Against the rain

PG Romantico? [Lezioni di sopravvivenza]

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  1. scialla483
     
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    o mio diooooooo e ora che succedeeeeee???
     
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  2. ~ F r @ n c y *
     
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    Ciao bellezze! :D finalmente il mio blocco da scrittore è finito e ho ripreso a scrivere xD la mia fantasia è un pò in calo ultimamente, quindi se i capitoli saranno un tantino noiosi vi prego di perdonarmi! Comunque ho già scritto un pò del ventiquattresimo capitolo, stasera continuo, quindi entro domani sero CREDO di poterlo postare! ^___^ speriamo.. >.<"
    Bacii! A presto! *-*


    Fra'
    SPOILER (click to view)
    Vi anticipo subito che ci stiamo avviando verso la conclusione della fiction e che probabilmente i capitoli saranno una trentina, se non poco più, ma sicuramente meno o non più di quaranta! Comunque sia, se può interessarvi, sto già pensando ad un sequel! *-*
    Adiossss!! xD
     
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  3. °Anto.
     
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    CITAZIONE (~ F r @ n c y * @ 29/4/2010, 19:04)
    Ciao bellezze! :D finalmente il mio blocco da scrittore è finito e ho ripreso a scrivere xD la mia fantasia è un pò in calo ultimamente, quindi se i capitoli saranno un tantino noiosi vi prego di perdonarmi! Comunque ho già scritto un pò del ventiquattresimo capitolo, stasera continuo, quindi entro domani sero CREDO di poterlo postare! ^___^ speriamo.. >.<"
    Bacii! A presto! *-*


    Fra'
    SPOILER (click to view)
    Vi anticipo subito che ci stiamo avviando verso la conclusione della fiction e che probabilmente i capitoli saranno una trentina, se non poco più, ma sicuramente meno o non più di quaranta! Comunque sia, se può interessarvi, sto già pensando ad un sequel! *-*
    Adiossss!! xD

    Oddio un sequel non sai quanto mi fai felice *---*
    Comunque rigurardo al capitolo...fai con calma non ti preoccupare tanto noi aspettiamo!
    Bacione
    Anto.
     
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  4. agatareale91
     
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  5. ~ F r @ n c y *
     
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    Grazie Anto per la comprensione! *-* i miei mi hanno lasciato fuori casa fino ad ora xD quindi sono un pò nella cacchina! >.<" vedo di spicciarmi!! ç__ç
     
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  6. °Anto.
     
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    CITAZIONE (~ F r @ n c y * @ 30/4/2010, 19:07)
    Grazie Anto per la comprensione! *-* i miei mi hanno lasciato fuori casa fino ad ora xD quindi sono un pò nella cacchina! >.<" vedo di spicciarmi!! ç__ç

    Tranquillissima Francy...fai con calma =) tanto nessuno ti corre dietro xD
     
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    CITAZIONE (°Anto. @ 30/4/2010, 14:16)
    CITAZIONE (~ F r @ n c y * @ 29/4/2010, 19:04)
    Ciao bellezze! :D finalmente il mio blocco da scrittore è finito e ho ripreso a scrivere xD la mia fantasia è un pò in calo ultimamente, quindi se i capitoli saranno un tantino noiosi vi prego di perdonarmi! Comunque ho già scritto un pò del ventiquattresimo capitolo, stasera continuo, quindi entro domani sero CREDO di poterlo postare! ^___^ speriamo.. >.<"
    Bacii! A presto! *-*


    Fra'
    SPOILER (click to view)
    Vi anticipo subito che ci stiamo avviando verso la conclusione della fiction e che probabilmente i capitoli saranno una trentina, se non poco più, ma sicuramente meno o non più di quaranta! Comunque sia, se può interessarvi, sto già pensando ad un sequel! *-*
    Adiossss!! xD

    Oddio un sequel non sai quanto mi fai felice *---*
    Comunque rigurardo al capitolo...fai con calma non ti preoccupare tanto noi aspettiamo!
    Bacione
    Anto.

    Quoto. *-*
    Son curiosa per il sequel *-*
     
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  8. °Anto.
     
