. † . THE OPEN DOOR . † .

Spin Off di .†.FALLEN.†.

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  1. *HEILIG*
     
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    CITAZIONE (billintheheart @ 21/6/2010, 18:08)
    Ti odio.

    awwww non è veroooo awwwwww <3

    CITAZIONE
    Mi lasci sempre senza forze e senza possibilità di articolare; mi perdo in questa storia e nell'ansia e che rilascia come schiuma marina.
    Partiamo dal fatto che mi fa male.
    Mi uccide la loro distanza, perchè la sento, l'avverto nelle parole e nei gesti.
    Perchè l'ho vissuta, e la vivo giornalmente anche io.
    Con chi amo.
    Tutti coloro che amo di più, mi sono lontani fisicamente.
    Sento la mancanza della fisicità, avverto la negazione della quotidianità e l'assenza di condivisione.
    Mi uccide.
    Anche se loro si srivono Mail... e qui ho ritrovato me e te.
    Quando hai un vita da raccontare, non basta una chiamata. Non bastano le parole della lingua; serve la mente e le dita.
    La vista.
    E' qualcosa di più fisico, non credi??!
    Loro si collegano come ci collegavamo noi; con kilometri di parole scritte e vissute; pensate e giuste.
    Ma non basta.
    Non basta mai solo questo all'amore.

    posso quotarti e basta senza rispondere? :cazzomuoiodifelicitààà!: la mia testa che fa "sì sì" approvando tutto e sentendo tutto come lo senti tu, basta?? :cazzomuoiodifelicitààà!:
    dio iaia come ti amo :nghè:

    CITAZIONE
    C'è solo un particolare che ha reso odioso questo incontro, questo ritrovarsi.
    La fans.
    Le ho odiate, le odio sempre in questa storia.
    Mostrano dal lato giusto della medaglia qual'è la realtà dei Tokio Hotel.
    Mostrano i mostri.
    Forse dvorei ordiarmi nell'essere fan; ci pesno spesso dopo che leggo TOD. Siamo una presenza tanto costante e oppressiva da diventare minaccia, occlusione e violenza.
    Spero non ci odino quanto lo sto facendo io ora !

    hahahahahahaha poverette (si fa per dire )....si la presenza delle fan è odiosa e ingombrante, ma c'è quella domanda che lei si fa "quante bugie gli sono state dette per trattarti così?", che non dico le giustifichi, ma deve servire a metterle nella giusta luce. Il concetto non è che le fan non inopportune e stronze: èsolo che loro sanno di lui solo quello che possono sapere, magari dal tutto falso...e di conseguenza reagiscono. E credo che non si scosti molto dalla realtà. il tutto...

    CITAZIONE
    Mi piace da morire questo figlio.
    Questo amore collante.
    Vorrei che non nascesse mai per restare collegamento interno e vivo tra loro.
    Lei ha lui, sempre.
    Lui è in lei, sempre.
    E' una sorta di magia, una specie di fede nuziale.
    Una promessa continua e persistente.

    awwwwwwwwwwww sto sguazzando nella goduria di quello che scrivi di questa cosaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa awwwwwwwwwwwww <3333333333
    CITAZIONE
    Questo amore c'è.
    Esiste e batte.
    Questo amore voluto da lui, prima ancora che da lei... è nel corpo..e lui l'accarezza fiero.
    Un amore seminato e germogliante....che c'è NONOSTANTE TUTTO.
    L'amore che vince sulla vita.

    CITAZIONE
    L'illusione della famiglia raccolta nello stesso nido protettivo.
    Lontani dalle loro realtà...
    Solo Loro tre...

    aw aw triplo awwwwwww sì esattamente! continuo a muovere la testa su e giu, e a piangere come una deficiente per come scrivi tutto questo.
    fammi e facci un favore: riscrivila tu questa storia: potrebbe venire anche più bella <3

    no seriamente (ma ero cmq serissima eh)....Iaia ma cosa ti devo dire???

    cosa?

    TI AMO
    oddio quanto mi manchiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
    *se ne scappa lontano piangendo in piena crisi*
     
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  2. billintheheart
     
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    amore *W*
    Questo commento è il più Fluffoso, lolloso e AWWWWoso della storia dei commenti, non puoi scrivermi questo e non farmi sciogliere *____________*

    Anche io ti amo tanto ç___ç
    Io riscriverò quest storia, sottoforma di "analisi del testo" quando diventerà un libro di letteratura u.u
     
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  3. morgana17_69
     
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    *naaaaaaaaaaaa siete troppo puccioseeeee: fate piangere anche meeeeeeeee*....................ecco sparisco che nn 'c'entro un cavolooo....ma ve lo dovevo diree
     
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  4. *HEILIG*
     
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    CITAZIONE (billintheheart @ 22/6/2010, 12:28)
    Io riscriverò quest storia, sottoforma di "analisi del testo" quando diventerà un libro di letteratura u.u

    muahhahahaha amò....aspetta e spera XDDDDDDDDDDDDDDDD
     
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  5. Phantom Rose
     
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    Io sono a scoppio ritardato e non c'entro una mazza però....
    Simo, Ila....vi stritolerei entrambe :nghè:
    Si toglie dai piedi....
     
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  6. *HEILIG*
     
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    Io lo so che voi siete tanto comprensive, che mi conoscete, conoscere i miei casini e i miei tempi, che non uppate e non pressate,
    ma so anche che chi legge questa storia, la aspetta.

    Così uppo io, solo per dirvi che posto domattina ;)
     
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  7. *HEILIG*
     
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    Ecco qua; dio devo smettere di dire che posto, succedono sempre i casini dell'ultima ora!!!
    Vabbè, eccomi...ce l'ho fatta, buona lettura di queste ben 13 poginettine di word.

    <33333333333









    Don't look down
    don't look into the eyes
    of the world beneath you
    don't look down, you'll fall down,
    you'll become their sacrifice
    right or wrong
    can't hold onto the fear
    that I'm lost without you
    if I can't feel, I'm not mine,
    I'm not real




    . † . Capitolo 11 . † .




