Against the rain

PG Romantico? [Lezioni di sopravvivenza]

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  1. ~ F r @ n c y *
     
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    Eccomi, scusate il ritardo >.<

    ~ Lesson 4 ~

    ..Non c'è gioia senza amore..







    -Non preoccuparti, Tonius, davvero!... Sì, va tutto bene! A meraviglia!-
    Ci mancava solo che mi chiedesse quante volte al giorno andavo in bagno...
    Era la quinta volta che mio fratello mi chiamava... La cosa poteva sembrare scocciante, ma ne ero felice: ci tenevo a mantenere almeno i contatti con lui, l'unica persona a me vicina che mi aveva sempre sostenuta, che aveva sempre creduto in me, ma soprattutto, che mi aveva sempre voluto bene...
    Non era stato facile per me vederlo andare via di casa con "quella tipa", nonchè la sua ragazza, Ambra... Era stato quello il vero inizio del mio periodo buio...
    Avevo capito... "Sì, sono sola..."
    Era stato terribile...
    -Ok, ok... Ci sentiamo... A più tardi...-
    Cliccai il tastino rosso dell'apparecchio minuscolo che tenevo fra le mani, fissandolo per qualche istante... Non avevo potuto fare a meno di raccontargli qualche "balla innocente", come, ad esempio, che la notte scorsa avevo dormito da Julia...
    Che succedeva se scopriva che avevo dormito in una casa sconosciuta, pergiunta con ben cinque ragazzi dentro?
    Sarebbe venuto qui a prendermi per un orecchio e sgridarmi... La stessa identica cosa che avrebbe fatto mia madre...
    Ah, no... Lei mi avrebbe preso a calci nel sedere, ricordate?
    Un "Toc toc", mi fece alzare il capo distrattamente, mormorando un sonnolento: -Sì?-
    -Rain, dobbiamo andare!-
    Mi alzai di scatto con un piccolo salto, assicurandomi di avere le scarpe ai piedi...
    Sono un pò sbadata ultimamente...
    -Arrivo subito!-
    Mi attorcigliai attorno al collo la sciarpa nera di lana, quella che mia nonna mi metteva ogni santo Natale sotto l'albero da dieci anni: ne avevo un armadio pieno...
    Aprì la porta ad Andreas, mentre ancora mi stavo avvolgendo nel giacchetto lungo e caldo...
    -Scusa se ti ho fatto aspettare... Possiamo andare!-
    Il biondino, come faceva da quando ci eravamo conosciuti, mi sorrise comprensivo, offrendomi il braccio. -Oui, Madamoiselle! Dove la porto? Non dirmi su una stella, perchè la cosa momentaneamente mi è impossibile...-
    Sorrisi di cuore, aprendo completamente la bocca e mostrando istintivamente i denti di cui non andavo molto fiera...
    -Tranquillo... La mia destinazione è l'aereoporto di Berlino!- esclamai con tono teatrale, infilando la mano nello spazio che mi porgeva il ragazzo e stringendo il suo braccio a me.
    -Perfetto...-
    Stavo per scendere le scale, quando qualcosa di terribilmente ingombrante mi urtò, facendomi indietreggiare di un passo...
    Cos'era, un armadio?
    Ah, era solo quel coglione di Tom...
    -Ops, scusami! Non ti avevo proprio vista...- mormorò, mostrando maligno l'occhiolino, della serie "Ti avevo vista eccome!", mentre con sguardo "tremendamente disperato" tornava da dove era venuto... Anche se sinceramente avrei voluto mandarlo da tutt'altra parte...
    -Ma figurati... Bastardo!- dissi rabbiosa, quando oramai, purtroppo, non poteva più sentirmi... Andreas mi fissò sconcertato, per poi spingermi verso l'uscita...
