Against the rain

PG Romantico? [Lezioni di sopravvivenza]

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  1. *…AmAmI 4eVeR…*
     
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    CITAZIONE (elektrisch‚ @ 15/4/2010, 20:13)
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  4. *…AmAmI 4eVeR…*
     
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    CITAZIONE (Blanch‘ @ 15/4/2010, 20:28)
    CITAZIONE (elektrisch‚ @ 15/4/2010, 20:13)
    Postaaa (:


    Quoto...
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  5. agatareale91
     
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    ~ Lesson 23 ~

    ..I won't go home without you..










    Proprio così.
    Anno nuovo, vita nuova.
    Se c'era una cosa che avevo imparato nell'ultimo periodo dell'anno appena concluso, era diffidare, diffidare sempre, di tutto e di tutti. Non solo degli sconosciuti, ma anche di coloro che si reputano i tuoi amici più cari.
    Avevo vissuto una brutta esperienza, che mi aveva ferita e rattristata, ma proprio da essa ero riuscita a trarre maggiore sicurezza. Mi aveva fortificata, in un certo senso.
    Non sarei più stata la "ragazzina" simpatica e altruista con tutti. Non avrei più donato la mia gentilezza a chiunque.
    Mai più.
    Questi pensieri si fecero sempre più vividi nella mia mente durante la notte, in sogno, facendomi agitare e sudare come in una calda serata estiva in compagnia di quelle maledette zanzare di campagna e del loro ronzio.
    Fu il risveglio che, fortunatamente, mi riservò un trattamento assai migliore.
    Un gelido spiffero d'aria raggiunse le mie spalle, provocandomi un brivido piuttosto espanso e fastidioso.
    No, non volevo svegliarmi. Stavo così bene...
    Cercai il lenzuolo per coprirmi, continuando a tenere gli occhi chiusi come una bambina. Le mie mani tastarono il territorio circostante, o per lo meno quello che pensavo fosse il mio letto.
    Che strano. La superficie era più ruvida di quel che ricordassi.
    E per di più qualcosa di estremamente caldo teneva altrettanto calda la parte bassa della mia schiena, nella zona dei fianchi.
    Troppi tasselli non erano al loro posto. Troppi elementi non tornavano.
    A mio malgrado dovetti aprire gli occhi e svegliarmi, per capire anche solo in parte cosa stava succedendo. La sera prima aveva bevuto così tanto da non ricordarmi minimamente dove mi fossi coricata?!
    Non era il mio letto quello in cui ero stesa: era un tappetto, più precisamente quello della sala di casa mia. E non era un cuscino quello a cui avevo la testa appoggiata.
    Era un petto. Il suo petto.
    Tutto tornò a farsi limpido in me. Mi svegliai del tutto e ricordai.
    Non avevo affatto bevuto.
    Ero nuda, stesa sul tappeto assieme a Tom, anch'essa privo di qualsiasi abito ed entrambi coperti unicamente da un accappatoio blu.
    Ciò che mi teneva in parte al caldo erano i suoi arti superiori, che mi abbracciavano e mi tenevano stretta a lui.
    Io e lui.
    Uniti. Insieme.
    Per pochi attimi eravamo diventati un'unica cosa. Un'unica anima.
    Divenni improvvisamente rossa in viso al solo ricordo. Senza volerlo, avevo vissuto la migliore prima volta che avessi mai potuto desiderare.
    Mi venne la pelle d'oca, come qualche ora prima. Avevo già nostalgia, di quegli abbracci, di quelle strette. Di quel contatto, di quei baci.
    Che sensazione strana.
    Alzai delicatamente la testa, cercando di non svegliarlo. Volevo solo contemplarlo, in silenzio, come un critico fa con un'opera d'arte. Estasiata.
    Il suo respiro era tornato ad essere regolare, tranquillo, capace di rilassarmi. Le sue palpebre erano perfettamente chiuse, le labbra semiaperte.
    Bello. Così bello da togliere il fiato.
    Sorrisi serena, disegnando con la punta dell'indice destro dei piccoli cerchi invisibili sui suoi bicipiti non esageratamente muscolosi. Cosa avrei dato per prolungare quei momenti per l'eternità...
    Sospirai, forse un pò troppo rumorosamente.
    La sera prima, presa dalla passione e dall'emozione del momento, non ero riuscita a vedere niente. Proprio niente!
    Capite cosa intendo, vero?
    E se adesso...?
    Mi guardai in giro, come se avessi paura di esser vista e giudicata, per poi, dopo aver visto che era tutto a posto, alzare lentamente l'accappatoio dal corpo del ragazzo.
    Mi dovrei vergognare di fare una cosa del genere!
    Ero diventata una povera pervertita pazzoide proprio come lui?!
    -Beh, sono contento che ti sia piaciuto, piccola, ma se vuoi il bis basta chiedere!-
    Mio Dio. Si era svegliato?! Mi aveva vista?!
    Che figuraccia. Che imbarazzo!
    Avrei voluto sotterrarmi viva.
    Evitai di guardarlo negli occhi, cominciando a respirare velocemente.
    -T-Ti sbagli… Non è c-come credi…- borbottai, con voce tremolante. -Io v-volevo solo… Stavo s-solo…-
    Cosa stava pensando di me? Quanto fossi timida e maldestra?
    Avrei voluto anche solo per qualche nano secondo entrare in quella sua testolina vuota ed esaminare ogni suo più piccolo pensiero.
    Assoli di chitarre e video porno. Ecco cosa ci troverei!
    Prima che riuscissi a mettere ordine nei miei pensieri, la sua mano mi afferrò il volto, costringendomi a voltarmi verso di lui, ritrovandoci faccia a faccia.
    Con che coraggio lo guardavo dritto negli occhi dopo quello che era successo?
    -Buongiorno.- disse semplicemente, sorridendo con quel suo solito modo di fare beffardo e furbo.
    -‘G-Giorno…-
    Era più forte di me: non riuscivo a controllarmi in sua presenza.
    E lui lo sapeva bene.
    Tirava fuori tutto il peggio del mio carattere senza rendersene conto!
    -Come va “lì sotto”?-
    Lo squadrai, alzando il sopracciglio destro. -Cosa intendi per “lì sotto”?-
    Mi fissò intensamente, tanto quanto bastava per farmi capire che il soggetto della sua domanda era proprio la mia “zona più intima”.
    Mi guardai a mia volta, coprendo il mio corpo nudo fulmineamente, vergognandomene.
    -Il tuo senso del pudore è completamente inutile. Non serve che ti nascondi: sono stato tutta la notte ad osservarti, fino a quando non mi sono addormentato.-
    Co… Cosa?!
    Quel suo sguardo vittorioso mi schiacciava. Ero diventata un suo nuovo trofeo da esporre agli amici davanti ad ulna birra.
