. † . THE OPEN DOOR . † .

Spin Off di .†.FALLEN.†.

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  1. mikibill3
     
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    CITAZIONE (*HEILIG* @ 24/1/2010, 23:55)
    CITAZIONE (mikibill3 @ 24/1/2010, 22:29)
    *si sente inutile e scema*

    tu non sei mai inutile e scema *picchia è.é

    adesso vedo di rispondere alla Sil....na' parola *-*

    *si sente meglio nonostante sia stata picchiata* xD

    <3333333
     
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  2. *HEILIG*
     
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    CITAZIONE (barby's @ 25/1/2010, 15:21)
    CITAZIONE
    Ma quando assisti al dolore delle persone, è lì che si crea il legame.

    Avrei troppe frasi da quotare, se non tutta la spin off, ma non potendolo fare per mancanza di tempo, quoto quella che mi è arrivata dritta al cuore, da farmi piangere. Per me è cosi, sia per carattere che per la mia professione, l'esserci nel momento di dolore fa nascere un legame indissolubile, ed è cosi anche per questa spin ...

    ..e in parte è stato cosi anche per noi, se non indirettamente...vero tesò? certe frasi io non le metto a caso ;) direi nessuna.......

    CITAZIONE
    Spesso capita di comportarsi in maniera opposta al nostro modo di essere ed è stato cosi anche per loro, non è stata una dimenticanza, è stato il destino a decidere per loro, a prendere una decisione che avrebbero rimandato in eterno, a mescolare quelle esistenze parallele, a metterli davanti ad una nuova realtà, ma non una realtà a caso, bensi alla realtà che meritano e che dovrebbero viversi, davanti al frutto del loro amore

    è vero, a volte capita. e io mi chiedo sempre....è solo il destino?..... o è l'incosncio? credo entrambe le cose: quando ami la verità è che te ne freghi delle conseguenze, a volte ci sono delle onde troppo alte, come quelle di quella sera insieme per loro, che ti travolgono e basta, è inutile chiedersi dove ti sbatteranno...
    a volte siamo noi stessi ad andare incontro al destino, perchè la vita trova un suo "ordine" prima o poi e i pezzi si incastrano, volenti o nolenti...

    CITAZIONE
    e non scrivo queste cose perchè so come va a finire, non ci penso alla fine, mi sto vivendo questi momenti, queste emozioni, la scoperta di questo stupendo regalo che la vita ha fatto loro ... lei adesso appare ancora piu' viva, ancora piu' vera, persa dentro un sentimento totalizzante.

    oddio grazie *-* come amo leggere queste cose!!! <333333333333333 grazie!!
     
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  3. barby's
     
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    CITAZIONE
    ..e in parte è stato cosi anche per noi, se non indirettamente...vero tesò? certe frasi io non le metto a caso direi nessuna.......

    Lo sai che è stato cosi, il destino, la vita, il dolore ci hanno fatto incontrare ... mondi lontani che vanno nella stessa direzione e che guardano il mondo con gli stessi occhi ...
    CITAZIONE
    oddio grazie *-* come amo leggere queste cose!!! <333333333333333 grazie!!

    non devi ringraziarmi, è la pura verità, è il mio modo di vivere e filtrare la tua ARTE
    ti voglio bene e non vedo l'ora di abbracciati
     
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  4. Deb'
     
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    Simo, non so perché sono qui.
    Non so perché sto combattendo addirittura contro me stessa per esserci.
    O forse si, lo so, ma non voglio dirlo.
    Non voglio ammetterlo, perché nuovamente mi farei del male.
    Certo, ormai con la sofferenza e l'autolesionismo psicologico e forse persino fisico, visti i dolori al petto e il pesante macigno sullo stomaco accompagnato dal continuo senso di nausea, faccio i conti praticamente da quelli che in principio erano solo minuti.
    Interi minuti che si sono tramutati in ore.
    Ore che a loro volta sono diventati interminabili giorni.
    Sai, mi piace prendermi in giro in questo modo a volte.
    Parlo di minuti, parlo di giorni quando ormai sono settimane, sono mesi, sono anni, ma a quanto pare non è mai abbastanza.
    Non lo è adesso e non lo sarà mai.
    Lui non lo è.
    Ho aspettato molto prima di trovare il coraggio di commentarti questo Spin Off, e diciamo che il problema che ho avuto a causa della vista non mi ha aiutata per niente.
    Così mi sono ritrovata a pensare a questa storia tutti i giorni, non avendo altro modo per mettermi in contatto con te.
    Pensavo e speravo quasi, che tu potessi accorgertene, che tu potessi percepire con quanta passione e con quanta intensità io ho sentito questa storia.
    Perché io l'ho letta si, ma non solo.
    L'ho annusata.
    L'ho assaggiata.
    L'ho gustata.
    L'ho sfiorata.
    L'ho toccata.
    L'ho colta.
    L'ho vissuta.
    Ed è questa la cosa che più mi fa paura, che mi terrorizza.
    Perché non si puo' spiegare l'Amore, e questa storia ne è piena fino all'orlo.
    E questa storia traspira la bellezza, il legame, la dedizione, la tenerezza, il fuoco, la meraviglia.
    E da questa storia trasudiamo io, te e tutte le altre che questo Amore lo sentono e lo vivono, sempre e comunque, nonostante tutto.
    E non aspetto altro se non il prossimo capitolo.
    Un bacione immenso, Simo.
     
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  5. billintheheart
     
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    Sono indietro di un capitolo da commentare, lo so T____T
    Ma sono qui ora, e voglio rendere giustizia ad entrambe.
    Lo sai che non riesco mai a fare un discorso preciso e incentrato sul capitolo con te, con TOD... Perchè sai cosa ha significato per me Fallen...e sai soprattutto quanto io l'abbia amata...quanto ci sia entrata dentro.. sino agli spazi delle lettere stesse.
    Quindi scusami se resto sempre generica..o faccio discorsi ampi e magari poco legati "alla frase in se"... ma semplicemente non ci riesco.
    Perchè FALLEN ancora prima di TOD ovviamente... è stata più di un 'insieme di frasi, più di una FF.
    Non c'è nulla di irreale ne costruito in questa FF...se non una parte che per forza di cose deve essere inventata...
    Le storie fanno male.. molto più dei racconti.
    Perchè percepisci quel senso di realtà che in un qualunque racconto sarebbero solo descrizione ...fotografie statiche di un dolore mai provato.

    Il capitolo precedente a questo.. mi ha fatta tornare al cuore di Fallen... nonostante non la legga da qualche mese...(cosa imperdonabile , lo so u.u) sapevo benissimo dov'ero..cosa faceva... cosa l'opprimeva sino a schiacciarle il cuore col peso della coscienza.. del realismo..della quotidianità
    Perchè , parliamoci chiaramente, Fallen... non è altro che la dura, cruda realtà.
    La favola è solo la conclusione.. la favola è solo l'arrivo.
    Ma in Fallen come nella VITA... prima dell'arrivo..qualunque esso sia.. c'è un percorso da svolgere.. che può far male... può bruciare, opprimere.. può far venire voglia di fermarsi..scappare... buttare via tutto.
    E viene spesso la voglia di farlo..anche qui.
    E' umano temere...scansare il dolore...allontanare ciò che più ci brucia.
    Non si resta tra le fiamme mentre ardono, anche se si è attratti dal calore irresistibile..
    Poi c'è il senso.
    La rosa...
    Nera.. pungente, persistente nell'odore.. bella...eterna.
    E' lui.
    E' il simbolo.
    E' il fiore perfetto.. del colore che si abbina a voi..della forma che più descrive il vostro amore.. così incatenato, legato ad ogni petalo..
    Punge..se la si stringe..punge nella bramosia.. nel bisogno istintivo.
    E attira.
    Terribilmente... come tutto ciò che vuoi e non puoi ottenere..
    Come tutto ciò che è bello..odoroso.. elegante... e semplicemente indistruttibile nell'aspetto.
    Perchè la rosa, secca.. ma non invecchia nei petali...
    Nella secchezza resta meravigliosa , orgogliosamente rigogliosa, non si lascia imbruttire dal tempo..
    L'amore , il vostro, è LA ROSA.
    fa male.. ma è troppo bello, eterno..e persistente.. per morire.

    E lui lo sa.


    Sono rimasta per tutto il tempo a piangere, come faccio ormai ogni volta che ti leggo...
    Sia chiaro, non sono diventata una che piange facilmente, anzi mi hai fatto diventare molto pù selettiva, nelle emozioni...nelle commozioni.
    Non dono lacrime a parole ben legate in frasi grammaticalmente corrette e colme di termini specifici, studiati e perfetti.
    Mentre leggo mi chiedo come tu faccia a rendere tutto così PERFETTO... come tu faccia a trovare sempre il modo giusto, il colore, la forma, la sostanza.
    Leggo e mi ripeto: è semplicemente perfetto... tutto al posto giusto..nel momento giusto con la profondità giusta.
    Ma non è questo a commuovermi.
    Mi commuove il dolore che sento nello stomaco che trema mentre ti leggo.
    Fisicamente fa male... nel cuore è carezza..o schiaffo.
    Dalla consistenza di una stanza al contenuto di una pancia fertile.
    Chi riesce a passarci con tale facilità se non tu??
    E ti concentri sul legno finto.. sulle piastrelle ….perchè sai che sono il percorso di un cuore che sta per combattere, di nuovo.
    Segui ogni tratto..che porterà alla verità
    In media res... ho sempre adorato questo tipo d'inizi.
    E tu parti dal niente per far nascere il tutto.
    Persino gli occhali del dottore... la sua confidenza acquisita nel dolore...sai che ti condurranno ad una verità , nuova.
    Non so cosa si provi in momenti come quelli.
    Quando aspetti che ti dicano se, si... hai qualcosa dentro che non và.. o che batte doppiamente.
    Ma l'ho sentito..come fosse stato ..figlio mio.
    La tua vita è in bilico.
    In ogni caso.
    Che tu sia malata, che tu sia fertile di vita.
    Soffrire nel fisico/ soffrire nel sentimento.
    Cosa si può scegliere??
    In ogni caso usciresti perdente.
    Adoro la sua/tua reazione.
    Cosciente e razionale..e allo stesso tempo persa e gelida.
    Perchè non sempre si gioisce se ti dicono che , ci sei riuscita ad avere una prova di carne.
    Perchè un bambino è VERO.
    Non si cela, non si finge..non si nasconde.
    Neanche a te stessa...
    L'amore è esploso in te.. e ha lasciato i segni.
    Ora non puoi più scappare.
    Ora l'avrai dentro, che batte, il suo cuore....mischiato al tuo.
    Nonostante questo sorridi.
    Perchè una mamma non può non sorridere dolcemente dinnanzi al suo bimbo... che sia ancora gelatina inconsistente ...o visetto sdentato e ridente.
    Perchè in fondo non sai, non puoi -perchè non l'hai mai fatto- uccidere il tuo amore per lui.
    Quindi sorridi, nonostante il mondo ti stia crollando sulla pancia.
    E sfiori la stessa pancia che tra un po' farà crollare tutto.
    Una mamma lo fa.
    Una mamma fa tutto per il suo bambino.
    Persino permettere che sia la sua vita a cedere in nome di un amore eterno...
    Irrazionalmente sei già mamma.
    Prima ancora che tu lo sappia...
    Mamma di un amore che proteggi e custodisci in un grembo fatto di bugie...per permettere che cresca.
    La vita in te, ora..non è altro che verità..in carne ed ossa.
    Scomoda.. difficile.. ma già affrontata..conosciuta... sentita.
    Bill è con te ora......dall'altra parte di un telefono che squilla e dall'altra parte di quella parete di carne che dolcemente vi divide..per ora....
    Lui è lì....nella distanza che tra voi non c'è mai stata davvero.
    Dentro, fino all'ultima parte di se...
    Bill padre...
    Come il seme che fa germogliare la rosa....
    Come il seme che fa germogliare l'amore.....

