Against the rain

PG Romantico? [Lezioni di sopravvivenza]

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  1. ~ F r @ n c y *
     
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    Continua ** [dedico questo capitolo ad una mia amica che qualche giorno fa era un pò depressa =) Giù, su con la vita!]


    ~ Lesson 3~

    ..L'apparenza inganna e ferisce..


    SPOILER (click to view)
    le immagini sono scomparse xD le cambierò!






    Notte fredda e agitata.
    Mi svegliavo continuamente, non riuscendo a dormire almeno un'ora di fila.
    Decisi di alzarmi dal letto, stanca di quel continuo malessere, e a piedi scalzi, ragginsi l'ampia finestra che affacciava sulla città.
    Il freddo che sentii risalire dai piedi fin dentro lo stomaco mi trasmise esattamente ciò che vidi là fuori.
    Appartamento indefinito. Amburgo.
    Cielo scuro e nuvoloso. Poche stelle, luna invisibile.
    "Non sentirti sola! Siamo sotto lo stesso cielo!" mi aveva detto Julia, in un giorno triste e malinconico.
    Ma come potevo non sentirmi sola?
    Quel cielo mi era estraneo... Come tutto il resto.
    Ero libera, libera di scorrazzare ovunque.
    Eppure... Perchè i miei occhi non volevano piantarla di buttar fuori lacrime?
    Cosa mi mancava davvero?
    Tornata a letto, strizzai gli occhi più che potevo, scaldandomi i piedi gelati strusciandoli l'uno contro l'altro.
    Capirò cosa voglio solo quando l'avrò trovato... E piangerò ancora di più quando l'avrò perso.