    Strizzò l’occhio destro verso di me con decisione, convinto, cosa che potrei considerare l’ultima goccia che fece traboccare il vaso della mia pazienza.
    -Qu-Quando fai così mi viene voglia di prendere quella tua piccola testolina e sbatterla al muro fino a vederla rompersi, anche se dubito che possa uscirne qualcosa di utile!- dissi irritata, pronta ad alzarmi e andarmene. -E sì, grazie per il delicato interessamento: “lì sotto” va tutto bene!-
    -E dai, Rain! Non fare così!-
    Mi trattenne su di lui, impedendomi qualsiasi movimento. Certo che ne aveva di forza!
    -Lasciami! Sei solo un animale!-
    Seppur lo stessi offendendo, Tom non batté ciglio.
    -Se ti confesso un segreto, la smetti di agitarti?-
    Cos’era, una domanda a trabocchetto?
    Lo guardai scettica, aspettando una sua nuova mossa. -Parla.-
    -Sai perché cerco sempre di farti arrabbiare?-
    Ma che razza di domanda era?! Era ovvio!
    -Uhm, questa è facile: perché ci ha preso gusto, ovviamente! Perché ti piace mostrarti superiore, collezionare vittorie una dopo l’altra e alimentare il tuo ego! Ah, dimenticavo: perché non sai più come divertirti!-
    Scosse la testa, continuando a sorridere. -Sbagliato.-
    -E allora perché?! Perché ti piace vedermi star male? Prendermi per i fondelli?-
    Chiuse gli occhi, sospirando profondamente.
    -Perché sei talmente bella quando lo fai che mi vien voglia di stuzzicarti sempre di più.- confessò, guardando nel mentre la cenere del camino ormai esaurita. -Contenta adesso?-
    Rimasi a bocca aperta. Ancora.
    Non poteva essere davvero lui. Tom non era così dolce!
    Se era uno dei suoi stupidi scherzi non era affatto divertente!
    -Dai, vieni qui.-
    Tornai ad appoggiare la testa sul suo costato, serena. Non sapevo cosa pensare.
    -Adoro quando diventi rossa come un peperone, e adoro quando balbetti come una mocciosetta.-
    Le sue labbra mi sfiorarono l’orecchio destro, suscitando in me brividi e calori di ogni genere.
    -Buon anno, ragazzina.
    Sorrisi, di nuovo, alzando con delicatezza il dito medio verso di lui.
    -Buon anno, stronzo.
    Non c’era niente da fare: era completamente andata. Ero totalmente cotta di lui.
    Totalmente sua.
    -Beh, visto che ci siamo, che ne dici se ti concedo veramente il bis?-
    -Sei incorreggibile, lo sai? Un vecchio porco incorreggibile!-
    -Per il “porco” e l’”incorreggibile” sono d'accordo… Ma per il “vecchio” verrai punita severamente!-
    Prese a farmi il solletico ovunque, facendomi muovere e ridere come una sciocca.
    -No, Tom! Fermati, ti prego! Nooo!!-
    Speravo solo che non mi stesse illudendo.
    Solo questo.
    -Tom! Fermati un attimo, dai! Devo dirti una cosa seria.-
    Mi ascoltò, interrompendo la “guerra” del solletico. Si stese completamente al mio fianco, fissando il soffitto assieme a me, testa contro testa.
    -Tom.-
    -Uhm?-
    Deglutì a fatica, allungando la mano verso la sua.
    -Se io…-
    La strinsi, intrecciandola con la mia.
    -Se tu…?- m’incoraggiò, curioso.
    -Se io… Ti dicessi che ti a…-
    Un rumore sordo. Uno scatto nella serratura.
    -Rain caaara, la mamma è tornat...-
    Ci alzammo di scatto, spaventati, guardando dritto davanti a noi.
    Mia madre e il suo compagno ci stavano fissando.
    Oh, porca paletta...
    Che fosse sbiancata era più che ovvio. La cosa che più mi colpi, però, fu il modo in cui guardava Tom: sembrava sul punto di saltargli addosso e sbranarlo!
    Dovevo fare qualcosa!
    Mi alzai in piedi, coprendomi quasi completamente con l'accappatoio. Non fu una mossa molto intelligente, visto che lasciai Tom senza alcuna veste addosso.
    -M-Mamma, ciao! B-Bentornata!- mormorai, cercando di sorridere e di accoglierla benevolmente per distogliere l'attenzione.
    Non era lei che mi aveva preparato ogni minimo particolare per lasciarmi "svagare" in libertà?
    Ma... Un attimo.
    Lei sapeva di Andreas, non di Tom.
    Per lei quello con cui avevo passato la notte era uno sconosciuto.
    Peggio di così...?!
    -Mamma, non è c-come sembra! Posso s-spiegarti tutto...-
    -Tu, lurido porco!! Allontanati subito dalla mia bambina!-
    Eh?
    Corse verso il ragazzo, pronta ad attaccarlo con la sua fedele borsetta di pelle.
    Tom si alzò di scatto, coprendosi solamente con un piccolo cuscino quadrato.
    -Signora, aspetti! Ha frainteso!-
    -Te lo faccio vedere io chi ha frainteso! Cosa hai fatto a Rain, mascalzone?! Hai approfittato di lei, non è così?!-
    Mia madre lo rincorse per tutta casa, urlando come una forsennata. Può sembrare una scena comica, ma vi assicuro che non lo fu affatto.
    -Mamma, fermati! Lascialo stare!-
    Degenero totale.
    Fu il compagno di mia madre a risolvere la questione. Mi toccò una spalla, sorridendo rassicurante. -Ci penso io.-
    Fermò l'ex rasta con una sola mano, afferrandolo per un braccio. Era alto e robusto, un ottimo alleato per una rissa.
    -Finalmente siamo alla resa dei conti, giovanotto! Ti faccio vedere io...-
    Non avevo mai visto mia madre così infuriata: aveva il viso rosso d'ira e gli occhi lucidi per lo spavento, probabilmente.
    Indossai l’accappatoio in fretta, per poi correre verso di lei, piazzandomi davanti a Tom.
    -Ehi, ehi! Aspetta un attimo, mamma! Lascia almeno che ti spieghi!-
    Le mie parole non la trattennero poi molto: sembrava sul punto di fare nera anche me!
    -Cosa vuoi spiegarmi?! E' normale che tu sia spaventata! Fra qualche minuto lo sarà anche questo maniaco...-
    Perchè non aveva la minima intenzione di ascoltarmi?!
    Non ne potevo più.
    Alzai le braccia, parando l'ex rasta con il mio corpo.
    -Se vuoi fare del male a lui, dovrai farlo anche a me.-
    I suoi atteggiamenti cambiarono radicalmente. Smise di agitarsi come un toro inferocito, cominciando a squadrarmi in maniera penetrante e studiando attentamente ogni piccolo dettaglio del mio viso.
    -Cosa... Cosa vorresti dire?- chiese scettica.
    -Siediti e lascia che ti spieghi.-
    Mentre Tom sospirava di sollievo per il pericolo scampato, sentivo le gambe tremare per la paura.
    La paura di confessare a mia madre tutte le mie bugie.
    La paura di deluderla.
    Di nuovo.




