Do Your Own Choices

[NC17]- Twincest Not Related - Romantico, Angst, Lemon... e il resto ve lo leggete negli avvisi xDDD

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  1. *ValeryVampire*
     
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    CITAZIONE (».Screamin'_BìKey.« @ 28/9/2010, 20:37)
    Brava brava brava! *-*
    Mi piacciono molto gli ultimi capitoli *w*

    Però povero Tooom :nghè:

    Odio profondo per Andreas

    :minchia!mammavoglioillatte: Rovina sempre tutto!

    CITAZIONE
    -Bene… COME CAZZO TI è VENUTO IN MENTE DI LASCIARE BILL COSI’ SU DUE PIEDI SENZA DARGLI UNO STRACCIO DI SPIEGAZIONE? EH? MA LO SAI QUANTO STA SOFFRENDO PER TE? SEI PROPRIO UNA TESTA DI CAZZO, CON TUTTO IL RISPETTO OVVIAMENTE. – urlò Stefan tutto d’un fiato costringendolo ad allontanare il cellulare ad una distanza di sicurezza di almeno quaranta centimetri dal proprio orecchio.

    Lo adorooo *O*

    CITAZIONE
    -Tom ma sei scemo? Lo so meglio di te che muori dalla voglia di riaverlo tutto per te.

    Ossì che lo vuole! :ossì:

    CITAZIONE
    -Bene. Dato che scommetterei tutte le mie scarpe di Cesare Paciotti (e tu non immagini quanto io tenga a quelle scarpe) che ora tu stai fissando imbambolato qualcosa che non esiste, perciò sprechi tempo prezioso. Ora prendi le tue cose, alzi il tuo bel culetto dal letto e vai spedito al salone dove lavora Bill, che tra l’altro chiude fra 28 minuti esatti, e strisciando come un verme gli chiedi scusa. Se non lo fai ti potrai pentire del fatto che so dove abiti e soprattutto che sei uno stupido etero credulone con il culo ancora vergine. Sono stato chiaro?

    *ama*


    Però adoro anche te e questa FF, che mi piace sempre di più.
    Mi piace Mi piace Mi piace UN SACCO! *-*

    Ok, ora arriviamo fino a pagina 72!

    Però tu scrivi scrivi scrivi.
    Non vedo l'ora che sia domenica.
    Ciaoo (:

    weeeeeeeeeeeeeeeee!

    gazie del bellissimo commento^^ <3333

    sono così contenta che ti sia piaciuto e che ti piaccia la storia :ossì: :ossì: :ossì:
    comunque si si, io scrivo^^ anche se in questi giorni ho meno tempo perchè ho iniziato da poco la seconda superiore... quindi...
    però ho gi+à sei capitolucci belli pronti e fumanti quindi non vi abbandonerò^^

    siii siiiii
    *lovva tutte e sbaciaaa*

    uffi mi sono beccata il raffreddore! T.T
    va beh....
    ora pagina 72 u.u xDDDDDDDDDDDDDDD
    LOVEEEEEEEE LOVEEEEEEEEE
     
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  2. ».Screamin'_BìKey.«
     
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    Di niente <3
     
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  3. barby's
     
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  4. *ValeryVampire*
     
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    grazie girlZ ^^ <333333333
     
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  5. ».Screamin'_BìKey.«
     
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    up (:
     
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  6. *ValeryVampire*
     
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  7. Pink Sniper96
     
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    up up up up up up up
     
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  8. CELE_JS
     
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    .. UP! (:
     
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  9. *ValeryVampire*
     
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    ragazze mieeeeee grazieeeeeeeeee :ècosìbellochemitraumatizzo:


    <33333333

    mamma miaaa, sono entrata nella sezione e cacchio....
    cioè, da domenica che ho postato ho avuto più di 700 visite! cioè.... WOW...
    cavolo, vi ringraziazio tutte tuttissime perchè seguite questa storia... grazie di tuttooo <333333333333333333

    bacioniiii
    Vally
     
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  10. barby's
     
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  11. ».Screamin'_BìKey.«
     
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  12. Pink Sniper96
     
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    oggi oggi oggi oggi :ossì:
     
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  13. *ValeryVampire*
     
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    eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

