Against the rain

PG Romantico? [Lezioni di sopravvivenza]

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  1. •Jumbì
     
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    Si batte la fiacca quì eh?! u____u
    Francy, ti sei dimenticata di noi? :minchia!mammavoglioillatte:
    *scappa via piangendo*
     
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  2. scialla483
     
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    me essere nuova lettrice!!

    piacere cara!!
    chiamami Vale!!

    mi sono innamorata della tua ff!!
    adoro il personaggio di Rain e odio Julia..
    aspetto il prossimo ciappi con ansia
     
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  3. ~ F r @ n c y *
     
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    Marta, tesoro! ç__ç certo che non mi sono scordata di voi xD
    Sto finendo di scrivere proprio ora, cara mia u.u

    Benvenuta Vale *___* piacere! =)
    Sono felice che ti piaccia! ^____^ e grazie del supporto!

    A dopo! ^___-
    Bacii <3
     
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  4. scialla483
     
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    dopo posterai???
     
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  5. SaReTtA_93
     
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    CITAZIONE (•Jumbì @ 23/11/2009, 13:51)
    Si batte la fiacca quì eh?! u____u
    Francy, ti sei dimenticata di noi? :minchia!mammavoglioillatte:
    *scappa via piangendo*

    segue la sua Amora piangendo....
    Martaaaaaaaa
    aspettamiiiiiiiiiiiii

    SPOILER (click to view)
    Tesoro guarda che ho postato!! U.U Fila a leggere.........
     
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  6. scialla483
     
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    ma..ma..ma... non dovevi postare?
     
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  7. SaReTtA_93
     
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    CITAZIONE (scialla483 @ 23/11/2009, 18:48)
    ma..ma..ma... non dovevi postare?

    infattiiiiiiiiiiiiiiii

    :ohcielooo!:
    :minchia!mammavoglioillatte:
    POSTAAAAAAAAAAA
     
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  8. ~ F r @ n c y *
     
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    Questo capitolo lo dedico a tutte voi, che leggete con entusiasmo il mio lavoro! Ve ne sono davvero grata =)



    ~ Lesson 14 ~

    ..Non dare mai per scontato i tuoi sentimenti: sono più mutevoli di quel che credi..










    Non c'era alcun dubbio...
    Se mai ci fosse stato un Dio fra quelle nuvole, in quel cielo, che si chiamasse Allah, Buddah o Geronimo...
    ... Aveva scelto me come bersaglio per i suoi "giochetti".
    Si annoiava, forse?
    Invece di pensare a coloro che peccavano, uccidendo, violentando o rubando... Si occupava di rendermi la vita un inferno! Ma che gli avevo fatto di male?!
    Forse dovevo andare un pò più spesso in Chiesa, la Domenica...
    Mi bastò ricordarlo... Uno sguardo, una parola, un tocco leggero...
    Un brivido.
    Dio non mi stava affatto torturando...
    Era una prova, giusto?
    Sì, mi stava mettendo alla prova... E se l'avessi superata mi sarebbe toccato il Paradiso?
    Se l'avessi superata... Sarebbe stato mio?
    Sarei... Stata felice?
    Era grazie a quell'entità superiore se io ero lì, su quella terra... In quella città, in quella casa...
    Lì, al suo fianco.
    Grazie, TuCheMiGuardiDaLassù.
    Grazie, perchè se non fossi venuta al mondo mi sarei persa ciò che veramente conta.
    Non avrei sofferto per lui... Ma non avrei mai amato.
    Non avrei pianto per lui... Ma non avrei mai riso.
    Che ci sia o no qualcuno lassù, lo ringrazio...
    Grazie, perchè mi ha dato una possibilità... Una possibilità di rendere la mia vita veramente MIA...
    Non bella, non perfetta... MIA.
    La scelgo io, solo io so cosa fare e non fare...
    E se anche non andrà come voglio, se anche tutto andrà perso...
    Alzerò gli occhi al cielo e sorriderò fra le lacrime... Perchè, nonostante tutto, ho potuto sognare.
    Sognare l'infinito... Con lui al mio fianco.

