[CONCLUSA] Il patto

- Attenzione scene VM! -

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  1. VALEnataSbagliata
     
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    oddeus! continua altrimenti svengoooooo
     
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  2. Redda
     
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    13° capitolo



    - Si può sapere perché non passiamo il Natale come tutte le persone normali?! Al freddo e con dei ridicoli maglioni con le renne! - protestò Elisabeth, mentre la Berlina sfrecciava veloce sulla strada che li avrebbe portati all’aeroporto.
    - Potevi restartene in albergo… - le disse Tom, la visiera del berretto calata sugli occhi, per nascondere quei due piccoli aloni di stanchezza.
    - A te dovevamo lasciarti al canile invece, non ti abbiamo abbandonato lungo la strada perché abbiamo un cuore - gli rispose a tono la mora, facendogli una linguaccia.
    Era già Natale…Quei mesi sembravano essere volati, ma non avevano portato nessuna novità sul fronte amoroso. Ci aveva provato, in tutti i modi, era addirittura arrivata a trattar bene Tom, ma nulla…
    Posò il suo sguardo su Bill; la fronte poggiata sul finestrino oscurato, le orecchie tappate dagli auricolari bianchi del suo iPod. Stava ascoltando Nena, lo sapeva, glielo leggeva negli occhi, persi e felici. Un sorriso le nacque spontaneo; ricordava ancora la prima volta che l’aveva vista, sembrava un bambino che aveva saputo che il Natale sarebbe arrivato prima per lui quell’anno. Le aveva stretto la mano emozionato, un sorriso di pura gioia gli aveva illuminato il viso, era stato quel giorno, quella sera…aveva sentito le gambe tremargli e il cuore schizzarle in gola, un vero e proprio colpo di fulmine e aveva convissuto con la speranza che, un giorno, avrebbe rivolto quel sorriso anche a lei…
    Distolse lo sguardo dal moro e per sfortuna del rasta lo beccò proprio mentre faceva finta di mandare bacini. Afferrò la sua spazzola e gliela lanciò addosso, colpendolo in testa.
    Il rasta imprecò malamente, cosa che fece voltare David.
    - Si può sapere che succede qui dietro?! -
    - Quella pazza di tua figlia ha tentato di uccidermi! - protestò il biondino, le mani premute sul capo, lì dove lo aveva colpito il manico in plastica dura.
    - Tu allora evita di fare il cretino! -
    - Non costringetemi a mettervi sopra al tettuccio della macchina - li minacciò, osservandoli accigliato. Erano come cane e gatto quei due, ogni pretesto era buono per litigare.
    - Buzzurro impotente - gli mormorò la ragazza, sollevando il dito medio in direzione del chitarrista.
    - Racchia acida - le rispose il rasta, voltandosi poi dall’altra parte.
    Sull’aereo vennero sistemati a debita distanza, nessuno aveva intenzione di assistere all’ennesima lite, dato che in quel periodo sembravano essersi triplicate.
    Elisabeth osservò il mare che si stagliava sotto di loro, splendente ed infinito. Anche quell’anno sarebbero andati su un’isoletta sperduta chissà dove per passare le vacanze natalizie. La mora sbuffò contrariata, avrebbe tanto voluto fare un pupazzo di neve più di ogni altra cosa al mondo, invece al massimo si sarebbe dovuta accontentare di un castello di sabbia! Ma l’alternativa era partire da sua madre e meno la vedeva meglio era, soprattutto dopo la sua ultima telefonata, dove l’aveva gentilmente informata che al suo arrivo avrebbe frequentato una scuola privata cattolica dove i maschi non sapevano nemmeno come fossero fatti. “Un vero paradiso” era stata la sua risposta e non aveva fatto nulla per nascondere il tono carico di ironia con cui l’aveva pronunciata, cosa che aveva fatto infuriare sua madre, che era rimasta mezz’ora ad urlare al vuoto, dato che Elisabeth aveva lasciato il cellulare poggiato sul tavolino ed era uscita dalla stanza.
    Sarebbe stata una lunga traversata; detestava dormire in aereo, non le conciliava per niente il sonno e poi, immancabilmente, c’era sempre qualcuno che si sentiva male, sembrava quasi una maledizione.
    Afferrò il vassoio che l’hostess le porse e la ringraziò con un sorriso. Quella volta non ci pensò minimamente a fare digiuno dato che avrebbero rimesso piede a terrà chissà fra quante ore e poi quel pollo aveva addirittura un aspetto invitante. Ne assaggiò un pezzettino e non se ne pentì, aveva veramente un buon sapore. Sollevò lo sguardo dal suo piatto e notò che l’hostess più giovane fissava Bill come se fosse quel pollo, quasi lo volesse sbranare da un momento all’altro.
    Strinse fra le dita la forchetta, un solo passo e gliel’avrebbe lanciata addosso.
    - Tesoro tutto bene? -
    Elisabeth rilassò la mano, voltandosi verso suo padre.
    - Sì, perché me lo chiedi? -
    - Sembrava volessi far fuori qualcuno! -