    Aprii un occhio, lentamente.
    Era mattina. Il sole entrava imperterrito nella stanza, colpendomi in pieno volto.
    Sole?!
    Sicura, spalancai anche l'altro occhio, incredula.
    Le nuvole erano così fitte stanotte... Strano.
    Mi alzai piano, fissando il pavimento; ero ancora indolenzita. Toccai lievemente il cuscino, ancora bagnato di lacrime.
    Un momento...
    Ero a casa di quell'Andreas, o meglio, a casa di alcuni suoi "amici misteriosi".
    Era proprio il caso di togliere il disturbo.
    Mi diressi verso il bagno privato, collegato alla stanza. Quando mi sarebbe ricapitato di avere un bagno tutto mio?!
    Naaa... Prima di andarmene devo scoprire cosa nasconde Andreas!
    Mi stava simpatico. Conoscendo a malapena il territorio, mi serviva una spalla, un amico come lui che m'indicasse come muovermi.
    Il mio obbiettivo era ancora lei: la mia migliore amica, Julia.
    Dovevo raggiungerla a tutti i costi.
    Sì, ma dopo? Cosa sarebbe successo?
    Chissà, magari potremmo rimanere amici...
    Proprio quando i miei pensieri stavano raggiungendo il culmine del problema, un rumore sospetto mi fece voltare di scatto. Qualcuno stava cercando di aprire la porta...
    Mi voltai verso il comodino: le chiavi erano lì.
    Che sia Andreas?
    -Maledetta porta! Perchè sei chiusa a chiave?-
    Partì un' imprecazione.
    Quella non era la voce di Andreas.
    Oh, cavolo!
    Che fosse qualche suo amico? Come gliela spiegavo la mia presenza lì?
    Mi guardai intorno, agitata. Afferrai la lampada che avevo di fianco, portandomela davanti al viso.
    Se fosse un maniaco? Devo star pronta a difendermi!
    -La devo far riparare un giorno di questi...- mormorò la voce da fuori la stanza, piuttosto virile e furiosa. Mi avvicinai ancora di più alla porta, pronta a colpire.
    La serratura scattò. L'entrata si spalancò...
    Rimasi senza parole.
    Un tizio seminudo era davanti a me.
    -AAAAAAH!!!-
    Mi allontanai spaventata, voltandomi verso il muro.
    -Ehi... M-Ma...-
    Non sapeva che dire! Anche il tizio sembrava sconvolto quanto me.
    -... Ma tu chi diavolo sei? Che ci fai nella mia camera?- chiese, impettito.
    -D-Dici a me?-
    Domanda alquanto stupida.
    -Ma no, dico alla lampada che hai in mano!- rispose irritato, in maniera sarcastica. -Certo che dico a te! Avanti, chi sei?-
    Mi voltai verso di lui, decisa.
    -Potrei farti la stessa domanda!-
    -Questa è camera mia, sono io che faccio le domande qui!-
    La situazione stava pian piano degenerando. Lo osservai meglio, mentre pensavo a qualcosa di sensato da dirgli: decisamente alto, con qualche ridicola treccina corvina che ricopriva l'intera testa, stile rapper o afroamericano.
    E soprattutto... Con un solo asciugamano avvolto al ventre.
    Che vergogna!
    Mi tappai gli occhi con le mani, istintivamente. Lo so, mi prenderete per una sciocca, ma... Non avevo mai visto un uomo veramente nudo, mio fratello a parte.
    Il tizio mi guardò offeso, per poi spostare lo sguardo sulla sua semi-nudità.
    -Che c'è, ragazzina? Non hai mai visto un bel ragazzo nudo?- chiese beffardo, sorridendo.
    -Ma che stai dicendo?! Mi prendi per il culo?-
    -Tante sono le ragazze che hanno avuto l'onore di risidiere per una notte in questa stanza con il sottoscritto, e mai nessuna mi aveva guardato in quel modo schifato prima d'ora.-
    C-Cosa?
    Che... Che diavolo vai blaterando?
    -Sta' tranquilla... Posso mostrarti qualcosa che ti farà cambiare idea...-
    Si portò le mani all'asciugamano, come se avesse intenzione di rimuoverlo completamente dal suo corpo.
    -Ehi, ma che stai facen...?-
    -Rain, che succede?-
    La voce proveniva da fuori la stanza: era Andreas.
    Ero così felice di vederlo.
    Il ragazzo con le treccine si voltò verso il biondino, indicandomi.
    -Mi spieghi chi è questa ragazzina?- chiese annoiato, piegando la testa di lato.
    -Non chiamarmi ragazzina, stolto!- risposi di tutto punto.
    Era la prima volta che lo vedevo, eppure già avevo una fremente voglia di strozzarlo con le mie stesse mani!
    -A chi hai dato dello stolto?!- rispose lui furioso, venendomi vicino.
    O-oh...
    Ancora una volta Andreas si mise fra noi.
    -Tom, aspetta! Questa è una mia amica: si chiama Rain. Le ho dato le tue chiavi di riserva e l'ho fatta dormire qui semplicemente perchè è arrivata ieri dall'Italia e non ha un posto dove stare.- spiegò lui il più chiaramente possibile, con un tedesco così perfetto da lasciarmi di stucco, mentre continuavo a fissare quel "Tom".
    Tom? Allora è così che si chiama quest'antipatico... Che nome orribile! pensai incrociando le braccia al petto, con aria offesa.
    -Rain? Allora è così che si chiama quest'antipatica... Che nome orribile!- disse Tom, fissandomi malignamente.
    Rain,calmati!Rain,calmati!Rain,calmati!Rain,calmati!Rain,calmati! Oltre a leggere nel pensiero, è pure uno stronzo!!
    -Dai Tom, non fare così! Rain è una bravissima ragazza! Su, avanti, voglio che vi conosciate come si deve...-
    Prese la mano di Tom, per poi avvicinarsi e afferrare anche la mia.
    -Adesso datevi la mano e fate pace. Vi ripresento: lui è Tom Kaulitz, e lei è Rain Corietti!- esclamò il biondino soddisfatto, sorridendo.
    Strano che Rain non l'abbia riconosciuto... pensò dopo, incuriosito.
    Sinceramente l'ultima cosa che volevo era divenire una "conoscente" di quel Tom Kaulitz.
    Tom Kaulitz... Nome non nuovo.
    Chissà dove lo avevogià sentito...
    Senza guardarci nemmeno negli occhi, con volto disgustato, afferrammo l'uno la mano dell'altro. La sua era ampia e, notai con stupore, liscissima. Sembrava quasi che fosse stata levigata con estrema cura.
    Che faceva di lavoro, il vasaio?
    Mormorò qualcosa come "Uhm" di cui non afferrai l'utilità. Mi dava sui nervi.
    Appena Andreas spostò lo sguardo altrove, strinsi improvvisamente la mano del ragazzo più che potevo, facendolo sobbalzare. Me lo aveva insegnato Tonius.
    -Brutta...- mormorò, fulminandomi con lo sguardo. Ma prima che potesse dire altro, il biondino lo afferrò per un braccio, trascinandolo fuori dalla stanza.
    -Vestiti con calma, Rain: ti aspettiamo giù per la colazione!- esclamò solare, chiudendo la porta di sfuggita.
    Rimasta sola, sorrisi soddisfatta: farlo arrabbiare mi faceva stare davvero bene!
    Aprii la valigia per mettermi dei vestiti puliti. Avevo ancora i nervi a fior di pelle.
    Solo a ricordare il volto di quell'antipatico mi passava l'appetito!
    Optai per un pullover bianco, a collo alto, e vi abbinai una gonnellina di lana, con tanto di spesse calze e stivaletti neri.
    Solo un altro pensiero balenò nella mia testa.
    Se uno dei suoi amici è così, figuriamoci gli altri!



