Against the rain

PG Romantico? [Lezioni di sopravvivenza]

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  1. ~ F r @ n c y *
     
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    Continua **


    ~ Lesson 2~

    ..Non tutto il male viene per nuocere..





    Più camminavo e più mi rendevo conto di quanto fossi nei casini.
    "Stai facendo una cazzata!" mi aveva detto mio fratello, "Ripensaci!"
    Forse avrei fatto bene a farlo. Perchè non davo mai ascolto al mio fratellone?!
    Il viaggio fu più lungo di quanto pensassi.
    Eccola, era sotto di me. Germania.
    Da tempo sognavo di andarci, di vederla, di calpestare quel suo freddo suolo. Adesso, probabilmente, ci avrei vissuto.
    Afferrai il cellulare che continuava a vibrare nella mia tasca, mentre recuperavo i bagagli e i documenti di volo. Era ancora lei.
    E io che speravo fosse Julia.
    Mia madre. Era la dodicesima volta che mi chiamava.
    Ma non volevo risponderle: non m'importa più di ciò che la riguardava.
    Avrebbe dovuto interessarsi a me quando ero ancora lì con lei, quando ne aveva ancora la possibilità.
    Passai una zona di controllo, in cui mi chiesero il biglietto e la carta d'identità. Ancora non ci credevo.
    Mi guardai attorno: l'immenso aereoporto di Berlino.
    Vari problemi mi ero lasciata alle spalle, e uno di questi era la scuola. Non avrei più potuto diplomarmi. Chissà che guai quando i miei insegnanti e i miei compagni di classe sarebbero venuti a conoscenza della mia fuga!
    Controllai ancora il telefono: di Julia ancora nessun segnale.
    Avrà dedotto che stessi scherzando... pensai, levandomi nervosamente un ciuffo castano dal viso.
    ... O forse ce l'ha con me per ieri sera.
    Non avevo idea di dove mi trovassi. Sì, che fosse Berlino, la capitale, ci arrivavo... Ma la geografia, di qualunque stato, non era mai stata il mio forte.
    E adesso come faccio a raggiungere Amburgo?
    Come faccio a incontrare Julia?
    Come sopravviverò?
    Mi venne in mente una soap opera in tv, vista qualche giorno prima, in cui una ragazza, sperduta nel bel mezzo dell'Inghilterra, si ritrova a vagare per la strada per giorni e giorni, senza niente da mangiare e un posto dove dormire.
    Ecco, quella ragazza sarei stata io se non mi fossi data una mossa.
    Afferrai il cellulare, per poi digitare velocemente, con mani tremanti, il numero della mia amica.
    Ti prego, rispondi!
    Continuò a squillare a vuoto.
    Oh insomma, Julia! Rispondi!!
    Niente da fare.
    La cosa inizialmente mi divertiva: viaggiare da sola, senza scocciature, libera da ogni preoccupazione.
    Ma adesso... Non avevo idea di cosa fare.
    Mi avvicinai alla reception un pò timorosa.
    -Ehm... Ausflucht...-
    Attirai l'attenzione della ragazza con un semplice "Scusa". Alzò il capo, guardandomi con aria infastidita: forse il mio tedesco non era proprio perfetto. O forse si sentiva disturbata, visto che era notte fonda. Per via degli scali avevo tardato un pò.
    -Ja?- chiese, continuando a guardarmi storto. Subito la sua pelle diafana attirò la mia attenzione.
    Che emozione, stavo parlando con una tedesca!
    Ok, Rain, riprenditi e usa le tue conoscenze della lingua per uscire di qui.
    Le chiesi con titubanza come facessi a raggiungere Amburgo. Le spiegai in sintesi la situazione e le chiesi cortesemente se aveva una cartina da fornirmi.
    Si alzò di scatto, facendomi sobbalzare; prese qualche foglio da uno scaffaletto lì vicino, per poi porgermi il tutto in malomodo, battendolo sul ripiano antistante.
    -Hälst.- esclamò, liquidandomi con un semplice "Tieni", per poi alzarsi e sparire dalla mia traettoria visiva.
    -Oh... Danke, dame!- dissi fra me, più che altro con tono ironico.
    Era una cartina dell'intero stato. Insieme vi erano il numero di un taxista e di un box informazioni.
