[CONCLUSA] Il patto

- Attenzione scene VM! -

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    Gustav fan
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    reddy per leggere sono andata in iperventilazione U_U continua o ti uccido *lancia marmotta* èçé
     
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    28° capitolo




    In quei giorni trascorsi lì in Francia, Elisabeth notò uno strano comportamento da parte di Bill. Rideva e scherzava come sempre, ma quando la guardava sentiva come una strana sensazione, come se fosse rimasto deluso da lei.
    - Stai diventando paranoica - gli disse Tom, seduto sul materasso della ragazza.
    Erano ormai più di venti minuti che continuava a camminare avanti e indietro, torturandosi le unghie, unica valvola di sfogo.
    - Ti dico che è così - gli ripeté lei, dopo avergli raccontato i suoi dubbi.
    - Mio fratello è normalissimo, sei tu che vuoi trovare il pelo nell’uovo -
    - Ti sbaglio – disse, bloccandosi di fronte al rasta - E’ strano, lo vedo così da quel giorno…Lo so, lo so che ha capito tutto, non è mica stupido…Cos’ho fatto… -
    Tom sollevò gli occhi al soffitto. Dopo essersi alzato poggiò le mani sulle spalle della mora e le scosse appena.
    - Datti una calmata - le disse, mentre finiva di percuoterla - se ti comporti così allora sì che capirà qualcosa, stai tranquilla e comportati come sempre -
    Elisabeth sbuffò, osservando la punta delle proprie scarpe. Come poteva calmarsi?! La faceva facile lui, tanto se ne fregava altamente di tutto quello che era successo.
    - Mio fratello è stressato in questi giorni, sarà per quello che lo vedi strano -
    - Non è così…lui immagina qualcosa, lo percepisco da come mi guarda. Sembra quasi…deluso -
    - Mein Gott tu sei un caso patologico! - disse il ragazzo, avvicinandosi alla porta - Prenditi un tranquillante o qualcosa di simile e piantala con queste seghe mentali inutili -
    - Potresti aiutarmi invece di dirmi che sono una psicopatica - gli disse la ragazza, afferrando un lembo della felpa oversize del rasta.
    - Ti aiuto dandoti un sedativo per cavalli se non la pianti! - rispose lui, abbassando la maniglia.
    Nell’istante stesso in cui la porta si aprì, Elisabeth pregò di poter scomparire.
    Bill osservò entrambi in viso prima di sparire nella camera che occupava con gli altri. Non aveva spiccicato mezza parola; la mora avrebbe preferito che gli urlasse qualcosa, che gli scagliasse qualsiasi oggetto addosso, perché quel silenzio la stava uccidendo.
    - Te l’avevo detto! - piagnucolò lei, osservando la porta ormai chiusa.
    - Parlerò io con mio fratello, la cosa ti tranquillizza? -
    - Non eccessivamente…ma è sempre meglio di niente… - rispose, ricominciando a torturarsi le unghie.
    Ma quel giorno il destino sembrava essere avverso; quel bus era diventato il punto focale di tutta la sfiga possibile ed immaginabile, sì perché quella non fu l’unica volta che Bill li beccò insieme, fu un susseguirsi di situazioni catastrofiche, una peggio dell’altra.
    - E’ lì sopra ti dico - Elisabeth cominciò a saltellare, maledicendo il suo metro e 73 scarso.
    - Io non vedo nulla - ripeté per l’ennesima volta il rasta, ormai esasperato.
    - Invece di fare il pappagallo aiutami -
    - Che dovrei fare?! - le chiese, inarcando un sopracciglio.
    - Fammi salire sulle tue spalle - rispose lei, arrampicandosi sopra una delle panche.
    - Sei matta?! Vuoi spezzarmi la spina dorsale?! -
    In tutta risposta il rasta ricevette uno scappellotto dietro alla testa.
    Dopo altri dieci minuti di proteste, il ragazzo si mise in ginocchio, mentre Elisabeth si sistemava, con un po’ si fatica, sulle sue spalle.
    Non appena si rimise in piedi, la mora si aggrappò ai capelli del biondino.
    - Mi fai male, cazzo! Mollami -
    - No!! Ho paura! - disse lei, stringendo maggiormente la presa - Soffro di vertigini! -
    - E me lo dici ora che soffri di vertigini?! - le disse, mentre l’equilibrio cominciava a diventare precario - Non ti muovere maledizione o finiamo a terra -
    Le ultime parole famose…
    - Che male… - si lamentò, mentre si massaggiava un gomito.
    - Tu ti lamenti?! Mi sei finita addosso e credo di aver perso un polmone! - borbottò il rasta - Ti ci vuole ancora molto per alzarti? -
    - Dammi il tempo - rispose la mora, tentando di sbrogliarsi da quel groviglio.
    Un urlo del rasta le fece ben intendere che aveva colpito qualcosa.
    - Scusa - disse lei, con un mezzo sorriso divertito.
    - Spero per te che tu non mi abbia provocato danni permanenti - le disse con la voce leggermente soffocata, pizzicandole poi un fianco.
    - Mi hai fatto male - protestò la mora, cominciando a colpirlo alla cieca.
    - Ma che sei pazza?! - disse lui, tentando di bloccarle i polsi per evitare un occhio nero.
    - No, il pazzo qui sei tu che mi picchi! Ma non lo sai che le donne non si sfiorano nemmeno con un fiore?! -
    - Tu ti meriteresti una legnata in testa altro che un fiore -
    Elisabeth si accigliò alle parole del ragazzo e, dato che lei è una tipa parecchio vendicativa, abbassò improvvisamente il viso, mordendo il naso del rasta.
    - Ma sei una cannibale! -
    - Questo è per la tegolata in testa, brutto buzzurro! - rispose lei, mordendolo una seconda volta.
    - Ti dovrebbero rinchiudere in un manicomio criminale e buttare via la chiave-
    Non appena vide che Elisabeth si stava abbassando di nuovo, Tom spostò appena il viso e fu il suo turno di passare all’attacco ma, invece di beccarle il naso, le prese il labbro superiore.
