[Solo Etero? Non dipende da me.]

{G},AU, Adult Content, Slash, Twincest not related

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Helly_Kaulitz
     
    .
    Avatar

    Group
    Gustav fan
    Posts
    17,579
    Location
    Dalla prima fila. Amo, io e te prime fila 4evaH <3 *___*

    Status
    Offline



    50 CHAPTER



    Sono passati tre mesi da quel bacio con Robert e le cose non sono che andate peggiorando.
    Il giorno dopo l’avvenimento l’ho subito raccontato Tom, ma la sua risposta è stata tutt’altro che consolante: mi ha confessato di essere andato con quella ragazza di cui mi parlava e da lì ho capito che questa relazione a distanza non avrebbe potuto funzionare.
    Siamo a Natale ormai, tante cose sono cambiate.
    I rapporti tra me e mia mamma sono sempre pessimi, la mia coscienza mi fa continuamente sentire in colpa di tutto, London è cresciuto, io e Robert ci siamo messi assieme e… Io e Tom non ci sentiamo praticamente più.
    Avrebbe dovuto chiamarmi… Vediamo, 2 mesi fa? Beh, non l’ho fatto e io sto ancora aspettando quella chiamata. No aspettate, non datemi della troietta, anche io ho preso in mano il telefono per chiamarlo, ma… Tom non mi ha mai risposto e me la sono più che presa.
    Non avrei mai immaginato che sarebbe finita così male.
    Insomma, sono incazzato con lui per quelle chiamate a vuoto, ma io sono ancora innamorato di lui nonostante il mio passatempo con Robert.
    Sì, passatempo. Non ho mai fatto sesso con Robert e non mi sono neanche mai immaginato di farlo, sto solo aspettando passivamente che il tempo scorra.
    Sto solo… Passivamente aspettando il suo ritorno.
    Sim e Kraus si sono sistemati rispettivamente con due tipe. Cioè, Sim con il suo ragazzino e Kraus con una di scuola.
    Io, ovviamente, sono rimasto accanto a Robert, ma… Non me ne interessa davvero.
    Lui vorrebbe passare a cose più fisiche, io gli ho palesemente detto che può scordarselo.
    Ho fatto l’amore con Tom per la prima volta e non desidero fare l’amore con nessun altro.
    Almeno questo gliel’ho promesso e voglio mantenerlo.
    << Che ne dici di vederci dopo il tuo pranzo? >>, mi domanda Robert accompagnandomi a casa dopo una nottata difficile. Una nottata soffocata nell’alcol. Io scrollo le spalle, annoiato.
    << Non lo so… Dovrei sentire con mia madre >>, mento. Non mi va di averlo troppo fra i piedi.
    << Almeno possiamo stare insieme! Sembra quasi che ti annoi a stare con me >>.
    << Non mi annoio Robert, è solo… È uno strano periodo Natale, lo sai >>.
    << Per via di Tom? >>. Colpito e affondato.
    << Senti la smetti sempre di tirarlo in mezzo alle palle una volta che non lo nomino? Ti ho detto mille volte che non voglio parlare di lui, ti ho detto mille volte che non c’entra niente! Ti ho detto basta cazzo! >>, mi altero. Io non sono più quello di una volta.
    Non sono più come quando stavo con Tom. Io non sono più felice.
    << Okay stai tranquillo cazzo, volevo sapere saperne di più… >>.
    << Sei forse il mio migliore amico o la mia cazzo di coscienza Robert? Non hai alcun diritto di sapere niente >>.
    << Certo che più passa il tempo più sei stronzo Bill >>.
    << Ora che cazzo vorresti dire? Che non ti piaccio più? Puoi andartene a fanculo eh! Sai quanti ne rimedio sfigati come te? >>, urlo in mezzo alla strada. Robert, ormai bello che spazientito, mi trascina di lato.
    << Insomma la smetti di trattarmi così? Finiscila, lo sai che mi piaci tu >>.
    << Eppure non mi sembra, critichi tutto quello che faccio! Tom non si è mai permesso di giudicarmi >>.
    << Non eri tu quello che non voleva parlare di lui? Non voleva nemmeno sentirlo nominare? >>, mi sbeffeggia.
    << Lo nomino quanto cazzo mi pare, lo nomino se devo fare un ottimo paragone che lo rappresenta con una persona di merda come te >>, lo accuso cattivamente. Dal momento in cui Tom se n’è andato il mio vocabolario conosce solo parolacce, io sono completamente cambiato e sono sempre nervoso.
