Do Your Own Choices

[NC17]- Twincest Not Related - Romantico, Angst, Lemon... e il resto ve lo leggete negli avvisi xDDD

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  1. Pink Sniper96
     
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    SPOILER (click to view)
    segui death note?
     
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  2. *ValeryVampire*
     
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    io AMO death note
     
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  3. barby's
     
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  4. barby's
     
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    continuo ad uppare
     
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  5. barby's
     
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  6. *ValeryVampire*
     
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    grassieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee <333333333
     
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  7. barby's
     
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  8. Pink Sniper96
     
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    up up up up up up up up
     
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  9. barby's
     
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  10. *ValeryVampire*
     
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    waaaaaaaaaaaaaaaaa
     
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  11. Pink Sniper96
     
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    up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up up image
     
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  12. *ValeryVampire*
     
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    ^^ domani domani^^
     
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  13. barby's
     
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    oggi
     
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  14. *ValeryVampire*
     
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    ecco il chappolo...^^


    Capitolo Ventitre
    Red Passion




    -Tom, allora ricordati che io oggi a pranzo esco con la mia amica Tiffany quindi ci vedremo domani. Compris? – gli fece il resoconto Eva mentre uscivano insieme di casa.
    -Sì, me l’hai ripetuto cinque volte in tre quarti d’ora… - sbuffò il moro guardandola chiudere il portone.
    Scesero insieme le scale del condominio ed entrambi salutarono la portinaia che stava dando l’acqua alle piante dell’ingresso…
    Non appena vide la mora aprire il portone principale per uscire insieme al ragazzo sibilò tra i denti “Zoccola!”, ovviamente Eva non se lo fece sfuggire grazie al suo udito da pipistrello e si voltò sorridendo
    malignamente.
    -Ai suoi occhi potrò anche sembrare una zoccola, signora Muller, ma almeno io non sono sposata e non ho figli…
    La bionda la guardò sbalordita e Tom ridacchiò mentre la tirava per mano fuori dall’androne, Eva si voltò soddisfatta seguendo il moro fino alla sua macchina.
    Si sedette al posto accanto al guidatore e osservò Tom entrare nella macchina con il suo solito charme da super figo.
    -Tomi…sei proprio bello stamattina… - disse posandogli una mano sul ginocchio mentre l’altro metteva in moto l’auto.
    -Solo stamattina? – ribatté lui con fare vanitoso.
    Eva roteò gli occhi e incrociò le braccia al petto.
    -Volevo solo dirti che dopo aver fatto l’amore con me sei ancora più bello. – dichiarò senza un minimo d’imbarazzo nella voce.
    Tom sorrise sghembo mentre accelerava dopo aver fatto retromarcia per uscire dal vialetto.
    -E ci credo, sei talmente esigente che ho perso due chili e mi sono fatto gli addominali da quando sto con te! Se ti avessi conosciuta prima probabilmente non mi sarei nemmeno iscritto in palestra…
    Eva gli posò una mano sugli addominali tesi e sui bicipiti…
    -Beh, non credo che ti dispiaccia così tanto…Insomma fai sesso, ti diverti e intanto ti fai i muscoli. Che vuoi di più?
    -Amore…scherzo dai. Comunque tu sei stupenda sempre e in ogni caso. – disse lui voltandosi appena per posarle un bacio sulle labbra mentre il semaforo scattava il rosso.
    Lei si lasciò scivolare di poco sul sedile della sua Volvo metallizzata, accarezzò gli interni con la mano e poi si voltò verso il suo ragazzo. Sì, ora poteva dirlo…
    -Tomiiiii, non l’abbiamo ancora fatto nella tua auto… - piagnucolò lei osservando l’impianto stereo.
    -Bibi, esattamente da quando hai questa voglia animalesca di fare sesso ovunque? Tre giorni fa non eri così! – domandò incredulo Tom grattandosi la nuca - Perché ti vengono certe idee proprio quando entrambi dobbiamo andare a lavoro? – continuò amareggiato.
    -Credo sia colpa degli estrogeni…ieri ho preso di nuovo la mia dose e ho una voglia di fare sesso che nemmeno t’immagini. È strano, di solito è l’effetto contrario ma probabilmente io sono un caso speciale…Ho voglia di fare sesso ovunque e continuamente…
    -A beh. Comunque se dovessimo contare tutti i posti in cui non l’abbiamo fatto ci metteremo troppo tempo… La lista è piuttosto scarse ed ammonta al: letto (troppo scontato), tavolo, nel bagno di casa mia, sotto la doccia, all’ospedale, sul divano e sopra il ripiano di cosmetici vuoto nel salone di Natalie…
    -…Ehi, ti sei dimenticato di quando l’abbiamo fatto sulla poltrona di Georg!
    -Lascia stare è stata una tua idea e non immagini cosa ho dovuto affrontare quando ho cercato di spiegargli che quella macchia era soltanto succo di frutta…
    Eva rise mentre guardava la strada fuori dal finestrino e ripensava a qualche ora prima, mentre si rotolavano sul letto come due animali in calore.
    -Tomi, è vero che mi è ancora cresciuto il seno? – domandò esaltata attirando la sua attenzione.
    -Perché scusa, non hai il reggiseno imbottito?
    -No, non ce l’ho proprio! Oddio ma non te ne sei accorto prima?? – domandò incredula.
    -Se ti ricordi prima ero concentrato su qualcos’altro, non sulle tue tette… Comunque tesoro, siamo arrivati.
    Spense il motore della macchina nella piazzetta antistante al salone di Natalie aspettando controvoglia che Eva uscisse dall’auto per andare a lavoro.
    -Non vedi proprio l’ora che me ne vado, eh? – esclamò lei incrociando le braccia.
    -Eva, amore mio, se fosse per me in questo momento ti porterei lontano e scapperei da qualche parte insieme a te. Lo sai quanto non mi piace lasciarti andare via… - sciolse le sue braccia conserte e la abbracciò cercando subito le sue labbra.
    La mora sorrise e subito dopo avergli stampato un bacio sulle labbra carnose uscì dall’auto salutandolo con la mano.
    -Ti chiamo stasera, ti voglio bene!
    …e sparì nel negozio guardandosi di tanto in tanto dietro per salutarlo e lui ripartì spedito verso il locale in cui lavorava.