    - Ahi! – si lamentò, sentendo il sapore del sangue in bocca.
    - Ah beh certo, ora solo io ti ho fatto male - sbuffò lui, inarcando un sopracciglio.
    - Io ti ho morsicato piano – gli disse, tentando di colpirlo, ma il rasta le teneva i polsi ben bloccati.
    - Fa vedere questo grande taglio -
    Elisabeth sporse appena il labbro superiore, mostrando il piccolo taglio che i denti del ragazzo le avevano provocato.
    - E’ una voragine! - disse lei, fissandolo accigliata.
    Tom, in tutta risposta, si sollevò appena e le passò la punta della lingua sul labbro.
    - Tò, tutto risolto, un po’ di saliva e passa la bua -
    - Sei un imbecille -
    Prima che la mora potesse colpirlo si sentì un colpo di tosse, che la fece voltare.
    Le sembrò che il tempo si fosse improvvisamente congelato quando sentì quelle due iridi nocciola addosso.
    Da quanto era lì? L’idea che avesse visto quello che aveva fatto Tom le fece perdere un battito.
    - Vi state divertendo? - chiese ai due, osservandoli dall’alto.
    - Co…cosa? No no assolutamente, io…io dovevo prendere una cosa, ma siamo caduti, stavamo litigando - rispose la mora velocemente, mentre con uno strattone si liberava dalla presa del rasta - Non è successo nulla -
    Tom alzò gli occhi al soffitto.
    - Perché ti giustifichi? - disse alla ragazza, sollevandosi a sua volta - Bill lo sa benissimo che non stavamo facendo nulla, non è così fratellino? -
    - Certamente - rispose lui, con un sorrisino forzato.
    I due ragazzi si guardarono in faccia per un paio di secondi. Elisabeth non riuscì a decifrare i loro sguardi, sembrava quasi che stessero comunicando telepaticamente.
    Tom gli sorrise, ma il moro rimase impassibile.
    - La prossima volta usa una sedia ragazzina - le disse il rasta, mentre superava il gemello.
    Calò un pesante silenzio fra i due.
    Elisabeth si torturò appena le dita, cosa poteva dirgli? Doveva scusarsi? Sì e poi che motivazione gli avrebbe dato? Scusa se vado a letto con tuo fratello, lo faccio solo per te, che stupida…Ma se restava in silenzio forse le cose sarebbero andate addirittura peggio. Cosa doveva fare…Cosa?
    - Ehm… - mormorò mordicchiandosi appena il labbro - Co…come va il tuo mal di gola? -
    Perfetto…Doveva solo parlargli del tempo e sarebbe arrivata al limite del patetico.
    - Meglio - rispose il ragazzo, superandola per avvicinarsi al minibar.
    Mancavano i pinguini danzerini e il paesaggio polare sarebbe stato completo!
    Se gli avesse chiesto se per caso era arrabbiato con lei sarebbe risultata decisamente ridicola e magari avrebbe alimentato i dubbi che già aveva; doveva comportarsi normalmente, altrimenti era la volta buona che tutto andava seriamente a puttane.
    Ok Elisabeth…respira e riprendi il tuo autocontrollo…
    - E’ meglio se la prossima volta non includete Marsiglia nelle tappe del tour, sarà una mia impressione, ma porta un po’ di sfiga - gli disse la mora, voltandosi per poterlo guardare in viso.
    - Mi è dispiaciuto - disse il ragazzo, rigirandosi la bottiglietta d’acqua fra le mani.
    - Su non stare a preoccuparti, le fan sanno essere anche comprensive, e poi non l’hai mica fatto apposta-
    - Anche questo è vero… -
    - Mi sembra strano che tua madre non ti abbia già spedito un tir di maglioni e sciarpe -
    Un sorriso. Era riuscita a farlo sorridere per qualche secondo, era pur sempre un inizio.
    - Dovrò stare più attento la prossima volta… -
    - Comunque mia nonna mi ha sempre detto che con un po’ di latte e miele passa tutto - gli disse lei, con un mezzo sorriso.
    - Beh ringrazia tua nonna per il consiglio -
    Stava andando via; no, non doveva farlo allontanare, doveva in qualche modo sistemare quella situazione.
    Prima che potesse superarla gli afferrò appena la maglia, costringendolo a voltarsi.
    - Tutto ok Bill? Sembri un po’…strano in questi giorni -
    Non era mai stato particolarmente bravo a mascherare ciò che provava, sembrava un libro aperto per tutti.
    - Sono solo stanco… - rispose lui, abbozzando un sorriso - non ho nulla, tranquilla -
    - Sì…è comprensibile… - disse la ragazza, osservandolo. Non era molto convinta delle sue parole, ma non poteva di certo torturarlo fino a fargli sputare fuori la verità.
    - Non ti devi preoccupare comunque, ci sono abituato -
    Elisabeth annuì mentre lo vedeva allontanarsi.
    Che idiota era stato a non dirle nulla, ma cos’altro avrebbe potuto fare? Doveva fermarla e chiederle: “per caso ti piace mio fratello”? Certo…così se quelle sue stupide supposizioni erano solo frutto della sua immaginazione lo avrebbe preso per pazzo. Forse era veramente così…si stava immaginando tutto; probabilmente era solo un buco nell’acqua, e magari si era anche immaginato l’interesse di Elisabeth nei suoi confronti, in fin dei conti non gli aveva mai apertamente detto nulla. Ok c’erano stati i baci, ma forse in quei casi si trattava solo di attrazione fisica. Non sapeva più cosa pensare ormai, era in un acuto stato confusionale e non riusciva più a distinguere la realtà dalla finzione.
    Continuò a pensarci tutto il resto del pomeriggio, fino a quando non appoggiò il capo sul cuscino.
    Quando finalmente Morfeo sembrò ricordarsi di lui, venne svegliato da alcuni rumori.
    Sollevò appena le palpebre e vide suo fratello passargli davanti in punta di piedi. Seguì tutto il suo tragitto, che si concluse dentro alla stanza di Elisabeth. Aveva immaginato anche quello?