    e tutto si ricongiunge irrimediabilmente...
    Un fiore oracolo...donato da lui..nelle tue mani.. e poi nella tua carne dalla sua carne.


    Dopo tanta pioggia...non può che nascere un fiore da un raggio di sole, no?!


    Delicato, tenero,toccante, ansioso, tormentoso difficile, pungente.... compromettente.
    Un capitolo che racchiude tutto....come il suo grembo, il tuo cuore.
    <3
    I complimenti sono inutili ormai, si commenta tutto da solo.
     
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  6. *HEILIG*
     
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    CITAZIONE (barby's @ 25/1/2010, 17:13)
    ti voglio bene e non vedo l'ora di abbracciati

    pure iooooooooooo <333333333 tutte e due le coseeeeeeeeeee <33333333333


    CITAZIONE (Deb' @ 25/1/2010, 20:49)
    Simo, non so perché sono qui.

    CITAZIONE
    Certo, ormai con la sofferenza e l'autolesionismo psicologico e forse persino fisico, visti i dolori al petto e il pesante macigno sullo stomaco accompagnato dal continuo senso di nausea, faccio i conti praticamente da quelli che in principio erano solo minuti.
    Interi minuti che si sono tramutati in ore.
    Ore che a loro volta sono diventati interminabili giorni.
    Sai, mi piace prendermi in giro in questo modo a volte.
    Parlo di minuti, parlo di giorni quando ormai sono settimane, sono mesi, sono anni, ma a quanto pare non è mai abbastanza.
    Non lo è adesso e non lo sarà mai.

    penso che queste due cose vadano di pari passo..
    penso che tu sia qui perchè ci sono io..
    la droga fa male..
    ma da dipendenza..

    CITAZIONE
    Così mi sono ritrovata a pensare a questa storia tutti i giorni, non avendo altro modo per mettermi in contatto con te.
    Pensavo e speravo quasi, che tu potessi accorgertene, che tu potessi percepire con quanta passione e con quanta intensità io ho sentito questa storia.

    CITAZIONE
    Perché non si puo' spiegare l'Amore, e questa storia ne è piena fino all'orlo.
    E questa storia traspira la bellezza, il legame, la dedizione, la tenerezza, il fuoco, la meraviglia.
    E da questa storia trasudiamo io, te e tutte le altre che questo Amore lo sentono e lo vivono, sempre e comunque, nonostante tutto.

    ma che posso dire, io, di più?
    scrivo questa storia perchè la amo.
    perchè Lo amo.
    scrivo questa storia solo perchè sia capita.
    e voi la capite.
    dove capire è un termine assai limitato, lo so, ma tutto il resto è indescrivile a parolee non credere che io le sappia tirare fuori meglio di te..



     
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  7. *HEILIG*
     
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    ***

    Iaia...premetto che dovrei semplicemente quotare tutto quello che mi hai scritto.....e sotto avrei voluto metterci una foto della faccia che avevo leggendo...ma non ho potuto..ok?
    Detto questo, e tenedoti qui nel mio pobero cuoricino che sopravvive sapendo che c'è il tuo di fianco...provo a rispondere a qualche punto..

    CITAZIONE (billintheheart @ 25/1/2010, 21:27)
    Quindi scusami se resto sempre generica..o faccio discorsi ampi e magari poco legati "alla frase in se"... ma semplicemente non ci riesco.

    e sai che io sono felice che tu non ci riesca? io stessa non amo mai commentare per capitoli o punti e mi fa piacere, adoro che tu veda la storia nel suo complesso e nel complesso del filone princioale, questa cosa mi piace tanto ma davvero tanto..

    CITAZIONE
    Il capitolo precedente a questo.. mi ha fatta tornare al cuore di Fallen...

    aaaaaaaah <3333333333333333333333333333333

    CITAZIONE
    Perchè , parliamoci chiaramente, Fallen... non è altro che la dura, cruda realtà.
    La favola è solo la conclusione.. la favola è solo l'arrivo.

    sai Iaia, questa frase in sè ha dell'incredibile; credo che Fallen sia la storia più "eterea" e antiterrena che io abbia scritto, almeno nella mia testa, anche se poi...in realtà è vero, l'ho resa carnale e umana. Però a me ha sempre saputo di favola, forse anche troppo...e mi stupisce, mi lascia basita ma FELICE che tu sia arrivata alla mia intenzione, invece; cioè, mica mi stupisco di questo eh XD tu ci arrivi sempre...........ma non mi abituerò mai ad avere un cuore gemello nel tuo, e questo mi piace <3333333333333333

    CITAZIONE
    Perchè la rosa, secca.. ma non invecchia nei petali...
    Nella secchezza resta meravigliosa , orgogliosamente rigogliosa, non si lascia imbruttire dal tempo..
    L'amore , il vostro, è LA ROSA.
    fa male.. ma è troppo bello, eterno..e persistente.. per morire.
    E lui lo sa.

    già. è e s a t t a m e n t e così.
    lui lo sa.....e infatti la frega e lo steccato...è in scacco matto..

    CITAZIONE
    Sono rimasta per tutto il tempo a piangere, come faccio ormai ogni volta che ti leggo...
    Sia chiaro, non sono diventata una che piange facilmente, anzi mi hai fatto diventare molto pù selettiva, nelle emozioni...nelle commozioni.

    Ti ho resa selettiva. Adoro leggere questa cosaaaaaa *-*

    CITAZIONE
    Mi commuove il dolore che sento nello stomaco che trema mentre ti leggo.

    Fisicamente fa male... nel cuore è carezza..o schiaffo.

    In media res... ho sempre adorato questo tipo d'inizi.

    E tu parti dal niente per far nascere il tutto.

    Persino gli occhali del dottore... la sua confidenza acquisita nel dolore...sai che ti condurranno ad una verità , nuova.

    La tua vita è in bilico.
    In ogni caso.

    Cosciente e razionale..e allo stesso tempo persa e gelida.

    E sfiori la stessa pancia che tra un po' farà crollare tutto.

    La vita in te, ora..non è altro che verità..in carne ed ossa.

    Lui è lì....nella distanza che tra voi non c'è mai stata davvero.
    Dentro, fino all'ultima parte di se...

    Dopo tanta pioggia...non può che nascere un fiore da un raggio di sole, no?!

    Ecco, qua quoto solo tutte queste frasi.
    lL prendo e le incornicio nella mia testa.
    Adoro quando descrivi le mie storie come neanche io le vedo.

    Ti amo Iaia.
    Direi che oltre, c'è il nulla.

    <3333333333333333333333333333333333333333333333333


     
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  8. ...Deb... <3
     
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    Ehm... Rieccomi, come i cavoli a merenda xD
    Diciamo che sto passando un periodo abbastanza merdeo (non è una parolaccia, vero? La posso dire, no?! O.o) sotto tutti i punti di vista, ed ecco perchè non sono tornata prima...
    Cmq...
    Nonostante tutto, sapevo che dovevo farlo... Dovevo, sì... E non solo perchè il mio cuore e la mia testa me lo impongono, ma anche e soprattutto perchè tu te lo meriti... Non meriti due righe messe lì a cavolo e in confusione come commento... Non dopo tutto quello che metti qui dentro, non dopo ciò che provi nel farlo, e non dopo ciò che fai provare a me, a noi, nel farlo...
    Diciamo che questo è il capitolo che aspettavo...
    Tu non lo sai, perchè non ne abbiamo mai parlato, però per me il discorso "bambini" è molto importante e delicato, specialmente se questi bambini si chiamano Aurora...
    SPOILER (click to view)
    Ne parleremo in privato, se vorrai ^^

    E attendevo con ansia questa parte... Mi mancava in "Fallen", e sapevo che l'avresti inserita qui... Perchè insomma, è davvero un anello troppo significativo per non soffermarcisi almeno in un capitolo...
    Le parole che hai usato tu direi che rendono non pienamente, ma di più, tutto ciò che c'è da dire... Porta in sè un cuore, cui Lui ha dato battito... Lui insieme a lei, insieme... Hanno finalmente dato vita alla prima cosa positiva di tutto il loro rapporto che, fino a questo momento, non ha fatto altro che farli sprofondare sempre più nel dolore e nella sofferenza... O per lo meno questo è ciò che pensano loro, perchè ancora non si sono accorti che proprio questo loro legame è stata l'unica cosa a salvarli dal cadere, appunto...
    Te l'ho detto, non ho fatto altro che sentire un macigno dentro di me, durante tutta la lettura... un bambino, davvero...
    E lei vorrebbe non volerlo, vorrebbe riuscire a dire che è un errore e sbarazzarsene, ma non può... Come potrebbe?!
    Lui deve sapere... E come?
    Non vedo l'ora di scoprirlo...
    Un bacio, Simo, e va beh... ormai non ti dico altro, tanto sai già tutto <3
     