    Eva entrò nel negozio salutando calorosamente Natalie che stava controllando i prodotti negli scaffali e la pulizia generale del salone.
    -Ciao Eva! – ricambiò il saluto lei avvicinandosi.
    Osservò la mora togliersi il soprabito e appenderlo all’armadietto infilandosi la maglietta nera con il nome della marca di prodotti di cui si servivano.
    Indossava un paio di jeans strettissimi che le fasciavano le gambe e il sedere senza fargli il minimo difetto, ai piedi calzava un paio di scarpe da ginnastica di marca anch’esse nere.
    -Eva ma che reggiseno porti? Ti fa un seno perfetto!!! Cacchio, così me lo compro anche io!!!
    -Ma, Nate, veramente non lo porto proprio…tutta natura ed estrogeni! – disse soddisfatta sorridendo mentre si rimetteva il lipgloss brillantinato sulle labbra.
    -Ok, dopo questa rivelazione posso definirmi definitivamente meno femmina di te…- mormorò sconsolata prendendosi il seno tra le mani. – Il mio è tutto push-up!!!
    -Sono sicura che Gustav lo apprezzerebbe ugualmente… - sentenziò la mora con un sorriso sghembo.
    -C-cosa? Come fai a saperlo??
    -Si da’ il caso che l’uomo con cui vado a letto sia uno dei suoi migliori amici, no? Non ci sei arrivata???
    -Oddio!! Ahahah è vero, sono proprio sbadata in questo periodo. Ho la testa fra le nuvole…
    Eva sorrise guardandola attraverso lo specchio mentre tirava indietro i capelli con un cerchietto leopardato.
    -Al tuo matrimonio voglio essere la damigella d’onore e voglio indossare un abito color glicine!
    -Ehi ehi ehi, calma! Ci sono uscita due volte! E comunque se mai mi dovessi sposare, tu verrai vestita con un sacco di juta e una camicia di flanella perché mi faresti sfigurare... come al solito…
    -Ahahahah! Va beh, ma dovrebbe arrivarmi almeno alle caviglie o mi si vedrebbero le mutandine!
    Si guardò allo specchio e si osservò con tale scrupolosità da farsi paura da sola e per fortuna non trovò nessun difetto sul suo viso.
    -Che dici se mi faccio bionda?
    -Dove in testa o nelle tue mutande? No, perché la seconda opzione sarebbe sicuramente più innovativa. Cacchio dai, già assomigli a Barbie Magia Delle Feste se ti facessi pure bionda io dovrei proprio chiudere con la mia carriera trentennale da donna…
    -Lo prendo come un no…
    -Esattamente – annuì soddisfatta Natalie sorridendole con spontaneità.
    -Comunque, com’è andata con Gustav? – cambiò discorso la mora.
    -O Gustav è proprio dolce. Peccato che non è molto alto, però sembra essere il mio uomo ideale. È gentile, intelligente, simpatico, bello…
    -Bravo a cucinare, ordinato e pulito – aggiunse Eva.
    -O sii!! – disse lei fra sé, ricordando la serata passata col biondo.
    -Dove ti ha portata? – chiese lei pettegola e curiosa.
    -Mi ha portata al ristorante indiano e poi siamo usciti per fare una passeggiata in un parco pieno di alberi e fontane…è stato romantico da morire!!! – la sua espressione beata significava solo una cosa: COTTA IN AGGUATO.
    Mentre parlottavano tra loro arrivò la prima cliente di quella mattina…