    -Rain, sei fra noi?-
    Mi sfilai una cuffietta dall'orecchio destro, tornando a sentire le chiacchere, i passi e la gelida superficie del bicchiere di vetro che avevo fra le mani.
    -Eh?- chiesi, poco cosciente.
    -Il Signor Stein sta aspettando quel drink da più di venti minuti!-
    Non avevo mai visto Riyo così irritata: era nervosa, stanca... Stanca di tutto quel lavoro e della mia testa perennemente fra le nuvole.
    -... E poi sai bene che il Capo non sopporta di vederti con l'iPod nelle orecchie quando sei di turno!-
    -Hai perfettamente ragione... Rimedio subito.-
    Nascosi la mia "musica confezionata" nella tasca scolorita della divisa verdognola, diretta a servire il cliente con un sorriso che sottointendesse le mie scuse per il ritardo.
    -Ero ora, bellezza!- mi ammonì l'uomo.
    Il Signor Stein veniva al bar tutte le mattine. Doveva avere all'incirca cinquanta anni, vestiva ogni mattina con giacca e cravatta e portava i capelli bianchi -quei pochi che aveva- a spazzola, pettinatura, a parer mio, poco adatta ad un uomo di mezz'età.
    A Bill starebbero sicuramente meglio... pensai divertita, assumendo però un'aria seria per le sue parole: non mi piaceva esser chiamata "bellezza".
    -Prego.- mi limitai a dire, allontanandomi per prendere altre ordinazioni. Ma la mano di quel vecchio rimbambito finì "accidentalmente" sul mio fondoschiena, cosa che mi fece infuriare come non mai.
    Mi voltai verso di lui, fulminandolo con lo sguardo. Aveva pure il coraggio di ridere, quel maniaco...
    -Ma... Come ti permetti?-
    -Corietti, torna a lavoro!-
    Finiva sempre così... Il Signor Weber, vedendo la scena, si avvicinava, finendo per dare ragione al cliente. Mai una volta che difendesse me...
    Al diavolo!
    Mi allontanai a grandi passi, entrando nel magazzino e sbattendo la porta con forza.
    Riyo guardò il capo malamente, scuotendo la testa.
    -Che c'è?- chiese lui, sentendosi accusato da quello sguardo.
    La ragazza sorrise, sbattendo uno straccio sulla mensola. Ma come poteva esser così menefreghista?
    -Niente... Non c'è niente.-

    Chissà... Forse Qualcuno lassù voleva davvero mettermi alla prova...
    Ma era giusto soffrire in questo modo?
    Mi asciugai quelle fottute lacrime che cercavo di trattenere, non riuscendoci: non ero una ragazzina... Ero forte, lo sapevo.
    Quando starò con Tom... Ti spaccherà la faccia, brutto vecchiaccio...
    Quel pensiero mi fece sorridere...
    ... Ma era una stupida illusione.
    Alzai gli occhi al cielo, sospirando...
    Papà...




