[CONCLUSA] Il patto

- Attenzione scene VM! -

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  1. °zucche°
     
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    CITAZIONE
    XD domani se ci riesco posto promessissimo!!

    sai che me da quando si è connessa aspetta impaziente vero??
    oggi posti oggi posti?

    reddushola me muore di curiositààààààà!!!
     
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  2. Redda
     
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    Si si posto l'ultimo cap che avevo messo l'altra volta e il nuovo, il 12esimo ^^


    11° capitolo



    Parigi, la città dell’amore, meta preferita dalle coppiette di fidanzati e neosposi.
    Elisabeth osservò l’alta figura della torre Eiffel attraverso il finestrino oscurato della Berlina nera, che li stava conducendo all’ennesimo hotel di lusso.
    Non aveva parlato per tutto il viaggio, immersa com’era nei suoi pensieri. Aveva sentito suo padre chiamarla un paio di volte, ma lei aveva alzato il volume dell’iPod facendo finta di niente.
    Spostò appena lo sguardo sul sedile davanti, notando che anche Bill stava osservando il profilo della torre, le labbra appena dischiuse. Era già stato a Parigi, ma ogni volta ne rimaneva affascinato.
    Sorrise senza accorgersene; sarebbe rimasta volentieri delle ore a guardarlo, a godersi la sua espressione perennemente affascinata da tutto, come un bambino che scopre le cose per la prima volta.
    La sua mente cominciò a volare oltre i confini della fantasia. Si immaginò loro due, mano nella mano, che camminavano per gli Champs-Elysées, che cenavano in un ristorantino appartato, godendosi quei momenti insieme. Purtroppo suo padre la riportò alla triste realtà, scuotendole appena la gamba.
    - Tesoro sia arrivati - le disse, prima di scendere dall’auto.
    Elisabeth infilò l’iPod nella tasca della felpa e sistemò lo zaino attorno alle spalle. Sollevò appena lo sguardo verso l’hotel, dalla facciata biancastra.
    - Ti piace Lizie? - le chiese suo padre, mentre aiutava Saki a scaricare le valige - E’ un edificio del XIX secolo, sai? Era la residenza di marchese -
    - Ecco perché sa di vecchio - rispose la ragazza, sistemandosi la spallina dello zaino.
    - Voi giovani non apprezzare più nulla -
    Dopo essersi avvicinati alla hall e aver ricevuto le chiavi delle stanze, avevano meno di mezz’ora per cambiarsi e ripartire verso lo studio televisivo, dove i ragazzi sarebbero stati intervistati.
    Elisabeth si portò una mano sullo stomaco, lo sentì brontolare sotto alle dita. Aveva lasciato intatto il vassoio che la hostess le aveva dato, quel cibo sapeva veramente di tappo! Dovette addirittura fingere un leggero mal di pancia per non mangiare. Ma in quel momento se ne pentì amaramente, chissà a che ora sarebbero tornati.
    - Voglio una merendina – protestò, tirando una manica della giacca di pelle di suo padre.
    - Ma non stavi male? Tua madre mi ucciderebbe se ti facessi mangiare certe schifezze -
    Dannata donna! La ragazza sbuffò e si sedette sul letto. Sarebbe svenuta dalla fame, quello era certo. Possibile che non ci fosse nemmeno una mentina dentro quella stanza?!
    Toc toc.
    - Tesoro vai tu ad aprire? -
    Elisabeth fece uno strano mugolio di assenso e si alzò dal materasso, dirigendosi verso la porta.
    Fu costretta a sollevare lo sguardo per poter incrociare gli occhi di Saki.
    - Eli, per favore, di a tuo padre che siamo pronti, gli manca ancora molto? -
    -No, si sta infighettando un po’, credo ci sia quella conduttrice che a lui piace tanto, vorrà fare bella figura - gli rispose la mora, con un sorrisino.
    - Guarda che ti ho sentita - urlò suo padre dal bagno.
    - Vi aspettiamo giù allora - le disse la guardia del corpo, facendole un sorriso.
    La ragazza annuì prima di chiudere la porta. Una ventata di profumo la fece voltare.
    - Mi stai cercando una matrigna per caso?! -
    - Se mi faccio bello dev’essere per forza per una donna? - le domandò David, sistemandosi il colletto della giacca.
    - Di certo il profumo non te lo metti per far colpo su Saki! -
    - La vostra generazione non si fida più di nessuno - disse, scuotendo teatralmente la testa.
    Trattenne una risata.
    - Andiamo ora o a Saki verrà seriamente una crisi di nervi! -

