[Solo Etero? Non dipende da me.]

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  1. Helly_Kaulitz
     
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    Dalla prima fila. Amo, io e te prime fila 4evaH <3 *___*

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    Cosa vi devo dire, finirò di postare i capitoli e poi stop... Dei commenti sarebbero ben accetti!

    51 CHAPTER



    Altri sei mesi se ne sono andati. Altri sei mesi senza Tom.
    Mi trovo a giugno, la scuola è appena finita.
    Novità? Non particolarmente. Io e Robert stiamo ancora assieme? Beh sì, occasionalmente almeno. Eppure non mi sembra che a Tom sia importato molto perché ha deciso di non cercarmi più e dopo averlo chiamato e richiamato svariate volte senza alcun risultato, ho deciso di accontentarlo e sparire anch’io dalla sua vita.
    Sembra essere ciò che voleva, quindi va bene.
    Io e Tom abbiamo vissuto una storia d’amore senza precedenti, credevo davvero non ci saremmo mai separati, per diversi momenti ho creduto fosse lui la persona che avrei voluto avere accanto tutta la vita, ma ecco… Sono stato solo un illuso.
    Pensavo avremmo potuto superare la cosa della distanza, ma non è stato così.
    Ma sì dai, lo dicono tutti che le storie a distanza non funzionano: cosa poteva avere la nostra di tanto speciale?
    << Mamma! >>, grido scendendo le scale. << Vado a fare un salto a Niegripp, ci pensi tu a London? >>.
    << Finirò per diventare io la sua padrona con tutte le volte che me lo affidi! >>, prendendo le chiavi del motorino le sorrido e ribatto:
    << Eddai la scuola è appena finita, vado solo a fare un giro! >>.
    << Torni per cena stasera? >>, domanda serenamente.
    << Non lo so, sento cosa vogliono fare gli altri! Forse no però! >>, rido. << Ciao mamma >>, esco di casa.
    << Mi raccomando stai attento! >>, ma ormai la sua voce non è che un’eco lontana.
    Una volta indossato il casco e preso il motorino esco dal vialetto e mi dirigo diretto a Niegripp. La cosa positiva dell’estate non solo è che la scuola finisce, ma che posso uscire da solo senza rispettare gli orari di mia mamma, o dell’autobus o di qualsiasi altra cosa.
    Ah giusto, ho un motorino! Non che non l’aveste capito da soli, ma questa è una delle altre novità di quest’anno. Impressionante eh? Un motorino che mi cambia la vita, davvero entusiasmante.
    Chiaramente sono sarcastico, questa è l’ennesima dimostrazione di come le cose della mia vita siano sempre le stesse. Come se fossero scritte in un elenco e fossero sempre in quell’ordine. Provate solo ad immaginare, chiudendo gli occhi, una bella lista bianca.
    La vedete? Bene. Ora le darò un titolo: la triste vita di Bill Kaulitz.
    Me la immagino scritta con Verdana, in stampatello grande, preferibilmente in grassetto, centrata e di misura 16. Bene, il primo punto della lista è:
    1- Fare finta che tutto vada bene.
    Devo ammettere che questo mi riesce piuttosto bene, no? Ho persino espresso la mia gioia nel possedere finalmente un motorino!
    2- Pensare a Tom ogni secondo, ogni minuto, ogni ora, ogni giorno.
    3- Fingere di non pensare a Tom ogni secondo, ogni minuto, ogni ora, ogni giorno.
    Devo dire che i due punti sono strettamente correlati. Quasi riesco a soffocare il secondo punto fra il primo e il terzo! Non credete anche voi? Del resto non avete fatto altro che giudicare la mia frivolezza, le mie scelte, i miei pensieri e le mie paure. Sono certo che avete anche detto che sono un ipocrita.
    Beh ecco la notizia del giorno: non mi interessa niente dei vostri pareri.
    Oh, dimenticavo:
    4- Non interessarmi dei vostri pareri.
    Visto? Potrei avere una lista lunghissima, invece ci sono solo questi che si ripetono di continuo.
    Voi pensate che ho lasciato la storia di Tom alle spalle, che non ho lottato. Ma non è così carissimi, IO ho lottato. Ho lottato eccome.
    È stato lui a smettere di lottare. Lui a smettere di chiamarmi. Lui a non prendere le mie chiamate, a non rispondere ai miei messaggi. Cos’altro avrei dovuto fare? Prendere un aereo e andare in Spagna?