    Sentivo del mormorio soffuso provenire dalla sala. Non c'erano solo Andreas e Tom.
    Chiusi la porta della stanza e mi diressi verso le scale, scendendole con estrema calma. La sera prima non mi ero resa ben conto di quanto quella casa fosse grande... Adesso lo notavo fin troppo bene!
    Vi erano numerose stanze al primo piano, compresa quella in cui avevo alloggiato, e corridoi erano tutti piuttosto profondi.
    Speravo di non perdermi a quel punto e di raggiungere la zona della casa in cuii erano i miei "coinquilini".
    Eccomi, ero arrivata.
    Alzarono tutti la testa. Arrossii appena, vedendo tutti gli sguardi puntati su di me, e abbassai la testa imbarazzata: capivo come si sentisse una modella su una passerella...
    Con una sola, fondamentale differenza.
    Le modelle sono abituate ad essere al centro dell'attenzione; io no, affatto.
    Solo un paio di occhi mi snobbava completamente, e indovinate di chi erano? Ma di Tom, ovviamente.
    Il mio arrivo non gli fece nè caldo nè freddo: guardava da tutt'altra parte, fumandosi tranquillo la sua cara sigaretta.
    Io odio il fumo.
    Lo guardai disturbata, per poi soffermare l'attenzione su ben altro: c'erano altri tre ragazzi nella sala, oltre a Tom e ad Andreas.
    O meglio, due ragazzi e una ragazza.
    Uno aveva i capelli lunghi castani, coi tipici tratti tedeschi da "duro"; l'altro era più piazzato, con un paio di occhiali neri e sguardo simpatico.
    Mentre la ragazza...
    Oddio, ero sicura di averla già vista!
    Portava i capelli neri lisci sulle spalle ed era pesantemente truccata di nero.
    -Ah, eccoti finalmente!- mi disse Andreas, avvicinandosi felice a me. Mi fece sedere, mettendomi davanti agli occhi ogni tipo di cibo: biscotti, sfoglie, caffè, cereali...
    -Stamattina mi sono svegliato presto per andare al market a prenderti qualcosa per colazione. Non vorrei che ti venisse nostalgia della cucina di casa.-
    Sorrise dolcemente mentre lo diceva.
    -Oh... Grazie, non d-dovevi.- dissi imbarazzata, cominciando a prendere titubante qualcosa da mettere sotto i denti: era un pò che non mangiavo.
    -Ah, Rain, voglio farti conoscere i miei amici! Mai sentito parlare dei... Tokio Hotel?-
    Rimasi un attimo imbambolata, mentre i quattro presenti mi fissavano -ovviamente quattro, visto che Tom era troppo impegnato a "limonare" con la sua sigaretta!-.
    -Ehm...-
    Che dovevo dire?! Ne avevo sentito parlare, ma...
    -... Mi spiace, non sono mai stata a Tokyo.-
    Un istante di silenzio.
    E subito dopo un rimbombo di risate.
    Tutti, quel Tom in particolare, si torcevano la pancia dal ridere, compresa la ragazza mora.
    Ma... Che hanno da ridere?
    -Scherzi a parte...- esclamò Andreas, asciugandosi gli occhi lacrimanti dalle risate. -Te li presento.-
    Mi alzai, fermandomi davanti ad ognuno di loro. Il primo ad alzarsi fu il tizio con gli occhiali, che mi porse la mano gentilmente.
    -Piacere, il mio nome è Gustav.- disse, mantenendo inalterata la dinamica facciale.
    -Piacere mio!- dissi io di tutta risposta, sorridendo in maniera distaccata.
    Poi fu la volta del tizio con i capelli lunghi castani, che mi porse la mano in maniera un pò più calorosa.
    -Ciao e benvenuta a Berlino! Io sono Georg!-
    Sorrisi vivacemente, afferrando la stretta. -Grazie, è un piacere!-
    E indovinate a chi toccò dopo?
    Il ragazzo mi guardò un attimo, distrattamente, mentre aspettavo che si alzasse almeno per salutarmi, in silenzio.
    -Beh, che vuoi ragazzina? Ci siamo già presentati, mi sembra... Mi è bastato, grazie!-
    Quanto avrei voluto prenderlo a schiaffi. Se fossimo stati soli gliene avrei date di santa ragione!