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    Up francyyyy :ossì:
     
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  9. agatareale91
     
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  10. ~ F r @ n c y *
     
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    Posto SiCURAMENTE stasera! =)
     
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    CITAZIONE (~ F r @ n c y * @ 2/5/2010, 18:48)
    Posto SiCURAMENTE stasera! =)

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  12. SaReTtA_93
     
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    CITAZIONE (elektrisch‚ @ 2/5/2010, 18:51)
    CITAZIONE (~ F r @ n c y * @ 2/5/2010, 18:48)
    Posto SiCURAMENTE stasera! =)

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  13. ~ F r @ n c y *
     
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    ~ Lesson 24 ~

    ..Non lasciare che l’unica cosa che desideri rovini tutto ciò che hai..













    Tom rimase attaccato al suo cellulare per diversi attimi, interminabili, anche quando la chiamata di suo fratello, apparentemente, sembrava finita da un pezzo. Avevo lo sguardo completamente perso nel vuoto e non dava alcun segno di presenza.
    Cosa accipicchia era successo?
    -Tom?- lo chiamai, guardandolo in volto. Sembrava spaesato, sperso in chissà quale universo, in una miriade di pensieri a me sfortunatamente sconosciuti.
    -Cos'ha detto Bill?-
    Nada. Non rispose.
    Si mise in tasca il telefono, continuando ad ignorarmi come se niente fosse.
    -Ehi! Rispondimi, per la miseria!- esclamai turbata, afferrando la manica della sua giacca con tutta la forza che avevo in corpo. -E' successo qualcosa di grave?-
    Riuscì finalmente a scatenare una qualche reazione in lui. Non certo quella che mi aspettavo, ma in qualche modo mi accontentai.
    Giusto il tempo di ricambiare il mio sguardo che si liberò della mia mano brutalmente, scuotendo il braccio scocciato.
    Mi spaventava. Non era normale il suo comportamento.
    Come aveva potuto una semplice chiamata rivoltare completamente il suo umore?
    Prima che potessi dire o fare qualcos'altro, mi diede le spalle, cominciando a camminare e ad allontanarsi da me, diretto verso la moto. Dove voleva andare?
    No, Tom. Aspetta.
    Mi aveva salvata dal baratro in cui ero scivolata. Mi era stato accanto quando nessun'altro lo aveva fatto.
    Aspettami!
    La sua ampia schiena non era mai stata così bella e crudele allo stesso tempo come in quel momento. Non volevo che se ne andasse. Non volevo che se ne andasse senza di me.
    Non lasciarmi da sola!
    Reagì di scatto, correndogli incontro. Il tempo sembrava scorrere a rallentatore, come nei film; più mi avvicinavo e più la consapevolezza di perderlo si affievoliva.
    Scacciami pure, se vuoi! Urlami contro, spingimi a terra, uccidimi! Ma non lasciare che io ti veda andare via.
    Sarebbe la cosa peggiore che possa capitarmi.
    Ecco, c'ero quasi. L'aveva raggiunto!
    Lo sfiorai con le dita, leggera, per poi aggrapparmi interamente alla sua schiena.
    -Tom, ti scongiuro! Fermati!-
    Mi diede ascolto, a quanto pare. Smise di camminare, rimanendo immobile a guardare dritto davanti a sé, senza voltarsi nemmeno per un istante.
    -Se... Se non vuoi confidarti con me, se non vuoi dirmi ciò che ti passa per la testa, non m'importa. Posso essere preoccupata, tesa... Non m'importa. Ma non ignorarmi, ti prego.-
    Lo sentì sospirare, mentre lentamente appoggiavo la fronte nell'incavo delle sue scapole.
    -Io ci sono per te, e ci sarò sempre, per qualunque cosa! Perciò ti prego, fidati di me. Fidati almeno un pò...-
    Un attimo prima non aveva idea di cosa dirgli, per paura di tirar fuori parole che avrebbero potuto ferirlo. Ma in quel momento, istintivamente, ero riuscita a tirar fuori ogni mio pensiero. Ogni mia paura.
    Non avevo comunque idea del conflitto interiore che stava attraversando. Il senso di colpa lo stava schiacchiando a terra, senza che io potessi fare niente.
    La colpa di non avermi protetta abbastanza. La colpa di avermi messa nei guai.
    Abbassò il capo, sentendo ancora distintamente il profumo del mare e la soffice sabbia sotto le scarpe.
    -Andiamo a casa.-
    Seppur ci stessi capendo ancora meno di prima, quelle tre parole mi dimostrarono che non era ancora del tutto ammutolito, e che stava pur sempre mirando a qualcosa.
    Se voleva andare a casa, così avremmo fatto. Magari in un ambiente più familiare, più tranquillo, mi avrebbe esplicato i suoi problemi. O per lo meno ci speravo.
    -Ok.- mi limitai a dire, prendendolo per mano con più naturalezza possibile. Leggevo dispiacere e tensione nei suoi occhi color nocciola, sentimenti ancor più sottolineati da quella fronte tremendamente corrucciata. Sapevo che voleva chiedermi scusa per come mi aveva trattata, ma era fin troppo orgoglioso per farlo. Lo conoscevo troppo bene, e non me la presi a male: non era la situazione migliore per discutere.
    Arrivata alla moto, indossai il casco senza proferir parola, per poi montare in sella, agilmente.
    Il viaggio di ritorno fu più tranquillo di quello dell'andata: Tom non andò molto veloce e rimase in silenzio per tutto il tragitto. Aggrappata alla sua schiena, vedevo immagini di auto, donne, uomini, case, negozi passarmi rapidamente davanti.