    :ossì:
    grazie a tutte per gli up <333333333333333


    spero che vi piaccia...
    un bacio a tutte tutte tutte le lettrici <3333333333333

    siamo al capitolo 20!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


    Capitolo venti
    Verità




    Georg compose distrattamente il numero per la terza volta sperando di avere finalmente successo, inviò la chiamata e aspetto con ansia che rispondesse.
    Si attorcigliò tra le dita una ciocca rossiccia di capelli liscissimi e attese, l’ansia gli aveva attanagliato lo stomaco e non faceva altro che mordersi il labbro inferiore con rabbia.
    -Pronto? - domandò sbadatamente la voce femminile di Bill dall’altro capo del telefono.
    -Oddio… Bill, finalmente… senti, volevo solo dirti che Tom è finito all’ospedale…
    -Cosa è successo? - esclamò allarmato trattenendo il fiato.
    -Bill… è…è meglio che vai. Per favore… - mormorò Georg mettendo giù la telefonata.

    Il moro rimase statico con il telefono tra le mani alcuni istanti e poi si gettò di corsa nell’armadio infilando i primi vestiti che gli capitarono a tiro e uscì di casa di fretta e furia.
    Solo una parola continuava ad imprimersi a lettere cubitali nella sua mente: TOM.

    Scese di corsa dall’auto dopo averla parcheggiata vicino all’ospedale e si diresse verso l’entrata affollata, cercando qualcuno che gli avrebbe potuto dare un’informazione.
    Si avvicinò ad un uomo sulla cinquantina, brizzolato e con un lungo camice verdognolo indosso, e lo fermò domandando.
    -Senta, scusi. Avrei bisogno di sapere dove si trova una persona, però non so nemmeno cos’abbia. Posso dirle solo un nome…
    L’uomo lo guardò e gli sorrise gentilmente, invitandolo a seguirlo verso un lungo bancone non molto lontano da dove si trovavano.
    -Allora signorina, mi dica pure il nome di questa persona. – continuando a sorridere garbatamente per infondergli sicurezza mentre aspettava di digitare il nome sul computer.
    -Thomas Kaulitz…ha più o meno 25 anni.
    L’uomo digitò il nome sulla tastiera e aspettò un qualche risultato, Bill tamburellava freneticamente le dita sul ripiano liscio e freddo.
    -O, bene. Thomas Kaulitz, 24 anni, alto più o meno un metro e ottanta… lui? – il moro annuì con decisione - Okay, allora vai fino al terzo piano e troverai una piccola stanzetta con la porta verde. È lì.
    -Grazie mille… - mormorò, poi si allontanò per prendere l’ascensore.