    Inizialmente mi limitai a sorridere, per non sfigurare davanti agli altri; in seguito mii avvicinai con nonchalance, levandogli la sigaretta di bocca.
    -Ma cosa...?-
    Feci pressione sul posacenere, spegnendola. -Fa male fumare. Non vorrei che ti sentissi male, in futuro.-
    La mia voce era tutt'altro che seria e sincera: era così meschina e maligna che mi facevo paura da sola.
    Gli altri risero, mentre cominciavo a sentirmi molto meglio: quel ragazzo tirava fuori la parte peggiore di me!
    Tom, probabilmente per orgoglio, si limitò a sbuffare, alzarsi e andarsene in cucina.
    Alzai le spalle: era molto meglio così. Anche se mi pentii di non essermi comportata con maturità.
    Mi avvicinai alla ragazza stavolta, sorridendole: forse lei avrebbe potuto comprendermi.
    Come cavolo faceva a vivere in un casa con tre maschiacci? Doveva avere un tasso di sopportazione e pazienza altissimo!
    Quando si alzò, nella mia testa sorse qualche dubbio: era alta due volte la sottoscritta, e non portava nemmeno i tacchi.
    I suoi vestiti attillati mi permettevano di capire quanto fosse magra ed esile.
    Non ha nemmeno un pò di seno... pensai. Chissà quanti complessi, poverina.
    -Piacere Rain! Benvenuta fra noi! Io sono Bill!-
    -Ah, piacere, B...-
    Bill! Aveva detto... Bill?!
    Quindi... Quindi... Era un uomo?!
    La sua mano ampia, proprio come quella di Tom. La loro somiglianza. La sua statura esgerata. Il suo petto.
    Ora tornava tutto.
    Avevo appena scampato una figuraccia colossale!!
    -Se stai pensando a me e a Tom... Sì, siamo gemelli! Nonè facile capirlo conciato come sono, vero?-
    Sorrise sincero, mentre io cercavo di ricambiare. Ora che lo guardavo bene...
    Beh, era molto più gentile di Tom, non vi erano dubbi, ma entrambi avevano un viso molto elegante, delicato.
    Carino, insomma.
    Oddio, Rain! Ma cosa vai a pensare?!
    La mattina mi faceva un brutto effetto.
    -P-Piacere...- mormorai poi, tornando a sedere.
    Che strana sensazione.
    -Come ti stavo dicendo prima...-. Andreas riprese a parlare, schiarendosi la voce. -... Loro sono una band, una band molto famosa a livello nazionale e internazionale! Sono i Tokio Hotel, possibile che tu non li conosca? Li avrai senz'altro sentiti nominare!-
    Tokio Hotel.
    Kaulitz... Kaulitz...
    Ma certo! Quella smorfiosetta di Noemi della mia classe aveva un sacco di loro foto e ne andava matta!
    Aspetta.
    Quindi io... Avevo davanti dei personaggi così famosi?
    Sentii le gambe cedere. Non sapevo cosa pensare!
    -Ma sì, c-certo che li conosco!- mentii, o quasi. -E' un onore avervi conosciuto di persona.-
    Un suono proveniente dalla tromba delle scale guizzò alle mie orecchie.
    -Ehm... Scusate, mi sta squillando il cellulare. Vado a rispondere!- dissi alzandomi di scatto e correndo su per le scale.
    -E' proprio carina...- disse a bassa voce Georg agli altri. -Se non ci stesse provando il nostro caro Andreas, ci penserei io a lei!-
    -Ehi, aspettate! Io non ci sto affatto provando!- si difese il biondino, sventolando le mani davanti agli amici, agitato.
    Ma i loro sguardi inquisitori dicevano il contrario.
    -Su, non fingere, amico mio!- rispose il cantante, dandogli una leggere pacca afettuosa sulla spalla. -Sembra una ragazza a posto e, come diceva Georg, non è niente male!-
    Tom sbucò dalla cucina, ancora più irritato di prima.
    -Se quella è carina, io sono Michael Jackson!-
    -Ma... Tom!- lo accusò il fratello. -Michael è morto! Non dovresti metterlo in mezzo, poverino.-
    -Bill, per favore, non cominciare col tuo insensato moralismo del cazzo!-
    Mai visto l'ex rasta così nervoso.