    Avrei voluto passare una bella giornata al suo fianco, per inaugurare alla grande quel nuovo, attesissimo anno, ma a quanto pare, seppur non ne conoscessi ancora i motivi, non era stato possibile. Mi ero persa addirittura il Countdown di Capodanno!
    Chissà perchè...
    Arrosì di colpo, nascondendomi dietro al ragazzo. Imbarazzante, sì, ma non avrei potuto chiedere di meglio.
    Io e Tom. Unicamente Insieme.
    Le nostre mani si erano intrecciate come giovani radici d'edera, indissolubilmente; i nostro corpi si erano mossi insieme, i nostri ventri avevano fatto parte l'uno dell'altro, uniti e instancabili.
    E poi i suoi baci, sulla bocca, sulla fronte, sul collo, sui seni. Ovunque quelle labbra esperte, audaci erano riuscite a mandarmi al settimo cielo.
    L'intensità di averlo su di me. Il dolore che mi era parso quasi un piacere.
    Arrivammo prima che potessi nuovamente sprofondare in quei ricordi così tremendamente piacevoli. Cercai di ricompormi, di non pensarci: qualcosa di animale si faceva spazio dentro di me, come se mi stessi trattenendo dal saltargli addosso e farlo mio prima che riuscisse a realizzarlo.
    Mi faccio schifo da sola! Tom ha un problema e io penso a...?!
    Beh, senz'altro la sua influenza era stata negativamente rilevante.
    Spense il veicolo, tenendo ben salde le chiavi fra le mani, per poi dirigersi cupo verso l'ingresso del condominio in cui abitavo assieme a mia madre.
    Cosa avrei potuto dire?! Non mi dava praticamente alcun ascolto!
    Eppure... Doveva pur esserci qualcosa che potessi fare.
    Avanzai verso di lui, tenendo il capo chino. Meglio aspettare che sbollisse almeno un pò.
    -Bentornati, piccoli miei!- ci accolse euforica mia madre, avendo sentito il rombo del motore della moto al nostro arrivo.
    -Ciao...- mugolai poco allegra, salutandola con un debole gesto della mano destra.
    -Come mai siete tornati così presto?! E cosa sono quelle facce da funerale?-
    Tom entrò in casa accennando un debole saluto con il capo.
    -Scusi, signora, avrei bisogno di fare una doccia.-
    -Prego, Tom! Fai come se fossi a casa tua! E non chiamarmi "Signora", per la miseria!- commentò scherzosa la donna, indicandogli il corridoio.
    Certamente anche lei aveva notato che qualcosa non quadrava.
    Appena la presenza del ragazzo venne meno, mi venne vicino a piccoli passi, guardandomi stranita.
    -Cos'è successo al piccolo Tom? Lo vedo strano... Ha fatto cilecca, per caso?-
    -Mamma!! Non dire fesserie!- la canzonai, sbuffando sonoramente.
    -Dai, non te la prendere...- commentò, poggiandomi una mano sulla spalla. -Seriamente, che è successo? Non avrete mica litigato, spero!-
    L'unica cosa che voleva fare in quel momento era parlarne, parlarne unicamente con Tom, e con nessun altro.
    -Credo che ci siano stati problemi in Germania e che dovrà rincasare presto... Altro non saprei dirti, mi dispiace.- mentì spudoratamente, liberandomi del mio giacchetto blu notte.
    Me ne andai mogia in camera mia, senza chiedermi assolutamente dove fosse sparito Scott: non me ne poteva importare di meno.
    La cena fu un completo disastro: io e Tom, silenziosi come tombe, mangiammo tutto ciò che ci venne servito da mia madre senza distogliere lo sguardo dal piatto. La donna continuava a sospirare preoccupata, per poi suggerirmi di parlare con lui, di farlo sfogare e di trovare una soluzione.
    Sì, certo. Facile a dirsi.
    -Ehi.-
    Lo incrociai mentre stava per entrare in camera, probabilmente intenzionato ad andare a letto. Doveva essere piuttosto stanco.
    -Ehi...- rispose, guardandomi solo per un attimo.
    -Ti va di parlare un pò adesso?-
    Abbassò il capo, sorridendo amaramente.
    -Non voglio implicarti ulteriormente in questa faccenda.- rispose, toccando dolcemente il pomello della porta.
    -Ulteriormente?! Vuoi dire che io c'entro già qualcosa?-
    Non rispose. Entrò nella stanza, dandomi le spalle.
    -Se è così, ho il diritto di sapere, Tom! Ho sentito che pronunciavi il mio nome! Dimmi cosa è successo, o io...-
    -... O tu?! Cosa cazzo vorresti fare? Sentiamo!!-
    Il suo tono di voce era aumentato a dismisura. Era arrabbiato come non mai.
    -Non puoi sapere come risolvere un problema se non hai la minima idea di che cosa si tratti, Rain! Non venirmi a dispensare consigli inutili!-
    -E' normale che non ne sappia nulla, se lo zuccone che ho davanti non me ne parla!-
    -BASTA!!-
    Sbattè con forza le mani al muro, circondando la mia testa. Stava esagerando.
    Per la paura fui costretta ad ammutolire, continuando a guardarlo tremante.
    -Perchè... Perchè fai così...?-
    Le lacrime scorsero via dai miei occhi senza che potessi dir loro di fermarsi. Ormai l'autocontrollo era andato a farsi friggere.
    -I-Io... Non conto proprio niente per te...?-
    Aprì la bocca varie volte, forse per rispondermi, ma da questa non uscì nemmeno una parola. Si limitò ad andarsene, sbattendo la porta alle sue spalle.
    Se cercava di farsi odiare da me non aveva c'entrato affatto l'obiettivo.
    Non potevo comprendere che la sua era solo paura. Paura di farmi provare il suo stesso dolore, paura di farmi portare il suo stesso peso.
    Paura di perdere tutto ciò che amava.