    Si trovò nel corridoio del terzo piano e gli sembrava di vivere in una stanza degli specchi dei Luna Park, era così maledettamente tutto uguale da fargli venire la nausea, pareva che le pareti si riflettessero a vicenda tanto poche erano le differenze.
    I muri bianchi e azzurrini, alcune bacheche, poche piante sui davanzali e la luce fastidiosa del neon sopra la propria chioma, quanto odiava gli ospedali…
    Camminò a passi incerti cercando di cogliere la differenza in quel corridoio e notare finalmente la porta che gli era stata indicata, quando la trovò era tra le ultime e dava sulla sinistra.
    Si mosse lentamente senza quasi rifiatare, sentiva solo dei minimi rumori provenire dagli interni di alcune stanze e il suono fastidioso della gomma della suola delle sue scarpe da ginnastica contro linoleum.
    Quando si trovò davanti alla porta verde sospirò come se gli fosse mancata l’aria, allungò una mano in avanti e poi, chiudendo gli occhi come a farsi coraggio, chiuse le dita attorno alla maniglia e l’abbassò. Aprì la porta appena appena, giusto per vedere se dentro vi era veramente Tom.
    E lo vide, era sdraiato sopra il lettino mentre faceva zapping per cercare qualcosa di decente da guardare in televisione dato che con lui non c’era nessuno.
    Indossava una t-shirt della sua vera taglia e guardava annoiato lo schermo del televisore, il suo viso era illuminato dalla luce spenta e malinconica dell’abat-jour sul comodino mentre la serranda era ancora alzata anche se erano le otto di sera passate.
    Tutto intorno a lui era biancastro e verdognolo, quei colori che dicono essere rilassanti ma che invece non fanno che incrementare su di lui ansia, disagio e malinconia.
    Si sentiva morto…
    Bill sbuffò cercando di scacciare via l’ansia e poi entrò nella stanza chiudendo la porta, rimase fermo davanti a lui e lo salutò con un debole “Ciao”.
    Tom si voltò guardandolo, aveva sentito che qualcuno stava entrando nella sua camera ma non aveva messo in conto che proprio lui ci avesse messo piede. Avrebbe voluto piangere dalla gioia ma non lo fece, era troppo stupidamente orgoglioso per farlo.
    -Ciao…- ricambiò il saluto senza usare un tono differente, come se anche la sua voce avesse assunto l’aria indifferente e priva di senso della stanza.
    Bill si gelò, forse non voleva che fosse lì?
    -Posso restare o vuoi che me ne vada? – domandò con stizza.
    Tom doveva almeno aspettarsela quella domanda se non avrebbe cambiato atteggiamento.
    -No, no. – sospirò guardandolo con gli occhi di un bambino - Resta per favore. – sussurrò, poi, più a convincere sé stesso che lui.
    Bill annuì e si sedette ai piedi del lettino accanto a Tom, accarezzandogli il polpaccio da sopra il lenzuolo bianco spento con un po’ di incertezza, timoroso di fare qualcosa che non avrebbe dovuto fare.
    Ma Tom sembrava esserne quasi felice e così continuo ad instaurare quel breve contatto fra loro, come per rompere il ghiaccio di quel silenzio pesante.
    Lo guardò col cuore che batteva forte, aveva aspettato con ansia di rivederlo ma di certo non se lo aspettava in quel modo.
    -Che ti è successo? – gli chiese preoccupato senza guardarlo in faccia e continuando ad accarezzargli la gamba.
    Tom esitò trovandosi spiazzato, non voleva dirgli ciò che era realmente accaduto quella mattina ma non aveva nemmeno abbastanza tempo per inventarsi una scusa sensata, così optò per la verità.
    -Mi sono picchiato con uno…e… mi ha accoltellato. – sospirò guardando altrove tranne che Bill.
    -CHI? – alzò la voce Bill.
    Il ragazzo roteò gli occhi e sbuffò cercando lo sguardo del moro per trovare un po’ di forza per dirgli tutta la verità.
    -È stato Andreas…
    A Bill si ghiacciò il sangue nelle vene, sbarrò gli occhi e subito dopo cominciò a piangere senza riuscire a controllarsi.
    Tom lo guardò perplesso, con uno sforzo notevole si mise a sedere trascinandosi Bill per i fianchi per avvicinarlo a sé.
    -Che c’è? Cos’hai amore?
    - Te lo dico solamente se tu… mi dici perché non ti sei più fatto sentire…
    -È un ricatto? – domandò Tom con un sorriso, cercando di alleggerire l’aria che aleggiava tra loro due.
    Bill si asciugò malamente le lacrime e sospirò aspettando ciò che gli avrebbe detto.
    -Baby, io ti ho telefonato e ti ho cercato per 4 giorni di fila e non c’è mai stata una risposta da parte tua. Quando avevo ottenuto uno straccio di appuntamento da te mi sono ritrovato un ragazzo che si è presentato come Andreas che mi ha detto che non potevi venire perché eri impegnato con un altro e non avevi il coraggio di dirmelo. Poi mi ha detto alcune cose su di te…
    Bill lo guardò a bocca aperta, quindi Andreas aveva continuato a fargli del male…
    -Mi ha detto che tu di solito usi solo gli altri e che stavi facendo lo stesso sia con me che con lui, che è per quello che ti inventi le scuse dicendo che non riesci a lasciarti andare.
    Il moro strinse i pugni e con rabbia e, quando Tom cercò di calmarlo abbracciandolo, si alzò in piedi puntandogli un dito contro e ricacciando indietro le lacrime.
    -Tom! Tu! Proprio tu, tre settimane fa mi hai promesso che ti saresti fidato di me, e invece ti sei lasciato infinocchiare da uno stronzo come quello!! Ma mi avete preso tutti per una puttana? Non sarei qui se di te non m’importasse nulla…e poi, lo vuoi sapere almeno cosa ha fatto Andreas a me? – urlò fuori di sé.
    Si levò il maglione e la canotta girandosi di spalle mostrando i lunghi graffi sulla schiena e i lividi sui fianchi.
    -Li hai visti? – lo guardò sempre più incazzato, rimettendosi il maglione.
    -Andreas…sì, quello stronzo si è fatto trovare dentro casa mia quando mi hai riaccompagnato l’ultima volta e abbiamo litigato, mi ha picchiato così forte che sputavo sangue e mi ha violentato – urlò ancora inginocchiandosi per terra serrando i pugni.
    Piangeva sempre più rumorosamente e singhiozzava tanto che le spalle continuavano a contrarsi sotto la maglia.
    -Ma lo hai denunciato?? – domandò Tom sconvolto.
    -No….
    -Come no?? – urlò il ragazzo fuori di sé – Dio … se lo incontro un’altra volta lo faccio fuori, brutto figlio di puttana…
    -TOM! No… per favore. Non lo fare… - si asciugò una lacrima che gli stava solcando la guancia - …E lo so che ti chiedo troppo. Non voglio che lo denunci nemmeno tu. Andreas è vendicativo, la prossima volta non credo che si limiterebbe a violentarmi o ad accoltellarti così in superficie. Per favore, fallo per me…
    Tom sbuffò, non era d’accordo. Andreas non se lo meritava affatto, doveva marcire in prigione quel bastardo ma, avrebbero potuto anche dirgli che il quel momento era uno “senza palle” ma la sola cosa che gli stava a cuore era Bill.
    E se lui gli chiedeva questo, allora avrebbe messo da parte la sua rabbia…
    - Bill, rialzati e vieni qua… - gli disse Tom con dolcezza, aveva una paura fottuta di ferirlo in qualche modo.
    Era così fragile, come potevano pensare a fare anche solo un graffio a quella creatura così perfetta nella sua imperfezione.
    Bill salì sul letto abbracciandolo e nascondendo il viso nel suo collo, Tom lo strinse così forte da riuscire a sentire il suo cuore martellare contro il proprio petto.
    Lo prese per le spalle e gli asciugò le lacrime per potersi perdere in quegli occhi da cerbiatto, non poté resistere a quelle labbra rosa che sapevano di fragola…