    - Ma che assurdità papà - disse con una risatina nervosa - Tu guardi troppi film -
    David la osservò poco convinto prima di tornare al suo pollo in agrodolce.
    Dopo aver finito scavalcò letteralmente suo padre e si diresse verso i ragazzi, che quasi finirono a terra dalle risate.
    - Che succede? - chiese, posando una mano sulla poltroncina di Gustav.
    - La vedi quella donna lì? - il batterista le indicò, senza farsi vedere, una donna piuttosto corpulenta, seduta nella fila parallela alla loro - E’ da quando siamo decollati che fa gli occhi dolci a Georg -
    Il bassista avvampò per l’imbarazzo, mentre tentava di scomparire dentro alla voragine che gli si era aperta sotto ai piedi.
    Anche Elisabeth rise, prendendolo un po’ in giro.
    - Eh dai Georg, non hai sempre detto che le donne più grandi ti attraggono?!-
    - Ho detto mature, non la mummia di Tutankamon! -
    - Non fare il difficile - gli disse Bill, gli occhi lucidi per le lacrime - è pure bionda! -
    - Sarà una parrucca quella - rispose il ragazzo, il suo tentativo di farsi piccolo piccolo ormai era vano.
    Elisabeth scosse appena il capo e scavalcò le gambe di Gustav, sedendosi sulle ginocchia del bassista.
    - Mi devi un favore - gli sussurrò all’orecchio prima di baciargli una guancia.
    - Ma che fai? - le chiese, non capendo il suo gesto.
    - Andiamo, questo trucchetto è vecchio come il cucco! Fingo di essere la futura signora Listing, funziona sempre -
    Tutti si voltarono verso la donna, che a quanto pare trovava più interessante la testa del suo vicino in quel momento.
    Georg fece un sospiro di sollievo - Grazie Eli… -
    - Come siete carini insieme – li prese in giro Tom, palesemente divertito - Dovrebbero mettervi sulle cartoline di San Valentino
    Elisabeth lo fissò esasperata, quella volta non aveva niente da lanciargli addosso.
    - Sei geloso per caso?! - gli chiese ironica, stringendosi a Georg.
    - E tu stai cercando di diventare una cabarettista?! -
    - Oh ma se vuoi piccolo Tomi vengo a sedermi sulle tue di ginocchia - gli disse in tono infantile, sollevandosi dalla sua poltrona umana.
    Tom la osservò sconcertato prima di ritrovarsela comodamente seduta sulle gambe.
    La mora gli cinse il collo con le braccia.
    - Sei contento ora? - gli chiese sarcastica, sbattendo un paio di volta le ciglia.
    Tutti risero divertiti; quella sarebbe stata l’unica volta in cui avrebbero visto i ragazzi in quello stato, non potevano perdersi la scena.
    - Devo dare un bacino anche a te? -
    - Oh ma l’hai già fatto - gli rispose con un sorriso ironico il ragazzo - e ci hai infilato pure la ling… -
    Elisabeth gli tappò la bocca con la mano, ma nessuno sembrava averlo sentito, impegnati com’erano a ridere.
    - Se ti azzardi a dire ancora mezza parola te la stacco io la lingua - lo minacciò.
    In tutta risposta il ragazzo le leccò il palmo.
    - Che schifo! - disse lei, pulendosi sulla maglia del chitarrista - Sei un porco dentro e fuori dal letto -
    - La cosa ti eccita, non è vero?! - le chiese con un sorrisino malizioso.
    Elisabeth fece per alzarsi, ma Tom la costrinse nuovamente a sedersi sulle sue gambe.
    - Vuoi far vedere a mio fratello come ti sei esercitata?! - le sussurrò piano, un sogghigno stampato sulle labbra.
    - Sei veramente uno stronzo - gli rispose a denti stretti, colpendolo ad un braccio.
    - State di nuovo litigando voi due? - chiese Bill, notando il pugno di Elisabeth rivolto a suo fratello.
    - No no ci stiamo solo divertendo, non è vero Lizie? -
    La mora fu costretta a mordersi la lingua per non insultarlo.
    - Stiamo andando veramente d’accordo - continuò il rasta, beandosi di quel momento.
    - Davvero? Mi fa piacere - Bill sorrise ad entrambi, visibilmente contento.
    Elisabeth sorrise forzatamente; non poteva ucciderlo su quel volo, si sarebbe beccata un ergastolo per causa sua, anche se la sola idea di non vederlo più sulla faccia della terra per mano sua sembrava rallegrarla parecchio.
    Una volta arrivati sull’isoletta raggiunsero l’hotel sopra una macchina affittata da David.
    L’albergo, naturalmente a cinque stelle, ricordava molto l’ambiente circostante: colori caldi, canne di bambù che ornavano i grandi vasi dall’aria tribale, sulle pareti vi erano dipinti di grandi pappagalli variopinti e meravigliosi paesaggi marini.
    Elisabeth si affacciò sul terrazzino della sua camera, erano proprio in riva al mare. Una spiaggia bianchissima e un mare cristallino, dall’aria invitante, si stagliavano poco distanti dall’hotel.
    - Tesoro ci vediamo in spiaggia allora, tu vatti a comprare un costume, ho visto un negozietto salendo le scale - le disse David, già in tenuta da perfetto vacanziere.
    - Vi raggiungo lì - rispose la mora, sorridendogli.