    Nulla serve.
    Mentre fisso le due parole che invadono lo schermo del mio telefono, è questo che mi ripeto: nulla serve.
    Ho continui flash back della nostra illusione.
    L’immagine vivida di quelle mattine, mi costringe a stringere gli occhi.
    L’odore del thè caldo, i biscotti.
    La luce dalle finestre.
    La luce del cielo.
    La luce del giorno.
    I tuoi occhi nei miei. Il tuo sorriso nel mio.
    Quattro occhi incantati a guardare verso un lembo di pelle tesa.
    Un pancino, un bambino.
    Il nostro.
    Il nostro.
    I nostri sorrisi. I nostri baci.
    La tranquillità, la gioia.
    Forse, la felicità.
    Adesso è un pugnale affilato che gira nel cuore.
    Nulla serve.
    _Mi dispiace_
    Non so reagire a questo messaggio.
    Non è niente di così grave, non più del solito.
    Ma ci tenevo, io, e ci tenevi, tu.
    E invece sei di nuovo strappato da me.
    Da noi, da lui o da lei.
    Da quello che vorresti.
    E il tempo non ci aspetta, non l’ha mai fatto.
    Continuo a guardare questo messaggio, sento il rumore intorno a me, e non ti rispondo.
    Non so cosa dire.
    Non ho il diritto di arrabbiarmi, non ho il potere di fare qualcosa.
    Non ho il potere del teletrasporto e dell’invisibilità, o te l’avrei già regalato.
    Deglutisco amaramente, ripongo il telefono nella tasca del cappotto.
    Inspiro forte aria ghiacciata, non ero pronta.
    Non ero pronta ad essere sola anche oggi.
    Non ero pronta e non sono forte come una volta.
    Sento i nervi esplodere, mi mordo un labbro, stringo i pugni, mi costringo a mantenere la calma.
    Instabile, è la definizione di come mi sento: mente e corpo.
    Mi siedo su una panchina, qui sulla strada.
    Guardo il cielo, la porta a vetri dall’altro lato della strada, e penso un’imprecazione.
    Poi guardo le macchine passare.
    Scorrono veloci e indifferenti; il loro passaggio vuoto è consolante.
    Passano, non guardano, non si fermano, non invadono.
    Arrivano e se ne vanno.
    Il mio sguardo si incanta immobile sull’asfalto.
    L’ennesimo flash back mi riporta lassù, su quell’attico da cui le guardavamo.
    Macchine passare inerti, dietro la folla urlante.
    Dietro le urla e l’isterismo.
    Stringo le mani alla dura ghisa della panchina.
    Di ghisa com’era quel parapetto lassù, da cui abbiamo guardato giù, insieme.
    I visi incollati e imperlati d’amore, e respiri uniti.
    Vorrei sentire ancora il tuo copro spingermi così.
    Contro il parapetto e la ringhiera.
    Vorrei sentire le tue mani ancora invadermi così.
    Contro tutto.
    Vorrei sentire ancora quel senso di illusoria potenza che abbiamo avuto lassù, tra il tramonto e la notte, unendo il corpo e il cuore sotto il cielo, e nient’altro, perché è solo a quello che, semmai, dovremo rendere conto.
    Vorrei sentirti ancora entrare dentro di me, al ritmo del cuore.
    Al ritmo della rabbia.
    A quello della libertà.
    Abbiamo scopato, come volevi tu, come volevo io, ci siamo uniti per sfogo, come facevamo una volta.
    Abbiamo scopato sì, ma l’uno per l’altro, per noi, senza freni, aggrappati a quel parapetto.
    Abbiamo scopato in verticale al mondo ignaro.
    Abbiamo scopato alla faccia di chi, metri sotto, ci complica le cose.
    Ci siamo illusi in tutti quegli attimi, di esorcizzare questa maledizione, di esserne più forti.
    Non è servito, non è servito che a una breve soddisfazione.
    Non è servito che a guardarci complici, occhi negli occhi.
    Non è servito che a noi, ma noi non esistiamo.
    E’ questa, la dura verità dei fatti.
    E’ sempre stata questa.
    I tre giorni, per quelle ore strappate dal mondo, insieme, sono volati.
    Troppo da dirsi, da dire.
    Troppo da vivere e sentire.
    E poi finisce tutto.
    Esploso nell’etere come una bolla di sapone.
    Separati siamo troppo più facili da abbattere.
    Da scaraventare di nuovo, nella realtà, e così è stato.
    Maledizione.
    Guardo l’orologio, devo sbrigarmi, o farò tardi.
    Mi alzo, attraverso la strada, sono tremendamente tentata di andarmene, ma non posso.
    Non so se sono più infuriata, o più triste.
    Non lo so veramente.
    I tacchetti delle mie scarpe lucide rimbombano nella sala accettazione, nei corridoi.
    E’ lindo, pulito, profumato, chiaro, luminoso.
    Mi fermo quando arrivo alla sala d’aspetto di ginecologia.
    Mi fermo in piedi, sono troppo nervosa per sedermi.
    Mi guardo intorno, mi sento smarrita.
    Non era così che doveva andare.
    Il mio telefono vibra silenzioso in tasca.
    E sei tu.
    Rispondo, ma senza parlare.
    Non ci riesco.
    E’ un silenzio bilaterale.
    Tanto lungo.
    Poi, la tua voce.
    - Ti prego…
    Non c’è nessuno da pregare.
    Non sono arrabbiata con te, non posso esserlo.
    Non devo.
    Ma non riesco a reagire anche a questo.
    Non riesco a risponderti.
    Non so cosa provo, non so neanche chi sono.
    - Non puoi…chiedere ancora…?
    Alzo gli occhi al cielo.
    Trattengo una domanda cattiva.
    Rispondo un’affermazione.
    - Sono alla ventiduesima settimana, non capisci. Ho rimandato cinque volte…non hanno posto…queste cose hanno dei tempi Bill.
    Il mio tono esce secco e rigido.
    E tremendamente triste; e lo è.
    - Posso essere lì… tra tre giorni.
    - Sicuro??
    Questa volta non l’ho trattenuta la cattiveria, non ci sono riuscita.
    I miei muscoli si irrigidiscono.
    Tu espiri pesantemente.
    E non rispondi.
    Ho ragione e lo sai; ho ragione anche se ce l’hai anche tu.
    Non è colpa tua se vi è andato a monte un evento per il troppo delirio della gente.
    Non è colpa tua neanche se hai perso l’aereo per lo stesso motivo.
    Non è colpa tua se di impegni ne hai già altri fissati.
    Ma non è nemmeno colpa mia.
    E qui c’è un essere umano, non una macchina come tu sei stato costretto a diventare.
    Non te le dico queste cose, ma le penso.
    E so, che le pensi anche tu.
    Non serve cambiare data o cambiare posto; non mi illudo più.
    Non rispondi, e le lancette scorrono.
    Nel silenzio del nostro caos sento chiamare il mio nome e mi giro.
    Faccio segno di aver sentito.
    - Mi hanno chiamata, vado…
    Aspetto qualche secondo che tu risponda.
    Non so cosa potresti dire, e infatti non dici niente.
    Butto giù.
    Ed entro con un macigno al posto del cuore.
    Spero di non vedere la mia faccia riflessa da nessuna parte, non la sopporterei.
    Questo ambulatorio è grande e bello, come tutto il resto.
    Questa è con ogni probabilità la clinica in cui nascerà nostro figlio.
    Queste persone sono quelle che sapranno e vedranno.
    Con i dilatati tempi della programmazione, e dei segreti, la cosa migliore è tenere le cose racchiuse in un solo luogo.
    E saranno pagate per non farsi uscire dalle labbra neanche una parola, se e quando, a questo punto, dovessi mai esserci anche tu.
    Almeno questo luogo mi piace, anche perché l’ho scelto io.
    Sorrisi, cortesia, professionalità.
    Scopro il ventre, la mia pancina che cresce e a quasi due mesi di distanza, è quasi incelabile.
    I giorni in cui non sono a casa possono evitare la fatica del segreto.
    Sono stanca di nascondere la cosa più bella che ho…
    Gel gelido, poi la sonda che scorre liscia sul mio ventre.
    Sono agitata.
    Dovrei essere emozionata, invece sono agitata.
    Questa ecografia non è come l’altra.
    E’ più lunga e precisa.
    Ma io non sono qui.
    Vedere mio figlio e sentir battere il suo cuore, è splendido.
    Ma non abbastanza.
    Sentire elencare tutte le cose che stanno controllando è bello, è interessante, strano, e miracoloso.
    Ma non mi basta.
    Per una frazione di secondo stupidamente stringo un pugno; lì, dove vorrei la tua mano.
    E invece anche adesso, non ci sei.
    E il macigno nel cuore pesa.
    Fisso lo schermo, non distolgo gli occhi neanche un istante.