    Poteva anche aiutarmi lei! pensai scocciata.
    Mi rigirai la cartina davanti agli occhi più volte.
    -Ma come accidenti si legge 'sta roba?-
    La mia finezza, anche fuori dall'Italia, non aveva pari.
    Beh, visto che non ho più molti soldi nel cellulare, tanto vale chiedere informazioni a qualcuno.
    Come potete immaginare, a notte fonda di viaggiaori ce ne sono davvero pochi. O meglio, non quelli che ti aspetti.
    Vidi un gruppetto di uomini -quattro o cinque al massimo- che si dirigeva fuori dall'aereporto.
    E' la mia occasione!
    Corsi verso di loro, fermandomi proprio davanti.
    -Sorry... C-Can you tell me the way to Amburgo?-
    Parlai in inglese: magari erano dei turisti.
    Il gruppo si guardò, sghignazzando. Li osservai meglio..
    Biondi, piazzati, sguardo truce, pallidi.
    Sì, erano proprio tedeschi.
    Uno di loro mormorò qualcosa che non afferrai. Capii solo due parole, che mi chiarirono la situazione.
    "Bella ragazza"
    Mi vennero vicino: il loro sguardo non mi piaceva affatto.
    Credo che non volessero proprio darmi informazioni.
    Mi allontanai, indietreggiando. -E...Entfernt euch!!- gridai, dicendoli di allontanarsi.
    Cavolo! Adesso sì che sono nei guai!
    Mi guardai attorno: eravamo soli. Non potevo chiedere aiuto a nessuno!
    Merda!
    Ormai erano ad un passo da me. Uno si sporse verso di me, sfiorandomi il volto. Che cavolo aveva intenzione di fare quel maniaco?
    MerdaMerdaMerda!
    -Ah, eccoti finalmente! Ti stavo aspettando!-
    Un braccio mi cinse la gola, costringendomi a fermarmi.
    E... Adesso?
    -Vieni, andiamocene da qui...-
    La misteriosa figura mi trascinò via da un imminente pericolo.
    Era un maschio, l'avevo capito dal timbro di voce. Sentii un tedesco perfetto, tipico dei professori che cercando di spiegarti le basi parlandoti il più chiaramente possibile.
    Ero fuori pericolo. Mi aveva salvata.
    Ma... Non è che anche questo tizio ha delle strane intenzioni?!
    Mi liberai della presa, piazzandomi davanti al misterioso tizio.
    -Ehi, si può sapere chi...-
    Rimasi per un attimo incantata a fissarlo.
    Il mio salvatore.
    -Non ti sembra giusto avere un minimo di riconoscenza per colui che ti ha salvata? E' stata una fortuna che io mi trovassi lì. Non voglio nemmeno immaginare cosa avrebbero potuto farti: erano ubriachi...-
    Era incredibilmente biondo e alto; i suoi caratteri somatici erano tipici della nazione in cui ci trovavamo.
    -Ho recitato bene la mia parte, vero?- esclamò contento, sorridendomi calorosamente.
    Il primo vero tedesco che incontravo e che, oltretutto, mi salvava la pelle.
    -Ehm... Grazie.- esclamai un pò perplessa. -Posso sapere chi sei?-
    Si schiarì la voce, mentre con le mani in tasca cercava di riscaldarsi almeno un pò.
    -Mi chiamo Andreas, molto piacere. Tu sei Rain Corietti e vieni dall'Italia, giusto? Parli molto bene il tedesco, complimenti!-
    -Ehi, ehi, aspetta! Come fai a sapere queste cose?-
    -Beh, le hai scritte sulla valigia.-
    Mi voltai, osservando quel grande oggetto che mi ritrovavo di fianco. Sul manico un pezzo di carta indicava: "Rain Corietti, Italy"
    -Ah...- mormorai, fingendo di tossire.
    La mia prima figuraccia in Germania... Ci voleva!
    -Dai Rain, ti accompagno al bar! Sarai stanca e scossa, immagino...-
    Alle sue parole, mi allontanai di almeno mezzo metro da lui.
    Mi guardò stranito, ma poi capì.
    -Sta' tranquilla, non sono così vile da violentare una ragazzina appena arrivata nel mio paese.-
    -I-Io non sono una ragazzina.-
    Mi scappò un sorriso, che Andreas ricambiò prontamente.
    Lo seguii fin dove potevo. Che dovevo fare? Fidarmi o no di lui?
    Beh, mi aveva salvata. Ero stata fortunata ad averlo incontrato.
    O almeno così speravo.