    << Senti mi hai veramente stancato. Se non vuoi avere niente a che fare con me basta che tu lo dica! Nella testa hai ancora Tom, si vede benissimo. Se non vuoi stare con me, sta con lui! >>, sbotta. Non ci vedo più dal nervoso.
    << Sei una testa di cazzo Rob, sai benissimo che non posso! Continui ad infilare il coltello nella piaga, continui a farmi male! Ci tornerei subito se fosse qui! >>.
    << Oh quindi non te ne frega un cazzo di me? Torneresti subito da quel coglione? Se ti voleva davvero rimaneva in Germania e non si metteva con nessuna! Invece… Pff. Dai Bill, fatti delle domande >>. Le lacrime cominciano a scendere velocemente dai miei occhi e mi agito non poco. Iniziano a tremarmi le mani e comincio ad avere un principio di crisi isterica.
    << Senti Robert vaffanculo! Io c’ho messo tempo! Tempo per ricominciare a vivere, tempo anche per mettermi con te, tempo per dimenticarlo! E tu sei uno stronzo a rinfacciarmi tutto questo perché io ti ho dato una cazzo di possibilità! >>.
    << Se sono solo un rimpiazzo di Tom posso andarmene >>, dice lasciandomi le braccia che poco fa mi aveva braccato. << Non me ne faccio niente >>. Rimango a piangere fuori di casa mia mentre lui se ne va, poi essendomi calmato rientro in casa. Fingo che non sia successo niente con mia mamma, ma non attacca.
    << Bill? Tutto bene? >>. Ed ecco che inizia una lunga serie di bugie.
    << Certo, perché? >>, scrollo le spalle come se niente fosse successo.
    << Non so, hai… Gli occhi lucidi >>. Mia madre ci va molto piano con me da quando i litigi sono all’ordine del giorno e più mi rendo conto di essere diventato uno stronzetto, più continuo ad esserlo e peggioro.
    << Non ho gli occhi lucidi, mi è solo entrato qualcosa… Polvere o boh, forse gira qualche brutta allergia >>, sostengo il suo sguardo. Eppure lei non cede.
    << Non andavi a fare un giro con Robert stamattina? Dov’è? >>.
    << Niente, mi ha accompagnato e ora sta tornando a casa >>.
    << Davvero? Poi vi rivedrete? >>. Faccio un sospiro per non scoppiare.
    << Certo, ora se vuoi scusarmi vado in camera mia >>, mi dirigo verso le scale.
    << Okay tesoro, ma dà da mangiare a London, oggi non vuole saperne >>.
    << Mmh, okay… Sarà il Natale >>.
    << Hai fatto gli auguri a Tom? >>. Il mio cuore sembra bloccarsi, la gola mi si secca.
    << Certo >>, mento.
    << Bravo… Appena lo risenti salutamelo >>.
    << Ovviamente mamma, scusa London piange, vado a dargli da mangiare >>, mi appropinquo in camera mia con una morsa al cuore. Do da mangiare al mio cagnolino e, sospirando ancora, mi siedo sul bordo del letto.
    << Oddio… >>. Mi porto le mani fra i capelli e cerco di non piangere.
    È così difficile da quando Tom se ne è andato, così difficile da quando Tom ha cessato di farsi sentire, così complicato da quando ho cominciato a darmi a Robert in un modo o nell’altro, così complicato quando arrivano le feste.
    Ricordo benissimo lo scorso Natale.
    Io e Tom stavamo assieme da circa tre mesi. Era tutto così felice allora, prima che ci lasciassimo la prima volta intendo. Ricordo anche il momento in cui Tom è venuto qui a Loitsche. In Inghilterra ci eravamo messi d’accordo per vederci: lui aveva promesso di chiamare, che non ci saremmo persi.
    Quando però non aveva ancora chiamato io mi ero angosciato da morire… Ai tempi, Kraus mi dava ancora la caccia. Come se io fossi una bestia da malmenare.
    Poi però… Non potendo chiamare è venuto diretto alla mia scuola. È venuto per me e mi ha salvato dall’ira di Jui. Che buffo, pensare che ora è il mio migliore amico.
    E quando quel giorno stesso l’ho portato a casa? Gli ho domandato se fossi o no il suo ragazzo? Non potrei mai dimenticarmi quella risposta, così sicura, diretta, così sincera.