    Avrebbe dovuto capirlo.
    Prima o poi sarebbe finito in quel modo. A fare l'autostop in mezzo alla strada, senza il becco di un quattrino.
    Dopo la confusione creata in quel ristorante d'alto lusso, aveva dovuto ripagare un bel pò in danni, finendo in una mare di guai.
    Aveva speso gli ultimi soldi che gli erano rimasti per alloggiare in uno squallido hotel a due stelle, nel centro della città.
    Solo. Come si aspettava.
    Ma allora... Come poteva soffrire in quel modo?
    Andando a riprendere i suoi bagagli davanti alla porta di casa sua l'aveva provato. Quel rimorso tipico di chi ha fatto soffrire tremendamente qualcuno. Avrebbe preferito morire piuttosto che chiederle di aiutarlo.
    Sì. L'aveva ingannata.
    Aveva preso in giro la persona che adesso era diventata la più importante della sua vita.
    Se avesse saputo che persona era Rain, se avesse saputo che si sarebbe innamorato perdutamente di lei... Non avrebbe di certo accettato.
    Si sentiva uno schifo. Anzi, dire "schifo" era un diminutivo.
    Si avviò silenziosamente verso una meta sconosciuta, trascinandosi dietro le sue spaziose valigie color carne. Era pallido, intriso di profonde occhiaie.