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  9. Phantom Rose
     
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    Io non so più come commentare.
    Veramente.
    Te l'ho già detto: amavo Fallen ed ora amo anche questa.
    E non è una cosa scontata, è semplicemente inevitabile.
    Ogni parola che scrivi, ogni frase che scrivi è così....carica di significato, di sentimenti, di emozioni, che mi si accappona la pelle.
    Nell'ultimo capitolo postato, man mano che proseguivo con la lettura sentivo gli occhi pizzicare sempre più, le viscere contorcersi e il cuore galoppare nel petto.
    Il fatto è che è scritta in modo così reale, così vero....che magari lo è.
    Ma io questo non lo so e non lo voglio nemmeno sapere.
    E' che....boh....ogni volta riesci a sconquassarmi i neuroni (oltre che tutto il resto), le mie facoltà mentali si azzerano, non sono nemmeno in grado di fare un commento decente o degno di essere chiamato così.
    Ma sei talmente brava a tramutare in parole ciò che senti, ciò che provi, che è facile sentirlo anche sulla propria pelle.
    Almeno a me succede questo.
    Tutto ciò che scrivi, che sia una singola parola o un intero capitolo, rimane dentro di me come se fosse marchiato a fuoco.
    E ogni volta brucia nell'anima con la stessa intensità, o anche di più.
    FORSE è solo una fiction, ma tu la fai diventare VITA REALE.
    Non so se mi sono spiegata bene in tutto il caos che ho scritto. Ma spero che ti sia fatta una vaga idea di ciò che volevo dirti.
    Ma c'è ancora un'ultima cosa.
    Ti ringrazio!
    Sì, hai capito bene.
    Ti ringrazio. Perchè mi rendi partecipe di tutto questo: di tutta la gioia, il dolore, la paura, l'insicurezza che i personaggi portano con sè.
    Basta, non dico più niente. Simo sei la migliore.
     
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  10. *HEILIG*
     
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    Deb, cucciola....sono stata molto felice che tu sia tornata a postare, però mi raccomando, fallo solo se ti va davvero...io no costringo nessuno e non c'è niente che io mi meriti, anche perchè so che tutto quello che voglio io, tu me lo dai mentre leggi <3
    Detto questo...

    CITAZIONE (...Deb... <3 @ 27/1/2010, 12:33)
    Diciamo che questo è il capitolo che aspettavo...
    Tu non lo sai, perchè non ne abbiamo mai parlato, però per me il discorso "bambini" è molto importante e delicato, specialmente se questi bambini si chiamano Aurora...

    Questo non lo sapevo, e sono contenta quindi che questa storia abbia una valenza di doppia importanza per te. Spero di non portarti sofferenza, solo questo. Se dovessere essere così dimmelo pure, e io lo capirò..

    CITAZIONE
    Le parole che hai usato tu direi che rendono non pienamente, ma di più, tutto ciò che c'è da dire... Porta in sè un cuore, cui Lui ha dato battito... Lui insieme a lei, insieme... Hanno finalmente dato vita alla prima cosa positiva di tutto il loro rapporto che, fino a questo momento, non ha fatto altro che farli sprofondare sempre più nel dolore e nella sofferenza... O per lo meno questo è ciò che pensano loro, perchè ancora non si sono accorti che proprio questo loro legame è stata l'unica cosa a salvarli dal cadere, appunto...

    Ecco...uhm, a dire il vero non è proprio così. Loro la percezione che sia stato il loro legame a non farli cadere, ce l'hanno, eccome, e questo ragionamento è nella riflessione che lei fa qui in TOD nel primo capitolo, dentro la macchina, quando parla del vivere senza attraccare perchè adesso che si sono lasciati, sa benissimo che la condizione di entrambi è quella di vivere senza àncora.
    Però diciamo che qui c'è un passo successivo; loro fin'ora hanno cercato di non cadere nella loro vita "altra" quella delle rispettive vite senza l'altro, quello fin'ora era il mare in cui non affogare. Adesso che sono divisi, è evidente che affogano peggio di prima, la vita da preservare è quella dove trovano sorrisi, dove batte il cuore, è quella in cui stanno insieme. Non sarà una decisione, quella di cambiare le cose, lo sappiamo, sarà la figlia in quelche modo a non farli perdere di vista, però al momento la loro decisione è dettata dal dover, per cause esterne, rinunciare per forza all'altro, perchè nella vita reale non c'è posto per troppe favole...
    In fondo questa figlia, questi battiti, questa vita nuova che lei ha dentro, non è l'unica cosa bella che si siano dati fin'ora, anzi; la differenza è che questa non è decisa, non è ragionata, non è razionale e non rientra assolutamente nella protezione delle rispettive vite "vere" che loro hanno e che avevano programmato di mantenere. E' la prima cosa spontanea e sana, questo sì...

    CITAZIONE
    E lei vorrebbe non volerlo, vorrebbe riuscire a dire che è un errore e sbarazzarsene, ma non può... Come potrebbe?!

    Eh già, come potrebbe?
    non dovrebbe poterlo fare; il punto è che deve..

    CITAZIONE
    Lui deve sapere... E come?
    Non vedo l'ora di scoprirlo...

    Questa cosa è tenerissima, perchè in realtà lo sapete benissimo, questa parte è narrata anche in Fallen, tra le righe dei capitoli finali; ovviamwente non ci sono i dettagli, che invece ci saranno qua...

    <33

    CITAZIONE (Phantom Rose @ 30/1/2010, 17:16)
    Te l'ho già detto: amavo Fallen ed ora amo anche questa

    aaaaaaaaaaahhhh grazie *-* io ho sempre così paura che non sia all'altezza dell'altra *-*

    CITAZIONE
    Il fatto è che è scritta in modo così reale, così vero....che magari lo è.
    Ma io questo non lo so e non lo voglio nemmeno sapere.

    FORSE è solo una fiction, ma tu la fai diventare VITA REALE.

    ahahahha oddio..........magari!! invece no...è solo una storia, è come un film per me, io ne sono solo la regista ma la cosa veramente assurda è che gli attori si muovono da soli.
    se potessi farvi vedere la mia testa quando la scrivo, scopireste che quando mi chiudo in camera a scriverla io non sono al pc, ma sono lì dentro, con la cinepresa quasi, muovo il numero e la prospettiva delle scene, ma ormai questa storia è così radicata e profonda per me, che vive da sola. I capitoli di Fallen si formano mentre li scrivo e in genere li scrivo quasi in una battuta sola e in pochissim tempo. E' come se fossero sempre stati lì.

    CITAZIONE
    E' che....boh....ogni volta riesci a sconquassarmi i neuroni (oltre che tutto il resto), le mie facoltà mentali si azzerano, non sono nemmeno in grado di fare un commento decente o degno di essere chiamato così.
    Ma sei talmente brava a tramutare in parole ciò che senti, ciò che provi, che è facile sentirlo anche sulla propria pelle.
    Almeno a me succede questo.
    Tutto ciò che scrivi, che sia una singola parola o un intero capitolo, rimane dentro di me come se fosse marchiato a fuoco.
    E ogni volta brucia nell'anima con la stessa intensità, o anche di più.

    come fate a pensare di scrivermi commenti banali se poi mi scrivete cose così??? ti rendi conto, per me che scrivo sperando che voi la "sentiate", quanto contano frasi come questa? *-*
    grazie mille!! <3333

    CITAZIONE
    Ma c'è ancora un'ultima cosa.
    Ti ringrazio!
    Sì, hai capito bene.
    Ti ringrazio. Perchè mi rendi partecipe di tutto questo: di tutta la gioia, il dolore, la paura, l'insicurezza che i personaggi portano con sè.

    ma grazie a voi che leggete <3 e capite <3 e vivete tutto insieme a me <3

    CITAZIONE
    Simo sei la migliore.

    eeeeeeh.....magari!!!!!
     
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  11. ...Deb... <3
     
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    Ovviamente il mio dirti che "devo" tornare è dettato solo da una mia volontà ferma... Sai che se torno è perchè voglio *_*
    Detto ciò, penso di aver compreso meglio la parte di cui mi hai parlato qui... Diciamo che io mi ero soffermata di più sul fattore
    CITAZIONE
    Non sarà una decisione, quella di cambiare le cose, lo sappiamo, sarà la figlia in quelche modo a non farli perdere di vista, però al momento la loro decisione è dettata dal dover, per cause esterne, rinunciare per forza all'altro, perchè nella vita reale non c'è posto per troppe favole...

    Ed ecco perchè ho detto quello che ho detto... Intendevo proprio che, in questi casi, non si dovrebbe dare retta al senso del "dovere", ma solo a quello del "volere"... che poi è quello che fanno alla fine, quindi anche tu vieni al mio discorso, in fin dei conti! ^^
    E sì, su un'altra cosa hai ragione: loro ormai hanno piena consapevolezza (specialmente lei) di non poter più vivere "normalmente" l'uno senza l'altra, ma si stanno obbligando a farlo... Impossibile!
    Infine, non ti preoccupare per la faccenda di Aurora: sono io che non faccio altro che farmi svariate elugubrazioni mentali xD E non esisterà mai al mondo che io smetta di leggere qualcosa di tuo, solo perchè mi fa soffrire... Perchè lo sai bene che mi fai soffrire sempre, ma... "I love how you hurt me"... <3
     
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  12. *HEILIG*
     
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    Visto che poi mi venite a dire che vi faccio prendere i collassi vi avverto in via ufficiale: domani posto, un capitolo MOLTO lungo.

     
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  13. *HEILIG*
     
    .

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    Note:

    1) vorrei che tutte notaste IN PRIMA PAGINA DEL POST il bellissimo Banner che la Sil mi ha fatto per questa storia *-*. Io vorrei sproloquiare per ore su quanto questo sia importante per me e su quanta pazienza abbia avuto lei conme, pazienza che ha di continuo e sulle più disparate cose, ma visto che lei non vuole le fanfare, non le suonerò. Però voglio che le facciate i complimenti anche voi *-* io volevo una cosa semplice e significativa per queste storia, ed è proprio quello che ho ottenuto <333333333

    2) scusate la lunghezza del capitolo davvero, e l'attesa. Ma volevo che tutte queste parti stessero qua, ho anche pensato di dividerlo a metà a un certo punto, ma poi non me la sono sentita. Potete considerarlo un capitolo doppio. Spero che vi piaccia.