    -Sono tornata!-
    Chiusi la porta con la spinta di un piede, sbatacchiando la borsa sul divano, stanca.
    Il silenzio più completo vigilava nella villetta.
    -Ehi, c'è nessuno?!-
    Strano che fossero tutti a lavoro... La band mi aveva avvisato di non avere poi molti impegni -stranamente- quella settimana, salvo Bill, ovviamente: ormai , anche individualmente, era un uomo da show business.
    E poi il Mercoledì... Non era il giorno libero di And?
    Uff... E io che volevo parlare un pò con lui...
    Smisi di pensare a simili capricci e pensai a rilassarmi.
    No, non potevo rilassarmi, non ci riuscivo. Non mi era stato dato tale privilegio...
    O forse...?
    Un modo per rilassarmi -o, per lo meno, per provare a farlo- c'era...
    Salì le scale velocemente, levandomi quelle opprimenti ballerine nere che usavo mettere per andare a lavoro. Raggiunto il bagno, mi liberai del jeans e del maglioncino celeste, affrettandomi a girare la manopola della vasca.
    Ecco. Un bagno era quello che ci voleva.
    Era un pò che non lo facevo... Non ne avevo mai il tempo: avevo sempre optato per una doccia veloce, per non perdere minuti preziosi.
    Stavolta volevo cambiare gli schemi, anche solo di poco e per poco.
    Nel mentre la vasca si riempiva d'acqua calda, fumante, mi procurai il bagnoschiuma, una spugna e tutto ciò che poteva essermi utile.
    Quando tutto mi sembrò pronto, mi sfilai gli ultimi indumenti rimasti, quelli intimi, e misi titubante un piede nella vasca. Era piuttosto calda, forse troppo...
    ... Ma la cosa non mi toccò minimamente.
    Appoggiai la testa al bordo, respirando sonoramente. Andava un pò meglio...
    Pian piano la schiuma si fece sempre di più, regalandomi un piccolo sorriso.
    Adoravo giocare con la schiuma da bambina... E il fatto che quella vasca fosse tre volte quella di casa mia, mi donava divertimento al cubo, no?
    Beh, infondo ero in casa di Star...
    Era così ampia che avrebbe potuto contenere due persone obese completamente stese...
    Due persone... Nella vasca?
    Subito sprofondai il volto nell'acqua, chiudendo gli occhi... Ma come potevo pensare a cose tanto imbarazzanti?!
    E la cosa shockante quanto ovvia era che... Al centro delle mie fantasie...
    C'era sempre lui.
    Quel suo viso così perfetto, quei suoi occhi profondi... Quelle sue labbra carnose, quel suo fisico scolpito...
    Non ero messa male... Ero semplicemente pietosa.
    Dopo esser scappata a quel modo non ero più riuscita a scambiarci una sola parola: era stato davvero troppo imbarazzante...
    E sapevo benissimo che se non avessi dovuto, non mi sarei fermata.
    La schiuma mi sta annebbiando il cervello...
    Scivolai nell'acqua, lasciando che i pensieri se ne andassero via, completamente.
    Guardai il soffitto, contornato di decorazioni azzurre...
    Sì, ero stanca... Davvero molto stanca...
    Stanca come quando prendevo un brutto voto, o quando mia madre mi sgridava per cose inesistenti...
    Stanca come quando Fabri diceva di volermi bene, per poi ignorarmi pochi minuti dopo...
    Stanca come quando Julia mi chiedeva di raggiungerla, e io non potevo...
    Adesso ero lì, dove avevo sempre desiderato essere... Lontana da casa, da quella maledetta scuola.
    E avevo una persona a cui tenevo davvero... Una persona che, seppur mi odiasse, sentivo di amare dal più profondo del cuore.
    Una persona che mi chiedeva di giocare al suo sporco, falso gioco. E io accettavo.
    Volevo combattere... Combattere per quella persona, e per Riyo, per Andreas, per Bill, per Gustav e per Georg, amici di cui non potevo fare a meno...
    ...E a cui volevo bene, davvero.
    Mi sarei tenuta stretta quella sofferenza... La mia vita.
    L'avevo scelta io, no? Mi sarei presa la responsabilità delle mie azioni... E l'avrei resa unica.
    Ripensai a Tom... E a Oscar Wilde, il mio autore preferito.
    "L'unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi" aveva detto...
    Quindi io dovrei...?
    In quella situazione di silenzio assoluto... Qualcosa riuscì improvvisamente a romperlo.
    Alzai piano la testa, per capire cosa o chi avesse interrotto la mia oasi di pace.
    La figura di un ragazzo alto, indossante abiti extra large e con treccine nere stile rapper, entrò nello stesso bagno in cui ero io.
    Ma non ero sola in casa?!
    Stavo per mettermi ad urlare, quando mi accorsi del suo sguardo pesante, assonnato: si era appena svegliato... O, meglio, continuava a dormire.
    Mi limitai a mantenere un completo silenzio, osservando le sue mosse e facendomi piccola piccola...
    Se mi avesse scoperta... Che imbarazzo.
    Vagò per la stanza, per poi fermarsi in un punto preciso: davanti al W.C.
    Oh... Merda! Non avrà intenzione di...?
    Ma certo che ne aveva l'intenzione! Se no, perchè si sarebbe fermato proprio lì?!
    Ancora con occhi semi chiusi, si accinse ad aprire la cerniera...
    Zip!
    Questo è troppo!
    -T... TOM, FERMATI SUBITO!!!-
    Rimasi coperta dalla schiuma, completamente rossa in viso...
    Ero una brava attrice, ma... Il mio imbarazzo non era certo un effetto scenico.
    Alle mie parole, parve svegliarsi improvvisamente. Sobbalzò, affrettandosi a chiudere la cerniera e a girarsi: anche lui sembrava davvero a disagio...
    -Che ci fai qui?!-
    -A-Avevo urgenza di tipo vescicale, ecco cosa ci faccio qui...- disse sicuro, con una piccola vena ironica. -E tu invece?-
    -Non lo vedi? Sto facendo un bagno!- lo ammonì cauta. -E adesso... Ti dispiacerebbe uscire?-
    -Potevi almeno chiudere la porta o avvisare!-
    -Devo mettere un cartello attaccato alla porta ogni volta che faccio uso del bagno?!-
    Ecco, le nostre prima parole dopo "quello che era successo" erano già un litigio...
    -Vai a farla al piano terra!-
    -Mi spiace, volevo usare proprio questo bagno!-
    -Non fare il bambino e esci!-
    Il suo sguardo si fece improvvisamente serio... E preoccupante.
    -Quella vasca... è un pò grande per una persona sola, non trovi?-
    Mi abbassai ancora di più, cedendo al suo sguardo.
    -C-cosa stai insinuando?!-
    -Beh, credo che dovremo riprendere da dove abbiamo lasciato l'altra sera... Vuoi un pò di compagnia là dentro?-
    Si avvicinò e aguzzò la vista, sperando di vedere "qualcosa"... Ma aveva sbagliato tutto.
    In preda all'imbarazzo più completo, afferrai e gli tirai tutto ciò che mi capitava a tiro: asciugamani, saponette, spugne...
    -Esci subito di qui! Esci!-
    Non credevo di essermi arrabbiata fino a quel punto: ne ebbi la prova solo vedendo ciò che stavo combinando.
    Qualcosa lo mancò, ma altro lo prese in pieno viso.
    -Ehi, Rain, calmati! Non fare così, stavo solo scherzan...-
    -Ho detto fuori! Fuori! ORA!!-
    Lo vidi sparire dalla mia vista... Dovevo avergli fatto davvero paura.
    Il vapore e il timore si dipinsero nei miei occhi, mentre tentavo di tornare a pensare in maniera lucida, non riuscendoci...
    Maledetto... Maledetto stronzo!