    Se avete risposto sì a quest’ultima domanda siete degli idioti. Cosa avrei fatto una volta arrivato in una terra straniera dove non conosco né la lingua né l’ubicazione di Tom?
    Sarei probabilmente dovuto tornare indietro e mi sarei preso solo una bella sgridata da parte di mia madre.
    Sono già scappato una volta con lui, non lo farò di nuovo. Non prenderò e partirò senza di lui, piuttosto aspetto qui che sia lui a tornare, almeno Tom sa dove abito, sa dove trovarmi.
    E io ci sarò al suo ritorno, giuro che se ci sarò un suo ritorno ci sarò, ma per il momento… Io non posso fare niente, sembra che lui abbia deciso di ignorarmi.
    Sì, io ho fatto i miei sbagli. Sono stato con Robert, ma è successo la stessa sera che Tom è stata con quella che credo oramai sia la sua ragazza. Quindi non date a me tutta la colpa di ciò che è successo perché io ho torto al 50%.

    Una volta arrivati a Niegripp parcheggio nei dintorni del campo da basket dove i ragazzi si divertono fra loro giocando una delle solite partite.
    E sì, se ve lo state chiedendo ho pensato al fatto che anche Tom giocava e che quei pantaloncini gli stavano d’incanto mettendogli in evidenzia le sue forme migliori!
    Ma la mia lista è chiara, devo fingere di non stare pensando a lui.
    << Hey! >>, Robert –vedendomi sfilare il casco dal capo- si avvicina a me e mi saluta. << Allora, come va? >>, domanda.
    << Tutto bene, fanculo la scuola finalmente! Ciao Gismar, ciao Sim! >>, saluto.
    << Sì Dio… Non ne potevo più, finalmente è tornata l’estate! >>.
    << Già… Allora, chi vince? >>.
    << Mah non so, abbiamo fatto un casino con i punti… Ma credo che siamo in vantaggio noi! >>.
    << Perfetto >>, sorrido avvicinandomi assieme a Rob al campo.
    << Sicuro tu stia bene? Non mi hai dato neanche un bacio! >>, scherza. Io sbuffo.
    << Dai, è troppo caldo per baciarti… Sudo! >>. Quasi non finisco di replicare che si è già incollato alle mie labbra.
    << Ecco, è stato indolore no? Quasi non hai sentito! >>.
    << Tu non sai proprio aspettare, eh? >>.
    << No, non te >>, ribatte con un sorriso. << Hey ragazzi, ci andiamo a mangiare un gelato? Muoio di caldo e poi è arrivata la mia fidanzata, sapete che se solo si avvicina ad una palla le si rompono le unghiette >>, lo picchio ridendo.
    << In tutti i sensi se si avvicina ad una palla! >>, ride Sim facendo il doppio senso. Dopo aver infastidito per bene Robert, andiamo tutti a prenderci un gelato e parliamo dei nostri programmi estivi.
    << Io sono costretto ad andare in vacanza coi miei per una settimana in Italia, non vedo l’ora! >>, si esprime Sim sarcasticamente.
    << Non sei troppo grande ormai per andare in vacanza coi tuoi?! >>, chiede Gismar sbeffeggiandolo.
    << Sai come sono i miei, forti valori di famiglia. Hai una relazione? Ovviamente devi fargli conoscere il tuo partner! Ti sposi? Devono essere i primi a ricevere l’invito, anzi, devono essere con te quando li spedisci! Metti su famiglia? Sceglieranno loro i nomi dei tuoi figli! >>, ridiamo tutti assieme uscendo dal bar e facendo una passeggiata per il paese.
    << Tu dove vai, da qualche parte Gis? >>, gli chiedo prendendo Robert a braccetto.
    << Mah non lo so ancora… Io e Tom volevamo vederci un giorno, anche fosse un weekend >>. Il mio cuore smette improvvisamente di battere: grazie al cielo c’è il braccio di Robert a sorreggermi, altrimenti sarei morto in questo istante.
    << Tom? Tu hai sentito Tom? >>, domando a mezza voce.
    << … Pensavo te l’avesse detto >>, esita cercando di giustificarsi.
    << E come avrebbe potuto? Dio, saranno mesi che non lo sento! Non prendermi per il culo! >>.
    << Io… Non ne sapevo niente, le poche volte che lo sento mi aggiorna solo su come vanno le cose là, non abbiamo mai parlato… Di te. Col fatto che vi siete lasciati e ti sei messo con Robert pensavo non ci fosse più niente da dire >>.