    "-N-Non voglio... Vederti mai più.-"


    Un doloroso brivido gli percorse la schiena. Quelle parole erano riuscite a ferirlo, a distruggerlo.
    E la cosa peggiore era che se lo meritava eccome.
    Non vederla mai più...
    Ci sarebbe riuscito davvero?
    Una comune suoneria interruppe i suoi pensieri catastrofici, costringendolo a prendere il cellulare fra le mani e rispondere.
    -Hai visto cosa hai combinato, brutta puttana?! Per colpa tua, per colpa dei tuoi stupidi giochetti, l'ho persa per sempre!-
    Una risata di sottofondo animò la chiamata più di quanto già non lo fosse.
    -Che cazzo hai da ridere?! Eh? Rispondi!-
    Un sospiro profondo, penetrante, seguito da una voce calda e accogliente.
    -Non preoccuparti, tutto sta andando secondo i piani, Andreas. Avrai ciò che vuoi e io ciò che voglio.-
    Il biondino sbuffò, cercando di contenersi. Ringraziò il cielo di essere in Italia e che, quindi, i passanti non riuscissero a capire le sue parole un tantino scurrili.
    -Non avrei dovuto entrare nel tuo affare... Non avrei dovuto.-
    Un'altra, fastidiosa risatina, graziosa e irritante allo stesso tempo.
    -Sta' tranquillo: quando tutto sarà finito, la tua povera, piccola Rain tornerà fra le tue braccia supplicando di tornare tua "amica".-
    Qualcosa di brutto, di dolente risuonava nell'aria. Un presagio che in pochi potevano udire, ma che sembrava tutt'altro che rassicurante.
    -Te lo prometto.-




    -... E questo è quanto.-
    Mia madre era molto attenta e accorta a ciò che stavo dicendo; aveva fatto qualche smorfia mentre le parlavo di argomenti che le erano nuovi, ma tutto sommato sembrava piuttosto tranquilla.
    Appunto. Sembrava.
    -Beh, mi spiace per Andreas. Mi sembrava un bravo ragazzo, educato e carino...- intonò pacatamente, seguita a ruota da una risatina idiota di Tom, che nel frattempo si era rivestito e sistemato.
    -Da lui mi sarei dovuta aspettare un comportamento simile, essendo per me quasi uno sconosciuto...-
    Riprese a fissarmi, scrutandomi completamente.
    -... Ma non da mia figlia.-
    Ingoiai della saliva nervosamente, non riuscendo a mantenere ancora per molto quel contatto visivo.
    Lo sapevo. Era delusa.
    Delusa di me.
    Ci fu un breve, imbarazzante periodo di silenzio, che presto fu interrotto dall'ex rasta. Si alzò in piedi, strusciando sulla sedia su cui era seduto.
    -Bene, direi che è arrivato il momento di lasciarvi da sole.-
    Guardò per un attimo il compagno di mia madre, che rapido annuì e si alzò allo stesso modo. Sembravano già alquanto complici.
    -Già. Io e questo "gran ragazzone" ci andremo a fare una bella chiaccherata in sala. Voi fate pure con calma!-
    Sorrisi ad entrambi, in particolare al chitarrista, che adesso guardava impaurito l'uomo. Questi suoi momenti da essere umano altruista e comprensivo erano piuttosto rari: meglio sfruttarli al meglio.
    Un nuovo freddo silenzio cadde su di noi. Avevo talento nel rovinare le situazioni felici, a quano pare.
    -S-Senti, mamma... Io...-
    -No, Rain, non parlare. Non voglio ascoltarti adesso...-
    Gelida. Straziante.
    Fece per alzarsi, ma riuscì appena in tempo ad afferrarle una mano e a tenerla stretta, sul liscio tavolo di mogano della cucina.
    -Mi spiace, so di averti deluso per non averti detto la verità e per non essermi confidata con te, ma... Ti prego, comprendimi! Io non ho mai amato Andreas, ma è sempre stato un mio caro amico e non ho voluto ferirlo...-
    Si alzò di scatto, sbattendo le mani sul tavolo, infuriata.
    -Che significa tutto ciò?! Cosa diavolo significa?-
    Cominciava a spaventarmi.
    -Stai dicendo che hai preferito tenermi nascosta la tua situazione piuttosto che far star male una persona che, alla fine, si è mostrata come l'uomo peggiore di questo mondo?!-
    Chinai il capo, rattristata. Sì, aveva ragione.
    Ero stata così confusa in quel periodo che confidarmi con lei era stato difficile per me. Temevo che mia madre non mi avrebbe compreso. Ma mi sbagliavo.
    Per l'appunto, era mia madre.
    -I-Io non voglio deluderti mai più.-
    Singhiozzai una sola volta, tirando su con il naso. No, non dovevo piangere! Non dovevo!
    La donna della mia vita mi venne incontro, abbracciandomi e stringendomi forte a se'.
    -Tesoro mio, tu non mi hai mai deluso. Smettila di piangere, non lasciare che uno stolto uomo ti faccia soffrire e sii felice: solo così non avrò rimpianti.-
    Le sorrisi, notando quanto anche lei fosse emozionata. Cercai di prolungare quel caloroso abbraccio il più possibile, godendo del tepore che solo quella splendida donna sapeva regalarmi.
    -V-Voglio confidarmi con te. Qui, adesso.-
    Alzò appena il capo, guardandomi curiosa. -Beh, allora parla: ti ascolto.-
    -I-Io ho... Ho fatto l'amore con Tom stanotte.-
    Sgranò gli occhi, seppur la cosa non la soprendesse affatto: se ci aveva beccati nudi e accoccolati sul tappeto un motivo doveva pur esserci, no?
    -E'... Stato bellissimo.-
    Si portò una mano sulla fronte, come se stesse per avere uno svenimento.
    -Che c'è?! Sei tu che volevi la sincera verità, no?-
    -Beh, sì, magari non così diretta...-
    Tornò a stringermi, quasi commossa.
    -La mia bambina è diventata una donna!-
    Ma... Che stava dicendo?!
    M'imbarazzai, irrigidendomi appena. -Mamma, smettila!-
    -Tu lo ami, non è così?-
    Ehm...
    Domanda di riserva?
    Non avevo idea di come risponderle.
    -Si vede dai tuoi occhi: brillano quando si parla di lui.-
    Beh, seppur fosse piuttosto strano, ero felice che non lo avesse riconosciuto. Per lei "Tokio Hotel", probabilmente, rappresentava il nome di una catena di alberghi molto chic!
    -Sono ancora confusa, mamma. Ma stai pur certa che quando avrò le idee ben chiare sarai la prima a saperlo.-