    Quella sera Andreas, Tom, Bill e Gustav, in occasione di un appuntamento di Georg con la sua "fiamma", avevano deciso di andare al cinema. Ma un brutto crampo allo stomaco avevo bloccato il batterista a letto, così Bill era stato così carino da invitarmi al posto suo...
    -Non è meglio se... Rimango a casa a occuparmi di Gus, nel caso avesse bisogno?- chiesi al vocalist, un tantino preoccupata per il biondino.
    -Non preoccuparti! Gli passerà...-
    Wow, quanta sensibilità!
    -Credo che Gustav se lo sia fatto venire il mal di pancia!- dichiarò Andreas, sghignazzando.
    -Perchè dici questo?- chiesi, non trovando una spiegazione logica a quella sua affermazione... A meno che non fossero diretti a qualche concerto di musica classica!
    -Beh, perchè, avendo scelto Bill il film, sappiamo tutti che sarà sicuramente una palla!-
    -Che antipatici!- commentò il leader, con aria di superiorità. -E pure malfidati!-
    Sorrisi ai loro scherzosi battibecchi e conclusi che un film mi avrebbe distratta, almeno per un paio d'ore, dai miei pensieri. E poi... Da quando non andavo al cinema? Dalla prima liceo, probabilmente...
    Non ci mettemmo molto ad arrivare. Scegliemmo quello meno frequentato della zona e, soprattutto, quello che trasmetteva film vecchi o usciti da qualche mese.
    Bill non ci mise molto a conciarsi per le feste: indossò una tuta scura e un pesante e coprente giacchetto sopra, con tanto di papalina e occhiali da sole.
    Certo, non erano abiti adatti ad una serata al cinema... Ma questo e altro per mantenere la sua amata privacy!
    -Ragazzi, ci penso io ai biglietti! Voi andate pure a sedervi!- ci disse Andreas, solare come sempre. Non avevo rivolto a Tom ancora una parola, nè di accuse, nè tantomeno di scuse, e non avevo intenzione di farlo, nè quella sera, nè quella dopo, e nemmeno quella dopo ancora!
    Volevo vedere il film. Punto.
    Lui doveva essere l'ultimo dei miei stupidi pensieri.
    -Ehm... Io vado a compare i Pop Corn!- mi proposi, per non rischiare.
    Eravamo gli unici nella sala, come prevedevo. Quando arrivai con gli stuzzichini in mano, i posti erano già stati decisi.
    E indovinate un pò cosa il fato mi aveva riservato?
    -Ehm, Rain? è rimasto solo quel posto... Quello in fondo, laggiù...- mi avvisò il biondino, dispiaciuto: e lui che voleva starle accanto...
    Ma se c'è la sala completamente vuota?!
    -Ah, non preoccuparti! Nessun problema...-
    Beh, il problema c'era eccome... Ma lo notai solo dopo.
    C'era lui accanto a me. Tom.
    Ripensandoci, potrei cambiare fila...
    No. Non potevo scappare.
    Dovevo essere forte, me l'ero promesso.
    Mi sarei concentrata sul film e non l'avrei minimamente calcolato.
    Andreas si sporse verso di me, preoccupato.
    -Tom! Che ne diresti di fare a cambio di posto?- propose, sorridendogli. -Così potrai stare vicino al tuo amato fratellino!-
    Notai un ghigno sul volto del chitarrista.
    Si aspetta davvero che io accetti?
    Sorrise al biondino, in maniera alquanto preoccupante.
    -Ti ringrazio, ma sono sicuro che mio fratello voglia stare vicino al suo migliore amico almeno al cinema, visto che passa il 90% del suo tempo con me...- commentò, irritandolo. -E poi qui... C'è una magnifica visuale.-
    Non potei capire quali tipo di frecciatine si stavano mandando... Ma Andreas mi parve davvero furioso.
    Bastardo...
    E io che pensavo non avesse la minima voglia di stare vicino a me...
    Sarebbe stato comprensibile dopo averlo trattato in quel modo...
    Ma perchè continuavo a difenderlo?! La colpa era sua, punto.
    Le luci si spensero. Iniziò la pubblicità.
    Deglutì a fatica, cercando di mantenere un controllo... E soprattutto di non guardare verso di lui.
    ..Cosa che feci, con la coda dell'occhio, senza rendermene minimamente conto.
    Cazzo, anche lui stava guardando... Proprio me.
    Mi voltai velocemente, tornando a "dare attenzione" alla pubblicità di una marca d'auto piuttosto conosciuta.
    Stavolta non m'incantava... Non poteva... Non doveva.
    Sentivo il suo sguardo su di me... Addirittura il suo respiro, pesantemente.
    Ma quando accidenti comincia 'sto film?!
    Sentivo tremare le mani per il nervoso e non potevo farci assolutamente niente.
    Ma non ero l'unica a farmi tutti questi problemi...
    E adesso che faccio?
    Questa era la domanda che costantemente rimbalzava nella testa quasi vuota dell'ex rasta. Erano settimane che non riusciva a portarsi seriamente a letto qualche bella ragazza e quando lo faceva in mente aveva solo un volto...
    Quello di Rain.
    Era insopportabile. Non avrebbe saziato la sua sete fino a quando la preda non sarebbe stata sua...