    << Noi non c’eravamo esplicitamente lasciati e io e Robert non stiamo insieme e poi anche lui si è rifatto una vita con quella tipa! >>. Pronuncio quelle parole con una rabbia tale quasi da non rendermi conto che Robert è proprio accanto a me.
    << Bill… Scusa >>.
    << Scusa di cosa? >>, comincio ad alterarmi. << Non è colpa mia se ha voluto mettersi con un’altra, l’idea di fondo iniziale era totalmente diversa! >>, di colpo regna un silenzio da mettere i brividi e io mi volto –furioso- nella direzione di Robert.
    << Beh, tu non dici niente? Ti sto trattando come un cane, no? Parla cazzo! >>.
    << Non ho niente da dire, è sempre la stessa storia e comunque dovresti girarti >>.
    << Perché? Altrimenti cominci a prendermi a cazzotti? Fai pure! Per mesi sono stato a lamentarmi di come stessero andando le cose con Tom e nessuno di voi ha fatto davvero niente per aiutarmi a farmela passare! Immagino che voi tutti continuiate a parlare con Tom e… Dio, com’è potuto non venirmi in mente di prendere i vostri cellulari e chiamarlo da lì quando davvero ne avevo bisogno?! Sicuramente le cose sarebbero andate in maniera diversa se l’avessi fatto, ma ora… Io vi odio soltanto! >>, strillo esprimendomi in maniera del tutto sconnessa.
    << Bill! >>, gridano in coro. << Calmati prima di tutto. Adesso voltati >>. Fermandomi nel bel mezzo del marciapiede non mi rendo conto di dove mi trovo.
    Inizialmente non capisco neanche perché siamo arrivati proprio qui, ma poi ogni pensiero cessa e qualcosa (più di qualcosa) cattura la mia attenzione.
    Non solo il fatto che mi trovo davanti alla vecchia casa di Tom (non passavo per questa strada da tempo e in quel momento per accorgermente ero troppo impegnato a gridare), ma ciò che più mi provoca un tornado di emozioni è quel cartello piantato poco distante dal marciapiede, infilato sul prato con così tanta irruenza, quel cartello… Con su scritto… VENDESI PROPRIETÀ.
    Sbuffo sconvolto e mi volto verso i miei amici:
    << È uno scherzo, vero? >>. Loro non mi guardano. << Beh devo dire che è molto realistico, grazie ragazzi, siete proprio bravi a farmi dimenticare il passato! >>.
    << Bill, non è uno scherzo… L’hanno messo stamattina >>. Sbarro gli occhi senza proferire parola. Spero tanto Gismar stia scherzando.
    << No… >>, rido un po’ isterico. << Non può essere così, Tom aveva detto che prima o poi sarebbe tornato… Questo è uno scherzo! Perché… Perché mi avete portato proprio qui? >>, domando senza volere davvero conoscere la risposta.
    << Perché dovevi vederlo >>.
    << Avreste potuto dirmelo semplicemente! Sarei stato meglio! >>, ribatto basito.
    << Sapevamo non ci avresti mai creduto se non l’avessi visto coi tuoi occhi >>, mi spiega Gismar con calma. << Ne abbiamo discusso prima >>. Non so esprimere cosa mi sta attraversando dentro, ancora non riesco a metabolizzare, sono troppi sentimenti, è troppo difficile capire quali siano.
    << Ne avete discusso? Tu lo sapevi?! >>, mi volto verso Robert. Lui fa un cenno di sì col capo. Sbuffo ancor più sconvolto. << Dio, tu lo sapevi e non mi hai detto niente? Ma che diavolo ti è passato per la testa?! >>.
    << Io… Non volevo ferirti… >>, si giustifica. Apro la bocca per dire qualcosa, ma subito la richiudo. Alzo le spalle adirato e faccio per tornare indietro.
    << Fanculo, io vado a casa >>.
    << Bill aspetta, non fare così! Noi volevamo solo che tu sapessi la verità! >>. Mi blocco di colpo, il mio cuore mi sta dicendo qualcosa in questi irrefrenabili e confusi battiti, ma non riesco a decifrare il codice.