    La mia bollicina è diventata grande; riescono a misurare la testina, l’addome, i suoi arti.
    Riescono a vedere indirettamente gli occhi, dai muscoli oculari.
    Saranno i suoi occhi.
    I tuoi occhi…
    Il dottore che parla mi aiuta, a non fissarmi di continuo nei miei pensieri dolenti.
    Mi spiega quello che vede, parla tedesco molto bene, è gentile, preciso, professionale e dettagliato.
    Spesso mi guarda fissa come per convincermi, forse per vedere un’espressione più felice sul mio viso, diversa da qualche sorriso tirato.
    Io non riesco a sorridere neanche sforzandomi, oggi.
    La visita prosegue, per la colonna vertebrale, e anche il cuore.
    Il suo cuore che batte.
    Mi sembra che batta velocissimo
    Il dottore si sofferma tanto, sul cuore.
    Si può guardare da tantissime angolazioni a quanto pare.
    Il medico d’improvviso si è fatto più silenzioso.
    Lo guardo e gli chiedo se va tutto bene.
    Mi risponde che sta facendo delle misure; io ci capisco poco, quindi mi adeguo e torno a guardare la mia bollicina
    Bolla dovrei dire.
    Si vede tutto praticamente in queste ecografie, è spettacolare quanto piena di particolari sia già
    Sorrido per la prima volta.
    Ma mi viene ancora da piangere.
    Dopo il lungo stallo sul cuore, la sonda prosegue per tutti gli apparati ed organi addominali e limitrofi.
    Io torno un po’ assente.
    Il medico crede di farmi un piacere, e me lo chiede gentilmente.
    Se voglio sapere il sesso oppure no.
    Lo guardo con lo sguardo assente, o forse spaventato è il termine corretto.
    Perché non lo so, se voglio saperlo.
    Potessi scegliere vorrei saperlo un’altra volta, e insieme a te.
    Ma non so veramente dire se questo sarà mai possibile.
    Io sono stanca di illudermi di una normalità che non avremo mai neanche per sentito dire.
    Da qualche parte dentro di me, qualcosa sceglie comunque.
    Sì, che voglio saperlo.
    Io voglio saperlo e basta.
    - Sì.
    Forse me ne pento appena lo dico.
    Forse è la rabbia, forse è la solitudine, forse è per avere qualcosa di cui sorridere, non lo so.
    Forse è contro tutto, ma voglio saperlo anche se sono ancora qui da sola.
    Forse lo voglio sapere proprio per questo.
    La sonda si sposta, lui indica, e si vede bene.
    C’è poco bisogno che me lo dica, si capisce guardando.
    Il sorriso nasce da solo.
    Si apre, si apre ancora di più.
    Insieme alle lacrime.
    E’ un femmina.
    E’ una femmina.
    Gliene chiedo conferma a voce, perché voglio sentirglielo dire.
    - È una bambina.
    E’ una bambina.
    E’ veramente una bambina.
    E’ veramente la bambina che credevi.
    E’ veramente la bambina che speravi.
    E’ veramente, la tua bambina.
    E’ veramente, la nostra bambina.
    E’ veramente qui.
    Al posto del macigno adesso nel mio cuore c’è un cavallo al galoppo.
    Non posso crederci.
    Stringo gli occhi e i pugni, e piango.
    Metto le mani davanti al viso, poi, lo giro, ma non serve.
    Non riesco a non piangere.
    Il medico si ferma in silenzio stupito.
    Di solito, credo la gente sia felice, o indifferente al sesso.
    Lui, per sua fortuna, non ha la più vaga idea di quanto ci sia dietro, a quello che ho appena visto.
    Bill, se tu fossi qui.
    Dio, perché non sei qui??
    Perché?
    Perché??
    Inspiro forte, tante volte.
    Riesco a calmarmi, non so come, e mi scuso due volte.
    Mi chiede se va tutto bene, gli rispondo di sì.
    E che sono contenta, perché è dannatamente vero!
    La visita termina, dopo il controllo all’inserzione della placenta, e il medico mi dice gentilmente di rivestirmi, mentre lui mi stampa il tutto.
    Quando esco dal paravento dell’ecografia lo trovo seduto ad una scrivania, con una busta in mano.
    Mi chiede di sedermi.
    Inizialmente mi chiede e mi da informazioni sui prossimi controlli standard e su tutto quello che sarà l’iter del parto, qui dentro.
    Ma ho l’impressione che debba dirmi altro.
    Prima di consegnarmi l’ecografia, trattiene la busta tra le sue mani, e mi guarda negli occhi.
    Il mio corpo ha dei meccanismi di difesa.
    Quando sento qualcosa che non voglio sentire è come se le mie orecchie si chiudessero e le brutte notizie si insinuano nel mio cervello a rallentatore, come iniettate con una siringa.
    E’ sempre stato così.
    Mi dice qualcosa che non può essere vero.
    Mi dice qualcosa che sicuramente non lo è.
    Mi dice che ha riscontrato un possibile problema, un problema al cuore.
    Una malformazione.
    Il cuore.
    Il cuore della mia bambina.
    I miei occhi si sbarrano, e tali rimangono per tutto il tempo in cui lui parla, e più parla capisco che mi sta parlando di qualcosa che, se confermato, sarebbe grave.
    Molto grave.
    Gli chiedo quando posso tornare.
    Voglio che me lo dicano subito che è un errore, e che va tutto splendidamente.
    Che mia figlia è sana.
    Mi dice che per un controllo incrociato vuole rifare l’esame presso un‘altra loro struttura, con un macchinario ancora più evoluto, e da un Professore diverso in sua presenza.
    Mi spaventa.
    La prima cosa che penso è che questo esame lo rifarò in altri mille posti diversi, finchè qualcuno non mi dirà che mia figlia è sana.
    Perché mia figlia è sana.
    Non vuole scendere nei dettagli del problema.; la sua posizione è di esprimersi completamente quando sarà ripetuto l’esame.
    Va bene anche per me, non potrei reggere altro.
    Mi da l’appuntamento tra due giorni.
    Sono paralizzata.
    Gli chiedo se io posso fare qualcosa.
    Gli chiedo anche, se ho fatto qualcosa di sbagliato.
    Mi dice di no.
    E non è consolante.
    I sento crollare.
    Non riesco ad alzarmi dalla sedia.
    Continuo a guardare di fronte a me e non riesco a capire.
    Non riesco a capire la vita. Il destino. L’amore. La morte.
    L’ingiustizia.
    Non riesco più neanche a capire il dolore.
    Non riesco ad uscire dalla clinica.
    Non riesco a tornare in strada nel caos, da sola.
    Mi siedo su un divanetto vicino all’uscita.
    Fuori c’è la vita normale e il mondo che vive.
    Qui ci sono io che so, qui ci siamo io e lei. Sole. La accarezzo. Piano.
    Dovrei chiamarti.
    Non voglio dirtelo.
    Non me la sento.
    Ti ucciderei.
    E’ impossibile dirti che nostra figlia è malata.
    E’ impossibile.
    Aspetterò l’esame, e vedrò cosa mi dicono.
    Devo resistere, si saranno sbagliati.
    Non sarà così grave.
    Rifletto.
    Il tempo per ripetere l’esame mi costringe a restare qui, in ogni caso questa permanenza era programmata perché tra quattro giorni c’è la firma per l’Istituto.
    Improvvisamente spero che tu non possa essere presente neanche lì.
    Io come faccio a dirtelo?? Mi sento disperata.
    Prendo il telefono dalla tasca, e compongo un numero.
    Il telefono squilla.
    Lei risponde.
    - Ciao tesoro!
    La sua voce squillante e solare mi riempie la mente. Mi da gioia, sempre. Purtroppo non posso essere felice come al solito, di sentirla.
    Lei, non sa neanche quante bugie le ho detto, in tutti questi anni.
    Lei, a cui avevo promesso di non dirne mai neanche una.
    Lei, è la mia sola, unica, vera, grande, migliore amica.
    Lei è l’unica di cui non posso fare a meno, adesso, in questa mia vita disastrata.
    Eppure, anche lei è all’oscuro di tutto.
    Ma io ora non ce la faccio più.
    - Diana…
    Al solo chiamarla la mia voce si rompe, per il senso di colpa e il dolore, e comincio a piangere.
    Non riesco a smettere, e non riesco a parlare.
    Non riesco a smettere, neanche sforzandomi perché ogni parola è un pensiero, e ogni pensiero mi fa piangere.
    Lei non dice niente, sta muta, e ascolta le mie lacrime.
    L’ha fatto tante volte.
    Lei, l’ha fatto davvero tante volte, quasi tutte sapendo già il perché.
    Stavolta no, ma non fa differenza.
    Mi lascia sfogare tutto il dolore che il mio cuore deve spremere e mandare via dagli occhi.