    Lo studio televisivo era enorme, Elisabeth sollevò il naso all’insù per osservare le centinaia di piccole lucine che lo illuminavano.
    I ragazzi avevano già preso posto su un comodo divanetto e parlottavano fra di loro.
    - Un minuto - annunciò un uomo con una cartelletta in mano.
    - Signor Jòst - disse il conduttore con un raffinato accento - è un piacere conoscervi -
    Elisabeth rimase a fissarlo leggermente imbambolata; poteva essere suo padre, ma cavolo se era figo!
    - Il piacere è mio signor Minne - rispose David, con un francese un po’ spicciolo.
    Una donna si fermò accanto ai due uomini, ritoccando appena il trucco del conduttore.
    - Basta così - disse lui, sistemandosi leggermente la cravatta.
    - Olivier siamo pronti?! - una voce femminile li raggiunse.
    Dietro di loro apparve una donna sui trent’ anni, i lunghi capelli biondi le sfioravano le spalle nude. Sarebbe stata perfetta per pubblicizzare un dentifricio.
    - Angélie stavamo aspettando te -
    - Mi dispiace - rispose la donna, allargando il suo sorriso - c’è stato un piccolo problema nel mio camerino - si voltò poi verso David - Il signor Jòst immagino, molto lieta -
    David le strinse la mano ed Elisabeth poté notare il sorrisetto ebete che gli era comparso sulle labbra.
    - Dieci secondi! -
    - E’ meglio sbrigarsi - disse Oliver, incamminandosi verso i divanetti, seguito dalla sua collega.
    Tom non perse l’occasione di buttare un occhio sulle gambe e sul decolté della conduttrice, leccandosi immancabilmente il piercing sul labbro.
    - Cinque…quattro…tre…due…. -
    - Bentornati gentili telespettatori, i nostri ospiti del giorno sono un gruppo che nel giro di un anno ha conquistato l’intera Europa ed ora sono pronti a fare il grande salto anche in America. I Tokio Hotel -
    Ci fu uno scroscio di applausi seguito da qualche urletto eccitato.
    - Bonjour - disse Bill, con un sorriso.
    - Come ho appena detto fra poco si svolgerà una tournee anche in America… -
    - Sì, ne siamo felicissimi - disse il moro, sistemandosi meglio sopra al divanetto - Ci siamo già stati per una vacanza privata e ne siamo rimasti molto colpiti. Quando i produttori ci hanno proposto di suonare anche lì abbiamo accettato subito, è una buonissima occasione per noi -
    - Sicuramente lo è, non molti gruppi europei riescono a spopolare negli Stati Uniti -
    - E voi siete convinti di riuscirci? - chiese loro Angélie con un sorriso smielato, palesemente falso.
    - Beh ci è stato confermato che tutte le date sono sold out, purtroppo ne abbiamo dovuto annullare una perché il luogo dove dovevamo suonare era troppo piccolo, ma i produttori hanno già in mente un cambio di location. Comunque non partiamo con l’idea che avremmo subito successo, il mercato americano è un osso molto duro, diciamo che noi ci proviamo e se andrà bene…beh…sarebbe veramente magnifico -
    - Avete tutto il nostro appoggio - disse loro Olivier - Dopo l’America comincerà il vostro tour qui in Europa, giusto? -
    - Sì, i primi di marzo. Abbiamo dovuto aggiungere altre date perché molte sono andate sold out nel giro di pochi giorni - gli rispose Bill, gli occhi gli brillavano per la felicità - Questo non può che darci un’enorme carica, e vorrei approfittarne per ringraziare tutti i fan che continuano a seguirci -
    - Vi auguriamo che questa nuova tournee vada bene e vi aspettiamo di nuovo qui a Parigi -
    - Mercì -
    - Un po’ di pubblicità per noi, vi aspettiamo tra poco - disse il conduttore prima dello stacchetto.
    Tom si sbracò contro lo schienale del divanetto, fingendosi stanco.
    - Quest’intervista mi ha distrutto, ho parlato così tanto che la gola mi si è seccata - disse in tono ironico, generando le risate di Georg e Gustav.
    Bill sollevò gli occhi al soffitto, scuotendo il capo.
    - Non è colpa mia se ha rivolto sempre le domande a me - rispose il moro, mentre si avvicinavano al backstage.
    - Tu non dai il tempo agli altri di rispondere - lo punzecchiò Tom, superandolo.
    - Che succede? - chiese loro David, vedendoli battibeccare.
    - Solito - rispose Gustav, sollevando appena le spalle.
    - Tom fa il bambino - disse Bill, osservando appena accigliato il gemello.
    - E tu fai la primadonna! - rispose piccato il rasta.
    - Ragazzi ne abbiamo discusso un’infinità di volte…- disse il manager in tono rassegnato - Bill è quello che sta maggiormente sotto ai riflettori, tutti lo vedono come il leader della band per questo rivolgono le domande sempre a lui -
    - Cazzate! - sbottò Tom, incrociando le braccia al petto - Bill al massimo potrebbe fare la ragazza pon pon del gruppo, quello con l’aria da leader sono io -
    - Te al massimo hai l’aria di un idiota - mormorò Elisabeth, ma il rasta l’aveva sentita.
    - Figuriamoci se tu non correvi in supporto di mio fratello! - le disse in tono acido.
    La mora sollevò lo sguardo verso il ragazzo. Maledizione doveva aver parlato a voce alta! Tentò di non scomporsi più di tanto.
    - E se anche fosse?! Ti stai comportando come un bambino dell’asilo, oddio non mi fanno domande, nessuno mi chiede nulla - gli disse, canzonandolo - Sei tu il primo a dire che non sopporti le interviste, dovresti ringraziare Bill dato che risponde sempre lui, almeno non sei costretto a spremerti l’unico neurone che hai in quella testa bacata! -
    - Lizie… - la richiamò suo padre, posandole una mano sulla spalla.
    Elisabeth sbuffò e si allontanò dal gruppo. Dio le faceva sempre saltare i nervi, era insopportabile!
    - Stupido cretino ritardato - borbottò mentre si accomodava su una sedia sistemata accanto al buffet.
    - Su ragazzi calmatevi, arrabbiarvi non serve a risolvere la cosa -
    - Tsè non c’è bisogno che risponda a quattro domande pidocchiose per far capire a tutti che sono il più figo, lo sanno di già - disse stizzito Tom, con la sua solita aria da spaccone.
    Nessuno osò contraddirlo, una lite era l’ultima cosa di cui avevano bisogno.
    - E’ meglio se ci sbrighiamo, fra un’ora e mezza avete un servizio fotografico e stasera dovrete partecipare ad un party -
    - Una bella notizia finalmente - disse Georg, sfregandosi le mani.
    - La macchina è già fuori…Lizie andiamo -
    Elisabeth si alzò di colpo dalla sedia e si incamminò senza aspettare gli altri. Quando Saki la vide arrivare a passò di carica seppe già, senza nemmeno chiederglielo, il motivo della sua furia.
    - Che cosa ti ha fatto? - le domandò, mentre si avvicinava alla Berlina.
    - E’ un…un…Dio quando non lo sopporto! Non potresti mandarlo in coma per qualche mese? Gioverebbe a tutti non averlo fra i piedi -
    La guardia del corpo sorrise comprensivo.
    - Sai com’è fatto Tom, devi cercare di non rispondere alle sue frecciatine se ti fanno arrabbiare così tanto -
    - Ma come faccio?! - gli chiese esasperata - La sua sola presenza mi irrita -
    - Non durerà ancora per molto, stai per andare da tua madre no? -
    Lo stomaco le sfiorò i piedi; ogni volta che sentiva pronunciare quelle parole si sentiva male, come se si trovasse in bilico sopra ad un precipizio, avvertiva quella sgradevole sensazione di vuoto sotto di sé.
    Saki staccò la schiena dall’auto quando vide arrivare David, seguito dai ragazzi.
    - E’ andata bene l’intervista? - chiese loro, mentre apriva lo sportello.
    - Sì - rispose in fretta il manager, prima che si scatenasse un nuovo battibecco.
    - Torniamo in albergo? - gli domandò poi l’omone, sistemandosi gli occhiali da vista.
    - No, è meglio avviarci allo studio fotografico, ho sentito alla radio che c’è parecchio traffico, rischieremmo di arrivare in ritardo altrimenti - rispose mentre si accomodava su uno dei sedili posteriori.
    - Benissimo -
    Lizie salì dopo suo padre e si strinse nel suo mezzo metro di spazio.
    - Tesoro non prendertela - le mormorò David, sistemandole una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
    - Non mi importa di quel deficiente, non stavo pensando a quello - rispose la ragazza, lo sguardo puntato sulle sue ginocchia.
    L’uomo sembrò interpretare i suoi pensieri - Vedrai che non sarà così malaccio, tua sorella si è ambientata bene, sarà lo stesso anche per te -
    - Certo… - rispose atona; nemmeno lei era convinta delle proprie parole.
    Non voleva andare in America, perché sua madre doveva sempre decidere per lei? Come aveva potuto chiederle di abbandonare suo padre?! Non puoi continuare a condurre questa vita…glielo ripeteva in continuazione, ma che ne sapeva lei della sua vita?! Niente, il nulla più assoluto. Elisabeth strinse appena i pugni; era ingiusta, non le aveva dato la possibilità di replicare, si faceva come diceva lei e basta, doveva eseguire gli ordini come un piccolo soldatino.
    Rimase in disparte mentre i ragazzi erano alle prese con le varie foto. Forse avrebbe fatto meglio a restare in Germania, quella prima giornata a Parigi era stata pessima, altro che divertimento sfrenato, fino a quel momento si era solo incazzata e depressa.
    Sbuffò appena mentre sistemava le cuffie dell’iPod nelle orecchie. Saltò diverse tracce, vari gruppi, si fermò solo quando sentì l’intro di Rette mich. La voce di Bill le invase lentamente la testa…Salvami…Aveva veramente bisogno di essere salvata.
    Sollevò piano lo sguardo verso il ragazzo, già in posa per la nuova foto.