    << La verità? >>, dico avvicinandomi rabbioso verso Gismar. << La verità è solo una! Voi in tutto questo tempo non mi avete detto una parola di ciò che stava succedendo e Tom non vuole sentirmi! Voi ci avete parlato per tutto il tempo e… Dio, non vi è venuto in mente di dirgli qualcosa? Di dirgli di chiamarmi o di prestarmi il vostro fottuto cellulare per chiamarlo? Siete stati stronzi, falsi e… E immaturi! Tutti quanti! Ho passato il mio tempo assieme a voi e solo ora mi rendo conto di aver sbagliato tutto, avete mentito! Sin dall’inizio, avete mentito! Non so perché, ma avete mentito e per quel che mi riguarda i nostri rapporti si chiudono qui! >>, riprendo fiato guardando Gismar e gli altri con occhi pieni di fuoco, di rabbia. << Me ne vado a casa >>, ripeto per la seconda volta.
    << Okay, forse avremmo dovuto prestarti il nostro cellulare, ma forse c’è un motivo se Tom non ti ha più chiamato! >>.
    << Oh! >>, esclamo arrabbiato. << Sicuro c’è un motivo. Vuoi ancora fare l’amico? Allora dammi il tuo cazzo di telefono e fammi chiamare Tom, adesso! >>.
    << Che vuoi fare Bill? >>, chiede Gismar sfilandosi il celllare dalla tasca dei jeans. Glielo strappo dalle mani.
    << Dammi solo questo cazzo di cellulare >>. Cerco nella sua rubrica il suo numero e, premendo il tasto verde, aspetto che risponda.
    Ora comprendo perfettamente quali sentimenti mi brucino dentro.
    Rabbia, per la falsità di quelli che credevo miei amici e per Tom, che se voleva chiudere con me poteva almeno chiamare, in questo modo ha solo fatto sì che stessi male tutto il tempo.
    Tristezza, per la situazione che era sin dall’inizio così terribilmente evidente, ma io non riuscivo a vedere, troppo acceccato dall’amore.
    Vergogna, per essere rimasto tutto questo tempo innamorato di una persona che non ha dimostrato di meritarmi.
    Ma ora mi avrebbe sentito, non mi sarei fatto intimidire dalla sua voce calda e sexy, gli avrei detto tutto quello che provavo in quell’esatto momento.
    Questa volta mi aveva ferito davvero e mi avrebbe sentito.
    << Pronto? >>, lo sento dire. La sua voce è esattamente come me la ricordavo, forse leggermente affannata, ma sono troppo accecato dalla rabbia per fermarmi a pensare quanto mi è mancata.
    << Ah, a lui rispondi eh?! >>, dico pungente.
    << Bill? Ma cosa… >>. Sembra sorpreso.
    << Volevo solo dirti che sei uno stronzo, una testa di cazzo, spero che la tua puttanella da quattro soldi te la stai sbattendo per bene e ti stia divertendo! Dopo tutto quello che hai detto, dopo tutte le promesse che hai fatto… Che vengo a sapere? Non solo che la tua fottutissima casa di merda è in vendita e quindi tu non tornerai più in questo quartiere arretrato, ma che per tutti questi mesi tu e i tuoi amichetti falsi e ipocriti del cazzo vi sentivate ogni dannato giorno! Mi hai forse preso per il culo? Eh? >>.
    << Bill, non posso parlare adesso… >>.
    << Non me ne frega un cazzo se non puoi parlare ADESSO, non hai parlato per quasi un anno e volevo solo farti sapere che questa è l’ultima volta che ci sentiamo, che è finito tutto e anche se ho pensato che potrebbe essere stata colpa mia, beh mi sbagliavo perché mentre io tutto quello che ho fatto te l’ho riferito e tutto quello che ho detto è stato vero, beh adesso non lo è più perché ti sei rivelato uno stronzo, un’ipocrita e non mi frega un cazzo di niente se sono ripetitivo, ti meriti di sentire tutte queste cattiverie! >>, comincio a sentire gli occhi bruciare assieme alla gola, non riesco a frenare la lingua. Non posso, sono troppo ferito. << Te lo meriti sì, perché io provavo dei sentimenti veri per te! Sei solo una di quelle persone che usa gli altri e le manipola a suo piacimento! Sai che ti dico? Quello che provavo prima non esiste più, forse ho continuato ad amarti per tutto il tempo che non ci sei stato, anche se ammetto di non esserne più stato sicuro per un periodo, ma ora invece sono sicurissimo! Non ti amo più, sei una persona di merda, non sono mai stato trattato in questo modo! Ti diro di più, quelli che mi pestavano erano migliori di te perché almeno il loro odio per me era evidente, tu non hai fatto altro che mentire in questo periodo! Non hai risposto alle mie chiamate, ai miei messaggi, non so perché, ma non lo voglio sapere! È chiaro che la tua ragazza tutta tette e niente cervello ti abbia coinvolto per bene, quindi potete andare a cagare entrambi! Se lei è migliore di me, tienitela! Spero ti faccia soffrire almeno la metà di quanto tu abbia fatto stare male me! Anzi no, non sono come te, non ti auguro di soffrire, sarebbe solo vendicativo e stupido, giusto? Ah ho saputo da Gismar che andate in vacanza assieme! Beh, divertitevi. Spero vi schiantiate entrambi contro terra così magari in quegli ultimi secondi che vi rimangono di vivere, pensate a tutte le bugie che mi avete raccontato e a tutti quegli stupidi modi che avete usato per coprire le vostre menzogne e farmi soffrire! Vaffanculo >>, butto giù di colpo. Sto piangendo, c’è poco da dire.