    Merda, avrebbe dovuto fare a cambio di posto, come aveva proposto Andreas...
    Mai! Non gliela darò vinta...
    Il film cominciò... Era il secondo episodio della saga di Harry Potter, che Bill adorava.
    Fantastico... pensarono entrambi, sbuffando appena.
    Ma chi volevano prendere in giro?! Del film non l'importava proprio un accidente...
    Nel buio quasi completo, Tom portò piano un braccio dietro il sedile della ragazza, senza farsi vedere.
    è così che si fa al cinema... Almeno credo.
    Sì, era già stato al cinema con qualche ragazza... Ma non gli avevano lasciato nemmeno il tempo per i preliminari che subito gli erano saltate addosso.
    Rain era diversa.
    Già...
    Stronzate.
    Sì, era attratto da lei: la trovava una bellissima ragazza e qualcosa d'eccitante scattava in lui ogni volta che le passava vicino...
    Ma la cosa finiva lì.
    Doveva portarsela a letto, almeno una volta. Così, superato il vizio, avrebbe smesso di pensarci.
    Sempre, constantemente, ogni giorno.
    Era la mancanza di sigarette a fargli quell'effetto? Doveva riprendere a fumare allora, e alla svelta!
    Non capì cosa Tom stesse pensando, ma non m'importava... O almeno fingevo che non m'importasse. Ci provavo.
    Qualche Pop Corn addolcirà la situazione!
    Proprio nel momento in cui la mia mano s'infilò nella confezione, la sua fece altrettanto.
    Mi fu inevitabile guardarlo.
    No... Ti prego, no!
    Feci per ritrarla, ma la fermò fra la sua, stringendola...
    Quel contatto... Era come un fenomeno chimico: mi mandava in ebollizione, per poi farmi evaporare...
    Devo seguire i consigli di Riyo! Farò finta di nulla...
    Tornai a fissare l'enorme schermo, fingendo di tossire come se non stesse succedendo niente.
    In un attimo sentì il calore di un fiato all'altezza delle orecchie. Il suo.
    Si era avvicinato, molto... In maniera preoccupante.
    Cercando di fare meno rumore possibile, mi scansai, attenta allo svolgimento del film che, seppur conoscevo a memoria, adesso mi appariva "tremendamente interessante".
    La mano che teneva sul sedile scese sulle mie spalle, avvicinandomi a lui.
    -No... Tom...- mormorai, stando attenta a non farmi sentire da nessuno all'infuori di lui.
    -Che c'è?-
    -Io... Non posso...-
    Continuavo a bisbigliare, senza esser capace di tirar fuori altra voce.
    -Io non posso... Perchè... Voglio, ma... Non posso...-
    Mi guardò stranito: la mia frase enigmatica non doveva essere delle migliori...
    -Non voglio che sia una cosa superficiale... Voglio che, se c'è qualcosa fra noi, sia vera... Capisci?-
    Per un attimo non seppe cosa rispondere. Si perse nei miei occhi e io nei suoi.
    Tenera. Dolce. Sincera.
    Cose che lui non era minimamente...
    -Sì, capisco... Ma non m'importa.-
    Senza che io potessi reagire o protestare, il suo braccio scese a cingermi i fianchi.
    Porca paletta!
    Il mio viso cambiò letteralmente colore, dal rosa pallido passò al rosso fuoco: ringraziai il fatto che fossimo a luci spente...
    Mi sembrò che lo schermo si spegnesse, lasciandoci completamente nell'oscurità... Ma era Tom che venendomi davanti mi aveva tappato la visuale.
    Speravo che gli altri fossero davvero troppo impegnati a vedere il film!
    No... Ti prego, non guardarmi così.
    Quando mi fissava in quel modo, ero completamente nelle sue mani... Poteva far di me ciò che voleva.
    La mia mano finì incosciamente sul suo volto, sfiorandolo leggera.
    Dovevo resistere. VOLEVO resistere.
    Non stava facendo pressione, stranamente. Si limitava a fissarmi, con quel suo sguardo penetrante e irresistibile.
    -I… Io…-
    Dovevo intervenire, e in fretta.
    -… Vado in bagno.-
    Mi alzai di scatto, liberandomi della sua presa. Corsi fuori, cercando di non tappare la visuale a nessuno dei presenti.
    Il chitarrista sbuffò… Come al solito era stato troppo diretto.
    Fece per alzarsi, ma una mano lo trattenne, con forza. Era Andreas.
    -Che le hai fatto?- chiese a Tom, con l’aria di chi sta per spaccare la faccia a qualcuno.
    -Cosa vuoi che le abbia fatto?! Niente! È solo andata in bagno…-
    Non voleva giustificarsi con quel gelosone senza palle…
    Non voleva cedergliela senza aver lottato… Anzi, non voleva cedergliela e basta!
    Sì, voleva che il suo amico fosse felice, che "coronasse il suo sogno d’amore" e stronzate del genere…
    … Ma non con Rain.
    Lui non amava Rain… Era solo una delle sue tante prede.
    Una delle sue “bambole”.
    Ma era SUA. E fin quando lo sarebbe stata…
    …Era l’unico che poteva “giocarci”.
    Se quella che Andreas gli aveva lanciato era una sfida, aveva già accettato da tempo e non aveva alcuna intenzione di perdere.