    Non dice niente ma c’è. Lei c’è sempre.
    - Scusa…
    Le dico finalmente quando il peggio dello sfogo è finito.
    - Non fare la stupida, ma quali scuse. Che cosa è successo, dove sei?
    - A Zurigo, in Svizzera.
    - E che ci fai lì? Sei lì per lavoro?
    - No…
    - Che cosa è successo, dimmelo. Mi fai preoccupare.
    Sto in silenzio qualche istante.
    E’ lunga da dire al telefono.
    E’ troppo complicata.
    - Diana, tu dove sei? quanto ci metteresti a venire qui?
    Adesso è il suo turno, di pensare.
    Se c’è qualcuna più giramondo di te, al mondo, quella è lei.
    - Oddio…sono in Irlanda….non lo so, dovrei vedere i voli.
    Io sto muta. Respiro.
    E questo, lei lo sa, significa una cosa sola.
    Che la richiesta è vitale.
    - Lasciami controllare, e ti richiamo. A Zurigo vero?
    - Sì…
    - Chiedo, vedo i voli, e ti richiamo, va bene? Uhm?
    - Sì…grazie
    Bisbiglio, e lei ha già interrotto la chiamata.
    Non mi allevia il dolore, sapere che lei sarà qui.
    Non mi allevia il dolore e non risolve niente raccontarle tutto.
    Ma a volte il dolore è veramente troppo grande e cercando di sopportarlo da soli, ci si può far annientare. Fino ad uccidersi, e a voler morire, per il dolore.
    E’ una sensazione che ho ancora dentro di me, e ora ho bisogno di lei.
    E’ anche questo che voi ci avete insegnato, voi come Tokio Hotel.
    La prima cosa che ci ha legate, noi due, conosciute in rete a cercare vostre foro, lontane in città distanti, è stato il testo di Spring Nicht, e forse è stato un segno.
    Del tuo adorato Destino.
    In quel testo che insegna a lasciarsi aiutare, invece di lasciarsi cadere, c’era già il legame che ci ha tenute strette sempre, negli anni passati come fan, come ragazze, come amiche, come donne.
    Ognuna con la sua vita, i suoi dolori, i suoi casini, le sue amarezze, le sue sfortune.
    Quando ho avuto l’incidente.
    Quando lei ha dovuto scegliere se abbandonare tutto per il lavoro dei sogni in Florida.
    Il fidanzato storico, l’impiego nell’azienda dei genitori, le amicizie, e tutto il piccolo mondo che la vita giorno per giorno le aveva costruito intorno.
    Adesso in Florida ci vive, e anche se siamo così distanti, noi siamo sempre insieme.
    Perché sempre voi ci avete in segnato che non importa, lontano o vicino. Basta una chiamata e siamo sempre una affianco all’altra.
    E così sarà anche questa volta.
    Io ho bisogno di lei.
    Mi arriva un messaggio
    _ Il mio sfigatissimo telefono ha poco segnale. Atterro domani mattina alle 10.35. Dimmi dove devo farmi portare, hai un’hotel?_
    Sorrido.
    _Sì. La camera te la prendo io. Hotel Helmhaus al 30 della Schifflände. GRAZIE <3333_
    Espiro. Mi sento meglio, mi sento meglio.
    Devo solo passare la notte, e domattina andrà tutto meglio.
    Non sto pensando al problema della bambina, in pieno meccanismo di autodifesa lo sto ignorando.
    Mi ucciderei ora, e qui.
    Per tornare in Hotel prendo un taxi, anche se non è lontano.
    Dovrei chiamarti, ma non so cosa fare.
    La busta bianca dell’ecografia brucia tra le mie mani.
    Arrivata in stanza mi spoglio, mi metto il pigiama e mi infilo sotto il lenzuolo.
    Vorrei svenire, e non risvegliarmi mai più.
    Tocco la pancia, e il solo pensiero di sapere, davvero, che è una bambina, mi solleva il cuore in una maniera indescrivibile e strana.
    Anche in mezzo a tutto questo male.
    Da stesa la rotondità della pancia è così evidente, che mi incanto sempre accarezzandola.
    Di nuovo i flash back di quei giorni ritornano.
    La tua mano sopra, aperta, che spostavi qua e là, per sentire se si muoveva, anche se io ti ripetevo di continuo che era troppo presto. E allora ci appoggiavi l’orecchio, per sentire meglio, e la chiamavi, e poi ridevi nei miei occhi, ridevi con me.
    Adesso io la sento muovere, e tu lo sai solo per sentito dire, nelle mie mail.
    Perché tu non ci sei.
    Il telefono squilla trillando sul comodino.
    Sei tu.
    Te lo devo.
    - Ciao…
    Te lo dico in modo dolce.
    Bill, cosa devo fare? Cosa devo dirti? Cosa? Devo? Dovrei??
    - Ciao amore mio…
    No Bill.
    Ti odio.
    Non ce lo diciamo mai.
    Non farlo proprio oggi. Non farlo così.
    Proprio oggi, che ne ho così bisogno!
    Il tuo tono è serio.
    Addolorato.
    Sorrido, e stringo gli occhi.
    E dio, come ti amo…
    - Com’è andata?
    Stringo le labbra, prendo un profondo respiro impercettibile allontanando il cellulare dal mio viso.
    - Bene..
    - Sicura?
    Resisti, resisti, resisti.
    - Sì….solo…
    Deviare l’attenzione, su qualcos’altro.
    A costo di farti infuriare.
    - …solo che…Bill me lo sono fatta dire, non ho resistito magari tu non saresti mai venuto e io volevo saperlo, ti prego non ti arrabbiare, ma io….
    Ho parlato in fretta, tutto purchè tu non mi chieda ancora come sta.
    Non so se riuscirei a mentirti ancora.
    - Tranquilla, stai tranquilla. Non agitarti così. Va bene, cioè…non ti avevo detto di non farlo e poi…lo sappiamo…è un casino…adesso ti invidio da matti, ma va bene…
    Ridi.
    Grazie.
    Di aver capito.
    - Vuoi saperlo?
    Resti in silenzio un po’.
    - Oddio. Sì. No. Non lo so.
    Stavolta rido io.
    - Non so se voglio che me lo dici al telefono…mi sembra strano, no?...E se me lo dicessi venerdì? Quando ci vediamo a Zurigo? Tu sei già lì, no?
    - Sì certo…
    - Ok, beh…non lo so, io…e se poi non ci sono?
    Mi viene da ridere.
    - Ti fa ridere?
    - Un po’. E’ insostenibile Bill, venerdì dovete esserci, ti rendi conto che casino sarebbe tornare qui in Svizzera di nuovo solo per delle carte??
    - Sì, sì. Venerdì ci devo venire per forza, a costo di dare fuoco a baracca e burattini qua.
    - Dov’è che sei in questo momento esattamente? Tra i voli persi e le date cambiate mi sono persa.
    - Kuala Lumpur.
    - Oddio…in capo al mondo…
    - Precisamente…
    - Pensi di poter resistere quattro giorni?
    - Non lo so. No, non credo!
    Ridi.
    Ti prego, ridi sempre.
    Ridi per sempre amore mio.
    Io voglio piangere, e invece respiro, e mi accarezzo la pancia, guardandola con lo sguardo completamente perso su di lei.
    - Facciamo così, prova ad aspettare. Se non ce la fai, o se non vieni venerdì…te lo dico al telefono, e ti mando l’eco. Adesso non posso, o capiresti tutto…
    Capiresti tutto, e io non voglio.
    Io adesso non posso mandartela assolutamente.
    - Mh…ok….neanche un indizio?
    - E che indizio vuoi che ti dia? No no dai, che poi capisci.
    Stai di nuovo zitto, il tempo di un respiro.
    - Tanto è una femmina. E’ la mia bambina, la nostra bambina, lo sento anche da qui, in capo al mondo… Lei c’è, ne sono sicuro quanto è vero che sono vivo.
    Vorrei risponderti, ma non ci riesco.
    Sto assaporando i tuoi respiri che sognano di lei, anche a distanza.
    Sto respirando questo amore immenso che c’è, e che è l’unica cosa che ci aiuterà, qualsiasi cosa accada.
    Accarezzo la pancia al respiro di come tu respiri, come se ci fossi tu.
    Non è la stessa cosa, ma a volte riusciamo a farlo sembrare vero.
    - …pensa quanto lo stai mortificando, se è un maschio.
    Me ne esco: occorre sdrammatizzare.
    Tu ridi.
    - Così impara subito a vivere, col padre che si ritrova! Ahahah! No, scherzo…vabbè io ci spero in questa principessa, che posso farci, ma fa lo stesso. Lo sai. L’importante, è che stia bene…
    - Già…
    Voglio piangere.
    “Già” è una specie di supporto ad una constatazione, ti sto dando solo ragione, non ti sto confermando che stia bene. No?
    Mento a me stessa. Ma mi serve.
    Alzo gli occhi al cielo cercando una forza da qualche parte, e ringrazio che tu non possa vedermi.
    - Sono stanca Bill, dormo un po’…
    - Sì, io devo staccare.
    - Ah Bill…venerdì, ci sarà anche Diana, dal notaio.
    - Diana?