    << Grazie >>, dico lanciando il cellulare al suo proprietario.
    << Bill dai dove vai! Rimani a mangiare con noi, parliamone! >>.
    << Mi dispiace >>, rispondo piangendo e aumentando il mio passo. << Ma non credo proprio rimarrò a mangiare qui. Scusatemi >>. Con le lacrime che non ho modo di riuscire a frenare scappo via da quella cittadina, basito da ciò che sono stato in grado di fare e col cuore a pezzi.
    Raggiungo in fretta il motorino e sfrecciò via di lì lasciandomi indietro solo le lacrime che, durante la guida, non fanno che scivolarmi via dal volto. Non posso smettere di piangere, non sono stato così male neanche la prima volta che Tom mi ha lasciato.
    Non mi stupirei se adesso iniziasse a piovere.
    Tornato a casa mi getto fra le braccia amorevoli di mia madre, l’unica persona che davvero non potrà tradirmi mai e piango ininterrottamente, spiegando più o meno confusamente la situazione.
    Non posso credere che per tutto questo tempo nessuno mi abbia mai detto niente.
    Se fossero stati miei amici mi avrebbero fatto parlare con Tom, mi avrebbero spiegato almeno le sue motivazioni nel suo non volermi più sentire.
    Cristo, lo avevo chiamato e l’unica cosa che era stato in grado di dire era solamente: “Bill, non posso parlare adesso”, e quando diavolo avrebbe dovuto farlo? Non credo gli capiteranno altre occasioni perché io ho chiuso con lui. Ho chiuso con tutti.
    Non voglio più saperne niente.
    Mi sono sfogato al telefono a quel modo senza dargli modo di replicare, non ho aspettato che rispondesse prima di porre fine alla chiamta, non c’era bisogno che dicesse niente, era tutto così dannatamente già evidente.
    E ora anche la vendita della proprietà, non credete che qualcuno avrebbe dovuto informarmi? Mi sento come se, nel bel mezzo di una protesta, fosse iniziata una rivolta e io fossi rimasto calpestato da tutti i manifestanti.
    Mi hanno calpestato in ogni modo, non potrei stare peggio di così.
    Ora che la proprietà è in vendita, chi si trasferirà in quella casa colma di segreti e di ricordi?
    No, non voglio saperlo. Probabilmente nessuno prenderà mai in considerazione l’idea di trasferirsi in quel buco di paese. Forse nessuno prenderà il suo posto, oppure qualcuno migliore di lui che ha imparato a non dire bugie.
    Non lo so, ma ribadisco, come credo di aver già fatto svariate volte, che se avessi avuto una fottuta sfera di cristallo e avessi potuto prevedere tutto questo, non avrei mai dato inizio a niente.
    Tanto per cominciare non sarei mai andato in Inghilterra e poi avrei finto dall’inizio di non essermene innamorato; non avrei mai dovuto conoscerlo, neanche sapere dove abitava. Niente.
    Ed è quello che avrei cercato di fare di qui in avanti: io, Bill Kaulitz, modifico la lista della mia vita cancellando tutti i punti e prefiggendomene solo uno: rimuovere dalla memoria il ricordo di Thomas Shumpeter. Causa: distruzione dei miei sentimenti. Conseguenze probabili: lesioni permanenti e suicidio forzato.
     
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469 replies since 23/12/2009, 18:28   11616 views
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