    -Quindi sei qui per rivedere una tua vecchia amica, ho capito bene?-
    Annuii decisa, mentre mi portavo alle labbra l'ultimo sorso della mia cioccolata calda.
    Mi ero seduta al bar dell'aereporto, come previsto, e il ragazzo mi aveva offerto qualcosa da mettere sotto i denti, in questo caso da bere per riscaldarmi un pò.
    Beh, non penserete mica che io abbia rifiutato, vero?
    -Ma la tua famiglia, la scuola... Come farai? Hai solo diciannove anni, in fondo. Di cosa vivrai?-
    Mi pulii educatamente il viso con un tovagliolo, pensando a cosa rispondere.
    Quelle stesse domande me le stavo ponendo io stessa, e non avevo ancora trovato una risposta. Nemmeno una.
    -Credo che... Per adesso mi basti incotrare Julia: mi ospiterà di certo. Vive ad Amburgo.-
    Si fermò un attimo prima di addentare il suo panino. -Ad Amburgo?-
    -Sì, proprio lì! Questa è la sua via...-
    Gli porsi un bigliettino su cui mi ero annotata lo stretto necessario. Lo lesse, annuendo ogni tanto con la testa.
    -Capisco. Non conosco bene questa zona, ma... Anch'io vivo lì, ad Amburgo.-
    Che colpo di fortuna. Spalancai la bocca felice, quasi sorridendo con gli occhi.
    -Wow, davvero? E... Com'è? Quest'Amburgo, intendo. Dai, parlamene un pò! C'è tanta gente? Tanti monumenti interessanti?-
    Sorrise divertito della mia allegria, per poi portarsi distrattamente le mani dietro la testa.
    -Amburgo? Mah... E' un vero schifo.-
    Lo guardai con fare deluso, per poi spegnere completamente il mio entusiasmo.
    Lo dice solo perchè ci abita da tanto tempo, spero... conclusi mentalmente, chiudendo la questione.
    -Ma... Se tu abiti lì, che diavolo ci fai qui?- chiesi curiosa, aspettando prontamente una sua risposta.
    Mi sembrava di cavarmela piuttosto bene: tutto grazie a Julia, che, seppur avessimo pochi anni, mi aveva abituata fin da subito a questa lingua.
    -P-Perchè vuoi saperlo?! Ti conosco solo da pochi minuti, ma non ti facevo così curiosa!-
    Mi sembrava un tantino scandalizzato. Era così imbarazzante la risposta?
    E ora? Non posso mica dirle "Ho accompagnato un gruppo musicale famosissimo! Sai, sono miei cari amici!", mi prenderà per matto!
    Si schiarì la voce, alzando lo sguardo verso di me.
    -Ehm... I-Io sono appena arrivato da Amburgo.-
    -Ah.- commentai io. -Per fare...?-
    Mi guardò malamente, come se volesse dirmi "Proprio questa domanda dovevi farmi?"
    -Per fare... Una passeggiata.-
    -Alle 3 del mattino?- chiesi sorridendo, poco convinta.
    Potevo quasi scorgere il sudore scendere dalla sua fronte.
    -Beh... Sai, io...-
    Mi alzai di scatto, portando i resti della mia cena-colazione al piano bar. Tornai verso il tavolo, afferrando la valigia.
    -Scusami, non sono fatti miei.-
    Anche Andreas si alzò, come se in qualche modo volesse fermarmi.
    -N-No! Aspetta un attimo...-
    -Troverò il modo di andare ad Amburgo da sola.-
    Pagò velocemente il conto e mi raggiunse verso l'uscita.
    -Aspetta!-
    Mi sentii afferrare un polso. Lo guardai per un attimo: mi era vicinissimo.
    Beh, non c'era da dire proprio niente: era davvero carino.
    Una piccola scossa mi ricoprì letteralmente il corpo, e mi staccai da lui.
    Che mi stava succedendo?
    -Non puoi partire a quest'ora di notte! Non vorrai imbatterti in altri tipi poco raccomandabili...!-
    Ci pensai su. Effettivamente non era una buona idea.
    Alzai le mani all'altezza della testa. -Allora, Mister "OttimaIdea", cosa dovrei fare?-
    Si guardò intorno come se stesse aspettando che un lampo di genio lo colpisse proprio in testa.
    -Ho trovato!-
    Mi strappò il manico della valigia dalle mani, per poi dirigersi verso il cortile esterno in gran fretta.
    -Ehi, ma... Andreas, dove vai?-
    -Ho una casa in affitto ad Amburgo. Verrai a dormire da me! Ci vorrà un pò per arrivare, ma ne varrà la pena, vedrai!-
    Cercai di fermarlo, ma fu inutile. Corsi verso di lui, notando che stava cercando di chiamare un taxi.
    -Aspetta! Ma... Chi l'ha deciso?-
    Mi venne nuovamente vicino, come pochi attimi prima. -L'ho deciso io.-
    Un altro piccolo brivido mi salì fin sopra la gola.
    -Non è nel mio stile lasciare una ragazzina sola in mezzo alla strada!-
    Quando arrivò il taxi, sistemò la mia valigia nel portabagagli e mi aprì la portiera da vero gentiluomo, aspettando che io entrassi.
    -Non sono una ragazzina.-