    -Amore, però volevo solo dirti che ieri stavo venendo da te… Stefan mi ha telefonato e mi ha fatto una bella lavata di testa. Quando stavo per arrivare da te ho incontrato Andreas ed è successo ciò che è successo. Mi dispiace, non doveva finire così… Mi perdoni?
    Bill annuì e gli posò un altro bacio sulla bocca ma proprio in quel momento un’infermiera grassoccia fece il suo ingresso nella stanza, facendo scendere il moro dal lettino con una velocità impressionante.
    -Buona sera Tom! – lo salutò lei mentre appoggiava il disinfettante e altre cose sopra un mobiletto verdognolo lì accanto.
    Tom accennò un sorriso e Bill si sedette su una sedia lì accanto, osservando la donna che stava alzando la maglietta del ragazzo per disinfettargli la lunga ferita all’addome.
    -E questa bella ragazza chi è? – domandò guardando Bill.
    Tom rise guardando il moro di sbieco che se ne stava tutto intento a controllarsi che non si fosse rovinato le unghie in qualche modo.
    -È la mia ragazza, si chiama Eva!
    Tom poté giurare di aver visto Bill sgranare gli occhi a quella frase e arrossire furiosamente, evitando accuratamente di non guardarlo o le sue guance sarebbe andate in fiamme.
    -Tom, volevo dirti che il dottore ha detto che potrai essere dimesso già domani mattina. Contento? - lo informò l’infermiera.
    -Posso restare qui la notte? – domandò Bill concentrando l’attenzione su se stesso.
    -Credo non ci siano problemi…sì, puoi. Almeno fai compagnia al tuo ragazzo… - sorrise con lieve dolcezza e con un tono confidenziale.
    Tom tossì imbarazzato e salutò la donna che usciva dalla sua stanza e li lasciava finalmente soli, Bill si alzò controllando che il corridoio fosse semivuoto e chiuse la porta a chiave.
    Si premurò di abbassare la tapparella e di spegnere tutte le luci tranne una piccolina che illuminava solo Tom, seduto sul letto con le lenzuola tirate fino ai fianchi e un’espressione affascinata mentre osservava Bill.
    Si appoggiò contro il muro osservandolo per alcuni istanti, poi si mosse lentamente fino a lui domandandogli:
    -E così io sarei la tua ragazza?
    -Sì, perché non ti piace come appellativo? – sussurrò un attimo prima di sfiorare la sua bocca con un dito.
    -…sì…. – mormorò prima di mordergli il dito e baciandolo appena.
    Tom lo fece sedere sulle proprie gambe accarezzandogli i capelli e abbracciandolo come se avesse voluto comunicargli tutto ciò che sentiva in quell’istante.
    Lo baciò con dolcezza e si staccò per ammirarlo, era così bello senza trucco, così vero e così indifeso. Sentiva di doverlo proteggere ad ogni costo.
    Bill sorrise appoggiando la propria testa sopra la sua spalla, espirando con pesantezza mentre cercava di mandare via ogni pensiero dalla propria testa.
    Guardò Tom, era così bello…le treccine nere appoggiate sulle spalle e la pelle tesa degli avambracci a definirgli i muscoli.
    Fece scendere una mano fino alla base della schiena di Bill, intrufolando le dita sotto il maglione per accarezzargli la pelle calda, il moretto rabbrividì sorridendo.
    Indugiò fino all’elastico dei leggings di Bill, cercando il suo consenso per andare avanti, ma non vi fu una risposta.
    -Vorrei fare qualcosa per te ma ho paura di farti del male… - sussurrò baciandogli il collo.
    -Fai quello che vuoi…al massimo ti fermo… - rispose con tono pacato.
    Tom gli chiuse le labbra con un bacio, trascinandolo con busto più vicino a sé e con un minimo aiuto gli abbassò i leggings e gli slip per potergli accarezzare la pelle nuda.
    Si ancorò a lui quando sentì la sua mano accarezzarlo lentamente tra le gambe, abbandonando la testa contro il suo petto chiudendo gli occhi per vivere meglio quelle sensazioni.
    Con la mano libera gli accarezzò i capelli neri e gli baciò la tempia, voleva essere solamente dolce e coccolarlo per qualche istante, cercando di cancellare una piccolissima parte di ricordi su ciò che Andreas gli aveva fatto.
    -Tomi… - bisbigliò Bill cercando i suoi occhi.
    Il ragazzo incrociò il suo sguardo prendendogli il mento tra le dita per baciarlo.
    -Tomi…volevo dirti…che comunque credo proprio di essermi innamorato di te. Sono stato così male in questi giorni e mi sei mancato così tanto… Tomiii – soffiò sul suo collo.
    Tom sorrise compiaciuto e lo abbracciò, non sapeva rispondergli tanto era felice in quel momento. Voleva solo stringerlo e sentire che entrambi si appartenevano.
    -Amore…lo sai che vale la stessa cosa per me…però ora rilassati dai…
    Bill annuì sporgendo un po’ il bacino all’indietro e si levò il maglione gettandolo a terra e succhiando il collo di Tom, sentiva le sue mani avvolgergli la schiena e accarezzarlo lentamente.
    Scese con le mani sino alle natiche massaggiandogli le cosce lisce e muscolose, come quelle di una modella, e con delicatezza lo penetrò con un dito.
    Bill mugolò di piacere incitandolo a continuare e l’altro lo assecondò mentre continuava a tenerlo occupato baciandolo sulle labbra e sul collo.
    Si umettò le dita e ne aggiunse un altro spingendolo più a fondo e riuscendo a toccare quel punto che tanto lo faceva andare fuori di testa.
    -Oddio…Tomi, se continui così non resisterò a lungo… - mugugnò con la fronte premuta contro il suo collo.
    L’altro sorrise e con l’altra mano, facendosi più audace, afferrò il suo sesso e Bill lanciò un grido acuto di piacere abbandonandosi totalmente a lui.
    Venne dopo poco tempo inarcando la schiena e sporcando la sua mano col proprio seme, crollò contro di lui col respiro affannoso e la testa che girava.
    -Tomi… - disse senza uno scopo preciso cercando la sua bocca.
    Lo guardò sorridendo e gli prese la mano sporca del proprio sperma, leccandolo lascivo tra le dita fino a ripulirlo del tutto…
    Tom lo guardava senza dire nulla…se non fosse stato per il dolore tremendo al’addome non avrebbe esitato un secondo a ribaltare la posizione e farlo suo senza troppi convenevoli.
    Lo baciò dopo che l’altro ebbe finito il suo “lavoro” e gli fece spazio sotto le coperte pesanti e lo abbracciò cercando di addormentarsi insieme a lui, ma Bill non accennava a chiudere gli occhi.
    -Tom, devo dirti una cosa…
    Si volse verso il moro e lo osservò con aria interrogativa incoraggiandolo ad andare avanti.
    -Lo so, forse ho sbagliato a non mettere tutto in chiaro prima e spero proprio che adesso non cambi di nuovo tutto ciò che ci siamo ricreati oggi perché ti ho detto già quello che provo. Io… si insomma, credo che tu tra le righe abbia capito che io non sono un uomo e non voglio esserlo, purtroppo è questo ciò che mi frena in ogni rapporto. Perché quasi mai nessuno poi mi accetta per quello che io sono realmente, quindi per farla breve: sono almeno sei mesi che io vado da uno psicologo per cercare di capire chi sono io veramente e cosa voglio essere. Perciò volevo dirti che è da qualche settimana che prendo gli ormoni femminili…io sono una donna e quello voglio diventare. E se questo non ti sta bene, dimmelo subito.
    Tom ascoltò tutto con sincero interesse, archiviando ogni parola e ogni sguardo come se fosse la cosa più importante. E lo era…
    -Vuoi sapere davvero la verità? Quello che penso? – gli domandò accarezzandogli il viso e sperando di non dimenticare mai più quegli occhi nocciola che in quel momento sembravano la cosa più vera di quel mondo.