    - E’ la mia migliore amica, qualche volta te ne ho parlato, sta in Florida, da qualche anno. Comunque, lei per me è la sorella che non ho avuto, è il legame più forte che ho. Ho deciso che sia necessario anche un tutore legale da parte mia, per l’Istituto, non si sa mai. E voglio che sia lei. Io…lei non sa ancora niente, nessuna ha mai saputo niente di niente, lo sai, ma…oggi l’ho chiamata, domattina sarà qui…le dirò tutto, tutto quanto. Di me, te, noi…e le chiederò di fare da tutore.
    - Gliel’hai detto oggi, e viene domattina lì? Non ti ha chiesto niente, scusa?
    - No.
    Resti basito. Parli con tono concentrato.
    - E’ un’amica di quelle serie, allora.
    - E’ una sorella.
    - Allora va bene. La decisione è tua.
    Tu capisci.
    Ci sarà Tom per te, e io certo non ti chiedo garanzie su di lui.
    Non è la stessa cosa, lo so, ma tu devi fidarti di me. Ci salutiamo, non prima che tu mi abbia ripetuto cinque volte che a venerdì non ci arriverai mai senza sapere se è maschio o femmina.
    Ridiamo, interrompiamo la comunicazione ridendo.
    E’ paradossale.
    Paradossale.
    Mi giro nel letto per un tempo infinito, infine mi alzo e ingoio tre pillole a base di erbe che il medico dice che posso prendere, se l’ansia non mi da tregua; gliele ho chieste prima di uscire dalla clinica.
    Io da sola, non ce la faccio.
    Quando mi sveglio, prego che non sia notte.
    Ed è già mattina, per fortuna.
    Tra due ore scarse la mia Diana sarà qui.
    Faccio una lunghissima doccia calda, mi asciugo i capelli con calma, rifletto sugli abiti, mi faccio portare un po’ di colazione, leggo un giornale.
    Mi sento bene.
    Non ho bisogno di pensare a come dirle le cose, non sono agitata, e non ho paura.
    E’ questo che la rende una sorella
    Diana arriva.
    E nonostante i baci, gli abbracci, e la felicità di vederci, passiamo subito al dunque.
    Perché è necessario.
    Nonostante tutto, fatico a farle credere a tutta la storia.
    Eravate i nostri idoli e le nostre passioni segrete, per voi abbiamo fatto pazzie da fan, poi la vita ci ha travolte.
    Mi ha lasciata nella convalescenza di un incidente mortale, mi ha lasciata con un compagno infermo in un letto, e viene a scoprire che io e te abbiamo una relazione, anzi, la abbiamo avuta, per qualche anno perché ora, non è una relazione, io e te ci amiamo, e anzi, aspetto anche un figlio da te.
    Da quasi cinque mesi.
    Un figlio che abbiamo deciso di tenere, che è qui, nella mia pancia che cresce, e che, infine, le faccio vedere, sotto il suo sguardo che attonito, è dire pochissimo.
    Alle prime battute di racconto resta basita, sgrana gli occhi, a seconda delle fasi che le sto raccontando.
    Poi mi salta al collo, o ride, o resta assorta nei suoi pensieri.
    Le risate finiscono, quando si arriva al periodo recente, alla realtà, ad ora.
    Le risate finiscono, quando capisce che è tutto, tutto, tutto terribilmente vero.
    E che di veramente bello, a parte l’amore di adesso, c’è stato e c’è, davvero poco.
    Siamo ancora sedute qui, davanti a questo thè caldo, nella saletta appartata e deserta al piano terra dell’hotel.
    Sa, ha capito, sta metabolizzando.
    A un ceto punto alza i suoi occhioni color mare su di me, e li assottiglia piano.
    - È solo perché non me l’avevi detto, che piangevi così ieri….?....o c’è qualcos’altro? Dimmelo…eri disperata…
    La odio, quando capisce le cose al volo.
    Inspiro pesantemente.
    Ero pronta alla domanda, meno a parlarne.
    Tiro fuori la busta bianca, e gliela do, semplicemente.
    - E’ l’ecografia di ieri, morfologica.
    Sbarra gli occhi nei miei, ha gli occhi felici.
    Io sorrido. Amaramente.
    - È una bimba….proprio come vuole lui….ma…leggi.
    Ho spento il suo sorriso prima che potesse uscirle sul viso.
    Ad illuderci bastiamo noi.
    Lei scarta la busta con aria serissima, adesso, scansa le foto sorridendo.
    Poi legge lentamente il referto.
    - Una sospetta “sindrome del cuore sinistro ipoplastico”….cos’è?
    Mi guarda fissa.
    Lo capisce dalla mia faccia.
    - Una cosa grave, molto…non finchè non nasce, ma poi, sì…non so molto di più, non mi hanno voluto dire, dice il medico che vuole ripetere l’eco, da un’altra parte, Bill venerdì sarà qui, con Tom, e dobbiamo fissare le cose per l’Istituto e…io non so cosa digli, se dirglielo, e come, io non so cosa significa, e cosa fare, …ho preso tempo, non gli ho detto neanche che è una bambina, non sa ancora la cosa che desidera di più, e devo dirgliene una cento volte peggiore, e…sto morendo di paura, non può succedere qualcosa di male a questa bambina!
    Stringo i pugni, e mi dispoero.
    E odio tutti, tutto il mondo.
    - Noi…non lo sopporteremmo…capisci?…dio…spero solo che non sia vero. Non può essere vero…non può…
    Stringo i pugni, ancora, e li sbatto debolmente sul tavolino di legno.
    Alzo gli occhi nei suoi, e i miei ormai trasbordano.
    Si alza di scatto, mi abbraccia.
    E lascia che il mio cuore le pianga addosso di nuovo.
    Non posso farne a meno.
    Non mi sono mai sentita così libera di piangere.
    Libera di poter star male, finalmente.
    E devo farlo.
    Mi accarezza la testa e mi stringe nel suo abbraccio.
    Anche lei è più piccola di me, di qualche anno, come te.
    Ma non sono queste le cose che contano.
    Conta cosa sai della vita, cos’hai visto e provato, conta cos’hai nel cuore, nella mente, nei tuoi sogni.
    Conta chi sei, dentro, nella tua anima.
    Esattamente come tra me e te.
    E davanti al dolore diventiamo tutti più grandi, e allo stesso tempo più piccoli.
    E allora, siamo tutti uguali.
    Si stacca dal mio abbraccio, mi stringe le spalle e mi costringe a guardarla negli occhi.
    - Non posso fare niente per aiutarti, lo so, ma sono qui. Andremo insieme a ripetere l’esame, se sarà tutto a posto non dovrai dirgli e niente sennò…beh, è suo padre. E’ uguale a te. Lo so che non vorresti mai dirgli una cosa simile, ma…non puoi neanche mentirgli su di lei. Non c’è scelta…dovrà saperlo, per forza…
    Ha ragione, ragione da vendere.
    Annuisco.
    - Dai, adesso andiamo a farci un giro, non dobbiamo pensarci. E poi io ho bisogno di uscire al sole e spendere qualche milione nei negozi, per riprendermi dallo shock…cioè…va bene che ci sono cosa più importanti ma…cioè…Bill!?! Tu stai…cioè…insomma..tu…con Bill!!
    Esagera.
    Tira urletti eccitati.
    Si mette a ridere e saltare come quando anni fa scleravamo per voi al solo parlarne.
    Lo so, che sa benissimo come stanno le cose e lo so, che lo fa solo per sollevarmi e ci riesce, perché mi fa ridere.
    Rido. Rido e mi serve tanto.
    Avevo un bisogno disperato di tutto questo.
    Le onde del mare in burrasca fanno meno paura, se la barca si comanda in due.
    Ci prendiamo a braccetto e finalmente usciamo nella città.
    L’inverno si prepara a lasciarci.
    A un certo punto si gira verso di me.
    - Oddio mio, ho appena realizzato che venerdì vedrò Bill, santo iddio è passata una vita e…oddio non sarà esattamente come andare a un concerto! Poi mi devi dire cosa dire e cosa fare, sono agitatissima. Signore! E poi…pensavo anche che..scusa scusa ma…non ho capito bene…hai detto che venerdì…qui viene anche Tom??
    Ha gli occhi sbarrati, mi fa ridere.
    - Ahahah , sì!
    Un secondo di silenzio.
    Inspira.
    - Ah!
    Sbotta, diventa tutta rossa.
    E mi fa ridere ancora.
    Non ha bisogno di chiarirmi l’esclamazione; tuo fratello non le è mai stato esattamente indifferente.
    Mentre camminiamo ridendo e indicando praticamente tutte le vetrine, la guardo.
    Le voglio un bene dell’anima.
    Era quello che mi serviva veramente.
    Mi fa sentire viva, e vera.
    Mi fa sentire giusta, e mi fa sentire forte.
    E’ una persona speciale
    E’ unica.
    E, mentre penso che è anche una ragazza bellissima, penso istantaneamente che..accasare tuo fratello, con la mia migliore amica…sarebbe veramente il massimo!