    Warum bist du abgehau’n?
    Komm zurück!
    Nimm mich mit!


    Quasi immaginò di sentirgliele dire veramente quelle parole, di chiederle perché se n’era andata, di tornare indietro e portarlo con lei. Quanto era stupida…
    Scosse piano la testa e un sorriso amaro le increspò le labbra. Se solo…se solo avesse avuto una qualsiasi speranza, un segno da parte sua, una qualche conferma, avrebbe mandato al diavolo sua madre e sarebbe rimasta lì, con lui e con suo padre, i due uomini più importanti della sua vita.
    Cambiò velocemente traccia; il groppo che le si era formato in gola le faceva male, riuscì a deglutire con grande fatica. Le note martellanti di Feuer frei le fecero dolere appena i timpani, ma non abbassò il volume, non voleva pensare più a niente, voleva stare nel suo piccolo Limbo fatto di nulla, dove ai cattivi pensieri non era permesso entrare. Chiuse gli occhi, lasciandosi riempire la testa dalla musica.
    Si spaventò quando sentì qualcuno toccarle una gamba. Sbatté un paio di volte le palpebre prima di mettere a fuoco suo padre. Lo vedeva muovere le labbra, ma non sentiva quello che diceva.
    - Che cosa? - gli chiese ancora frastornata, levandosi le cuffie.
    - Abbiamo finito. Ti sei addormentata tesoro? - le accarezzò amorevolmente il capo - Il viaggio deve averti stancata parecchio -
    - No, non stavo dormendo, cercavo solo di non pensare - rispose la ragazza, alzandosi dalla sedia.
    David la osservò, mentre una strana espressione gli contrasse i muscoli del viso, tristezza forse…
    Cercò di sorriderle –Vedrai, stasera ci divertiremo al party -
    Elisabeth annuì appena. Non era proprio dell’umore adatto per festeggiare, ma di certo non voleva chiudersi nella propria stanza per piangersi addosso.