    *




    Si stava mettendo la divisa scura indosso (che comprendeva una maglietta bianca e un gilet di jeans nero) mentre Lukas lo raggiungeva nella zona privata del locale.
    Si salutarono con il loro solito abbraccio che li faceva sembrare per un momento due rapper usciti da un videoclip anni ’90.
    -Ehi Thomas Kaulitz! Che aria tira dalle tue parti, bello!
    Il moro lo guardò perplesso inarcando un sopracciglio mentre si riallacciava le scarpe da ginnastica.
    -Ma che ti sei fatto? Un’overdose di puntate di “Willie il principe di Bel Air”?
    Lukas fece spallucce e si sedette accanto a lui per scambiarsi due chiacchiere in santa pace prima di cominciare a lavorare freneticamente tra bancone e tavoli da servire.
    -Allora, come va? Hai chiarito con la tua ragazza?
    -Sì, mi è costato 12 punti sull’addome ma ne è valsa la pena…
    -Oooookay, preferito restarne fuori! – rise mettendo le mani avanti nel vero senso della parola – Ma non l’hai più portata da queste parti…
    -Lukas, lo sai che sono mooolto geloso. Se la portassi qui le metterei il guinzaglio per tenerla sotto controllo, ma non perché non mi fido di lei è che non mi fido del tuo pisello! Chiaro?
    -Cristallino Tom. Stai tranquillo, non ci proverei mai con la ragazza di un mio amico. Tanto meno se questo amico si veste come un Gangster di Detroit!! Anche se alla tua donna ci potrei fare un bel pensierino… - disse vago.
    -LUKAS!
    -Ehi ehi, 50 cent scolorito, vai tranquillo. Sto scherzando!
    -Lukas, toglimi una curiosità, quante canne ti sei fumato dalle 8 di stamattina?
    -Una appena sveglio… lo sai che non reggo le Camel a quell’ora, preferisco l’erba…
    Tom si alzò in piedi con l’aria sconsolata ed uscì dallo stanzino per avviarsi dietro il bancone, il loro datore di lavoro stava raccogliendo le prenotazioni dietro una parte imboscata del locale.
    Prese la bottiglia di Vodka alla pesca e se ne versò un po’ in un bicchierino senza farsi vedere né dal capo né da Lukas, che era già abbastanza fatto senza bisogno di dover aumentare le dosi…
    Cominciò a lavorare senza sosta, concedendosi raramente qualche pausa per fumare una sigaretta e ogni tanto per rispondere ai messaggi di Eva sul cellulare aspettando che la giornata finisse in fretta perché già sentiva la sua mancanza.
    Cazzo! Era diventato troppo sdolcinato…