    Gustav e Georg si rincorrevano lungo la riva, ridendo come bambini, Bill stava placidamente sdraiato a pancia in giù, il mento poggiato sulle braccia incrociate, mentre Tom faceva fuori la terza sigaretta nel giro di un’ora, quei voli gli distruggevano il sistema nervoso.
    - Papà - urlò Elisabeth, sbracciandosi per farsi notare da David.
    Scese gli ultimi scalini e, prima di mettere piede sulla spiaggia, si levò le ciabattine, stringendole in una mano.
    - Ce ne hai messo di tempo - le disse, voltato verso di lei.
    - Scusami, c’è stato un piccolo contrattempo - rispose la ragazza, sistemando la sua roba sullo sdraio accanto a quella dell’uomo - Non vedo l’ora di fare il bagno - disse entusiasta, osservando il mare.
    - E tu che volevi restare al freddo - ridacchiò appena, prima di girare la pagina del giornale sportivo.
    Afferrò il suo cocktail e si voltò verso Elisabeth, mezzo secondo dopo lo sputò per terra, gli occhi leggermente fuori dalle orbite.
    - Tesoro! - le disse sconcertato - Ma cosa ti sei messa?! -
    La mora tentò di allargare manualmente il suo due pezzi decisamente troppo ridotto.
    - Al negozio avevano solo questi modelli - si giustificò, le gote infuocate per la vergogna - Sembra che le ragazze preferiscano andare in giro nude -
    - Fila a metterti un maglione a collo alto! -
    Bill ridacchiò divertito, sollevandosi gli occhiali da sole sul capo - E dai David, non farla tanto lunga, nessuno di noi le salterà addosso -
    - Anche perché sarebbe l’ultima cosa che fate voi quattro - disse minaccioso il manager.
    - Papà…per favore… -
    - Ma non potevi indossare qualcos’altro?! - le chiese, continuando a fissare sconsolato il costume di sua figlia.
    - Te l’ho detto che ho dimenticato il mio in albergo, tu mi hai fatto fare le valige di fretta. O questo o niente-
    - Non noto la differenza - borbottò, recuperando il suo giornale.
    - Io vado a fare il bagno. Venite? - chiese ai due ragazzi.
    - Tomi? - Bill si voltò verso il gemello, apparentemente addormentato. La sigaretta gli penzolava mollemente fra le labbra carnose.
    Il rasta sollevò gli occhiali da sole, osservò prima suo fratello e poi Elisabeth, soffermandosi per un paio di secondi su di lei.
    - Se non c’è di meglio da fare… - disse annoiato, alzandosi dallo sdraio.
    Bill sorrise e poggiò le cuffie del suo iPod sull’asciugamano azzurro, seguendo suo fratello.
    - Almeno a tre metri di distanza - urlò loro David, mentre si avvicinavano al bagnasciuga.
    - Che meraviglia… - mormorò Elisabeth, quando le onde le lambirono i piedi.
    La sua idea di entrare in acqua in tutta calma ed immergersi poco alla volta andò in fumo quando passarono Gustav e Georg, che la schizzarono completamente.
    Si asciugò il viso dalle gocce, fissandoli accigliata. Raccolse un po’ di sabbia bagnata e gliela lanciò addosso, colpendoli sulla schiena e sulla testa.
    - Elisabeth! - protestarono i due, che furono costretti a tuffarsi per ripulirsi.
    - Mi avete fatto il bagno! - rispose lei, le mani piantate sui fianchi.
    Rimase parecchio sorpresa quando si vide sollevare da terra, sentendo la risata cristallina di Bill riempirle la testa.
    - No no!! - tentò di liberarsi dalla presa del moro, ma mezzo secondo dopo si ritrovò sott’acqua.
    Una volta riemersa sputacchiò appena. Vide il vocalist tenersi la pancia per le troppe risate.
    - Oh questa la paghi caro mio! - gli disse, prima di correre verso di lui
    - No i capelli! I capelli! - disse il moro, mentre tentava vanamente di scappare, ma venne braccato a sua volta e finì con le gambe per aria.
    Riemerse con un broncio da bambino - Ci avevo messo un’ora a sistemarli! -
    - Non conosci il detto chi la fa l’aspetti?! - gli disse Elisabeth, con un sorriso divertito stampato sulle labbra.
    Il finto broncio di Bill sparì all’istante, sostituito dal suo solito sorriso contagioso.
    - Ragazzi…- Gustav si avvicinò di soppiatto - qui qualcuno non ha ancora fatto il bagno -