    Note: Allora.... bene che dire...
    Finalmente i nostri due piccioncini si sono ritrovati... quindi ora potete farvi tutti i vostri viaggi mentali su loro due per cercare di capire ciò che succederà in futuro... quindi... Beh, buon divertimento xDDDD


    poi volevo dirvi una cosa importante e credo che questo sia il capitolo giusto per spiegarvi questa cosa....
    Bene bene bene... da qui in poi Bill non sarà più del tutto Bill perchè inizierà il suo percorso di transizione da uomo a donna perciò prima o poi lo chiameremo solo EVA... ma tanto questo credo che lo sapevate già ^^.
    ciò che mi preme dirvi è che, per chi non è molto ferrato sull'argomento dovrò chiarire le idee prima di farci una brutta figura...
    allora... quando si cambia sesso in questo caso uomo a donna) si deve affrontare un lungo percorso non dei più facili, anzi...
    quindi, si comincia con delle sedute da degli psicologi che capiranno se il bisogno di cambiare sesso è VERO o se è solo un "capriccio"... (della serie "divento donna perchè amo un uomo etero...")....
    anche perchè è un processo irreversibile anche dopo alcuni mesi di solo cure ormonali...
    Quindi... una volta che si ha il permesso per cominciare la transizione si comincia ad assumere ormoni (in questo caso estrogeni) o per via orale stile pastiglie xD oppure con delle iniezioni...
    gli ormoni estrogeni su un uomo cambiano:
    - la voce che diventa leggermente più acuta, ma non proprio femminile;
    - sviluppano il seno, e il risultato va anche a seconda dei geni (non so se dice così, insomma che ne so: se la mamma di una transgender porta la settima ha forse più probabilità di avere un seno più grosso)
    - distribuisce il grasso in zone più "femminile, quindi fianchi, glutei etc...
    - i peli tipo barba e robe simili sono più diradati....
    ecco poi.... il gingillo funzione invece sempre allo stesso modo...
    su internet vi diranno il contrario ma non è proprio vero... quindi... lì sotto c'è ancora vita u.u