    *




    -TIFFANY! – esclamò Eva quando vide la rossa entrare nel negozio.
    Lei lo salutò con un cenno della mano andandosi a sedere su una poltroncina dietro le postazioni aspettando che finisse di lavorare.
    -Tesoro, appena ho finito con la signora – disse sorridendo alla donna a cui stava facendo la piega mossa – usciamo…ok?
    La rossa annuì andandosi a sedere accanto alla signora per poter guardare meglio Eva da vicino, accavallò le gambe e si sistemò la gonna corta di jeans.
    -Dove andiamo? – domandò Tiffany mentre si controllava il trucco allo specchio.
    -Per me è indifferente, solo che sono senza macchina perché stamattina mi ha accompagnata il mio ragazzo qua a lavoro…Problemi?
    -No, se ti va ci andiamo a mangiare una pizza da qualche parte e poi ti riaccompagno… ti va bene?
    -Perfetto… - rigirò l’ultima ciocca bagnata nella spazzola e guardò la signora attraverso lo specchio – Le piace?
    -Sì, grazie mille Eva…Vado a pagare da Natalie adesso. – disse la donna sorridendo mentre si alzava dalla poltroncina.
    -Bene…Tiffany, io e te possiamo andare, Natalie ci vediamo fra due ore!
    Si tolse la t-shirt nera e si infilò la giacchetta prendendo poi la rossa per mano uscendo insieme dal salone.
    La rossa fece strada fino alla sua macchina e poi entrambi sfrecciarono verso una pizzeria vicino ad un parco con un vasto parcheggio tra gli alberi.
    -Andiamo a mangiare dentro oppure le andiamo a prendere e ce le mangiamo qui in macchina? – domandò Tiffany mentre si sganciava la cintura di sicurezza.
    -Per me possiamo anche mangiare qua, è uguale. Così magari chiacchieriamo anche più tranquille.
    La rossa annuì e uscì insieme a Eva dalla macchina fino ad entrare nel locale per ordinare qualcosa da portare via.
    Si appoggiarono entrambe al bancone e Tiffany le avvolse i fianchi con un braccio avvicinandosi maggiormente a lei sorridendo apertamente.
    -Ti trovo bene… - le disse guardandola negli occhi.
    -Grazie. Beh, sai, ho cominciato la cura e ora sto sicuramente meglio di prima.
    -Si vede, sei bellissima Eva.
    Aspettarono entrambe che gli portassero la pizza parlando del più e del meno come due amiche che si conoscono da parecchi anni…
    Si sentiva così bene con lei e sicuramente capita in ogni modo finalmente, perché per quanto potesse tentare di spiegare il proprio disagio nessuno la riusciva a comprendere completamente.
    E con lei era come parlare a se stessa, erano in perfetta sintonia…
    Uscirono dal locale con il cartone della pizza tra le mani e due lattine di birra ghiacciata, si rifugiarono nella macchina della rossa senza smettere un attimo di parlare.
    Lei le parlò di Andreas e Tiffany lo ascoltò con il massimo interesse senza interromperla nemmeno per un istante, anzi ogni volta che si bloccava la incitava ad andare avanti a parlare.
    -Beh, ma se tu ci tieni a lui… vai a trovarlo! – disse solamente quando le raccontò della richiesta del biondo.
    -Tiffany, non lo so…è che io ci tengo a Tom e poi ci siamo riappacificati da poco, non voglio mandare tutto a puttane un’altra volta.
    -Sì, ma questo non implica che tu ci debba per forza fare sesso!
    -Tu non conosci Andreas! A parte che è bellissimo, solo che in qualche modo riesce sempre a farmi cedere. Capito? Quando c’è lui non riesco a farmi valere, non so se mi spiego. Ha una forza su di me che nemmeno io sono in grado di spiegarmi eppure io non lo amo. Gli voglio bene.