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  8. billintheheart
     
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    Eccomi, dopo aver ripreso fiato e asciugato le lacrime sono qui e ci tengo particolarmente stavolta ad essere la prima.
    Forse non dovrei dirlo o farlo notare, ma non mi hai dato indicazioni, quindi scriverò tutto ciò che sono queste tredici pagine per il mio cuore.
    Innanzitutto, per me sono noi due.
    Lo so che non dovrei porre l'accento su questo particolare, ma davvero non riesco a farne a meno.
    Dovrei forse incentrare l'attenzione sull'eco, sul sesso del feto, o sulla malattia del suo cuoricino...
    Ma non riesco a farlo senza prima parlarti di quel NOI che c'è qui dentro.
    Sarà perchè mi manchi, sarà perchè è tutto descritto in maniera così personale, e sarà perchè era da tanto che avrei voluto leggerlo.
    E'così bella questa descrizione di noi che per me è solo NOI e basta.
    Perchè ci siamo nella distanza, nell'amore, nei sogni, nelle passioni, nella complicità e nella vicinanza mentale e sentimentale.
    Hai detto delle cose così vere e immense che i miei commenti sono quasi vuoti al cospetto.
    Sai cosa?
    Vorrei tanto raccontare così questa storia un domani.
    E sarà così; noi ci saremo sempre e per sempre.
    Non si dovebbe dire forse, ma io lo so per certo; ti voglio un bene incondizionato, pieno e vivo. IMMORTALE.
    Un bene che t'abbraccia anche se da lontano e senza tocco.
    Vorrei che ci fossimo sempre l'una accanto all'altra, e so che nel cuore è così, noi siamo noi senza chilometri.
    Abbiamo imparato questo: amarci senza vederci, solo sentendoci.
    Ed è così che si è fortificato questo sentore: nella distanza.
    Nel dover comprimere noi stesse in poche chiamate o in qualche mail.
    Abbiamo imparato a farceli bastare, anche se a volte non bastano...
    E a volte, ho capito che il vero amore vive nonostante tutto. Si ciba dei dolori e delle mancanze, ne vive e cresce in tutto questo.
    Siamo nate grazie a loro, abbiamo condiviso qualche parola, qualche interesse, la loro passione, i nostri cuori per loro, le nostre menti e tutte noi stesse.
    Ed io volevo dirti che ci sarò come c'è Diana.
    Ci sarò nonosante tutto e tutti. SEMPRE.
    Ci sarò erchè ci saremo <3
    Du bist alles was ich bin und alles was durch meine Adern fließt.
    T'amo.

    Passando all'ecografia.
    E' struggente.
    E' la vita.
    Ti fa sorridere e innalzare al cielo col cuore in mano poco prima e ti sbatte in una fogna putrida, quello successivo.
    Il dolore di un genitore che sa che il sesso del proprio figlio è una cosa così inifinitamente piccola in un contesto più grande e complesso, come la salute.
    Una compagna che fa di quel sesso, una certezza d'amore e di unione.
    Un'unione che viene denigrata e spezzata da qualcosa di più pesante e inguaribile. La malattia: credo che il prossimo capitolo mi seppellirà.
    Questo mi ha già scavato metri di fossaXD
    T'amo, continua a farmi bene al cuore, così.
     
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  9. morgana17_69
     
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    simoooooooooooooooooooooooo ti voglio strozzare per il bene che ti volgio: non mi hai fatto piangere sta volta...singhiozzo proprio, ecco!.....devo tirar via l'"acqua con i secchi"! insomma come sempre ci sarebbero mille frasi da quotare ma non lo farò perchè quello che mi rimane è lo "strazio lacerante" cheho nel cuore...lo stesso che prova questa povera ragazza...oddeo..sto ancora boccheggiando....cerco ancora di riempire i polmoni d'aria perchè mi manca il respiro...è triste...è doloroso...è angosciante...l'attesa...il dubbio...tutte cose che conosco bene (non perchè abbia mai aspettato un bambino)...solo perchè di brutte notizie ne ho ricevute parecchie...è davvero così..sempre tutto come tu lo descrivi....a meraviglia...le cose belle, ma come in questo caso anche le cose brutte! è la vita!...è triste...no, soprattutto dolorso: il capitolo più doloroso fin ora...di un dolore troppo intenso e profondo...amplificato dal fatto che già so come andrà a finire..e quindi non lo sopporto...non sopporto vederlo scritto nero su bianco...ultimamente spesso immagino che tu stia scrivendo la sceneggiatura di "beautiful" dove i personaggi muoiono e dopo altre 500 puntate resuscitano perchè sono talmente tante che gli utenti non se ne ricordano^^ ma è solo un desiderio veno e inutile, pechè so che qui non è possibile(ma ti giuro, non sto scherzando, non sai quente volte io l'abbia desiderato con tutte le mie forze!so che non ha senso...) quindi gioisco solo perchè so che racconterai anche altro........................tvttttb e grazie perchè mi fai vivere sempre così tanto intensamente tutte queste emoSSioni!
     
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  10. mikibill3
     
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    non posso fare a meno di porre l'attenzione sulle ultime righe del capitolo xD la mia curiosità mi ha portato aa dare un'occhiata all'ultimo capitolo di "Fallen" ed è stato come sospettavo v__v muahuahau ti adoro *-*
    per il resto...è un capitolo molto struggente e "interiore"...la scena dell'ecografia e dell'incontro delle amiche sono qualcosa di spettacolare...per motivi diversi, ovviamente.
    E' in momenti come questi che vorrei tanto non sapere come procede la storia...così già so che il prossimo capitolo sarà una "mazzata" T____T
    e come sempre vorrei quotare dei paragrafetti, ma mi rendo conto che quoterei tutto XD
    fa' come se ti avessi quotato tutto il capitolo, ecco v_v

    Grazie Simo...grazie per le infinite emozioni che ci doni
    SPOILER (click to view)
    ripeto sempre le stesse cose madò ò_ò
     
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  11. barby's
     
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    La perfezione non è di questo mondo, e questa non è una critica al capitolo anzi, è la constatazione di quanto siano veri e reali i sentimenti che descrivi, non c'è solo l'amore incondizionato, puro e sofferto dei due, ma ci sono descritti anche tutti gli altri sentimenti che fanno la differenza nella vita, senza i quali probabilmente la nostra vita non avrebbe senso ... ci sono persone che entrano a far parte della vita in maniera inaspettata e, come un uragano, ci sconvolgono ... non importa l'età, il sesso , la posizione sociale o la distanza fisica quando l'amicizia è vera tutto diventa relativo, tutto ruota intorno alle anime dei diretti interessati uniti in maniera anomala , ma indissolubile ... queste persone danno un senso alla nostra vita, spesso ci riflettiamo nei loro occhi, sono lo specchio della nostra anima, la consolazione dei nostri dolori, danno vita ad un'empatia senza eguali, anime gemelle che comunicano senza parole, un mondo a parte che da un senso all'esistenza ... e sei libero di aprirgli il cuore e mostrare tutto quello che provi, paura, dolore, rabbia, terrore, colpa e lei capirà perchè sente quel che senti tu ... non ti giudicherà mai perchè il filo invisibile che lega le vostre menti dipanerà ogni dubbio ...ti amerà davvero per come sei, nella maniera piu' semplice e disinteressata ...
    Questa non è solo una bellissima storia, frutto della genialità di che l'ha ideata e poi scritta, è lo specchio di molte vite, non c'è un semplice e banale lieto fine, no, c'è il tormento insito di un amore e c'è il destino che quasi si diverte a mettere alla prova questo amore ... un destino crudele che sta per mostrarti il paradiso, ma poi quel paradiso è malato, ha una grave anomalia ed allora ti chiedi perchè e pensi di non farcela ad andare avanti senza l'aiuto dell' amico che ti tende una mano e che condividerà quel dolore, alleggerendone il peso e ti darà la possibilità di rifugiarti nel suo abbraccio sicuro, un piccolo posticino solo nostro, tanto piccolo quanto vitale ... quell'abbraccio non darà la soluzione ai problemi, non darà pace al tormento dell'anima, non dissiperà i dubbi, quell'abbraccio ti farà sentire meno sola e meno vulnerabile, dandoti la forza per continuare a lottare
    GRAZIE SIMO
     