    -Devi farci l'abitudine... Tom è fatto così! Impara ad ignorarlo e vedrai che smetterà di trattarti in questo modo... Sono gesti d'affetto secondo il suo "gergo"...-
    Quello è affetto?! Beh... Non voglio immaginare come ridurrebbe qualcuno che odia, allora... pensai scettica, limitandomi a sbuffare e a dirigermi verso il giardino...
    Lì vi era, secondo le parole del ragazzo, il mezzo di trasporto che mi avrebbe portata dalla mia amica...
    Guardai l'orologio: ero ancora tremendamente in anticipo...
    Svoltai l'angolo, ritrovandomi davanti una stilosa Porsche Carrera lucidata fino al motore... Rimasi per un attimo a bocca aperta, senza staccare lo sguardo da quel gioiellino...
    La conoscevo bene... Era la macchina dei sogni di mio fratello...
    -Beh, che c'è? Non entri?- mi chiese Andreas, aprendo gli sportelli con l'espressione più tranquilla e beata che avessi mai visto...
    -Hai... Hai i-idea di quanto costi questa macchina?- chiesi con voce tremante, indicandola con un indice altrettanto instabile...
    -Direi di sì, visto che l'ho comprata io!- rispose lui con una punta di sarcasmo, sedendosi alla guida... Mi diressi verso la vettura, non avendo il coraggio nemmeno di entrarci...
    Se la graffiavo? E se rompevo qualcosa?
    -Rain, ti vuoi muovere?! Farai tardi!!-
    Annuì ingoiando la saliva nervosamente, entrando con delicatezza... Solo dopo mi accorsi di chi c'era dietro di noi...
    -Buoooongiorno, Rain!-
    Bill mi sorrise euforico, sventolando la mano per salutarmi... Risposi al saluto guardandolo con cortesia, alzando appena la mano...
    -Buongiorno, Bill...- accennai dolcemente... Dovevo ancora abituarmi alla sua presenza...
    Era così composto e tranquillo... Ma allo stesso tempo attirava l'attenzione...
    Un tipo strano, ma decisamente interessante...
    Insomma, completamente il contrario di suo fratello...
    Come si chiamava? Ah, sì, Tom... Purtroppo, come quasi speravo, la mia mente non aveva ancora rimosso il suo nome dai dati celebrali...
    -Io e Bill andremo a fare un pò di Shopping in città, mentre tu starai con la tua amica... Quando avrai finito, mi chiamerai e ti passerò a prendere, e torneremo qui!- mi spiegò Andreas, accendendo il motore e cominciando il tragitto... Lo guardai, senza ben sapere cosa pensare, mentre con la coda dell'occhio osservavo il moro che indossava gli occhiali da sole, alti e spessi, e nascondeva la chioma corvina sotto un cappellino nero...
    Era così in vista che per andare a fare un giro doveva travestirsi... Che brutta vita...
    Ma tornando al discorso principale...
    -'Hm, 'hm...- fu il mio commento alle parole del biondino, accentuate dal su e giù della mia testa... Ma qualcosa non mi tornava...
    Sembrava che io fossi destinata a tornare in quella casa... A vivere con loro, insomma...
    Ma la mia intenzione era di andare a vivere da Julia, sempre se lei era consenziente...
    Andreas sembrava tenere molto a me... Come avrei potuto dirglielo senza ferirlo?
    Accipicchia...
    Appoggiai la testa al sedile, godendomi la tranquillità del viaggio e la comodità del veicolo... Perchè fasciarmi la testa prima di romperla? Ci avrei pensato al momento opportuno...
    Potevo solo constatare che sarebbe stata dura... Molto dura...