    Entrai nella stanza, sbattendo la porta dietro di me. Evitai di frantumare ogni cosa mi capitasse sotto mano, visto che vi erano due o tre telecamere piazzate sopra la mia testolina…
    Ci mancava solo che mi denunciassero per danni a beni pubblici!
    Appoggiai le mani sul lavandino, riuscendo a malapena a specchiarmi: apparivo stanca, sfinita, come se avessi appena finito di gareggiare nella maratona di New York.
    Come potevo ridurmi così per un tizio del genere? Come?
    Un pallido sorriso spuntò sulle mie labbra, ingenue. Ero stata brava: non avevo ceduto alla tentazione.
    Sì, lo so che Oscar Wilde avrebbe preferito il contrario… Ma se mi fossi lasciata andare anche solo una volta…
    Dubito che sarei riuscita a tornare indietro.
    Alzai gli occhi… La sua figura si rifletteva nello specchio.
    -Patetico… Adesso ho anche le allucinazioni…-
    -Allucinazioni?! Ma di che stai parlando?-
    -… E sento anche la sua voce… Dove sono arrivata?!-
    Aspetta un attimo…
    Scattai, saltando appena. Lui era lì, davvero.
    -Tom!! Ma… Ma…-
    Era difficile trovare le parole davanti a quel sorrisino capace di spiazzarmi in ogni mia parte.
    Capace di cancellare qualunque mia convinzione.
    Capace di distruggere quella piccola traccia di razionalità che mi rimane.
    -… Questo… è il bagno delle donne! Non potresti stare qui!-
    Si guardò attorno, come se ne fosse accorto solo in quel momento.
    -Io non vedo nessuna donna qui intorno.-
    -Mi prendi anche in giro adesso?!-
    -Può darsi...-
    Si avvicinava a piccoli, dolorosi passi.
    -E-ehi! Fermati! Ci… Ci sono le telecamere, potrebbero vederti…-
    Nessun problema per il nostro Tom “Sono-Il-Più-Figo” Kaulitz.
    Mi prese per mano e si diresse in uno dei tanti bagni, trascinandomi dentro con lui.
    -Lasciami subito, brutto maniaco! Guarda che mi metto a urlare!!-
    Chiuse la porta dietro la mia schiena, continuando a fissarmi come aveva fatto durante quell’ultima mezz’ora.
    Il bagno, come potete immaginare, era piuttosto piccolo: poco più di un metro quadro.
    -Io… Vorrei tornare a vedere il film, se non ti dispiace…- esclamai, cercando di aprire la porta.
    Ma Tom mi anticipò, poggiando le sue ampie mani su di essa, ai lati della mia testa, intrappolandomi ancora una volta nella sua tela.
    -è appena iniziato l’intervallo…- commentò, sorridendomi maliziosamente.
    -Ah, beh… S-sai che dura sempre troppo poco…- dissi, cercando di convincerlo come potevo. -Non vorrai perderti il finale?-
    Impresa vana.
    -Come puoi voler vedere un film del genere quando hai davanti a te un Colossal?- scherzò, atteggiandosi in maniera quasi vergognosa.
    Mi lasciò spiazzata, ancora una volta. Ma chi si credeva d'esser? Brad Pitt?
    Oh, no. Era molto meglio di Brad Pitt.
    Riuscì a venirmi vicino ancora, stavolta senza che io potessi fare effettivamente niente.
    Qualche centimetro divideva i nostri volti. Un flebile respiro.
    -Non penso che riuscirai a resistere a lungo.-
    -In… In che senso?-
    -Non sarò io a baciarti: sarai tu a farlo per prima.-
    -Non credo proprio, sottospecie di rapper! Non montarti la testa!-
    Sorrise ancora, come se sapesse già cosa stava per accadere.
    Aveva programmato tutto, per caso?!
    -Vanto una discreta esperienza, a differenza di te… Scommettiamo?-
    Non risposi, ma era sottointeso che non gliel’avrei data vinta tanto facilmente.
    Rimasi a fissarlo, senza esitazioni, senza crolli, senza timore.
    Pensava che stando semplicemente lì, fermo a guardarmi, io gli sarei saltata addosso? Tsk! Si sbagliava di grosso.
    O forse...
    ... Ero io a sbagliare?
    Bastò un movimento. Un piccolo movimento per farmi crollare…
    Per far crollare la poca dignità che mi era rimasta.
    Non avevo calcolato quanto quel piccolo aggeggino metallico avesse influenza su di me.
    Lo mosse piano, con la lingua.
    Incapace di distogliere lo sguardo, mi ritrovai a fissare il suo labbro inferiore, o, meglio, quel suo irresistibile piercing, che come una piccola stellina brillava in quel ristretto cielo oscuro.
    Le mie labbra divennero morbide calamite, attirate da tale forza.
    E, dopo esser trascorso ciò che mi sembrò un secolo, mi ritrovai in lui, ancora, ancora e ancora.
    Incrociai i polsi dietro al suo collo, mentre con le spalle finivo al muro.
    Avevo perso… E ne ero felice.
    Sfiorai sensualmente il freddo metallo, facendo una nuova, leggera pressione sulle sue umide labbra, per poi dischiuderle definitivamente, lasciando che le nostre lingue si unissero, s’intrecciassero, in altri dieci, cento, mille baci.
    Si allontanò per un attimo, sospirando piano.
    -Che ti avevo detto?!-
    Trovai il fiato per rispondere, guardandolo un tantino imbarazzata.
    -Risparmia il fiato, stronzo.-
    Cominciai a dargli piccoli baci su tutto il collo, per poi salire sul mento e tornare sulla bocca carnosa, intrappolandola nuovamente nella mia con dei morsi. La cosa non lo lasciò indifferente: notai il suo respiro aumentare per un attimo, mentre piccoli brividi apparivano vistosamente su di lui.
    Era mio, come volevo.
    Era mio il suo respiro, il suo collo, il suo intenso profumo.
    Erano miei i suoi brividi, i suoi occhi, le sue labbra.
    Le sue mani affusolate, le sue orecchie attente, le sue treccine corvine.
    Ma quanto sarebbe durata?
    Molte ragazze della mia età -ma anche più piccole- passano intere serate in discoteca a sbaciucchiarsi con il primo ragazzo discreto che passa, a volte anche più di uno.
    Ciò mi ha sempre disgustato… Eppure lo stavo facendo proprio in quel momento.
    Lo baciavo e mi piaceva… Ma ero solo una delle tante, no? Niente di serio, giusto?
    Cazzo, come potevo farlo?
    Come potevo esser sua, sapendo che da un momento all’altro l’avrei perso per sempre?
    Il solo pensiero mi faceva male, tanto male. Male da morire.
    Lo allontanai da me di punto in bianco, spingendolo verso la parete frontale.
    Mi guardò stranito, mentre abbassavo il capo, disperata.
    Rinchiusa nel bagno con lui, come una ragazza "dai facili costumi".
    Cosa sono diventata? Cosa?
    Le lacrime mi rigarono il volto, mi lacerarono dentro, involontariamente.
    -Che hai... Rain?-
    Mi chiamava. Lo sentivo lontano, distante.
    Com'era sempre stato...
    -Quando sarai riuscito a farlo con me... Mi vorrai ancora bene?-
    Quelle mie parole. Il mio sguardo.
    Due pugnalate in una al cuore. Il suo.
    Avevo paura di una sua possibile risposta... Di un suo possibile "No".
    Ma era quello che pensava in fondo, no?
    Dolore smisurato al petto.
    Ma non mi rispose... Come mi aspettavo.
    Di nuovo un piccolo sorriso mi si dipinse in volto.
    Stavolta non era felice. Era tremendamente amaro.
    -Già... Hai proprio ragione, Tom... Sono solo una stupida ragazzina.-
    Uscì dal bagno, raggiungendo a corsa il corridoio principale.
    Stavolta non tentò di fermarmi. Non ci riuscì.
    Sferrò un calcio al cestino, per poi sedersi per terra, scivolando velocemente con il viso tra le mani.
    Quelle parole... Quegli occhi.
    Così puri, così... Innocenti.
    Ero riuscita a intaccare quell'insignificante sentimento che si portava dietro fin dalla nascita e che usava nominare "orgoglio".
    Ero riuscita a fargli capire e provare sulla sua pelle ciò che provavo io, ciò che soffocava me.
    ...Ma soprattutto ero riuscita, per la prima volta nella sua vita, a farlo sentire una merda, esattamente ciò che era.