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  12. …Deb… <3
     
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    Non è fottutamente possibile! Non è... DIANA! No, cioè, dico... DIANA?!?!?! Sono dovuta andare a ricontrollare che la mia mente non mi stesse ingannando... E non è così! Dio, ora sì che si comprende perfettamente ogni cosa! Ora sì che tornano tutti i pezzi del puzzle! Avrebbe mai potuto finire diversamente?
    Dio... Scusami se me ne esco così, dopo due mesi di silenzio in questa storia...
    Sì, sono tornata, dato che gli esami sono finiti, e posso vivere e piangere con te e le tue storie ogni volta che voglio!
    Leggere 3 capitoli in una sola serata non è stata un'idea molto felice, ma sappiamo tutti quanto io sia masochista e quanto mi piaccia farmi del male proprio in questo modo... Con te e con Lui...
    Sono passata per quelle che credo siano tutte le tappe fondamentali di questo spin off, stasera, ossia la prima ecografia, i loro giorni insieme, la seconda ecografia e la tragica scoperta, e Diana, e Tom...
    La prima ecografia...
    La costante assenza di Lui.. il sentirla e volerla sovrastare e cercare di farlo da parte di lei... tentativo più che vano.. Le sue espressioni, sensazioni, lo stuopre, la gioia, il cuore che batte doppio, al sentire che c'è, al percepirla, al sentire il suo battito forte, che rimbomba come dolce melodia nelle orecchie.. Lui in lei, per sempre.. non per soli 9 mesi... per sempre! Un per sempre che solo loro possono comprendere.. un per sempre che è e sarà sempre e comunque solo loro...
    E i loro giorni insieme...
    La loro voglia e il loro bisogno di farlo... E dio, il suo faccino stupido e incredulo quando la vede lì, con i suoi occhi bisognosi e vogliosi di Lui e con la sua pancetta avvolta da un maglioncino aderente apposta per l'occasione... E la loro immagine di famiglia perfetta riflessa nello specchio... E dio, la loro prima notte! Le fans... le... no, non sono le fans... Noi sappiamo chi sono le fans...
    E la morfologica e la tragica scoperta... Ok, lo sapevamo, ma dio... rileggerlo così e averne la consapevolezza, e la doppia sensazione di volerla consolare e dirle che andrà tutto bene, mentre in realtà ho già la certezza che bene non andrà affatto... Aurora... La bambina.. La loro bambina, che non può avere qualcosa che non vada.. Lei deve esprimere quanto il loro amore possa portare a qualcosa di buono, e non di cattivo... E Lui impaziente...
    E Tom e Diana...
    Tom è Tom... voglio dire... Tom c'è sempre stato, c'è, ci sarà sempre... Tom è... insomma... è Lui.. Dio, è una cosa così meravigliosa avere qualcuno che c'è sempre stato e cui dunque non hai bisogno di spiegare mai niente, perchè già sa.. perchè gli basta uno sguardo o un gesto per capire... perchè farebbe e fa tutto per te.. perchè cacchio, è Tom.. è un gemello... un fratello... Non c'è una cosa che possa far capire come possa essere la sensazione.. com'è avere una persona così... Ed è la meraviglia <3
    E Diana...
    Il mondo è più colorato e pieno, se ci sono persone come lei a colorare e riempire la nostra vita.. Quelle che non sono come Tom, ma possono diventare qualcosa di molto simile... Quel tipo di amicizia, di amore, di...legame, direi... va molto oltre qualsiasi cosa sia umanamente immaginabile! E dio, se lei non ne ha un disperato bisogno!
    E guarda un po', finiranno insieme! Dio, ti amo alla follia per averlo fatto! Tu non ti rendi nemmeno conto di quello che scrivi, secondo me, di quello che metti qui dentro di ognuna di noi! Ma, come ormai ti sarai stufata di sentirti dire, io non smetterò mai di pregarti di continuare a farlo, e di ringraziarti perchè so che lo farai!
    Non ho altro da aggiungere, se non i soliti insulsi e banali complimenti, che non ho mai avuto bisogno di farti <3

    P.S.: Ho scritto tutto di getto e senza rileggere (strano, ma vero)... Non c'è l'ho fatta... Non ce la faccio più a struggermi, per oggi... (notare anche l'ora, che non mi aiuta XD) Perdona la confusione e gli schifi che ci saranno! <3
     
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  13. Phantom Rose
     
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    Ad essere sincera....non volevo nemmeno commentare, questa volta. Ma sarebbe stato veramente da maleducati non farlo.
    E' inutile che stia qui a dirti che il capitolo mi è piaciuto tantissimo, perchè ormai dovresti saperlo. Adoro la storia, adoro come scrivi, adoro loro due.
    Mi fa soffrire la loro continua lontananza, il fatto che lui non le sia vicino nei momenti più importanti. Ma si sa....la vita è dolore, è sofferenza, è tristezza. E' tutto maledettamente reale. Ed è per questo che fa così male leggere queste righe.
    Inoltre è sconfortante leggere di questa piccolina. Purtroppo il suo destino è già scritto e conosciuto, e questo dilania il cuore ancora di più. E' sofferenza allo stato puro, sapere che il frutto del loro amore è destinato a scomparire. Questo non mi fa altro che pensare a quanto sia fragile la vita. A quanto sia fragile e vacillante il loro amore. A quanto venga messo alla prova ogni giorno. Ma anche questo fa parte della vita reale di tutti i giorni.
    La parte dell'amicizia. Credo che molte persone possano immedesimarsi in ciò che hai scritto. Quante amicizie saranno nate e continueranno a nascere grazie a loro? Chi può saperlo. Ma quello è solo il punto di origine. I sentimenti degli esseri umani nascono, crescono e possono morire. L'unico sentimento che secondo me fa eccezione è proprio l'amicizia. Perchè un'amicizia vera, sincera, non muore mai. I cuori di due persone amiche sono collegati da un filo lunghissimo, invisibile, indistruttibile. E non importa la differenza di anni, i chilometri che le separano. Una vera amica si accetta e si ama esattamente per come è. Si ama per i suoi pregi e per i suoi difetti. E ,ironia della sorte, un'amica sbuca fuori sempre nel momento in cui sembra che il mondo intero faccia schifo. E' quella persona speciale che riesce a tirarti fuori dal tunnel in cui stai cadendo. E' quella persona che occuperà sempre un posto molto speciale nel tuo cuore. E che ci sarà sempre, nel bene e nel male. E il legame che lega queste due ragazze è molto profondo. E' vero. Inutile dire che ho amato particolarmente questo capitolo, l'ho percepito dentro. E' stato un pò come guardarsi allo specchio. E guardarsi dentro.
    C'è molto di te in questo capitolo, moltissimo.
    Ad ogni capitolo una parte di me muore dentro, ma non riesco a farne a meno. So già che i prossimi capitoli mi uccideranno definitivamente ma è giusto che sia così. E' il giusto prezzo da pagare se si ama questa storia. E io l'ho amata, la amo e continuerò ad amarla per sempre.
    Grazie per tutte le emozioni che mi fai provare ogni volta. Per tutte le lacrime versate. Per farmi sentire viva. Per farmi soffrire e sognare con loro.
    tvumdb! :nghè:

    N. B. Non ho la minima idea delle cavolate che ho scritto, ma non ho nessuna intenzione di rileggere il tutto. Ho preferito scrivere un commento così, di puro impulso piuttosto che star lì a pensare alle parole. Tanto, in entrambi i modi, le parole adatte per un simile capolavoro non si trovano mai.
     
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    SPOILER (click to view)
    innanzitutto dio benedica il sabato ù.ù amen


    CITAZIONE (billintheheart @ 18/7/2010, 02:05)
    Eccomi, dopo aver ripreso fiato e asciugato le lacrime sono qui e ci tengo particolarmente stavolta ad essere la prima.
    Forse non dovrei dirlo o farlo notare, ma non mi hai dato indicazioni, quindi scriverò tutto ciò che sono queste tredici pagine per il mio cuore.
    Innanzitutto, per me sono noi due.

    Oh, lo sono. Lo sono eccome <3

    CITAZIONE
    Lo so che non dovrei porre l'accento su questo particolare, ma davvero non riesco a farne a meno.
    Dovrei forse incentrare l'attenzione sull'eco, sul sesso del feto, o sulla malattia del suo cuoricino...
    Ma non riesco a farlo senza prima parlarti di quel NOI che c'è qui dentro.
    Sarà perchè mi manchi, sarà perchè è tutto descritto in maniera così personale, e sarà perchè era da tanto che avrei voluto leggerlo.
    E'così bella questa descrizione di noi che per me è solo NOI e basta.
    Perchè ci siamo nella distanza, nell'amore, nei sogni, nelle passioni, nella complicità e nella vicinanza mentale e sentimentale.
    Hai detto delle cose così vere e immense che i miei commenti sono quasi vuoti al cospetto.

    Tu non dici mai cose vuote, e non potrebbero esserlo comunque perchè tu ne fai parte.
    E non so se la descrizione rende giustizia a sentimenti come questi, so solo che sono VERI, completamente...
    Non ho dovuto riflettere neanche un secondo per sapere cosa lei pensa dell'amica e per sapere lei chi avrebbe chiamato e perchè, nel momento probabilmente più orrendo di tutta la sua vita e anche di quelli che verranno...
    Io so che chiamerei te.
    Io del resto, lo faccio sempre...