    Nel pomeriggio i ragazzi fecero altre due interviste e solo verso le otto e mezza riuscirono a tornare in albergo. Dopo la cena salirono tutti nelle rispettive stanze per cambiarsi.
    Il Mirage era un locale parecchio conosciuto, frequentato da molte celebrità, francesi e non.
    Uno dei bodyguard all’entrata li fece passare, nessuno dei ragazzi, in fila da chissà quante ore, osò protestare.
    Era già parecchio affollato, nonostante fossero appena le dieci. Salirono una scalinata che portava al piano superiori, la cosiddetta “zona VIP”.
    Si accomodarono tutti su un divanetto rosso; sul basso tavolino, sistemato nel mezzo, erano già stati posati alcuni cocktail offerti dalla casa.
    - No Lizie - le disse suo padre, afferrandole il bicchiere che stava per avvicinare alle labbra -Non devi bere alcolici, lo sai -
    - Ma papà - protesto vivamente la mora - a loro li lasciavi bere anche quando erano minorenni, perché io non posso?! -
    - Perché non puoi - rispose semplicemente, posando il bicchiere accanto a quelli già vuoti.
    - Che cavolo di risposta è perché non puoi?! - sbuffò contrariata.
    - David! - lo salutò un uomo vestito con un abito scuro.
    - Pierre- ricambiò il saluto con un gran sorriso - Scusatemi un secondo ragazzi - disse loro, prima di avvicinarsi al suo amico.
    Elisabeth controllò che suo padre non la potesse vedere e afferrò la piccola coppa, mandando giù il contenuto giallognolo tutto d’un colpo. La gola sembrò prenderle fuoco e cominciò a tossire, tanto da farsi venire le lacrime agli occhi.
    Bill si alzò di scatto e si avvicinò a lei, dandole dei piccoli colpetti sulla schiena.
    - Dovresti dare ascolto ai consigli di papino, ragazzina - le disse il rasta, mentre si spazzolava il secondo cocktail.
    Elisabeth non riuscì a rispondergli, ma dalla sua espressione si capì perfettamente che l’aveva appena mandato al diavolo.
    - Ragazzi abbiamo visite - annunciò Georg con un sorriso che gli toccava entrambe le orecchie.
    Tutti si voltarono verso la stessa direzione. Un gruppetto di ragazze, più precisamente di modelle, si stava avvicinando a loro.
    - Bonsoir - disse una di loro, con un sorriso - Vi spiace se ci uniamo a voi ragazzi? -
    Tom e Georg scossero energicamente la testa e fecero posto alle nuove arrivate.
    E’ una bella sensazione sentirsi messa da parte, pensò Elisabeth mentre vedeva i ragazzi impegnati chi a conversare e chi, nel caso di Tom, a baciare le modelle.
    Sbuffò appena, giocherellando con uno degli ombrellini di carta. Non poteva fare nulla, né andarsene né scendere giù in pista a ballare, perché se suo padre fosse tornato e non l’avesse trovata avrebbe sicuramente chiamato la guardia nazionale.
    Si guardò distrattamente attorno e notò che il rasta la stava fissando, non riuscì a decifrare l’espressione dei suoi occhi.
    La mora inarcò appena un sopracciglio; che accidenti stava tentando di dirle, che doveva prendere esempio da quella tipa?! Sollevò lo sguardo al soffitto prima di voltarsi da tutt’altra parte.
    - Scusami un secondo - Bill si congedò con un sorriso dalla ragazza e si andò a sedere accanto ad Elisabeth, che sembrava essere immersa nella contemplazione delle proprie unghie - Ti annoi? -
    La mora sollevò le iridi azzurrine su di lui - Si nota così tanto?! - gli chiese con ironia.
    - Un po’ - rispose il ragazzo, con un sorriso - Ti inviterei anche a ballare, ma è risaputo che ho due piedi sinistri -
    Elisabeth non riuscì a trattenere una piccola risata.
    - Beh almeno ti ho fatto ridere, è già un inizio -
    Non capiva che il suo semplice starle accanto le bastava, che non avrebbe potuto desiderare di meglio?
    - Hai lasciato la tua nuova amica da sola - gli disse, indicando la modella con cui stava parlando il moro.
    - Non importa, tanto non capiva una sola parola di tedesco, e il mio francese è pessimo - scrollò appena le spalle - E poi preferisco di gran lunga stare qui con te, almeno non mi fissi con una faccia adorante -
    Elisabeth rise di nuovo, ma questa volta c’era una nota di nervosismo. Ringraziò il cielo che non l’avesse mai beccata mentre lo guardava come un ebete.
    - Beh non è mica colpa tua se fai quest’effetto alle ragazze -
    - Sono troppo bello, è la mia croce - sospirò lui, ma sulle sue labbra comparve un sorrisino divertito.
    - Come sei modesto! - gli disse la ragazza, colpendogli appena una spalla.
    - Ma è risaputo che la band va avanti solo grazie alla mia bellezza -
    I ragazzi si voltarono verso di lui, a quanto pare l’avevano sentito. Mezzo secondo dopo Bill venne investito da una pioggia di salatini.
    -Ehi! - protestò lui - Non sui capelli dannazione! -
    I due si guardarono appena negli occhi prima di scoppiare a ridere.
    Elisabeth sentiva il cuore leggero; poteva anche finire il mondo in quello stesso istante, non le sarebbe importato perché sapeva di essere al suo fianco, di aver trascorso quegli ultimi momenti insieme a lui.
    - Finalmente un sorriso - le disse, osservandola - oggi ti ho visto fare solo dei bronci -
    Lei si morse il labbro, appena imbarazzata.
    - Era una giornata no fino a dieci minuti fa -
    - Sono stato l’artefice di questo cambiamento? - le chiese.
    Elisabeth annuì.
    - Mi fa piacere - le disse sincero, sorridendole come solo lui sapeva fare.
    Non seppe cosa rispondere, ma pregò in cuor suo di non avere un’espressione da idiota in quel momento. Quante cose avrebbe voluto dirgli, ma la sua lingua sembrava non aver alcuna intenzione di muoversi.
    - Ehi Bill vieni, tuo fratello e Georg fanno a gara a chi mangia più salatini in un minuto, devi aiutarmi a tenere il conto -
    - Arrivo - disse al batterista, scusandosi poi con Elisabeth.
    - Dannazione - mormorò lei. Era l’occasione perfetta e come sempre non aveva trovato il coraggio di far nulla, perché doveva essere così maledettamente difficile?!
    Lo vide ridere quando a Georg ne andò di traverso uno. Quella risata cristallina l’aveva sentita pochi secondi prima nelle sue orecchie. Non era pronta a rinunciare a lui, ma il tempo era tiranno e scivolava via come l’acqua fra le dita.
    No, non sarebbe partita con quel rimorso! Non avrebbe rinunciato senza lottare ad una delle poche cose belle che le erano capitate nella vita, e quel deficiente con in bocca una quantità sproporzionata di salatini l’avrebbe aiutata, volente o nolente.