    -Rain!! Ehi, Rain, sei viva?-
    Alzai le palpebre velocemente, appena notai che Andreas mi chiamava insistentemente...
    -Siamo arrivati! Siamo in aereoporto!-
    Mi stropicciai gli occhi, alzandomi di scatto... Come ero riuscita ad addormentarmi con tutti i problemi che mi frullavano per la testa?
    -Oddio, che ore sono?- chiesi spalancando gli occhi di colpo... Il ragazzo si alzò la manica dela camicia, scoprendo il polso e osservando l'orologio...
    -Uhm... Le sei in punto!-
    -Merda!-. Afferrai la borsa e corsi all'impazzata, senza una meta precisa...
    -Ehi, Rain! Così ti perderai!- mi urlò il ragazzo, slanciandosi con le braccia verso di me...
    -Non preoccuparti! Ormai sono del luogo!-
    L'ennesima cazzata...
    Mi ricordai del punto in cui ero avevo chiesto informazioni alla "simpatica" hostess, del luogo in cui quei pazzi maniaci avevano tentato di farmi del male e del luogo in cui aveva mangiato con Andreas...
    Il bar... Era lì che mi aspettava Julia...
    Più mi avvicinavo, più sentivo il cuore sobbalzare...
    Era come la ricordavo? Non l'avrei riconosciuta?
    Cosa mi avrebbe raccontato? Studiava o lavorava? Era fidanzata?
    Tutte domande apparentemente stupide, ma che presto, speravo, avrebbero avuto risposta...
    Giunsi all'entrata, col fiatone che scorreva ovunque... Forse avevo corso un pò troppo...
    Alzai il capo riprendendomi... E la vidi...
    Si sistemò leggera il vestito, che le riduceva la vita ad un fuscello, mentre impercettibilmente il vento le scostava i capelli biondi, splendenti dal volto...
    Si avvicinava... Sentivo il rumore dei tacchi avanzare verso di me...
    è davvero... Lei?
    Mi guardai attorno, spaesata... Che avessi sbagliato persona?
    No, non potevo aver sbagliato... Occhi così belli non erano da tutti...
    Ecco, mi aveva visto... Quegli occhi così intensi avevano assunto una luce ancora più brillante, più meravigliosa... E quelle labbra così perfette si erano curvate in un sorriso gioioso...
    Sembrava davvero un angelo... Ogni singola persona presente si voltava a guardarla, sopresa e invidiosa di tale splendore...
    Forse stavo enfatizzando troppo le cose...
    Corsi verso di lei... -Julia!!-
    -Rain!!-
    Ci abbracciammo, strette... Il suo profumo di vaniglia mi entrò dentro, incapace di uscirne...
    Mi ricordai di quando ci eravamo abbracciate prima che partisse... Mi venne da piangere al solo pensiero...
    Ma adesso era lì, lì davanti a me...
    Mi staccai malvolentieri da lei, guardandola stupita, sorridendo...
    -Lasciatelo dire, Julia... Sei uno splendore!- ammisi sincera, stringendole le mani nelle mie...
    -Anche tu lo sei!- rispose lei, arrossendo appena: l'avevo messa in imbarazzo?
    Il suo tono di voce, come mi aspettavo, era completamente cambiato: era piuttosto acuto, grazioso, si confaceva perfettamente a contornare il tutto... Semplicemente il contrario del mio...
    -Dai, andiamo a prenderci qualcosa da bere!- propose, prendendomi per mano... Io accettai di buon grado, seguendola...
    Non potevo fare a meno di continuare a fissarla... Era come se, di punto in bianco, mi fossi svegliata da un brutto incubo, e di fianco a me avessi trovato un angelo biondo...
    Ma che mi stava succedendo? Sembrava che fossi innamoratai di lei!
    L'ho sempre detto che pensare troppo fa strani effetti...
    -Vieni, sediamoci qui!-
    Ci accomodammo su uno dei pochi tavoli liberi del bar... Ordinai la solita cioccolata della volta precedente: era veramente buona!
    -Io... Un caffè dietetico!- ordinò Julia, sorridendo cortesemente al cameriere... La guardai scettica, alzando un sopracciglio...
    -Ehm... Scusa, sono a dieta! Non posso sgarrare nemmeno un pasto!- mi disse allegra, preparandosi a pregustare quel "fantastico" caffè dietetico...
    Chissà che schifo...