    I quattro si voltarono verso Tom, fermo dove l’acqua gli arrivava alle ginocchia.
    - Bisogna rimediare… - continuò il batterista, osservandoli tutti in viso.
    - Al tre gli corriamo tutti contro, cento punti a chi lo manda sotto - disse Georg, mentre si scostava alcune ciocche bagnate dal viso.
    - Se dovesse malauguratamente affogare…la cosa è rilevante? - chiese Elisabeth, scatenando le risate dei ragazzi.
    - Pronti? –
    Tutti annuirono.
    - Uno…due…tre! -
    Tom si voltò verso di loro dopo aver sentito Gustav pronunciare l’ultimo numero, ci mise un paio di secondi prima di capire cosa stesse succedendo. Li vide corrergli incontro a passo di carica.
    Bastardi! Lo volevano bagnare a tutti i costi.
    Il rasta si diede alla fuga, ma Georg e Bill riuscirono a raggiungerlo e lo buttarono giù.
    Tom riemerse sputacchiando, l’espressione sconvolta e i rasta ormai completamente zuppi.
    - Siete dei coglioni! - disse ai due mentre si rimetteva in piedi.
    I ragazzi risero divertiti, battendo il cinque.
    - Dai Tomi, era solo uno scherzo - gli disse Bill con una scrollata di spalle.
    - Il bambino si è arrabbiato? - gridò Elisabeth per farsi sentire.
    Il rasta strinse le mani a pugno lungo i fianchi e si girò di scatto, correndole incontro.
    - Corriiii! - le urlò Georg fra le risate.
    - Oh cazzo… - sbottò prima di cominciare a scappare, il più lontano possibile da Tom.
    Ormai gli altri erano parecchio lontani, ma il rasta sembrava non volersi fermare. La milza cominciò a protestare, le faceva male, sentiva i muscoli dei polpacci tesi, ormai al limite della sopportazione, ma non poteva fermarsi, se lo avesse fatto sarebbe stata la sua fine.
    - E’ inutile che scappi - le urlò, ormai vicinissimo.
    La mora maledisse le sue gambe corte, doveva resistere!
    Il rasta spiccò un salto in avanti, riuscendo ad agguantarle la vita. La trascinò sott’acqua, mentre Elisabeth provava a divincolarsi. Sentì le unghie di Tom graffiarle i fianchi nel tentativo di tenerla ferma.
    Quando riemersero venne colta da alcuni colpi di tosse. Aveva mandato giù parecchia acqua, sentiva la gola bruciarle fastidiosamente.
    Fu un attimo…Sentì i denti di Tom affondarle nella spalla. Rimase parecchio interdetta per alcuni secondi, era stato tutto così rapido che il suo cervello sembrava non aver elaborato quello che stava succedendo.
    Lo allontanò con uno spintone, posando poi una mano sul punto in cui l’aveva morsa.
    - Ma sei diventato scemo?! - gli urlò prima di scappare via.
    Tom rimase ad osservarla mentre si allontanava, nemmeno lui sapeva esattamente quello che gli era preso, ma il suo cervello gli aveva mandato un impulso, talmente forte che il suo corpo aveva reagito d’istinto. L’ aveva sentita chiaramente quella voglia…quel bisogno di assaggiarla, com’era successo sull’aereo, quando gli aveva posato la mano sulla bocca e il profumo della sua pelle gli aveva invaso il cervello, mandandolo in tilt per alcuni secondi.
    Si sentiva come un bambino, uno di quelli che desidera il giocattolo che non può avere, si trovava esattamente in quella situazione.
    Lui era abituato ad avere tutte le ragazze che voleva, nessuna osava dirgli di no, lui era Tom Kaulitz… Quella sensazione di desiderio, così viscerale, l’aveva vissuta poche volte…Ci provava solo per il gusto di poter affermare che lui ce l’aveva fatta, che era riuscivo a conquistare qualcosa di impossibile.
    Aveva sempre avuto l’istinto del cacciatore, era come un leone…Si accucciava al suolo ed osservava ogni mossa della sua preda, con calma, aspettando il momento giusto per saltarle alla gola. Non lo faceva di certo perché gli importasse qualcosa delle ragazze con cui andava a letto, per lui erano solo visi sfuocati e nomi mai chiesti, era solo una questione di sesso, voleva semplicemente soddisfare il suo bisogno fisico di avere ogni donna ai suoi piedi, e più la preda era ostile più il gioco si faceva interessante.
    Si passò la punta della lingua sulle labbra, dolce e salato si mescolarono insieme.
    Era ora di andare a caccia…