    Buona lettura















    Nothing left to make me feel anymore
    There's only you and every day I need more

    If you want me
    Come and find me
    I'll do anything you say just tell me
    I'll believe
    All your lies
    Just pretend you love me
    Make believe
    Close your eyes
    I'll be anything for you





    . † . Capitolo 5 . † .




    Ho sempre avuto sensazioni strane all’altezza dello stomaco, oltre le nausee, in queste settimane.
    Solo che non sapevo cosa fosse; io non sapevo che fosse proprio questo.
    Adesso la prospettiva è completamente diversa, il mondo è diverso.
    Ci sono giorni in cui io stessa, mi sento completamente diversa.
    Ogni piccola bolla che sembra muoversi tra le mie viscere, ogni volta che sento il sangue scorrere, ogni sensazione strana, ogni respiro più lungo, mi fa pensare che sia a causa sua.
    Si sta prendendo il suo posto, secondo dopo secondo, millimetro dopo millimetro, dentro di me.
    Lui sta annullando tutto.
    Ci sono certi momenti in cui continuo ad essere convinta che non sia lui.
    Potrebbe essere anche solo la paura di quello che mi aspetta, o a dirla tutta, la paura giustificata di quello che già mi è successo.
    La mia vita è un inferno, un inferno che se possibile va sempre peggio.
    Mi sento terribilmente male, mi sento infame e sporca, perché in fondo io, non posso proprio dire di odiare questo inferno.
    Non lo odio come dovrei.
    Non lo odio come vorrei.
    Ogni volta che sprofondo pensando alle conseguenze, ogni volta che mi chiedo se tenere questo bambino o meno, se dirtelo, se penso a quello che dovrei fare per tenerlo, sento tangibili due anime dentro di me, che stanno combattendo una battaglia per obiettivi diametralmente opposti.
    Ho paura che ne diventerò vittima io stessa.
    Perché vorrei che tu scomparissi magicamente dalla mia esistenza.
    E d’altro canto vorrei fare di te la mia unica vita.
    Ma l’importante è una cosa sola.
    Ed è che la vittima sacrificale della battaglia, non sia questo figlio.
    Potrei sacrificare anche te, piuttosto.
    Potrei sacrificare anche te.
    In questi giorni sono stata in me meno di quanto lo sia di solito; mi sono ritrovata a piangere un attimo prima, e l’attimo successivo a toccare il cielo con un dito, a vivere con un’emozione che non sapevo neanche di poter avere, la pelle della mia pancia, con la pelle delle mie dita.
    Pensare che ci sia una vita oltre l’epidermide, i miei muscoli, oltre lo strato adiposo del corpo, è pazzesco.
    E fa sentire tremendamente fragili.
    Mi sono data malata.
    Non esco di casa.
    Non vado in ufficio da cinque giorni.
    Mi ci sento, malata.
    Sono malata nell’anima, nel cuore, nella testa. La mia vita è malata.
    Ho cercato di isolarmi.
    Di ricollegarmi con lui.
    A sentirmi quella di prima, a vivere normalmente.
    Ma non ci siamo, non ci siamo proprio.
    Non riesco a forzare le cose oltre certi limiti, e quando entro nella sua stanza, in un secondo vorrei nascondermi.
    Scomparire.
    Vorrei non essere me, vorrei non essere qui.
    Come se ce l’avessi scritto in faccia.
    Come se ce l’avessi scritto addosso.
    Vivo nell’ansia che capisca, anche se è impossibile. Anche se non si vede ancora nulla. Anche se lui non lo sa. Anche se lui non lo saprà mai, comunque.
    Attraverso questo figlio io lo sto tradendo di nuovo.
    E’ come se quando io lo guardo, ci fossi tu alle mie spalle, anzi tu lo guardi da dentro me.
    Tu lo guardi attraverso i miei occhi, io lo guardo attraverso i tuoi.
    E’ terribile.
    Siamo complici di qualcosa di orrendo.
    E’ il peccato più sporco che abbia mai macchiato la mia anima.
    E’ un delitto indelebile.
    Perché sento di non appartenergli più.
    Perché è un cuore che ha scelto da che parte stare.
    Ci è stato costretto da un legame di sangue, ma è il mio cuore, e forse, aspettava solo un pretesto.
    Lo ha avuto.
    Stamattina, sotto la doccia, di nuovo turbinavano nella testa questi stessi pensieri, e quando una goccia schiumosa è colata dal mio collo, in mezzo al mio seno, lungo il mio corpo, e ha lasciato la scia lungo tutto il mio ventre, mi sono sentita male, a pensare che questo bambino stia sentendo tutto quello che penso.
    Non è così, ovviamente; non capisce, non sente, non ha intenti né desideri.
    Ma li avrà, un domani.
    Ce l’avrà, un domani?
    Questa sera, io, sinceramente non ho la più pallida idea di quello che ti dirò.
    Sono arrivata impreparata; niente avrebbe potuto prepararmi a questo.
    So di aver pensato di volerlo tenere.
    So di aver pensato nella stessa percentuale di non volerlo fare affatto.
    Continuo a credere che dirtelo sia la cosa più giusta, l’unica che mi permetterebbe sempre di continuare a guardarmi allo specchio.
    Non sono una persona bigotta né conservatrice, direi tutt’altro, ma ci sono regole morali che nemmeno io posso infrangere a cuor leggero.
    E dirti che esiste tuo figlio prima di deciderne anche solo l’esistenza, mi sembra il minimo.
    E’ il minimo. No?
    Solo che ho paura, una paura tremenda, ed è assurdo e tutto nostro, tutto parte del nostro rapporto dannato, il fatto che io non sappia se sperare che tu ne sia felice, oppure no.
    In tutta sincerità sappiamo entrambi che questo figlio è un casino.
    In tutta sincerità sappiamo entrambi che questo figlio è un miracolo.
    Lo so già che sarebbe tutto quello che vorremmo.
    Ma c’è già stato altro che avremmo voluto.
    Noi, prima di tutto.
    Non ha cambiato le cose.
    E non so se un figlio è abbastanza, per noi, per cambiare le cose.
    Ho pensato tanto a quello che mi hai detto nel parcheggio, poche settimane fa.
    Ho pensato che questa notizia sarà una conferma per te: ci vedrai la mano del destino. Insisterai. Continuerai a non renderti conto di quanto spesse e infrangibili sono le catene che mi trattengono.
    La vita non si riscatta in pochi anni, non si riscatta in pochi mesi.
    Il passato pesa più del presente.
    Sempre.
    Non so cosa fare.
    Non so cosa sperare.
    Mi rendo conto di essere inconsciamente aggrappata a una speranza.
    Confidare in quel momento, quel momento preciso. Confidare nei tuoi occhi nei miei.
    Sperare che le cose vadano come devono andare.
    Solo questo.
    Per me, per lui, per lei.
    Per te. Per tutti.
    Vederti sul palco come sei stasera è un peso che si aggiunge, a tutto questo.
    Ci sono cose che le tue fan vedono.
    Ci sono cose che le luci dello show possono nascondere.
    E c’è quello che so io; e i tuoi occhi. I tuoi movimenti. Gli accenni a Tom.
    Il rifugio negli occhi di tuo fratello. La lucidità dei suoi, di occhi.
    Non nasconderai le cose a lungo.
    Muori ad ogni nota che viene detratta dalla fine di questa carriera.
    Si vede lontano un miglio.
    Puoi presentarti energico e bello, puoi sorridere e salutare.
    Puoi correre, puoi sfoggiare costumi, puoi coprire il tuo viso con trucchi incredibili.
    Forse sapere quello che so, cambia la mia prospettiva anche di questo concerto.
    Stasera mi sembra di sapere e vedere troppe cose, ma devo ammettere con la morte nel cuore, che sento solo il tuo cuore infranto.
    Mi sembra di assistere a un funerale.
    Rumoroso e affollato.
    Per ogni nota che alzi, mi scende una lacrima; perché so che ti fa male, perché so che soffri e che il tuo stesso corpo ti ricorda quello che dovrai lasciare.
    Per questo sono felice che tu sappia che io sono qui. Per questo sono felice di essermi accorta che mi hai cercata.
    Ho capito esattamente quando hai smesso di farlo, quando hai capito che non mi avresti vista nelle prime file.
    Voglio sperare che tu sappia che ci sono, comunque.
    Che sono davvero qui, al mio posto.
    Non puoi sapere che non ho voluto rischiare pestaggi, spintoni.
    Che non credo di dovermi fare spazio per vederti, stasera.
    Non ho voluto che la folla mi distraesse, o mi facesse male.
    Stasera ci sei solo tu.
    La tua voce si incrina quando i saluti a questa città e alle sue rappresentanti urlanti si fanno più carichi e lunghi del solito.
    Non ti limiti ad augurare un buon ritorno a casa. Non ti limiti a salutare una città che ti è cara.
    Spendi tempo e parole, spendi frasi e pensieri che qualcuna di loro, tra qualche tempo, saprà interpretare a ritroso.
    Stringo gli occhi.
    Sentire il tuo cuore è terribile in questo momento.
    Ho una voglia terrificante di piangere.
    Da fan e da donna.
    Guardo Tom, e lui ha lo sguardo incollato a terra.
    E’ un momento amaro per te, e quindi per lui.
    E pensare che ne passerai altrettanti per le tante date che restano ancora.
    Stringo i denti.
    Non so se ho il diritto di caricarti di altro.
    Forse non è proprio il caso di farlo, stasera. Forse dovrei tornare a casa.
    E’ questo che penso mentre nel palazzetto si irradiano forti le luci a giorno.
    E’ finito il concerto.
    E’ finita.
    La gente intorno a me si muove veloce e impazzita come una massa di api nell’alveare.
    Io resto immobile e seduta, penso a come starai, e a cosa dovrei fare per te.
    Su questo non riesco a trovare risposte.
    Mi alzo lentamente, aspetto il fluire delle persone all’esterno, ed esco anche io, dopo minuti interminabili di calca generale e claustrofobica.