    Quella notte entrambi facemmo di tutto, tranne che dormire.
    Pensieri incancellabili si annidavano nelle nostre menti, facendoci agitare e fare incubi continui.
    Tom rimase sul balcone per svariate ore, guardando il panorama che gli veniva offerto, silenzioso. Del fumo usciva lentamente dalle sue labbra, mentre sospirando faceva sì che la punta della sua Lucky Strike finisse nuovamente in esse.
    Odiava quel suo sapore forte.
    Odiava sè stesso.
    Per averle mentito. Per averla fatta piangere.
    Si sentiva un mostro.
    Forse lo era, anzi, sicuramente. Il guaio è che non se n'era mai reso conto.
    Nel silenzio quasi assoluto che la notte riusciva ad offrirgli, cercò di riflettere e di trovare una soluzione a quel casino.
    Qual'era la cosa giusta da fare?
    In questi casi aveva sempre chiesto consiglio a Bill, il suo fratellino, capace di aiutarlo in qualunque situazione. E l'unica cosa che il vocalist era riuscito a dirgli era di tornare in Germania.
    Non c'era altro modo. Doveva risolvere la questione faccia a faccia con chi aveva dato vita a quel trambusto.
    Gliel'avrebbe fatta pagare cara. Molto cara.
    Spense la cicca e rientrò nella camera, chiudendo la finestra senza fare eccessivo rumore.
    Mai nella sua vita era stato indeciso e confuso come in quel momento. Aveva sempre messo davanti a tutti e tutto le belle ragazze, la sua chitarra e suo fratello Bill.
    In quel periodo sentiva di dover dare una sistemata alla sua scala dei valori. C'era qualcos'altro che lo ispirava, che lo rendeva felice. C'era qualcos'altro a cui teneva in modo irrefrenabile.
    Uscì dalla stanza, svoltando verso destra.
    Quel qualcosa era Rain.
    Una ragazza testarda, a volta insopportabile, antipatica e addirittura con un pessimo senso dell'umorismo!
    Già, in fondo... Perchè teneva così tanto a lei?
    Entrò nella sua camera, a passi felpati. Quando la vide dolcemente addormentata, con quei capelli distesi sul cuscino e quel viso prettamente amorevole, seppe dare una risposta alla sua domanda.
    Quella visione non gli dava modo di farla franca: ormai era legato a lei da un filo di diamante, luminoso e impossibile da spezzare.
    Le si avvicinò, non distogliendo gli occhi da lei. La sua schiena nuda e sensuale lo attirava come le api sono attratte da polline fresco.
    Le si sedette accanto, facendo attenzione a non svegliarla. Doveva essersi addormentata da poco.
    Notò i suoi occhi umidi e gonfi e quel cuscino bianco su cui era appoggiata bagnato di lacrime innocenti.
    Se aveva pianto era solo colpa sua.
    Fece scivolare la mano su di lei, accarezzandola teneramente.
    Quel contatto, quella pelle. Gli mancavano terribilmente.
    Le baciò la fronte, scostandole i capelli dal viso.
    Le altre ragazze, dopo essersele "interrogate", gli apparivano insignificanti, indifferenti. Lei invece, seppur lo facesse incazzare come una bestia a volte, riusciva a mostrarsi in qualunque situazione simile ad un angelo.
    E era proprio per proteggere quell'angelo che aveva preso una decisione radicale.
    Le avvicinò le labbra all'orecchio destro, sfiorandolo appena.
    -Perdonami, Rain.-