    Tornammo nella sala a braccetto, con un ampio sorriso sul volto. Trovare Tom e Scott appollaiati sul divano a guardare la tv come due vecchi amici mi fece incredibilmente piacere.
    Sembravamo davvero una famigliola felice. Il mio cuore era incredibilmente colmo di gioia.
    Quando i due ci videro, si alzarono entrambi nello stesso momento e sorrisero non appena videro che il clima era tornato quello sereno di sempre.
    Tom mi venne vicino, poggiandomi una mano sulla spalla. -Tutto ok?- mi sossurrò.
    -Sì, credo di sì.-
    Scott si avvicinò a mia madre, continuando a guardarci sorpreso.
    -Tua figlia è proprio cotta di questo Tom!- le bisbigliò, ridendosela sotto i baffi. -Ho parlato con lui, anche se non sono molto bravo con l'inglese, e sembra un tipo a posto!-
    -Bene.- confermò la donna, sorridendo al fidanzato. -Hai scoperto cosa fa nella vita?-
    -Sì, ho indagato, come mi avevi chiesto: dice di essere il chitarrista di una band piuttosto famosa in Germania, ma non saprei dirti quale.-
    Lo squadrò, scettica. -Fa il muratore, te lo dico io. Il chitarrista sarà solo un impiego: non mi sembra poi così ricco.-
    -Già, nemmeno a me.-
    Quando si dice "due menti sono meglio di una"... Non sempre è così.
    -Ehi, voi due! Cosa avete da bofonchiare?- chiesi, avvicinandomi con Tom al mio fianco.
    -Oh, ehm... Niente, Rain, non preoccuparti!-
    Solo in quel momento mi ricordai di avere indosso solo un leggero accappatoio. Mi osservai nel pieno dell'imbarazzo, per poi dirigermi verso la camera.
    -Ehm, scusate... Vado a rendermi almeno presentabile!-
    -Vuoi che venga anch'io per consigliarti cosa mettere?- chiese una familiare vocetta sensuale.
    Il solito scemo.
    -No, grazie, porco che non sei altro!-
    Era facile per lui parlare in tedesco per non farsi minimamente capire dai miei genitori!
    -Ah, mettiti qualcosa di pesante: ti porto a fare un giro!-
    Avevo capito bene? Io e Tom... "A fare un giro"?
    Suonava molto simile ad un appuntamento.
    -E non montarti la testa, ragazzina! Usciamo solo per festeggiare il nuovo anno!-
    Ah, ecco. Illusa che non ero altra!
    -Bene, Tom! Sai cosa devi fare adesso, giusto?- chiese l'uomo, prima di lanciare al ragazzo un paio di chiavi argentee, che prese prontamente.
    -Ma... Ne è sicuro?-
    -Sicurissimo. Qui c'è anche una cartina della città, così magari puoi renderti anche minimante conto di dove stai iportando la tua bella.-
    Tom gli sorrise, annuendo. -La ringrazio.-
    -Per favore, dammi del "Tu". Chiamami Scott.-
    Si strinsero la mano, in segno di piena riconoscenza.
    -Ok... Scott.-
    Era piacevole vedere tutti così affiatati. La serenità in famiglia era un toccasana per lo stress che si stava affollando la mia testa in quell'ultimo periodo.
    -Vai pure ad accenderla! Rain scende appena ha finito di improfumarsi e truccarsi!- commentò mia madre, roteando gli occhi verso l'alto. -Fate attenzione!-
    -Certo! L'aspetto giù! A più tardi, e grazie!-
    Appena il ragazzo chiuse la porta principale dell'abitazione dietro di se', i due "quasi-sposini" si guardorono soddisfatti.
    -Voglio che sia assolutamente presente al matrimonio!-
    -Sì, sono d'accordo! Stasera lo inviteremo ufficialmen...-
    La donna non riuscì a completare la frase. Teneva gli occhi fissi sul tavolo, intenta ad osservare attentamente qualcosa.
    -Che c'è, tesoro?-
    -Stavo... Guardando questo giornale. Di quand'è esattamente?-
    Scott si avvicinò, guardando la copertina di "TV Sorrisi&Canzoni" insieme a lei. -Beh, è di oggi: l'ho comprato stamattina, prima di andare a lavorare...-
    -E questi... Chi diavolo sono?-
    -Di chi parli?-
    -Di questo complesso musicale, fotografato in copertina!-
    L'uomo si avvicinò la pagina di giornale al volto, osservando con attenzione l'immagine.
    -Qui c'è scritto: "Tokio Hotel, gruppo tedesco rivelazione degli ultimi anni". E allora?-
    -Uffa! Proprio non capisci?! Guardali bene!-
    Fu soprattutto uno dei membri della band a lasciare completamente di sasso Scott. Riuscite a immaginare quale, vero?
    -Oh... Merda!-