    -A volte capita di non capire di amare una persona perché la si ama inconsciamente…A me è capitato. Se tu non lo amassi almeno un po’ non lo vorresti nemmeno rivedere in cartolina dopo quello che ti ha fatto. Pensaci.
    Eva annuì perplessa, forse aveva ragione lei. Forse era veramente per quello che ancora non riusciva a lasciarsi completamente andare con Tom?
    Tiffany accartocciò il cartone della pizza e lo butto in una busta in un angolo della macchina.
    -Lo butto dopo… - si giustificò per poi avvicinarsi forse troppo ad Eva.
    -Che fai? – domandò lei ridacchiando mentre la vedeva sempre più vicina.
    La rossa sorrise spostandogli i capelli da davanti agli occhi e gli posò le labbra morbide sulla mandibola.
    -Ti va di finire ciò che abbiamo lasciato in sospeso quella notte? – sussurrò maliziosa leccandosi le labbra…
    Eva deglutì rumorosamente, non era di certo quello che si aspettava da lei quel pomeriggio ma sembrava non riuscire a reagire anche quando la bocca della rossa si era impossessata del suo collo.
    -Non vuoi? – domandò con voce roca e assumendo un’espressione che avrebbe fatto sciogliere anche una pietra.
    -Tiffany…oddio non lo so…Non voglio tradirlo!
    -Logicamente non lo stai tradendo, io sono una tua amica e credo che Tom non penserebbe mai a te con un’altra donna. No?
    Eva si fermò per un istante esaminandola scrupolosamente, aveva un corpo perfetto… Dio, come mai quando c’era lei si risvegliava la sua voglia maschile di farci l’amore?
    Alla fine, proprio nel momento in cui la sua razionalità andò a farsi fottere, la tirò verso di sé e la baciò con passione le labbra.
    -Ottima scelta, tesoro… Vieni dietro? Stiamo più comode… - disse lei mentre si contorceva per passare sui sedili posteriori.
    Eva la imitò borbottando “Mi sento così lesbica in questo momento!” e si sedette accanto a lei.
    Tiffany si appoggiò con la testa contro il vetro, fortunatamente oscurato, e allargò un po’ le gambe osservando lo sguardo di Eva che si faceva sempre più ardito.
    Si avvicinò a lei e infilò le mani sotto la gonna sfilandole di dosso i collant e il perizoma buttandoli in un angolo del sedile, lei rise e la trascinò a sé per baciarla.
    La rossa le tolse di dosso la maglietta e scoprì il suo seno nudo mentre le baciava il collo leccandolo avidamente, subito dopo le passò una mano tra le cosce.
    Abbassò la lampo dei jeans e intrufolò la mano all’interno cercando di superare anche la barriera di tessuto dei boxer, Eva gemette contrò la sua pelle quando sentì la sua mano avvolgere il suo sesso.
    -Scommetto che se fossi un’altra donna, laggiù non succederebbe un bel niente! – esordì un istante prima di leccarle le labbra.
    -Pensi bene… - rispose lei mentre cercava di liberarsi dei jeans veramente troppo stretti in quel momento.
    La canzone dei “The Rasmus” riempì la macchina proprio nell’istante in cui Tiffany le aveva fatto scivolare di dosso i jeans e i boxer neri, Eva la fermò mentre cercava il suo cellulare tra le svariate tasche della borsa.
    La rossa ne approfittò per accarezzarle le cosce nude e sfiorarle il sedere, proprio nell’istante in cui l’altra gridava “Cazzo è Tom!!” la penetrò con un dito facendola gemere rumorosamente.
    -Amore! – pigolò al telefono mentre l’altra continuava a fare avanti e indietro con le dita dentro di lei.
    -Ciao Eva! Ti disturbo? – domandò Tom dall’altra parte del cellulare.