    Ero così felice allora… Adesso non faccio altro che sprofondare nella depressione più profonda.
    Che cosa davvero ha fatto cambiare il nostro rapporto? È stata davvero la Spagna? Siamo stati noi? Sono… Sono stato io?
    Scoppio a piangere nel silenzio della stanza, London mi guarda come se non capisse ciò che sto facendo, ma il guaio è che nemmeno io lo so.
    Non so più niente di ciò che sto facendo. Non capisco cosa sto facendo nella mia vita, cosa dovrei fare, cosa ho sbagliato, qual è la mia strada.
    Forse io sono stato solo una piccola parentesi della vita di Tom, forse l’ho solo confuso e lui ora è tornato nella retta via.
    Forse io, semplicemente, è come se non fossi mai significato niente.
    Prendo il cellulare e compongo il numero di Tom: non riesco a togliermelo dalla memoria. Lo lascio squillare, ma non arriva nessuna risposta.
    << Cazzo Tom, rispondi! >>. La chiamata non ha alcun esito, così compongo nuovamente il numero e –in preda ad una crisi isterica- piango pesantemente, ma ancora una volta niente. Continuo a chiamarlo, riprovo più volte, ma non mi risponde.
    Avanti Bill… Non vuole più saperne niente di te!
    << No, non è vero! Stai zitta! >>, grido alla mia coscienza. La testa fra le mani: mi sembra di diventare pazzo.
    Ma sì che è vero, lui ora sta con quella ragazza… Perché dovrebbe fregargli qualcosa di te?!
    << No, no! Io e Tom siamo speciali, io e Tom… Ci siamo solo presi una pausa >>.
    È quello che ha voluto farti credere Bill, lui non tiene a te.
    << No, lui mi ama, io lo amo! Io, io… Io sono Bill innamorato di Tom e noi… Dio! >>, getto il cellulare per terra. << Perché si comporta così? Perché? Perché? Che cosa gli ho fatto? >>, mi butto con le ginocchia sul pavimento e piango disperato. London si avvicina, mi lecca le mani per consolarmi, ma io non riesco a fermarmi.
    Sento qualcuno fare le scale e mia madre spalanca la porta della mia camera.
    << Bill! Tesoro, cosa è successo? >>.
    << Oh mamma… >>, striscio fino ad arrivare alle sue gambe e mi incollo ad una di esse. << Perché non mi vuole? Perché? Cosa gli ho fatto? >>.
    << Chi non ti vuole? Dio tesoro calmati, tirati su >, singhiozzo forte mentre mia mamma mi carezza la testa, ma non riesco a placare il mio dolore.
    << Voglio andare via, voglio morire… >>, singhiozzo.
    << Bill, no! Ma cos’è successo ? Hai litigato con Robert? >>.
    << NON ME NE FREGA UN CAZZO DI ROBERT! >>, strillo. << Io voglio Tom mamma, voglio Tom, fallo tornareeee… >>. La mia disperazione prende il sopravvento, la calma si è nascosta da qualche parte della mia mente dove non riesco più a vederla.
    Divento matto.
    << Bill, io… Calmati amore, si aggiusterà tutto >>.
    << No, niente si aggiusterà… Lui sta con quella tipa, lui non mi ama più… >>.
    << Tom si è fidanzato con un'altra? >>.
    << Sì mamma… >>, piango. << E io… Non ho fatto niente per impedirglielo >>. Mia madre mi carezza il capo, ma la vedo perplessa.
    << Non capisco tesoro, credevo tu stessi con Robert >>.
    << No, non più. Lui mi ha lasciato! Abbiamo litigato oggi pomeriggio >>.
    << Mi dispiace amore… >>.
    << NO A ME NE NON FREGA INVECE! >>, piagnucolo. << Io lo usavo solo per non pensare a Tom >>.
    << Oh… Non sono cose che si fanno tesoro, ogni persona ha dei sentimenti… >>.
    << E perchè nessuno pensa ai miei? Perché Tom non è qui? Robert lo sa che lui per me è solo un passatempo, l’ha sempre saputo! Io… Io >>, singhiozzo. << Per lui non conto niente, sono solo un suo capriccio. Lo so io come lo sa lui! Perché Tom non mi chiama? Perché non risponde alle mie chiamate? >>. Passo tutto il tempo a piangere in camera con mia madre, quando poi è il momento di ricomporsi e scendere per il fantomatico pranzo di Natale, dove tutti devono mostrarsi felici e spensierati.
    Su di me però capeggia una grandissima nuvola nera e non la smette più di piovere.