    Indossai qualcosa di piuttosto semplice e comodo. Di abiti invivibili ne avevo fin sopra i capelli! Optai per un jeans scuro, un top bordeaux con giacca cordinata e -come potevano mancare?- le mie amate Converse nere.
    Il massimo.
    Scesi le scale in fretta, continuando a chiedermi perchè Scott e la mamma stessero continuando, impalliditi, a leggere un articolo di uno stupido giornalino.
    Mah. Chi li capisce è bravo...
    In realtà, era un altro il pensiero che teneva occupata la mia testa, senza che riuscissi a rimuoverlo.
    Sì, purtroppo era lui.
    No, non Tom. Andreas.
    Vi starete chiedendo come potessi ancora pensare anche soltanto al suo nome. Certo, mi aveva usata, tradita e ingannata.
    Ma la sua mancanza la sentivo, eccome se la sentivo. Era stato pur sempre il mio migliore amico.
    Sospirai sonoramente, pensando a cosa aveva potuto provare quando si era ritrovata sbattuto fuori casa. A quanto si fosse sentito solo.
    Chissà, probabilmente lo era ancora...
    Devo smetterla di preoccuparmi di tutto e tutti! Ci vuole il pugno di ferro in questi casi!
    Mi scrollai, per il momento, qualsiasi frustazione di dosso, raggiungendo il portone del condomino, dietro alla quale vi era...
    -Tom! Che diavolo stai facendo sulla moto di Scott?!-
    L'ex rasta alzò il capo, salutandomi con un cenno del capo.
    -Cosa vuoi che faccia?! Mi preparo a partire, no?-
    Mi avvicinai, confusa.-Partire?-
    -Ma con te, sciocca! Ti porto a fare un giro!-
    Eh?
    -Dai, indossa il casco e monta in sella!-
    -A-Aspetta un attimo! Scott sa di ciò che stai facendo?-
    La mia serietà al suo cospetto diventava pura beffa. Rise di me, della mia faccia, secondo lui, "comica" e del mio modo di fare irritato, più divertito che mai.
    -Non prendermi per il culo, Rain! Certo che lo sa Scott! Mi ha detto lui di portarti a fare un giro con questo bel gioiellino!-
    Il compagno di mia madre doveva proprio fidarsi ciecamente di Tom per avergli dato il permesso di sfiorare anche solo con un dito la sua "Nessy" -il nome della moto-. Che uomo sciocco.
    Avevo sempre avuto paura dei motori a due ruote, figuriamoci di moto potenti come quella!
    -Ehm, Tom... Non so se è il caso...-
    -Dai, non farti pregare! Sali e sta' tranquilla!-
    Mi feci convincere come una sciocca, da quella sua vocina falsamente dolce e quegli occhioni incantevoli.
    Indossai il casco con le mani tremolanti, per poi alzarmi su un piede, dandomi la spinta, e scavalcare l'imponente veicolo, sistemandomici a cavallo.
    -Possiamo andare, ragazzina?-
    -S-Sì, ma... Dove?-
    Sorrise malizioso, sicuro di se'. -Di questo non devi preoccuparti.-
    Girò le chiavi nel foro apposito, accendendo il motore della dueruote fiammeggiante.
    -Tom, posso chiederti una cosa?-
    -Sarebbe?-
    Ingoiai nuovamente della saliva, impaurita dalla risposta che poteva darmi.
    -Tu sai guidare una moto... Vero?-
    Non rispose subito, facendomi venire ancora più paura.
    -A dir la verità, non proprio. Non ho nemmeno la patente!-
    -C... Cosa?!-
    -Tranquillizzati! Qualche anno fa ho fatto qualche giro con mio fratello su uno di questi aggeggi...-
    -E questo dovrebbe tranquillizzarmi?!-
    Mio Dio. Che fosse arrivata la mia ora?!
    Partì di colpo, senza lasciarmi il tempo di dire le mie ultime preghiere.
    -TOOOM!! Va' pianooo!!-
    Brutto bastardo! Se fossi sopravvissuta, gliel'avrei fatto vedere io! Altro che tranquillizzarlo!
    Strizzai gli occhi impaurita, reggendomi alle maniglie che la moto offriva per il passeggero. Ad occhio e croce non mi sembravano poi tanto sicure...
    -Reggiti a me, Rain!-
    -Cosa?!-
    -Ho detto: reggiti a me!-
    Il vento mi si sferzava contro, colpendo in pieno i miei capelli corvini. Non riuscì ad aprire gli occhi: avevo troppa paura che quella velocità mi uccidesse!
    Mi aggrappai di colpo a Tom, circondando il suo ventre con le braccia. Ecco, quella sì che era una posizione sicura!
    Svoltò a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra.
    Riuscivo a percepire i movimenti del veicolo, ma non a staccare gli occhi dalla schiena del ragazzo.
    -Sei una stupida ragazzina se hai paura, lo sai?-