    -No…ah…Oddio! Che dolore!! – finse di essersi fatta male dopo che un gemito le sfuggì dalle labbra.
    Si voltò verso la rossa supplicandola con lo sguardo di smettere.
    -Che hai? – chiese preoccupato il moro.
    -No niente, ho sbattuto il piede contro un gradino, tranquillo. Senti…ti dispiace se ci sentiamo più tardi? Stiamo uscendo dal locale e ora ci andiamo a fare un giro. Vuoi che passo a casa tua stasera?
    -Se ti va…dai ci sentiamo più tardi. Ti voglio bene…
    -Anche io tesoro, tanto… - e dopo aver schioccato un bacio mise giù la telefonata.
    Eva spense il cellulare e lo ripose nella borsa tornando a sedersi dei sedili posteriori con un’espressione corrucciata.
    -Avvolta dai sensi di colpa? Se vuoi la smettiamo qui, non c’è problema.
    Stette di nuovo zitta e guardò fuori dal finestrino.
    -No… non importa. Stai tranquilla.
    Tiffany annuì e poi si chinò su di lei dopo averla baciata sulla bocca prendendo di nuovo la sua erezione in mano leccandole la punta.
    Si lasciò andare in un lungo gemito di piacere quando sentì la sua bocca avvolgere completamente il suo pene, divaricò un po’ le gambe e si abbandonò totalmente appoggiando la testa contro il sedile.
    Tiffany alzò lo sguardo su di lei incontrando i suoi occhi nocciola, prese un respiro profondo e si leccò le labbra con malizia mentre continuava a stuzzicarle la punta con il pollice.
    Eva la guardò con gli occhi leggermente socchiusi, era divina in quel momento. Gli occhi verdi ed espressivi leggermente truccati e quei capelli rossi lunghi fino alle spalle un po’ mossi. Stupenda. Forse era solo per quello che si sentiva così attratta da lei, dato che a parte lei nessuna donna la aveva mai minimamente affascinata. Ammirava la bellezza di altre donne ma non provava mai l’istinto di volerci fare sesso, con lei sembrava essere tutto diverso. Non per niente non era ancora mai andata a letto con una donna.
    Senza nemmeno rendersene conto mise una mano in mezzo ai capelli rosso fuoco di Tiffany e cominciò a darle un ritmo pressante sul suo membro finché non sentì sempre di più l’orgasmo avvicinarsi.
    -Cristo…Tiffany sto venendo! – disse con la voce troncata dai gemiti.
    Gettò il capo all’indietro quando sentì che la rossa non aveva staccato le labbra nemmeno per un momento dal suo sesso. Si mise a sedere accanto a lei osservandola di traverso mentre si ripuliva con la lingua le labbra sporche di sperma, se avesse continuato in quel modo sarebbe diventata lesbica seduta stante.
    Prese il suo viso tra le mani e lo portò verso di sé con una voglia palese di baciarle la bocca, ansimò sul suo collo quando sentì le sue dita accarezzarla di nuovo tra le cosce.
    Tiffany si chinò leggermente su di lei e cominciò a tracciare una lunga e umida scia di baci dal collo fino al seno, dove si fermò a mordicchiarle e a tirarle i capezzoli rosa chiaro.
    Eva si morsicò il labbro inferiore tentando di reprimere alcuni gemiti rumorosi, quella situazione la eccitava all’inverosimile. Soprattutto perché la faceva sentire un essere così insolito.
    La rossa si andò a sedere sopra le sue cosce imprimendo il proprio peso sui polpacci magri, la mora la afferrò dalla vita come facevano spesso alcuni ragazzi con lei stessa. Le fece scorrere le mani su tutto il corpo e poi indugiò per un istante con le dita verso il suo sesso, poi le accarezzò l’inguine con il palmo della mano imprimendo una maggior pressione con le dita sopra il clitoride.