    12°capitolo





    - Che cosa? - disse il ragazzo, osservandola come se fosse improvvisamente impazzita.
    - Non far finta di non aver capito - gli rispose Elisabeth, in piedi di fronte a lui.
    - Fammi capire bene… - si alzò dal letto, misurando la propria stanza a grandi passi - Tu vuoi che io vada da Bill e metta una buona parola per te? -
    - Esattamente -
    - Tu sei completamente pazza! - le disse il ragazzo, senza mezzi termini - Ti sto già aiutando fin troppo -
    - Beh il tuo prezioso aiuto fino ad ora non mi è servito ad un bel niente – rispose lei, leggermente accigliata.
    - Non è colpa mia se non hai le palle di fare il primo passo – ci tenne a precisare il rasta, osservandola - Non c’era nessuno tipo di clausola che includesse questo genere di aiuto quando ho accettato il tuo stupido patto -
    - Non ti ho chiesto di donarmi un rene! Ti sto solo chiedendo di farmi questo piccolo favore -
    - Tu lo chiami piccolo? - le disse con una risatina di scherno - Tu vuoi che io diventi un fottutissimo Cupido! Mi stai chiedendo di attaccarmi due stupide ali dietro alla schiena, indossare un pannolone bianco e svolazzare di qua e di là, scoccando frecce a forma di cuore! -
    - Oh ma piantala per favore, questa pantomima è ridicola -
    - No, la tua richiesta è ridicola - sbuffò il rasta, sedendosi nuovamente sul letto.
    - Lo sai benissimo che sei l’unico che può fare qualcosa - gli disse, rendendo il suo tono decisamente più dolce.
    - Questo non cambia un bel niente -
    - Se tu non mi aiuti ti faccio licenziare da mio padre! - era addirittura arrivata alle minacce. Le buone maniere con quello zuccone non sembravano funzionare, ma non poteva accettare e basta?! Doveva sempre complicare le cose.
    - Non oseresti! -
    - Vuoi mettermi alla prova?! - gli chiese in tono di sfida.
    - Avresti il coraggio di far licenziare anche mio fratello?! - le domandò il rasta, un sorrisino soddisfatto dipinto sulle labbra. Non sarebbe mai arrivata a tanto.
    - Io non ho mai detto che avrei fatto licenziare Bill -
    Il sorriso di Tom sparì all’istante.
    - Finiresti su un marciapiede solo tu; riuscirei a trovare un altro chitarrista nel giro di due secondi e sarebbe sicuramente più bravo di te -
    - Oltre a non avere le palle sei pure perfida e meschina -
    - Ti basta accettare la mia proposta - gli disse in tono suadente.
    - Voi donne! - Tom la osservò stizzito - Siete fatte tutte con lo stampino, subdole e calcolatrici. Facevano bene a darvi la caccia nel Medioevo!-
    - Ma falla finita - disse la mora, dandogli uno scappellotto dietro alla testa.


