cantargli la sua canzone preferita. L’ho anche convinto a dargli tre ore di permesso così almeno possiamo stare un po’ insieme.
    Tiffany ascoltò interessata il resto del discorso e subito dopo aver scambiato due chiacchiere con il commesso e pagato il boa e il reggiseno, si immersero di nuovo nel caos della città.


    Dopo circa un’ora dopo erano entrambe sedute ad un tavolo di un ristorante cinese che aveva consigliato Eva e in cui non andava da molto tempo.
    Era un posticino molto accogliente, con quadri dai disegni variopinti e arredamento in stile cinese, le mura erano ricoperte da listarelle di legno e alcune lanterne di carta scarlatte pendevano dal soffitto.
    Erano sedute in un angoletto del ristorante che attendevano l’arrivo delle pietanze ordinate mentre si scambiavano le solite chiacchiere a voce bassa.
    -Ma come mai hai scelto Eva come nome? – domandò Tiffany mentre si rigirava tra le mani il tovagliolo di stoffa spessa con l’intento di imitare una barchetta.
    -Oh beh…è una storia un po’ lunga... – ridacchiò – però se vuoi te la racconto – fece spallucce e bevve un sorso di Coca Cola dal proprio bicchiere.
    -Più so di te, meglio è!
    -Bene… Allora… Risale a circa sette anni fa a quando ho perso la verginità. Io era da parecchio che avevo dei dubbi su me stessa e sapevo che mi piacevano gli uomini, perciò avevo conosciuto il nipote trentenne di un’amica di mia nonna. Era un bel ragazzo, cavolo, abbronzato, con i capelli scuri e il fisico allenato ed era gay più o meno. Non ne sono sicura, diciamo che gli piacevano le cose belle ed io ero una di queste cose. – prese un bel respiro sorridendo al ricordo – Si chiamava Michael e conoscendoci un po’ meglio gli avevo confidato delle cose private e lui mi aveva preso in simpatia. Perciò una sera avevo deciso che la mia prima volta sarebbe dovuta essere con lui, avevo circa quattordici anni. Così mi feci trovare a casa sua e, dato che lui mi aveva detto che voleva che mi sentissi a mio agio, avevo rubato un intimo femminile in un supermercato e l’avevo indossato per l’occasione. Avevo i capelli lunghi e il trucco e quando mi vide rimase estasiato dalla mia bellezza…
    Eva si lasciò accarezzare la mano da Tiffany, la quale ascoltava sempre più attentamente il discorso memorizzando ogni singolo movimento delle sue labbra prive di rossetto.
    -Mi aveva chiesto di scegliere un nome femminile da usare per quella serata e scelsi “Eva”, così lo feci con lui la prima volta e sapevo che non ero Bill in quel momento. Ho un ottimo ricordo di lui, è stato uno dei pochi uomini che non mi ha mai fatto soffrire… - sorrise amaramente guardando per un istante il soffitto – Però qualche anno dopo, quando ho iniziato definitivamente a vestirmi da donna, ho scelto di tenere questo nome per il significato che ha: è colei che genera. È la prima donna. Insomma, io mi sono sempre sentita la prima donna della mia vita, la prima donna “strana”, è come se io fossi Adamo ed Eva nello stesso corpo. È un ragionamento contorto ma per me è bellissimo…
    -…e poi suona bene col cognome… - concluse Tiffany sorridendo.
    -Già, che fortuna. L’unica cosa che stona in me è l’apparato genitale, almeno il cognome ci sta bene…
    Tiffany ridacchiò mentre finalmente la cameriera, una donnina cinese che avrà avuto una sessantina d’anni con tanto di nipotini alle calcagna, portò la cena in tavola.
    Eva si sentiva bene, nonostante tutto. Si stava auto interrogando mentalmente e intanto osservava la situazione come se avesse avuto paura di fare qualsiasi errore. Un po’ come un attore che teme di dimenticare una battuta.
    Era agitata per diecimila motivi diversi e non riusciva a sciogliersi ma non riusciva a nascondere troppo le sue emozioni.
    -Eva, stai bene? – domandò preoccupata la rossa quando la vide incantarsi a fissare la parete.
    Gli occhi sgranati che sembravano prossimi alle lacrime, l’espressione abbattuta.
    Tornò alla realtà con un brivido e poi si giustificò in qualche modo, dicendo una mezza bugia.
    Sentì le braccia di Tiffany avvolgerla e le sue labbra calde premersi piano contro la sua guancia, come un’amica.
    …anche se…
    Loro che cos’erano???



    Note: il capitolo non mi piace... U.U
    e non so che diamine dire... spero che non vi siate addormentate sulla tastiera..... (non mi stupirei se qualcuna commentasse tipo questo sdlvkrg,ve tyhgcrnfcduenr,icnrgiy5nh5btr xDDD)....

    bene.... il prossimo vi prometto che sarà migliore... U.U un bacione a tutteeeeee
     
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  15. barby's
     
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    E' un capitolo strano e di transizione esattamente come la protagonista. E' tutto in apparenza frivolo e semplice, ma sotto ogni gesto si nasconde l'insicurezza e la paura della protagonista, perchè, anche se è un cambiamento desiderato, è normale avere delle paure e chiedersi come si prospetta il futuro, cosa ne sarà di lei e di tutti coloro che la circondano.
    CITAZIONE
    è colei che genera. È la prima donna. Insomma, io mi sono sempre sentita la prima donna della mia vita, la prima donna “strana”, è come se io fossi Adamo ed Eva nello stesso corpo. È un ragionamento contorto ma per me è bellissimo…

    ragionamento contorto che racchiude il suo modo di sentirsi e di essere
    Perchè dici che il capitolo non ti piace?
    Stai accompagnando Eva nel suo percorso di transizione, dentro emozioni che lei stessa fa fatica a capire ...
     
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1342 replies since 26/5/2010, 18:18   13992 views
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