    Tiffany miagolò di piacere abbandonandosi per qualche minuto alle cure dolci ed attente della mora, la fermò poi e percorrendo con la lingua tutta la lunghezza del suo collo le sussurrò all’orecchio.
    -Dio…sei così maschio in questo momento!
    Eva sorrise avvicinandola col busto contro il suo, sentendo la morbidezza del suo seno formoso contro la propria pelle.
    -Sei così eccitante, Bill. Voglio chiamarti col tuo vero nome mentre mi scopi. – le disse incantandola con quegli occhi di smeraldo.
    Non riuscì a fare altro che sorriderle beata e poi aprì la bocca accogliendo la sua lingua fra le labbra mentre erano occupate a scambiarsi la saliva.
    Intanto Eva la penetrò con due dita preparandola a dovere, bagnandola con un po’ di lubrificante che aveva in borsa.
    -Bill…Sono pronta… - mormorò sensuale sfilandosi le dita da dentro e indirizzando il suo pene al’interno della propria cavità.
    -Cazzo è la prima volta che scopo una figa! – rise Eva mordendole il collo.
    -Se mi parli così mi sembrerà di scopare con uno scaricatore di porto, tesoro… Comunque, beh, sei fortunato perché la mia è molto realistica a quanto mi hanno detto certi uomini.
    Eva scivolò senza fatica dentro di lei e si fermò per un momento per abituarsi a quella nuova e strana sensazione.
    Gemette forte quando la ragazza si ancorò alle sue spalle succhiandole il collo tanto da farle male, lasciò due lividi viola accanto alla mandibola e sentì le mani aperte della mora sopra le natiche invitandola a scivolare di nuovo sul suo sesso.
    Alzò il bacino verso l’alto facendo attenzione a non farlo scivolare fuori e poi scese subito giù velocemente facendo gridare entrambe.
    Eva cominciò a muovere il bacino verso l’altro trovando la sincronia giusta insieme a lei che continuava a fare su e giù sul suo bacino, le aveva stretto i fianchi così forte con le dita da lasciarci i segni con le unghie.
    Le tirò leggermente i capelli rossi sulla nuca per farle esporre completamente il collo; prese a leccarlo freneticamente mentre faceva scivolare la mano sinistra tra i loro corpi.
    Lasciò la presa dai suoi capelli e continuò a darle il ritmo afferrandole un’anca mentre l’altra mano era scesa ad accarezzare la sua intimità con movimenti circolari e un po’sconnessi.
    -Diooooo! Bill…aaah! – gridò guardandola negli occhi nocciola pieni di trucco.
    Eva la tirò a sé facendo scontrare le labbra con le sue e cercando la sua lingua come per giocarci, la rossa aumentò il ritmo facendosi accompagnare anche da lei.
    -Oddio vengoooo! – gridò Tiffany lasciandosi andare al piacere.
    Eva l’accompagnò subito dopo venendo dentro di lei gemendo in modo decisamente maschile, serrando gli occhi mentre si lasciava cadere contro lo schienale del sedile.
    La rossa appoggiò la testa sulla sua spalla ansimando insieme a lei, poteva sentire il suo corpo madido di sudore contro la propria pelle.
    Tiffany cercò di fare attenzione a non dar retta a ciò che la sua mente voleva produrre con le parole, in quel momento si sentiva così se stessa…
    Si issò sul sedile sfilandosi il suo pene bagnato e si sedette sopra le sue gambe.
    Ruotò leggermente il capo facendo scontrare le proprie labbra sul collo di Eva, inspirò il profumo dolce dei suoi capelli che sapevano di shampoo alla mandorla e poi lasciò che la punta della propria lingua sfiorasse la sua pelle.
    L’abbracciò forte prendendole una mano tra le sue senza dire nulla, fece incrociare le loro dita e sospirò.