    Appena misi piede fuori dal letto, un presentimento mi disse che non sarebbe stata affatto una bella giornata. Erano le sei di mattina, quindi ero stata alquanto mattiniera.
    Mi avviai verso lo specchio, guardando con attenzione la mia immagine riflessa: i miei occhi erano talmente gonfi e rossi da sembrare nel bel mezzo di un allergia!
    Sprecare lacrime per quell'idiota. Mai più.
    E non era finita! Avevo addirittura sognato che qualcuno fosse entrato in camera mia quella notte.
    Avevo udito chiaramente dei passi, e adirrittura mi ero sentita toccare sulla schiena e persino sul volto!
    Che incubo intenso. Me lo ricordavo perfettamente.
    Mi sgranchì le gambe, ma subito mi rivenne in mente un particolare non del tutto inutile.
    Ero riuscita a carpire l'odore intenso del fumo provocato da una sigaretta in quella stanza. Era qualcosa che odiavo, ma che mi era allo stesso tempo familiare, visto che Tom ne fumava un sac...
    Aspetta. Tom?!
    Illuminazione.
    Senza neanche sistemarmi, corsi fuori dalla camera, sbattendo la porta senza neanche accorgermente.
    Non era stato un sogno, nè tantomeno un incubo.
    Tom era stato lì!
    Mi precipitai, entrando all'improvviso nella camera in cui si era sistemato: poco importava che fosse svestito. Avevo già visto tutto in fondo, no?
    -Tom, ci sei?-
    Davanti a me desolazione. Il disordine che quel cretino riusciva a creare era scomparso.
    Strano. Di solito lasciava sempre i suoi abiti ovunque.
    Avanzai in quell'ambiente vuoto guardandomi attorno. Qualcosa non quadrava.
    -Se ci sei salta fuori! Non sono in vena di scherzi...-
    Niente da fare. Non era nemmeno fuori al balcone.
    Che fosse uscito per fare una passeggiata, mi sembrava alquanto improbabile vista l'ora.
    E allora dove accidenti è?!
    Mi voltai verso la minuscola televisione della stanza, al fianco dell'armadio dove solitamente il ragazzo teneva ogni sua cosa.
    Ma... Era vuoto! Dei suoi bagagli neanche l'ombra.
    Lui... Se n'era andato?
    Se n'era andato da me?
    Mi aveva... Lasciata?
    No. No! Non poteva averlo fatto!