    - Ma guarda che accidenti mi tocca fare… - borbottò, mentre cercava suo fratello in lungo e in largo.
    Lo trovò seduto ad un tavolino del bar; un bicchiere colmo di tè faceva bella mostra accanto alla sua mano perfettamente curata, che muoveva solo per voltare le pagine del giornale che stava leggendo.
    - Ehi – lo salutò, accomodandosi accanto a lui.
    - Tomi - gli sorrise raggiante - che succede?-
    - Ti cercavo…dobbiamo parlare - si guardò nervosamente attorno.
    Il moro attese che suo fratello parlasse, ma a quanto pare quello che doveva dirgli non era così urgente dato che non spiccicava parola.
    - Senti… - cominciò il rasta, ma Bill lo interruppe.
    - Guarda, questa ragazza assomiglia un sacco a Lizie! -
    Tom si sporse appena verso di lui. Sul giornale era stampata l’immagine di una ragazza mora dagli occhi azzurri, pubblicizzava una famosa marca di jeans.
    Quando si dice il caso…
    - Già… - mormorò il ragazzo, osservando il gemello, lo sguardo sempre puntato sulla modella -ma Elisabeth è decisamente più carina, non trovi?-
    - Hai ragione…- rispose, le labbra distese in un sorriso - Però quando lei sorride le si forma sempre una fossetta qui - la mano salì a sfiorare la guancia destra.
    - Ma che cosa deliziosa - commentò, tentando di mascherare la sottile ironia delle sue parole - Dunque dici che è carina? -
    - Beh obbiettivamente lo è, dovrei essere cieco per affermare il contrario -
    - Sì sì, hai perfettamente ragione! E’ una gran bella ragazza e sarebbe da stupidi lasciarsela scappare, no? -
    Bill continuò a sfogliare la propria rivista - Suppongo di sì -
    - Dunque non sarebbe così male uscire con lei -
    - Tom - il moro si decise finalmente a sollevare lo sguardo dal giornale - non capisco dove vuoi arrivare…Se ti fa piacere uscire con lei dovresti chiedere il permesso a David, io che centro? -
    - Uscire con lei?! - sulla faccia del rasta apparve un’espressione orripilata - Ma nemmeno se fosse l’ultima donna sulla faccia della terra! -
    - Allora perché le hai fatto tutti quei complimenti? -
    Per una frazione di secondo credette che suo fratello lo stesse prendendo in giro, scosse poi il capo. La sua sedia grattò appena il pavimento quando la spinse all’indietro per alzarsi.
    - Vai già via? -
    - Mi sono ricordato di un impegno urgente, ci vediamo eh -
    Uscì dal bar, ma si sentì strattonare da qualcuno quando raggiunse l’ascensore.
    Elisabeth lo trascinò dietro ad una colonna, spingendolo contro di essa.
    - Ma sei diventata pazza?! - le chiese, sistemandosi poi la felpa appena sgualcita.
    - Beh? - disse la ragazza, che si aspettava una risposta positiva.
    - Beh ho la prova che mio fratello è un pirla -
    - Ma… - mormorò confusa, non capiva proprio.
    - Non ha capito un accidente, ha addirittura pensato che io volessi uscire con te - disse un’espressione disgustata.
    - Bada che ci vedo benissimo - protestò lei, mentre le palpebre le calarono appena.
    - Dunque non venirmi più a cercare per queste cretinate, o fai il primo passo o continua a fantasticare di scopartelo dentro ad una Jacuzzi piena di cioccolata -
    Le guance di Elisabeth presero fuoco.
    - Però…credo che la proverò… - disse poi, sbattendosi appena l’indice contro al mento.


    Il primo passo…Faceva in fretta a parlare, lui aveva perso il pudore appena venuto al mondo, già se lo immaginava in fasce che ci provava con l’infermiera. Gli sarebbe bastata metà della sua faccia tosta per decidersi una buona volta a far qualcosa. Sbuffò mentre osservava la strada dalla finestra della sua stanza.
    Che cosa poteva fare?
    - Tesoro sei qui? - la voce di suo padre la raggiunse dal salotto.
    - In camera - rispose.
    - Tra poco c’è il servizio fotografico, sei pronta? -
    La mora annuì. Un’idea le balenò in mente.
    - Papà…posso farti una domanda? -
    David si affacciò nella camera - Chiedimi quello che vuoi -
    - Come hai fatto a conquistare la mamma? -
    L’uomo la osservò appena prima di aggrottare la fronte, nel tentativo di ricordare.
    - Beh io e la mamma ci conosciamo da quando avevamo quindici anni, io ero molto timido e goffo, ma lei mi piaceva veramente tanto, così una sera sono andato da lei e semplicemente l’ho baciata -
    - E la mamma che ha fatto? - chiese curiosa, suo padre non le aveva mai raccontato quella storia.
    - Mi diede uno schiaffo -
    La mora trattenne una risata - Sul serio? -
    - Certo, ma alla fine fu lei a baciarmi di nuovo -
    David le sorrise prima di tornare in salotto.
    Baciarlo all’improvviso…beh di certo lei uno schiaffo non lo avrebbe rimediato. Più ci pensava e più non le sembrava così male come idea, un bacio rapido seguito sicuramente da una fuga ancora più rapida. Poteva funzionare…