    "Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona."






    Appena uscita mi ritrovai faccia a faccia con Andreas. Conoscendolo, mi stava cercando da molto tempo, dopo aver lasciato solo nella sala il povero Bill.
    Notò com'erano ridotti i miei occhi -rossi, gonfi e umidi- e subito una strana scintilla omicida sbucò nei suoi.
    Lo invitai a calmarsi, affermando -mentendo- che non era colpa del chitarrista se stavo piangendo, ma che avevo semplice nostalgia di casa.
    Certo... Era l'ultimo dei miei pensieri!
    M'invitò a sederci alla caffetteria del cinema, per farmi calmare. Accettai, malgrado mi dispiacesse lasciare tristemente solo il vocalist: non avevo nessuna voglia di rivedere Tom.
    Almeno non subito. Dovevo chiarirmi bene le idee.
    Ma ciò che stava per succedere... Me le confuse ancora di più.
    Mi offrì una cioccolata calda, come la prima volta che lo incontrai.
    Sorrisi, tornando a sentire dolcezza sul palato, al sapor di cacao.
    -Va un pò meglio adesso?- mi chiese delicato il biondino: si vedeva chiaramente quanto fosse preoccupato.
    -Sì, va benissimo, And... Non preoccuparti.-
    Finì di sorseggiare quella bontà, per poi pulirmi gli angoli della bocca con un tovagliolino di carta.
    Che dovevo fare? Chiedere consiglio ad And, il mio migliore amico?
    Ero nel caos più totale...
    -...zie, And...-
    -Come?-
    -Grazie, And...- mormorai debolmente, tirando su col naso. -...Perchè ci sei sempre per me e te ne sono grata... Ti voglio bene...-
    Avvicinai la mia sedia alla sua, abbracciandolo improvvisamente.
    Quella stretta... Sincera, pura, familiare.
    Volevo cancellare ogni sua sporca traccia, pur sapendo che non avrei mai potuto.
    Il ragazzo rimase immobile, seguendo il corso degli eventi...
    Accidenti se era imbarazzato!
    Arrossì vistosamente, come una ragazzina, cercando di nasconderlo...
    Che sciocco che sono...
    Si voltò per un attimo...
    Attraverso il vetro, vide una chiara figura familiare.
    Tom.
    Correva, guardandosi intorno, provato.
    Stava cercando qualcuno... Non poteva esser altri che lei.
    I loro sguardi s'incrociarono. Taglienti, malvagi, combattivi.
    And ricambiò il mio abbraccio, portandomi le braccia sulla schiena, calorosamente.
    -Anch'io ti voglio bene, Rain.-
    Basta. Non poteva più aspettare.
    Non poteva sprecare un' altra opportunità.
    Si buttò...
    Sentì qualcosa arrivarmi sulla guancia, caloroso. Qualcosa come... Un bacio.
    Alzai la testa verso And, chiedendomi cosa avesse voluto dire tale dolcezza.
    -Rain... Tu mi piaci... Mi piaci davvero.-
    Rimasi perplessa per un attimo, per poi ricambiare il sorriso.
    -Anche tu mi piaci, And... Sei un' ottima persona, oltre che il mio più caro amico.-
    -N-no, non hai capito...-
    Continuai a fissarlo, aspettando una spiegazione più ampia.
    Avrei preferito non aver mai sentito quelle parole...
    Il chitarrista continuò a fissarci, senza riuscire a fare, nè dire nulla.
    -...Io ti amo...-