    -Perdonami, Rain.-


    Per un attimo quelle due parole mi tornarono in mente. Era stato lui a dirle, quella notte.
    Perdonarlo?! E per cosa?
    Per avermi abbandonata come un vecchio giocattolo?
    Per non avere avuto la minima fiducia in me?
    Per avere sempre milioni di segreti?
    O semplicemente per aver cercato di non farmi soffrire?
    Quale fra queste scuse aveva usato? Quale?
    Senza pensarci due volte, mi vestì in fretta e furia, mettendo in uno zainetto le prime cose che mi capitavano a tiro. Lasciai un biglietto sul tavolo della cucina, scritto con sprecisione e rapidamente.
    Era per mia madre.
    Chiamai un taxi e lo pregai di arrivare il più in fretta possibile, o sarebbe stato troppo tardi.
    Mi guardai indietro svariate volte. Stavo per fare l'ennesima cazzata. Ma non potevo mollare. Non così in fretta!
    Uscì di corsa, salendo nel veicolo color giallo acceso.
    -All'aereporto!- dissi all'uomo, che subito riprese la corsa e si rimise in carreggiata.

    "Ecco le ennesime parole con cui cerco di giustificarmi davanti a te.
    Mi spiace non averti salutata come si deve, ma a causa di forze maggiori sono dovuta partire di corsa.
    Anche stavolta ho scelto di seguire il cuore. Torno in Germania, mamma, con lui. Ormai è quello il mio posto.
    Tornerò qui, certo, ma non chiedermi di restare, ti prego: sai che non lo farò.
    Grazie di tutto. Non sarei niente senza di te.
    Tua, Rain."


    Non ero riuscita a fare altrimenti. Percepivo l'aria pesante e faticavo a prender fiato.
    Ed erano solo poche ore che non lo avevo al mio fianco.