    CITAZIONE
    Sai cosa?
    Vorrei tanto raccontare così questa storia un domani.
    E sarà così; noi ci saremo sempre e per sempre.
    Non si dovebbe dire forse, ma io lo so per certo; ti voglio un bene incondizionato, pieno e vivo. IMMORTALE.
    Un bene che t'abbraccia anche se da lontano e senza tocco.
    Vorrei che ci fossimo sempre l'una accanto all'altra, e so che nel cuore è così, noi siamo noi senza chilometri.
    Abbiamo imparato questo: amarci senza vederci, solo sentendoci.
    Ed è così che si è fortificato questo sentore: nella distanza.
    Nel dover comprimere noi stesse in poche chiamate o in qualche mail.
    Abbiamo imparato a farceli bastare, anche se a volte non bastano...
    E a volte, ho capito che il vero amore vive nonostante tutto. Si ciba dei dolori e delle mancanze, ne vive e cresce in tutto questo.
    Siamo nate grazie a loro, abbiamo condiviso qualche parola, qualche interesse, la loro passione, i nostri cuori per loro, le nostre menti e tutte noi stesse.

    Sto piangendo, Iaia. Anche se è la centesima volta almeno che leggo questo tuo commento...
    CITAZIONE
    Ed io volevo dirti che ci sarò come c'è Diana.
    Ci sarò nonosante tutto e tutti. SEMPRE.
    Ci sarò perchè ci saremo <3
    Du bist alles was ich bin und alles was durch meine Adern fließt.
    T'amo.

    T'amo anche io. UGUALE (ok? )
    Du bist alles was ich bin und alles was durch meine Adern fließt
    E tu lo sai, che casini distanze ecc ecc....fancuo la vita la sfiga il destino il tempo e lo spazio...io ci sarò.
    Ci sarò perchè ci saremo <3 (questa frase s'è impressa a fuoco nel mio cuore, sappilo...)

    CITAZIONE
    credo che il prossimo capitolo mi seppellirà.

    altamente probabile, sì. lo ammetto :nghè:




    *****





    CITAZIONE (morgana17_69 @ 18/7/2010, 02:07)
    simoooooooooooooooooooooooo ti voglio strozzare per il bene che ti volgio: non mi hai fatto piangere sta volta...singhiozzo proprio, ecco!.....devo tirar via l'"acqua con i secchi"!

    puaaaahahahahaha

    CITAZIONE
    insomma come sempre ci sarebbero mille frasi da quotare ma non lo farò perchè quello che mi rimane è lo "strazio lacerante" che ho nel cuore...lo stesso che prova questa povera ragazza...oddeo..sto ancora boccheggiando....cerco ancora di riempire i polmoni d'aria perchè mi manca il respiro...è triste...è doloroso...è angosciante...l'attesa...il dubbio...tutte cose che conosco bene
    ...solo perchè di brutte notizie ne ho ricevute parecchie...è davvero così..sempre tutto come tu lo descrivi....a meraviglia...le cose belle, ma come in questo caso anche le cose brutte! è la vita!...è triste...no, soprattutto dolorso: il capitolo più doloroso fin ora...di un dolore troppo intenso e profondo...amplificato dal fatto che già so come andrà a finire..e quindi non lo sopporto...non sopporto vederlo scritto nero su bianco...

    Mille volte mi sono chiesta se fare di quella morte un evento traumatico ma statico nell'attimo in cui succede, quindi....se loro non dovessero sapere niente prima e si illudessero di dare al mondo una figlia perfetta e sana, l'angelo che avrebbe salvato la loro vita insieme.
    Poi, non solo a dispetto della tecnologia di questi tempi, che esclude che una cosa così non si sappia prima già dalle ecografie, ho deciso di dare non solo alla morte, ma a tutta l'"esistenza" di Aurora un significato e un senso e un obiettivo più ampio e più grande, sulla loro vita ma non solo.
    Lo scopo, è di rendere la morte di Aurora che già conosciamo, ora che vedremo il passato dell'evento, come il punto di fine di un percorso.
    Diventerà (se riuscirò a scriverla come spero) semplicemente il volo di un angelo che ha terminato il suo lavoro in Terra.
    E non c'è niente di paranormale in tutto ciò, Aurora non è uno spirito o qualcosa di simile.
    E' una vita.
    E come tale in grando influenzarne mille altre, solo esistendo, anche per poco...

    CITAZIONE
    tvttttb e grazie perchè mi fai vivere sempre così tanto intensamente tutte queste emoSSioni!

    anche io ti voglio un bene inestimabile Sil <3
    e smettete di ringraziarmi visto che vi faccio penare tutte le volte
     
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    CITAZIONE (mikibill3 @ 18/7/2010, 11:58)
    non posso fare a meno di porre l'attenzione sulle ultime righe del capitolo xD la mia curiosità mi ha portato aa dare un'occhiata all'ultimo capitolo di "Fallen" ed è stato come sospettavo v__v muahuahau ti adoro *-*

    sapevo che avresti apprezzato

    CITAZIONE
    per il resto...è un capitolo molto struggente e "interiore"...la scena dell'ecografia e dell'incontro delle amiche sono qualcosa di spettacolare...per motivi diversi, ovviamente.
    E' in momenti come questi che vorrei tanto non sapere come procede la storia...così già so che il prossimo capitolo sarà una "mazzata" T____T

    mi dispiace, ma devo confermare. lo sarà senza ombra di dubbio...

    CITAZIONE
    e come sempre vorrei quotare dei paragrafetti, ma mi rendo conto che quoterei tutto XD fa' come se ti avessi quotato tutto il capitolo, ecco v_v

    hahahahhahahah wow!

    CITAZIONE
    Grazie Simo...grazie per le infinite emozioni che ci doni

    ecco l'altra masochista dentro

    CITAZIONE (barby's @ 19/7/2010, 19:50)
    La perfezione non è di questo mondo, e questa non è una critica al capitolo anzi, è la constatazione di quanto siano veri e reali i sentimenti che descrivi, non c'è solo l'amore incondizionato, puro e sofferto dei due, ma ci sono descritti anche tutti gli altri sentimenti che fanno la differenza nella vita, senza i quali probabilmente la nostra vita non avrebbe senso ... ci sono persone che entrano a far parte della vita in maniera inaspettata e, come un uragano, ci sconvolgono ... non importa l'età, il sesso , la posizione sociale o la distanza fisica quando l'amicizia è vera tutto diventa relativo, tutto ruota intorno alle anime dei diretti interessati uniti in maniera anomala , ma indissolubile ... queste persone danno un senso alla nostra vita, spesso ci riflettiamo nei loro occhi, sono lo specchio della nostra anima, la consolazione dei nostri dolori, danno vita ad un'empatia senza eguali, anime gemelle che comunicano senza parole, un mondo a parte che da un senso all'esistenza ... e sei libero di aprirgli il cuore e mostrare tutto quello che provi, paura, dolore, rabbia, terrore, colpa e lei capirà perchè sente quel che senti tu ... non ti giudicherà mai perchè il filo invisibile che lega le vostre menti dipanerà ogni dubbio ...ti amerà davvero per come sei, nella maniera piu' semplice e disinteressata ...
    Questa non è solo una bellissima storia, frutto della genialità di che l'ha ideata e poi scritta, è lo specchio di molte vite, non c'è un semplice e banale lieto fine, no, c'è il tormento insito di un amore e c'è il destino che quasi si diverte a mettere alla prova questo amore ... un destino crudele che sta per mostrarti il paradiso, ma poi quel paradiso è malato, ha una grave anomalia ed allora ti chiedi perchè e pensi di non farcela ad andare avanti senza l'aiuto dell' amico che ti tende una mano e che condividerà quel dolore, alleggerendone il peso e ti darà la possibilità di rifugiarti nel suo abbraccio sicuro, un piccolo posticino solo nostro, tanto piccolo quanto vitale ... quell'abbraccio non darà la soluzione ai problemi, non darà pace al tormento dell'anima, non dissiperà i dubbi, quell'abbraccio ti farà sentire meno sola e meno vulnerabile, dandoti la forza per continuare a lottare
    GRAZIE SIMO

    Smettela di ringraziarmi che mi imbarazzate, mi fate sentire importante e soprattutto mi fate venire le crisi perchè mi mancateeeeeeeeee :nghè:
    Comunque, Barby non ti quoto nulla, prendo tutto il tuo discorso per intero e lo quoto interamente, beandomi di questa tua anlisi e meglio constatazione che riassume il significato di tutto..

    IO credo veramente che chi non crede o ha pregiudizi sui TH e sulle amicizie conosciute su internet tramite forum musicali o tematici, non capisca proprio nulla o comunque, sia sfortunato e ottuso.

    Io non saprei come fare senza di voi <3
     
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