    Salii le scale più veloce che potevo. Afferrai il telefono che era sul letto e lessi il numero.
    Spero non sia mia madre...
    Non era lei.
    Era Julia.
    Non ci potevo credere. Tremando, cliccai il tastino verde e mi portai l'aggeggio all'orecchio.
    -P-Pronto?-
    -Rain, sei tu?-
    Che emozione. Era tanto che non la sentivo per telefono.
    -Scusa se non ho risposto ai tuoi messaggi, ma ero senza credito...-
    -Non preoccuparti.- tagliai corto io.
    -Ma... E' vero che sei qui, in Germania?-
    Sorrisi. Allora non ce l'aveva con me.
    -Sì, sono ad Amburgo, da un amico.- ammisi, giocando con una ciocca di capelli e girando per la stanza senza sosta. -Sono scappata di casa e ho deciso di stare qui, per adesso... Potrei comunque decidere di rimanere qui.
    Sentii un urlo assordante di gioia provenire dall'altra parte della cornetta.
    -Oh mio Dio, Rain! E' bellissimo!! Quando ci incontriamo?-
    Incontrarci?
    Ero così emozionata: rivederla dopo dieci, lunghi anni... Chissà com'era cambiata.
    -Ti... Va oggi pomeriggio? Alle cinque, alla stazione di Berlino!-
    -Perfetto!-. Era fremente di gioia, anche se mi chiedevo perchè volesse vedermi proprio a Berlino visto che entrambe eravamo ad Amburgo.
    Ma feci finta di niente. Non m'importava.
    -Scusa Rain, ma ti devo proprio lasciare! Ci vediamo oggi! Abbiamo molto di cui parlare... A dopo, tesoro!-
    Chiuse la conversazione come faceva al computer, senza che la potessi salutare.
    L'unico brutto vizio, di cui era a conoscenza, che possedeva.
    Chissenefrega... pensai. -Tanto oggi la vedrò!-
    Cominciai a saltare per la camera, urlando in qua e là. Mi lasciai andare a salltelli vivaci e ad urletti isterici, per poi buttarmi sul letto e scalciare in aria per la felicità.
    -Complimenti, ancora una volta sei riuscita a stupirmi... Sei più patetica di quel che credevo.-
    Mi voltai. Oh, no...
    -Si può sapere che vuoi? Fatti gli affari tuoi!- risposi in maniera più fredda possibile, ignorando completamente il suo sguardo.
    -Chi era, il tuo ragazzo?- chiese, imitandomi mentre saltellavo in maniera stupida.
    -Insomma, non sono affari tuoi! Mi dai sui nervi!-
    Gli andai addosso, sbattendo contro il suo petto. Non avevo certo paura di un allocco del genere!
    -Senti... Capisco che tu non mi voglia in questa casa, basta dirlo chiaramente! Tanto non resterò a lungo, tranquillo.- dissi cercando di chiarire le cose fra noi due. Non volevo che la seconda persona tedesca che conoscevo fosse mia nemica. Se era famosa poi...
    -Non ho mai detto questo, e non ho intenzione di farlo.-
    Mi si avvicinò, quanto bastava per esaminare con quanta intensità respiravo. Rimasi allibita, guardandolo in silenzio.
    Per un attimo smisi completamente di fiatare.
    -Attenta, non sfidarmi. Qui comanda il sottoscritto! Se rimani, ti lascio immaginare cosa passerai.-
    Mi afferrò per il mento, alzandomelo verso di lui.
    -In guardia, ragazzina: io ti ho avvertita... Sento che mi divertirò.-
    Mi lasciò andare, sorridendo e allontanandosi.
    Nella mia testa c'era solo rabbia, rabbia e ancora rabbia.
    O forse anche qualcos'altro. Qualcosa di nuovo che non capivo.
    Cuore, smettila di battere così forte.
    Gote, smettetela di arrossire così velocemente.
    Che abbia preso freddo?








    Continua =)

    Note finali: ecco l'incontro con i ragazzi! come andranno le cose con loro? e con Andreas? Rain riuscirà ad incontrare Julia? Lo scoprirete solo andando avanti con la storia =)
    Spero vi sia piaciuto! *-*
    A presto!!

    Edited by ~ F r @ n c y * - 23/9/2010, 19:44
     
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