    -Il suo biglietto, prego.-
    L'ex rasta mostrò tutti i documenti necessari per esser pronto a partire. Aveva prenotato in fretta un volo low cost, lontano da possibili paparazzi e fan.
    Si sentiva ancora più una merda ad andarsene senza dirle niente. Ma forse era davvero meglio così.
    Non si sarebbero mai più visti nè sentiti, avrebbe fatto in modo di smentire quelle voci una volta tornato a casa e avrebbe proseguito la sua carriera come aveva sempre fatto, fra successo musicale e donne seducenti.
    Così era la vita che si era prefissato, e così sarebbe stata. Niente di meno, niente di più.
    O almeno così si aspettava.
    Non tentò minimamente di invertire la rotta: se solo avesse anche solo per un attimo pensato di tornare indietro, lo avrebbe fatto, e anche di corsa.
    Ormai era tardi per rimediare. Era tardi per i ripensamenti.
    La noiosa routine degli aereporti era snervante: aveva preso così tanti aerei nella sua vita che la sua paura dell'altezza era praticamente scomparsa!
    Mancavano pochi minuti alla partenza. Era ancora in tempo.
    Venne guidato verso la pista per entrare nel gigantesco veicolo.
    Poteva rinunciare.
    Poteva rimanere lì, per lei.
    Si bloccò in mezzo alle scalette, bloccando l'entrata degli altri passeggeri.
    -Qualche problema, Signore?- chiese un hostess, preoccupata.
    -Io... Non posso partire.-
    La donna lo guardò stranito. -Prego?-
    -Devo tornare indietro, mi dispiace!-
    Prima che potesse tornare al punto di partenza, venne bloccato da un paio di guardie, robuste e forti.
    -Ehi, ma cosa...? Lasciatemi passare!-
    -Chiediamo scusa, Signore, ma il biglietto non è rimborsabile, e di passare in mezzo alla pista con gli aerei in partenza non se ne parla.-
    -No, aspettate! E' importante! Lasciatemi!!-
    Venne comunque fatto salire con la forza, senza riuscire a rimediare in alcun modo.
    Ma che scortesi! Quando tornò a Berlino una bella denuncia a questa compagnia non gliela leva proprio nessuno! pensò il ragazzo, andandosi a sedere al suo posto prefissato.
    Era giusto così. Non gli era stata data un'altra chance.
    Avrebbe dovuto esser previdente sin dall'inizio.
    Fermò un'altra ragazza, incaricata di volo.
    -Ehm, mi scusi, per caso è registrata per questo volo anche una certa Rain Corietti?-
    Lo sapeva. Ci sperava.
    Lei lo avrebbe raggiunto.
    -Mi spiace, Signore, ma queste sono informazioni riservate.-
    -Su, non faccia così. E' un'amica, avevo in programma di viaggiare con lei, e se non c'è mi sentirò solo...-
    Il solito bugiardo. Il solito sorriso irresistibile.
    -Non so se è possibile...-
    -La prego, faccia un'eccezione!-
    Come dire di no a Tom Kaulitz?!
    -E va bene! Ma non lo dica a nessuno, o mi farà linceziare!-
    Il ragazzo le sorrise ancora, facendole una seducente strizzata d'occhio. Poteva davvero fidarsi?!
    La donna controllò nella sua lista personale.
    -Rain Corietti, ha detto?-
    -Sì.-
    -Mi spiace, ma non leggo questo nome sulla lista dei passeggeri. Sono spiacente.-
    Impossibile.
    Rain aveva sempre trovato un modo per stargli accanto. Non poteva averlo abbandonato così!

    Eppure... Sono io ad averlo fatto.


    -No, aspetti! Controlli meglio! C'è, ne sono sicuro!-
    -La prego, non insista.-
    E così si ritrovò da solo, stavolta sul serio, con il peso della sua cazzata sulle spalle.
    Forse non l'avrebbe rivista mai più sul serio.
    No, non può finire così!
    Fece per alzarsi, seppur l'aereo fosse già partito, ma qualcuno glielo impedì. Una ragazza piuttosto alta, con lunghi capelli castani e un paio d'occhi splendidamente verdi. In più indossava una divisa blu, tipica delle hostess.
    Tom rimase senza parole.
    -Sei... Davvero tu?-
    Annuì, dall'alto del mio cappellino professionale.
    -Sì, brutto idiota che non sei altro. Sono proprio io!-
    Mi sedetti al suo fianco, sperando che nessuno riuscisse a vedermi.
    -Come hai fatto a...?- mi chiese, non riuscendo a terminare la domanda.
    -Beh, i biglietti per questo volo erano finiti, per cui sono dovuta arrivare ad un compromesso.-
    Sorrisi mentre parlavo, anche se era l'ultima cosa che avrei voluto fare.
    -Ho promesso all'hostess che mi ha dato questa divisa che gli avrei mandato gli autografi di tutti voi!-
    -COSA?! Gli hai detto che ci conosci?! Ma sei impazzita?-
    -E' una vostra fan, non avevo altra scelta! Ho dovuto farlo per riuscire a seguirti...-
    Mi alzai, sentendomi chiamare da un passeggero.
    -Ora devo andare, ma ricordati che appena metteremo piede sulla terra ferma ti picchierò così violentemente che nè Bill nè Simone nè chiunque altro riuscirà a riconoscerti. Tieniti pronto.-
    Se qualcuno se lo stesse chiedendo: sì, ero incazzata nera, visto che quel ammasso di pulci aveva avuto il coraggio di andarsene senza dirmi niente!
    Lo sentì deglutire spaventato, per poi avviarmi verso la sala comandi. Non avevo idea di quello che dovevo o potevo fare.
    Ma l'importante era essere lì, no?
    Se mi scoprono, mi sbattono in galera!
    Il suo sguardo penetrante. Le sue labbra tentatrici, semiaperte.
    Poteva lasciarmi milioni di volte. Sarei comunque tornata da lui, sempre.
    Durante il tragitto mi afferrò improvvisamente per il polso.
    -Siediti. Hai il diritto di schiaffeggiarmi, ma ti racconterò ogni cosa.-
    Sorrisi, accomodandomi lì vicino. -E io che speravo mi chiedessi scusa... Sono proprio un' illusa!-
    Se quella era una prova di fedeltà... Beh, credo di averla superata a pieni punti!