    Si spaventò quando sentì la porta aprirsi. Per un istante non riuscì a vedere chi fosse entrato; sbatté un paio di volte le palpebre per mettere a fuoco la figura del ragazzo che si stavano avvicinando. Spostò poi lo sguardo sulla radiosveglia, che segnava le tre.
    - Sei pazzo a piombare qui a quest’ora?! - gli chiese lei, stropicciandosi appena gli occhi.
    - Hai parlato con mio fratello? - le domandò, salendo sopra al materasso.
    - Sì, ma la situazione non è cambiata più di tanto, mi ha solo detto che è stanco -
    - E non ti sfiora nemmeno l’idea che potrebbe essere così? - le chiese il rasta, osservandola a fatica per colpa del buio.
    - Non lo so…mi sento che c’è dell’altro sotto…Me lo sento, ecco -
    - Voi donne e il vostro sesto senso; se continui a comportarti così lo porterai tu a nutrire dei sospetti - le rispose, giocherellando distrattamente con una ciocca dei suoi capelli.
    - Smettila o mi fai addormentare - gli disse piano la ragazza, socchiudendo appena le palpebre.
    - Oh no no, ti voglio attiva - rispose con un sorrisino.
    - Chissà perché già me l’ero immaginato che non eri venuto qui per parlare di tuo fratello - disse in tono esasperato.
    - Oh accidenti, sto diventando così prevedibile? - le chiese divertito.
    - Decisamente…ormai conosco ogni tua mossa-
    - Beh che ci posso fare… - rispose il ragazzo, avvicinandosi al collo della mora - la routine comincia a piacermi… -