    Rafforzai la presa ancora un pò, rischiando di spezzargli il respiro e farlo sbandare.
    -Io non ho paura! Non ho mai avuto paura!- urlai decisa, anche se lo ero ben poco. La paura era onnipresente nella mia vita...
    Lo sentì sorridere lievemente, mentre sorpassava una macchina blu metallizzata a corsa.
    -E' ovvio, perchè ci sono io qui con te.-
    Quegli aforismi così belli, così intriganti... Cosa cercava di dire ogni volta?
    Tom. Una meravigliosa creatura, che per la sottoscritta sarebbe rimasta per sempre un mistero irrisolvibile.
    Un'altra curva precipitosa. Digrignai i denti, ma cercando di non farlo notare a "Mister Impavido".
    -Dovremmo esserci quasi.-
    Cosa poteva saperne se non era di quella parti o, meglio, di quella nazione?
    -Mi spieghi dove stiamo andando?!-
    -Se tu aprissi gli occhi anche solo per un attimo, lo capiresti da sola!-
    Lo faceva apposta allora?!
    -N-Non ne ho voglia, mi spiace!-
    L'orgoglio prima di tutto, con lui. O quasi.
    Ecco, c'eravamo. Sembrava fossero passati pochi attimi, e invece...
    -Ci siamo.-
    Parcheggiò la moto, aiutandomi a scendere e a togliere il casco.
    Mi guardai intorno: il posto non mi era nuovo, ma...
    -E quindi?-
    -Guarda di là.-
    Mi voltai scocciata, seguendo con lo sguardo la direzione che il suo dito mi suggeriva.
    Già.
    Come avevo fatto a non capirlo?
    Mi prese per mano, correndo verso la spiaggia che si stagliava davanti a noi.
    Il Mare.
    -E-Ehi, Tom, fa' piano! Non hai paura che ti riconoscano?!-
    Ignorò completamente le mie parole, continuando a camminare a passo rapido verso la limpida acqua azzurrina.
    Fantastico.
    Mi aveva portata lì... Perchè gli avevo accennato il giorno prima che mi avrebbe fatto piacere?
    Quante fantasie. Quante illusioni ironicamente reali.
    -Scott mi ha indicato bene la strada, a quanto pare.- commentò fra se', guardando dritto verso l'orizzionte, con profilo fiero.
    -E' un miracolo che tu l'abbia capita, vorrai dire... Con la preparazione che ti ritrovi a inglese...- lo stuzzicai, sfoderando una poderosa linguaccia.
    -Sfotti quanto ti pare! Non riuscirai a rovinarmi il prima giorno dell'anno, ragazzina!-
    La spiaggia era pressocchè deserta. Beh, normale: gli unici cretini che potevano pensare di andare al mare a inizio Gennaio eravamo noi!
    Prese a rincorrermi, lasciandomi poche vie di scampo.
    Sembrava quel mio dolce, affascinante sogno ricorrente.
    Un autentico sogno. Quanto sarebbe durato? Mi sarei svegliata e tutto sarebbe svanito?
    No. Avrei preferito dormire per sempre.
    Mi sedetti su un cumulo di sabbia fresca, coprendomi con le mie stesse braccia.
    -Ti avevo detto di vestirti pesante! Come volevasi dimostrare, non mi ascolti mai!- disse, scuotendo la testa contrariato.
    -N-Non ho freddo, caro il mio bel furbino! Non preoccuparti!- risposi offesa, guardando da tutt'altra parte.
    -Beh, a quanto sento, i tuoi denti non la pensano allo stesso modo.-
    Non risposi, tentando di passare inosservata.
    Aprì la cerniera frontale della sua spaziosa giacca. -Su, vieni qui.-
    Mi strinse a se', muovendo le mani su e giù sulle mie spalle per cercare di riscaldarmi più velocemente.
    Era sicuramente riuscito a inondarmi dii calore, ma molto probabilmente non come lo desiderava.
    Arrossì di colpo, rimanendogli addosso senza dir niente, immobile.
    Di nuovo la sua pelle contro la mia. Di nuovo il suo profumo su di me.
    Il profumo che tutte le notte desideravo e che tutte le mattine svegliava le mie membra.
    Alzai il capo, incrociando il suo sguardo ancora una volta.
    -Non... Staremo correndo un pò troppo?- mi affrettai a chiedere, prima che scomparisse il mio coraggio di farlo.
    Sospirò profondamente, guardando attento le onde del mare mentre s'infrangevano sugli scogli, potenti, senza mai cedere.
    -Non lo so, Rain. So solo che ciò che provo non è normale.-
    Appoggiai nuovamente la testa sul suo petto, cercando di udire un rumore sospetto.
    -Il tuo cuore batte piuttosto forte, sai?-
    Mi allontanò subito dal suo seno, infastidito. Adesso chi era quello imbarazzato?!
    -Beh, c-credo sia normale, no?-