    Non era cambiata solo fisicamente... Anche psicologicamente...
    Ma fino a che punto? Non volevo che la mia amica fosse diventata una biondina snob, una di quelle "sveglie", che se non sentono il loro ragazzo per almeno dieci minuti piangono come ochette...
    -Ops! è il mio!- esclamò, tirando fuori dalla borsetta bianca di Praga il cellulare vibrante... -Ciao, amore!-
    Ecco, appunto...
    -Sì, va tutto bene... Sono con una mia amica! Sì, quella italiana, Rain... Certo che te ne avevo parlato! Non ti ricordi?-
    La conversazione durò svariati, lunghissimi minuti, in cui non potei fare a meno di pensare che la "mia" Julia era scomparsa per sempre...
    Speravo vivamente di no...
    Era l'unica persona a cui potevo aggrapparmi... L'unica rimasta...
    -Scusami...- mi disse, riponendo il cellulare nella borsa. -Era Lukas, il mio ragazzo...-
    -Ah, bene!- commentai, "quasi" felice per lei. -è... Tanto che state assieme?-
    -Mah, non molto... Un mese o due...-
    Era strano tornare a parlare con lei... Mi venne un dubbio: che fosse un'altra persona a parlare con me su Facebook, su MSN e al telefono?
    Non era minimamente come la immaginavo...
    -Oh, accipicchia!- esclamò improvvisamente, battendosi una mano sulla fronte.
    -Che succede?- le chiesi, sorridendo appena sentendo quel "accipicchia!" alla italo-tedesca: parlavamo italiano, ma il suo accento era oramai irrimediabilmente tedesco!
    -Oggi è la giornata di shopping!- spiegò, sbuffando. -Me n'ero dimenticata...-
    Mi sentivo improvvisamente d'intralcio... -Ah... Non preoccuparti, se vuoi... Tolgo il disturbo...-
    -Ma figurati!- strepitò dopo, bloccandomi la mano con la sua...
    Pagò il conto con una naturalezza unica, cosa che in lei non avevo mai visto... E pensare che quando era piccola era così timida che a volte dovevo parlare io al posto suo...
    -Senti, facciamo una cosa...-
    Si alzò, mentre escogitava qualcosa, e io feci altrettanto... Che cosa aveva in mente?
    -Adesso andiamo dalle mie amiche, te le presento e facciamo shopping tutte assieme!! Ti va?-
    Le sue parole, seppur completamente diverse da quelle di mia madre, avevano lo stesso impatto... Mi esercitavano lo stesso dolore...
    Era evidente che non vedeva l'ora di correre dalle sue amiche, ma non potendo lasciarmi da sola, mi aveva invitata a stare con loro... Se veramente voleva stare con me, avrebbe potuto disdire almeno per quella volta...
    Perchè dovrei andare? Per essere completamente ignorata da un bel gruppo di bionde?
    -Ehm... Scusa, Julia, ma un mio amico mi sta aspettando all'ingresso... Si sta facendo tardi...- mentì, indicando distrattamente l'uscita dell'aereoporto...
    -Sicura?- chiese lei indagatoria, curvando le labbra verso il basso, forse dispiaciuta... Forse...
    -Sicura!- accennai io, sorridendole. -Abbiamo tanti altri momenti per vederci, no?-
    Mi abbracciò improvvisamente, stringendo evidentemente più forte che poteva... Ricambiai la stretta, con un filo di fiato...
    -Ti voglio bene...- esclamò...
    Ecco... Quella era la dolce Julia che ricordavo... La Julia che mi consolava con belle parole, quando ero triste... La Julia che mi metteva allegria con battutine vivaci...
    La Julia vera...
    -Anch'io, Julia...-
    -Tieni...-
    Mi porse un bigliettino... Sembrava di un'azienda...
    -Questo è l'ufficio in cui lavoro... Vieni quando poi! Volevo discutere con te di una cosa, con calma... Beh, ci tenevo a chiederti se volevi trasferirti da me durante il tuo soggiorno qui...-
    Gli angeli, nella mia mente, cantarono in coro con i loro strumenti d'orati, intonando un "Alleluja!"...
    -Pensaci e... Fammi sapere! Il mio numero ce l'hai, no?-
    Scappò via, lasciandomi solo l'impronta del suo sorrisetto angelico e di quella voce squillante che mi permaneva nei timpani...
    Non sapevo davvero cosa pensare...