    Quando Tom si svegliò quella mattina si ritrovò di fronte suo fratello, che lo fissava con un sopracciglio inarcato. Si guardò attorno per capire cosa attirasse l’attenzione del moro.
    - Che c’è? - disse con uno sbadiglio.
    - Sei diventato sonnambulo fratellino? - gli domandò il vocalist, continuando ad osservarlo.
    - Perché me lo chiedi? - rispose lui, stiracchiandosi appena le braccia.
    - Beh, si da il caso che ti abbia visto -
    L’espressione assonnata sul viso del chitarrista mutò all’istante.
    - Ah sì? Mi fa piacere - gli disse, mentre usciva dalla cuccetta.
    - Dimmi un po’…cosa ci facevi nella camera di Elisabeth alle tre del mattino?-
    -Mi controlli ora? - gli disse Tom, il quale sentiva la spiacevole sensazione di un muro di cemento dietro alle proprie spalle.
    - Mi sembrava solo un po’ strano - rispose il ragazzo, incrociando le braccia al petto.
    - Stavamo solo parlando, contento? - gli disse lui. Quando tentò di superarlo Bill gli bloccò la strada, afferrandogli una spalla.
    - Ti avverto…se le fai qualcosa, se la fai star male, passerò sopra al fatto che sei mio fratello -
    Tom osservò il gemello in viso; non gli aveva mai visto quell’espressione prima d’ora. Occhi negli occhi, cominciarono una specie di lotta fatta di sguardi, ma nessuno dei due sembrava voler cedere.
    - Ci tieni così tanto a lei? - gli chiese il rasta, con un mezzo sorriso.
    - Sì - rispose il ragazzo, senza battere ciglio.

    - Eli aspetta - le disse Georg, bloccando la ragazza per un braccio - E’ meglio se non entri, i fratellini stanno discutendo -
    La mora osservò stranita il bassista per un paio di secondi. Stavano discutendo?
    Maledisse il fatto che non si sentisse nulla lì fuori, ma magari era una delle solite discussioni tra fratelli e se lei si fosse messa in mezzo l’avrebbero presa per un’impicciona.
    Non osò chiedere nulla a nessuno dei due, viste le loro facce. Era raro che litigassero, ma lo era ancora di più che non si rivolgessero la parola per un’intera giornata.
    Ma dopo un po’ mandò al diavolo ogni buon principio che gli impediva di immischiarsi nei loro affari e prese al lazzo il primo gemello che gli capitò sotto mano, trascinandolo giù dal bus.
    - Beh? - disse la ragazza rivolta al rasta, che si guardava attorno annoiato.
    - Beh cosa? - le chiese lui.
    - Cos’è successo? Georg mi ha detto che stavate litigando e dalle vostre facce si capisce che non è per colpa di qualcosa da poco -
    - Ora dovrei dirtelo io di farti una padellata di cavoli tuoi - disse il rasta, senza mai guardarla in viso.
    - Dai Tom, non fare il solito rompipalle - gli disse, tirandogli appena una manica.
    - Abbiamo litigato per colpa tua, ora ti senti meglio?! -
    Elisabeth rimase interdetta per un paio di secondi; era stata lei la causa del loro litigio?
    - Io? - chiese al ragazzo, non capendo - Che cosa centro io, scusa? -
    - Bill mi ha visto che entravo in camera tua ieri notte - rispose il ragazzo, come se fosse una cosa normalissima.
    - Ti…ti ha visto? - disse lei, portandosi una mano alla bocca.
    - Te l’ho appena detto -
    - Cosa gli hai risposto tu? Che ha detto lui? Parla maledizione! -
    - Placa la tua isteria, gli ho detto che abbiamo parlato -
    - Oh beh certo hai risolto la situazione – rispose, mentre il suo tono di voce si alzava - E tu credi che Bill sia tanto deficiente da pensare che tu alle tre di notte vieni nella mia stanza per parlare?! -
    - Cos’altro potevo fare, me lo spieghi? -
    - Dirgli che non ti sei mai mosso dal tuo letto, inventarti una cazzata più plausibile…Dio ma era tanto difficile?! Dato che c’eri potevi dirgli tutto: del patto, del fatto che vengo a letto con te, tanto che differenza avrebbe fatto?! -
    Il rasta strinse i pugni per la rabbia.
    - Se mi ricapiterà l’occasione glielo dirò. Credi che a me faccia piacere litigare con mio fratello per colpa tua? Di certo non metto a rischio il mio rapporto con lui per una come te -
    Elisabeth sigillò le labbra; sentì gli occhi pizzicarle fastidiosamente, ma mai e poi mai avrebbe pianto di fronte a lui, non gli avrebbe dato per nessun motivo al mondo quella soddisfazione.
    Diede le spalle al ragazzo e si incamminò verso l’entrata del bus.
    - Dai Eli fermati - le disse il rasta, consapevole di esserci andato troppo pesante, ma era stata la rabbia a parlare per lui.
    Non appena Elisabeth sentì le sue dita sfiorarle il braccio lo allontanò di scatto.
    - Non ti azzardare a toccarmi - rispose la ragazza, stringendo entrambe le mani a pugno.
    - Ho esagerato, va bene?! -
    - Non devi scusarti…con una come me, sta tranquillo. Risolverò io la situazione con tuo fratello, ma tu non ti devi azzardare mai più ad avvicinarti a me…Spero che la cosa sia chiara -
    Il rasta rimase ad osservarla mentre spariva sulle scale del bus.
    - Cazzo - sbottò, colpendo la terra con la punta delle scarpe da ginnastica. Portò entrambe le mani sulla testa, serrando forte gli occhi.
    - Eli tutto bene? Hai una faccia… - le chiese Gustav, vedendola rientrare.
    - Sì tranquillo, va tutto bene - rispose con un sorriso forzato.
    Si defilò velocemente prima che il batterista potesse chiederle qualcos’altro, rintanandosi nella tranquillità della sua stanza.
    Poggiò la guancia sul cuscino mentre una lacrima solitaria si infrangeva sulla federa bianca.
    Non doveva piangere per uno stronzo come lui, non se lo meritava…
    Perché allora ci stava tanto male?