    Continua..

    Edited by ~ F r @ n c y * - 26/11/2009, 18:22
     
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  9. scialla483
     
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    jdhghfui<HRTèghuthgiyhtoagh
    fkurihguhtrhj
    jguthiojrijfcidwngtfy rugrijghrioh
    ieHPUGFRNSIGTRNHIHoifidjghsgjhnkgf
    fkldgijhujgohjg
    gkhjyhj
    nigjfijghknksnkgnfkhmgf
    dkfgjitshguirehihaehihrfdyianreio


    sono sotto shock.... quando sarò capace di commentare, commenterò...adesso posso essere solo scioccata..
    Rain deve stare con Tom
     
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    .
  10. ~ F r @ n c y *
     
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    xDD ok!
    Ero sicura che avrei shockato qualcuno u.u
     
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    .
  11. •Jumbì
     
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    ...
    Segnali vitali di Marta: inesistenti
    ...
    *Francy abbimi sulla coscenza u__u*


    CITAZIONE
    segue la sua Amora piangendo....
    Martaaaaaaaa
    aspettamiiiiiiiiiiiii

    SPOILER (click to view)
    (clicca per visualizzare)
    Tesoro guarda che ho postato!! U.U Fila a leggere.........

    Tesoro
    possiamo smetterla
    di piangere

    SPOILER (click to view)
    Coroooooooooooo :ossì:


     
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  12. SaReTtA_93
     
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    CITAZIONE (scialla483 @ 23/11/2009, 20:17)
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    sono sotto shock.... quando sarò capace di commentare, commenterò...adesso posso essere solo scioccata..
    Rain deve stare con Tom

    quotoooooooooooooooo
    *si ritira nelle sue stanze a riflettere con Rain....
    vi faremo sapere la conclusione
     
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  13. ~ F r @ n c y *
     
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    CITAZIONE (SaReTtA_93 @ 23/11/2009, 20:59)
    *si ritira nelle sue stanze a riflettere con Rain....
    vi faremo sapere la conclusione

    xDD vi ritirate per deliberare? xD

    CITAZIONE (Mìssa' @ 23/11/2009, 20.58)
    ...
    Segnali vitali di Marta: inesistenti
    ...
    *Francy abbimi sulla coscenza u__u*

    Ma nuooo! :ohcielooo!:
    è tutto sotto controllo xDD
     
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  14. SaReTtA_93
     
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    CITAZIONE (~ F r @ n c y * @ 23/11/2009, 20:49)
    xDD ok!
    Ero sicura che avrei shockato qualcuno u.u

    si...ci hai scioccato...ora io e Rain stiamo progetando la morte di tomi e andreas...e poi ce la spasseremo con gustavo e bibi....mhuahahahahah
    comunque donnaH hai tentato di ucciderci...
    fai attenzione....
     
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  15. Anto483
     
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    mio caro buzurro ti stai innamorando
    Però povero And... !
    Rain e Tom... ...oddio stupendo il capitolo
    Posta presto
     
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528 replies since 1/10/2009, 19:08   11559 views
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