    Fuori l’aria è pungente, lo sbalzo di temperatura è notevole.
    L’inverno avanza, la notte è limpida.
    Mi trovo di nuovo sola sul cemento, sola come posso esserlo tra migliaia di persone, banchetti strapieni di gadget con la tua faccia sopra, camper che forniscono viveri a queste povere ragazze che hanno fatto ore digiune, e tutto quello che fa da classico corollario a questi concerti i cui meccanismi sono radicati nella mia memoria.
    Mi stringo nelle spalle e per la prima volta, in questa sera, mi chiedo se io non abbia sbagliato tutto.
    E’ stata anni luce lontana da me l’idea di chiamarti, o scriverti.
    Dopo averti assicurato che sarei stata qui ho dato per scontato che, come sempre, mi avresti contattata tu al momento opportuno, in qualche modo.
    Se mi fossi sbagliata. Forse, volevi solo sapere se sarei stata qua?
    Forse, non ti vedrò affatto?
    Il solo pensiero mi gela il sangue nelle vene, invece di consolarmi.
    Guardo l’orologio, non è passato molto tempo.
    Da quello che so da te, questi momenti di solito sono fatti per scambiarvi le prime impressioni, e fumare la sigaretta rituale.
    Se qualcosa è andato storto, ti chiudi in una stanza da solo.
    Ora, probabilmente sarai solo.
    Forse dovrei andarmene.
    Forse dovrei aspettare qui, un altro po’.
    Il cellulare vibra nella tasca dei miei jeans; ho un messaggio.
    Tuo.
    Tuo…
    _Entra al D. Blu. Aspettami nella 1 a sx_
    Oddio.
    Detesto questi messaggi in codice; sembra tutto un gioco.
    E’ il nostro gioco di sopravvivenza.
    Gli ingressi del palazzetto sono codificati per lettere, questo è facile: di fronte a me ho l’ingresso L, quindi il D è praticamente, e naturalmente, sul retro. Mi aspetto di trovarci una porta blu, se ho capito bene; non ho capito come poter passare, ma vedrò una volta arrivata lì.
    Cammino verso la lettera D, solo che ho l’impressione di non essere affatto l’unica.
    Tu la fai molto facile, magari avreste potuto parcheggiare i Tour Bus a qualche chilometro di distanza, per esempio.
    C’è tanta gente qui, come faccio ad entrare?
    Sinceramente, anche se hai avvertito la sicurezza io non me la sento proprio di fare la groupie di turno.
    Mi sentirei uno schifo, ci sono stata per tanto tempo ad aspettare al freddo per voi, e l’ultima cosa che avrei voluto vedere in quei casi sarebbe stata una sconosciuta mai vista che bella tranquilla se ne entra nel backstage.
    Così non è possibile, mi tremano le gambe.
    Devo dirtelo.
    _C’è troppa gente. Non voglio entrare_
    La tua risposta arriva quasi subito.
    _Devo venire a prenderti? _
    Mi esce una sonora risata. Che tipo che sei.
    Molto spiritoso, Bill. Molto.
    _ Sì, grazie : ) _
    Rispondo con il sorriso sulle labbra.
    Non ricordo l’ultima volta che ho sorriso.
    E’ stato per il bambino.
    Me ne ero quasi dimenticata.
    Quasi.
    Aspetto la tua risposta. Passano troppi minuti.
    Comincio a pensare che tu non abbia letto.
    Poi i timpani mi si sfondano, sotto urla acutissime e impazzite, tutto d’un tratto.
    Improvvisamente la calca mi trascina sempre più vicina ai cancelli, e mi fa un po’ paura.
    Spintono, oppongo resistenza, cammino all’indietro, ed esco dalla folla.
    Normalmente non ho questa fobia, non l’avevo, non l’ho mai avuta; fino a cinque giorni fa.
    Respiro profondamente e poi, guardo attraverso le decine di persone assiepate vicino alle grate.
    Sono anni, anni a dir poco, che non uscite più a fine concerto, e non puoi essere proprio tu quello che vedo avanzare.
    Le ragazze davanti a me a momenti svengono dallo shock.
    Le urla prima si acutizzano, raggiungono livelli stellari quando arrivi alle grate di metallo, poi quasi svaniscono; un po’ per lo stupore, un po’, perché io non sento più niente.
    Non sei vicino, perché io sono di lato, molto di lato alla folla.
    A fatica distinguo il tuo viso.
    Ma ti vedo.
    Ti vedo.
    Sei uscito.
    Hai fatto uscire il mio cuore.
    Sei uscito.
    Sei qui.
    I miei occhi si fanno improvvisamente lucidi, si appannano, sono costretta a sfregarli.
    Non voglio piangere.
    Vorrei tanto urlare.
    Vorrei gridare il tuo nome.
    Tu non puoi gridare il mio, non puoi mandare all’aria tutto, non lo faresti, lo sai che non lo vorrei, non mi serve. Lei non se lo merita. Eppure lo stai urlando, lo stai facendo eccome.
    Stai completamente muto.
    E mi stai spaccando le orecchie.
    Sei venuto a prendermi.
    Sei venuto a prendermi.
    Sei venuto a prendermi, a modo tuo.
    Dovrei muovermi? Dovrei fare o dire qualcosa?
    In tutto stai lì cinque minuti al massimo, che volano.
    Io resto completamente immobile.
    Non credo proprio che ti aspettassi che io fossi lì a braccia aperte aspettando di mettere i riflettori su di noi.
    Ti fisso e basta.
    Saluti, rientri.
    Ti giri una volta sola ancora a salutare, lo vedo che cerchi ancora.
    Sono qui, Bill.
    Sono qui.
    Quando l’aria fuori torna buia, quando tu sparisci dietro a quella porta blu, mi sento male.
    Forse avresti voluto qualcosa da me, davanti a tutti.
    No, non lo credo.
    Le ragazzine intorno a me saltano, gridano, piangono.
    Ne hai fatte felici molte.
    Non era il tuo obiettivo.
    Ma è colpa mia.
    Mi starai odiando ma io non ci riesco a fare qualcosa quando ti vedo.
    Mi paralizzo, tu mi paralizzi.
    Mi scoppia il cervello quando ti vedo.
    Non riuscivo a muovermi; e adesso mi odierai.
    I miei pensieri vengono interrotti dal mio cellulare, ancora una volta.
    _Tra 10 minuti, Ingresso E, porta blu. Entra._
    Inspiro forte.
    Un peso enorme si solleva dal petto.
    Ok, ok.
    Questa volta ci proverò. Te lo devo.
    Sarai lì?
    Non ti rispondo al messaggio, non voglio farlo, inconsciamente non voglio darti conferme di cui potrei pentirmi amaramente.
    Voglio avere la scappatoia libera, per darmela codardamente a gambe, è questa la verità.
    I battiti del cuore viaggiano impazziti, non sono sicura di essere completamente in me.
    Mi tremano le ginocchia, sento freddo alle mani e ai piedi, gli occhi sono un po’ appannati.
    Mi sento svenire.
    Questi dieci minuti non passano mai.
    Sono davanti all’ingresso stabilito, separato dal precedente da molti metri di cemento e due altissimi portelloni neri di metallo. Quelle per i camion strumenti, direi.
    Sono in anticipo di qualche minuto, e sto a debita distanza, non si sa mai.
    Ma non c’è nessuno, perché hai fatto in modo da attirare la calca altrove.
    Sento le urla, i gridolini.
    Sento i saluti, sento le voci.
    Non la tua, ma quella degli altri ragazzi, vasetti di miele per le api che sono accorse subito lontano dai fiori.
    Dieci minuti sono passati.
    Forse dovrei smettere di fissare questa porta, andarmene.
    Dovrei andarmene, decisamente.
    Invece respiro profondamente, due volte, tiro il pomello e la porta si apre.
    E’ pesante.
    Sono dentro.
    La porta si chiude con una molla dietro di me, con un rumore metallico e prolungato.
    Sono in un backstage, con spazi altissimi e spogli. Qui fa freddo.
    Ci sono muletti ancora in movimento, casse, furgoncini, cavi, addetti ai lavori.
    C’è odore di polvere, e di metallo.
    Davanti a me quasi il vuoto; non saprei dove andare.
    C’è un uomo poco distante da me, di statura possente, vestito di grigio, con un auricolare, e un cartellino.
    Mi guarda serio, mi squadra, nota che sono sola, nota la porta che si chiude dietro di me.
    Mi intimorisce un po’.
    Si gira verso un pannello elettrico, e fa scattare una levetta. Dietro di me un altro rumore metallico. Ha chiuso la porta? Lui si gira e se ne va.
    Lo fisso andarsene senza dirmi niente, e qualcosa mi tocca la spalla.
    E mi spavento perché sono agitata. Sono agitatissima.
    Ma sei tu.
    Sei tu.
    Sei tu, davanti a me.
    Sei tu, e non me l’aspettavo, non so proprio perché.
    I miei occhi si sgranano, le labbra tirano verso l’alto.
    Vedo solo il tuo viso.
    E’ tutto quello che vedo.
    Tu mi sorridi e io, non riesco a non fare la stessa cosa.
    - Ciao…
    Mi dici con l’aria più tranquilla del mondo.
    I tuoi polpastrelli stanno ancora sul mio piumino nero, stringono il mio braccio appena.
    Quando toglierai la mano rimarrà la tua impronta, prima che il materiale sintetico si rigonfi d’aria.
    Non posso non fissarmi su questi dettagli, su queste sensazioni, perché non so a che altro pensare.
    Ho il tuo viso davanti agli occhi, i tuoi occhi nei miei, il tuo sorriso nel mio.
    - Ciao…
    Ti sorrido
    Non c’è più niente di sbagliato.
    E’ tutto qui quello che voglio.
    E’ tutto qui quello che sento.
    E’ tutto qui.
    Io non so se è per via di questo segreto che ho dentro.
    Se è perché so di averti portato anche nostro figlio, con me.
    Non lo so che cos’è, ma i miei occhi sono lucidi nei tuoi.
    Sono felice di essere qui.
    Sono tremendamente felice.
    E tu lo capisci.
    - Scusa…prima…
    Comincio, ma mi interrompi subito.
    - Non fa niente …va bene così, è stato un gioco stupido, lo sai che quando voglio so essere stupido.
    I tuoi occhi ridono.
    E’ meraviglioso.