    Continua...

    Edited by Redda - 20/8/2009, 23:06
     
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  3. .°•.Riti•~
     
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    oddiooddioodddio reddussssssssssssssssssss!!!!!ma...ma è bellissima...ne è valsa l'attesa...davero....
     
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  4. Redda
     
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    *_________* mein tessssoro danke
     
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  5. rica1983
     
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    povero bill! :nghè: ........eh lizie lizie tommino ti piace non c'è niente da fare!!!!!!......bravissima redda non ti smentisci mai!non mi stancherò mai di dirlo che questa ff è bellissima!
     
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  6. •Jess•
     
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    T_T oddio questo capitolo è stupendo redda..cioè fantastico Bill,le sue rivelazioni,finalmente ci tiene tanto a lei e lo stronzo di Tom che però mi ha fatto tenerezza quando si è scusato T_T ed Eli..bellissima..
     
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  7. Redda
     
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    Ma dankissime *__________* veramente
     
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  8. *..Ele..*
     
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    Che bella!!Questo capitolo è stupendo..sei bravissima..
     
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  9. *HEILIG*
     
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    madò reds....meno male che hai cominciato a scrivere, pensa cosa ci saremmo persi se tu non scrivessi!!! *_______________________*

    che capitolo che capitolo........e che dialoghi! non ti batte nessuno scrivi dei dialoghi da paura!!!
    bellissimo! bellissimo! bellissimo!

    ho già detto che è bellissimo??? XD

    danke redsssssssssssssssssssssssssssssss *-*
    ti odio tantooooooooooooooooooooooooooooooooo<3
     
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  10. __»Dream Hope
     
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    redda *_* è bellissimoooooo questo capitolo!! davvero nonostante l'attesa ma ne è valsa la pena *_* aspetto con ansia il prossimo!!!
     
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  11. .:Sweet arween:.
     
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    nu povera digli tutto devi parlare con billll comunque e bellissimi questo cap susus continuaa
     
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    *-* Beeeeeeeeeeeeella *-*
     
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  13. jada.1984
     
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    è si proprio bella! brava redda!
     
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  14. vala_th-fI
     
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    *___________________________________*
    m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-a!!
    io amo questa ff!!
     
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  15. Alessi@_*schrei
     
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    Oddiu povera Eli!! Povero Bibo...alla fine si è davvero innamorato di Eli *__* continua al più prestuu bravissimaa^^
    *me molto ansiosa xDxD*
     
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