    Quello fu sicuramente il servizio fotografico più divertente a cui avesse partecipato.
    Tom era già in posizione, berretto stretto fra le dita ed espressione da bello e bastardo stampata in faccia, ma a quanto pare il fotografo non sembrava apprezzare il suo innato sex appeal.
    - Tu - disse l’uomo - tu biondino, vieni qui -
    Gustav si guardò attorno, convinto che ci fosse un altro ragazzo biondo accanto a lui.
    - Dice a me? - chiese parecchio stupito.
    - Sì, tu! Sei perfetto, perfetto! -
    Tom ci rimase letteralmente di sasso.
    - Scusi ma non toccherebbe a me? -
    - Tu vatti a mettere in un angolo, se avanza tempo ti farò qualche scatto - gli rispose, senza nemmeno guardarlo in faccia - Lui è la mia star -
    Le guance di Gustav si tinsero di un bel rosso acceso, mentre il rasta si allontanava sbuffando.
    Elisabeth non riuscì a trattenere una risata - Vai Gustav! - urlò verso il ragazzo.
    Tutti si voltarono a guardarla, lei si grattò il capo imbarazzata, ma non era paragonabile all’imbarazzo del batterista. Non era mai stato il protagonista di un photoshoot, ma il fotografo sembrava adorarlo.
    Bill gli sorrise entusiasta, Georg gli fece un cenno di incoraggiamento, quella era una piccola vittoria anche per lui. L’unico che non sembrava affatto contento era Tom, che continuava a sbuffare e a borbottare contrariato.
    - Oh piantala Tom - gli disse stanca - se per una volta non sei tu la star della situazione non crolla il mondo, lascia vivere il suo momento di gloria anche a Gustav, smettila di fare il bambino capriccioso -
    Il rasta la osservò accigliato, ma non le rispose.
    Dopo gli ultimi scatti di Gustav, Bill prese il suo posto mentre il batterista raggiungeva gli altri, un sorriso enorme stampato sulle labbra.
    - Sei stato bravissimo - gli disse Elisabeth, sorridendogli dolcemente.
    - Ero terribilmente teso, io…non mi era mai capitato… -
    - Sei andato alla grande amico - Georg gli diede un’amichevole pacca sulla spalla.
    Finiti gli scatti di Bill fu il turno del bassista. Tom riuscì a guadagnarsi solo 3 foto, fatte anche di fretta, cosa che lo fece accigliare ancora di più.
    - Signor Jost, è possibile fare una piccola intervista ai ragazzi? - gli chiese un uomo, apparso proprio in quel momento.
    David li osservò, ma nessuno di loro sembrava essere contrario alla cosa, così diede il suo consenso.
    Dopo le varie domande sulla tournee, sulla loro musica e sui loro fan, si passò a quelle più personali. Quali erano le loro abitudini, cosa li infastidiva ed infine come doveva essere la loro ragazza ideale. Elisabeth da Tom si sarebbe aspettata una risposta del tipo “ Basta che respiri ”, ma quando venne il turno di Bill tese entrambe le orecchie, arrivò addirittura a pensare di prendere appunti, ma sarebbe sembrato parecchio strano.
    - Mmh… - il ragazzo ci pensò su un attimo - non mi interessa di che colore abbia gli occhi o i capelli, mi piacciono le ragazze che si prendono cura del loro corpo… -
    Forse un po’ di ginnastica avrebbe dovuto farla, non era propriamente al massimo della sua forma fisica…
    - Mi piacciono le mani ben curate… -
    Beh a quello si poteva porre rimedio, aveva addirittura smesso di mangiarsi le unghie, e per lei era stato veramente difficile.
    - Deve essere fedele, io sono molto geloso -
    Su quel punto non c’erano problemi, gli sarebbe stata fedele a vita!
    - Io ogni tanto faccio lo stupido, mi comporto come un bambino e la mia ragazza ideale dovrebbe accettare questo lato del mio carattere -
    Ma certo che lo accettava! Anzi era quello che più adorava.
    - Sicuramente dovrebbe piacerle la band, la nostra musica, per me è molto importante -
    Ok, ok l’aveva appena descritta, lei era la sua ragazza ideale, ogni punto corrispondeva.
    - Ed in fine dovrebbe andare d’accordo con mio fratello -
    Ma porca…
    Strinse le labbra tanto da farle sembrare una sottile linea orizzontale. Eh certo mica poteva essere tutto così perfetto, doveva esserci il piccolo, insignificante dettaglio che mandava tutto al diavolo.
    Impossibile…Lei e Tom che andavano d’accordo, sarebbe ghiacciato l’inferno prima che accadesse una cosa simile, era scientificamente provato che non sarebbero mai e poi mai andati d’accordo. Ma se per Bill era importante lo avrebbe fatto, avrebbe sopportato quel buzzurro ignorante!
    - Grazie mille ragazzi – li ringraziò l’uomo, finendo di scrivere gli ultimi appunti.
    - Forza torniamo in albergo - disse David, facendo cenno ai quattro di avvicinarsi.
    Elisabeth recuperò la sua borsa e per poco non le venne un mezzo infarto quando si vide comparire Tom dietro alle spalle.
    - Mi hai spaventato cavolo! - gli disse, portandosi una mano sul cuore.
    - Hai sentito ragazzina? Non hai alcuna speranza con mio fratello, tu mi detesti - sulle labbra del rasta si dipinse un sorrisino soddisfatto.
    - Dettagli, sono parecchio brava a recitare, e non devo far finta di sopportarti tutto il giorno, solo quando c’è Bill nei paraggi. Visto? Problema risolto! - gli disse la ragazza, superandolo.
    - E se io ad esempio non fossi d’accordo?! -
    - Passeresti per lo stronzo insensibile, che tra l’altro sei! - scrollò appena le spalle - Bill penserebbe che sei tu quello che ha dei problemi, quello che non si sforza nemmeno di andare d’accordo con me -
    - Fredda e calcolatrice…l’ho detto io -
    La mora fece un sorrisetto mentre usciva dallo studio fotografico. Non sarebbe stato difficile sopportare Tom, le bastava immaginare che non fosse lui e puf…Sarebbe andato tutto a meraviglia. Naturalmente sapeva perfettamente che il rasta non avrebbe collaborato volentieri, ed in quel caso avrebbe usato le maniere forti, arrivando a picchiarlo se si fosse presentata l’occasione.
    Suo padre le mise un braccio intorno alle spalle e le baciò il capo.
    - Dai papà, così tutti potrebbero pensare che stiamo insieme – scherzò, ridendo divertita.
    - Avrei una splendida fidanzata allora - le rispose l’uomo, con un sorriso.
    - I padri devono dire certe cose alle figlie! -
    - Chiediamo un parere esterno allora…Bill, ehi Bill vieni un secondo -
    Il cuore di Elisabeth perse un battito. Il moro si avvicinò con il suo solito, meraviglioso, sorriso stampato su quelle labbra perfette.
    - Che succede? - chiese, osservando i due.
    - Se ti fotografassero con mia figlia, e tutti dicessero che voi due state insieme, tu cosa penseresti? -
    - Che avrei una splendida fidanzata - rispose lui, facendole l’occhiolino.
    La ragazza diventò completamente rossa.
    - Smettetela di prendermi in giro - disse, coprendosi il viso con le mani.
    - Ora fa la modesta, ma sa di essere una bellissima ragazza - le disse suo padre, scompigliandole appena i capelli.
    - Non sei l’unico a pensarlo -
    Ok era chiaro come il sole che Bill non sapeva che la stava lentamente uccidendo con le sue parole. Maledisse il fatto che ci fosse suo padre presente se no gli sarebbe saltata addosso senza troppi complimenti.
    - La volete smettere ora?! - sbuffò, ma il suo sorriso sembrava arrivare fino alle orecchie - Lo fate apposta a mettermi in imbarazzo! -
    David e Bill risero divertiti mentre si avvicinavano alla macchina.
    - Sarà fortunato chi ti sposa tesoro mio, ma dovrà fare prima i conti con me! -
    Elisabeth gli sorrise e spostò lo sguardo su Bill, sperando che recepisse il messaggio.
    - Dovrà fare i conti con tutti noi - rispose il moro, ridacchiando appena.
    Fu come ricevere una padellata in testa. Ok a quanto pare non brillava proprio di arguzia, ma non era un problema irrisolvibile, in un modo o nell’altro gli avrebbe fatto capire che quel fortunato ragazzo era proprio lui…
    i>Continua...