    ***


    È ormai sera, il pranzo è stato abbondante e spiacevole.
    È venuto a farci visita mio padre e questo non ha fatto altro che rattristare la mia giornata.
    Non è contento né di mamma, né di me, né dello stile di vita che conduciamo.
    Beh, può andarsene a fanculo. Io ho ben altri problemi qui.
    Rientro in camera dopo aver aiutato l’unico genitore nella mia famiglia che abbia un po’ di buon senso. Mi siedo sul letto, tolgo le scarpe e London mi salta addosso. Mi butto indietro sul materasso e gioco un po’ con lui, che mi lecca dolcemente il viso.
    << Siamo solo io e te, vero London? Nessuno potrà separarci >>, lo accarezzo. << Nessuno, non è vero? >>. Il cane abbaia e mi strappa di dosso un sorriso. Sospiro apparentemente felice col cucciolo in grembo. << Vorrei non fossimo soltanto io e te, Tom… Cioè! London… >>, sussurro. Il cagnolino mi osserva perplesso. << Oggi ho provato a chiamare Tom, ma non mi ha risposto e… Con Robert ho combinato un gran casino, mi sento in colpa… Dici che dovrei chiamarlo? In fondo sono io lo stronzo, lui non ha fatto niente per meritarsi quegli insulti >>. London mi abbaia di risposta. << È un sì? Massì dai, lo chiamo! Al massimo non mi risponde >>, ribatto scocciato sollevandomi dal letto. London comincia a girarmi intorno e mentre compongo sul telefonino il numero di Robert, gli lascio qualche croccantino nella sua ciotola.
    Chiaramente non si affanna a rispondere quest’impertinente.
    << Pronto? >>.
    << Hey, so che hai tutto il diritto di non volermi parlare… >>, inizio dolcemente, con l’intento di farlo sciogliere poi: con Tom funzionava sempre.
    << Già >>.
    << E so anche perché >>, mi mordo le labbra e attendo. Lo sento sospirare pesantemente.
    << Perché? Sentiamo >>.
    << Sono stato uno stronzo… >>.
    << Mmh, davvero? >>.
    << Sì, e mi dispiace… >>, dico sincero.
    << Bill ne ho abbastanza di tutte queste cose, cioè io ce ne ho fin quassù delle tue scuse, bisogna che cambi perché… Io non ce la faccio a stare con te in queste condizioni! Cioè ogni volta mi sbatti in faccia il fatto che Tom era migliore di me! >>.
    << Rob, io… >>.
    << E sì, lo so che non posso competere con lui, però cazzo! Qualcosa vorrò pur dire per te! Io mi sono rotto di perdonarti sempre per la stessa cazzata! >>.
    << Allora non vuoi più perdonarmi? >>, domando spaventato. Silenzio dal capo opposto.
    << Non è che non voglio più perdonarti, è che… >>.
    << Mi dispiace amore, mi dispiace… >>.
    << Come… Mi hai chiamato? >>. Silenzio da parte mia.
    << Dai che hai sentito >>, ribatto.
    << … Non mi c’hai mai chiamato amore >>.
    << Lo so, ma… Ho pensato che… Dovrei farlo, del resto tu… Non mi hai mai buttato in mezzo alla strada >>.
    << Ovvero? >>.
    << Cioè hai sempre fatto cose buone per me e io… Non ti ho apprezzato >>. Silenzio ancora, mi massacro le dita. << Allora… Mi perdoni? >>.
    << Ma sì cazzo… >>.
    << Vuoi ancora lasciarmi? >>.
    << No… Lo sai che non voglio, ero solo arrabbiato… Solo, non trattarmi di merda come oggi, cioè Bill… Io ci tengo a te, ti voglio bene. Cioè magari all’inizio quando stavi con… Con lui, ti volevo solo per giocare, però poi mi ci sono affezionato davvero… Insomma io… Ti voglio bene davvero >>. Sorrido piacevolmente sorpreso e col cuore leggermente accelerato.
    << Oh… Anch’io. Davvero. Tom è ancora una ferita aperta per me, ma… Ci sei tu adesso e… Devo accettarlo. Cioè, devo accettare il fatto che tu non sei Tom chiaramente e non puoi comportarti come lui e fare le cose come faceva lui. Scusa, ma… Lo sai: lui è stato la mia prima storia seria >>.
    << Certo che lo so, infatti di tempo te ne ho dato per metabolizzare la cosa, ma sembra che a te se non ti si sbatte con le spalle al muro non capisci! >>, ride. Lo imito anch’io.
    << Eh oh, sono una testa dura! >>.
    << Lo vedo, hai una corazza! Quando ti metti in testa una cosa!... >>.
    << Ahahah, lo so… Beh dai, sono… Contento comunque che abbiamo chiarito. Non volevo perderti, ti ho fatto passare un Natale di merda >>. Lo immagino scrollarsi le spalle.
    << Già, ma… Ora è passato fortunatamente quindi non voglio più pensarci! >>. Io e Robert rimaniamo a chiacchierare per un po’, fino a che non ci salutiamo e ripongo il telefono da dove l’ho preso.
    << Sai London… Forse adesso, proprio ora, in questo momento, penso che questo ragazzo possa piacermi davvero >>, sorrido gettandomi sotto le coperte stanco morto. Spengo la luce e fisso per un istante il soffitto. << E tu che ne pensi Tom? >>, domando al vuoto. << Credi che potrei ricominciare esattamente come hai fatto tu? >>. E chiudendo gli occhi sogno nuovamente il nostro incontro dopo questa fase di stacco, un sogno che ormai… Faccio da tantissimo tempo.
    Io, lui e niente più.

     
    Top
    .
469 replies since 23/12/2009, 18:28   11616 views
  Share  
.