    -Ehi, Georg! Non hai sentito il campanello?!-
    -Sì, adesso vado!-
    Il bassista si alzò dal divano su cui era appollaiato, sbuffando, per andare ad aprire alla porta. Bill era piuttosto irritabile in quell'ultimo periodo -probabilmente per ciò che era successo fra Tom e Rain-, per cui non osava contraddirlo.
    Prima di aprire guardò dallo spioncino, assicurandosi che fosse una faccia conosciuta.
    -Sì?- chiese scettico.
    -Procione d'oro.-
    Sbagliava, o quella era la "password" che aveva insegnato a...?
    -Rain!-
    Aprì la porta felice, facendola entrare.
    -Sei tornata finalmente!-
    Lo abbracciai, sentendomi finalmente a casa: i ragazzi mi erano mancati da morire!
    Sentì qualcuno scendere dalle scale, per poi comprendere chi fosse.
    -Bill!-
    Il ragazzo mi venne incontro, abbracciandomi con vigore.
    -Finalmente sei qui! Ma... Dov'è Tom? E Andreas?-
    Sospirai, preparandomi psicologicamente a parlare.
    -Di Andreas neanche voglio parlare, ma... Vi dirò tutto più tardi.-
    I due ragazzi mi guardarono stupiti, ma non ci feci caso.
    -So tutto di ciò che è successo con i giornali, e non è neanche saggio che mi presenti qui. Tom sa chi ha fatto girare le foto e così ha deciso di prendersi le sue responsabilità. Appena siamo scesi dall'aereo, si è diretto verso la persona interessata per cercare di farle cambiare idea, mentre io sono venuta qui.-
    -Beh, capisco, ma...- commentò Bill, insicuro. -Come fa ad essere certo che proprio questa persona è la fonte di quelle foto? E come farà ad incontrarla?-
    Sorrisi amaramente, sedendomi su quel candido divano di pelle che spesso avevo desiderato in quei giorni.
    -Appena vi dirò il suo nome, capirete tutto.-



    Era lì, davanti a lei.
    Tom le si avvicinò, guardandola con ostilità.
    -Smettila di comportarti come una bambina, Julia. Cos'è che vuoi veramente? Se la smetterai con questa storia, farò in modo che tu abbia qualunque cosa tu voglia, ma lascia in pace Rain!-
    La biondina sorrise beatemente, toccandosi con eleganza i capelli. -Qualunque cosa?-
    Prma che il ragazzo potesse rispondere, se la ritrovò vicino, col suo fiato sul collo.
    -E' semplice: voglio te.-









    Continua...
    SPOILER (click to view)
    Beh, anche se non mi è piaciuto molto come capitolo, è piuttosto lungo, no? ;) spero che almeno a voi sia piaciuto! nel prossimo capitolo Julia spiegherà tutta la situazione e i motivi per cui ha fatto tutto 'sto casino! xD
    A presto!

    Bacii! <3
     
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    Tre parole, ma che bastarda!
    La ucciderei io a questa, guarda te che casino assurdo ha combinato ed ora guarda che ne sta combinando un'altro.
    L'ho detto io, mai fidarsi di nessuno.. bisogna restar sempre soli!
    Comunque il capitolo è bellissimo come al solito.
    Complimenti!
     
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  15. ~ F r @ n c y *
     
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    Felice che ti piaccia! *-* ti ringrazio per i complimenti!
    E per il casino siamo ancora all'inizio.. xD
    Baciii! <3


    Fra'
     
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528 replies since 1/10/2009, 19:08   11559 views
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