    -Quindi non ti sei divertita?-
    -Ma che domande fai?! Sono stata bene con lei: erano anni che non la vedevo!-
    Andreas e le sue domandine-pungiglione...
    -Sei stata bene, ma non ti sei divertita...-
    Non risposi nemmeno... Non ne avevo la minima voglia...
    Preferì fare come Bill che, steso sui sedili posteriori in mezzo ad una quantità indefinita di buste -quanti vestiti aveva comprato?!-, cercava di dormire beato...
    -è diversa da come te l'aspettavi, vero?-
    Abbassai il capo, annuendo tristemente... -Completamente...-
    -Sai, le persone cambiano spesso, chi per un motivo, chi per un altro... O più semplicemente mutano crescendo, maturando e ciò che ci mostrano non è che una minima parte del loro vero carattere!-
    Mi poggiò una mano sulla spalla, attento a non distogliere gli occhi dalla strada...
    -Non abbatterti, Rain... Magari il suo cambiamento può sorprenderti alla fine!-
    Sorrisi lievemente... Non aveva tutti i torti...
    -Già... La ringrazio, Pitagora...- esclamai scherzosa, mentre parcheggiava davanti all'appartamento: era sera inoltrata e il cielo era già nero...
    -Non nominarmi Pitagora! Ho sempre odiato la Filosofia!- mi avvisò, scendendo dalla macchina...
    Beh, allora siamo in due...
    M'intimò di entrare, mentre svegliava il moretto dietro di noi e lo aiutava a portare le buste... Bussai, attendendo che qualche buon'anima mi aprisse...
    -Oh, ciao Rain! Vieni, entra!-
    Sorrisi a Georg e feci come mi aveva detto... Lui e Gustav stavano giocando a Ping Pong, nella sala...
    -Wow, Ping Pong! Chi sta vincendo?- chiesi, avvicinandomi ai due...
    -Ma ovviamente io!- rispose il bassista, dandosi un sacco di arie...
    -Certo, certo! Come no...- commentò Gustav scocciato, facendo l'ennesimo punto...
    -Ma non è possibile!!- commentò Georg, disperato... Risi assieme a loro, per poi recuperare la mia roba e dirigermi verso le scale...
    -Ehm... Ragazzi?-
    -Sì?- mi risposero all'unisono...
    -Sapete...-
    Non avrei mai immaginato di fare una domanda simile...
    -Sapete dov'è Tom?-
    I due si guardarono, per poi spostare di nuovo lo sguardo su di me.
    -è andato a letto presto stasera... Ha provato molto nel pomeriggio: doveva essere stanco...-
    Oh, certo... Povero piccolo! pensai ironicamente, ringraziandoli e dandogli la buona notte...
    Andreas mi aveva proposto un Hamburger per cena, ma cenare era l'ultima cosa che volevo fare... Mi si era chiuso lo stomaco...
    Mi trascinai stancamente nella stanza, la seconda a destra, secondo piano...
    Buio pesto... Era quello di cui avevo bisogno... Per deprimermi da sola, e in silenzio...
    Avevo davvero sbagliato a venire in Germania? Avevo fatto male i miei calcoli sperando in Julia?
    Mi liberai dei vestiti, lanciandoli in una parte indefinita della stanza, per poi afferrare il pigiama che vedevo a malapena e indossarlo... Dovevo dormirci su...
    Mi infilai sotto le calde coperte e mi appoggiai al cuscino...
    Ma c'era qualcosa che non andava... Sbaglio, o lo spazio era diminuito?
    Non riuscivo a vedere bene... Mi voltai, incontrando una calda corrente proveniente dal cuscino...
    Era un respiro...
    Non dirmi che...?
    Accesi l'abatjour sul comodino e... Una mano m'impedì di urlare...
    -Per favore, non rimetterti ad urlare, o sveglierai l'intero quartiere!-
    Cercai di dimenarmi dalla presa di quell'idiota di Tom, invano...
    -Mi... Mi spieghi che ci fai qui?-
    -Dovrei farti la stessa domanda! Stavo dormendo così bene, prima che tu mi venissi vicino e mi svegliasi! Ti sembra normale?-
    -Sei tu che non sei normale! Questo è il mio letto!-
    Perchè dovevo mettermi a discutere con lui? La mia situazione non era già orrenda?
    -Il tuo letto? E da quando, di grazia?- mi chiese lui, sbuffando vigorosamente...
    -Va bene, fa come vuoi! Io di qui non mi schiodo!-
    M'impuntai sul materasso, incrociando le braccia e fissando il soffitto, immobile...
    Il chitarrista sorrise, scuotendo la testa: probabilmente la cosa lo divertiva...
    -Beh, se è per questo nemmeno io...-
    Si voltò, dandomi le spalle e rimettendosi a sonnecchiare, come se nulla fosse...
    Ma tu guarda come dovrebbe stare una ragazza! E dire che ero una studentessa per bene... pensai, tentata da tirargli la lampada in testa...
    Tutte le stanze che ci sono... Proprio qui?
    Aveva ragione anche lui, in fondo: era pur sempre camera sua...
    Non riuscivo a non fissarlo... Aveva una schiena ampia, forte...
    Crebbe in me una strana, inspiegabile voglia di toccarla...
    No, Rain! Contieniti! Ricordati che è il tuo peggior nemico!
    Mi limitai ad abbassare la testa, verso il fondo del letto... Per fortuna era abbastanza grande da non tenerci troppo "appiccicati"...
    Mi rivenne in mente Julia...
    Mi era passata la voglia di vederla, dopo come si era comportata...
    E io che avevo mandato a quel paese tutto e tutti per lei...
    Cominciai a singhiozzare senza volerlo, prima in maniera lieve, poi sempre più rumorosamente...
    Il mio cuore veniva continuamente spezzato dalle persone a cui volevo più bene... Era il mio destino...
    Il ragazzo si voltò verso di me, guardandomi... Si stava chiedendo perchè stessi piangendo a quel modo?
    Mi voltai verso la finestra, coprendomi il volto...
    -Stai piangendo?-
    Non risposi... Che domanda del cavolo...
    -Non mi aspettavo che te la prendessi tanto... Ci tieni così tanto a questo letto?-
    -Non è per quello, Tom!-
    Mi portai le lenzuola fin sopra le orecchie: volevo solo addormentarmi e dimenticarmi quella giornata...
    Non ricordo bene come riuscì a farlo...
    Una strana sensazione di calore m'invase e caddi in un profondo sonno ristoratore...