    comunque volevo poi solo dire che essendo che quando una transgender assume gli ormoni, solitamente prima di fare l'operazione di vaginoplastica (ammesso che lei lo voglia fare) passa almeno un annetto....
    ... perciò volevo dire che in "Do Your Own Choices" questo processo sarà un pochino più accelerato perchè non volevo scrivere una storia che si svolgesse in un arco troppo lungo di tempo... quindi volevo solo avvisarvi...
    nel caso foste già informate almeno non andrete a pensare "Va là quell'ignorante ha scritto una marea di stronzate".... ok? quindi io sono in buona fede solo perchè non volgio, a un certo punto del capitolo, scrivere "Due anni dopo...." anche perchè troppi spazi vuoti non mi piacciono.... u.u


    e poi boh.... dopo tutta questa pappardella vi ringrazio perchè mi seguite...
    vi voglio tanto bene <3333333333333333333333333333


    PROSSIMO CHAPPOLO.... DOMENICA A PAGINA 74 U.U
     
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  14. barby's
     
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    Finalmente si sono ritrovati
    Questo Bill\Eva cosi fragile ed indifeso, mi suscita tanta tenerezza ed è come se avesse bisogno di piu' amore e protezione ... non dev'essere facile per Tom accettare un cambiamento cosi radicale, ma non credo ne sia sorpreso, era palese vedere Bill sotto un'altra veste, la sua parte femminile spiccava sempre, perchè in realtà è quello che desidera essere, Bill si sente donna ed ora vuole rendere effettivo questo suo modo di essere ...
     
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  15. ».Screamin'_BìKey.«
     
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    *OOOOOOO* bene ora leggo e poi commento *w*
     
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1342 replies since 26/5/2010, 18:18   13992 views
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