    Diventi appena un po’ più serio.
    - Poi, stasera ci stava che uscissi a firmare…
    Fai un movimento con la testa, come per spostare i capelli.
    In realtà è un gesto meccanico per nascondere il dolore che avanza sul tuo viso.
    Striscio una mano sul tuo braccio.
    Guardami.
    - Come stai?
    Voglio saperlo. E’ la cosa più importante.
    - Abbastanza bene, ….ma è stata dura.
    Dici serrando le labbra.
    Le mie si piegano con le tue, anche la mia mano lascia una scia sul tuo giaccone firmato.
    - Mi dispiace.
    No c’è molto altro che io possa dirti; purtroppo non posso fare niente.
    Sorridi e annuisci, i tuoi occhi sono scuri e opachi; e questo è un grazie che non hai bisogno di dire.
    Poi, ti avvicini, pericolosamente.
    Mi fissi le labbra.
    Io fisso le tue.
    Sconnetto il cervello; per poco.
    Mi guardo intorno atterrita.
    Sei impazzito. Sbatto le palpebre freneticamente.
    - Bill…?
    Attacco, e per frenarti premo la mano sul tuo petto.
    E sarebbe stato meglio non farlo.
    Tu ci metti sopra la tua. E stringi la mia.
    Pelle a pelle.
    Pelle a pelle.
    - Non c’è.
    So benissimo che non è qui, voglio ben sperare che non sia qui a vederti dare a me questo sguardo, questi occhi. Tutto te stesso.
    Bill, ma non capisci che è tutto assurdo?
    Non c’entra se è qui o no. Né lei né lui.
    Scuoto la testa, tu taci.
    Aggrotto la fronte e abbasso gli occhi.
    Ogni volta, come questa, come tante volte è già successo, sento morire la felicità sotto abissi di colpa e di consapevolezza.
    E’ terribile sentire di continuo il cuore cadere dal Paradiso al fango.
    E’ terribile.
    Non ce la faccio più.
    Vorrei solo volare nel Paradiso a cuore leggero.
    Una volta sola. Una sola, ma chiedo così tanto?
    La tua mano stringe la mia di più, stai in silenzio e so che mi stai solo chiedendo di guardarti.
    Sai benissimo che è l’unica via per farti ascoltare, lo so anche io, e in fondo voglio assecondarti.
    Quindi lo faccio.
    Mettere gli occhi nei tuoi è una delle cose più pericolose che io possa fare.
    - Io devo andare in albergo, e comunque non possiamo stare qui.
    Ti mordi il labbro inferiore, un sopracciglio si alza, credo involontariamente.
    Fa parte di te.
    Roteo gli occhi, li stringo e provo a zittire le troppe voci del mio cervello.
    Non ci riesco, non posso, ce n’è una che urla. Ce n’è una che mi spacca i timpani, l’anima e il cuore.
    E io non sono abbastanza forte stasera.
    Mi mordo un labbro anche io.
    La mia fronte che si appoggia a te e annuisce, risponde per me.
    Mi stringi per una frazione di secondo, quanto basta per farmi desiderare di avere molto di più.
    Mi manchi, ti voglio. Voglio stare con te.
    Voglio stare con te.
    Ci stacchiamo subito, io ti guardo mentre chiami qualcuno.
    Non riesco a smettere di guardarti.
    La figura sottile, alta, le gambe fasciate nei pantaloni traslucidi, il giaccone elegante, la sciarpa nera al collo, i tuoi capelli neri, le tue mani che gesticolano nell’aria.
    La tua pelle, il tuo profilo, il tuo viso.
    Sei una sbornia.
    Sei troppo, Bill. Sei troppo di tutto.
    Ti metti di fianco a me, tranquillo, ogni tanto mi guardi di sottecchi.
    Anche tu mi squadri.
    Ogni volta sembra la prima volta che ci guardiamo.
    Rispondo ai tuoi sguardi, e ho l’aria involontariamente tranquilla.
    Non scapperò, sono qui. Non vado da nessuna parte.
    Ma non so cosa dire.
    Una macchina nera e possente comincia a muoversi, e poi avanza molto lentamente dentro la sala.
    Si ferma davanti a te, ha i finestrini completamente oscurati.
    Il portellone lo apri tu, sali e mi tendi la mano per salire; io prendo la tua mano e tu sorridi.
    Fare cose normali, salire in macchina insieme, mi fa sempre accapponare la pelle.
    Mi chiedo se avremo mai qualcosa di simile alla normalità.
    Un figlio. Un’auto.
    Senza segreti?
    Senza finestrini neri?
    La macchina che ci nasconde al mondo esce dal gigantesco portone metallico per i Tir strumenti.
    Si sente poco del baccano che c’è fuori dove qualche fan è accorsa attirata dal movimento dei portelloni.
    Da fuori non si vede qui dentro. Da dentro vediamo poco di ciò che è fuori.
    Appoggi il palmo della mano al vetro, le guardi urlare per te, io resto al centro della macchina, non mi vedranno affatto.
    Tu ci stai soffrendo; queste urla comunque sono la tua vita.
    Sono linfa vitale per te.
    Ti prendo la mano che è adagiata sul sedile di fianco a me, e tu la stringi nella tua, continuando a guardare fuori. Poi la macchina prende veloce le vie cittadine, perché per uscire dall’area ha un percorso tutto suo, protetto e libero.
    Finalmente ti appoggi allo schienale, ti rilassi, emetti un debole sospiro.
    Incrociamo le dita delle mani, mi tiri un po’ verso di te, io mi avvicino, mi appoggio a te.
    Tu ti giri, ci guardiamo dritti negli occhi.
    E poi succede, perché è quello che avremmo dovuto fare dal primo istante.
    Perché siamo adulti e consenzienti. Perché ci amiamo, perché lo vogliamo.
    Baciarci è la cosa più naturale del mondo, non riesce ad essere sbagliato.
    Mi stringi a te con entrambe le braccia, e io sono tutta tua.
    La mia bocca, le mie mani, la mia lingua, la mia testa.
    I movimenti dell’auto che svolta per le strade mi danno un po’ noia, questo è sicuramente lui, non mi permette di azzerare tutto quello che ho in mente.
    So che esiste il bambino, so che non dovrei dimenticarlo.
    Ma preferisco soffrire il mal d’auto per dieci minuti che rinunciare a questo momento.
    Non ci riesco, non sarebbe giusto.
    Sono qui, tu sei qui, non servono altre scuse.
    Non riesco a darmele, adesso.
    Passo le braccia dietro al tuo collo, presso il mio corpo contro il tuo.
    Non riesco neanche ad aprire gli occhi.
    Voglio morire in questi baci senza vedere altro.
    Voglio continuare a sentire la punta della tua lingua che gioca con la mia, voglio continuare a sentire il tuo piercing che mi strazia la ragione e voglio sentire il respiro della tua gola affannata.
    Voglio continuare a sentire che mi vuoi.
    Voglio come te che questa macchina faccia molto in fretta. Molto.
    Non ho pensato alla presenza dell’autista neanche per un millesimo di secondo. Tu non rendi conto a nessuno e non l’hai mai fatto.
    Il denim dei miei jeans sibila sulla pelle dei sedili quando sei tu a forzare il corpo contro il mio.
    Scivolo indietro.
    La tua pelle emana calore, la tua bocca preme la mia, ci spostiamo senza smettere un secondo il bacio profondo, e finisco con la schiena al finestrino opposto.
    Stacchi le labbra, stacchi il viso, apri gli occhi, io anche. Sei felice, eccitato, soddisfatto, e sei voglioso.
    Mi guardi dritta negli occhi.
    E la tua mano scivola sotto il piumino.
    Lungo la mia coscia sinistra, sui jeans.
    In mezzo alle gambe.
    Tieni gli occhi incollati ai miei, io tengo i miei nei tuoi, le mie gambe si muovono.
    Hai tutto il mio consenso. Mi tocchi.
    Qualcosa suona un allarme nella mia testa.
    Forse è qualcosa che dovrei fare o dire.
    Ma l’allarme si spegne.
    Lo spegne la tua saliva nella mia, la tua lingua, la tua mano che continua imperterrita a forzare le cuciture dei jeans, tra le mie gambe e sotto, la mia parte più sensibile.
    Gemo, gemi, ti muovi, ti sposti quel poco che basta alla mia mano per toccare te, e alla mia gola per espirare un gemito a sentirti duro per me.
    Abbiamo le fronti appiccicate, i respiri mescolati, gli occhi lucidi, le mani tremanti.
    La pelle fredda dal troppo calore.
    Non so quanto ci mette la macchina prima di fermarsi.
    So solo che questa notte non ci fermeremo.
    E poi la macchina si ferma, puntualmente, qualche minuto dopo, a distanza imprecisata.
    Hai ancora la bocca sulla mia, ma alzi lo sguardo fuori. Poi mi guardi; i tuoi occhi sorridono ancora.
    - Siamo arrivati.
    Dimmi che questo sguardo non se ne andrà dal tuo viso.
    Dammelo, lo porterò con me per sempre e ovunque. E mi basterà.
    Anche quando non saremo insieme.
    Qualunque cosa succeda.
    Annuisco, e ci stacchiamo.
    - C’è gente fuori?..
    Chiedo, ma sono meno interessata del solito a questa domanda. Probabilmente adesso potremmo scendere insieme in mezzo al mondo e neanche me ne accorgerei.
    - No, siamo nel parcheggio interno.
    - Ok…
    Annuisco.
    I parcheggi interni e sotterranei sono quasi casa nostra.
    Usciamo dall’auto, e tu saluti l’autista dandogli del tu; lui ricambia facendo la stessa cosa.
    - I ragazzi vengono in Bus, Tom sa tutto.
    Mi dici mentre saliamo in ascensore.
    - Ok…
    Sembra che mi si sia azzerato il cervello, ti rispondo sempre ok. E’ un po’ così, in effetti.
    Ti giri, mi scocchi un bacio sulle labbra. Io rispondo.
    Sembriamo una coppia normale e felice.
    L’ascensore ci porta al piano della tua stanza, tu mi precedi.
    E mentre apri la porta lo dici.
    - Ho un bisogno di una doccia…
    La mente si svuota. Connetto quello che ho sempre saputo.
    Siamo qui per stare insieme; non sono in programma discorsi filosofici anche se dovremmo farli.
    Non riuscirò a dirtelo, non posso interrompere questo momento.
    Non voglio.