    La mano libera di Eva andò ad accarezzarle la schiena lentamente sentendola rilassare al suo tocco, l’altra si staccò dall’abbraccio e si mise dritta col busto guardandole il viso; prese coraggio e le sfiorò dolcemente le labbra senza approfondire troppo il bacio. Un bacio semplice e sincero un po’ come si sentiva lei in quel momento: sapeva che non doveva fingere di essere nient’altro che quella che era realmente.
    -Bill…è stato bellissimo… - sussurrò sopra le sue labbra prima di accarezzarle di nuovo.
    -Solo tu puoi chiamarmi ancora “Bill”. Comunque, sì, è stato fantastico… - sorrise dandole un pizzicotto sulla guancia prima di baciarle il mento – Mi sono sentita di nuovo vergine!
    -Ahahah! Tesoro mi sa che si è fatto tardi. Devo accompagnarti al lavoro. – mormorò la rossa con un briciolo di dispiacere nella voce.
    Eva annuì facendola alzare dalle proprie gambe per, Tiffany si piegò in cerca dei loro indumenti le tirò addosso i jeans e i boxer.
    -Ehi! – si lamentò la mora ridendo.
    Si rivestì di fretta e scese dall’auto per sedersi al posto accanto al guidatore, Tiffany la seguì e mise in moto la macchina accendendo lo stereo.
    Viaggiarono per circa 10 minuti finché non raggiunsero il parcheggio di fronte al salone in cui lavorava, poteva già vedere Natalie fare le pulizie prima di cominciare l’attività.
    -Ci rivediamo vero? – domandò la rossa preoccupata fermandole la mano.
    -Certo che sì…
    Tiffany la tirò per il collo della maglietta e la avvicinò per baciarle appassionatamente, indugiando con le mani sui suoi fianchi stretti.
    -Dio, sei bellissima… - mormorò leccando le labbra della mora.
    -Devo andare…dai ci sentiamo. Ciao!
    Aprì la portiera e scese dall’auto salutandola con la mano, sembrava il ripetersi della scena della stessa mattina, solo che in macchina non c’era Tom ma la sua amica.
    Si ritrovò davanti all’ingresso del salone, voltandosi ancora una volta e le mandò un bacio chiudendosi poi la porta alle spalle.
    Sospirò esausta e stranita gettando la borsa sul divanetto, togliendosi di nuovo la giacca nera poggiandola accanto alla Gucci nera.
    -Ciao Eva…Oddio…che hai combinato?
    -Io? Co-cosa…non ho fa-fatto nulla! – si giustificò imbarazzata tirando su il collo della maglietta per nascondere i succhiotti accanto alla mandibola.
    -Boh, hai un’aria strana…
    -Io, no! Macchè! Sono sempre uguale a prima, cosa credi che io abbia fatto?
    Natalie scrollò le spalle e si inginocchiò per raccogliere uno straccio che le era caduto dalle mani, la guardò con uno sguardo inquisitore e le domandò.
    -Esattamente che cosa hai combinato in queste due ore?



    Note: è il capitolo più lungo che ho scritto fin'ora...^^
    ed è uno dei miei preferiti...^^
    spero che la scena nc17 vi sia piaciuta U.U

    beh... non so che dire... anche perchè non ho tempo di ciarlare ora perchè ho mia madre furiosa che mi attende T.T hilfeeeeeeeeee!

    va beh...
    vi amo tutteeeeeeeeeee



     
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  15. Pink Sniper96
     
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    ca**o cioè non sò che dire ^^".....Tom deve stare attento sia ad Andreas che a Tiffanyimage

    (scusa il commento schifoso :tuseilsolechesplendesudime,Tom: )
     
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1342 replies since 26/5/2010, 18:18   13992 views
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