    Dolce cinguettio degli uccellini...
    Era mattina, chiara e fresca mattina... Ottima per ricominciare...
    Aprì gli occhi, lentamente, ma non riuscì a vedere assolutamente niente... Non potevo aver perso la vista così da giovane!
    Sentivo il respiro stretto in una morsa, bloccato da qualcosa di caloroso, ampio...
    Come un corpo umano...
    Alzai la testa: il volto del ragazzo era ribassato verso di me, con le labbra semiaperte e gli occhi chiusi, dormienti...
    OH.MIO.DIO.
    Le sue forti braccia mi cingevano i fianchi, cancellandomi ogni possibilità di fuga...
    Ma... Ma... Che diavolo faccio adesso???
    Non volevo svegliarlo: si sarebbe accorto di quella posizione... Chissà cosa avrebbe pensato...
    Alzai ancora il capo verso il suo...
    Aveva un bel viso quando dormiva... Appariva così docile e indifeso...
    Sentì le guance andarmi a fuoco, surriscaldarsi in un attimo... Che mi stava accadendo?
    Senza darmi il tempo di pensare, la porta si spalancò...
    -Tom, sei qu...-
    Il biondino rimase sulla porta, impallidendo...
    Vestiti sparsi per il pavimento...
    Io e Tom nello stesso letto... Abbracciati...
    Merda!






    Continua =)

    Edited by ~ F r @ n c y * - 11/11/2009, 18:59
     
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