    Edited by Redda - 20/8/2009, 22:29
     
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  3. °°°Riti°°°
     
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    XDXD reddina meraviglioso!!!!tu sai sempre come mettremi di buon umore!!!!!!
     
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  4. •Sweetnam•
     
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    Quoto pienamente riti è veramente spiritosa,comica,romantica...è tutto redda..è bellissima...povero Bill sappiamo che non brilla di arguzia però...>.< XDD
     
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  5. Redda
     
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    XDDD le mie tesore adorate =*** vi avviso già che dai prossimi capitoli comincerà il "divertimento" ma non aggiungo altro XD
     
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  6. » Và }
     
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    CITAZIONE
    Mi stai chiedendo di attaccarmi due stupide ali dietro alla schiena, indossare un pannolone bianco e svolazzare di qua e di là ,scoccando frecce a forma di cuore!-

    Amoooooooore *_________*

    CITAZIONE (Redda @ 2/2/2008, 15:41)
    XDDD le mie tesore adorate =*** vi avviso già che dai prossimi capitoli comincerà il "divertimento" ma non aggiungo altro XD

    *_____________________*
     
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  7. °zucche°
     
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    XDDDDDDD


    reddushaaaaaa!!!!
    troppo divertente!!!!!!
    eh già.. la tua ff mette proprio il buon umore!!! è super divertente!!!!

    SPOILER (click to view)
    forza tom!!! quanto ci metti a capire che ti piace?!?!?
     
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  8. Redda
     
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    XDDDDD troppo gentili come sempre, Valluss il cartello non ci azzecca un picchio xD

    Certo che Tom versione Cupido lo vorrei vedere XD morirei all'istante per le risate,magari prima Valluss fallo depilare!
     
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  9. *vale483*
     
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    Ihih
    Stupenda!!!!!! Mi piace un sacco... non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli...
     
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  10. °zucche°
     
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    SPOILER (click to view)
    Certo che Tom versione Cupido lo vorrei vedere XD morirei all'istante per le risate


    Buhahaahaha anche io!!!!! X°°D
     
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  11. ..:MiSSFrancyKaulitz:..
     
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    bella stupenda fantasticaaa..xDD..reddush lo sai no che adoro questa ff e che sei bravissima?!?!..continua presto..
     
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  12. *_DaiSy_*
     
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    image bellissimaaaaaaaaaaaaaaaaa...

    per fotuna hai postato...ne sentivo veramente la mancanza....!!!
    grande reddaaaaaa!!!! continuaaaaa....
     
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  13. ...only me...
     
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    è bellissima.....che dolce gusty!!!!
    brava redda continua presto...
     
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  14. Redda
     
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    Grazie mille a tutte ^^
     
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  15. shadow-91
     
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    questa fan fiction è bellissima!!!!!!
    l'adoro e nn vedo l'ora che posti......
     
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1587 replies since 1/2/2008, 17:21   129815 views
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