    Non voglio che il sorriso del tuo viso sparisca, non voglio metterti pensieri pesanti o tristi, diversi da quelli che non so bene come sembri aver dimenticato da quando mi hai baciata.
    Chiudi la porta dietro di me.
    Mi giro e ti fisso.
    La mia testa percorre un flashback, verso una stessa tua stanza, alla fine di un concerto.
    Sono passati più di due anni. Sono cambiate molte cose, altre non sono cambiate affatto.
    Non ci conoscevamo.
    Adesso ci amiamo.
    Quella era la prima volta.
    Questa come molte altre, potrebbe essere l’ultima.
    Il resto è rimasto quasi tutto uguale.
    Segreti in sospeso compresi.
    Non oppongo nessun tipo di resistenza, fisica, né mentale, alle tue mani che mi spogliano lentamente.
    Alle mie che di riflesso fanno la stessa cosa su di te.
    Ci guardiamo, sempre, tanto. Solo.
    Adoro sentire la tua pelle sulla mia; le tue mani sono uno spettacolo coinvolgente che trasmette bellezza dalla loro forma ai loro movimenti.
    Mi baci il collo, te lo lascio fare, chino la testa di lato per facilitarti il compito.
    Lentamente.
    Ho l’impressione che stasera nessuno abbia fretta qui; la cosa mi piace.
    Cado seduta sul letto, mi sfili anche i jeans, con entrambe le mani. Io sbottono i tuoi e tirò giù, fino a toglierteli del tutto.
    Sei davanti a me, eccitato e piegato verso di me.
    La tua pelle è salata di sudore, ed emana tutto il tuo odore, mischiato al profumo.
    Avvicino il viso al tuo collo, ispiro, forte, non mi vergogno a farlo, posso farlo, e voglio continuare ad ubriacarmi di te.
    Sorridi sulla mia guancia, e il tocco delle tue dita chiede dolcemente permesso ai miei slip.
    Te lo do io con un bacio, quel permesso, mentre non chiedo affatto permesso ai tuoi.
    Ti tocco da sopra il tessuto morbido del cotone. Forte, voglio sentirti.
    Tocco la voglia che hai, e mi prendo tutto il gemito roco e lungo che esce dalla tua gola e fa esplodere i miei sensi.
    Incolli gli occhi nei miei, mi baci. Ti bacio.
    Uniamo lingua e saliva in un gioco che non finirà tanto presto.
    Le tue mani se ne vanno un attimo da me, il tempo minimo che serve a slacciarmi il reggiseno e lasciarmi quasi completamente nuda, di fronte a te.
    Vuoi guardarmi, vuoi toccarmi, il tuo sguardo è un padrone che da comandi precisi e la mia testa è un soldatino estremamente obbediente.
    Mi appoggio con le braccia dietro la schiena, e un secondo dopo la tua lingua è sul mio seno, e la tua mano, è sul mio sesso. Hai usufruito del permesso.
    Alzo la testa al cielo.
    La tua lingua gioca con il mio capezzolo, lo inturgidisce con una facilità assoluta, la mia bocca geme, per le tue mani esperte.
    Esperte di me, perché noi ci conosciamo; stringo la tua spalla nella mia mano, poi scendo, attraverso il tuo fianco, il lungo tatuaggio, arrivo all’elastico dei tuoi slip, di nuovo.
    Ti guardo, attiro la tua lingua fuori dalle labbra, solo la punta, è una cosa che trovo estremamente eccitante, e anche tu, a giudicare da come reagisci quando nello stesso istante in cui le lingue si sfiorano, la mia mano entra del tutto sotto i tuoi slip.
    Mi aiuto, te li sfilo lungo le gambe, e torno a dare al tuo sesso l’attenzione che vuole, e che non deve neanche chiedere.
    Ti masturbo, percorro tutta la lunghezza lentamente, una volta, due volte, tre volte.
    Quattro, cinque, sei.
    Non tengo il conto; la mia concentrazione è tutta sul piacere del tuo viso.
    Abbassi la testa, sibili, gemi, e l’effetto che ottengo è che anche la tua mano sul mio sesso, si faccia più forte.
    Mettere gli occhi nei tuoi rimane una delle cose più pericolose al mondo; anche e soprattutto adesso.
    Le tue dita entrano dentro di me, facili di quel piacere che ti sei guadagnato con i baci e l’amore, con la lentezza e la dolcezza che hai usato fino ad adesso.
    E adesso che hai questo piacere puoi osare, e farmi impazzire.
    Puoi farmi desiderare che non finisca, e farmi desiderare di bruciarlo in fretta.
    Di averti adesso.
    Entri ed esci dal mio sesso, con le dita, con le dita.
    Respiri a bocca socchiusa davanti alla mia, respiri me, respiro te, e mi baci al ritmo delle spinte della tua mano dentro di me.
    Ottieni la stessa cosa, dalla mia mano sul tuo sesso. E gemi, e gemiamo insieme.
    Cresce, ed è qualcosa che difficilmente potrà aspettare.
    Esci da me, io fermo la mia mano.
    Mi alzo, e ti seguo.
    Non c’è bisogno di parlare, non c’è bisogno di dire.
    Stavamo per cedere alla fretta ma appunto, qui stasera nessuno la vuole la fretta, e hai un’idea migliore, che approvo incondizionatamente. Mi prendi la mano mentre entriamo nell’altra stanza, apri con una mano sola il box doccia, e con la stessa apri l’acqua calda.
    Non lasci la mia mano, almeno finché non strattoni dolcemente il mio braccio, non mi forzi ad entrare nel box, e non mi fai sbattere con la schiena alle mattonelle fredde.
    Non siamo sotto il getto dell’acqua, quello sbatte di lato sulla tua schiena.
    I tuoi capelli cominciano a bagnarsi, i miei ancora no.
    Mi guardi, stai attaccato con tutto il corpo a me, e mi guardi.
    Solo le nostre pance non sono a contatto, perché sei eccitato, ma non sai forzando.
    Mi guardi. Mi accarezzi una guancia.
    Dovrei dirtelo adesso.
    Ecco.
    In questo preciso istante.
    Aspetto un bambino, Bill.
    Aspettiamo un bambino.
    I miei occhi diventano lucidi, una lacrima cade dai miei occhi spalancati nei tuoi.
    Mi baci, con una dolcezza esasperante.
    Ho mille motivi per piangere, non puoi capire il vero perché proprio adesso.
    Dovrei dirtelo, dannazione, adesso dovrei dirtelo.
    Non ci riesco, ho paura.
    Ho paura che tutto questo finisca.
    Ho paura di non poter tornare indietro.
    Questa è la vita che vorrei.
    Questa, questa, ma non posso averla.
    Adesso devo viverla è l’unica scappatoia che ho.
    Hai interpretato questo pianto per commozione, e non è sbagliato, solo che non è tutto quello che dovresti sapere.
    Mi forzi a guardarti negli occhi, tieni i pollici sule mie tempie, mi guardi mentre mi baci e adesso si che forzi, adesso si che ti spingi contro di me.
    La voglia di averti e di sentirti dentro scioglie tutto quello che ho nella testa, sapere che mi vuoi amare non mi lascia scelta.
    Cerchi conferme nei miei occhi, capisco benissimo che basterebbe un cenno a farti fermare, non mi costringi a fare niente, potrei anche andarmene adesso e tu non muoveresti obiezioni neanche arrivati a questo punto.
    Ma non ti fermerò.
    Le tue mani spostano il getto dell’acqua, lo regolano, poi ti guardo prendere il doccia schiuma e mettertelo generosamente nelle mani; che tornano su di me, sul mio collo, sul mio seno, sui miei fianchi, e scivolano lungo tutto il mio corpo.
    Intreccio le tue mani, quando posso, ci muoviamo lentamente, senza fretta, schiumiamo il sapone, diffondiamo l’acqua, riempiamo l’aria e il vapore caldo di questo profumo dolce.
    Sa di rose e vaniglia. E’ stupendo.
    Le tue mani scivolano attorno a me, mi stringi, io abbraccio la tua schiena e le tue spalle e ci attacchiamo di più.
    Ti tocco e mi tocchi, in uno spazio stretto. Abbiamo voglia.
    Chiedi spazio alle mie gambe, entri dentro di me, con le mani, ancora, e la schiuma si mescola alla mia eccitazione.
    Mi guardi negli occhi, i tuoi occhi sono lucidi e la tua pelle è bagnata.
    Tremo, ho paura di non tornare indietro da qui.
    - Hai freddo?
    E’ una domanda retorica.
    Non potrei avere freddo in questo momento.
    - No…
    Ho detto una parola che è suonata come il contrario. Un sì, il sì del prendimi. Il sì del permesso, quello dell’accondiscendenza. Quello della voglia.
    Vogliamo fare l’amore, vogliamo fare sesso insieme, adesso, tutti e due.
    Il tuo braccio si incastra sotto il mio, forzi, e mi sollevi appena.
    Mi aggrappo alle tue spalle.
    Sono quasi in braccio a te. Il muro, le tue spalle mi sorreggono, io mi sorreggo a te.
    Nascondo il viso nell’incavo del tuo collo, ti sento muoverti, ti abbassi appena e poi entri dentro di me. Con un gemito lungo.
    Mi sembra una vita che non ti ho dentro di me. Mi sembra un sogno.
    Sentirti dentro è sentire la vita, è sentirmi completa, felice, ed è un piacere fisico forte più di quanto riesca a pensare.
    Spingi, la posizione non è comoda e ti costringe a spinte secche.
    Forti.
    Forti almeno quanto lo è questo desiderio che stiamo sfogando.
    Ansimo contro il tuo collo bagnato, lo lecco, mordicchio le tue vene rese evidenti dallo sforzo, e anche tu pieghi il viso contro la mia spalla.
    Siamo intrecciati e uniti.
    Siamo una cosa sola.
    Fai forza sulle braccia, sistemi la mia gamba intorno alle tue anche e ti muovi ancora forte, poi diminuisci il ritmo.
    Alziamo la testa, ci baciamo, cali ancora il ritmo delle spinte. Ancora.
    Lo fai diventare esasperante.
    - Bill…
    E’ una richiesta implicita. Aumenta, dio santo, aumenta.
    Ti muovi ancora lento invece, accarezzi il mio seno a palmo aperto, indugiando con le unghie sui capezzoli e facendomi gemere.
    Gemo e stringo i muscoli, e questo ti fa impazzire.
    E’ questa la fisicità che mancava. Siamo un unione perfetta, siamo corpi adatti a fondersi.
    Spingi ancora così lentamente, eppure a fondo, una volta, due volte.