    Continua...

    Edited by Redda - 20/8/2009, 22:31
     
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  3. VALEnataSbagliata
     
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    pazzescamente bellissimo!!!!!!!!!!!
     
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  4. ..:MiSSFrancyKaulitz:..
     
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    ma tom e elisabeth sono fatti per stare insieme..ne sono sempre più convinta e ora che anche tom ne è convinto..la cosa è fatta..auhauhauh..reddushola è bellissima continua presto..
     
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  5. Redda
     
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    Raga raga ma Tom non vuole Eli...
     
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  6. °zucche°
     
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    wow!

    reddush.. che capitolo super!!!!
    è intrigantissmo e finalmente le tifoserie sono state sentite!!!!

    forza tom!! ale ohoh!!!!
    XD
     
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  7. ...only me...
     
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    ma è strabellissimo...che carini che sono tutti e cinque al mare.....
     
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  8. *_DaiSy_*
     
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    Nuuuuooooooo....Bill e Elisabeth....!!! No Tom! ma che vada a cacciare qualche altra preda...Elisabeth è di Bill...se solo lui se ne rendesse conto!!!
    è bellissimaaaaaaaaaaaaaaaaa.....
     
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  9. Redda
     
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    Grazie mille *_____*
     
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  10. » Và }
     
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    Reddola o continui o continui hai molte possibilità
     
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  11. Redda
     
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    xD Valluss e io che mi aspettavo questo commentone, xD mi minacci fra le righe
     
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  12. » Và }
     
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    vuoi il commentone?
     
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  13. Redda
     
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    XD eh cacchio ti ho fatta pure felice! Mi hai detto che mi avresti fatta santa XD voglio il mio commentone
     
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  14. d-laila
     
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    adoro questa fan fiction... continua
     
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  15. » Và }
     
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    Allora u___________u
    *schiarisce voce
    Prima di tutto il capitolo come sempre mi è piaciuto anche se XD credevo succedesse qualcosa in piu ma mi avevi detto che era l'intro perciò me ne sono stata u.u poi io avrei un pò voluta vederla l'hostess che sta dietro georg O.O seconda cosa al mare sono tutti coccoloshi *_______*XDDDD e poi beh la coppia eli e tom è al migliore daiiiiii ammettilo reddolina susu chi è che ha rincorso eli? chi è che l'ha morsaXD? LUI!!!! Ecco u______u comuqnue Tom non è un porco porello è solo l'istinto animale XD fidati!
     
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1587 replies since 1/2/2008, 17:21   129815 views
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