    Ma chi me lo aveva fatto fare?
    Lo conoscevo da un'oretta al massimo, e già ero a dormire a casa sua.
    Chissà cosa penserebbe la mamma se lo venisse a sapere... MI raggiungerebbe di corsa, su tutte le furie, e mi porterebbe via a calci nel sedere, gridando: "Svergognata!"
    Mi venne da ridere al pensiero.
    -Ecco, tu puoi dormire qui.-
    Rimasi per un attimo a bocca aperta. Altro che casa mia...
    -Ma questa... E' una villa!- esclamai stupefatta.
    -E' di alcuni miei amici in realtà. L'hanno presa in affitto per registrar... Ehm, per passare le vacanze.-
    Posai il bagaglio per terra, sedendomi sul letto. Cominciavo a sentire la stanchezza pervadermi.
    -E questi tuoi amici sono molto ricchi?-
    Il biondino fece la stessa faccia scandalizzata di quando gli chiesi che cosa ci facesse alla stazione di Berlino a notte fonda.
    Uscì dalla stanza in fretta e furia, lasciandomi le chiavi della porta sul comodino.
    -Ehm, non proprio... B-Buona notte!-
    Rimasi per un attimo a fissare la porta da cui Andreas era uscito.
    Mah... Che tipo strano.
    La più sciocca ero io, visto che avevo accettato di essere ospitata da lui.
    Mi assicurai che la porta fosse ben chiusa, per poi mettermi a letto con gli stessi vestiti con cui avevo viaggiato.
    Sentivo di potermi fidare di Andreas: sembrava un tipo a posto.
    Ma di certo mi nascondeva qualcosa.
    Certo, non erano fatti miei: mi aveva appena conosciuta!
    Vista la mia fama di curiosona, riuscirò comunque a scoprire cosa mi tiene segreto...
    E mi addormentai, senza nemmeno accorgermene, completamente svuotata da qualsiasi pensiero.
    A parte uno.
    Julia.








    Continua...




    Note finali: La storia comincia ad evolversi *-* di Andreas ho preso solo il nome =) per la foto ho scelto un altro soggetto! Al prossimo capitolo, con nuove foto dei personaggi! =)
    A presto!!

    Edited by ~ F r @ n c y * - 17/8/2010, 14:51
     
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