    Poi mi lasci, poi mi giri, mi giro.
    Ti appoggi dietro di me. Percorri tutta mia schiena con un solo dito. E la tua lingua tortura il lobo del mio orecchio.
    La mia lucidità già persa, la mia libido, il pudore che non ho mai avuto.
    Passi il palmo aperto sulle mie natiche schiumose, poi ti fai più vicino alla loro unione, scendi, scendi.
    Tocchi.
    L’altra tua mano striscia intorno al mio corpo.
    Striscia sul mio ventre.
    Striscia sulle mia pancia.
    Sussulto.
    Sussulto all’immediato pensiero che tu stia strisciando la mano proprio lì.
    Su tuo figlio.
    Istintivamente mi ritraggo appena, come se mi avessi fatto male.
    Ti avvicini al mio orecchio, preoccupato.
    - ...Tutto bene?
    Mi accarezzi ancora la pancia, in un gesto involontario.
    L’altra tua mano mi accarezza la spalla per tranquillizzarmi. Io respiro. Riesco solo a respirare.
    Non riesco a risponderti.
    Non so cosa dirti.
    Non va tutto bene. Non va affatto tutto bene.
    Scaccio la tua mano dal mio corpo, di nuovo, con la mia mano.
    Ci resti male, lo sento.
    Mi giro e sono agitata. Agitatissima.
    Mi guardi con aria perplessa, preoccupata. E infastidita.
    - No…io…
    Le parole non escono. Non riesco a dirlo.
    Aspetto un bambino.
    Non riesco a dirtelo.
    Mi copro il viso con le mani.
    Sparisci Bill ti prego, sparisci adesso, fa sì che non debba guardarti ancora quando aprirò gli occhi.
    Non ce la faccio a sopportare tutto questo, ti prego.
    - Hey…
    Forzi le mie mani a staccarsi, prendendomi i polsi.
    Deglutisco a fatica, mi sembra di ingoiare un pugno di aghi.
    Sei ancora qui, i tuoi occhi sono ancora qui.
    Ti prego non guardarmi cosi comprensivo.
    Non reggo a tanta ingiustizia.
    Mi tieni ancora i polsi, sai benissimo che se mi mollassi tornerei a nascondermi.
    Mi stai attaccato, stai con gli occhi nei miei.
    Sei pericoloso quando fai così.
    E’ di questa tua pericolosità innata, che ho paura.
    Vince sempre.
    - Ormai siamo qui…non sarà niente che potremmo risolvere adesso, non sarà niente di più dei casini che avevamo già, no?...Ti prego conceditelo, e concedilo anche me. Mezz’ora, cristo…un’ora, il tempo che serve, ma stacca e stai qui. Stai qui, basta, non pensare, non piangere. Fammi vedere che se fossimo insieme saresti felice. Io voglio solo questo. Solo questo…
    Hai detto tutto in fretta, con gli occhi fissi.
    Solo questo??
    Fregata.
    Scacco matto alla regina.
    Posso fare qualcosa contro queste parole?
    Dentro c’è tutto.
    Hai ragione e basta.
    Ti guardo stare lì ad aspettare una qualche mia reazione.
    Sto facendo scomparire il sorriso dal tuo viso. Mi ero ripromessa di non farlo.
    Forza.
    Mi giro di lato, non reggo il tuo sguardo, non ci riesco.
    Ma sciolgo la tensione delle mie braccia, mi arrendo alle tue, incrocio le tue dita, mi lascio trascinare fuori.
    Afferri un telo, me lo butti sulle spalle approssimativamente; solo per non farmi morire di freddo.
    Tu non ti copri neanche.
    Tanto ci scalderemo in fretta.
    Mi tieni serrata nelle tue braccia, cammini all’indietro e un po’ a tentoni, mi tieni serrata, non potrei divincolarmi neanche volendo.
    Stavolta non me lo lasceresti fare.
    Hai capito che forse stasera abbiamo bisogno d’amore, e non di sesso anche se quello è sempre fantastico tra di noi.
    Ma non è sempre opportuno e anche se i nostri casini sono sempre gli stessi, stasera qualcosa li deve affogare.
    E solo l’amore può farlo davvero.
    Mi spingi delicatamente sul letto, il telo si apre e mi lascia scoperta.
    Rabbrividisco, ma durerà poco.
    Ti metti del tutto su di me, strisci le mani sulle mie braccia per scaldarmi. La tua pelle è gelida e inconsciamente io faccio la stessa cosa con te.
    I nostri occhi si incrociano.
    Siamo teneri in questo scaldarci, è normale gelare dal freddo uscendo dalla doccia bollente.
    Siamo teneri, e sorridiamo.
    Un secondo dopo chiudo gli occhi, un istante dopo mi baci.
    A occhi chiusi ti cerco, masturbo il tuo sesso, accarezzo il tuo bacino, sento le tue mani chiedere ancora spazio.
    E poi sei su di me.
    Apro gli occhi, quando entri.
    Li tengo aperti durante tutto il tempo in cui facciamo l’amore.
    Spingi dolce, acceleri. Spingi più forte quando i nostri corpi si scaldano di un’unione che adorano e a cui reagiscono così bene. Spingi di più quando i gemiti si alzano, gemi di più quando le mie gambe stringono le tue.
    E’ forte e bello, è intenso e profondo, ma è comunque amore, mischiato al sesso.
    E non c’è niente di meglio.
    E poi ti fermi ancora. Mi guardi con una dolcezza che è come un pugnale imbevuto nella cioccolata.
    Ti stendi di fianco a me, mi accarezzi, mi fai voltare appena sul fianco.
    Ti metti dietro di me, non puoi sapere che il problema che avrò sarà lo stesso di pochi minuti fa.
    Ti attacchi a me, dietro di me, e quando entri così mi stringi il fianco, e poi strisci la mano sulla mia pancia, prima di arrivare al mio sesso e farmi urlare.
    L’ho sentita ancora, la tua mano sulla pancia.
    La tua mano su tuo figlio.
    Questa volta non l’ho fermata e non lo farò.
    Ho deciso che va bene così, ho deciso che mi piace sapere chè qui c’è anche nostro figlio.
    E penso che anche oggi non stiamo usando protezioni.
    Io perché so che sono inutili, tu non lo so perché.
    Non lo so? Non ti interessa mettermi incinta? Hai già pensato che potrebbe succedere?
    Per la prima volta ho un pensiero assurdo.
    Tu vuoi che succeda?
    Tu vuoi che succeda, vuoi un bambino?
    Metto la mia mano sulla tua, e la tua è sulla mia pancia.
    Una lacrima scende dai miei occhi e stavolta non puoi vederla, sei dietro di me.
    Baci il mio collo, continui ad entrare in me, mi fai ansimare, ansimi nelle mie orecchie, senti che mi piace, non ti fermi, non puoi sapere quello che sto pensando.
    L’orgasmo sale, sale, lo sento irradiarsi in tutto il mio corpo e comincia lì, dove sta la tua mano. Il pensiero che tu voglia un figlio da me mi sta uccidendo il cuore.
    Aumenti le spinte, spingi di più, più a fondo, gemi di più, mordi il lobo delle mie orecchie, stringi il mio seno, sei vicino anche tu.
    Gemo, urlo quasi, i muscoli si contraggono.
    La cosa ti fa impazzire.
    Non me l’aspetto e invece ti muovi, ti alzi, mi giro e tu torni su di me.
    Mentre le tue braccia scivolano sotto me, tu entri ancora una volta.
    Due. Tre.
    Lento.
    Sei concentrato sul mio viso. Cosa vuoi?
    Mi alzi i fianchi con le braccia, e spingi ancora. Ancora.
    Lentamente. Stasera, nessuna fretta.
    Ti chini su di me, baci la punta del mio naso, baci le mie labbra, il mio mento, il mio occhio destro, poi quello sinistro, baci di nuovo la punta del mio naso e continui a muoverti dentro e fuori di me, con una dolcezza che sta allagando tutto il mio corpo, e questo letto, e prepara a un piacere come poche volte l’avrò sentito.
    Le spinte si fanno secche e profonde, anche se lente.
    Accarezzo i tuoi capelli, accarezzo la tua guancia, tu chiudi gli occhi quando ti bacio sulle labbra.
    E poi stacchi le labbra dalle mie.
    - Voglio venire dentro di te…
    E riapri gli occhi.
    Io spalanco i miei.
    Inspirò forte, mi manca l’aria.
    Mi manca l’aria.
    La cosa terribile è che non mi lasci assolutamente il tempo di rispondere.
    Non riesco a capire se ti è bastata l’espressione del mio viso, ma spingi sempre di più.
    Mi stringi, spingi, gemi e io sono completamente passiva.
    Passiva perché impotente.
    Impotente a quello che sento e a quello che voglio.
    Un’altra spinta e vieni violentemente dentro di me.
    Consciamente.
    Questa è stata una scelta.
    Se non sapessi di essere già incinta potrei esserlo da adesso.
    E l‘avremmo scelto. L’avresti scelto.
    Il mio corpo non resiste oltre.
    E l’orgasmo ci unisce alle urla che escono dalle nostre gole.
    E’ stata la cosa più forte che abbia sentito in vita mia.
    Io e te.
    Io, te e nostro figlio.
    Mi stringi sorridendo sulla mia spalla, e i tuoi respiri sono pesanti, pesantissimi dall’orgasmo.
    Ti giri, mi guardi negli occhi.
    Sei sereno, sei felice.
    Ma sei anche serio.
    Molto serio.
    Mi stringi nel tuo abbraccio ancora più forte.
    Le tue braccia non saranno grosse e muscolose, ma sono forti.
    Mi trattieni.
    Mi baci a labbra chiuse.
    Mi guardi dritta negli occhi.
    - Stasera non te ne vai. Resti qui.



















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    Edited by *HEILIG* - 7/2/2010, 22:31
     
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    .
  14. mikibill3
     
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    ti giuro che sto piangendo...
    commento stasera, se ci riesco...
     
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  15. *HEILIG*
     
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    CITAZIONE (mikibill3 @ 7/2/2010, 17:52)
    ti giuro che sto piangendo...
    commento stasera, se ci riesco...

    cucciola <3
     
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398 replies since 26/11/2009, 09:45   9308 views
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