    No, Tom. Tu hai paura di amare.
    E non lo ammetterai mai.
    Mai.


    Mi alzai sulle punte, senza indugiare oltre. -Nel dubbio, posso baciarti?-
    -Quando vuoi.-
    Accolse le mie labbra con passione, senza alcun tipo di rifiuto. Schiuse le sue in fretta, lasciando che il nostro contatto diventasse sempre più unito, intimo.
    Portò le mani sulla parte bassa delle mia schiena, mentre io, dispettosamente, gli mordicchiavo con i denti il labbro inferiore.
    -Rain...-
    Aprì gli occhi, mantenendo quel contatto speciale con lui.
    -Non... Farti... Illusioni.-
    Mi allontanai lentamente, alzando un sopracciglio. -Cosa?-
    -Non creare subito una nostra favola nella tua mente, perchè le favole non esistono. Non pensare che io sia il tuo principe azzurro, perchè io non sono un principe. Non farti illusioni su di me che non posso portare a compimento.-
    Quelle parole, seppur sussurrate con calore e senza alcun tipo di offesa, mi ferirono. Mi ferirono profondamente.
    -Non guardarmi con quegli occhioni tristi. Quello che comunque sto cercando di dirti è che ti...-
    Una vibrazione ci costrinse a dividerci. Qualcuno lo stava chiamando al cellulare.
    -Che sia David?- disse fra se', cercando l'apparecchio nelle immense tasche. -Scusami, ci metto un attimo.-
    Rispose con nonchalance, continuando a guardarmi. -Sì?-
    -Sono io.-
    L'ex rasta non si aspettava di ricevere un saluto così freddo da parte del suo "adorato" fratellino.
    -Oh, ciao Bill! Come vanno le cose lì? Tutto ok?-
    Non ricevette alcuna risposta.
    -Suvvia, non fare la "donnina offesa"! Mi spiace, so di essermi scordato di farti gli auguri per Capodanno, ma ero piuttosto occupato e...-
    -Tom, non m'importa. Voglio che torni subito a casa!-
    Il chitarrista rimase in silenzio, aspettando ulteriori chiarimenti.
    -E' scoppiato uno scandalo! Qualcuno ha venduto ai media decine e decine di tue foto, che adesso sono spiattellate sopra decine e decine di giornali di gossip!-
    Tom si fece una risata, mentre io, dall'alto della mia ignoranza, non riuscivo a comprendere minimanente il soggetto del loro discorso.
    -Bill, perchè ti preoccupi tanto?! Sono sempre sui giornali, io: sai quanto tutti mi trovino sexy...-
    -Smettila di scherzare, Tom! Sei nei casini!-
    Ancora era indecifrabile il motivo di quello "scandalo".
    -David è furioso! In quelle foto con te c'è anche Rain!-
    Fu in quel momento che Tom sbiancò letteralmente.
    -Rain?!-
    Mi sentì chiamata in causa. -Che sta succedendo, Tom?-
    -Sì, proprio lei!- rispose il vocalist, sbuffando. -Siete stati paparazzati in pose molto compromettenti Siamo nei pasticci!-
    Rain. La sua identità... Era stata scoperta dai media?
    -Te lo ripeto, Tom: torna immediatamente a casa. Con o senza di lei.-








    Continua...

    SPOILER (click to view)
    Visto, ragazze? xD promessa mantenuta! ;) mi spiace solo di aver postato così tardi! ç__ç Spero che il capitolo vi sia piaciuto! E' anche piuttosto lungo! ^___^
    A presto, spero! Fatemi sapere che ne pensate!
    Bacii

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    Non ci credo, non ci credo e non ci credo!
    Era tutta una trappola, ohh cazzo! o.o
    Non puoi lasciarmi così T.T Aspetto il seguito che spero arrivi al più presto.
    Ora vado, notte! (:
    PS: Tutto stupendo come capitolo, semplicemente perfetto.
     
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  8. agatareale91
     
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    Oddio e adesso cosa succederà, spero che Rain lo segua in Germania mamma mia sono troppo curiosa per cui continua presto
     
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  9. *…AmAmI 4eVeR…*
     
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    Oddio Bellissimo...
    Sono Troppo Curiosa...
    Ma Non Puoi Lasiarci Così...
    Ti Prego Metiti All'opera E Posta Presto xD
     
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  10. ~ F r @ n c y *
     
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    Contenta che vi sia piaciuta! ^___^
    Mi metterò al lavoro quanto prima, anche se sapete che con la scuola sono molto occupata ç__ç mi aspetta una brutta settimana! -.-
    A risentirvi, e grazie! *o*
    Bacii!


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  11. agatareale91
     
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    Tranquilla ti capisco perfettamente anche per me la prossima settimana sarà un inferno spero di uscirne viva
     
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  12. Blanch‘
     
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    CITAZIONE
    -Sì, proprio lei!- rispose il vocalist, sbuffando. -Siete stati paparazzati in pose molto compromettenti Siamo nei pasticci!-

    O porca puzzola in calore O.ò
    Fantastico il capitolo **
     
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  13. °Anto.
     
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    CITAZIONE (elektrisch‚ @ 16/4/2010, 00:07)
    Non ci credo, non ci credo e non ci credo!
    Era tutta una trappola, ohh cazzo! o.o
    Non puoi lasciarmi così T.T Aspetto il seguito che spero arrivi al più presto.
    Ora vado, notte! (:
    PS: Tutto stupendo come capitolo, semplicemente perfetto.

    Mh quotissimo.
    Stupendo davvero,assolutamente senza parole.
    Mi è piaciuto davvero tanto.
    Spero posterai presto perchè non resisto =)
    Un bacio!
     
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  14. ~ F r @ n c y *
     
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    >.<" ancora Crazie Mile! xD siete la mia fonte di ispirazione continua! ! ♥
    Vedo di velocizzarmi stavolta! ♫
    Bacioniii!! ^____-
     
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